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CATANIA: finalmente si vede sul campo quel controllo sul territorio richiesto!!!

Non credo che il sottoscritto abbia alcun merito su quanto sta accadendo in queste settimane nelle nostre strade, certamente l’averne parlato o quantomeno aver criticato il modesto operato fino a poco tempo fa osservato, ha certamente ora favorito quel (necessario) incremento sui controlli stradali…

Difatti, debbo dare atto che qualcosa finalmente si è mosso e da circa due settimane ovunque vada, trovo posti di blocco!!!

Stamani ad esempio c’erano ben cinque pattuglie, di cui un’unità era “cinofila”; mi riferisco a Via Carrubella, dinnanzi al supermercato (prossimo all’apertura) “Eurospin”, i cui operatori stavano verificando alcune auto ed i loro occupanti. Una strada importante per chi proviene da Catania, precisamente da Via S. Sofia, ma non solo, anche per chi dall’uscita della tangenziale di “San G. Galermo” si dirige in Via Passo Gravina oppure per chi proveniente da Gravina di Catania, si reca in località “Fasano”.

Sì… debbo fare i complimenti per l’azzeccata postazione, quella sopra descritta rappresenta un luogo indicato per intercetare eventuali automobilisti non in regola con le normative vigente, anche perché chiunque provasse a sfuggire a quei controllii, verrebbe bloccato!!!…

Peraltro, analoga circostanza mi è occorsa alcuni giorni fa dinnanzi alla “LIDL” di Via Segantini, zona Barriera del bosco, dove vi era posizionata una pattuglia; ed anche qualche giorno prima, presso la zona del “2000”, adiacente ai due obelischi, vi erano due pattuglie e sempre lo stesso giorno, limitrofi al centro commerciale Katanè, presso l’uscita autostradale, erano presenti altre due pattuglie!!!

Potrei continuare con quanto inoltre ho potuto costatare in queste settimane, che evidenzia per l’appunto un controllo del territorio che – permettetemi di dire – a Catania non ho mai visto e di cui per l’appunto mi ero, alcuni mesi fa, lamentato!!!

Difatti, nel post intitolato “Controllo del territorio in Sicilia??? Manca – secondo il sottoscritto – un serio coordinamento!!!” – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/01/controllo-del-territorio-in-sicilia.html risentivo della mancata presenza costante delle forze dell’ordine e faceva il paragone con un altra regione, la Toscana, nella quale per ragioni di lavoro ho vissuto negli ultimi anni; un territorio dove la presenza dei posti di blocco era asfissiante, tanto da creare – in noi automobilisti – una forma di fastidio, considerate le file di auto che, a causa di quei controlli, si verificavano…

E quindi pur volendo considerare quel detto catanese che dice: “u supecchiu è comu u mancanti “, osservando però la differenza posta in campo tra le due regioni, scoprivo di passare da un eccesso di controlli ad una profonda carenza, quantomeno visibile; mi scuso anticipatamente, ma il mio riferimento è il giudizio di un semplice cittadino, non discuto che sicuramente in altri contesti, luoghi e tempi, questi accertamenti delle nostre forze dell’ordine (tutti indistintamente…) vengono costantemente effettuati, ma purtroppo noi tutti, non ne veniamo a conoscenza, se non soltanto a fatto compiuto, attraverso Tg o leggendo l’indomani gli articoli di cronaca nei quotidiani stampati o tramite web.

Auspico tra l’altro che questo improvviso incremento di controlli non sia dovuto a quella deplorevole immagine subita a livello nazionale nei giorni di festa della nostra Santa padrona S. Agata; mi riferisco alle violenze brutali subite da quei due giovani presso la Villa Bellini, a cui tra l’altro, ho dedicato un post di rimprovero nei confronti di chi è incaricato alla sicurezza di questa nostra bellissima città di Catania: “Ecco cosa intendevo quando ho scritto che manca controllo sul territorio!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/02/catania-ecco-cosa-intendevo-quando-ho.html

Ed infine vorrei che quanto si sta verificando per le strade della nostra città in queste ore, non vada con il passar del tempo – per come solitamente accade – scemando; già… vorrei evitare di rivedere quelle abitudini consuetudini che – senza voler generalizzare – conosciamo bene e che conducono generalmente a quel cosiddetto stato “soporifero, lo stesso che poi permette, a tutto il sistema illegale – ovunque presente – di riprendere quella propria forza!!! 

Sì… dopo quanto accaduto, ritengo non si debbano attendere inediti misfatti eclatanti!!!

Catania: ecco cosa intendevo quando ho scritto che manca controllo sul territorio!!!

Villa Bellini uno dei posti da sempre più frequentati dai catanesi, diviene (potrei affermare senza alcun dubbio, per l’ennesima volta… ) un luogo su cui effettuare violenze a giovani, ma soprattutto ad anziani, solo che la maggior parte di quelle aggressività, non vengono portate alla luce, in quanto la maggior parte delle vittime preferisce non denunciare e viceversa, quei pochi soggetti coraggiosi che hanno presentato esposti non hanno ottenuto nulla, preferendo così evitare di passeggiare in quel luoghi per non incontrare nuovamente quei loro aguzzini…

A quanto sopra va altresì detto che le Istituzioni preferiscono che talune notizie non vengano riportate dai media; già… si cerca di salvaguardare l’immagine della città e chissà debbo credere anche forse gli incarichi ricevuti che certamente da vicende gravi come l’ultima appena compiuta nei confronti di una ragazzina, non premia quella loro professionalità o dovrei dire, evidenzia in pieno quella loro totale incapacità!!!

Tutti noi catanesi sappiamo bene come la Villa Bellini sia da sempre un luogo da cui stare alla larga, il sottoscritto tra l’altro ricorda quando adolescente frequentava quei luoghi, non solo con le “fidanzate“, ma soprattutto nei giorni di “calia” dalla scuola, sì… quel voler marinare con i compagni le lezioni per andare a giocare proprio in quel luogo frequentato già allora da abituali spacciatori, ma soprattutto da gruppi di ragazzi “quattarioti” che evidenziavano sin dalla loro giovane età, atteggiamenti “spacchiosi” da piccoli criminali!!!

Ma il nostro gruppo non era da meno in fatto di sapersi difendere e soprattutto tra noi c’era chi – come il sottoscritto –  sapeva menare bene e difatti per tutto il tempo che siamo stati in quegli spazi verdi, posso affermare d’esser stati lasciati in pace, sì… nessuno di noi in quegli anni, ha mai subito torti o atteggiamenti di bullismo e/o rapine per sottrarci denaro o quant’altro (a quei tempi i cellulari non esistevano…)!!!

Crescendo sono diventato genitore di due ragazze e quando sono diventate “teen-ager” ho consigliato loro di non frequentare quel luogo o quantomeno di non farlo mai da sole ma sempre in compagnia, perché l’ho consideravo “incontrollato”, causa mancata presenza (quantomeno costante…) delle forze dell’ordine o di militari, a cui si sostituiva una presenza saltuaria di qualche custode addetto solitamente all’apertura di quei cancelli esterni a cui si sommava la presenza occasionale di qualche addetto al giardinaggio, ma poi per il resto nulla, neppure un sistema di video sorveglianza!!!

Già… perché qualcuno ha avuto l’intelligenza di far istallare quell’impianto, peccato però – come sempre accade in questa città – nessuno abbia pensato poi di metterlo in funzione: se avessero chiamato il sottoscritto l’avrei fatto gratuitamente e avrei permesso non solo alle forze dell’ordine di visualizzarlo, ma tutti i miei concittadini avrebbero potuto collegarsi con il proprio smartphone ad un sistema a modello “webcam” per osservare in diretta quanto accadeva in quel loro giardino pubblico!!!

Leggere quindi ora di una giovane 13enne violentata giorno 30 gennaio (già… qualcuno aveva preferito non far emergere la notizia di cui si è iniziato a parlare soltanto l’altro ieri sul TG1 della RAI ed è soltanto grazie ai social che la vicenda è stata portata alla luce, viceversa le nostre Istituzioni avrebbero preferito forse insabbiarla, chissà debbo pensare a causa della prossimità con la festa di S. Agata…) in quei bagni pubblici di Villa Bellini a Catania e del ragazzo che l’accompagnava e che ha provato ad impedire l’abuso ma che è stato non solo malmenato, ma costretto ad assistere!!!

Ora ditemi, parlo da genitore, cosa dovremmo fare con quei sette componenti del branco (di origine egiziana, ma potevano essere anche catanesi…), quanti tra voi pensano realmente che ora la giustizia farà il suo corso e quali pene verranno loro riconosciute, ed ancora, chi mai cancellerà dalla mente di quella ragazza, di quel ragazzo e dei loro familiari quell’azione così riprovevolmente subita??? Altro che come ho scritto sabato “Legge del taglione”: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/02/ma-in-questo-paese-chi-paga.html

E’ facile parlare da quei pulpiti istituzionali fintanto che i loro figli sono protetti da quell’ambiente ovattato e godono quotidianamente di privilegi personali, come autisti, forse dell’ordine, scuole private e quant’altro, viceversa per tutti gli altri figli di questa città, già… per quest’ultimi non vi è alcuna protezione da parte dello Stato e ancor meno ne hanno coloro che debbono affrontare quotidianamente quella diffusa presenza criminale, dovendo risiedere in quartieri ben noti alle nostre forze dell’ordine,  che da sempre vivono – in particolare la notte – con il “coprifuoco”!!!

Controllo del territorio??? Scusate ma se Catania risulta impietosamente al 92° posto tra le città che evidenziamo una migliore qualità di vita, penso che qualcuno – invece di star inutilmente seduto in quelle comode poltrone – dovrebbe chiedersene i motivi??? Già… dovrebbe!!!

Ma si sa: “A Sant’Aita prima s’ a’rrubbanu e ‘ppoi ci ficiru i potti ri ferru”!!!

Aeroporto di Catania: ma dov'era l'impianto antincendio???

Da “Catanese”, appena ho ascoltato la notizia dell’incendio ho pensato: A Sant’Aita prima s’ a’rrubbanu e ‘ppoi ci ficiru i potti ri ferru!!! Cioè, solo dopo esser stata derubata, la statua di Sant’Agata, venne protetta da cancelli di ferro…

E’ sempre così da noi… non cambierà mai nulla, difatti gli interventi vengono compiuti solo dopo che gli incidenti, i danni, le truffe, i raggiri, le complicità e tutto quanto il marcio che infetta questa meravigliosa isola vengono portati alla luce, ed allora si iniziano a prendere i giusti provvedimenti… 

Viene spontaneo chiedersi: ma l’impianto antincendio, era stato controllato oppure come sempre avviene in questi casi, si ricercano esclusivamente le cause che l’hanno prodotto, ma nessuno si è preoccupato nel corso di questi anni, di verificarne il funzionamento, già… di quell’impianto antincendio o quantomeno di eseguire saltuariamente quei necessari controlli durante le opportune manutenzioni!!! 

D’altronde non parliamo di una casa di civile abitazione, qui si tratta di uno degli aeroporti internazionali con più affluenza nel nostro Paese… eppure è bastato un piccolo incendio, per trasformare l’aeroporto in un rogo!!!

Penso che a questo punto andrebbero cacciati tutti quei responsabili che non hanno saputo garantire che il sistema funzionasse a dovere!!! 

Perché non si tratta di sapere se l’incendio sia stato doloso oppure sia stato provocato da un corto circuito, in tutti e due i casi, l’impianto antincendio avrebbe dovuto funzionare e non causare lo sfacelo che ha di fatto realizzato!!!

Non parliamo poi del danno dal punto di vista economico, turistico, dei disagi causati a tutti i viaggiatori; il sottoscritto ad esempio è stato costretto a partire a proprie spese con un bus per raggiungere Trapani, ben 6 ore di viaggio passando da Palermo, tra incendi ovunque ed un’autostrada in molti tratti bloccata per lavori… 

Peter Gomes l’ha definito “uno spettacolo indecente” – https://www.la7.it/in-onda/video/peter-gomez-duro-sullaeroporto-di-catania-spettacolo-indecente-25-07-2023-496086 – un duro commento, ma d’altronde come dargli torto… 

Mi dispiace dirlo, ma penso che quanto sia successo dipenda principalmente dai miei conterranei e non parlo dei cosiddetti “mafiosi”, no… questa volta la mafia non centra, non cerchiamo giustificazione agli errori commessi e non proviamo ad utilizzare “cosanostra” (come in questi casi avviene…) come capro espiatorio per discolpare le incapacità del solito raccomandato di turno, sia esso “dirigente o funzionario”, perché se questa volta è capitato all’Aeroporto, vedrete… la prossima volta potrà accadere ad un Ospedale oppure ad un Centro commerciale, un Parcheggio multipiano, etc… 

E tempo quindi che chi debba controllare lo faccia seriamente e non si stia – come abitualmente accade, seduto in quella sedia a poltrire (già… se solo si facesse l’esame di coscienza ogni fine mese quando percepisce lo stipendio… ah… in questi frangenti come non ricordare quelle sante parole di Paolo Borsellino…) oppure continuando come se quanto sopra non lo riguardasse!!!

Sì… quanto accaduto nella mia città, è stato proprio uno spettacolo indecente!!!

Congo: ora si cerca di dare la colpa di quel viaggio senza scorta dell'ambasciatore Attanasio, del carabiniere Iacovacci e dell’autista Milambo, al Funzionario dell'ONU…

Accade sempre così, alla fine si va alla ricerca di un capro espiatorio che paghi per tutti…

Ora sono tutti bravi a dire: se il convoglio che trasportava i nostri uomini, fosse stato seguito da una scorta armata, forse si sarebbe potuta evitare quanto tragicamente accaduto!!! 

Certo mi viene da pensare a un detto nostro catanese: “A Sant’Aita prima s’ a’rrubbanu e ‘ppoi ci ficiru i potti ri ferru”!!! Cosa significa? “Solo dopo esser stata derubata, la statua di Sant’Agata venne protetta da cancelli di ferro“. 

Molte volte, le giuste precauzioni vengono prese solo dopo che l’incidente o il danno si è già verificato e qui possiamo dire che è la stessa cosa!!!

Difatti, serve a poco o nulla iscrivere ora nel registro degli indagati il funzionario congolese del “World Food Programme” – l’agenzia delle Nazioni Unite che coordinava la visita del nostro funzionario – o mettere in discussioni le procedure operative da adottarsi in quei casi per evitare proprio questo tipo di tragedie…

Ora sono tutti a dire: mancava la scorta militare!!!

Ora chiunque abbia girato un po’ il mondo, in particolare si sia recato in quei paesi con ancora una forte presenza armata di guerriglieri indipendenti o anti governative , sa bene che prima di muoversi bisogna essere protetti da una forza armata o quantomeno essere “accompagnati” da soggetti ben conosciuti nel territorio e soprattutto “autorevoli”, tanto che possono garantire con la loro sola presenza, un eventuale passaggio in  quelle aree fortemente pericolose…

Viceversa senza queste precauzioni, non esiste alcuna possibilità di attraversare quei territori e i rischi di finire sequestrati con finalità di terrorismo (o forse dovrei dire per ottenere una consistente riscossione per rilasciare l’eventuale vittima/e ) sono certamente altissimi!!!

Certamente qualcuno doveva stare più solerte nel decidere di intraprendere quel viaggio, in particolare mi riferisco ai nostri uomini che per come si è visto, non possedevano alcuna garanzia di poter attraversare quei luoghi senza alcun autorizzazione ufficiale e/o ufficiosa…

Come ripeto spesso… certe situazioni “pericolose”, molte volte, è come se le andiamo cercando e purtroppo ritengo che quanto accaduto ai nostri due connazionali, rappresenti proprio uno di queste circostanze…

Playa di Catania: Sicurezza Zero!!!

Riprendendo un detto popolare dei miei concittadini: “Quannu a Sant’Aita s’arrubanu… ci misuru i canceddi i ferru!!!
Aver visto ieri sui Tg nazionali e regionali, quanto accaduto presso la nostra Playa… dimostra per l’ennesima volta – senza voler fare polemica – come da noi tutto è basato sulle chiacchiere o dovrei dire nel caso specifico sulla predisposizione di documenti (cartacei) che non hanno alcuna corrispondenza reale, con l’attività svoltasi… 
La dimostrazione di quanto accaduto ieri conferma quanto dal sottoscritto riportato… 
Infatti… mi riferisco a quella mancata messa in pratica di ciò che vi è riportato su quell’inservibile “Documento Valutazione dei Rischi”, realizzato da chissà quale “pseudo” responsabile della sicurezza, che non ha neppur da lontano compiuto una visita ispettiva su quei luoghi di lavoro, su quelle strutture di balneazione ed anche, su tutte le connesse attività presenti, come ad esempio gli uffici di accoglienza, la segreteria/direzione, i locali ricreativi e soprattutto tutti quei locali in cui sono presenti gli impianti tecnologici, la ristorazione, il bar, ecc… 
Sono sicuro che quei tecnici, hanno semplicemente “fotocopiato” uno dei tanti modelli di base DVR (Documento valutazione dei rischi conforme all’Art. 28 del D.lgs 81/2008 s.m.i.) prestatogli da un collega, gli hanno semplicemente cambiato il nome dello stabilimento balneare e senza preoccuparsi di fare tutte quelle reali valutazioni del luogo, degli ambienti, delle attrezzature legate alle fasi operative, degli addetti alla sicurezza presenti e di quelle formazioni effettuate (e soprattutto se quest’ultime sono state negli anni aggiornate…) ecco senza aver compiuto nulla di tutto ciò, hanno redatto il documento…

Oltre a ciò… hanno per di più predisposto il Piano di Emergenza ed Evacuazione, senza valutare eventuali rischi interferenti, ma soprattutto senza aver programmato insieme al titolare di quella struttura, alcune prova di evacuazione, prevedendo ad esempio eventuali rischi d’incendio, di sisma o tzunami… simulando quindi, quanto necessario per la salvaguardia dei clienti presenti in quello stabilimento balneare!!!

Sono certo che in tanti anni, nessuna di quelle strutture ha mai compiuto quanto sopra… già nessuno di loro, come d’altronde neppure quegli enti predisposti, già mai una prova per simulare una situazione d’emergenza, come peraltro non era mai – fino a ieri – predisposta una alternativa “Via di fuga” da quell’area…
Mia figlia ad esempio proprio ieri pomeriggio, si trovava in un lido “Le Piramidi” posto all’incirca nella zona mediana di quel litorale… e nel provare ad allontanarsi con il proprio motorino, si è trovata bloccata nei due sensi di marcia.. sia in direzione tangenziale dove era presente un rogo, che ritornando verso il faro, dove si era sviluppato per l’appunto l’incendio… 
Cosa dire… per fortuna che a limitare i danni sono intervenuti loro, quegli eroi chiamati “pompieri” che in questi giorni, a causa delle alte temperature che stanno alimentando ovunque incendi, non stanno trovando un momento di pausa…
Ora, nello scrivere questo post, sto ascoltando contemporaneamente il Tg su “Telecolor”, in particolare sto osservando quanto accaduto alla Playa…
Certo… ascoltare come alcuni dipendenti d’aver rischiato la propria vita per mettere in sicurezza l’impianto di rifornimento Agip nel quale operavano (adiacente quell’Ente fiera da tempo abbandonato…) o sentire quanto dichiarato ahimè da un’altro concittadino, che ha parlato della presenza sì… dei soccorritori… ma ahimè senz’acqua, fa venire una certa agitazione…
Ecco perché ritengo che da quanto sopra, la nostra Procura etnea debba approfondire in maniera accurata quanto accaduto nella giornata di ieri, ma soprattutto dovrà predisporre un controllo particolarmente dettagliato su tutte quelle strutture di balneazione, dalla messa in opera su quanto riportato in quei documenti obbligatori (previsti nel D.lvo. 81/08 e s.m.i.) e soprattutto verificare la predisposizione di tutte quelle attrezzature necessarie in materia di prevenzione, compresa la loro corretta manutenzione, in quanto quest’ultima assume un ruolo fondamentale, nella garanzia del mantenimento di quei requisiti nel tempo!!!
Altrimenti tutto resterà come sempre, e le nostre vite saranno affidate al fato…  
Perché si sa, appena passato questo periodo si procederà come al solito, già… con quel modo di procedere in maniera sterile e inefficace oppure per come riportato all’inizio, si prenderanno provvedimenti, soltanto quando ormai il danno è stato compiuto: “Quannu a Sant’Aita s’arrubanu… ci misuru i canceddi i ferru”!!!

Catania, bluff e sangue: il Potere del denaro, la Procura della Repubblica, la gestione della notizia

di “iena anti antimafiosa” Marco Benanti: https://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=8955
Appena ho letto l’articolo pubblicato su “Linkedin”, ho contattato immediatamente Marco, chiedendogli il permesso di pubblicare questo suo post, che ritengo sia fedele – in tutte le sue sfumature – a tutto quello che da sempre, riguarda la nostra città etnea: 
Scriveva Pippo Fava negli anni Settanta:“….Ecco dunque che il catanese corre per arrivare prima. Tutti corrono. Rapaci, violenti, disordinati, vocianti, ognuno per conto suo, inseguendo la vita che corre via veloce, e il catanese sempre appresso, mai distaccato d’un palmo, automobili, autobus, camion, biciclette, autotreni, moto, passanti, tutti a catafascio, da tutte le direzioni e per ogni dove, poiché il denaro è in ogni direzione. 
Il denaro è il padrone del mondo, con il denaro si può tutto nella vita: una bella casa, la macchina, la villeggiatura, il rispetto della gente, la salute con garanzia delle migliori cliniche, persino la grazia dell’onnipotente il quale viene invocato in modo perentorio con la mediazione di Sant’Agata che, essendo vergine, viene tenta in altissima considerazione: “Sant’Aituzza, vossia vede che gioco d’artificio ci ho sparato ieri sera dinnanzi al fercolo. Ruote luminose ed anche la cassa infernale. Sant’Aituzza…!Oh, Sant’Agheta…? Che fa non ci sente? Io ci avevo chiesto quella grazia…annunca niente gioco fuoco la prossima volta!”
L’amore per i soldi, la vocazione, la passione, la identificazione del potere con la massima ricchezza fa presumere che tutti abbiano la stessa passione e vocazione, il commerciante, l’industriale, il ciabattino, il medico chirurgo, l’impiegato e naturalmente l’uomo politico. Della voracità di questi ultimi i catanesi si sono fatti un paradigma, ma benevolente, quasi senza rancore, come i fatti della natura che accadono perchè è nell’ordine stesso della natura che accadano.
“Ohu…si mangianu li soddi!”
“Ca nsamai…c’eri tu a quel posto, che facevi?”….
Non esiste in tutta Europa una città così mistificatoria persino nei confronti delle statistiche economiche ufficiali. Catania risulta agli ultimi posti nella media del reddito individuale. E’ un imbroglio. Il denaro scorre da tutte le parti, passa nel vento, scompare, riappare, crediamo che siano pochissimi i catanesi a fare soltanto un lavoro. Centinaia di migliaia fanno gli impiegati, funzionari, professori, vigili urbani, dipendenti pubblici, maestri elementari, muratori, archivisti, e contemporaneamente sono negozianti, hanno una bancarella di ortofrutta, commerciano, suonano la tromba o il violino, curano un’industria di gelati, possiedono una radio libera, sono tassisti abusivi, fotografi, maghi, fabbricanti di mobili, elettricisti, meccanici, all’occorrenza scippatori, ladri, rapinatori, usurai, ricettatori, infermieri, ruffiani, magnacci, dattilografi…” (tratto da “I Siciliani” Cappelli editore, 1980).

Fava scrittore prima che giornalista coglieva l’anima più vera di una città fenicia: a distanza di quarant’anni le cronache di questi giorni raccontano ancora di questa anima. Già, perchè come spiegare, al di là del merito delle singole vicende giudiziarie, gli scandali e gli intrecci affaristici che vengono fuori da giorni dalle pagine d’accusa della Procura della Repubblica di Catania?

Che riguardi l’alto professionista, già direttore dell’Esattoria, o che coinvolga l’avvocato rampante che gira in Bentley incurante delle multe che gli piovevano per divieto di sosta, le inchieste della magistratura rimandano dritti dritti al senso più profondo di una città priva di cittadini, piena di abitanti (incuranti di quanto gli accade attorno, se non li tocca nel privato) e animata da una sola “religione”: i soldi. Una “religione” praticata con scrupolo, con ordine e disciplina quasi e che scandisce le 24 ore, durante le quali si può passare da un centro di potere ad un altro, da una “bandiera” ad un’altra, da una “scelta di vita” ad un’altra, senza battere ciglio. Ma non senza battere cassa. 
Perché per il catanese non esiste altro, e non c’entra nulla la crisi economica che pure esiste: esattamente come diceva Pippo Fava quarant’anni fa.
Una dimensione privatistica dell’esistenza, dove il rispetto si deve solo per tutto ciò che ha un valore (la “legge del valore” è l’essenza del capitalismo nella sua dinamica di fondo). O “si conta” o si è “niente”: un principio religioso appunto. Il resto è ipocrisia o meglio come diceva Antonio Schilirò (l’intellettuale del Comune di Catania, assassinato nell’anima dalla “Catania perbene e della legalità”, di cui in questi giorni è l’anniversario) “mentono tutti”.
E di menzogna in menzogna, di truffa in truffa, di doppiezza in doppiezza, le giornate di questa Catania dominata dalla Procura della Repubblica (divenuta “monopolista” dell’informazione, o meglio “editore di riferimento” della popolazione, mediante i “uffici stampa paralleli” nel sistema dei media) passano di scandalo in scandalo. In attesa, sempre, di verificare, al processo (al dibattimento si forma la prova, non in conferenza stampa davanti ai piemme) che le ipotesi d’accusa reggano. 
Ma per fare questo ci vorrà sempre qualcuno che qualcuno, magari con le pezze al culo, vada in udienza, magari finendo talora scaraventato fuori “perché il codice non prevede il pubblico”: per tutto il resto, sopratutto prima di tutto, ci sono le solite “imprendibili” manine che “tirano carte” solo da una parte dell’informazione. 
Come negli “anni d’oro” del “sistema Ciancio”, quando il segreto istruttorio vigeva a targhe alterne (per gli altri): esattamente come oggi, o meglio da un decennio. Si chiama “gestione della notizia”, è una forma del Potere reale, che a Catania ha rappresentato uno delle chiavi del sistema dominante per decenni, di cui ha fatto e fa parte integrante la Procura della Repubblica. “Gestione notizia” che significa prima di tutto tracciare un solco, a partire dall’esistenza di un fatto o anche solo della sua interpretazione, su una città disarmata perchè non abituata a non avere memoria di sé e da tempo priva o deprivata di un tessuto imprenditoriale autonomo.
Insomma, ma non è che dietro il “fumo accecante” della mediaticità si potrebbe nascondere un brillante finto cambiamento, insomma uno straordinario nulla di fatto?