E’ stato arrestato il direttore generale della società Sogei (società controllata al 100% dal ministero dell’Economia) in flagranza di reato dalla Guardia di Finanza.
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Non c'è indagine di mafia in cui non vi è dentro un pezzo di politica o di pubblica amministrazione!!!
E’ un vero schifo…
Già… la politica e la pubblica amministrazione rappresentano per questo Paese il più grave problema da risolvere, ma ahimè questa risoluzione non troverà con quei soggetto lì seduti, mai soluzione!!!
O meglio, qualcosa ci sarebbe realmente che potrebbe far mutare questo stato di cose, ma ahimè si dovrebbe adottare un cambiamento radicale!!!
Mi riferisco a quello adottato da alcuni Stati “autoritari” che attraverso provvedimenti disciplinari e soprattutto politiche di controllo, hanno riportato legalità dove ormai da tempo quest’ultima non esisteva, certo il tutto a danno della perdita di libertà e democrazia!!!
Ma d’altronde di quale democrazia parliamo, dove da quel Parlamento si fanno le leggi ad personam, difatti vorrei ricordare come proprio questo nostro Paese presenti ha evidenziato possedere un sistema illegale ben collaudato, posto in campo da quell’ex Presidente del Consiglio che ha fatto sì che una frode elettorale abbia con il tempo goduto di una certa legittimità, cui è seguita una vera e propria stagnazione che ha provocato di fatto l’immobilismo dei cittadini, ed infine l’aumento della corruzione onnipresente fino ai massimi livelli, ha messo in crisi la base morale!!!
Permettetemi di riprendere una frase che ho letto alcuni anni fa e diceva: Cos’è la corruzione? La corruzione è l’abuso di potere pubblico per ottenere un beneficio personale!
Comprenderete come questa spiegazione, seppur semplice e chiara, sembra escludere però la possibilità che esista una corruzione anche in un ambito privato, cosa certamente falsa se si considerano soprattutto i rapporti personali che molti politici hanno per l’appunto con taluni imprenditori (vedasi per ultime le inchieste liguri proprio di questi giorni…) e soprattutto ci si dimentica delle grandi imprese attualmente presenti nel nostro Paese, le quali certamente – in cambio di appalti – provvedono direttamente a foraggiare quel sistema politico, non solo finanziariamente, ma anche attraverso l’indottrimento delle preferenze, grazie al numero consistente di dipendenti addetti ai lavori…
Difatti, non per forza l’abuso di potere è collegato ad un beneficio personale, bensì potrebbe esserlo a quello di un determinato partito politico o a quello di conoscenti, amici e parenti, ed è proprio ciò che avviene costantemente in questo Paese, dove non esiste alcuna meritocrazia!!!
Parlare quindi di legalità, diritto, promozione della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, contrasto alla corruzione, etc., serve soltanto a prendere per il c… tutti noi!!!
Scriveva Jean-Jacques Rousseau verso la fine del 1700: “Una società trasparente, in cui nessuna condotta privata può essere tenuta al coperto dallo sguardo dei cittadini, è un meccanismo cruciale per evitare intrighi destabilizzanti“!!!
Peccato che nessuno in questo Paese abbia mai letto un rigo di quel filosofo, scrittore e pedagogista, già… non saremmo giunti alle attuali condizioni!!!
Chi la giustizia impedisce, di giustizia perisce!!!
Anticorruzione e trasparenza nei contratti pubblici…
Il lavoro si concentra sull’analisi della corruzione all’interno della Pubblica Amministrazione (P.A.) e dei tentativi legislativi per contrastarla, con l’obiettivo di promuovere trasparenza e migliorare l’efficienza delle attività pubbliche.
La corruzione viene intesa come qualsiasi comportamento che danneggia l’interesse pubblico, mettendo al primo posto un vantaggio personale a discapito del bene comune.
Questo fenomeno è di grande rilevanza poiché mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, favorisce pratiche ingiuste e aumenta le disuguaglianze sociali, in particolare tra le classi più svantaggiate.
In tale contesto, la disciplina anticorruzione svolge un ruolo cruciale nel garantire la trasparenza delle azioni della P.A. e nel consentire ai cittadini di monitorare l’operato degli enti pubblici.
È fondamentale che l’amministrazione sia percepita come “un’istituzione aperta”, in grado di fornire chiarezza e accesso alle informazioni, per evitare che l’opacità possa favorire il verificarsi di atti corruttivi.
La mancanza di trasparenza aumenta la probabilità che i funzionari pubblici possano essere coinvolti in comportamenti illeciti che non solo danneggiano l’economia, ma compromettano anche la qualità dei servizi pubblici, ostacolando lo sviluppo di politiche sociali orientate al benessere collettivo.
Inoltre, la corruzione ha un impatto negativo sull’efficienza economica, poiché porta alla selezione di progetti e investimenti in base a logiche corruttive anziché al merito o alla reale utilità sociale.
Ciò diminuisce la qualità delle risorse allocate, ostacolando lo sviluppo e la crescita, soprattutto nei settori che dovrebbero invece aiutare le classi più vulnerabili.
In questo scenario, l’adozione di politiche anticorruzione non si limita a una mera repressione dei comportamenti illegali, ma deve essere accompagnata da azioni che promuovano l’accesso alle informazioni, l’accountability e il controllo sociale.
Il concetto di “anticorruzione” si riferisce a tutte quelle attività, misure e strategie volte a contrastare i fenomeni di illegalità, agendo sulla prevenzione e sulla scoperta dei comportamenti illeciti che minano gli interessi collettivi.
Al contrario, la “trasparenza” riguarda la chiarezza e l’accessibilità dell’operato della P.A., consentendo ai cittadini di conoscere e valutare le decisioni e le azioni delle istituzioni pubbliche. Sebbene i due termini vengano spesso usati insieme, è importante comprendere che, pur essendo complementari, ciascuno ha un significato autonomo: la trasparenza è la condizione che consente l’anticorruzione, ma non tutte le misure di anticorruzione sono necessariamente trasparenti.
Il legislatore ha cercato di rafforzare la trasparenza attraverso normative che obbligano le amministrazioni a rendere pubblici i dati relativi alle loro attività, trasformando la P.A. in una “casa di vetro”.
L’obiettivo è ridurre al minimo il rischio di corruzione creando un sistema amministrativo dove l’opacità viene ridotta e ogni operazione è sottoposta a controllo.
La lotta alla corruzione, quindi, non si limita a sanzionare i reati, ma implica un cambiamento culturale che deve scardinare pratiche ormai radicate nel modus operandi quotidiano della P.A., promuovendo un nuovo modello basato sull’etica, la trasparenza e la responsabilità.
La festa dei corrotti…
I magistrati e la paura di spiegarsi…
Alcuni giorni fa ho letto un articolo su una rivista specializzata sulla giustizia scritto da Luigi Ferrarella che mi aveva particolarmente interessato e che qui brevemente riassumo…
È quasi una rivoluzione il cambio di mentalità della magistratura nell’approccio alla comunicazione come una parte – e un dovere – del proprio lavoro, e particolarmente azzeccata (tra le proposte concrete) appare l’idea di una “informazione provvisoria” che subito renda più comprensibili i dispositivi delle sentenze.
Ma il rifiuto della rilevanza penale quale unico parametro per la liceità di una cronaca giornalistica di fatti giudiziari, e l’identificazione nel giornalista dell’unico soggetto legittimato a operare a priori la valutazione di cosa si debba intendere per notizia di “interesse pubblico”, restano per un giornalista i punti non negoziabili che rischiano di entrare in tensione con il metodo “ufficio stampa”, suggerito agli uffici giudiziari dalle “linee guida Csm” nel momento in cui esse perdono l’occasione per aprire invece a un accesso diretto e trasparente del giornalista a tutti gli atti non più segreti posti man mano in evidenza alle parti.
Le “linee guida per l’organizzazione degli uffici giudiziari ai fini di una corretta comunicazione istituzionale” adottate dal plenum del Csm, si sono premurate di precisare che le auspicate prassi applicative tendenzialmente uniformi su tutto il territorio nazionale, con l’indicazione di ciò che gli uffici giudiziari possono e debbono (o non debbono) fare e, di conseguenza, ciò che gli organi di informazione, e più in generale i cittadini, possono attendersi da questa attività, riguardano ovviamente gli uffici giudiziari e non costituiscono in alcun modo prescrizioni rivolte ai giornalisti e ai giornali su che cosa sia lecito o anche solo opportuno pubblicare.
Non va peraltro trascurato che merita apprezzamento la sfida azzardata dal Csm, in quanto tenta di conciliare esigenze oggettivamente confliggenti (la presunzione di non colpevolezza, il diritto di informare e ricevere informazioni, il diritto ad un giusto processo, il diritto di difesa, l’efficacia e riservatezza delle indagini, il diritto alla vita privata, il principio di trasparenza nella pubblica amministrazione); contingenti interessi fisiologicamente agli antipodi (l’opinione pubblica vuole sapere fatti che noi non gli si possono dire nella fase delle indagini preliminari, come non vuole sapere fatti che gli si vuole dire quando invece a dirlo sono le sentenze…).
Sono certamente tempistiche incompatibili, tanto che proprio questa sfasatura di temi tra giustizia e suo racconto è tra le prime cause della disaffezione e dei pregiudizi dei cittadini…
Si comprendono da quanto sopra le opposte priorità nei rispettivi codici professionali, matrici dell’insofferenza dei magistrati per le brutali semplificazioni dei media, ma anche per la difficoltà oggettiva dei giornalisti nel dover tradurre in messaggi comprensibili al pubblico gli istituti e le parole di marcato contenuto tecnico degli operatori del diritto…
Finalmente a Catania è in corso una "rinnovata" lotta a frodi e criminalità organizzata!!!
Questi controlli anche se poco propagandati dai media (alcune di quelle inchieste giudiziarie sono ancora in corso…) sono state estremamente fondamentali per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia e nel tessuto finanziario/sociale di questa città, ma anche della sua provincia, in particolare dopo quanto occorso negli scorsi anni a causa della pandemia…
Difatti, sono tante le attività che a seguito del “Covid-19” hanno dovuto chiudere i propri battenti, sia per le sopraggiunte difficoltà economiche, ma non solo, anche per aver ceduto alle lusinghe di celati “finanziatori”, che si sono così impadroniti di quelle attività interessanti, tanto da averle incrementate finanziariamente, per quindi rilanciarle (attraverso il riciclaggio dei proventi illeciti) nell’economia legale!!!
Tra questi individui possiamo ritrovare quanti hanno già operato condotte fraudolente non solo a carattere nazionale, ma anche oltre i confini, difatti attraverso quelle strategie è stato possibile estendere quella loro opera di diffusione dei fenomeni di riciclaggio, attraverso la quale è stato possibile far inserire nel mercato dell’economia legale quelle loro società “illegali”, determinando di fatto un’illecita concorrenza nel settore degli appalti pubblici, nelle forniture e nei servizi!!!
Difatti, sono ormai rilevanti i casi già scoperti d’evasione fiscale internazionale principalmente riconducibili ad organizzazioni “occultate” nazionali che operavano attraverso la manipolazione dei prezzi di trasferimenti, la fittizia localizzazione in altre regioni o il trasferimento all’estero della residenza fiscale sia di persone fisiche che di quelle giuridiche, determinando così l’illecita detenzione di capitali oltre confine.
Le ultime inchieste giudiziarie (non ancora portate alla luce, ma vi assicuro che stanno per giungere all’arrivo…), evidenzieranno nomi “al di sopra di ogni sospetto“, nello specifico individui che fanno riferimento alla materia degli “appalti e delitti contro la Pubblica Amministrazione”, ambiti che come ben sappiamo rivestono grande importanza economica e finanziaria: prevedo difatti a breve l’incriminazione di alcuni dirigenti e funzionari di PA, ma non solo, con essi verranno indiziati anche alcuni responsabili in materia di contrattualistica pubblica, anticorruzione e trasparenza!!!
Già… saranno quest’ultime a rivestire il ruolo di “General Contractor” e ad esse (e soltanto ad esse…) verranno assegnati la maggior parte di quegli appalti milionari e miliardari, destinati da tempo alla nostra regione!!!
Quanto sopra verrà conseguito mettendo in atto procedure di gara pilotate, aggiungerei “blindate“, attraverso mirati “Protocolli di legalità” che escluderanno di fatto quelle nostre imprese in “odore di mafia”, giustificando le procedure poste in atto, con la necessità di garantire quel necessario contrasto alla criminalità organizzata in un settore, quello degli appalti pubblici, che ha dimostrato finora essere stato poco trasparente, con regole e metodologie fortemente condizionate da ambigui processi decisionali.
Cosa aggiungere… a quelle esigue imprese del nostro territorio rimaste ancora “legali” non resterà che raccogliere le briciole di quel piatto, concesse a loro dalle imprese del Nord, le stesse che procederanno comunque a tener “buoni” i siciliani, offrendo quelle abituali assunzioni nei loro staff (classico scambio politico/clientelare…) e concedendo qualche contratto di fornitura e/o di subappalto!!!
E così… vissero tutti, felici e contenti!!!
Ecco il Bando digitale!!!
Finalmente l’ANAC ha predisposto con inizio Anno un nuovo sistema operativo digitale per le gare d’appalto, una procedura telematica attraverso cui le stazioni appaltanti dovranno operare…
E’ la fine delle gare pubbliche e affidamento di servizi e di forniture da parte della Pubblica amministrazione attraverso documenti cartacei…
Non si tratta di fare un passo verso la digitalizzazione del sistema, ma non solo, questa tipologia di bando permetterà in maniera celere l’accesso a tutti, dalle piccole alle medie imprese, ma soprattutto garantirà una più ampia trasparenza degli atti pubblici e della pubblicità delle gare!!!
Comprenderete altresì come verranno a ridursi i tempi e soprattutto i costi per le Amministrazioni e la procedura telematica permetterà maggiore trasparenza nelle procedure di aggiudicazione grazie soprattutto alla tracciabilità delle operazioni compiute su sistemi digitali…
Cosa aggiungere, finalmente da quell’Autorità di vigilanza qualcuno ha finamente compreso che il prevenire sia meglio del curare, senza dover aspettare – per come finora accaduto – che i problemi venissero alla luce, dando il via a tutta una serie di azioni legali che hanno condotto negli anni, a cause legali, controversie, rinvii, ma soprattutto ad un aumento dei costi e un cattivis ervizio per gli utenti…
Bisogna fermare la prescrizione in quanto non fa altro che salvare i corrotti ed i mafiosi!!!”
Anche il ministro Giulia Bongiorno ha dichiarato: “Bonafede gioca a fare il giacobino e dimostra la stessa incapacità politica della Grillo al ministero della Sanità. Premetto che io non ce l’ho con il Movimento e sono a favore del contratto di governo, infatti l’ho letto e non c’è scritto da nessuna parte di abolire la prescrizione. Ma poi scusate, nel contratto di governo ci sono scritte tante cose di cui finora non c’è traccia, come i minibot per opporci ai diktat dell’Ue. La riforma della prescrizione è un’urgenza e i minibot no?
E’ tempo comunque che i processi giungano a conclusione in tempi celeri e non per come ancora oggi avviene, e cioè assistendo a processi infiniti…
Il sottoscritto si trova comunque concorde con quanto espresso dal giudice Di Matteo e cioè : “In Italia c’è la sostanziale impunità di molti reati che riguardano la pubblica amministrazione e la corruzione. La stragrande maggioranza di questi processi si conclude con la dichiarazione di intervenuta prescrizione. Questo è molto grave. Perché il fenomeno corruttivo s’intreccia con i reati delle organizzazioni criminali e dunque finisce per favorire le mafie”.
E quindi se pur molti magistrati hanno cambiato opinione, una cosa è certa, è importante compiere quella necessaria trasformazione, anche perché nel frattempo, “sì mortificano le attese dei cittadini che si aspettano che la pubblica amministrazione sia condotta secondo i criteri stabiliti dalla Costituzione, cioè il buon andamento e l’imparzialità. Questa impunità crea una giustizia a due velocità, efficace e a volte addirittura spietata con i deboli, invece con armi completamente spuntate nei confronti dei delitti dei colletti bianchi”!!!
Ma quanti sono gli imprenditori in Sicilia, che potranno esercitare dopo l'approvazione del Ddl "anticorruzione"???
Loro ovviamente continueranno ad essere presenti, in modo celato e come “pupari” muoveranno le fila di quelle loro attività, affinché tutto prosegua in maniera eguale come prima…
E’ stata prevista inoltre la possibilità del “ravvedimento” e cioè la volontà di denunciare (entro sei mesi) i reati commessi ed ottenere così facendo, uno sconto sull’eventuale pena prevista…
Vorrei aggiungere che era tempo che si pensasse di ripulire questo nostro paese dalla corruzione e da quel malaffare generalizzato, come peraltro è ancor più necessario, contrastare in tutti i modi quella presente criminalità organizzata, che ha dimostrato in questo mezzo secolo, di possedere tentacoli ovunque, anche all’interno di quegli uffici istituzionali…Ma quanti sono gli imprenditori in Sicilia, che potranno esercitare dopo l'approvazione del Ddl "anticorruzione"???
Loro ovviamente continueranno ad essere presenti, in modo celato e come “pupari” muoveranno le fila di quelle loro attività, affinché tutto prosegua in maniera eguale come prima…
E’ stata prevista inoltre la possibilità del “ravvedimento” e cioè la volontà di denunciare (entro sei mesi) i reati commessi ed ottenere così facendo, uno sconto sull’eventuale pena prevista…
Vorrei aggiungere che era tempo che si pensasse di ripulire questo nostro paese dalla corruzione e da quel malaffare generalizzato, come peraltro è ancor più necessario, contrastare in tutti i modi quella presente criminalità organizzata, che ha dimostrato in questo mezzo secolo, di possedere tentacoli ovunque, anche all’interno di quegli uffici istituzionali…Perché la "Cosa pubblica"… è soprattutto "Cosa nostra"!!!
D’altronde la stessa figura del suo nuovo capo, Matteo Messina Denaro, si sa… non è stata mai “ufficializzata”!!!
E’ il motivo per cui a guidare ancora quei clan ci sono spesso esponenti storici di quelle cosche, che finita di scontare la pena tornano alle loro vecchie attività, reiterando in tal modo la capacità criminale propria e dell’organizzazione. Con un paese di raccomandati che ha premiato sempre chi non era meritevole, dove si sperava di andare???
Alessandra Rauti, redattore del Gr, figlia di Pino, segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore.



















