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Interessa davvero sconfiggere la mafia o si preferisce convivere con essa???

Il problema da analizzare non è più rappresentato dall’interesse o meno di sconfiggere la mafia, in quanto, se si osserva quanto avviene sotto il profilo legislativo, giudiziario, politico, culturale e sociale, si comprende come ci sia una sorta di sorta di rassegnazione generale, chissà quasi condiscendete, per non voler dire arrendevole!!!
Dopotutto il periodo delle stragi è un passato lontano e dei suoi ex boss non se ne parla più (sappiamo come Provenzano se ne sia andato nel totale silenzio e a breve, sicuramente vista l’età, lo seguirà il suo ex socio d’affari)…
Sembra difatti, che non interessi più a nessuno, riprendere quelle lotte a suo tempo compiute dopo le morti dei due giudici (Falcone e Borsellino), delle loro scorte e di tutte quelle vittime innocenti… 
Sembrano essersi messi tutti… d’accordo, come se non bisognasse alzare la tensione…
Anche le indagini sono eseguiti nel profondo silenzio mediatico, il clamore delle notizie non deve essere molto assordante…
Si guardi cosa è avvenuto dopo l’aggressione al Presidente Antoci (Ente Parco dei Nebrodi), non se ne parla più e dire che coloro che hanno compiuto l’attentato, sono a quanto ne so… liberi dal circolare…
Ora, se percorrete le nostre strade, si ha la sensazione (o meglio questo è quanto il sottoscritto avverte…) che il territorio non sia (propriamente) sotto controllo, anzi tutt’altro…
Sarà che, per esperienza personale, posso permettermi di fare un confronto con altri paesi nei quali ho vissuto per anni… 
Parlo della Germania o della Francia, ed ancora, dove la presenza militare e la forza pubblica era di per se quasi soffocante, come per esempio l’Ungheria o l’Ucraina…  
Ma non c’è bisogno di andare così lontano, basta recarsi a Verbania, Bolzano o Sanremo e vi assicuro che lì… sentirete quella presenza dello Stato continuamente ( a tutte le ore del giorno o della notte…) con le forze dell’ordine sempre in vista… ma qui di contro, dov’è quella presenza??? 

Non so se debbo pensare che forse sono in molti a non volere quella presenza tra i piedi… oppure che, gli ordini dall’alto trasmessi ai nostri militari, obbligano quest’ultimi a rimanere all’interno di quelle caserme, invece di pattugliare o realizzare ovunque posti di blocco, in particolare in quei quartieri a luce “rossa” (colore… che ovviamente non ha nulla a che fare con la “red zone” di Amsterdam)!!!

Cosa c’è forse… una pax territoriale???

Si permette alla mafia di continuare a fare i propri affari “illegali” e di contro essa, non alza il tiro contro le istituzioni e i suoi uomini…???
Ecco quindi che tutto resta com’è… i commercianti pagano il pizzo, le imprese si assoggettano al racket estorsivo, i politici per paura di possibili intimidazioni (ma soprattutto per non perdere quei voti) non ne parlano, gli amministratori e i funzionari preferiscono conviverci (dopotutto si fanno interessanti affari percependo belle mazzette)…
Ed ancora, molti cosiddetti “imprenditori” sottostanno alle condizioni loro dettate, le quali d’altronde permettono di crescere economicamente, attraverso gli appalti ricevuti… e chi dovrebbe fare quelle lotte, perlomeno morali, si ferma come sempre, un attimo prima …

Restano le procure… le uniche che non hanno paura d’affrontare lo scontro (certo qualcuno aggiungerebbe che quanto da loro svolto, sia di loro competenza… anche perché se mancassero loro, sarebbe la fine…) e qualche folle isolato che crede ancora, in quei sani principi della giustizia e non ha paura di niente e nessuno… neppure di dover morire!!!

Gli altri… parlo dei miei conterranei, quelli non pensano minimamente a cambiare le loro abitudini “omertose”, oltretutto, pensano che sia corretto non vestire i panni dello sbirro, quello non è compito loro… come si dice nell’ambiente: “sono loro quelli pagati per farlo, che ci pensino quindi a far rispettare la legge… noi cosa c’entriamo???“.

In quell’isolamento finiscono anche le associazioni per la lotta alla criminalità, che vengono additate a veri e propri “circoli” antimafia di facciata… a cui piace propagandare molto, ma nei fatti, si fa concretamente poco o nulla!!!

Il sottoscritto di contro, ritiene che solo e soltanto con l’unione di queste forze morali e sociali, si potrà giungere a stravolgere quella sotto-cultura, tanto presente nella nostra terra… 

Serve però allontanare gli egoismi di ciascuna associazione, per riunire ciascuna di quelle forze intellettuali, morali e culturali, affinché si possa giungere alla vittoria contro quel mondo criminale e corruttivo…
Non si può più avere una visione manichea della lotta alla mafia… perché questa lotta non va soltanto predicata, ma praticata!!!
Bisogna tranciare di netto questa attuale struttura politico/mafiosa/clientelare, che di fatto, collude con la mafia e con il suo sistema affaristico…

Si ha bisogno di gente onesta e non di quelli che oggi, si presentano sui palchi (o con qualche “santino” elettorale), per chiederci il voto!!!

C’è bisogno di buoni politici che vogliono realizzare una sana politica e che dimostrano con i fatti (e non soltanto con le parole…) di combatterla quell’organizzazione criminale, senza sperare di contraccambiare sottobanco, quei voti (da essa) offerti…
Vanno affermati in ogni sede, quei principi necessari di legalità, che permettano sviluppo economico e sociale, tanto indispensabile per la sopravvivenza di questa regione!!! 

La mafia si batte con l’onestà e soprattutto, non vorrei ripetermi con parole altrui: con  la matita, dentro la cabina elettorale!!!

Perché fintanto, esisterà un qualsiasi collegamento tra organizzazione criminale, politica, istituzioni, consenso sociale e corruzione, la mafia, con quella propria capacità “camaleontica” di mutare e adattarsi, continuerà (come finora ha fatto…) a sopravvivere!!!

Si chiamano… "Vittime della mafia"!!!

Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!

Si chiamano… "Vittime della mafia"!!!

Se cercate su Wikipedia la voce “Vittime della mafia” vi è riportato: “questa categoria raggruppa biografie di persone vittime della mafia e di organizzazioni simili – La categoria non include i mafiosi (o simili) uccisi da organizzazioni criminali”!!!
Questo secondo passaggio è interessante… perché esclude di fatto, coloro che facenti parte di quel sistema, hanno collaborato o svolto interessi, per nome di cosa nostra…
Per cui, a parte le considerazioni morali, ciò che bisogna comprendere è in quali modi, quei soggetti si pongono nelle condizioni di dare all’organizzazione criminale… quanto loro richiesto…
Decidere quindi di sottomettersi ad una estorsione, non può essere accettato, neanche nei casi in cui si viene costretti con la forza, attraverso quelle ben note azioni coercitive, realizzate  dai solito “affiliati” che richiedono,  per nome e conto di quella associazione criminale, il pagamento di somme mensili o ancor peggio, una percentuale sugli utili d’impresa realizzati, in cambio di quella  cosiddetta “protezione”…
Ovviamente sono di contro esclusi, coloro che, decidono spontaneamente (sicuramente per un proprio tornaconto), di schierarsi volontariamente a quel sistema mafioso, predisponendosi a concedere,  quella propria intera struttura logistica!
Sono certo che avrete compreso come, i due casi sopra riportati, sono emblematicamente diversi: da un lato c’è chi subisce incondizionatamente (per paura di ritorsioni) e dall’altro c’è chi, con quella associazione, criminale, si presta ad andare a braccetto…
Ed allora, diventa fondamentale comprendere… chi sia stato la vittima della mafia e chi NO!!!
In relazione a quanto sopra detto, c’è da considerare che, molti di quegli imprenditori, giustificano il sostegno dato a quel sistema mafioso, come fosse una discolpa a causa della crisi in corso e soprattutto, motivano quelle loro scelte, per aver provato a salvare la propria impresa, i dipendenti e tanti anni di sacrificio…  
D’altronde, se chiedete ai siciliani cosa pensano realmente della mafia, risponderanno che “non è cosa buona” ma che almeno negli anni passati con essa “si mangiava”, mentre ora con questo Stato, “si muore di fame”…
Sappiamo tutti come la crisi genera disoccupazione e la disoccupazione genera disperazione!!!
È su questo punto che la mafia trova terreno fertile…  al punto che oggi, sei cittadini disoccupati su dieci, sarebbero disposti ad accettare un posto di lavoro in un’attività che possa essere gestita da cosiddetti “mafiosi”…
Non dimentichiamoci che molti miei conterranei, sono di loro ben disponibili – se non predisposti – al compromesso o di sicuro, ad accettare incondizionatamente quanto loro dettato… e difatti… l’associazione mafiosa, può contare su un numero enorme di questi soggetti disposti a qualunque cosa, pur di garantirsi un posto di lavoro… 
Quest’ultimi unfatti,  dimostrano d’essere disposti a partecipare con quegli imprenditori, mettendo in pratica tutte quelle truffe necessarie, affinché si possano realizzare ingenti profitti e soprattutto si creino quelle condizioni necessarie, per realizzare fondi a nero, da destinare successivamente a quell’associazione criminale o a quei politici corrotti, con cui di fatto sono in affari, in quanto, facenti parte di quel sistema corruttivo…
Per cui, alla luce di quanto sopra, dove dovremmo inserire questo gruppo “sacrificale”, costituito da quei poveri dipendenti???
Erano obbligati a fare quanto gli si era chiesto oppure si sono resi complico e quindi collusi… con i propri datori di lavoro???
Come si fa quindi a inserire in quel gruppo “vittime della mafia” costoro…???
Dopotutto qualcuno potrebbe obbiettare che essi stessi abbiano di fatto voluto partecipare a quelle collusioni… e come si fa a dirlo…
Ma poi… cosa vi hanno guadagnato…???
Hanno salvaguardato rispetto ad altri il proprio posto di lavoro??? 
hanno ricevuto del denaro sottobanco??? 
Hanno goduto di assunzioni per i propri famigliari o forse speravano di godere su un migliote prestigio personale???
Vedete… è facile dire “vittime della mafia”, soprattutto quando poco si conosce di quel sistema…
 Si discute… tanto per parlare.
C’è chi parla per quanto vede in quegli sceneggiati in Tv o per la cronaca su un telegiornale ascoltato, per una notizia letta sul web… e via discorrendo, tutti ormai si fanno divulgatori di quel pensiero criminale, di quelle metodologie applicate senza averci mai convissuto, ma soprattutto, senza aver mai dato segni di essere contrari, per esempio denunciato… 
Eppure sono lì a mettersi in alto su quel soppalco, quasi fossero ambasciatori di quel sistema, che ora vorrebbero, con i loro ragionamenti dotti… scagionare!!!
Ed allora mi chiedevo… come chiamiamo coloro che hanno deciso di non essere partecipativi con quel sistema collusivo???
Che si sono differenziati, non partecipando in alcun modo a quelle azioni corruttive???
Che non hanno mai ricercato per se o per i propri cari, alcun vantaggio personale???
Che hanno cercato in tutti i modi, di non affidarsi a quel sistema clientelare politico e mafioso???
Che a differenza di molti, hanno avuto il coraggio di denunciare, di fare il proprio dovere, di sacrificare la propria vita, che non hanno mai accettato di piegarsi a quelle coercizioni o a quelle operative richieste, sì, come possiamo definire questi soggetti… ovverosia, non dovrebbero essere soltanto loro (non solo per lo Stato ma soprattutto per  l’opinione pubblica) gli unici… a potersi definire “VITTIME DELLA MAFIA“???
Ed allora per favore, per quanti – con le proprie azioni – non vi hanno mai fatto parte: chiamateli con un altro nome!!!

Io sono soltanto uno. Ma comunque sono uno…. Non posso fare tutto, ma comunque posso fare qualcosa, e il fatto che non posso fare tutto non mi fermerà dal fare quel poco che posso fare!!!

E’ ormai certo, che tutti coloro che tentano di promuovere principi di legalità, subiscono dal sistema in cui sono immersi e circondati, un forte isolamento. 
Possiamo paragonare l’attuale sistema, ad alcuni territori del “Far West”, dove,  completamente isolati, venivano costruiti dei fortini per contrastare gli attacchi di quei nativi “pellerossa” e qui oggi da noi… la situazione è totalmente analoga.
Da un lato vi è l’esigenza di contrastare i continui attacchi provocati da chi fa parte del sistema collusivo e corruttivo, da coloro che operano radicati con la malavita organizzata, da quanti si sottomettono a quei soggetti politico/mafiosi e di contro c’è chi, contrasta ogni giorno quel mondo corrotto e combatte contro quell’isolamento, nel quale lo si vorrebbe collocare…
Si tratta quindi d’ostacolare quell’area “grigia”, composta da una serie di professionisti e non, che sono in diretto collegamento con soggetti “affiliati”, ai quali permettono, di continuare a gestire i loro affari in modo illegale… 
Certo per quel povero soldato, chiuso in quel fortino, armato del proprio coraggio e di quell’unico fucile posseduto, diventa difficile poter far valere la propria forza, soprattutto perché se non lo si può eliminare, lo si costringe a vivere rinchiuso… isolato!!!
Ma quel soldato possiede una forza interiore tenace… perché crede in ciò che fa e soprattutto con impegno è riuscito a costruirsi una ulteriore base, totalmente distaccata da quelle “radici” e su di essa, ha posato i nuovi principi di legalità…
Per far ciò… ha bisogno d’aiuto, di modificare le coscienze di quei compagni di viaggio…
Deve incontrare altri soggetti disposti al cambiamento, entrare nel vivo della città, confrontarsi con le associazioni di legalità, presentare le proprie idee e fare proprie le loro…
Perché in questa lotta c’è bisogno di tutti, certo non è facile intuire come queste persone siano; a volte ci si lascia guidare dall’istinto, ma non è detto che l’istinto ci guidi sempre bene… anzi il più delle volte, ci si accorge che quelle persone scelte… erano sbagliate!!!
Anche i media devono fare qualcosa (è esclusa ovviamente quella particolare stampa che finora non ha rappresentato la realtà in modo obiettivo…), in particolare sono i giornalisti perbene (e non corruttibili…) che devono far sentire la propria voce, perché rappresentano per quella lotta una grande risorsa… 
Che ci sia ancora una parte buona, non vi è alcun dubbio… ma purtroppo la parte marcia rappresenta la stra-maggioranza, è dappertutto e soprattutto ha coinvolto tutti i settori!!!
Certo il quadro a cui assistiamo quotidianamente è desolante… in particolare è avvilente la politica, i suoi interlocutori, quei dirigenti delle PA che, invece di porsi da filtro rispetto alle illegalità, spingono affinché quest’ultime si possano coronare…
L’obiettivo fondamentale, è quello di far comprendere a tutti come sia possibile uscire dal quel sistema clientelare, da quell’ossequioso atteggiamento codardo, da quei comportamenti omertosi con cui si è finora convissuti, predisponendo se stessi a non consentire più quelle connivenze e demolendo, giorno per giorno, quel potere tentacolare, che ha consentito alla criminalità non solo d’innalzarsi sempre più, ma di mantenere quel radicamento sul territorio e d’utilizzare quella forza coercitiva per intimorire le persone…
D’altronde, chiedere ai cittadini siciliani di denunciare è oggi quantomeno difficile… il perché, sicuramente è da ricercare in quella mancata fiducia che in molti hanno nei confronti dello Stato, delle istituzioni, ma soprattutto dei suoi rappresentanti…
In molti, abbiamo potuto costatare direttamente, come ci siano state, in questi ultimi anni, persone che hanno operato al limite della legalità o addirittura nell’illegalità… ed erano persone che di fatto e aggiungerei di diritto, appartenevano a quelle Istituzioni!!!
E’ chiaro a tutti che, chi deve fare una denuncia, vuole principalmente che il suo interlocutore sia una persona “limpida”, che non faccia trapelare niente e che si muova esclusivamente per garantire chi denuncia e non certo per andargli, per come poi avviene… contro!!! 
Restare fuori dai compromessi, da quei legami associativi, da quel sistema clientelare e servile è certamente difficile… ma riuscire nel proprio piccolo a fare ciò, rende sicuramente fieri di poter continuare a vivere in maniera dignitosa… questa propria vita!!!  
Nella vita ci sono due generi di persone: i cattivi e i buoni; i secondi nascono per dare esempio.
Rocco Chinnici

Change.org: l'anticorruzione sulle autostrade

Ho appena letto una petizione trasmessa al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, da circa 5000 sostenitori di Change.org!

La vicenda riguardante casualmente il ponte di cui ho già scritto in questi giorni e cioè quello sulla Palermo-Agrigento:
Scrive da Roma, Gennaro Ciliberto: inaugurato a Natale e crollato a Capodanno, ha dimostrato purtroppo per l’ennesima volta quanto sia scarso l’effettivo controllo nelle verifiche dei lavori eseguiti e nei collaudi.
Lo denunciavo già nel 2011, ero dirigente di un’azienda che ha costruito la maggior parte delle uscite autostradali e non esitai a denunciare anomalie costruttive in particolare nell’opera della Passerella Ciclo-pedonale della SS 36 nel Comune di Cinisello Balsamo (Milano), un appalto ANAS poi subappaltato ad Impregilo Spa e poi ceduto alla ditta Romana Carpenfer Roma Srl, facente capo al pregiudicato Vuolo Mario, oggi a processo e agli arresti per una presunta bancarotta fraudolenta.
Oggi come nel 2011 vorrei denunciare un “modus operandi” che fa venire i brividi: molte delle opere eseguite non vengono collaudate prima dell’apertura al pubblico ma solo dopo molti mesi o addirittura anni e infine, in alcuni casi, mai. 
Allo stesso modo nessuno controlla di persona le certificazioni dei materiali usati e le attestazioni SOA: un vero e proprio buco nella macchina dei controlli ANAS distratta dai tanti subappalti.
Chiedo una commissione nazionale per i collaudi sulle opere pubbliche facente capo direttamente all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.
Change.org: 85.366.634 persone in azione… Firma le petizioni; tante vittorie, giorno dopo giorno!