Archivi tag: penitenziario

Quando la fede si intreccia con il crimine: una storia di ’ndrangheta e contraddizioni…

In una recente operazione della Procura di Brescia, emerge uno scenario che sembra uscito da un romanzo noir…

Già… una suora, figura simbolo di pace e dedizione, posta al servizio della criminalità organizzata: sì… quella calabrese, la nota ’ndrangheta…
Cosa dire, due vite agli antipodi unite dallo stesso sistema, perché da un lato, vi era un temuto elemento di spicco della ’ndrangheta lombarda, dall’altro, una suora, che secondo le indagini avrebbe messo le sue mansioni carcerarie al servizio del sodalizio criminale. 
Infatti, in una conversazione intercettata, un affiliato si riferisce a lei con parole inquietanti: «È una dei nostri. Se ti serve qualcosa dentro, chiedi a lei». 
La religiosa difatti sarebbe stata un importante tramite tra i membri del clan detenuti e quelli operativi fuori dal carcere, dimostrando come la rete mafiosa sappia insinuarsi anche in quelle fenditure insospettabili.
L’indagine ha ora portato all’arresto di ben 25 persone, tutte accusate di reati che vanno dal traffico di droga e armi all’usura, fino al riciclaggio e alle estorsioni. 
Tra i nomi eccellenti figurano anche ex consiglieri comunali, accusati di aver negoziato appalti pubblici in cambio di supporto elettorale, confermando ancora una volta il connubio – purtroppo frequente – tra politica e criminalità organizzata.
Cosa aggiungere… una pagina nera nella lotta alla criminalità, uno specchio delle contraddizioni umane e sociali. 
Una dimostrazione di come il crimine sappia corrompere e sfruttare ogni spazio, persino quelli dedicati alla fede e alla redenzione.
Viene spontaneo chiedervi cosa ne pensate? Come è possibile che realtà così distanti si intreccino in modo tanto inquietante? Se volete inviare la vostra risposta, sarò ben lieto di condividerla.

Emergenza carceri: la società civile non puo più restare a guardare!!!

La questione dei penitenziari in Italia rappresenta un grave problema….

Da anni ci troviamo di fronte a strutture fatiscenti, obsolete e inadeguate a garantire la sicurezza e il recupero dei detenuti. 

È naturale chiedersi per quanto tempo ancora possiamo ignorare questa emergenza, ma soprattutto è fondamentale riflettere su che tipo di pena vogliamo infliggere a chi ha violato le norme della civile convivenza, riconoscendo che il carcere dovrebbe mirare al recupero e non solo alla punizione.

È essenziale differenziare i detenuti in base al reato commesso: non si possono mescolare individui che hanno commesso crimini gravi con coloro che hanno violato norme amministrative. 

Egualmente, va posta attenzione ai minori, che in carcere si ritrovano a contatto con affiliati di organizzazioni criminali, i quali spesso li attraggono in un percorso di affiliazione piramidale, con promesse allettanti in stile “Gomorra.”

L’emergenza delle carceri richiede una riflessione collettiva, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, per affrontare seriamente i problemi di sovraffollamento, inadeguatezza delle strutture e gestione eterogenea dei detenuti. 

Questi fattori aumentano i rischi per i più vulnerabili e per il personale carcerario, aggravando una situazione già critica. Un piano di ristrutturazione o, meglio ancora, la costruzione di nuovi istituti potrebbe portare benefici significativi.

L’introduzione di penitenziari differenziati per categoria di reato – tra reati penali e amministrativi – aiuterebbe a limitare le influenze negative sui detenuti non abituali, promuovendo percorsi di recupero mirati. 

Per i giovani detenuti, la situazione è ancora più delicata: il rischio di affiliazione criminale è elevato in mancanza di un ambiente protettivo e di programmi di reinserimento sociale. Separare i minori e offrire loro percorsi educativi e riabilitativi è indispensabile per aiutarli davvero.

È chiaro come il ruolo delle istituzioni sia centrale: serve una vera riforma del sistema penitenziario che coinvolga tribunali di sorveglianza, avvocati, operatori sociali, associazioni e la società civile. 

Solo attraverso un impegno condiviso si potrà creare un sistema più giusto ed efficace.

Scriveva Dostoevskij: Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni!!!

La riforma Nordio??? Sarà una pacchia per i raccomandati!!!

Per il procuratore di Napoli l’abolizione dell’abuso d’ufficio non aiuta la giustizia e soprattutto le persone oneste. 
Già… con la separazione delle carriere “il pm non ragionerà più da giudice ma da poliziotto”!!! 

Ed allora a chi farà comodo la riforma Nordio che abolisce l’abuso d’ufficio?

È la domanda che il quotidiano “La Repubblica” ha posto al procuratore di Napoli Nicola Gratteri…

La risposta del magistrato è secca e senza fronzoli: «Sicuramente non alla giustizia, al buon andamento degli uffici e soprattutto alle persone oneste. Essa crea un ingiustificato vuoto normativo su aspetti che non sono coperti da altre fattispecie di reato, legalizzando, in maniera priva di ogni senso, delle prassi assolutamente illecite».

All’atto pratico, dice Gratteri, la riforma «farà gioco ai raccomandati che, grazie all’amico membro di commissione di concorso, vincono un posto di lavoro; farà gioco a coloro i quali possono beneficiare di un permesso di costruire in zona vincolata emesso da un loro congiunto; farà gioco a tutte quelle ditte e imprese che si aggiudicano appalti senza gara, perché non è possibile applicare i delitti di turbata libertà degli incanti e di scelta del contraente; farà gioco ai pubblici ufficiali che con condotte vessatorie cagionino danni a comuni cittadini. E non mi si venga a dire che c’era la paura della firma. L’ultima versione era così restrittiva che risultava impossibile perseguire penalmente il pubblico ufficiale che faceva un errore in buona fede».

Si continua a denunciare ma sarà difficile dare risposte!!!

“Sic stantibus rebus” (una locuzione latina traducibile con “stando così le cose”) in soldoni a rimetterci sarà l’esigenza di giustizia di tutti i cittadini che, volendo denunciare, si troveranno davanti all’incognita se ne varrà la pena o meno… 

Il magistrato assicura che «ad oggi le denunce di cittadini vessati o che assistono a scempi ci sono» ma «chiaramente sarà difficile dare una risposta a queste esigenze di giustizia».

Separazione delle carriere: «Il pm non ragionerà più da giudice ma da poliziotto»

Critico anche il giudizio sulla separazione delle carriere. Un concetto più volte espresso dal procuratore: anche qui si produce un danno alla collettività poiché «il pm perdendo la cultura della giurisdizione e non ragionando più da giudice, non avrà più un approccio oggettivo ai casi da trattare, ma si comporterà ragionando da poliziotto. Con questo non voglio dire che il ragionamento del poliziotto sia sbagliato; ma ci vuole qualcuno che conduca con oggettività il lavoro delle forze dell’ordine, nella fase delle indagini».

Non solo, il pericolo è anche un altro, «un danno all’assetto istituzionale dell’Ordinamento, perché sarà l’anticamera della sottoposizione del pm all’esecutivo, creando un serio pregiudizio al principio di separazione dei poteri».

Le falle nel sistema penitenziario

Per combattere la criminalità questo non è il sistema migliore, un sistema processuale che il magistrato di Gerace definisce «lento e farraginoso»

Arrivare a sentenza sarà molto più faticoso e, in un periodo “caldo” come questo (con continui suicidi e proteste) per il sistema carceri, non poteva mancare una considerazione sulle voragini normative e logistiche di un sistema penitenziario che «non consente la rieducazione di chi dimostra effettivamente di voler intraprendere questo percorso, che non tratta in maniera adeguata i tossicodipendenti e che non garantisce certezza della pena per gli altri detenuti. Sotto questo ultimo aspetto, in alcune carceri comandando i detenuti pericolosi, circolano i telefonini e quindi non si assicura il distacco effettivo tra costoro e l’ambiente esterno».

Leggendo quando sopra mi chiedo: ma lo Stato c’è o ci fa??? Ma quel ministro è posto lì affinchè la giustizia funzioni oppure si sta tentando di incitare i cittadini a fare in modo che sia un sistema a modello “Far West” a primeggiare e cioè che ciascuno – quando occorre – si faccia giustizia da se???

Caro ministro, forse è tempo che si consulti direttamente con chi ogni giorno cerca di farla realmente la giustizia in questo corrotto Paese, senza doversi sottomettere (per propri interessi personali) a quegli stessi referenti istituzionali che li hanno appositamente posti in quel ministero, tra l’altro ricordo parliamo di segretari di quei partiti di governo, che tentano di sostituirsi a quell’apparato chiamato magistratura che dovrebbe far valere quelle regole di diritto per il mantenimento ed il rispetto di ciò che dovrebbe essere considerata – a tutti gli effetti – la nostra cosiddetta “giustizia”!!!     

Il boss prepara la fuga…

L’evasione dal carcere è riuscita prima dell’alba!!!

Erano le tre e quaranta quando una dozzina di uomini travestiti da poliziotti e carabinieri, armati di fucili e pistole, si sono presentati in carcere motivando che vi fosse il grave rischio di una fuga e che quel detenuto così importante, andasse immediatamente trasferito verso una località più sicura…  

Il commando si è così infiltrato nel penitenziario e dopo essersi fatti indicare la cella dov’era rinchiuso il boss, l’hanno prelevato senza dover immobilizzare le guardie carcerarie, le quali hanno creduto che si stesse trattando di un’operazione autorizzata… 

E così, senza colpo ferire, sono usciti dal carcere e giunti in adiacenza dell’autostrada hanno abbandonato e dato a fuoco quel furgone cellulare – ad uso solitamente della Polizia Penitenziaria per il trasporto dei detenuti – e incendiando unitamente un altro autocarro posto dai rapitori nella corsia autostradale opposta. 


A bordo quindi di alcuni Suv di grossa cilindrata si sono dileguati ed hanno così fatto perdere le loro tracce.

Immediatamente appena compreso quanto accaduto, sono stati istituiti posti di blocco e controlli in tutte le uscite autostradali e nel contempo è stata rafforzata la vigilanza ai confini, nell’ipotesi che il boss provasse a scappare all’estero in auto o attraverso un fuoribordo.

Certo, nessuno si sarebbe mai immaginato un blitz come quelli che si vedono abitualmente nei film, anche se parliamo di un personaggio importante, al centro come sappiamo di numerosi fatti criminali e quindi se pur erano state prese misure stringenti di sicurezza, mai e poi mai, si sarebbe potuta prevedere un’azione così intrepida… 

Ora a fatti compiuti si stanno cercando le falle del sistema posto a protezione, ma non solo, si cercano eventuali complici che hanno partecipato o chi ha permesso che ciò potesse accadere, ed ancora, chi ha dato a quei falsi militari i necessari documenti e le autorizzazione per quel improvvisato trasferimento…

Anche la procura ha disposto un’immediata inchiesta per accertare eventuali responsabilità, certo non sarà semplice giungere ad una celere soluzione e ancor meno trovare quella banda criminale che ha compiuto l’evasione…

Il sottoscritto appresa la notizia è rimasto basito, tanto da aver pensato che era il momento di recarmi immediatamente in quei luoghi e dare il mio personale contributo, anche se nello stesso momento in cui stessi pensando ciò, mi sono detto: scusa Nicola, ma cosa cazz… centri tu con tutta questa storia?

E difatti, ecco aprire gli occhi e comprendere che stavo sognando, ma appena destato e passati pochi minuti, un pensiero bizzarro e una forte angoscia mi ha assalito: non è che forse quell’organizzazione criminale o anche parte di quello stato deviato che finora l’ha protetto, stia realmente preparando la fuga di quel boss prima che possa iniziare a parlare coi magistrati???   

Spero comunque che questo pensiero – osservando ahimè quanto accade ogni giorno in questo paese – resti soltanto un sogno!!!

Corruzione in Tribunale: già… erano posti lì per spartirsi il denaro pubblico!!!

Avevo anticipato questo post ieri sera…

Sì… non mi ha minimamente sorpreso ascoltare la notizia dal Tg1, perché solo chi crede che coloro che indossano una toga, siano immuni dal compiere comportamenti dissoluti, venali e senza alcun freno morale, mi dispiace per loro, ma dimostrano di essere degli illusi, per non dire fessi!!! 

Ecco quindi scoprire per l’ennesima volta come anche nei tribunali vi siano dei soggetti pubblici, che possiamo tranquillamente paragonare a quegli associati malavitosi, gli stessi che svolgono quotidianamente comportamenti a delinquere!!!

E difatti, nel tribunale di Latina ecco che un un gruppo ben strutturato, ha sfruttato per anni la possibilità di conferire nomine a colleghi e incarichi ai propri amici compiacenti, il tutto per percepire e spartirsi compensi da una cassa messa loro a disposizione da un sistema giudiziario fallace!!!

Lo sanno tutti, il sottoscritto lo ha denunciato nel lontano 2010 eppure nulla è cambiato, il sistema è sempre quello, gli amici degli amici si appropriano di quelle nomine, i figli e/o i familiari di molti magistrati fanno in modo dal ricevere incarichi importanti e soprattutto ben remunerati, per non far nulla, eppure quel sistema fraudolento, prosegue senza che nessuno ci metta mai una pezza!!!

Che schifo, già… se si pensa che la giustizia viene rappresentata da questi soggetti viene – come ho scritto alcuni giorni fa parlando di beni confiscati – il voltastomaco!!! 

Le accuse ci sono tutte e vanno a vario titolo da corruzione per atti contrario ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità, eppure, vedrete, come solitamente avviene in questi casi, a nessuno di loro verrà inflitta una condanna da condurli direttamente in un qualche penitenziario…

No… state tranquilli, alla fine il sistema si auto-protegge da se, d’altronde chi dovrebbe mai giudicare quei loro colleghi, già… quanti tra essi possono permettersi di scagliare la prima pietra, d’altronde, molti di essi sono ricattabili e alla fine dovranno piegarsi alle ragioni della casta e supportare  quel sistema corruttivo…

Ha scritto il giudice della Procura di Perugia che l’accordo oggetto dell’indagine era di riversare una parte dei soldi ricevuti, attraverso quelle nomine favorite ed avallate, in completa violazione di legge e soprattutto in esecuzione di un disegno criminoso ben delineato e che ha evidenziato l’esistenza di uno schema collaudato che andava avanti da anni e che, verosimilmente, si è realizzato, come dovrà essere verificato, anche in altre occasioni…

Nell’ordinanza si legge – è quella di una donna che ha bisogno di soldi, ma non perché il suo stipendio sia oggettivamente basso, percependo oltre 3mila euro mensili, ma perché si ostina a voler vivere al di sopra delle proprie possibilità economiche, abitando in affitto a Roma, ma lavorando a Latina, con tutto ciò che ne consegue in termini di spese ordinarie; ma soprattutto la stessa è sembrata non voler rinunciare all’acquisto di oggetti di lusso, come gioielli o orologi”…

Incredibile, sono le stesse parole che ho usato proprio usato in un mio post intitolato Amministratore giudiziario condannato per aver rubato denaro ad una ditta “sequestrata”!!! – link: http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/03/amministratore-giudiziario-condannato.html

Secondo il magistrato “ha quindi pensato di sfruttare il proprio ruolo per lucrare sulle nomine del compagno e di amici, dai quali farsi poi remunerare quale atto dovuto; è evidente che quel pubblico ufficiale faceva insomma un uso distorto della propria funzione di magistrato per perseguire tale obbiettivo: sequestri originari, emessi ragionevolmente in maniera legittima e sulla base dei presupposti di legge, o almeno non vi sono allo stato delle indagini elementi per affermare il contrario, hanno costituito l’occasione per porre in essere le successive condotte delittuose, a cominciare dalle nomine di favore.

Ma non solo, coadiuva le attività di gestione della procedura, ne indirizza l’attività giudiziaria ed era determinante nel conferimento di incarichi, rivolgendosi ad amici di vecchia data sollecitando le liquidazioni in favore dei professionisti “raccomandati” e ricavandone cospicue utilità: da un lato infatti riceve a sua volta, dai soggetti dei quali ha mediato la nomina, incarichi all’interno delle procedure, dall’altro è verosimile riceva denaro non dovuto da questi ultimi, sia formalmente per fatture emesse a titolo di ‘consulenza’”.

Dall’ordinanza tra l’altro è emersa anche la consapevolezza del giudice di essere venuta a conoscenza dell’indagine in corso, tanto d’avere provveduto a distruggere il proprio cellulare – poi qualcuno vorrebbe farmi credere che non vi siano talpe a protezione del sistema –   comportamenti che hanno condotto necessario l’arresto visto che gli indagati avevano già iniziato ad inquinare il quadro indiziario!!!

Art. 41 bis…

La Corte di Appello di Catania inaugura l’anno giudiziario dinnanzi a un pubblico striminzito per non dire assente, in particolare ciò che colpisce è rappresentato da quelle sedie riservate… che come è possibile vedere nella foto allegata, sono assolutamente vuote!!!
Tralasciando comunque la “classica” relazione del Magistrato e Presidente della Corte d’Appello, Alfio Scuto, che evidenzia tutti gli sforzi fatti quest’anno dalla magistratura, a causa del deficit di risorse costituito dal minore organico di personale presente, durante la cerimonia è stata manifestata la contrarietà sulla mancata nomina del Garante siciliano dei detenuti, posizione ormai vacante da più di 16 mesi e sono state espresse parole di condanna sull’adozione e prolungamento nell’applicazione dell’art. 41 Bis…
Per chi non lo sapesse… l’articolo 41 bis fa parte della legge 354 del 1975 sul trattamento penitenziario modificata nel 2002 ed è inserito nel capitolo IV (regime penitenziario) e precisamente:

Art. 41-bis
Situazioni di emergenza
In casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il ministro di grazia e giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati.
La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto.
Quando ricorrano gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, anche a richiesta del Ministro dell’interno, il Ministro della giustizia ha altresì la facoltà di sospendere, in tutto o in parte, nei confronti dei detenuti o internati per taluno dei delitti di cui al primo periodo del comma 1 dell’articolo 4-bis, in relazione ai quali vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con un’associazione criminale, terroristica o eversiva, l’applicazione delle regole di trattamento e degli istituti previsti dalla presente legge che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di sicurezza.

La sospensione comporta le restrizioni necessarie per il soddisfacimento delle predette esigenze e per impedire i collegamenti con l’associazione di cui al periodo precedente.

bis.
I provvedimenti emessi ai sensi del comma 2 sono adottati con decreto motivato del Ministro della giustizia, sentito l’ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice che procede ed acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia e gli organi di polizia centrali e quelli specializzati nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva, nell’ambito delle rispettive competenze. 
I provvedimenti medesimi hanno durata non inferiore ad un anno e non superiore a due e sono prorogabili nelle stesse forme per periodi successivi, ciascuno pari ad un anno, purchè non risulti che la capacità del detenuto o dell’internato di mantenere contatti con associazioni criminali, terroristiche o eversive sia venuta meno.
In ognuno di noi, ovviamente, prevale quel sentimento d’umanità che vorrebbe mai vedere privati quei principi di libertà o l’applicazione di sistemi coercitivi, utilizzati ancora oggi da certi regimi totalitari, ma, voler considerare o preferire dimenticare, a chi tali provvedimenti son diretti, è come voler negare quanto accaduto e soprattutto scorretto nei riguardi di chi, per quelle circostanze ha perso la propria vita…

Bisogna sempre ricordare che l’uomo si differenzia dalle “bestie” non soltanto per il proprio intelletto… ma soprattutto perché ispira se stesso ai veri bisogni dell’umanità… ma quando queste necessità, diventano d’esclusivo bisogno personale e quando a ciò, si somma la violenza che conduce alla privazione delle altrui libertà… ecco che allora, per questi modi d’essere,  vanno non solo contrastati ma anche fortemente condannati!!! 
Quindi, il voler valutare (da parte di taluni professionisti ) questi soggetti, eguali a tutti gli altri individui, pur sapendo – per presa coscienza – che nel corso delle loro vite, hanno commesso di tutto e di più… ecco che forse, la sola applicazione dello stesso art…. risulta essere – per quanti l’hanno meritato – il modo più tenue per espiare le proprie colpe…
Dopotutto, se si trovassero oggi… nel restaurato califfato dell’ISIS, verrebbero gettati dai tetti oppure, come quei poveri ladri accusati alcuni giorni fa di banditismo, legati a delle croci di metallo e quindi fucilati di fronte alla folla!!!
Per cui… se pur contrario alla celebre frase “occhio per occhio e dente per dente” ed all’applicazione di una giustizia sommaria… è altrettanto improprio voler considerare questa nostra giustizia, “incivile o immorale”, quando di fatto, dimostra d’essere sempre giusta…, se pur sommersa da tutti quei benefici di legge ( ottenuti attraverso miracolanti strategie di nuovi azzeccagarbugli ), che rendono l’applicazioni delle pene, meno gravose e sempre più… leggere!!!
Non dimentichiamo inoltre, che proprio la Corte Europea dei Diritti dell’uomo, ha riconosciuto la piena legittimità della misura di restrizione… che rendono quindi, eventuali proclami ed esibizioni, del tutto vani ed inconsistenti!!!

Non dimentichiamoci che è proprio grazie, alla lungaggine dei processi ed alle infinite interpretazioni giudiziarie, che è stato possibile, mandare in prescrizione in questi ultimi dieci anni, circa un milione e cinquecentomila processi!!!
Ciò ha permesso (se c’è ne fosse stato bisogno…) di evidenziare come, la nostra classe politica, continui a collaborare, proprio con quegli stessi soggetti, che di fatto, andrebbero combattuti!!!
Ma si sa che, chi ha i voti… ha il potere, ed avere l’appoggio di chi ha il controllo su quei voti è di fondamentale importanza per sperare di sedersi in quelle belle poltrone vellutate…
E’ chissà… se non è per questa particolare ragione, che si cerca “sempre di mancare” a quei, fondamentali appuntamenti istituzionali…, ovvero, per non commettere l’errore di manifestare – con la propria presenza – un equivoco comportamento che possa infastidire chi, ancora oggi si sa disporre, di quello “specifico” potere!!!

Piazza Lanza

Vedere in qualla piazza centrale di Catania, ancora quella costruzione fatiscente, una bruttezza da vedersi, sia per i cittadini che per coloro, che in questa struttura dovranno convivere…
Soltanto in certi paesi del Terzo Mondo, le prigioni sono paragonate a dei lager, ma quì da noi, dove ci consideriamo civili, dovremmo cercare almeno di rendere vivibili queste strutture, anche nel rispetto non solo di chi ne è detenuto ma anche di quanti  ci lavorano. Qualcuno giustizialista starà pensando… meglio che soffrono…questo si meritano…ma il problema è la dignita umana, questa deve essere sempre garantita da uno Stato che vuol dirsi civile!!!
Ho saputo che i  detenuti per protestare hanno cominciato a battere con le proprie stoviglie…protesta che oltre che rumorosa per i vicini che già convivono con quella struttura, dovrebbe riuscire a smuovere la nostra  ” lenta ” ( come direbbe Celentano ),  classe politica”.
La rabbia potrebbe trasformarsi… ed esplodere in protesta…anche perchè nulla si fà per risolvere il problema del sovraffollamento, dei malati d’Aids, di poter aumentare gli organici della polizia penitenziaria, la possibilita di una diversa collocazione dei soggetti detenuti in base alle tipologie di reato ed anche a gl’anni di condanna… un ergastolano, non può essere posto con uno che esce dopo qualche mese…
Provate ad andare a Palma di Maiorca e vedrete un penitenziario che sembra un Hotel, non dimentichiamoci che i costi giornalieri per ogni detenuto sono di circa 350 Euro, ( una pensione completa a Rimini/Riccione costa circa 100 Euro converrebbe portarli tutti in vacanza al mare…), troppi sono davvero troppi è impensabile continuare a sopportare costi così elevati, soprattutto tenendo conto che molti di questi dovranno essere sostenuti per tutta una vita…Ecco per quanto riguarda coloro che hanno commesso crimini  tali da essere condannati con l’ergastolo, ecco per questi non posso credere, che una parte delle mie tasse, dovrà mantenerli sempre…

Una soluzione potrebbe essere quella di trasferirli su un’isola, certo potrei sembrare incoerente con quanto sopra e poco amorevole con i principi cristiani ricevuti, ma certamente, oggi ognuno deve ricevere dalla comunità, in maniera proporzionale a quanto ha seminato, ben sapendo che alle proprie scelte saranno commisurate pene severe e dove queste saranno effettivamente scontate… e non sto certamente parlando di saldi…
Ovviamente, per coloro cui purtroppo per cause forse anche accidentali, per scelte errate, a causa del contesto in cui vivono, per parenti e familiari non coerenti con i principi di moralità e correttezza.

Ecco, per questi che si ritrovano a dover convivere con la dura realtà del carcere, a questi si può e si deve dare un’altra possibilità, un’aiuto attraverso gli assistenti sociali e i psicologi, la scuola, l’insegnamento di nuovi mestieri, industriali, artigianali, fino a concretizzarsi attraverso l’utilizzo di strutture esterne che ne possano garantire la completa riabilitazione.
Restare indifferenti non è più possibile, tutti devono unirsi per risolvere i problemi di cui sopra e soprattutto coloro che sono demandati a governare, utilizzino quanto in loro possesso per dare una svolta seria e definitiva, per poter risolvere questo nostro grave problema sociale.

Spero di poter vedere un giorno una bellissima Piazza Lanza, con tanto verde, un parco giochi ed una panchina, dove un nonno seduto, ricorda il tempo lì andato, ed oggi libero, guardare  i suoi nipotini giorcare…