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Niente più bonus, detrazioni e agevolazioni fiscali alle imprese che evadono o che pagano il pizzo!!!

Se lo Stato volesse realmente contrastare l’illegalità ed il malaffare presente nel paese, sì…  come fosse un pugile che fa valere il proprio peso “massimo”, dovrebbe iniziare a cambiare metodologie, applicare regole ferree, senza più non continuare per come sta facendo e cioè mettendo in campo quella forza irrisoria, paragonabile ad un peso piuma… 

Serve una legge che renda sconveniente la connivenza, una norma che inibisca l’accesso ai bonus fiscali agli imprenditori che pagano le estorsioni e soprattutto non denunciano perché conniventi direttamente o indirettamente con quelle associazioni mafiose.

E’ corretto quanto espresso dall’associazione “Addiopizzo” che proprio nel giorno dell’anniversario della pubblicazione della lettera dell’imprenditore Libero Grassi (vittima della mafia per avere detto no alle estorsioni), fa un appello al Parlamento. 

Sono passati ben 32 anni dalla “Lettera al Caro estorsore” di Libero Grassi (pubblicata il 10 gennaio del 1991 sulle pagine del Giornale di Sicilia), un periodo vergognosamente troppo lungo per non prendere ancora una posizione chiara, che conduca in maniera definitiva alla fine di quel mondo sommerso ed estorsivo. 

Riporta correttamente “Addiopizzo”: “Il tempo impone un’analisi sulla lotta al racket delle estorsioni, sui passi in avanti compiuti e su quanto invece ancora deve essere fatto. Sebbene ci sia ancora chi continua a pagare, va evidenziato che oggi la scelta di opporsi alle estorsioni è possibile e non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi”.

Certo, non tutti la vedono allo stesso modo, anzi c’è chi mette le mani avanti sul pagare il racket (o su chi si pone nella posizione di pagare e tacere), non trovandosi per nulla d´accordo con chi per l’appunto propone di colpire penalmente chi è vittima delle estorsioni e/o sceglie quindi la linea del silenzio, spesso per paura, andando incontro così all’accusa di favoreggiamento.

Secondo alcuni giuristi, il pagamento del pizzo in condizioni di intimidazione non può configurarsi come reato, negare può costituire favoreggiamento, non perché si paga, ma perché non si informano i magistrati sull’estorsione subita. 

In ogni caso è corretto non prendere decisioni approssimative in particolare quando promosse da pregiudiziali sociologiche o ideologiche astratte del tipo: quelli che pagano sono tutti vittime o quelli che pagano sono tutti collusi!!!

È necessario quantomeno sotto un profilo giudiziario distinguere attentamente ogni caso in base a concrete circostanze e al contesto in cui esse si manifestano, anche se comprendo quanto sia difficile distinguere quelle situazioni di ambiguità, tra chi in un primo tempo è vittima e in un momento successivo connivente.

Certamente va ricordato come a seguito del periodo di lock-down a causa della pandemia, le mafie abbiano sostituito quel metodo coercitivo con un nuovo trend; sì… hanno acquistato direttamente tutte quelle imprese in difficoltà e così da alcuni anni la richiesta del pizzo ha ceduto il passo all’acquisizione dei bilanci di esercizio per aggiudicarsi parte dei guadagni; il fine ultimo delle organizzazioni non è più quindi commettere reati, ma ottenere vantaggi economici!!!

Serve quindi a poco invitare imprenditori e commercianti a non pagare, bisogna viceversa definire nuove strategie d’interventi, passando da “futili e  idealizzati” propositivi, ad azioni concrete di prevenzione, ma soprattutto di “rimozione”, con riferimento particolare a tutte queste ultime società improvvisamente rinnovate.

E’ soltanto attraverso l’uso di specifiche funzione di monitoraggio di quelle attività che si potrà colmare il divario in corso tra lo Stato e quelle società “mafiose”; e così, mentre la magistratura proverà a debellare il malaffare in corso ed eliminare dal circuito di mercato quelle imprese, lo Stato potrà viceversa provare a sostenere quelle imprese (ancora operative se pur tra mille difficoltà) “regolari”, sia in termini di sicurezza, che di bonus, detrazioni ed agevolazioni fiscali!!!

A trovarlo uno soltanto che per corruzione… sia finito in galera!!!


In tutti questi anni siamo stati bombardati da messaggi nei quali si parlava di lotta alla corruzione, di mafia capitale, di tangentopoli, di mani pulite, di giustizia amministrativa, di antimafia, sequestri e confische, ecc…

Quante belle parole con cui sciacquarsi la bocca, a cominciare da quei nostri politici posti in prima fila e a seguirli tutta una serie di addetti ai lavori, che dietro a improvvisate conferenze, ci hanno portano a conoscenza sulla conclusione di quelle inchieste o su quella serie di arresti eccellenti…  
E noi tutti pronti lì ad ascoltare, a leggere quelle notizie, a carpire e immaginare nuovi scenari, a individuare quei legami di interconnessioni politico/mafiose/imprenditoriali…
Ci si aspettava quindi delle condanne… ed erano in tanti ad augurarsi di non veder più quelle facce di  delinquenti…
Già speravano che quelle chiavi delle celle fossero gettate per sempre… perché l’importante era vederli condannati quei malfattori… certamente colpevoli… perché mai alcuna manifestazione “garantista”, potrebbe sostituirsi o rivedere da quella posizione… 
Ed allora in questa visione di giustizia “ferrea”, ci si aspettava di vedere applicate almeno quelle necessarie condanne…
Ed invece dopo tutto quel clamore… nulla…
In pratica… nessuna condanna è stata mai eseguita!!!
Non sono io a dirlo… ma quanto sopra è una riflessione di uno dei protagonisti della stagione di “mani pulite”, Piercamillo Davigo, già Pm del pool di Milano, giudice in Cassazione ed ora presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, che a quasi 25 anni di distanza ha dichiarato: “In carcere per corruzione non ci va nessuno”!!!
Ha aggiunto inoltre… una considerazione disorientante: “Sulla corruzione oggi la popolazione è rassegnata perché pensa che tutti la facciano franca… Praticamente nessuna condanna è stata eseguita: il 96% delle condanne è nei limiti della sospensione condizionale della pena, per la parte fino a 3 anni è previsto l’affidamento ai servizi sociali e per l’1% è intervenuto l’indulto che ha ridotto le pene”. 
Questi dati riportati non sono presunti, ma ahimè reali… 
Li trovate nel libro “La corruzione in Italia. Percezione sociale e controllo penale”…
L’unica cosa che è cambiata (a dirlo è l’ex pm di mani pulite Di Pietro…) “è che adesso c’è desolazione da parte dell’opinione pubblica perché non crede più che possa cambiare qualcosa”!!!
Ed allora, con leggi che permettono di passare da condanne minima di pochi giorni a massime di qualche anno e con avvocati capaci di far passare -quasi sempre- la pena minima… di quale lotta alla corruzione stiamo parliamo???
Sono tutti ben disposti a compierli quei gesti corruttivi… d’altronde le pene sono così irrisorie che rappresentano di per se, una vera e propria presa per il culo… per la giustizia e per i pochi cittadini onesti…
Anzi il messaggio che passa è quello di compierli quei reati, di lasciarsi condizionare da quei livelli corruttivi e clientelari, di beneficiare di questo sistema marcio, anche perché se non siete voi a compierli quei gesti, ci sarà sempre chi sarà disposto a sostituirvi…
Dopotutto ripeto, cosa si rischia… qualche giorno ai domiciliari, il proprio nome pubblicato su qualche testata giornalistica e va beh… tanto va di moda… 
E difatti, anche l’attuale presidente dell’Anac ha dichiarato: “Corruzione e mafia vanno a braccetto, la corruzione è un male serio, radicato, ma c’è un risveglio delle coscienze che è la prova della reazione. Bisogna mettere in campo tutti gli strumenti. Purtroppo dopo Tangentopoli abbiamo ritenuto che molti problemi fossero superati e invece non era così”…
Scusi Presidente, ma a che punto siamo contro le mafie???
Oggi – aggiunge Cantone –  sono molti gli strumenti di prevenzione, però appena si abbassa la guardia si ritorna punto e a capo ci sono una serie di strumenti, ma il problema è tenere in vita un’azione di contrasto. 
In Sicilia per esempio, l’ANAC ha fatto diverse indagini, ad esempio sul settore della sanità o su quello dei rifiuti, ma va detto che la regione, almeno dal punto di vista normativo ha fatto dei passi avanti”…
Peccato però che la corruzione rimanga sempre al massimo delle aspirazioni di gran parte dei siciliani ed è proprio su questi valori che la mafia conta… sapendo in ogni momento, di poter contare su ciascuno di quei volontari…
Non si tratta infatti d’applicare azioni intimidatorie, ma di corrompere tutti i vari soggetti che necessitano, con promesse e bustarelle varie, dalle quali finora nessuno, dimostra di saper dire no!!!
Dopotutto alla fine… quando e se scoperti, cosa si potrà mai subire…
Nulla… ed allora… continuiamo così, già proprio… come fan tutti!!!

Ma alla fine i giudici… pagano???

In altri periodi… mai avremmo dubitato dei giudici o che questa figura, potesse essere messa in discussione…

Al solo pensarlo… già… si faceva peccato, era un qualcosa che a priori veniva respinto… non poteva sussistere difatti una tale situazione…
Il “Giudice”, quella figura solenne, quell’arbitro tra le parti, un personaggio biblico!!! 
Il magistrato, quel soggetto a cui viene concesso il valore essenziale dell’indipendenza, quell’individuo cui viene riconosciuta l’imparzialità e la terzietà… proprio perché nelle decisioni non debba mai venire condizionato dalle parti, anzi, dovrà sempre trovarsi in quella situazione d’indifferenza ed equidistanza, rispetto agli interessi di cui esse, siano portatrici…
Quindi… non entrando nei principi che ne costituiscono il nucleo del giusto processo e soprattutto non toccando il “tema” rovente del reclutamento da parte dei componenti del Consiglio di Stato, ciò che m’interessa maggiormente evidenziare e l’aspetto emerso in questi giorni e cioè, le inchieste che hanno coinvolto alcuni nostri magistrati… 
Dover leggere sui vari quotidiani come, alcuni di essi, abbiano potuto commettere –in virtù di quella toga– possibili abusi, dimostra come, anche tra loro, ci possa essere chi abbia attuato, dei perversi meccanismi collusivi e degenerativi, ed è il principale motivo, che ci ha fatto ricredere….
La possibilità di denaro facile, i favori personali, dimostrano come quelle occasioni, fanno gola a tutti… ahimè anche ad una parte dei nostri giudici, che viceversa, dovrebbero rappresentare con le loro azioni, principi di correttezza morale ed esaltazione dei valori della giustizia…
Oggi, tutti noi, ci sentiamo indubbiamente pugnalati… e ci accorgiamo come anche la nostra giustizia, tra tante cose… non funziona!!!
Ed ancora, ciò che dimostra essere vulnerabile… è il dover assistere a come, per quei reati commessi, vengano usati, due pesi e due misure… a differenza di quanto quel simbolo della “bilancia” raffiguri…
Bensì… per quei magistrati ove si è accertato esserci state violazioni durante lo svolgimento del proprio incarichi, ecco che a quei quei soggetti, stranamente, invece di porre in essere quanto previsto dalla legislazione, si attuano procedure “ambigue” (e soltanto in quei casi eclatanti) come trasferimenti, sospensione di carriera, ma mai alcuna effettiva punizione… in particolare quando si è accertato la presenza di gravi violazioni… 
E’ dire che il denaro dovrebbe rappresentare l’ultimo dei loro problemi… perché la normativa prevede già importanti “benefici”…a cominciare dai 27 anni di servizio, che rappresenta il massimo periodo di carriera…
Inoltre, non meno importante… è che per salire di carriera non serve la meritocrazia, in quanto gli scatti sono di per se… automatici e fanno riferimento esclusivamente all’anzianità di servizio!!!  
Dunque una carriera slegata essenzialmente dall’efficienza, ma interconnessa con il tempo… cioè… se paragoniamo con un grafico la carriera, questa tende sempre in alto verso l’asse dell’ordinate (compenso economico) e giunto al 27′ anno (riportato nelle ascisse), la carriera diventa costante… regolare… il che dimostra, come, qualsivoglia incremento del proprio incarico non verrà ulteriormente premiato… e quindi anche lo stipendio resterà per sempre lo stesso… e chissà se forse non è proprio questo limite, a creare in alcuni di essi quei presupposti, quella predisposizione naturale alla “corruzione” che è quanto ormai… va ovunque emergendo???
Dopotutto a chi debbono dare conto… quali particolari esami (nel corso delle loro carriere) debbono sostenere???
Ed ancora… com’è possibile che in tutti questi anni… non ci siano mai state delle bocciature???
E’ dire che la loro retribuzione è rispetto alla media europea la più alta e certamente quanto percepito per l’incarico svolto, può essere paragonato ad un discreto dirigente… diciamo che non ci sarebbe motivo per lamentarsi, anche perché in aggiunta, ci sono ulteriori benefit, auto di servizio, autista, ecc…
E’ vero… possiamo dire che quanto ricevono, compensi l’enormi responsabilità a cui sono sottoposti… e che tale compenso possa in un periodo di grave crisi economica come questo, ritenersi più o meno giusto o meglio… non li fa di certo soffrire…
Ma poi… volete mettere il prestigio personale loro assegnato, in ogni circostanza ed in qualsiasi loro azione quotidiana…     
Quindi, dando il giusto merito… a chi merita, desidero comprendere… a cosa vanno incontro…coloro che hanno dimostrato con le loro deplorevoli azioni di non meritarli quegli elogi…
Verranno prese delle sanzioni disciplinari… o come in molti ormai pensano… verranno di fatto protetti da quella loro stessa “casta” d’appartenenza???
A quale cifra ammontano le azioni disciplinari, seguite alla confermato dell’illecito???
Siamo sicuri che il più delle volte, le denunce presentate alle procure, non sono state archiviate???
Quanti sono stati di fatto destituiti dai loro incarichi senza aver atteso le loro “inopportune” dimissioni???
Quanti di loro, hanno risarcito economicamente per aver commesso errori giudiziari…e quante volte sono state accolte le domande di risarcimento???
Quanti giorni lavorano in un mese… e quanto guadagnano in proporzione…. cioè suddividendo l’importo percepito per i giorni in cui operano???
Sono tutte domande alle quali avrei potuto tranquillamente rispondere… mi sono documentato ed edotto prima di scrivere e quanto ho scoperto mi ha finora lasciato… un po’ sconcertato!!!
Dopotutto si dice che… niente eguaglia la timidezza dell’ignoranza se non la sua temerità. Quando l’ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola… quella bussola è l’intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato!!!