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Il problema arabo-israeliano parte da lontano – Seconda parte.

Come riportavo nel post di ieri, sebbene il conflitto costò agli israeliani ben l’1% della popolazione (quest’ultima già di suo esigua…), lo Stato d’Israele riuscì a sopravvivere al tentativo degli arabi di impedire la nascita di quello Stato, ed inoltre, a seguito di quelle guerre, essa si poté espandere ancor più di quanto le fosse stato assegnato dall’Assemblea delle Nazioni Unite!!!

Viceversa, la popolazione araba palestinese dopo la guerra fu costretta ad un esodo dai villaggi abitati verso gli stati limitrofi. 

Inoltre, in quello stesso periodo lo Stato israeliano impedì agli sfollati palestinesi di ritornare (di contro veniva incentivata nel mondo la politica d’immigrazione ebraica), espropriando tutte quele loro terre e dichiarandole di proprietà dello stato d’Israele!!!

Difatti, gli eventi che seguirono furono definiti dai palestinesi col termine arabo “nakba” e cioè catastrofe!!!

Difatti, soltanto 150 000 palestinesi rimasero in Israele, mentre la maggior parte, circa 750 000 fuggirono, trovando rifugio in Cisgiordania (280.000), nella Striscia di Gaza (200.000), in Giordania (70.000), in Libano (97.000), in Siria (75.000) e in Iraq (4 000).

La comunità arabo palestinese subì inoltre una forte lacerazione interna, anche per la circostanza che l’economie dei Paesi arabi confinanti fosse a quel tempo modesta, questi ultimi risultarono difatti incapaci di assorbire un così tale afflusso di rifugiati; tra l’altro, come riportavo sopra, Israele si oppose al rimpatrio dei profughi e quindi l’esilio di quei rifugiati divenne in quei campi profughi palestinesi, permanente!!!

Solo alla fine del 1949 l’ONU creò un’agenzia apposita per fornire assistenza e occupazione ai rifugiati palestinesi, la cosiddetta UNRWA. 

Nel contempo la catastrofe (al-Nakba) divenne ancor più estesa, seguita da un colpo di Stato in Siria in cui venne destituito il Presidente, quindi il re dell’Egitto seguì eguale sorte e nel frattempo, il re giordano Abdallah, venne assassinato, cui seguirono come vittime i primi ministri di Libano ed Egitto!!!  

Da quel momento, il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e dei loro discendenti divenne uno dei temi più controversi del conflitto israelo-palestinese e seppur si provo negli anni seguenti a far crollare Israele, nulla, neppure i mezzi economici, politici e militari utilizzti riuscirono nell’intento.

E difatti, lo Stato d’Israele con il passar degli anni divenne viceversa ancor più robusto, non soltanto accrescendo la propria popolazione, ma migliorando le proprie difese militare, tanto che il suo esercito divenne in poco tempo, tra le prime 20 potenze mondiali militari.più organizzate al mondo. 

Sì… dalla dichiarazione di indipendenza del 14 maggio 1948, Israele ha continuato – e continua – ad espandere le proprie risorse militari, ma non solo,  già… perché non vanno dimenticate quelle nucleari che, nonostante il governo israeliano non abbia mai ammesso ufficialmente di possedere testate nucleari, secondo le stime internazionali, queste oscillano intorno alle centinaia!!!

Certo, la politica araba palestinese non ha mai smesso di lottare, d’altronde come hanno riportato in questi lunghi anni nei proclami i loro leader: “Bisogna riprendersi la Palestina, perché senza di essa, non c’è vita ma soprattutto dignità per gli arabi“!!!  

Pensare quindi che si possa giungere ora ad una pace è una speranza vana, d’altronde non ci potrà mai essere un negoziato tra Israele e Hamas, perchè le ragioni di sopravvivenza di una, dipendono dalla concreta eliminazione dell’altra e quindi – con queste premesse – nessuna trattativa e/o sforzo di mediazione potrà mai essere raggiunto!!!

Soltanto con un totale rinnovato cambiamento, sia politico che sociale, si potrà giungere forse ad un accordo tra le parti!!! 

Questo tra l’altro dovrà  prevedere la costituzione di un nuovo Stato Palestinese diverso dai territori nei quali si era finora vissuto, gli stessi che ora – a seguito dell’attacco di hamas – sono finiti nelle mani d’Israele!!!

Inoltre, tra i due stati confinanti, dovrà essere creata una fascia demilitarizzata, controllata dalle forze dell’ONU!!!

Altrimenti sarà tutto inutile e chi prospetta di possedere (da entrambi le parti) soluzioni alternative e/o proclama interventi militari, sa bene di dire una cazzata!!! 

Nessuno in questo momento può cambiare lo stato di fatto ed è soltanto attraverso il buon senso, ma soprattutto mettendo in campo equilibrio e rinunciando a voler eliminare l’altra parte contendente che si potrà giungere finalmente a quella desiderata pace secolare!!!

Cosa spinge migliaia di persone a immigrare?

Prima di parlare di immigrazione, bisogna comprendere quali siano i fattori che spingono centinaia di migliaia di persone ad abbandonare il proprio paese, per giungere qui in Europa…

Tra questi fattori certamente i più considerevoli sono rappresentati da quelle situazioni socio-politico instabili, condizioni economiche critiche, fattori demografici in aumento ed anche fattori ambientali.

Ovviamente se dipendesse dai primi quelli socio economico, ritengo che forse anche noi italiani dovremmo iniziare a pensare di immigrare, verso realtà certamente migliori, meno corrotte e più garanti di prospettive di un futuro più roseo, in particolare per i più giovani di questo paese, ma a parte le critiche ora menzionate, ma certamente meritate per una condizione che ritengo essere al limite della sopportazione e soprattutto della sopravvivenza, sicuramente i motivi socio-politici sono tra quelli che spingono la maggior parte delle persone a scappare dal proprio paese…

Ovviamente vi sono differenze importanti, tra quanti conducono molti di noi ad andarsene rispetto a loro; va ricordata innanzitutto la mancanza di democrazia, le persecuzioni etniche, religiose, razziali, ma anche ahimè quelle politiche e culturali. 

Oltre a quanto sopra i conflitti in corso e la minaccia di guerre civili hanno portano molti a fuggire da quei territori, come altresì la persecuzione condotta da parte di uno stato dittatoriale, hanno rappresentano valide argomentazioni per le migrazioni.

Vorrei ricordare tra l’altro che coloro che fuggono da conflitti armati o che subiscono violazioni dei diritti umani e quindi persecuzioni, vanno definiti “profughi” e questa loro condizione è fondamentale per poter valutare per ciascuno di loro quel reale diritto d’asilo…

In questo momento vi sono oltre mezzo milione di individui a cui è stato riconosciuto lo statuto di protezione richiedenti asilo, la maggior parte proviene da paesi dell’Asia come Afganistan, l’Iraq, Siria, Kurdistan, Azerbaijan, cui seguono tutti quelli provenienti dall’Ucraina, e da alcuni stati limitrofi, e poi vi sono tutti coloro che giungono via mare dall’Africa, ma non solo, anche quelli del sud America e di quello latino…

E’ ovvio a tutti come il sistema posto in atto dall’Ue, non sia in grado di soddisfare tutte le richieste di  ricollocazione di quei richiedenti asilo, ma viceversa, un loro rimpatrio forzato, potrebbe costituire per molti di loro, un morte certa.

Bisogna come ripeto da tempo, trovare und diversa soluzione, un nuovo sistema basato sulla cooperazione tra noi e quei paesi di origine, sostenerli politicamente ed economicamente, creando nuove forme flessibili di sostegno che permettano a quelle popolazioni di sostenersi, evitando così viaggi certamente rischiosi e costi gravosi richiesti, in particolare da quelle associazioni criminali, che come sappiamo si nutrono delle disgrazie altrui…

Anticancro low-cost…

Novartis, rappresenta una delle più importanti case farmaceutiche nel mondo…

Nasce nel 1996, dalla fusione di Ciba-Geigy e Sandoz, il nome deriva dal latino novae artes, che significa “nuove arti” e riflette l’impegno nel rendere disponibili prodotti innovativi a pazienti e medici.

Con un fatturato netto annuo che raggiunge i 57 miliardi di dollari e una crescita del 2% in costante aumento, rappresenta una societa in forte e costante slancio in innovazione, crescita e produttività.

Oltre che produttrice ha avuto 17 importanti approvazioni nel 2012 per nuovi farmaci quali,  l’Afinitor per il carcinoma mammario, il Jakavi per la mielofibrosi in Europa, il Dailies Total1 e  il Bexsero innovativo vaccino contro il meningococco B…
Ovviamente come tutte le società farmaceutiche, cercano di salvaguardare i propri interessi, relativamente ai costi di ricerca sostenuti, che attraverso i brevetti registrati, diventano opportunità di utili per molti anni…
Ma con quanto sopra, bisogna doversi scontrare con la salvaguardia del diritto alla salute che è prioritaria su qualsivoglia interesse societario…
Ed è per questo che la Corte Suprema Indiana, ha respinto il ricorso dell’industria farmaceutica svizzera, relativamente al brevetto di un farmaco anti tumore. 
I giudici hanno così deciso che l’industria locale, ha il diritto a produrre il medicinale Glivec come farmaco generico low cost per salvaguardare il diritto alla salute della popolazione. 

Una battaglia legale durata sette anni, ingaggiata dal colosso svizzero per ottenere l’adempimento a quelle leggi sulla proprietà intellettuale. 
Ma, la Corte Suprema ha risposto che il Glivec, non rientra tra i prodotti innovativi in quanto, utilizza una molecola già nota e quindi non possiede come farmaco il requisito di invenzione…
Inoltre secondo le associazioni per la difesa dei diritti umani nel mondo, si deve dare sempre la possibilità a tutti di potersi curare e quindi vedono in questa sconfitta da parte di una Holding farmaceutica un primo passo per la commercializzazione in particolare proprio in India, dei prodotti farmaceutici necessari, per la salvaguardia delle persone… 
Una significativa vittoria dichiarano le organizzazioni non governative “Dichiarazione di Berna” e “Medici senza frontiere”, secondo la quale questa sentenza rappresenta una punto fondamentale per gli ammalati di tutto il mondo, in particolare per quelli che vivono nei paesi più poveri.
La Corte Suprema Indiana ha posto come priorità la salvaguardia della salute, agli interessi economici… 
Bisogna aggiungere che comunque la Novartis forniva gratuitamente il Glivec o altri prodotti a particolari gravi pazienti che ne avessero necessità, ma purtroppo il prezzo degli stessi continuava a rimanere molto alto…
Un cambio di rotta che potrà essere preso a esempio da altri Stati, impedendo che ingiustificati brevetti, possano ottenere licenze, per farmaci che di innovativo nulla possiedono…
Sarebbe bello che Novartis, potesse dimostrare la propria buona fede, dichiarando sin d’ora la disponibilità a rinunciare al brevetto, concedendo gratuitamente la possibilità sia di poter copiare il farmaco che di poterlo distribuire in tutto il mondo…
Una piccola perdita economica in cambio di sicuri benefici, tra apprezzamenti e ammirazione…