Archivi tag: civili

GAZA: Fermatevi ora, prima che sia troppo tardi!

Stasera mi ritrovo a scrivere, ancora una volta, con il cuore stretto e la mente affollata di domande senza risposta.
Quante volte abbiamo ripetuto le stesse parole, denunciato le stesse atrocità, invocato la stessa pace?

Eppure, nella Striscia di Gaza, il tempo sembra essersi fermato in un limbo di sofferenza, dove il fragore delle bombe sovrasta il grido dei civili, dove l’umanità vacilla sotto il peso di un conflitto che nessuno riesce – o vuole – fermare.

Scrivo non per abitudine, ma per dovere. Perché il silenzio è complice, e l’indifferenza è una ferita ancora più profonda. Gaza non è solo una notizia di sfondo, un titolo da scorrere distrattamente: è una tragedia che si consuma da anni, davanti agli occhi del mondo, mentre la comunità internazionale brancola tra inezie diplomatiche e ipocrisie.

Le immagini si ripetono, sempre uguali, sempre più insopportabili. Corpi senza vita riversi per terra, donne che urlano il dolore di una perdita che non riescono nemmeno a comprendere appieno, uomini che scavano tra le macerie con le mani a pezzi, sperando di trovare un respiro, un segno, una vita da salvare. Gaza piange, muore, si spezza ogni giorno di più, eppure il mondo sembra incapace di reagire. Si discute, si accusa, si cerca una colpa da attribuire, come se in mezzo a tutto questo dolore ci fosse ancora spazio per la giustizia delle parole. Ma non c’è nessun conflitto, non nel senso che conosciamo. C’è una carneficina annunciata, una strage quotidiana che non lascia scampo.

Ogni giorno si contano nuove vittime, sempre più giovani, sempre più innocenti. Trenta persone uccise mentre aspettavano di ricevere un po’ di cibo. Due ragazzi colpiti da un drone mentre cercavano di recuperare medicine per un fratello malato. Altri cinquanta domani, forse schiacciati sotto il peso delle bombe, forse spenti dalla fame che avanza silenziosa e crudele. I numeri non raccontano più la guerra, raccontano solo la fine di vite che non hanno avuto il tempo di iniziare. Gaza non è un campo di battaglia, è un cimitero a cielo aperto, dove i bambini imparano a conoscere il suono delle esplosioni prima di quello delle risate.

Eppure c’è ancora chi parla di guerra necessaria, di obiettivi strategici, di difesa. Ma di quale difesa si parla, quando intere famiglie vengono cancellate in un attimo? Chi difende quei corpi senza sepoltura, chi protegge le madri che non hanno più figli da abbracciare?

Il popolo palestinese non è né Hamas né un esercito in guerra, è gente comune, uomini, donne, bambini che vivono intrappolati tra due fuochi, costretti a subire senza poter scegliere. Sono vittime, non complici. Sono prigionieri, non ostaggi volontari. Sono esseri umani che ogni mattina si svegliano chiedendosi se quel giorno rivedranno il sole o saranno solo un altro numero in una lista infinita.

E noi, da lontano, ci permettiamo il lusso dell’indignazione a scaglie, a intermittenza. Un post, un commento, un momento di silenzio sui social, e poi si volta pagina. Intanto, nelle stanze dei potenti, si continua a negoziare, a stringere accordi, a fare finta che questa tragedia non riguardi nessuno. Ma riguarda tutti. Perché ogni volta che si decide che certe vite valgono meno delle altre, si apre una crepa nell’umanità intera. E quando oggi è Gaza, domani potrebbe essere un’altra città, un altro popolo, un’altra strage mascherata da necessità.

Basta con le parole vuote, con le condanne che restano sulla carta. Basta con le finte mediazioni che non portano a nulla. Gaza ha bisogno di qualcuno che alzi la voce e non la abbassi più, che smetta di parlare per iniziare ad agire. Ha bisogno che qualcuno abbia il coraggio di dire basta, subito.

Perché ogni minuto che passa è un altro bambino che muore, ogni vita spezzata, ogni bambino che non rivedrà il cielo, ogni famiglia cancellata dall’orrore, chiedono giustizia. E allora continueremo a parlare, a condividere, a urlare questa verità scomoda, finché qualcosa non cambierà. Perché dietro ai numeri e alle statistiche ci sono volti, storie, un popolo che resiste nonostante tutto.

E il loro sangue non è solo sulle mani di chi preme il grilletto, ma anche su quelle di chi continua a guardare e a tacere. Non possiamo permettere che Gaza diventi un simbolo dell’oblio. La sua voce deve riecheggiare più forte dell’odio. E la nostra coscienza, collettiva e individuale, non può dormire!

Il conflitto in Medio Oriente: tutto si riduce a uno scambio di prigionieri?

Osservando quanto sta accadendo in questi giorni – dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas del 19 gennaio – ho ripensato ai quindici mesi di conflitto in quel territorio. 

Migliaia di civili uccisi, tra cui donne e bambini, la Striscia di Gaza ridotta a un cumulo di macerie, una devastazione totale. 

Mi chiedo: a cosa è servito tutto questo? Qual era, fin dall’inizio, il vero obiettivo di Hamas? Liberare i propri ostaggi (e forse alcuni familiari), sacrificando la popolazione civile?

Questa mattina Hamas ha rilasciato altri due ostaggi israeliani, con il previsto rilascio di un terzo nelle prossime ore: un cittadino con doppia cittadinanza, israeliana e statunitense. In cambio, Israele dovrebbe liberare 183 prigionieri palestinesi. Secondo Hamas, tra questi 18 stanno scontando l’ergastolo mentre 54 hanno condanne a lungo termine; i restanti sono abitanti di Gaza arrestati dopo l’attacco del 7 ottobre 2023.

I tre ostaggi liberati oggi – Bibas, Kalderon e Siegel – sono civili imparentati con altre persone sequestrate in quel tragico giorno. La moglie di Siegel e i figli di Kalderon erano stati liberati durante la breve tregua di novembre 2023. La vicenda della famiglia Bibas, invece, è ancora più drammatica: Yarden Bibas è il padre di Kfir e Ariel, due bambini di nove mesi e quattro anni al momento del rapimento, e marito di Shiri Bibas.

Hamas sostiene che i tre siano stati uccisi in un bombardamento israeliano nel 2023, ma Israele non ha conferme in merito. Secondo i termini dell’accordo, se fossero stati vivi sarebbero dovuti essere rilasciati prima degli uomini, cosa che non è avvenuta. La restituzione dei corpi degli ostaggi morti in prigionia è prevista nelle fasi successive del cessate il fuoco.

Questa volta il rilascio è stato meno caotico rispetto ai precedenti, quando gli ostaggi venivano liberati in mezzo a folle di palestinesi accorsi ad assistere alla scena, creando calche che rallentavano il trasferimento.

Ancora una volta sorge una domanda: la vera battaglia non dovrebbe essere per risolvere i problemi della società civile? Per trovare un modo pacifico di convivere con Israele, per costruire uno Stato Palestinese riconosciuto a livello internazionale? Per adottare processi che portino a una società più democratica e meno armata?

No, nulla di tutto questo. Il bilancio è solo quello di oltre 45.000 vittime civili, trasformate in scudi umani e carne da macello per gli interessi di un gruppo militare che si fa portavoce della liberazione di un popolo, ma che in realtà persegue solo il potere e la liberazione di alcuni suoi affiliati.

Quindici mesi di conflitto che hanno infiammato tutto il Medio Oriente: dal pogrom all’invasione di Gaza, dagli attacchi dei ribelli yemeniti alla crisi in Siria. Ma per cosa, esattamente?

Già…il dramma di Gaza: vite sacrificate per uno scambio di prigionieri…

Addio 2023: ben venga il 2024!!!

Non è stato un anno felice quello appena trascorso, non parlo personalmente, ma per quanto ho dovuto assistere…

Ho deciso allora di ricordare cosa non sia andato bene e ahimè sono troppe le circostanze che dovrò riportare…

Partendo dall’ultimo periodo, dal 7 ottobre 2023 l’organizzazione estremista palestinese Hamas ha deciso di attaccare Israele, uccidendo e prendendo in ostaggio centinaia di civili; come sappiamo ciò ha scatenato l’offensiva militare ancora in corso da parte di Israele che ha portato alla totale distruzione della striscia di Gaza, con oltre 20.000 morti e milioni di palestinesi espulsi dal territorio…

Poco prima, precisamente il 19 settembre 2023, lo Stato dell’Azerbaigian ha dato il via ad un’operazione militare contro il Nagorno-Karabakh, lo stato separatista situato in territorio azero, ma abitato per la maggior parte da persone di etnia armena; un conflitto di cui poco si è parlato nei media e che si è concluso con un bilancio di circa 30mila morti…

Ricordiamo le migliaia di profughi che stanno scappando dai paesi africani, molti dei quali attualmente coinvolti in guerre civili, difatti il 30 agosto in Gabon i militari hanno estromesso il presidente rieletto, Ali Bongo Ondimba, il 31 luglio in Sierra Leone la polizia ha arrestato un gruppo di alti ufficiali dell’esercito che stavano per rovesciare il presidente Maada Bio e il 27 luglio un gruppo di militari hanno preso il potere in Niger…
 
Vanno altresì richiamati alla memoria tutti i profughi dell’Ucraina, un territorio dove si sta ancora combattendo una guerra e che ha segnato un evento particolare, la morte del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin; a quanto sopra si sommano gli esuli asiatici, ma non solo, anche quelli del centro e sud America, molti dei quali, durante quei viaggi della speranza, hanno perso la vita…
Non dimentichiamoci del clima, del riscaldamento globale, della deforestazione in Brasile, dell’iceberg più grande del mondo distaccatosi dall’Antartide, ed ancora, lo sversamento nell’oceano Pacifico di un milione di tonnellate di acqua contaminata da materiale radioattivo contenute nella centrale nucleare di Fukushima e gli incendi che nel periodo estivo hanno provocato migliaia di incendi giganteschi, gli stessi che hanno bruciato milioni di ettari e il decesso di migliaia di civili.
Il 2023 è stato anche un anno segnato da diverse catastrofi naturali, in particolare il 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7.8 registrato in Turchia e in Siria ha provocato oltre 50mila vittime!!!
Abbiamo osservato come anche da noi si sia pagato il prezzo del cambiamento climatico con alluvioni, siccità, roghi, etc…
Ed infine, un pensiero particolare su quanto accaduto in questo nostro “civile” Paese, che ha contato nel 2023 ben 103 donne uccise; una serie costante di omicidi di donne da parte di partner, familiari, ma anche di persona conosciute e/o sconosciuta, tutti omicidi legati a un contesto con motivazione di genere…
A proposito di donne, il 2023 è stato anche un anno segnato dalle proteste delle donne in Iran, un Paese che punisce chi non indossa il velo e che non permette loro di accedere al proprio posto di lavoro, come a scuola o in ospedale. Una protesta che nonostante i pericoli e le restrizioni non si è mai assopita e continua a destabilizzare il regime, in particolare grazie alla sfida delle giovani generazioni, ragazzi e ragazze che chiedono a gran voce la piena libertà per tutte le donne iraniane, molte delle quali ancora barbaramente uccise…
Da quanto sopra avrete compreso come il 2023 non sia stato in fondo un anno di cui andare fieri, ben venga quindi questo 2024; auspico quindi che questo nuovo anno possa essere qualcosa di diverso e soprattutto migliore, già… quantomeno di cui andare fieri.
Concludo prendendo spunto da una frase che ho letto in queste ore sul web da parte di Greta Volpi: “E’ difficile non lasciarsi prendere dallo sconforto e pensare di essere troppo piccoli per cambiare un mondo così complesso. Nonostante questo, però, dobbiamo ricordarci che non siamo soli e soprattutto che non siamo solo individui, ma siamo una comunità ed è proprio la collettività che può portare un potente cambiamento. Io auguro a tutte e tutti di sentirsi parte di qualcosa di grande, come degli ingranaggi fondamentali di un sistema che porterà a migliorare il mondo, di aprire il proprio cuore alla consapevolezza e al dialogo, alla curiosità e alla profondità, rallentando un po’ i ritmi frenetici delle nostre vite e riconnettendosi a sé stessi, agli altri e alla natura.”

Per cui, Buon 2024 a tutti…

Non vi è pace, senza sicurezza!!!

Nonostante le violenti guette che si sono succedute negli anni (1948, 1956, 1967, 1973, 1982) il conflitto arabo-israeliano sembrava avere trovato una sospensione, non certo una stabilità decisiva, ma comunque qualcosa che sembrasse tale… 

Parlare di pace tra questi due popoli è quasi impossibile, anche se va ricordato quanto accaduto attraverso la missione “Jordanian-Israeli” in Bosnia, dove un’azione comune israelo-giordana è scesa in campo in aiuto dei musulmani bosniaci.

Già… una missione avviata dal re di Giordania Hussein che ha rappresentato il primo progetto umanitario congiunto tra Israele e uno stato arabo; difatti, entrando nello spazio aereo israeliano, il principe ereditario Hassan che guidava la delegazione giordana, ha stabilito un contatto radio con l’aereo israeliano per esprimere la sua gratitudine per la cooperazione tra gli ex nemici: “Voglio ringraziare i nostri amici sulle ali per questa missione congiunta israelo-giordana per assistere le vittime delle sofferenze in Bosnia“.

A seguirlo il ministro dell’Ambiente Yossi Sarid, capo della delegazione israeliana, affermò come quella missione avesse segnato l’inizio di una nuova era di cooperazione (invece che di guerra…) in Medio Oriente: “Questa è la prima iniziativa di aiuto umanitario arabo-israeliano, che di per sé ha un significato” – ha detto Sarid – “sono certo che il nuovo Medio Oriente saprà svolgere il suo ruolo in futuro e organizzare gli aiuti alle vittime delle guerre e delle catastrofi“. 

Due settimane dopo quell’accordo, i ministri degli Esteri di Israele, Giordania, Egitto e Marocco avevano rilasciato una dichiarazione congiunta in cui criticavano le Nazioni Unite per non essere state in grado di prendere provvedimenti per porre fine allo spargimento di sangue in Bosnia. 

Peraltro, l’allora ministro degli Esteri Shimon Peres, aveva paragonato i conflitti in Bosnia e quelli in Medio Oriente, affermando che la tragedia bosniaca aveva insegnato ai leader regionali le pericolose conseguenze del mancato raggiungimento della pace.

Ciò condusse infatti un anno dopo Israele e Giordania a firmare un accordo alla Casa Bianca per porre fine a decenni di guerra e spargimenti di sangue…  

Ed oggi a causa di quanto accaduto, la pace tra quei paesi sta per essere infranta, con il rischio che un ennesimo conflitto elimini di fatto tutti i progressi di pace fin qui compiuti… 

La verità è che sono ahimè tanti gli Stati a non voler la pace in quella regione medio orientale, difatti proprio questi Paesi fomentano in tutti modi la cultura dell’odio; essi infatti non si limitano a fomentare quella provocazione, ma sostengono finanziariamente talune fazioni terroristiche, affinchè grazie ad esse, si raggiungano le necessarie condizioni per alimentare ed estendere il conflitto, chè è proprio ciò che sta per accadere…  

Non si tratta quindi di essere pro israeliani o palestinesi, si tratta di provare a far convivere entrambi in un territorio difficile, certamente in maniera sicura e per far ciò, bisogna che ciascuno sappia mettere di lato le proprie ragioni, seppur legittime, provando così a far prevalere la ragione di ciascuno per raggiungere quella pace duratura, così tanto auspicata…  

C'è timore che il conflitto si allarghi? Ma la paura prevale…

Ora, molti di quei paesi arabi – da sempre ostili ad Israele – potrebbero pensare in maniera errata che il loro “nemico numero 1″ possa trovarsi in una condizione di estrema fragilità e che forse sarebbe il caso di sostenere Hamas e quindi attaccarla…

Credo che questo pensiero, potrebbe rappresentare per loro, il più grande errore… perchè si ritroverebbe a dover subire situazioni ancora più nefaste, vedasi quelle dell’ultima volta con la guerra dei sei giorni…

E difatti, osservando quanto sta accadendo, scopriamo come Paesi come Giordania, Egitto, Libano, ed anche ciò che resta della Siria, stanno in questo momento riflettendo in maniera ponderata sui rischi che un’eventuale entrata in guerra potrebbe  rappresentare…

Anche paesi come l’Iran si tengono alla larga, si vede dalla loro prima dichiarazione nella qual hanno smentito le frasi di sostegno ad hamas… ma anche altri paesi, attuali grandi fornitori di petrolio, si stanno muovendo con estrema cautela, provando a stringere inediti rapporti e dando forma a collaborazioni diplomatiche nuove…

Abbiamo letto della storica telefonata storica, tra il principe saudita Mohammed bin Salman e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, i Xue più potenti rappresentanti del mondo sciita e del mondo sunnita, un accordo voluto fortemente dalla Cina, per un nuovo medio oriente più stabile e meno conflittuale…

I due Paesi, fautori di un percorso di normalizzazione che ha riscontrato e riscontra tuttora numerose difficoltà – dovute alle profonde discrepanze presenti tra i due mondi religiosi che Iran e Arabia si portano dietro, ma anche alle visioni differenti sulla politica regionale – ora sembrano aver trovato un importante punto di incontro, un obiettivo comune: la protezione della causa palestinese. Nella chiamata di 45 minuti bin Salman e Raisi hanno parlato della “necessità di porre fine ai crimini di guerra contro la Palestina“. I due paesi, Iran e Arabia Saudita, proveranno ora a garantire i diritti dei palestinesi, ma soprattutto cercheranno di fermare l’aggressione e gli attacchi di Israele e quindi dell’odiato regime sionista… 

Vedrete… mai dichiarandolo apertamente, ma sostenendo finanziariamente quei gruppi come Hamas, Hezbollah e OLP o chiunque abbia necessità dal punto di vista logistico e militare, per combattere Israele in quei territori occupati, ma forse non solo in quelli…

Il conflitto sta per espandersi e credo che in pochi potranno limitarlo, non certo in tempi brevi e soprattutto, non prima che una grossa fetta di quei territori, un tempo occupati dai palestinesi, verranno annessi definitivamente ad Israele…

Ed infine, se qualcuno pensa che Israele possa essere un giorno sottomessa, dimentica che essi – anche se non è mai stato dichiarato ufficialmente dal governo di Tel Aviv – sono in possesso delle testate nucleari, se ne stimano almeno un centinaio e quindi ditemi, chi mai oggi potrebbe pensare realmente ad un attacco definitivo??? 

Certo, ora la guerra si protrarra per un bel po’ di anni, a noi tutti sembrerà qualcosa che non ci appartiene, lontano, ma non sarà così, verremo vivceversa coinvolti in pieno!!! Già… prepariamoci ad un lungo e arduo periodo di crisi!!!

Un muro di gomma: logge e massoneria!!!

Nel processo per rivelazione d’atti d’ufficio a carico di Davigo, l’aggiunta milanese Laura Pedio ha dato la sua versione dei fatti sul caso dei verbali consegnati da Storari al Csm: «Mandare quei verbali al Consiglio superiore che, nell’ipotesi di Amara, era l’organo che la Loggia segreta voleva condizionare, avrebbe significato distruggere l’indagine»

Prosegue a Brescia il processo contro l’ex consigliere del Csm, Piercamillo Davigo, imputato di rivelazione di segreto d’ufficio in merito ai verbali di Piero Amara sull’esistenza della presunta Loggia Ungheria.

Il processo, per cui Davigo ha scelto il rito ordinario con l’esatta intenzione di rendere pubblico il dibattimento, sta facendo emergere il quadro delle posizioni interne alla magistratura in una vicenda ramificata e complessa.

Da una parte Davigo e il pm milanese Paolo Storari, che gli ha consegnato i verbali per sollecitare un’accelerazione dell’inchiesta; dall’altra la procura di Milano con gli aggiunti Fabio de Pasquale e Laura Pedio che invece ritenevano di procedere in altro modo.

Fino ad oggi è emersa soprattutto la posizione di Storari e quella dei consiglieri del Csm, che hanno raccontato la loro versione dei fatti e il passaggio di mano dei verbali. Ora però, durante il processo, ha preso la parola come testimone l’aggiunta Laura Pedio, raccontando come la vicenda è stata vissuta dall’interno della procura meneghina.

Pedio ha parlato per circa un’ora e mezza nell’aula di Assise del tribunale di Brescia, presieduta dal giudice Roberto Spanò e ha raccontato il clima di quei mesi a cavallo tra il 2019 e il 2020.

Pedio ha spiegato perché nell’ufficio non era emersa alcuna intenzione di trasmettere i verbali al Csm, cosa che Storari invece ha fatto di sua iniziativa perché, secondo lui, l’inchiesta era ferma e si ritardavano le iscrizioni nel registro degli indagati.

«Perché mai avremmo dovuto trasmettere i verbali al Csm? Non c’era alcun motivo. Mandare quei verbali al Consiglio superiore che, nell’ipotesi di Amara, era l’organo che la Loggia segreta voleva condizionare, avrebbe significato distruggere l’indagine», è stata la versione di Pedio. 

Amara, infatti, aveva indicato alcuni componenti del Csm come possibili membri della loggia, oltre che numerosi magistrati. «Nessun collega era stato iscritto – ha spiegato Pedio con riferimento alla prassi che vuole il Csm a conoscenza dei giudici finiti sotto indagine – e nessuno è stato mai iscritto neppure dalla Procura di Perugia», infatti «c’erano 47 magistrati indicati come appartenenti alla Loggia eppure Perugia non ha iscritto nessuno, esattamente come non ha mai trasmesso durante la fase di indagine i verbali al Csm». E «anche quando quel Consiglio li ha chiesti, il procuratore Cantone ha opposto il segreto istruttorio».

L’ipotesi di Storari era che si ritardasse la partenza dell’indagine sui verbali per tutelare Amara, che era teste chiave nel processo Eni-Nigeria e una sua eventuale iscrizione nel registro degli indagati per calunnia ne avrebbe minato la credibilità.

Pedio, però, ha negato qualsiasi timore: «Erano dichiarazioni delicate in cui si faceva riferimento a più di cento persone delle più alte cariche dello Stato, civili e militari. Non ho una storia di timore nell’affrontare le indagini, quello che più mi preoccupava era che si trattava di dichiarazioni un po’ vaghe e quindi di capire se avessero contenuti per procedere alle iscrizioni. La natura delle dichiarazioni induceva a una prudenza tecnica».

Quanto al momento in cui il giornalista del Fatto Quotidiano Antonio Massari arriva in procura a consegnare la copia senza timbri dei verbali di Amara, che aveva ricevuto in plico anonimo, Pedio ha raccontato di essersi «molto spaventata e ho pensato che ci fosse stato un accesso abusivo al sistema informatico, l’ho chiesto a Storari, eravamo assieme, lui pensava che non ci fosse stato ma che fossero i verbali in pdf che erano stati modificati. Mi disse di non preoccuparmi, era convinto che quella circolazione fosse imputabile ad Amara o ad Armanna che in qualche modo se ne fossero appropriati».

Invece, come si scoprirà in seguito, i verbali erano gli stessi che Storari stesso aveva consegnato a Davigo e che poi vennero inviati anonimamente a due quotidiani e al togato del Csm, Nino Di Matteo. «Non ho mai sospettato di Storari all’epoca – ha detto Pedio – Abbiamo cominciato a chiederci chi li aveva, se nella stampante magari era rimasto qualcosa in memoria e se c’era stato un accesso abusivo».

Pedio ha anche risposto in proposito del “muro di gomma” che Storari aveva detto di aver trovato dentro la procura di Milano, quando aveva sollecitato di agire rispetto alle notizie contenute nei verbali di Amara. «Tutto il disappunto, il contrasto insanabile, il “muro di gomma” che Storari ha riferito sono venuti fuori dopo il 9 aprile 2021, quando è emerso che era stato lui ad aver consegnato i verbali e ha raccontato queste storie», con «spiegazioni date dopo che è partita l’indagine sulla consegna dei verbali».

Nella ricostruzione temporale, Pedio ha detto che la mail che Storari le ha mandato in cui predisponeva le iscrizioni sul registro degli indagati è «successiva alla consegna dei verbali a Davigo. E’ il primo, se vogliamo, riscontro documentabile che poteva esserci un contrasto». Tradotto: Storari si sarebbe mosso per manifestare l’intenzione di accelerare le indagini solo dopo aver dato i verbali a Davigo e non prima. «E’ possibile che, avendo consegnato i verbali, si sia sentito di dover fare pressioni maggiormente sulle iscrizioni nel registro degli indagati».

A causa della guerra si perde tutto, anche la dignità!!!

Glii effetti della guerra stanno provocando nei cittadini una vera e propria forma di panico…

Alcuni minuti fa le code dinnanzi ai rifornimenti di Gravina di Catania iniziavano dal Centro Commerciale “Katanè” e non parliamo dei supermercati, i cui alimentari dai banchi sono andati a ruba… 

Le persone sono talmente preoccupate da un’eventuale guerra che stanno reagendo in maniera folle, manifestando tutta una serie di comportamenti nevrotici… 

Secondo il sottoscritto tra le più scellerate azioni vi sono quelle compiute in questi giorni da taluni soggetti che hanno appaltato ad alcune imprese di costruzione la realizzazione di veri e propri bunker nei propri giardini, come se l’eventuali radiazioni dovute allo scoppio di ordigni nucleare, possa proteggerli da quella assurda prospettiva di vita, paragonabile nei fatti a quella dei ratti…

Certo comprendo quanto le scene a cui ogni sera assistiamo, sulla crudeltà dell guerra e sulle atrocità nei confronti dei bambini stiano facendo preoccupare molti, ma credere che facendo scorte alimentari, carburanti ed altri fantasiose accorgimenti si possa salvarsi è quanto di più assurdo si possa credere…

Che vi sia una in questo momento una guerra è certamente qualcosa che nessuno avrebbe voluto, ma purtroppo mentre la maggior parte dei cittadini del nostro paese perdeva il proprio tempo dietro a social, chat, trasmissioni banali come “Il grande fratello”  o trascorrendo le proprie ore ad osservare video sorridenti su “Tik Tok”, il mondo era andato avanti, in particolare in quell’area del Mar nero e dei balcani, dove in questi anni, qualcuno (la Nato e i suoi alleati…) hanno avuto la folle idea di mettersi a fare esercitazioni militari, provando a manifestare con quelle azioni la propria forza militare, ma provocando di fatto nella parte avversa, in questo caso la Russia, la reazione a cui ora stiamo assistendo…

Sì… è piaciuto fare la voce grossa,  mostrare i muscoli??? Beh, queste sono le conseguenze di quei giochi di potere, follie strategiche politico/militari che per ragioni a noi sconosciute, conducono alle circostanze di ora e incertezza per il futuro, acui nessuno è in grado di dare risposte e ancor meno prospettive sulle sue evoluzioni…

Si tratta solo si sperare, sì… sperare che questa guerra fratricida si concluda al più presto, che il Presidente Putin arresti questa guerra e mi dispiace dirlo, ma forse anche l’Ucraina, ancor prima il suo Presidente, avrebbe dovuto riflettere nell’accetare una tregua o quantomeno valutare alcune di quelle condizioni imposte che  hanno condotto quel paese ald una guerra a alla sua possibile distruzione totale, perché se continua così finirà che di quello Stato non resterà più nulla, se non che verrà nuovamente inghiottito all’interno della Russia, con il benestare più o meno accettato da tutto il mondo!!!

Si… vero, ci sono le sanzioni poste in atto, ma guardate a cosa hanno portato: aumenti del gas, carburanti, mancate forniture di materie prime, tutteprovenienti da quel paese ex sovietico, ed anche la chiusura totale con il nostro paese di tutti i rapporti commerciali, con il relativo blocco quindi delle nostre esportazioni verso la Russia!!!

Ma quanto pensate che possiamo resistere in queste condizioni??? Si certo qualcuno (in particolare tra i nostri esponenti politici…) auspica che quel paese entri presto in profonda recessione e noi…??? Gia noi, come pensate che possiamo sopravvivere senza più materie prime e senza l’appoggio di quello Stato a cui non dimentichiamo dobbiamo storicamente dire grazie…    

Le guerre si sa sono  assurde, ma lo sono ancor di più i loro interpreti o dovrei dire chi dietro di loro ha interessi economici/finanziari, perchè la storia insegna che sono gli industriali a fomentare le guerre, gli stessi che continuano ad arricchirsi ancor più di quanto già non lo siano…

Ma d’altronde a pagarne le conseguenza sono sempre i civili, con i loro feriti e purtoppi con i numerosi morti, a cui si sommano tutti quei militari obbligati a combattere, che si ritrovano ahimè costretti per ragioni di Stato cui nemmeno credono, le stesse che, non solo li cambierà profondamente trasformandoli in automi, ma che cancellerà in ciascuno di essi la proprie identità!!!

In guerra mi facevano più impressione i vivi, che i morti. I morti mi sembravano dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li guardavo come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, avevano questo terribile vuoto negli occhi: erano esseri umani che avevano guardato oltre la pazzia, e ora vivevano abbracciati alla morte” (Nicolai Lilin)

Il mondo è ormai una polveriera…

Il mondo è ormai una polveriera…
Conflitti, guerre civili, fondamentalismi, emigrazione di popoli, lingue e fedi diverse che si vanno trasferendo in nuovi territori trapiantando quelle proprie tradizioni…
Una terra ormai insanguinata ed una economia satura… che rischia di soccombere!!!
Ovunque dolore… dai confini di terra ai tratti di mare… profughi, feriti e morti…
Non basta la diplomazia, come a nulla sono serviti i raid militari… anzi tutti questi attacchi aerei e di terra, colpendo purtroppo anche le popolazioni civile, non hanno fatto altro che propagandare quell’ulteriore odio… verso i paesi che stanno partecipando al conflitto… 
Sono tutte ragioni che spingono ulteriori pretesti per espandere il conflitto, servono a creare quella scintilla, futura propensione di nuovi atti terroristici…
E’ come gettare benzina sul fuoco… serve ad alimentare lo scontro… perché nessuno realmente vuole la pace!!!
Ormai i morti non si contano più… centinaia di migliaia che vanno ad estendere il carico di vittime umane… e di tutto ciò, non si tiene il conto delle provocazioni fisiche e intimidatorie, che stanno perpetrando ulteriori tensioni e timori, tra le popolazioni inermi…
Nulla centra il fanatismo religioso, non si tratta di uno scontro tra oriente e occidente o tra culture, nessuna interpretazione o valutazione degli insegnamenti dei propri profeti… qui lo scontro è politico/economico e serve a tutti… a quanti tentano di espandere il proprio territorio e di conseguenza il potere finanziario e a coloro che con le guerre si arricchiscono sempre di più… in particolare quegli industriali dei paesi tecnologicamente più avanzati, che hanno necessità soprattutto di rinnovare il proprio patrimonio bellico…    
Nel mezzo c’è chi, come Papa Francesco, che tenta di trovare una soluzione e viaggiando da una parte ad un’altra del mondo, tesse quei contatti… affinché si realizzi una pace duratura.
Gli scontri sono ovunque… in Asia come in Africa, in Europa come in America… violenze che ispirano altre violenze…
Attentati, aggressioni, uccisioni, un crescente aumento d’instabilità che produce allarme sociale… crea panico e preoccupazione tra i nostri giovani che non hanno mai vissuto situazioni così gravi…
Di contro vi sono altri giovani che s’immolano verso questo nuovo fanatismo, provano addestrandosi a diventare i nuovi martiri, terroristi per una causa ideologica che di fatto… non esiste!!!
Ma sangue chiama sangue… ed è così che in molti ora iniziano a parlare di guerra giusta… una nuova crociata verso questi cosiddetti infedeli… da una parte e dall’altra…
Ci si macchia così del più feroce crimine dell’umanità… l’uccisione di un’altro essere umano per soddisfare i propri bisogni o meglio quelli del potere!!!
Il mondo è ormai pronto a scoppiare… 
Sullo sfondo vi è una deflazione economica e un aumento della disoccupazione… che sommato alla costante invasione di quelle popolazioni in fuga… da quei territori in guerra, ecco che s’inizia a prospettare soprattutto qui in Europa, lo spettro del razzismo!!!
S’innalzano barriere artificiali, alcuni Stati stanno già rimpatriando con voli charter quanti sono giunti in questi anni nei loro territori… vengono bocciate le domande d’asilo e si cominciano ad avere rapporti meno tolleranti verso quanti risultano diversi da loro…
Meno di un secolo fa ci eravamo liberati del fascismo e del nazismo, ed ora purtroppo siamo qui ad osservare in diretta tv, una recrudescenza che mette in mostra metodologie atroci e disumani… manifestazioni feroci ben conosciute… che hanno determinato quella ideologia nota come… genocidio!!!
Non c’è più tempo di discutere… bisogna fare presto affinché non si giunga ad una ennesima guerra mondiale… 

Venti di guerra… a chi serve questo caos nel mondo???

Il mondo è ridotto ad una polveriera, ed ormai evidente che in quasi tutti i continenti si sta combattendo… e dove non c’è una vera e propria guerra, sono presenti manifestazioni di ribellioni che sono soltanto il primo passo ad una prossima guerra civile…

Abbiamo assistito in questi anni a quanto accaduto nei paesi del nord Africa in particolare con ciò che è successo in Libia con l’uccisione di Gheddafi e proseguendo con l’attuale guerra civile in Siria contro Assad…
Abbiamo seguito in diretta il tentativo dei separatisti ucraini appoggiati dalle forze armate russe di Putin, fino a pochi mesi fa, quando finalmente il governo Ucraino ed i separatisti hanno deciso un cessate il fuoco, anche se purtroppo ancora oggi nella cittadina di Donetsk sono presenti delle avvisaglie…, comunque il parlamento ucraino ha approvato nuove leggi per concedere maggiore autonomia ai ribelli a cui e soprattutto ha emanato l’amnistia per molti separatisti di matrice Russa…

E’ cosa dire dell’estensione del conflitto medio-orientale in Afganistan che si sta sempre più espandendo verso gli altri stati limitrofi come l’Iraq ed il Pakistan…

Anche nella penisola arabica le tensioni non diminuiscono anzi proprio in Yemen le azioni di Al-Qaeda hanno ripreso con l’escalation di violenza… 
Parlare del conflitto israeliano-palestinese è ormai avvenimento quotidiano a cui forse difficilmente si potrà mai trovare una soluzione… come ormai sappiamo, gli omicidi di tre ragazzi israeliani ed uno palestinese quest’estate hanno riacceso nuovamente gli scontri nei territori palestinesi, hanno permesso di far precipitare l’area in un confronto militare tra l’esercito israeliano ed il gruppo di fuoco Hamas…
Nel solo mese di agosto di quest’anno, in violazione al cessate il fuoco imposto nel 2012, Hamas ha sparato quasi tremila razzi contro Israele…
Per rappresaglia, Israele ha lanciato attacchi aerei e colpito a Gaza con razzi, presunti obiettivi terroristici a Gaza, come sempre purtroppo poi… sono i civili ad andarci nel mezzo… 
Ora anche la popolazione Curda è entrata in conflitto a causa dell’avanzamento del gruppo ISIS sul confine siriano-turco, assalendo un villaggio curdo in Siria, nonostante gli attacchi aerei dei Siriani…
I militanti curdi hanno manifestato il fallimento del sostegno turco, per aiutare a recuperare la città colpita… e che proprio l’inatteso mancato appoggio su terra della Turchia, sta per minacciare i futuri colloqui di pace tra lo Stato turco e il partito del Kurdistan…
L’ ISIS ha intanto preso il controllo di una città nella provincia di Anbar e finora i morti contati negli scontri sommano a circa cinquecento…
Inoltre nella regione di Nagorno-Karabakh, è iniziata una contesa tra Armenia e Azerbaigian con la ripresa delle ostilità, che ha portato ad una crescente militarizzazione ed a violazioni frequenti del cessate il fuoco…  

Di questi mesi la ribellioni dei cittadini di Honk Kong, e di una nuova tensione tra Giappone e Cina per le isole Senkaku Diaoyu, senza mai dimenticare quella Corea del Nord sempre pronta a voler iniziare una guerra termonucleare…

Se poi aggiungiamo che anche nei paesi confinanti quali la Thailandia, Bangladesh e in Myanmar, vi sono forti momenti d’instabilità e di violenza…, capite bene come tutta l’area del Sud-Est asiatico sia una bomba ad orologeria…
Restano “calde” molte aree dell’Africa in particolare nel sud del Sudan, in Egitto, in Somalia, nella Repubblica Centro Africana, in Nigeria, nel Mali e nel Congo… 
E’ cosa dire del Venezuela, un paese che sta conoscendo tensioni sociali interne, pronte a sfociare in un conflitto civile…
Tutti gli sforzi di mediazione, stanno risultando inutili ed il caos assoluto è generalizzato ovunque… portando i problemi internazionali proprio dietro casa nostra…
Non dobbiamo dimenticarci che oggi… non è soltanto l’ebola a farci paura… ma sono i gruppi terroristici che, infiltrandosi tra quei poveri immigranti, stanno ricreando nuovi basi nel ns. paese…
Qualcuno cerca di diminuire la portata che può avere oggi la mancanza di una protezione dal terrorismo islamico, com’era quella realizzata dall’ex leader Gheddafi… oggi soltanto a poche centinaia di chilometri, c’è la possibilità di trafficare non soltanto in uomini, ma soprattutto in armi che poi, con l’appoggio della criminalità organizzata, potranno proseguire verso il nord Italia e verso tutta l’europa…
Non bisogna inoltre dimenticare che, il defunto leader Gheddafi aveva preparato un progetto nel quale prevedeva una Banca Centrale degli Investimenti con sede in Libia, che aveva lo scopo di diffondere in tutta l’Africa una modernizzazione infrastrutturale…
Lo scopo era quello di realizzare gli Stati Uniti d’Africa, un meraviglioso lungimirante progetto che mirava alla costituzione di un unione politica ed economica, con lo scopo di poter utilizzare le immense risorse del continente a vantaggio dei popoli che lo abitano… un vero riscatto dopo centinaia di anni di sfruttamento e umiliazioni…
Si capisce quindi perché, a differenza di quanto noi semplici uomini della strada pensiamo, questo aumento di tensione mondiale non sia del tutto involontario, ma anzi rappresenta perfettamente un disegno prestabilito nei poteri forti mondiali… di cui noi non veniamo portati a conoscenza e soprattutto continuiamo a restare ignari spettatori…
Sono in tanti oggi però a credere, che le guerre sono necessarie… ad iniziarsi per contrastare il sopra-affollamento, inoltre perché la terrà oggi inizia a non essere più nelle condizioni di produrre quanto abbiamo bisogno, perché le necessità energetiche stanno diminuendo in modo drastico, perché i rifiuti tossici stanno inquinando i nostri mari e le falde acquifere, perché l’ecosistema marino sta divenendo sempre più instabile con cambiamenti e traslazioni visibili della fauna marina, perché l’aumento delle temperatura a causa dei gas prodotti in particolare il CO2, sta alterando la nostra atmosfera aumentando sempre più quell’effetto serra, così tanto pericoloso…
E’ evidente quindi che per molti le guerre sono necessarie… in particolare per quei pochi iscritti nella lista dei miliardari, proprietari di società dalle quali escono la stra.maggioranza delle armi mondiali sulla terrà, veri e propri produttori di armi minute quali pistole, fucili, mitragliatori e le tanto criminali mine anti-uomo,  fino a giungere a grandi armamenti quali carri armati, aerei, navi, sommergibili, ecc… fino a vere e proprie piattaforme missilistiche…
Tutte armi che ovviamente ( lì sta proprio la loro furbata… ) vengono vendute ai rispettivi antagonisti… siano essi Stati o gruppi terroristici, siano esse forze armate regolari o associazioni criminali… per loro l’importante è vendere… per guadagnare… per fare profitto sulla pelle degli altri!!!
Finché l’uomo resta un animale, vive per il combattimento, a spese degli altri, teme e odia il prossimo. − La vita, quindi, è guerra.
Hermann Hesse, Guerra e pace.