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Carichi pendenti e casellari: l’altra faccia del successo in Sicilia!

Dott. Costanzo, buonasera.

Ho letto ieri sera il suo interessante articolo e ho deciso di scriverle per condividere una riflessione che, credo, possa ampliare il dibattito. Lei tocca un tema cruciale: il problema di questa terra non è più soltanto quello di denunciare, ma quello di far giungere le denunce nelle mani giuste, ammesso che ne esistano ancora di realmente affidabili.

Chi, come me, vive questa terra, percepisce ogni giorno il peso di un sistema che, lungi dal favorire la trasparenza e la legalità, sembra voler avvolgere tutto in una cortina di inefficienza e indifferenza. 

La White list, che dovrebbe rappresentare un argine contro le infiltrazioni mafiose nelle imprese, rischia paradossalmente di includere chi di quell’odore non si è mai liberato. E non è solo la Prefettura a destare preoccupazione: anche la Procura, spesso, sembra restare in silenzio, lasciando che i nodi si stringano sempre di più attorno a una cittadinanza già sfiduciata.

Ma c’è un punto ancor più dolente: la percezione diffusa che, ormai, in pochi siano rimasti disposti a combattere. Quanti cittadini, davvero, sono pronti a fare la propria parte? Quanti, al contrario, scelgono la via più comoda: quella dell’indifferenza, o peggio, della complicità con un sistema corrotto e corruttivo?

Le attuali normative, anziché incentivare la denuncia, spesso agiscono come un muro scoraggiante.

Burocrazia interminabile, tempi infiniti per ottenere una giustizia che, troppo spesso, arriva tardi – ammesso che arrivi – e una società che sembra non saper distinguere più tra vittima e colpevole: tutto questo porta molti a ritrarsi, a desistere, a lasciar perdere.

Mi verrebbe da dire che in Sicilia, i carichi pendenti e i casellari giudiziari “positivi”, fanno curriculum!!!

A questo si aggiunge una desolante constatazione: troppi preferiscono non vedere, girarsi dall’altra parte, accettare quel compromesso che, seppur piccolo, contribuisce ad alimentare un sistema marcio. Il senso civico si svuota e il cittadino, che dovrebbe essere il pilastro della società, si trasforma in un ingranaggio di un meccanismo corrotto.

La domanda, allora, è una sola: possiamo ancora parlare di una speranza di riscatto per questa terra? Esistono ancora quelle “mani giuste” a cui affidare le nostre denunce? La risposta, forse, è sepolta nel coraggio di pochi che, nonostante tutto, continuano a combattere.

Questo è un richiamo, non solo a chi ha il potere di agire nelle istituzioni, ma a tutti noi: cittadini, professionisti, genitori. 

Recuperare il senso del dovere, ricostruire la fiducia, e soprattutto scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta – anche quando sembra non servire a nulla. Perché solo così possiamo sperare di riaccendere una scintilla in un contesto che sembra aver spento ogni luce.

Lettera firmata

RISPOSTA:
Gentile lettore, la ringrazio di cuore per il suo intervento. Le sue parole, lucide e incisive, non solo arricchiscono il dibattito, ma evidenziano con forza quei nodi critici che troppo spesso rimangono in ombra.

Condivido pienamente la sua analisi: il problema non è più solo denunciare, ma far sì che le denunce arrivino nelle mani giuste, in un contesto dove la sfiducia nelle istituzioni sembra aver scavato un solco sempre più profondo. La sua osservazione sulla White list e sulla latitanza della giustizia è un promemoria doloroso ma necessario: le norme, anziché proteggere, talvolta scoraggiano chi avrebbe il coraggio di esporsi.

Le sue riflessioni sull’indifferenza e sul senso civico sono un richiamo che dovremmo fare nostro ogni giorno. 

Non possiamo più permettere che l’abitudine al compromesso e la rassegnazione prendano il sopravvento.

Mi auguro che voci come la sua possano continuare a farsi sentire e, in qualche modo, ispirare altri a non arrendersi, perché solo con il contributo di cittadini come lei, come me, determinati e disposti a fare la propria parte, che possiamo sperare in un futuro diverso per questa terra.

Quindi, grazie ancora per aver condiviso nel mio blog questo suo pensiero.

Mi permetta di riprendere una sua frase che mi ha particolarmente colpito, quella sul “riaccendere una scintilla“. Da sempre, una riflessione accompagna il mio percorso di vita: chi, nel corso della sua vita, è riuscito ad accendere anche solo una luce, nell’ora più buia di qualcun altro, non è vissuto invano.

Concludo salutandola, con l’auspicio di ricevere presto altri suoi preziosi contributi.

Nicola Costanzo

A Catania cresce l’ombra delle aziende in “odor di mafia”: l'estorsione regna, la denuncia manca!!!

Il fenomeno delle aziende controllate dalla mafia è una realtà sempre più preoccupante nella nostra Sicilia, e in particolare a Catania. Un territorio dove il crimine organizzato non si limita più alle attività illecite tradizionali, ma penetra sempre più profondamente nel tessuto economico legale.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi dell’associazione artigiani e piccole imprese, il volume d’affari annuo delle mafie italiane si attesta attorno ai 40 miliardi di euro. Una cifra impressionante che collocherebbe l’industria del crimine al quarto posto in una ipotetica classifica nazionale, subito dopo colossi come Eni (93,7 miliardi), Enel (92,9 miliardi) e il Gestore dei servizi energetici (55,1 miliardi). Eppure, tale stima è ritenuta sottostimata, poiché non include i proventi derivanti dall’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.

Le attività criminali tradizionali, come il narcotraffico, il traffico di armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, l’usura e la prostituzione, continuano a generare profitti ingenti. A queste si aggiungono le infiltrazioni negli appalti pubblici e la gestione opaca delle aziende. 

In Sicilia, oltre 13.000 attività sono considerate a rischio di infiltrazione mafiosa. La situazione è allarmante: secondo recenti analisi, ben il 99% delle imprese locali risulterebbe in qualche modo controllato o condizionato dalle organizzazioni criminali. Chi non si adegua a questo sistema raramente riesce a operare, soprattutto nel settore pubblico o nei grandi appalti, spesso gestiti da “General contractor” legati a società del Nord Italia, ma comunque sotto l’egida mafiosa.

Controlli inefficaci e il fallimento della legalità formale.

Il sistema di controlli, incluso quello delle Prefetture (White list) si rivela inefficace. Basta analizzare le liste delle imprese coinvolte per scoprire come molte di queste, o i loro reali proprietari, abbiano alle spalle procedimenti penali o condanne. Nonostante ciò, queste aziende continuano a operare indisturbate, protette da una rete di connivenze e inefficienze. Si sottoscrivono Protocolli di legalità, si firmano accordi, ma tutto questo rimane sulla carta.

Nel frattempo, sotto gli occhi di tutti, prosperano sistemi fraudolenti resi possibili dalla complicità di funzionari pubblici disonesti. Questi, in cambio di mazzette, chiudono un occhio o facilitano pratiche illecite, garantendo così la perpetuazione del sistema mafioso.

Lavoro nero e violazione delle norme: l’altra faccia del problema.

Un altro aspetto cruciale è il dilagare del lavoro nero e delle pratiche irregolari. Nei cantieri e nelle aziende mancano spesso le minime condizioni di sicurezza, e i processi di qualità e rispetto per l’ambiente vengono sistematicamente ignorati. Tutto questo avviene con la tacita accettazione di una società ormai assuefatta alla corruzione e alla complicità diffusa.

La corruzione: il vero cancro della Sicilia.

Viviamo in una terra contaminata dalla corruzione sistemica, dove molti preferiscono chiudere entrambi gli occhi pur di ottenere un tornaconto personale: una raccomandazione, un posto di lavoro per un familiare, un favore da parte del politico di turno. 

In questo contesto, i valori della legalità e della dignità vengono calpestati, e chi cerca di denunciare o far emergere le verità scomode – come il sottoscritto – si ritrova ahimè isolato, criticato e persino intimidito (senza però ottenere alcun risultato concreto…).

La battaglia per la legalità deve continuare!!!

La situazione è complessa, ma non possiamo rassegnarci. La lotta contro l’illegalità passa anche attraverso la denuncia, la sensibilizzazione e la costruzione di una coscienza collettiva che non tolleri più compromessi. Solo con un impegno condiviso e coraggioso potremo sperare di cambiare davvero le cose.

Catania, come tutta la Sicilia, merita di essere liberata da questa piaga, ma sta a noi cittadini, ognuno nel proprio ruolo, fare la differenza e non cedere mai alla paura e ancor meno all’indifferenza generale.

Incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati.

Ogni giorno nei Tg nazionali ascoltiamo su inchieste giudiziarie che evidenziano come la criminalità organizzata sia su gran parte del territorio nazionale riuscita a penetrare nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese, viceversa da noi in Sicilia –la regione che ha ricevuto i maggiori fondi del PNRR – non si evidenzia alcun rischio di pervasività in tutti quei grandi progetti attualmente in corso… 

E’ dire che sia gli investigatori che i procuratori hanno avvisato di tenere la guardia alta perchè da quando sono iniziati ad arrivare quei fondi dall’Europa per realizzare i cantieri miliardari previsti nel Pnrr,  la mafia siciliana ha preferito dirottare quelle proprie metodologie puntando sul business invece che continuare ad utilizzare la lupara…

Difatti, malgrado l’assenza di capi mafia “stabili”, già… secondo il sottoscritto (da sempre attento alle evoluzioni di quell’associazione criminale) la cattura di Messina Denaro, ha rappresentato per quell’organizzazione una fase di transizione che sta ora determinando, nelle varie “famiglie” mafiose, una forma di consorteria, dove ciascuna di esse ha preso il comando della provincia cui fa riferimento, senza mettersi di traverso o intralciare il business delle altre (famiglie) presenti… 

In questo contesto non vi è più un soggetto al di sopra delle parti, ma tutti comandano in egual modo all’interno della propria provincia ed hanno – sempre secondo l’opinione del sottoscritto – concordato una forma di pax, tale da non infastidirsi, ma viceversa provando a collaborare… spartendosi il territorio e soprattutto gli appalti che stanno attraversando l’intera isola…

Certo, le attività criminali più remunerative, quelle cioè che portano maggiori utili come il traffico di stupefacenti, usura, estorsione, gioco d’azzardo, etc… continueranno a sopravvivere, in quanto vengono utilizzate per mantenere i costi della manovalanza e tutte quelle famiglie che necessitano mensilmente di un’entrata; viceversa i capi di quelle province, cui fanno riferimento le famiglie al suo interno, hanno preferito modificare quelle “tenaci” strategie adottate nel passato per giungere ora a nuove coercizioni, certamente più “soft”, già… attraverso  l’imposizione delle forniture richieste dal mercato e/o nelle prestazioni da eseguirsi nei vari appalti…

Non si tratta quindi per come accadeva un tempo d’imporre il “pizzo”, no… quella forma di estorsione ora non viene più compiuta o quantomeno non si realizza nelle opere affidate a “General Contractor” monitorate da “Protocolli di legalità”, “whitelist” e quant’altro, intese che come ben sappiamo vengono compiute a prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e dei relativi subcontratti; ed allora visti gli ostacoli, ecco che si è pensato di bypassati quei controlli con strategie velate, quali ad esempio l’aumento improvviso dei prezzi delle forniture, l’uso indiscriminato dei noleggi, ma anche l’imposizione di talune imprese che si sono trovate ad essere le uniche disponibili ad effettuare quei contratti d’appalto e/o subappalto, visto che la maggior parte delle altre imprese concorrenti, contattate dai Committenti, hanno preferito rinuciare…

D’altronde quest’ultime sanno bene di poter contare su altri e ben più numerosi appalti pubblici negli Enti Locali e difatti, attraverso quell’ormai collaudato meccanismo d’infiltrazione, operano cercando d’intervenire sulle gare pubbliche al momento della stesura del bando e avvalendosi di “infedeli” funzionari e di tecnici: ove  nel caso ciò non riuscisse, si ricorrerà ad altre forme di pressione sugli affidatari dell’appalto, al fine di ottenere così la cessione dei servizi connessi…

Il sistema è così perfetto da ritenersi concluso ancor prima di iniziare e le attività più significative e redditizie restano così di fatto in mano alla criminalità anche se poi quest’ultime, formalmente intestate o per meglio dire gestite dalle solite “teste di legno” risultano, agli occhi delle Prefetture, incredibilmente “limpide”; ma la realtà è che parliamo di società che operano come vere e proprie diramazioni di “cosa nostra“, utilizzate non solo epr infettare il mercato legale, ma tutto il sistema sociale, già… attraverso l’apertura di nuove e differenti attività grazie a investimenti propri, derivati dal riciclaggio di denaro e dall’evasione fiscale.

Ovviamente sospetti – da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ce ne sono tanti, ma quelle imprese affililiate (ben informate da qualcuno che opera all’interno delle istituzioni) quando sentono odor di provvedimenti giudiziari di sequestre, cambiano celermente riferimenti ed a volte anche proprietà, affinchè quei programmati interventi delle forze istituzioni, si dimostrano alla fine del tutto fallaci!!!..

Sì… è veramente incantevole osservare come in Sicilia i principi di legalità vengano ovunque rispettati… 

Ci sarà pure un modo per far sì che non si giunga sempre dopo anni (e aggiungerei tanti "danni"…) ai provvedimenti di sequestro e/o confisca???

Già… leggo costantemente (come peraltro ciascuno di voi…) delle indagini compiute dalle varie “Direzioni Investigativa Antimafia” e dei provvedimenti emessi dai Tribunali con i quali vengono disposti sequestri e/o confisce di patrimoni mobiliari e immobiliari a gruppi operanti nei più svariati settori imprenditoriali, ma ciò che non riesco a comprendere e perché bisogna attendere anni ed anni, quando basterebbe attendere semplicemente la presentazione del primo bilancio, dal quale viene evidenziata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria di quella Società con riferimento all’intero esercizio…  

Comprendere cioè in quali modi, taluni “anonimi” personaggi, siano riusciti in pochi anni – senza evidenziare di possedere alcuna propria capacità talentuosa ad esempio a modello “Elon Musk” o ancor meno, non avendo alcun legame con famiglie importanti e direi ricchissime come ad esempio quella dei “Rothschild” – per diventare in così breve tempo… milionari!!!

Viene spontaneo quindi chiedersi: quali fattori hanno determinato che questi individui siano riusciti ad arricchirsi? 

Certo può essere che la sorte abbia avuto un ruolo importante, già… più grande di quanto ci si aspettava, ad esempio si potrebbe aver vinto al superenalotto e invece di trasferirsi a Montecarlo o ai caraibi, preferibilmente nelle Antille Francesi, per vivere in maniera lussuosa e agiata, si sia preferito sfruttare quel fortuna economica per investirla nella propria regione (con tutte le problematiche presenti che ben conosciamo…) oppure far sì che si sia voluto compiere qualcosa di caritatevole per i propri conterranei,  rendendo così quella propria terra non solo migliore ma anche più giusta…

Ed allora perché attendere anni per scoprire quali intrecci siano stati compiuti per realizzate quelle attività (gestite solitamente dai familiari…) utilizzate come osserviamo, nei settori esposti a maggior rischio di infiltrazione mafiosa, tanto da dover richiedere per poter operare quel requisito obbligatorio (attinente alla moralità dell’impresa) dell’iscrizione alla ben nota “white list“???

Ed allora permettetemi di riepilogare; i clan delle organizzazione che comandano su una determinata regione e/o su un particolare territorio sono a conoscenza di tutti, difatti si conoscono da sempre gli esponenti storici (e aggiungerei quanti a loro “contrapposti”), i propri familiari, parenti, affini, ma anche i nomi di quegli imprenditori affiliati e delle loro “teste di legno” che come si sa… si prestano a quei rapporti fiduciari, altresì si conoscono i nomi di quei professionisti esterni, gli stessi che in più un’occasione si sono offerti in consulenze particolari, già… per dar una mano allo svolgimento di quei traffici illeciti.

Ma la lista potrebbe continuare, sì. .. inserendo una serie di individui che in maniera disgiunta e in quel precario equilibrio tra legalità e illegalità, opera (quando ufficialmente ingaggiati…) a far sì che quei loro clienti non vengano – causa accertamenti e/ ispezioni della magistratura – danneggiati!!! 

Ed allora, senza volermi sostituire a molti miei amici – esperti contabili – posso dire comuque di possedere una minima conoscenza delle attuali normative fiscali e tributarie, tali da intuire ad una prima lettura dei bilanci societari (cui si sommano naturalmente i movimenti bancari e gestionali) a quali situazioni critiche essi sono carenti, mi riferisco a tutte quelle circostanze che vanno oltre l’ambito corretto della fiscalità e della gestione finanziaria.

Tra l’altro a conferma di quanto sopra, permettetemi di riallacciarmi ad una mio ultimo esposto presentato dopo un’attenta verifica gestionale, economica e patrimoniale, compiuta in un periodo di oltre tre anni; quest’ultimo ha difatti condotto gli investigatori della PG di Messina (di cui non posso che eloggiarne la professionalità…) a confermare quanto da me relazionato e soprattutto le indagini condotte hanno portato al rinvio a giudizio di quell’Amministratore, di cui a breve si attende l’ufficialità della sentenza!!! 

Comunque, tralasciando queste mie personali critiche, già… come ripeto spesso, l’importante – in un modo o in un altro – è giungere sempre ad una definzione, sì… della giustizia, senza lasciare che tutto procedi per come in molti viceversa vorrebbero!!!

I controlli in Sicilia vengono compiutì a chi è in regola, viceversa chi non lo è, continua tranquillamente a operare nella totale illegalità!!!

E si… perché da quegli uffici istituzionali attendono sempre che ci sia qualcuno che si presenti a denunciare, altrimenti loro – da quei comodi locali ben refrigerati – non si muovono minimamente!!!

Mi dispiace, ma le cose vanno dette per come sono, senza alcuna ipocrisia, perché so bene come in questa regione, in particolare nel territorio della mia provincia che meglio di altri conosco alla perfezione, quei necessari controlli per contrastare il malaffare, vengono svolti in modo del tutto saltuario e il più delle volte perché appositamente richiesti proprio da coloro che pagano, sì… da  quei “prenditori” (poichè certamente “imprenditori” non possono esser definiti, in quanto molti di essi sono eguali alla foto allegata), gli stessi che mensilmente alimentano chi di dovere, affinchè non si abbia – in quel loro settore – una leale concorrenza!!!

Ed allora ecco una serie di soggetti “collusi” che si offrono per quelle particolari occasioni, non quindi per svolgere il proprio incarico in maniera professionale e direi soprattutto in modo leale, ma per offrirsi spontaneamente per compiere quei controlli dove di fatto non servono, dove si sa già di avere in quei luoghi “attenzionati” una presenza di legalità e di trasparenza, mi riferisco a società che provano in tutti i modi (in una terra infetta…)  a restare slegati da quelle abituali coercizioni e prevaricazioni, provano quindi a non piegarsi, ma ahimè tutto ciò non basta…

Già… perché alcuni sleali dirigenti, funzionari, uomini delle istituzioni e ahimè anche uomini delle forze dell’ordine, sono lì – già… dove “gentilmente” richiesto, per far cosa??? Semplice… controllare, mentre viceversa quei controlli dovrebbero esser indirizzati in altre (corrette) ispezioni!!!

Ed allora, ecco che “inspiegabilmente“, proprio questi soggetti si girano dall’altro lato, non vedono ( o dovre dire non vogliono vedere, già… siamo in presenza dell’elefante nella stanza…) quanto evidente a chiunque… anche a noi cittadini!!!

Ma se provate a chiedete loro, beh… vi risponderanno sempre nella stessa maniera: ah… ma non sapevamo, nessuno ci aveva informato, ma perché non ci avete avvisato prima???

Ma per favore… anche i muli che passano da quell’area sanno cosa sta accadendo e questi incaricati pubblici (in quanto da noi tutti retribuiti) dello Stato, dicono di non sapere…

La verità è che pensano di prenderci per il culo, già…dimenticano quanto semplice possa esser per ciascuno di noi sputtanarli; già… perché lo si può fare pubblicamente sui social, pubblicando i loro nomi e cognomi, le funzione e gli incarichi svolti all’interno di quel loro settore pubblico, il tutto accompagnato con un bel video su “Tik Tok“, seguito ovviamente da un esposto in Procura e chissà, anche a qualche Associazione di legalità!!!

Perchè soltanto così si può levare questo letamaio dalla nostra terra, perchè i primi che debbono esser colpiti non sono i soliti criminali o quei cosiddetti mafiosi, no… sono questi soggetti collusi – infidi e schifosi – che debbono essere evidenziati, in quanto sono proprio loro che vengono mensilmente foraggiati da quanti vivono d’illegalità!!!

E’ dire che si sa tutto, ci sono le intercettazioni che dimostrano quanto sopra, eppure non si è in grado di eliminare questo marciume che fa sì che le imprese illegali operino attraverso procedure di controllo “white list” ridicole, viceversa, chi fa di tutto per seguire correttamente i principi di legalità, si ritrova incredibilmente proprio quegli “uomini dello stato” (con la “u” e la “s” minuscola – per come d’altronde sono loro come individui….) che fanno di tutto per provare ad ostacolarli!!!

Ecco perché mi permetto di consigliare alcuni di quei Responsabili e/o Dirigernti (ancora leali) di darsi una mossa, poiché a breve alcuni nomi di quei loro sottoposti  – per come mi è stato anticipato dai miei lettori – potrebbero finire a giorni sulle pagine di “Tik Tok“, con ripercussioni certamente negative nei confronti di quegli uffici da loro diretti che riceverebbeo giudizi da parte dell’opinione pubblica non certo degni di nota!!!

Infiltrazioni mafiose e imprenditoria, camminano a doppio binario!!!

Sì… L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti pubblici, in particolare nel settore ferroviario che risulta essere in questo periodo – in forza dei miliardi di euro destinati per i lavori di ammodernamento delle sue  “vetuste” infrastrutture – tra quelli maggiormente presi di mira… 
Indubbiamente si sta provando a contrastare quella penetrazione malavitosa attrraverso una serie di controlli, a iniziarsi dal protocollo di legalità, ma di fatto, questa prassi lascia come si dice “il tempo che trova…“, infatti, basti osservare con quanta superficialità vengono concesse dalle Prefetture a talune imprese – certamente “affiliate” – quell’iscrizione alla “Withe List” per operare in alcuni appalti pubblici!!!
E difatti, tutte quelle attività maggiormente a rischio di infiltrazione mafiose, risultano essere proprio quelle che – in questo preciso momento in cui scrivo – sono fortemente controllate dalla mafia:

Mi riferisco in particolare alle seguenti tipologie operative: 
 – estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
– confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
– noli a freddo di macchinari;
– fornitura di ferro lavorato;
– noli a caldo;
– autotrasporti per conto di terzi;
– guardiania dei cantieri;
– servizi funerari e cimiteriali;
– ristorazione, gestione delle mense e catering;
– servizi ambientali, comprese le attività di raccolta, di trasporto nazionale e transfrontaliero, anche per conto di terzi, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.

Difatti, servirebbe semplicemente che i responsabili di quegli uffici istituzionali a cui sono demandati i controlli – invece di restare seduti in quei comodi uffici e quindi limitarsi all’abituale verifica cartacea dei documenti richiesti – si  recassero (senza alcun preavviso…), presso  una di queste sede operative, per accertare realmente quanto puntualmente accade in quei luoghi.

D’altronde… vorrei far presente a chi poco conosce la procedura, che affinchè un’impresa venga iscritta nell’elenco della “white list”, deve semplicemente presentare un’apposita istanza alla Prefettura di appartenenza, ossia ove per l’appunto l’impresa ha la propria sede legale ed allegare quindi una dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio ed alcune autocertificazioni rese da ciascun soggetto di cui all’art. 85 del D.lgs. 159/2011, nonché ai familiari conviventi e quindi fatto quanto sopra, si attende la comunicazione con l’esito positivo/negativo delle Prefettura.
Peraltro, consentitemi di aggiungere, quel “Protocollo di Legalità” avrebbe valore se realmente si vigilasse in maniera seria su quegli appalti, già nel pieno rispetto del diritto, ma posso assicurarvi che non è così, perché il livello di efficacia di quell’attività di prevenzione ai fini antimafia, resta per questa terra – secondo il sottoscritto – inconcludente, perché chi doveva infiltrasi (e le modalità per farlo sono talmente banali che anche un bambino resterebbe sorpreso...) è riuscito finora a farlo, grazie alla presentazione di scartoffie amministrative, perché in fondo a nessuno interessa andar oltre, forse perché debbo credere che con quel sistema illegale sono in molti a trarre benefici!!!
D’altronde ditemi, quante sono le denunce presentate dai legali rappresentanti di quelle imprese ( o dovrei dire da quelle loro teste di legno…) che operano per l’appunto in quegli appalti, quanti di loro hanno segnalato alle Prefetture eventuali tentativi di condizionamento criminale??? 
Sono certo d’indovinare la risposta e credo che anche voi ci siete riusciti, a dimostrazione che quanto previsto dalla normativa vigente in verifica, monitoraggio, controlli, prevenzione d’interferenze illecite a scopo corruttivo (non solo per l’affidatario ma anche che per tutte le imprese che compongono la filiera) sono di fatto inutili!!!
Ma d’altronde: chi dovrebbe contrastare quel sistema criminale???
Forse gli stessi che vengono foraggiati da quello stesso sistema??? Mi riferisco a quanti sfruttano la circostanza per la propria campagna elettorale, sì facendo uso di scambio di voto oppure chi per ottenere a fine mese una mazzetta non controlla e si gira dall’altro lato e poi c’è ancora  chi per favorire quel sistema, richiede (cortesemente) a quegli imprenditori “affiliati” un posto di lavoro, si… per un familiare oppure per l’amante, d’altronde ditemi: senza quella personale “raccomandazione”, dove dovrebbero andare quel parente e/o quella amorosa??? Già… se non proprio inservibili, certamente incompetenti sotto il profilo professionale!!!
Ed ecco perché se provate a collegarvi in taluni siti web di quelle note società che stanno operando in questi anni nella nostra provincia di Catania (non sto qui a farvi l’elenco, ma potrei tranquillamente farlo, d’altronde le conosco tutte, una per una…), parlo di “Consorzi” dalla bella grafica e con al loro interno un particolare pagina denominata: “LAVORA CON NOI“!!! 
Provate a cliccarla, l’ultimo aggiornamento del sito riporta l’anno 2019, sì… vi prendono per il culo e se inviate la vostra candidatura nessuno risponde, perché quei posti sono già assegnati, proprio ai familiari di quanti sono legati a “doppio binario” con quel sistema illegale: politici, dirigenti, funzionari, addetti agli uffici pubblici e ahimè anche soggetti delle forze dell’ordine!!!

Basti d’altronde fare una semplice verifica per accertare in pochi minuti quanto sopra riportato, l’importante è proteggere quel sistema “illegale” che fa in modo che tutti indistintamente (nel corso di quei lavori) svolgano il proprio compitino (o meglio… non lo compiano affatto) affinchè non insorgano mai problemi, ma specialmente quando quest’ultimi dovessero emergere, ecco che ciascuno di loro deve immediatamente “intervenire” e fare in modo che tutto venga risolto, non solo in maniera celere, ma soprattutto in modo celato!!!  

Con la stagione estiva in arrivo, ecco i business sui quali la mafia punta: ricezione, balneazione, ristorazione, discoteche, parcheggi e guardiania…

Arriva l’estate ed ecco che anche la criminalità inizia i preparativi affinché quel flusso di denaro “legale”, vada ad incrementare illegalmente le proprie casse…

Dopo un periodo di crisi dovuto alla pandemia ora finalmente si guarda con ottimismo a quel settore  turistico, che – a causa della mancanza di liquidità da parte di molti imprenditori del settore – ha permesso alla criminalità organizzata d’infiltrarsi o comunque espandersi disponendo di quelle cospicue somme di denaro, utilizzate in quel periodo drammatico per concretizzare veri e propri affari, vista la completa disponibilità di molti imprenditori a cedere volontariamente le loro attività…

Il quadro della situazione è ormai ben chiaro a tutti…

Questo rappresenta un settore sensibile alle infiltrazioni e lo sanno bene sia le Prefetture che le forze dell’ordine; purtroppo però c’è poco da fare per stroncare questo fenomeno, in quanto le procedure messe in campo (da quei soggetti “occulti”) sono realizzate in maniera regolare grazie a professionisti competenti che con la massima diligenza preparano la documentazione prevista ai sensi di legge, per quei loro clienti incensurati, “prestanome” (o dovrei chiamarle con il loro nome… “teste di legno”), poste ai vertici di quelle società di servizi…  

Certo, ogni tanto per contrastare quel fenomeno vengono emesse delle interdittive antimafia nei confronti ahimè di quei soggetti ritenuti “burattini“, ma come si dice nell’ambiente: “morto un papa, eccone un altro“!!!

L’importante è – come riportavo ieri – non dover interrompere mai questi esercizi, in quanto essi rappresentano le “lavatrici” dei profitti di quella economia sommersa, attraverso cui la criminalità  accumula denaro…

Mi riferisco a quei settori illegali come la vendita di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, la manodopera in agricoltura, il gioco illegale, l’usura, il racket… 

Sono tutte attività illegali che determinano un grande flusso di denaro contante e che hanno necessità di essere nuovamente investiti in nuove attività legali che hanno quale compito principale, quello di riciclare il denaro sporco incassato. 

Ed ecco quindi che anche una grossa fetta di quel settore turistico rientra in quel meccanismo, d’altro canto queste sono attività che permangono solitamente per una sola stagione, per poi chiudere e riaprire l’anno successivo, attraverso un nome nuovo e grazie all’avvicendamento del rappresentate legale, solitamente “nullatenente” e quasi sempre, senza alcuna preparazione…  

Sì… da qualche parte ho letto che esistono degli elenchi (“White List”) su cui vengono inserite le società che hanno già subito uno screening da parte delle forze di polizia, già… un pedigree limpido che permette loro essere ritenuti affidabili e non condizionati dalla criminalità organizzata…

Ma su questo argomento ho già scritto numerosi post, evidenziando le banali modalità con le quali è possibile bypassare quei controlli; peraltro basti osservare le inchieste giudiziarie degli ultimi anni, per comprendere come quelle stesse associazioni criminali abbiano messo in pratica le metodologie riportate per continuare i loro affari illegali, con l’approvazione o dovrei dire con il benestare dello Stato!!!

L'ombra della guardiania: un mondo sommerso che sopravvive grazie ad un inefficace controllo istituzionale!

Ho letto ieri un articolo interessante https://livesicilia.it/catania-etna-guardiania-inchiesta/ sui segni di vernice e le modalità di guardiania in alcuni comuni del mia città etnea…

Ingegnosi quei segni di vernice “spray” colorati apposti davanti alcune proprietà affinché venisse identificata (a chi di dovere…) l’attività di guardiania di alcuni terreni e immobili ricadenti in quell’area “protetta”!!!

La guardiania in generale costituisce da sempre un grave problema, in quanto risulta difficile dimostrarne l’effettiva attuazione, anche perché non sempre vi è la presenza in luogo di quei soggetti incaricati, che viceversa operano stando a distanza, ma controllando l’area anche attraverso nuovi e sofisticati metodi tecnologici…  

Ma ciò che più mi ha stupito in questi lunghi anni d’esperienza, non è tanto la guardiania sopra riportata (che naturalmente come dicevo sopra certamente costituisce un grave problema), peraltro quest’ultima non possiede di fatto quel carattere di ufficialità richiesto, viceversa in altri ambiti qual è ad esempio quello pubblico, mi riferisco in particolare a tutte quelle società che operano in quel mondo degli appalti, ecco… essi devono obbligatoriamente – ai fini di mantenere la validità dell’iscrizione nelle “white list” – inoltrare un’apposita comunicazione alla prefettura competente (art. 5, comma 1)!!!

Ecco forse è tutto qui il problema, difatti… se la Prefettura non attendesse di verificare a campione le condizioni richieste (o quelle di permanenza dell’impresa già iscritta nell’elenco), forse si renderebbe in maniera più celere come il più delle volte quell’obbligo è stato disatteso!!!

Ma d’altronde perché far ciò, già… se tutto andasse secondo le regole il nostro sarebbe un Paese perfetto, ma comprenderete come nei casi in cui fosse accertata l’insussistenza di quelle condizioni richieste, si dovrebbe immediatamente disporre – nel rispetto di quanto stabilito dell’art. 10/bis della legge 241/90 – la cancellazione dall’elenco, dandone comunicazione non solo all’impresa, ma anche al Committente affidatario di quegli appalti e sì… perché ciò che nessuno dice, è che proprio questi ultimi dovrebbero effettuare quei necessari controlli, mentre viceversa con le loro azioni dimostrano di fottersene, chissà… forse chissà debbo pensare che sono altrettanto collusi con quel sistema clientelare che preferisce proteggere invece che evidenziare i problemi…

Già… qualcuno di quei referenti dimentica che l’iscrizione nella cosiddetta “white list” non sia una semplice dichiarazione del caz…, ma essa è equipollente ad una informazione antimafia liberatoria, in particolare nello svolgimento di quelle attività per le quali essa è stata disposta!!!

Infatti l’iscrizione in quell’elenco costituisce la modalità obbligatoria attraverso la quale viene acquisita la documentazione antimafia nei confronti delle imprese che operano nei settori più permeabili alle organizzazioni criminali ed è soggetta alle seguenti condizioni: assenza di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs. 6 settembre 2011, n. 159 (Codice Antimafia); assenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa di cui all’art. 84, comma 3, del Codice Antimafia.

Ecco, sono questi i motivi per cui il servizio di guardiania non può essere erogato da soggetti che non sono in possesso della prescritta licenza (ai sensi dell’art. 134 T.U.L.P.S.); viceversa per tutti quei soggetti non censiti nella Banca dati nazionali unica o inseriti nell’Elenco dei richiedenti l’iscrizione nella “white list”, si osserva l’obbligo di consultazione disposto dall’articolo 92 commi 2 e 3 del Codice antimafia, dal quale decorrono i termini alla cui scadenza la stazione appaltante sarà legittimata a procedere alla conclusione e/o approvazione degli strumenti contrattuali, fatte salve le clausole di legge previste in caso di successivo diniego all’iscrizione…

Draghi rivolge le sue attenzioni al SUD, la politica s'interessa con convegni al SUD, quante cazzate… la verità è che si stanno preparando per le prossime elezioni e per dar alle imprese del Nord i soldi del PNRR!!!

Il 5 maggio 2021 è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea dal titolo “Italia domani” dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali.

Sono decine e decine di miliardi, poco più di 82 i  miliardi per opere “territorializzabili” del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che verranno destinati al Sud. 

Ora ditemi, con tutti quei miliardi a disposizione pensate che la politica sia a guardare???

Ma per favore… sono anni che questo nostro Mezzogiorno viene sfruttato, prima per le sue risorse, poi per aver favorito le imprese del nord (meglio conosciute come “General contractor”), ed ora pensate forse che non staranno pensando a come riprendersi i fondi concessi dall’Unione Europea destinati al Sud???

Il destino del nostro Mezzogiorno resterà sempre lo stesso e mi sono rotto di sentire sempre le stesse cazzate, in particolare quelle di voler colmare il divario storico che ha reso ricco solo una parte del paese, per l’appunto il NORD!!!

Peraltro ora ci si mette anche il nostro Presidente Draghi – che di sfaceli ne sta compiendo uno dietro l’altro (speriamo tra l’altro solo che qualcuno lo fermi da quei suoi celati propositi “militari”, che vorrebbero condurci ad uno scontro economico/finanziario contro Putin e la Russia…) che ora punta a soddisfare i bisogni di quei suoi amici banchieri e industriali del Nord, sfruttando le risorse messe in campo dal Pnrr ed annunciando – quasi fosse una novità – la grave questione meridionale…

Egli parla di sfida, di drammatica arretratezza, di insufficienza di professionalità delle pubbliche amministrazioni del Sud, di quella sua burocrazia e soprattutto di far far fronte agli adempimenti che le procedure europee del Pnrr impongono quale condizione per impegnare i fondi del Recovery, minacciando il rischio che quelle somme, se non utilizzate, dovranno essere restituite a Bruxelles!!!

E la nostra politica cosa fa??? Nulla… i nostri attuali referenti stanno lì ad ascoltare come imbambolati o dovrei dire come dei cagnolini, scodinzolando la coda dinnanzi a quel loro nuovo padrone, d’altronde per loro l’importante è riuscire a  raccogliere qualche briciola gettata!!!

Ci raccontano che la nostra burocrazia è impreparata ad affrontare questa sfida, che abbiamo bisogno di nuove figure professionali e di imprese capaci di risollevare lo Sviluppo del Mezzogiorno, perché quelle che abbiamo sono totalmente inadatte e soprattutto legate quasi tutte alla criminalità organizzata…

Non so perché, ma dopo tutte queste dichiarazioni, mi aspetto a breve un considerevole inasprimento della magistratura attraverso azioni giudiziarie nei confronti di parecchie imprese, attraverso provvedimenti interdittivi, sequestri e confische, perché l’ordine che a breve il Governo nazionale emanerà sarà quello di fare “epurazione“, una totale pulizia che consenta di  bloccare le più importanti imprese meridionali per far appaltare così le opere alle imprese amiche del Nord, sottomettendo quelle del Sud…  

Vedrete, da un lato i miliardi giungeranno, ma per i meridionali questi saranno soltanto un miraggio, perché a beneficiarne saranno altri, al Sud, come dicevo sopra, resteranno soltanto le briciole, qualche subappalto a prezzo stracciato e vedrete come alla fine, la maggior parte delle nostre imprese a seguito di quei lavori si ritroveranno fallite o fuori da quegli appalti a seguito di procedimenti legali, che è d’altronde quanto già sta accadendo in parecchi di quei lavori in corso e di cui nessuno parla!!! 

Ai nostro politici e/o sindacati conviene questo silenzio, d’altronde quanto verrà compiuto servirà a farli stare buoni, verrà loro concesso d’inserire in quei lavori un po’ di familiari, parenti e amici raccomandati, che poi si sa, faranno comodo successivamente quando verranno richiamati a quel voto i obbedienza, già… al momento delle elezioni!!!

Analoga situazione per le associazioni criminali, esse attraverso quegli appalti proveranno ad infiltrarsi con quelle proprie imprese pseudo “cristalline”, attraverso l’estrazione e la fornitura di materiali inerti, il confezionamento, la fornitura e il trasporto di calcestruzzo e di bitume, ed ancora, noli a freddo e/o a caldo di macchinari o attrezzature, fornitura di ferro lavorato e tutti quei servizi ambientali comprese le attività di raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi, ad esempio vedasi gli autotrasporti per conto di terzi e per concludere la guardiania dei cantieri, tutte attività che sappiamo essere maggiormente esposte a rischio di infiltrazioni mafiosa ma che vengono “verificate” attraverso una irrisoria iscrizione alla White List, solitamente bypassata attraverso disarmanti modalità (che ho più volte spiegato in molti miei precedenti post…)!!!       

Vedrete la politica di governo nazionale e le imprese del Nord stanno puntando al nostro mercato interno, in quanto trovano ora nel Sud un loro utile punto di riferimento, sì… una condizione estremamente funzionale, perché garantisce – per come sopra riportato – reciproca soddisfazione a tutte le componenti sociali del paese…

Poveri noi… si perché vedrete, alla fine, sempre poveri rimarremo!!!

Ho come l'impressione che vi sia qualcosa d'anomalo in talune aggiudicazioni!!!

Già… come ho riportato nel mio titolo, basti osservare l’alta frequenza con cui alcune imprese si aggiudicano gli appalti!!!

Partiamo dall’inizio… 

Questo è un periodo professionale alquanto particolare, sicuramente per quanto sta accadendo a causa dell’emergenza sanitaria, che mi ha di fatto condotto ad occuparmi oltre che di contabilità lavori e sicurezza sui luoghi di lavoro, anche dell’analisi dei bandi di gara e in una particolare di talune catg. di lavori, quest’ultimi da realizzarsi nella nostra regione e posso assicurarvi che ciò che vado scoprendo è alquanto anomalo…

Certo, mi dispiace dover notare come talune di quelle circostanza, – tra l’altro così palesemente evidenziate – non siano attenzionate da chi dovrebbe farlo!!!

Già, perché non bisogna essere presidenti di una qualche Autorità di anticorruzione o un suo diretto funzionario per comprendere come in taluni Enti, quelle procedure messe in atto – nello specifico mi riferisco a come talune imprese giungano a quelle aggiudicazione – non siano propriamente limpide, come peraltro non lo è la casualità con cui queste imprese, a differenza di altre, si aggiudicano gran parte di quegli appalti… 

Si… in particolare a quella loro ciclicità, già quell’alta probabilità con cui costantemente queste imprese, da sole, in ATI, oppure celate dietro quel noto paravento di consorzio stabile, partecipano agli appalti,  ma non solo questo… hanno pure la fortuna di aggiudicarsi quei lavori, quasi fossero favoriti da qualcuno o baciati dalla dea bendata…

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una semplice coincidenza o che la fortuna c’entri poco e che non bisogna dar credito a circostanze ambigue ove queste non esistono…

Sì… quanto sopra è vero, ma per chi non lo sapesse, nel solo triennio 2016-2019 sono stati evidenziati negli enti pubblici, ben 61 episodi di corruzione e mancano ancora i dati ufficiali dell’anno appena trascorso…

Peraltro, indovinate un po’: la nostra regione è la prima in episodi di corruzione con 28 casi!!!

Certo, mancano tutti quelle situazioni in cui non è stato possibile dimostrare la volontà del reato, ed inoltre, il 2020 (a causa del Covid-19) ha certamente limitato quel settore dei lavori pubblici e di conseguenza anche i fenomeni di corruzione che attraverso esso si esplicano, comunque dai dati analizzati emerge che il settore più a rischio si conferma essere quello legato ai lavori dell’Allegato I, per le attività di cui all’articolo 3, comma 7…

Costruzioni in genere, demolizione di edifici ed altre strutture, sgombero dei cantieri edili, movimento terra, scavo, riporto, spianamento e raspatura dei cantieri edili, scavo di trincee, rimozione di roccia, abbattimento con esplosivo ed ancora, rimozione dei materiali di sterro ed altri lavori di sistemazione di terreni, preparazione di aree di cava per siti minerari, drenaggio di cantieri edili e di terreni agricoli (o forestali), tutti settori che come comprenderete rappresentano soltanto una parte di quelli fortemente a rischio, alcuni dei quali inseriti in quelle attività imprenditoriali considerate ad alto rischio per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose e di conseguenza, per operare in questi settori si è obbligati a presentare domanda di iscrizione alla Prefettura competente, per esser quindi – nei casi di parere favorevole – inseriti presso l’elenco prefettizio (white-list) ed esercitare così la propria attività…

Ma d’altronde si sa… la “sezione F” è parecchio ampia visto che comprende oltre che i lavori generali di costruzione di edifici e di ingegneria civile come ponti (inclusi quelli per autostrade sopraelevate), anche viadotti, gallerie e sottopassaggi, condotte, linee di comunicazione ed elettriche per grandi distanze e urbane ed anche il montaggio e l’installazione in loco di opere prefabbricate….

Va aggiunto inoltre che a quel comparto è legato anche il ciclo dei rifiuti (raccolta, trasporto, gestione, conferimento in discarica) che ha fatto emergere ben 33 casi (il 22% del totale…)!!!

Poi da quanto si è appreso – causa emergenza sanitaria – è stato sottoposto a verifica tutto il comparto sanitario, dagli appalti per le forniture di farmaci, alle apparecchiature mediche e strumenti medicali, per finire con i servizi di lava-nolo e pulizia…

Va detto altresì che le vicende corruttive, oltre a quelle compiute negli appalti di cui sopra, hanno visto anche il coinvolgimento di quelle gare in cui gli importi sono di gran lunga inferiori, poiché fanno riferimento a quei cosiddetti affidamenti diretti, dove l’esecutore viene scelto “discrezionalmente” ( è bellissima questa parola, sì… in particolare da noi) dall’amministrazione…

Per cui se andiamo ad analizzare ciò che avviene nelle aggiudicazioni, possiamo concludere dicendo che accade spesso una strategia diversificata a seconda del valore dell’appalto: ad esempio, per quelli di importo particolarmente elevato, prevalgono i meccanismi di turnazione fra le aziende con veri e propri cartelli (resi evidenti anche dai ribassi minimi rispetto alla base d’asta, molto al di sotto della media); per le commesse di minore entità si assiste invece al coinvolgimento e al condizionamento dei livelli bassi dell’amministrazione (ad es. il direttore dei lavori) per intervenire anche solo a livello di svolgimento dell’attività appaltata…

A seguire quindi possiamo osservare di come, a seconda la tipologia degli appalti, segue una specifica correlazione dei soggetti coinvolti, in primis i Comuni o per  meglio dire alcuni suoi referenti, che ottengono attraverso queste aggiudicazioni o anche durante l’esecuzione degli stessi, delle contropartite… 

Sì… in denaro, assunzioni di familiari e/o parenti, prestazioni professionali, regalie e quant’altro, mentre viceversa, le imprese (singole o in società partecipate), possono – grazie a quella (acquistata) disponibilità – alterare la qualità e la quantità delle forniture previste, chiedere varianti ed anche espletare in maniera insufficiente quella sicurezza prevista…

Già… basterebbe semplicemente modificare o per meglio dire “blindare” tutte quelle procedure cartacee, verificando – viceversa – le reali capacità tecniche/organizzative/personali di quelle imprese, per scoprire, innanzitutto, quasi fosse una caccia al tesoro, dove si celano quelle sedi legali, per poi comprendere in maniera esplicita, di come queste imprese non siano di fatto in grado, neppure di riparare la tapparella dell’abitazione di mia nonna!!!

Qualcosa in quella White list non funziona: già… se sei certificato, devi dimostrare ogni anno la tua idoneità, mentre se si è in attesa, no!!!

Come sappiamo, molte aziende per poter operare in quei settori definiti ad alto rischio d’infiltrazione mafiosa, hanno bisogno di richiedere presso la Prefettura l’autorizzazione alla “White List”, un elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori…

Ma leggendo quella distinta ho come l’impressione che qualcosa non funzioni e cioè che alcune di quelle società che risultano essere presenti in quell’elenco, una certificazione antimafia non l’hanno mai ottenuta, eppure restano lì per anni essendo in “richiesta iscrizione”!!!

Ecco perché non comprendo il motivo di questo stato di limbo… che ovviamente non posso pensare che dipenda dal fatto che quelle pratiche debbano essere esaminate ancora da quei funzionari addetti ai controlli…

Restano quindi lì senza sapere se verranno promosse oppure bocciate, ma continuano ovviamente ad operare, a scapito di chi viceversa quella certificazione l’ha raggiunta e soprattutto mantenuta nel tempo!!!

Comprenderete come ciò non sia una differenza da poco, considerato che il fatto stesso di comparire nell’elenco, ha permesso a molte imprese di partecipare a gare d’appalto a causa dei mancati aggiornamenti… 

Una vera follia, già… dal momento che si viene a creare una condizione di concorrenza sleale tra quelle società ufficialmente verificate e quindi ritenute “limpide” e le altre che non sono ancora state “ufficializzate”… 

Se esaminate alcune prefetture d’Italia, troverete società che sono lì in attesa dal 2015 per non parlare poi di tutte quelle che da più di due anni hanno presentato domanda senza ricevere alcuna risposta…

Ed allora mi chiedo, come può una società che opera in un settore ritenuto altamente sensibile alle infiltrazioni criminali, attendere anni per dichiararla libera da infiltrazioni???

Per chi non lo sapesse, la legge ha inserito ben sette settori a rischio: trasporto di materiali a discarica per conto di terzi; trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi; estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; noli a freddo di macchinari; fornitura di ferro lavorato; noli a caldo; autotrasporto per conto di terzi; guardiania dei cantieri… 

Ma, circostanza assurda, com’è possibile che quelle società, nelle more dell’attesa di quel rilascio, partecipino agli appalti pubblici che poi in teoria non potrebbero vincere, essendo prive di quella certificazione antimafia???

Eppure quanto sopra è permesso dalla normativa, la quale dimostra di essere fortemente lacunosa, tanto da spingere il legislatore ha consentire la stipula di contratti, seppur con alcune limitazioni..

D’altronde si sa… la sola richiesta di iscrizione alla white list vale come certificazione antimafia e se la Prefettura di riferimento non risponda entro 30 giorni, sia in maniera positiva che con un diniego, la semplice richiesta di iscrizione permette a quella società di considerarsi di fatto, slegate da situazioni mafiose… tanto da poter procedere con l’appalto desiderato…. 

A quel punto, in caso di aggiudicazione la stazione appaltante si troverà in una situazione ambigua, in quanto dovrebbe concedere un’aggiudicazione “subjudice”, accompagnata dalla clausola di decadenza qualora la prefettura dovesse rifiutare il gradimento, tuttavia una clausola questa che non si trova solo raramente nei contratti…

Ecco quindi che mentre le società iscritte nella “white list” per mantenere la certificazione devono ogni anno dimostrare di possedere quelle condizioni favorevoli, chi è in attesa”, non deve dimostrare alcunché???

Viene quindi spontaneo chiedersi per quale motivo la Prefettura nel verificare quelle imprese non cancella dall’elenco quelle società che per motivi vari, quali ad esempio il fatto di non avere più alcun interesse per quei settori sopra riportati, rimangono ancora lì in quella lista, permettendo ad esse di qualificarsi come imprese certificate…

Un mistero che non trova alcuna spiegazione logica, ma d’altronde ditemi cosa c’è di logico in questo Paese???

White list: Ricordo male o tra i settori a rischio d'infiltrazioni mafiose vi è anche il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti???

Ho l’impressione di ripetermi… ma d’altronde se le circostanza si reiterano in maniera così costante qualche dubbio è spontaneo che sorga, come peraltro pensare “malignamente” che il tipo di procedura fin qui adottata dagli organi di controllo, non adempia perfettamente alla prevenzione per cui – dai legislatori – era stata concepita… 
Certo… mi dispiace dover manifestare questa presumibile “falla“, ma d’altronde i fatti di questi mesi e quanto occorso ancora oggi, dimostrano ahimè quanto sopra e forse è meglio che qualcuno inizi a prendere i necessari provvedimenti!!!  

E sì… perché l’impressione che se ne ricava, parlo da semplice cittadino – ovviamente potrei anche entrare nei meriti in qualità di tecnico, ma è meglio in questa sede che lasci perdere – è quella di dover evidenziare da un lato l’iscrizione alla White List, che permette a talune imprese di velocizzare il rilascio di provvedimenti per gli appalti pubblici, forniture di beni e servizi, finanziamenti e autorizzazione inizio attività, sottesi alla richiesta della comunicazione e informazione antimafia, ma dall’altro, sembra  che ottenuta quella necessaria autorizzazione, non si concretizzarsi nei fatti quanto si sperava, forse perché nessuno di quei funzionari, addetti ai controlli, si adoperi successivamente nel verificare se nel corso degli anni, quei requisiti antimafia rilasciati siano rimasti inalterati o validi… parlo ovviamente sotto l’aspetto pratico (le carte si sa… possono essere state “preparate” sin dalla presentazione per lo scopo voluto e rimanere così inalterate negli anni…), in particolare è fondamentale comprendere se le condizioni di quei luoghi, continuino a preservare quella necessaria idoneità, per cui proprio a suo tempo, era stata rilasciata l’autorizzazione…
D’altronde ricordiamo che trattasi d’interventi particolari, visto che queste imprese, operano in settori esposti ai gravi rischi di infiltrazione mafiosa!!!
Il fatto quindi che soltanto a fine dodicesimo mese si dovrà richiedere il rinnovo dell’iscrizione… non esonera certamente chi durante l’anno, è addetto a quei controlli!!!
Ora qualcuno verrà a dirmi, ma i controlli vengono effettuati!!!
Ed allora vorrei spiegato com’è possibile che in pochi giorni, due tra le più grosse società di operanti nel campo del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, siano finite sotto la lente dell’autorità giudiziaria!!!
Comunque toccando la notizia in maniera marginale – d’altronde come ripeto spesso potete ricercare in altri siti web più specializzati le notizia di cronaca e di conseguenza i relativi provvedimenti messi in atto dalle Procure e dalle forze dell’ordine, i nomi degli arrestati e i reati contestati – ciò che m’interessa evidenziare è quel giro di mazzette che come si vede, coinvolgono sempre dirigenti pubblici, i quali ovviamente vengono corrotti da quei soliti “prenditori”!!!
Tutti sanno come la criminalità organizzata di stampo mafioso abbia per quel cosiddetto “ciclo dei rifiuti” un interesse particolare… d’altronde sono anni che se ne parla, sin dal lontano sversamento di liquami nella terra dei fuochi,  ed oggi, siamo ancora qui a parlar “dell’acqua calda“!!!
Cosa aggiungere… per fortuna che vi è ancora la “giustizia”, essa rappresenta ormai l’ultimo nostro baluardo, vero e proprio asilo morale e santuario di questa nostra società infetta: vederla circondata d’immondizia è per me motivo d’indignazione che si rinnova ogni istante!!! 

Expo… in odor di mafia!!!

Ad oggi, le imprese escluse dai lavori dell’Expo, per infiltrazioni criminali, sono ben 68!!!
La prefettura di Milano ha disposto le cosiddette “interdittive” avendo verificato ben 368 aziende…
Quindi se si prova a fare due conti…, vedrete che quelle che non possedevano i requisiti di legalità sono più del 10% sul totale… e cioè che che le infiltrazioni mafiose hanno coinvolto circa una ditta sulle 9 tra quelle impegnate nei lavori dell’Esposizione Universale di Milano. 
Società che erano già state ammesse nelle cosiddette “white list”, ma che successivamente sono state escluse… in particolare, per aver utilizzato mezzi d’opera non in regola poiché utilizzavano targhe clonate. 
Il sistema prevedeva, l’utilizzo di subappaltare i lavori a società poco “limpide” che per ingannare i controlli, utilizzavano targhe clonate (preventivamente autorizzate ) in automezzi diversi da quelli verificati…
Un altro caso ha visto l’allontanamento di una società amministrata dalla moglie, il cui marito era stato sottoposto ad interdizione per traffico internazionale di droga; la società è stata espulsa dai lavori, in quanto si è dimostrato che i movimenti economici, servivano per il mantenimento del familiare e delle spese legali necessarie…
Da un’ulteriore controllo, si è scoperto che un’altra impresa di Crotone, utilizzava esclusivamente personale originario della cittadina calabrese, che di fatto non costituisce di per se un problema… se non fosse che dagli accertamenti è emerso che, molti di essi erano pregiudicati o ancora peggio, legati ad associazioni malavitose…
Stessa situazione si è poi ripetuta per molte aziende a conduzione familiare, amministrate da prestanomi o parenti incensurati…
E’ dire che il nostro paese, aveva convinto gli investitori stranieri, a puntare su quest’investimento… dichiarando che l’evento, sarebbe stato “mafia free“… 
Non vorrei comunque, che proprio questo modo “delicato” d’intendere la mafia è cioè in quel modo del tutto “libero”, ha permesso che quanto oggi scoperto, derivi proprio da quel modo “inconsistente” di fare i controlli… e che consente ad ogni occasione, certi cosiddetti “imprenditori”, di continuare ad operare in quelle grandi opere, permettendo – grazie ad uno Stato disimpegnato – di utilizzare quei soldi pubblici, che vanno non solo a ripulire, ma soprattutto a saziare, le casse di tutte quelle associazioni criminali, che di fatto, sin dall’inizio si volevano ( a parole ) contrastare!!!