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Un "Movimento" al capolinea?

La regola sul limite dei due mandati ha segnato la fine di una stagione politica, azzerando gran parte della classe dirigente storica di un Movimento che, appena pochi anni fa, prometteva di rivoluzionare la politica italiana. Molti esponenti che avevano fatto la storia di questa forza politica si ritrovano ora esclusi, costretti a lasciare le istituzioni e a tornare alle loro vite precedenti.

L’entusiasmo iniziale, che aveva portato un gruppo numeroso e variegato in Parlamento, si è trasformato in frammentazione e crisi interna. In pochi anni, il Movimento è passato da ambiziosi progetti di cambiamento a una realtà politica ridimensionata e spesso percepita come priva di una direzione chiara.

La decisione di applicare rigidamente la regola dei due mandati, un principio fondante, ha però sollevato critiche. Per molti, questa scelta ha comportato l’esclusione di figure esperte, che avevano accumulato un importante bagaglio di conoscenze politiche. Tuttavia, altri ritengono che il rispetto di questa norma rappresenti un segnale di coerenza e un modo per rinnovare la politica.

Ciò che rimane oggi è un panorama complesso: un movimento che si interroga sul proprio futuro, con diversi protagonisti che cercano di ritagliarsi nuovi ruoli, spesso in contrasto tra loro. Mentre alcuni puntano a ricostruire la forza politica dalle fondamenta, altri, più disillusi, abbandonano il progetto originale per cercare nuovi spazi politici.

Sul piano nazionale, il declino del Movimento sembra riflettere un cambio di clima tra gli elettori. La promessa di un cambiamento radicale è stata rimpiazzata da un generale senso di disillusione, mentre il panorama politico si riorganizza attorno a nuovi equilibri e priorità. Tuttavia, il fermento sociale che aveva portato alla nascita del Movimento non è svanito: le frustrazioni, il malcontento e la domanda di maggiore trasparenza e giustizia restano vive, pronte a trovare nuovi sbocchi.

Il futuro è incerto, ma una cosa è chiara: quello che era nato come un esperimento politico rivoluzionario è ora a un bivio, e ciò che accadrà nei prossimi anni sarà decisivo per capire se questa esperienza potrà rigenerarsi o se sarà destinata a dissolversi del tutto.

Un viaggio itinerante…

Si dice che sulla vetta c’è posto solo per un uomo, quindi quanto più perfetto e quanto più sarà completo quest’uomo e meno avrà necessità degli altri!!!
Già, i solitari, sono delle persone speciali, seguono da sempre in cuor loro, quel desiderio irrefrenabile di libertà… 
Non si tratta di voler restare single o di non volersi prendere cura o responsabilità, anzi tutt’altro, il timore di poter avere una famiglia, dei figli,  non li spaventa affatto… anzi tutt’altro.
Questa loro personale capacità è da attribuirsi soltanto ad un fattore psicologico, quello, d’aver imposto da sempre a se stessi, di non aver bisogno degli altri e soprattutto di non dover mediare mai in nessuna circostanza…
In particolare, quando, eventuali imposizioni, tentano di condizionarne il proprio futuro, la propria persona, ecco, quel sapere di essere succubi degli altri, l’incertezza di non poter più prendere da se – in particolare nei momenti difficili – quelle decisioni fondamentali, ma dover attendere che siano altri a decidere… ecco è proprio in questi momenti… che emergere quella propria contrastante personalità….
La loro prima regola è essere sempre padroni della propria vita, permettersi di sentirsi pienamente soddisfatti e consapevoli di quanto fatto finora, di tutte le scelte operate, quel non doversi mai pentire d’aver affrontato i pericoli, che nel lungo viaggio della propria vita si sono manifestati…
Ogni meta impegnativa, ha portato a successi ed anche – troppe volte – a fallimenti, ma è da quelle esperienze personali che nasce la convinzione che non esistono mete impegnative a lungo raggio che non possono essere affrontate…
Poiché il viaggio da compiersi è all’interno di se stessi e non si tratta di sostenere chissà quali costi, non si tratta di scappare via con un’areo o ricercare chissà quale pretesto… anzi è esattamente il contrario!!!
E’ definito “obbiettivo itinerante” e rappresenta il paradosso di partire soli, senza essere da soli… 
Perché quando si sta bene con se stessi, non si ha realmente bisogno degli altri…, si ha soltanto con il tempo, il desiderio che siano gli altri a completare quanto può mancare e ciò avviene soltanto in un caso…e cioè quando si conosce la propria compagna di viaggio… quando con ella si cercherà di avere una propria discendenza…
Perché la verità è che questi soggetti… non esauriscono mai quel loro bisogno di solitudine, perché per loro, gli altri, quelli conosciuti, resteranno dei perfetti estranei, come quegli amori, di cui si è saputo fare a meno… o come di quei conoscenti – sulla falsariga della parola amici – che ormai non esistono più…
Già, come diceva una poesia… i solitari, i diversi, quelli che non s’incontrano mai, quelli andati persi, fottuti, quelli con l’anima in fiamme… ecco, questi solitari a cui non interessa dover raggiungere in tutti i modi… i propri scopi a scapito degli altri, a questi non interessa mai mettersi in mostra, in particolare non piace mettere in cattiva luce gli altri e non devono decidere se stare da una parte o dall’altra, non è obbligatorio per loro fare delle scelte o attendere che siano altri a decidere per loro…
Non esiste una vera linea di demarcazione… tutto può andare bene anche se moralmente vietato, proibito, da tutti considerato illecito…, insomma, una completa ignoranza per le regole dettate da altri…
Quanto sopra però, non deve confondersi con il voler essere illegale o disonesto…, perché l’onesta è alla base della loro persona… sempre ed in ogni occasione…, perché essi non  hanno paura di esporsi… perché non hanno paura della vita e della morte, possono affrontare chiunque e in qualunque circostanza e situazione… 
Per loro la vita non conta nulla… e soltanto un passaggio obbligato… viene vissuta intensamente, contrastando l’immoralità – stabile e sedentaria – del quieto vivere…
Non desidera restare aggrappato asetticamente contando i giorni incolori a venire, ma è un modo diverso e unico di voler affrontare e contrastare la vita, gli eventi che man mano si presenteranno, senza doversi mai tirare indietro e soprattutto senza dover dire a qualcuno – come fanno ormai quasi tutti – “grazie” e ” per favore“…
Come diceva Ambrose Bierce: “la solitudine… condizione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso…”

La particella di DIO finalmente tra noi…

Nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs aveva affermato che esiste una particella sconosciuta che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa. 
Oggi dopo quasi 50 di ricerche, al CERN di Ginevra, l’annuncio è ufficiale: la particella, il ” bosone di Higgs” ribattezzata così in memoria del fisico è finalmente stata catturata…, almeno così ci è stato detto…
Il bosone rappresentava l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata da un esperimento e soltanto grazie “Large Hadron Collider”, il super acceleratore più grande del mondo si è riusciti a far scontrare fra loro miliardi di protoni con un’energia di 14 TeV.
L’obbiettivo è quello di riprodurre in questi 27 Km, le condizioni dell’universo una frazione di secondo dopo la sua nascita…
Sulla scoperta non vi è nulla di certo ed i dati ora vengono analizzati per verificare se quanto scoperto corrisponda realmente a quello che i fisici avevano teorizzato…, in questo infatti sono già sorti alcuni dubbi, sembrerebbe che almeno altre due particelle siano compatibili con i dati presentati a Ginevra, e che avrebbero potuto essere state osservate al posto della tanto ricercata ‘particella di Dio’
Questo è quanto è emerso in uno studio comparso su arXiv a prima firma di Ian Low dell’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Egli mette in dubbio la scoperta annunciata solo qualche giorno fa. 
L’articolo americano illustra che quanto annunciato a Ginevra non sia necessariamente il bosone di Higgs ma che possa rappresentare un Higgs “doppio o triplo “, cioè un misto di diverse particelle che hanno forme più o meno insolite e bizzarre da quanto predetto nel Modello Standard. 
Certamente verificare quanto si porta a conoscenza, contribuisce a crescere e soprattutto a giungere a definire in maniera certa quanto si è sperimentato…
E’ giusto che gli scienziati si entusiasmino, come è altrettanto corretto che altri ne possano verificare e riproporre il sistema scientifico, confermandone la veridicità e dichiarando esatta la scoperta… è ciò che  rientra nella normale dialettica scientifica e che serve a stimolare tutti coloro che operano nel settore…
Certo è che se gli americani avessero ragione e scoprissimo che il Cern ha trovato un nuovo tipo di particella, questo rappresenterebbe una scoperta ancora più sensazionale dando inizio a nuovi scenari e altrettanti sfide…
La fisica è importante che proceda anche se a piccoli passi, ed in questi 250 anni di passi piccoli se ne sono fatti tanti, ottenendo però quel salto universale, che oggi è rappresentato dalla nostra civiltà, da una tecnologia mai raggiunta in migliaia di anni… e che certamente porterà l’uomo in un prossimo futuro forse a viaggiare tra le stelle…    

La particella di DIO finalmente tra noi…

Nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs aveva affermato che esiste una particella sconosciuta che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa. 
Oggi dopo quasi 50 di ricerche, al CERN di Ginevra, l’annuncio è ufficiale: la particella, il “ bosone di Higgs” ribattezzata così in memoria del fisico è finalmente stata catturata…, almeno così ci è stato detto…
Il bosone rappresentava l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata da un esperimento e soltanto grazie “Large Hadron Collider”, il super acceleratore più grande del mondo si è riusciti a far scontrare fra loro miliardi di protoni con un’energia di 14 TeV.
L’obbiettivo è quello di riprodurre in questi 27 Km, le condizioni dell’universo una frazione di secondo dopo la sua nascita…
Sulla scoperta non vi è nulla di certo ed i dati ora vengono analizzati per verificare se quanto scoperto corrisponda realmente a quello che i fisici avevano teorizzato…, in questo infatti sono già sorti alcuni dubbi, sembrerebbe che almeno altre due particelle siano compatibili con i dati presentati a Ginevra, e che avrebbero potuto essere state osservate al posto della tanto ricercata ‘particella di Dio’
Questo è quanto è emerso in uno studio comparso su arXiv a prima firma di Ian Low dell’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Egli mette in dubbio la scoperta annunciata solo qualche giorno fa. 
L’articolo americano illustra che quanto annunciato a Ginevra non sia necessariamente il bosone di Higgs ma che possa rappresentare un Higgs “doppio o triplo ”, cioè un misto di diverse particelle che hanno forme più o meno insolite e bizzarre da quanto predetto nel Modello Standard. 
Certamente verificare quanto si porta a conoscenza, contribuisce a crescere e soprattutto a giungere a definire in maniera certa quanto si è sperimentato…
E’ giusto che gli scienziati si entusiasmino, come è altrettanto corretto che altri ne possano verificare e riproporre il sistema scientifico, confermandone la veridicità e dichiarando esatta la scoperta… è ciò che  rientra nella normale dialettica scientifica e che serve a stimolare tutti coloro che operano nel settore…
Certo è che se gli americani avessero ragione e scoprissimo che il Cern ha trovato un nuovo tipo di particella, questo rappresenterebbe una scoperta ancora più sensazionale dando inizio a nuovi scenari e altrettanti sfide…
La fisica è importante che proceda anche se a piccoli passi, ed in questi 250 anni di passi piccoli se ne sono fatti tanti, ottenendo però quel salto universale, che oggi è rappresentato dalla nostra civiltà, da una tecnologia mai raggiunta in migliaia di anni… e che certamente porterà l’uomo in un prossimo futuro forse a viaggiare tra le stelle…