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Baiardo: “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”!!! Prima parte.

Una nuova puntata quella andata in onda l’altra sera su La7 nel programma condotto da Massimo Giletti,  “Non è l’Arena”,  con ospite Salvatore Baiardo, l’ex gelataio di Omegna (dopo averlo visto in Tv, mi sono ricordato di quando un giorno entrai in una gelateria – si trovava ad una ventina di metri da casa mia e a poco meno di cinque dal mio primo ufficio – sentii dialogare un uomo in siciliano con una signora – ma non mi fu facile riconoscerne la cadenza locale – tanto che chiesi se Egli fosse delle mie parti e ricevetti come risposta: no… lei è dall’altra parte… chiesi “cioè”, mi rispose…“Lei è dalla parte orientale e io di quella occidentale!!! Vabbè – continuai – “sempre siciliani semu”!!!

Ora scopro che quella persona che ha “profetizzato” la cattura di Matteo Messina Denaro con mesi d’anticipo era proprio lui… (il sottoscritto aveva riportato pochi giorni prima quanto poi è avvenuto, pensando però erroneamente che quel boss si trovasse in un altra isola (che non sto appositamente ad indicare): questa mia riflessione nasceva dal fatto di aver osservato, passeggiando quel luogo spopolato, un considerevole controllo del territorio, tenuto conto del periodo invernale e chissà se forse quella mia intuizione, non preannunci un nuovo arresto…) ed è seduto in quella trasmissione televisiva con di fronte l’ex Procuratore Antonio Ingroia…

In molti si aspettavano – egli stesso l’aveva tra l’altro annunciato sul social Tik-Tok” – nuove rivelazioni, a imitazioni delle parole espresse nel mese di Novembre: “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”???

Beh… a differenza dei giornalisti presenti che, in fasi alterne, facevano commenti su come il Baiardo non stesse dicendo nulla d’importante, viceversa la sensazione ricevuto è che quel gelataio qualcosa la stesse dicendo, ma come dice il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Già… l’altra sera, ascoltando il programma, l’impressione che ricevevo è quella che, in questo Paese, vi siano dei soggetti con cui è inutile sprecare fiato, perché essi non vogliono ascoltare, in particolare quando l’argomento è fortemente delicato o forse dovrei dire, non di loro gradimento, perché portare alla luce certe argomentazioni che toccano poteri forti, che sono stati artefici di circostanze appositamente “velate”, sì… quando qualcuno può arrecare danni a loro, ai loro amici o ancor più… a eventuali datori di lavoro, è meglio zittirlo!!!

Ed allora esaminiamole quelle mancate rivelazioni del Sig. Baiardo, che non è – per come qualcuno vorrebbe dipingere – uno stupido, anzi tutt’altro; egli difatti conosce perfettamente quel gioco, sa come muovere le pedine di quella scacchiera, far girare le lancette, sospenderne i tempi, ma soprattutto ha  consapevolezza dello spazio in cui si sta muovendo, chi sono gli amici e chi gli avversari… 

Entriamo quindi nello specifico per capire cosa egli abbia detto in quella puntata del 05 c.m.:

1) L’incontro con Paolo Berlusconi. 

FINE PRIMA PARTE 

Trattativa Stato – mafia??? Ma alla fine è stato tutto un bluff: difatti… tutti assolti per non aver commesso il fatto!!!

Dopo anni e anni di indagini, di udienze, di processi, dopo tutte quelle notizie riportate nei vari telegiornali, quotidiani e ancor più social, a cui sono seguiti una collana infinita di dossier, libri, etc…  ecco che finalmente si è giunti alla fine.

La sentenza del processo di secondo grado ha espresso la propria sentenza: tutti assolti… ad esclusioni dei mafiosi, unici colpevoli!!!

Gia… si potrebbe ipotizzare che la trattativa l’abbiamo condotta in “famigghia””, sì quella mafiosa, questo sembra dire (in attesa delle motivazioni…) la sentenza che nei fatti cancella la maggior delle condanne del primo grado (pensavo tra me… vai a pagare ora i risarcimenti a tutti coloro che ancora oggi si trovano “ingiustamente” reclusi)!!! 

E quindi alla fine restano confermate le condanna per il boss Bagarella e quella per il medico di Totò Riina, tutti gli altri assolti per non aver commesso il fatto! 

Chissà… se i documenti posti all’interno di quella cassaforte – lasciati per tre giorni incustoditi nell’abitazione del “capo dei capi” – fossero stati da chi di dovere recuperati, forse avremmo potuto conoscere un’altra storia di quel tragico periodo ed anche i nomi di chi aveva permesso (con la propria indolenza o forse partecipazione) per quasi un trentennio che ciò potesse accadere, ma sappiamo tutti com’è andata a finire…

D’altronde la sentenza pronunciata ora dal Tribunale segue quanto riportato dal sottoscritto in un suo post: ‘Stato-mafia”. .. ancora in alto mare!!! La verità non si saprà maihttp://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/12/stato-mafia-ancora-in-alto-mare-la.html

Chi l'ha vista??? Cosa…??? La "COMMISSIONE NAZIONALE ANTIMAFIA"!!!

L’ultima volta che ho ascoltato la Presidente On. Rosy Bindi (della Commissione parlamentare antimafia) è stato il 21 Febbraio a Palazzo Madama durante la Relazione conclusiva, che descriveva la situazione delle mafie in Italia, presentando un documento di 504 pagine sul lavoro svolto nei cinque anni di mandato, che si riassumevano in 245 sedute, 130 riunioni dei comitati di lavoro, per un totale di 315 audizioni e 104 missioni in Italia (in particolare in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, che rappresentano tradizionalmente le quattro regioni con il maggiore insediamento mafioso) e all’estero.

Inoltre dal lavoro svolto, sono state tratte due proposte di legge: la riforma organica del codice antimafia (legge 161/2017) e la riforma del sistema di protezione dei testimoni di giustizia (legge 6/2018), approvate dalle due Camere ed entrate in vigore.
Se osserviamo quindi quanto compiuto da quella Commissione, possiamo evidenziare che essa abbia contribuito ad una maggiore efficacia nel contrasto alle organizzazioni criminali di tipo mafioso, attraverso anche rilevanti collaborazioni con il Consiglio superiore della magistratura, con i Ministeri della giustizia e dell’interno, con la Banca d’Italia, con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza…

Senza tali contributi, sarebbe stato impossibile svolgere adeguatamente quei compiti istituzionali che hanno saputo tener viva l’attenzione sui temi economici, sociali e produttivi delle attività mafiose, nonché della verifica dell’adeguatezza della normativa sulla prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e dell’impiego di beni che rappresentino il provento delle attività della criminalità organizzata mafiosa…

Ulteriore attenzione è stata data alle associazioni antimafia, antiracket e antiusura, senza dimenticare la speciale considerazione che la Commissione ha voluto riservare al ruolo e alla storia dei testimoni di giustizia, ed inoltre, nel quadro di una collaborazione quasi strutturale riconosciuta dal Consiglio superiore della magistratura, si è intervenuti nell’ambito di quelle attività connesse alle tornate elettorali nelle regioni e nei comuni, in particolare quelle che tornavano al voto dopo uno scioglimento o un accesso ispettivo per forme di infiltrazione e condizionamento mafioso. 
Perché lottare contro le mafie non significa soltanto “reprimere”, ma significa avere bonificare, trasformare e costruire agendo su due livelli: quello politico “attraverso una maggiore giustizia sociale ed economico, attraverso la correzione o la cancellazione di quei meccanismi che generano dovunque disuguaglianza e povertà!!!
Ora incredibilmente sembra che le mafie siano scomparse…
Fateci caso, nei Tg nazionali e regionali si parla esclusivamente di migranti, come se la lotta all’immigrazione sia diventata la principale strategia dell’ordine pubblico, in linea con le nuove gerarchie della sicurezza, per i quali un immigrato sia più pericoloso di un mafioso!!!
Quindi, se da un lato s’inneggia la sentenza sul riconoscimento della trattativa Stato-mafia, dall’altro si trascura di dare priorità alla ricostruzione di quell’organismo parlamentare che ha contribuito negli anni a rendere le mafie meno sconosciute e a segnare con alcuni suoi atti, non solo la vita parlamentare, ma la stessa storia del nostro paese…

Non si comprende quindi perché ora che quelle mafie hanno raggiunto un ruolo economico /e finanziario così considerevole, con una presenza altresì costante in tutte le regioni italiane (circostanza quest’ultima che mai storicamente era stata raggiunta…), si continui ad operare, senza rimettere nuovamente in movimento, quella importante commissione!!!
Ho come l’impressione che qualche “puparo”, abbia deciso di far ritornare indietro di trentanni questo nostro Paese…
Già… quando erano in molti a sostenere per l’appunto quel ritornello: La mafia non esiste”!!!

  

Forza Italia: un partito nato dalla trattativa Stato-mafia!!!

A dirlo fu Massimo Ciancimino, figlio di Vito Alfio Ciancimino, politico e mafioso siciliano, appartenente alla Democrazia Cristiana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e corruzione…
“Mio padre – a parlare è Massimo Ciancimino – mi diceva che il partito di Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti quegli accordi”. 
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Antonio Ingroia, il figlio dell’ex sindaco ha ripercorso il contenuto di un pizzino consegnato ai magistrati di Palermo.
Pochi sanno che Massimo Ciancimino nel 1994 riceve un incarico dallo sconosciuto Ing. Lo Verde (ben più famoso con il nome di Bernardo Provenzano, capo mafia insieme all’amico Totò Riina), il quale gli consegna una lettera destinata… indovinate a chi…??? A Dell’Utri e Berlusconi!!! 
Immediatamente Ciancimino Jr. la portò al padre che all’epoca soggiornava presso lo Stato o meglio in un suo penitenziario… e nel leggere quella lettera comprese che si voleva richiamare Berlusconi e Dell’Utri, perché ritornassero nei ranghi…. d’altronde quel partito… “Forza Italia”, era nato proprio grazie alla trattativa Stato-mafia e che il Cavaliere, era parte attiva di quell’accordo…
Purtroppo di quella lettera… è rimasta soltanto una parte (almeno questo è quanto riportato), eppure, prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa di Ciancimino Jr. (nell’ambito di un’altra indagine), il documento era intero… cosa sia successo dopo… non si sa!!!
Sembra rivivere quanto accaduto dopo l’arresto di Toto Riina, con il mistero della perquisizione effettuata dopo 18 giorni: difatti, dal 15 gennaio al 2 febbraio del ’93, i suoi uomini “d’onore”, ripulirono la villa di Via Bernini… ed ebbero persino il tempo… d’imbiancare le pareti!!!
Se osservate bene, tra le righe del documento qui allegato, potrete leggere: “… posizione politica intendo portare il mio contributo (che come potremmo vedere successivamente, vista l’ascesa politica del “Cavaliere” non sarà certamente di poco conto…) perché questo triste evento non abbia a verificarsi. 
Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive”. 
Si comprende come il cosiddetto “triste evento” faceva riferimento ad un atto intimidatorio nei confronti del figlio di Silvio Berlusconi… 
Ciancimino Jr. ha spiegato che: “Provenzano voleva una sorta di consulenza da parte di mio padre: questo concetto di mettere a disposizione le reti televisive l’aveva suggerito proprio lui a Provenzano, qualche tempo prima. Mio padre si ricordava di quando Berlusconi aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Repubblica. Diceva che se un suo amico fosse sceso in politica lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti”!!! 
La lettera di Provenzano, fu poi rielaborata da Ciancimino (Padre) e indirizzata a Marcello Dell’Utri (Co-fondatore di Forza Italia) e per conoscenza fu consegnata all’allora Presidente del consiglio Silvio Berlusconi… il figlio Massimo nel frattempo… venne incaricato di riportarla al boss Bernarso Provenzano… che fine poi abbia fatto quella lettera e se venne consegnata, non si sa… 
Vi starete chiedendo in quali modi la trattativa fra Stato e mafia, durante le stragi del 1992 avrebbe coinvolto il cavaliere e il suo partito….???
Bene… quella cosiddetta trattativa, avrebbe avuto una “terza fase” – a dirlo è il figlio dell’ex sindaco di Palermo: “A Vito Ciancimino difatti nei rapporti con Cosa nostra, si sarebbe sostituito Marcello Dell’Utri”, aggiungendo “Mio padre mi disse che fra il 2001 e il 2002 Provenzano aveva riparlato con Dell’Utri”!!! 
Nella cosiddetta “bozza” di Ciancimino Jr. c’è un passaggio importante mai emerso… rispetto al documento sequestrato nel 2005 e fatto sparire!!! 
Vi è scritto nella parte finale: “Se passa molto tempo e non sarò indiziato del reato di ingiuria sarò costretto ad uscire dal mio riserbo che dura da anni e convocherò finalmente una conferenza stampa“. 
Ed allora il Pm Nino Di Matteo intervenendo chiede: “Ma cosa mai… sua padre minacciava di svelare???”. 
Ciancimino Jr.: “L’origine della coalizione che aveva portato in politica Silvio Berlusconi” e che risaliva al 1994-1995″.
Comprenderete come qualcosa in quell’indagine non sia andata per come si doveva… e forse una parte dei nostri servizi segreti (certamente “deviati”…) hanno soffocato tutta la vicenda, che potremmo dire ha inizio con le stragi di Falcone e Borsellino… con i documenti del giudice lasciati all’interno degli scatoloni e abbandonati nei piani interrati di qualche archivio o come quell’agenda rossa improvvisamente scomparsa!!!
Lo stesso Cianciminino Jr. dichiarò di essere stato personalmente contattato da uno di loro, che lo invitò caldamente a tacere e a non parlare più di certe vicende, perché tanto non sarebbe stato mai  coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre… circostanza che effettivamente avvenne, visto che negli anni successivi e fino al 2008, dal momento in cui aveva deciso di collaborare con i magistrati, nessuno lo interrogò più…
Analoga circostanza accadde durante gli arresti domiciliari, nei quali Massimo Ciancimino avrebbe ricevuto una visita “particolare”: Già… un capitano dei carabinieri che lo invitò a non parlare più della trattativa e soprattutto dei rapporti con il Silvio Berlusconi!!!
D’altronde se durante la perquisizione del 2005 nella sua villa di Mondello, nessuno dei carabinieri presenti, chiese ad egli di aprire la cassaforte ben visibile nella stanza del proprio figlio… fa intuire come qualcosa di strano ci fosse in quella investigazione… e dire che proprio lì dentro, era ben conservato il famoso “papello” ed altri documenti riservati, che avrebbero messo a repentaglio la democrazia di questo nostro paese…
Infatti.. di lì a poco… Ciacimino Jr. ricevette una intimidazioni ben visibile sul parabrezza della sua auto, nella quale era riportata la frase: “neanche i magistrati di Palermo ti potranno salvare”.
Ora, da quanto sopra espresso, qualcuno tra voi potrebbe pensare che il sottoscritto ha un unico intento, quello di mettere in cattiva luce questo partito “Forza Italia” e soprattutto i suoi principali esponenti… tra cui per l’appunto il “Cavaliere”… 
Ma se andate a ritroso nel mio blog, potrete vedere come il sottoscritto, un tempo, aveva dato fiducia a quel leader e ne sosteneva con il proprio voto “libero” quel suo partito… senza essersi mai iscritto o andare ad una loro manifestazione, senza mai richiederne la tessera, evitando di andare ad ogni loro invito a quei convegni o in quelle apposite segreterie… libero ero allora… e libero sono rimasto oggi!!!
Purtroppo in quel periodo fui preso come molti alla sprovvista… 
L’Italia dopo il fallimento di “Mani Pulite” andava ricostruita ed il “Cavaliere” sembrava… già sembrava… la persona giusta a cui poterci affidare!!!
Mai scelta fu così infausta per il nostro Paese!!!
E quindi oggi, dopo aver compreso attraverso la pubblicazione di “documenti ufficiali” e non per come molti suoi “lacchè” vorrebbero farci passare, indicandoli come “fake news“, beh… ho finalmente compreso, chi fosse in realtà quel mio interlocutore… lo stesso che per l’ennesima volta si presenta a noi tutti, quasi fosse il “salvatore della nazione“!!!
Quindi non mi chiedete di far finta di nulla… anche se siete in molti a desiderare una sua vittoria alla prossime competizioni elettorali del 4 Marzo, un partito di cui sono certo, raggiungerà una soglia percentuale molto alta, che permetterà ad egli di essere convocato dal Presidente Mattarella, per far nascere –in collaborazione di molti suoi amici del centro-sinistra– il nostro prossimo governo nazionale!!!
Ma ciò non toglie comunque che egli… è quel suo partito, resteranno agli occhi del sottoscritto, una macchia indelebile di questo nostro paese che non potrà mai essere cancellata!!!
Chissà forse fra trent’anni, i miei nipoti avranno la possibilità di conoscere un’altra storia, quella vera, certamente diversa da questa finora proposta!!!    

Forza Italia: un partito nato dalla trattativa Stato-mafia?

A dirlo fu Massimo Ciancimino, figlio di Vito Alfio Ciancimino, politico e mafioso siciliano della Democrazia Cristiana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e corruzione. “Mio padre” raccontava Massimo, “mi diceva che il partito di Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di quegli accordi.”
Queste parole furono pronunciate durante un interrogatorio con il pubblico ministero Antonio Ingroia. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo ripercorse il contenuto di un pizzino consegnato ai magistrati di Palermo. Pochi sanno che nel 1994 Massimo Ciancimino ricevette un incarico da un certo “Ing. Lo Verde” – meglio conosciuto come Bernardo Provenzano, capo mafia insieme a Totò Riina. Quel pizzino era destinato… indovinate a chi? A Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi.
Ciancimino Jr., all’epoca, portò immediatamente la lettera al padre, che si trovava in un penitenziario. Leggendo quel documento, Vito comprese che si voleva richiamare Berlusconi e Dell’Utri “nei ranghi”. Dopotutto, quel partito – Forza Italia – era nato proprio grazie alla trattativa Stato-mafia, e il Cavaliere era parte attiva di quell’accordo.
Purtroppo, di quella lettera oggi resta solo una parte. Prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa di Ciancimino Jr. (nell’ambito di un’altra indagine), il documento era intero. Cosa sia successo dopo? Nessuno lo sa. È difficile non pensare a quanto accaduto dopo l’arresto di Totò Riina: dal 15 gennaio al 2 febbraio del 1993, i suoi uomini “d’onore” ebbero tutto il tempo di ripulire la villa di Via Bernini, persino imbiancando le pareti.
Se guardate bene tra le righe del documento allegato, potete leggere: “… posizione politica intendo portare il mio contributo (che, come vedremo, vista l’ascesa politica del ‘Cavaliere’, non sarà certamente di poco conto…) perché questo triste evento non abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive.”
Il “triste evento” faceva riferimento a un atto intimidatorio nei confronti del figlio di Silvio Berlusconi. Ciancimino Jr. spiegò che Provenzano voleva una sorta di consulenza da suo padre. Questo concetto – “mettere a disposizione le reti televisive” – era stato suggerito proprio da Vito a Provenzano, qualche tempo prima. Ricordava quando Berlusconi aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Repubblica , dicendo che se un suo amico fosse sceso in politica, lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti.
La lettera di Provenzano fu poi rielaborata da Ciancimino Sr. e indirizzata a Marcello Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia, con conoscenza a Silvio Berlusconi. Nel frattempo, Massimo Ciancimino venne incaricato di riportarla al boss. Che fine abbia fatto quella lettera e se venne effettivamente consegnata, resta un mistero.
Vi starete chiedendo in che modo la trattativa Stato-mafia, durante le stragi del 1992, avrebbe coinvolto il Cavaliere e il suo partito. Secondo Ciancimino Jr., ci sarebbe stata una “terza fase” della trattativa. “A Vito Ciancimino nei rapporti con Cosa nostra,” disse, “si sarebbe sostituito Marcello Dell’Utri.” E aggiunse: “Mio padre mi disse che tra il 2001 e il 2002 Provenzano aveva riparlato con Dell’Utri.”
Nella cosiddetta “bozza” di Ciancimino Jr., c’è un passaggio importante mai emerso rispetto al documento sequestrato nel 2005 e poi fatto sparire: “Se passa molto tempo e non sarò indiziato del reato di ingiuria, sarò costretto a uscire dal mio riserbo che dura da anni e convocherò finalmente una conferenza stampa.”
Il pm Nino Di Matteo intervenne chiedendo: “Ma cosa mai… suo padre minacciava di svelare?”
Ciancimino Jr.: “L’origine della coalizione che aveva portato in politica Silvio Berlusconi,” risalente al 1994-1995.
Comprenderete come qualcosa in quell’indagine non sia andato come doveva. Forse una parte dei nostri servizi segreti – certamente “deviati” – ha soffocato tutta la vicenda, che inizia con le stragi di Falcone e Borsellino. Documenti lasciati negli scatoloni, abbandonati nei piani interrati di qualche archivio, come quell’agenda rossa improvvisamente scomparsa.
Lo stesso Ciancimino Jr. dichiarò di essere stato personalmente contattato da uno di loro, che lo invitò caldamente a tacere: “Non sarai mai coinvolto, non verrai mai chiamato a deporre.” E così accadde: dagli anni successivi fino al 2008, nessuno lo interrogò più.
Analoga circostanza accadde durante gli arresti domiciliari, quando Massimo Ciancimino ricevette una visita “particolare”: un capitano dei carabinieri che lo invitò a non parlare più della trattativa e soprattutto dei rapporti con Silvio Berlusconi.
D’altronde, se durante la perquisizione del 2005 nella sua villa di Mondello nessuno dei carabinieri presenti chiese di aprire la cassaforte ben visibile nella stanza del figlio, fa intuire come qualcosa di strano ci fosse in quella investigazione. Proprio lì dentro era conservato il famoso “papello” e altri documenti riservati che avrebbero messo a repentaglio la democrazia di questo nostro Paese.
Di lì a poco, Ciancimino Jr. ricevette un’intimidazione ben visibile sul parabrezza della sua auto: “Neanche i magistrati di Palermo ti potranno salvare.”
Ora, da quanto sopra espresso, qualcuno potrebbe pensare che il mio intento sia quello di mettere in cattiva luce Forza Italia e i suoi principali esponenti, tra cui il “Cavaliere.” Ma se andate a ritroso nel mio blog, troverete che un tempo ho dato fiducia a quel leader e ho sostenuto con il mio voto “libero” quel suo partito. Senza mai iscrivermi, senza mai partecipare a manifestazioni o convegni, evitando ogni invito ufficiale. Libero ero allora, e libero sono rimasto oggi.
Purtroppo, in quel periodo fui preso alla sprovvista come molti altri. L’Italia, dopo il fallimento di “Mani Pulite,” andava ricostruita, e il “Cavaliere” sembrava… già, sembrava… la persona giusta a cui affidarci. Mai scelta fu più infausta per il nostro Paese.
Oggi, dopo aver compreso attraverso la pubblicazione di “documenti ufficiali” – e non per come molti suoi “lacchè” vorrebbero farci credere, indicandoli come “fake news” – ho finalmente capito chi fosse realmente quell’interlocutore. Lo stesso che, per l’ennesima volta, si presenta a noi tutti come il “salvatore della nazione.”
Quindi non chiedetemi di far finta di nulla. Anche se siete in molti a desiderare una sua vittoria alle prossime elezioni del 4 marzo, un partito di cui sono certo raggiungerà una soglia percentuale molto alta, permettendogli di essere convocato dal Presidente Mattarella per formare – in collaborazione con molti suoi amici del centro-sinistra – il prossimo governo nazionale.
Ma ciò non toglie che egli e il suo partito resteranno, agli occhi del sottoscritto, una macchia indelebile di questo nostro Paese che non potrà mai essere cancellata.
Chissà, forse fra trent’anni i miei nipoti avranno la possibilità di conoscere un’altra storia, quella vera, certamente diversa da questa finora proposta.

Casualmente, il "capo dei capi" Totò Riina, in fin di vita…

Ha volte ho l’impressione di essere un precursore dei tempi… si prevedo e accade quanto avevo previsto…
In data 9 giugno di quest’anno avevo scritto un post a riguardo:
ed ora stranamente, la notizia che il boss Totò Riina, è stato ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma… in quanto in fin di vita!!!
Avevo preso per l’appunto allora come accostamento, un bellissimo libro di John Le Carrè, intitolato “Chiamata per il morto” ed avevo espresso alla fine della nota, un mio presentimento… che ora sembra, si stia avverando!!!
Già, dopo aver compiuto 87 anni e aver trascorso questi ultimi 24 anni in carcere (dal 15/01/1993 anno del suo arresto) per le condanne ricevute (26 ergastoli, tra cui proprio quelle per le le stragi di Falcone e Borsellino), ecco che ora si trova in fin di vita…
Ed è veramente strano… perché sembrava che – da quelle sue ultime apparizioni – si sentisse alquanto bene, tanto da dichiarare che voleva parlare…
Di cosa non si sa… ma ora purtroppo essendo in fin di vita, non potrà dire forse quanto voleva…
Certo… qualcuno potrebbe obbiettare che era prevedibile che accadesse una situazione del genere… d’altronde il boss corleonese, aveva ormai raggiunto una età nella quale è prevedibile pensare ad una dipartita…
Ovviamente i medici, dopo essere intervenuti chirurgicamente, hanno già messo le mani avanti, dichiarando che le condizioni del boss, sono da troppi anni compromesse, e che difficilmente avrebbe superato ulteriori interventi…
Strano però che proprio alcuni mesi fa, si ventilava l’ipotesi che il “capo dei capi” potesse lasciare il carcere a causa delle sue condizioni di salute… ed ora, all’improvviso… non ve ne più motivo, in quanto forse sta morendo!!!

Nella sopraddetta circostanza era stato espresso che il soggetto criminale, godeva al’interno di quel penitenziario la massima attenzione ed il rispetto della sua volontà, al pari di qualsiasi altra persona, che versi in analoghe condizioni fisiche…

Di contro, si escludeva la possibilità di liberarlo, in quanto le sue condizioni di salute seppur critiche, permettevano ad egli di potere esercitare ancora un potere criminale, in particolare, proprio nel caso in cui, avesse fatto ritorno a Corleone…

Il sottoscritto questa nota non la comprende… è infermo, moribondo, incapace d’intendere e di volere… oppure è ancora in forze da decidere e comandare all’interno di quell’associazione mafiosa???
Nel dubbio… lasciamolo dov’è, lì dove non può parlare!!!
Ecco infatti che da uno stato definito “lucido e vigile” è passato ad uno stato “vegetale”… poiché in coma.
La verità è che in tutti questi anni, sono in molti ad aver desiderato la morte di quell’uomo… e non parlo dei parenti vittime cadute per mano della mafia, la stessa associazione criminale che egli di fatto dirigeva, bensì, mi riferisco a tutti quegli uomini e donne che opportunamente legati a quello Stato parallelo “deviato e non”, hanno permesso in tutti quegli anni ad egli –attraverso propri uomini istituzionali, politici, dirigenti e militari– non solo di rimanere impunito e latitante per cinquant’anni, ma ancor peggio, d’aver stabilito patti e condizioni, con quell’associazione criminale!!!
Già… come dimenticare quell’infausta trattativa conosciuta col nome “Stato-mafia”…
Cosa aggiungere, con la morte di Riina… vedrete, svanirà un’importante periodo storico, una verità che questo paese ha preferito tenere celata, poiché sono in molti, a non voler che essa possa emergere!!!

Quella comune corresponsabilità…

Alla fine e comunque si mira sempre allo stesso intento…

E’ un circolo vizioso quello delle preferenze e cioè quello di voler raccogliere e promettere voti ad un esponente politico rispetto ad un’altro ed eguaglia per peso morale, lo stesso con il quale quest’ultimi, tentano di acquisire quei consensi…
E’ una forma di scambio, dove entrambi sono corresponsabili, perché se è vero che da un lato ci sono i cosiddetti politici, dall’altro ci sono tutti gli altri – e sono i più… – che tentano di servirsi di quegli uomini politici…
Fin tanto quindi che la nostra. libertà morale viene condizionata oppure posta a baratto di quei voti… è del tutto evidente che non ci potrà mai essere alcuna indipendenza.
Siamo ormai talmente abituati a considerare il nostro paese così diverso e più disponibile alla illegalità rispetto ad altre democrazie, che in questa italiana diversità, non chiediamo più il perché delle situazioni o il perché queste avvengono, ma solo il come poterle ottenerle…
Siamo un paese da trent’anni in emergenza, in mano a governanti che hanno avuto l’incapacità di realizzare quelle giuste riforme e che hanno approfittato del loro ruolo per arricchirsi alle spalle di noi cittadini e la cosa assurda che hanno ancora l’impudenza di venirci a dire, che le responsabilità non sono di loro e che le colpe sono sempre degli altri…
C’è ovunque una puzza di compromesso morale, permane infatti quel dubbio che si è instaurato in ognuno di noi, dove, magari non abbiamo le prove – o per meglio dire, queste fanno parte di quanto emerge quotidianamente dalle indagini delle varie Procure – ma sappiamo certi che in Italia la democrazia non è eguale per tutti e così resta di fatto incompiuta.
Cercare sempre un compromesso, compromettersi con qualcuno, ha trasmesso a noi tutti, quel rovinoso segnale di cedimento dei principi morali!!!
E’ un’accordo tacito in cui, ciascuno ha ceduto qualcosa…  per avere in cambio qualcos’altro!!!
Purtroppo, vedendo come le alte cariche dello Stato, attraverso i propri uomini, deputati e senatori, più volte si sia barattato come necessario l’eventuale compromesso…, dimostra – per l’ennesima volta – come nel violare la nostra Costituzione si è saputi cadere a livelli bassissimi, ignobili – vedasi per esempio il caso della trattativa stato-mafia – o quando un nostro ex-Presidente del Consiglio ( giunto quasi a divenire Presidente della Repubblica ) è stato condannato per frode fiscale, ed infine dove nel nostro Paese, i nostri ministri, hanno fatto affari con la criminalità…. scendono a patti con associazioni a delinquere ben organizzate!!!
Di quale paese parliamo quindi, come pensiamo di cambiarlo…???
Speriamo ancora che la politica, possa dare speranza a valori che da tempo sono ormai andati perduri???
Siamo sempre convinti che un solo uomo – sia che esso si chiami Renzi oppure Grillo – possa risolvere tutti i nostri problemi e ci affidiamo oggi a Lui come abbiamo già fatto con il Cav. quasi fosse il messia della situazione???
C’è soltanto una strada da percorrere e questa, passa prima di tutto, dall’eliminare definitivamente il compromesso con quegli e questi ” uomini “, nel volere tentare di fare eccellere, sempre e ovunque, i valori di correttezza morale e di onestà intellettuale…
Mai più compromessi, mai più corruttibili, perché il peso di responsabilità del nostro paese, passa in ogni caso… principalmente da noi!!!
Quelli che possono, fanno… 
Quelli che non possono, insegnano…
E ciò che insegnano è ciò che non possono più fare, perché il corpo o lo spirito o entrambi, non sono più capaci di perseguire un unico scopo, perché hanno visto troppo e represso troppo e sono scesi a troppi compromessi e alla fine hanno provato troppo poco…
Allora passano a rinfocolare i loro vecchi sogni in menti nuove e a scaldarsi al fuoco dei giovani.
John Le Carrè