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Sequestrato il raddoppio della SS 640 Agrigento – Caltanissetta

Un raddoppio quello della SS 640 che rappresenta con i suoi 740 milioni di euro, un interessante business per l’impresa che si è aggiudicata l’opera pubblica e cioè la società consortile Empedocie 2 S.C.P.A. (costituita da CMC Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna 44%, CCC Società Cooperativa 18%, Tecnics di Catania 38%).
Se andiamo a rileggere quanto riportava il protocollo di intesa, osserviamo che la Empedocle SCPA (in forza del contratto a Contraente Generale), potrà affidare ad imprese terze, lavori ed opere, per l’intera realizzazione del progetto
Sarebbe interessante quindi conoscere i nominativi di quelle imprese, che hanno operato su quei tratti stradali e sapere se in questi anni, qualcuna di esse, abbia avuto revocato il certificato antimafia o se siano stati emessi provvedimenti interdittivi o condanne, nei confronti di alcuni loro legali rappresentanti…
Ed inoltre, sarebbe rilevante conoscere se, durante l’esecuzione, siano state violate le clausole di salvaguardia, con riferimento specifico agli impegni normativi e contrattuali e cioè, se dalle verifiche (alle imprese affidatarie e/o sub affidataria dei lavori) siano emerse irregolarità nei confronti dei propri dipendenti o dei lavoratori dipendenti da eventuali imprese sub affidataria, presenti nei lavori appaltati.
Inoltre, premesso che la società Empedocle 2 S.c.p.a. a promosso a suo tempo con la Prefettura di Caltanissetta, la Regione Siciliana, Anas SpA la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e dove tale protocollo avrebbe dovuto di fatto costituire “l’elemento fondamentale” sul quale garantire tutte procedure interne volte ad attivare le ricognizioni e le analisi per la protezione e l’incremento dell’integrità aziendale e della filiera produttiva relativa al lavoro…
Scoprire quindi in questi giorni come, i militari del Reparto Operativo (Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Caltanissetta), abbiano dato corso, ad un serie di procedimenti, iscrivendo 12 indagati per “concorso in frode in pubbliche forniture”… e dove agli interessati è stata contestualmente notificata “informazione di garanzia” e sono stati accusati, a vario titolo, per aver:
– utilizzato calcestruzzo non conforme alle previsioni contrattuali;
– utilizzato gabbie in acciaio per la realizzazione di pali ed altre strutture di misure e/o caratteristiche tecniche non conformi al capitolato;
– occultato alla Direzione dei Lavori difficoltà tecniche ed irregolarità dei materiali;
– omesso di segnalare alla Direzione dei Lavori irregolarità riscontrate, impedendo l’apertura della procedura contrattuale di non conformità e la successiva risoluzione delle irregolarità esecutive, lascia di per se, un po’ perplessi….

Certamente qualche dubbio sulla validità di questi protocolli di legalità nasce, considerato che proprio in questi giorni, ad una delle partecipate, è stata notificata l’interdittiva antimafia in seguito all’arresto dei propri vertici…

Sarebbe altrettanto interessante conoscere per quali ragioni, un’opera che prevedeva i lavori di adeguamento a quattro corsie della strada statale 640 “di Porto Empedocle” (dal km 9,800 al km 44,400), per un importo di circa 378 milioni euro sia giunta oggi a costare quasi il doppio…
Ed ancora, un’opera che prevedeva il completamento entro 1510 giorni dalla firma del contratto (sono circa cinque anni) e che dal quel 2008 è ancora in corso di realizzazione, ma soprattutto, non si sa nemmeno quando si giungerà alla conclusione, considerato che -per quanto emerso- sono state rilevate numerose non-conformità durante i lavori e che queste se pur già segnalate al contraente generale, avranno l’onere di essere sanate… 

Inoltre, mi sembra di ricordare che per ogni giorno di ritardo, il contraente generale avrebbe dovuto corrispondere all’ANAS una penale pari all’1 per mille dell’importo complessivo della progettazione esecutiva e dello 0,5 per mille dell’importo complessivo offerto per i lavori…

Una cosa è certa, questo sistema sugli appalti pubblici, così com’è, non funziona e presenta falle a tutti i livelli… dalla trasparenza delle gare d’appalto (sempre più viziate dalla solita rete di conoscenze e favoritismi) ai controlli ispet­ti­vi an­ti­ma­fia, dai requisiti di moralità professionale dei titolari, alle mazzette ripartite, dai meccanismi di accesso agli appalti, ovvero la qualificazione delle imprese, con quel sistema SOA (società organismo di attestazione) basato su controlli affidati a società private, che avrebbero dovuto sostituire quel carrozzone dell’Albo costruttori, filtrandone l’accesso dei nuovi ingressi ed eliminando tutte quei vecchi scatoloni vuoti, e per finire, quella mancata trasparenza…
Non esiste a tutt’oggi una banca dati informatizzata, dalla quale sia possibile conoscere tutti i contratti pubblici e che permetta a chiunque, di sapere quanto sia costata un’opera (rispetto all’importo originario), a chi è stata affidata, chi erano i subappaltatori, conoscere mese per mese gli stati d’avanzamento di un’opera, ecc…
Non so dire se chi si occupa d’appalti pubblici sia realmente incapace… ho il dubbio invece, che forse, ci troviamo in un comparto gestito da furbi, che fa sì che questo sistema, resti cosi com’è, per poter continuare a ingrassare e oliare, tutte quei soggetti, legati tra loro in anomale procedure ( il più delle volte illecite…) che prendono il nome di… appaltopoli!!! 

Quando si sapeva costruire…

C’era un tempo in cui le costruzioni duravano millenni…
Era un periodo nel quale, le modalità operative, la tipologia dei materiali, il controllo e quant’altro necessario, se pur tra mille difficoltà e con l’utilizzo di manodopera non sempre professionale in quanto personale facente parte dei considerati servi o ancor peggio schiavi, dimostra comunque ancora oggi, la loro grande capacità costruttiva…
Costruzioni di grande opere di architettura ed ingegneria, vengono ancor oggi studiate, per capirne i segreti e le metodologie utilizzate…
Monumenti, strade, acquedotti, templi, terme, ecc… realizzate completamente a mano, con l’uso prima di blocchi in pietra e successivamente con l’uso dei mattoni… 
Nuove importanti innovazioni tecniche, consentirono di costruire fino al medioevo opere monumentali, attraverso l’uso di nuovi leganti quali quello del conglomerato cementizio ( fatto da una miscela di malta di sabbia, calce e frammenti di pietra e laterizi), e l’impiego di nuove soluzioni architettoniche come l’arco, la cupola, la volta, tecniche giunte fino ai nostri giorni, prima della nascita del cemento armato o di strutture metalliche in acciaio.
Oggi a differenza di quanto avveniva allora, ciò che viene costruito si distrugge in pochi giorni… e non a causa di qualche cataclisma naturale o di chissà quale terremoto o ztunami, ma determinato principalmente dalla incuria umana…
Già, era da pochi giorni ( precisamente dieci ) stato inaugurato, il viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento che proprio nel giorno di Capodanno è crollato…
Non so se ciò possa annoverarsi pienamente nel “Guinnes World Records” ma certamente un record (se pur negativo) rappresenta …
La cosa assurda è che nei Tg nazionali, sono stati intervistati proprio coloro che avrebbero dovuto controllare e parlo ovviamente di miei colleghi, Direttori di Lavori, Direttori Tecnici, Collaudatori, ecc…, che invece di presentarsi pubblicamente a giustificare chiassà quali cause, avrebbero certamente dovuto provvedere affichè quanto successo non potesse accadere…  
Ora l’A.N.A.S. parla di “anomalo cedimento del piano viabile in corrispondenza del rilevato retrostante della spalla del viadotto“, ma vorrei conoscere cosa l’indagine geologica aveva a suo tempo evidenziato e se i parametri geo-tecnici sono stati correttamente applicati in fase di progettazione strutturale…
Per fortuna che quando è avvenuto il crollo non transitava nessuno… almeno non vi sono vittime, e comunque la strada è nuovamente chiusa!!!
Il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha preteso i nomi dei responsabili… 
Sì… perché in Italia, quando accadono analoghe situazioni, si va subito in cerca dei colpevoli… e di chi deve ovviamente pagare… per tutti…
Io invece vorrei sapere… dei 13 milioni di euro buttati al vento chi provvederà nuovamente ad integrarli… sempre i soliti fessi… e cioè noi cittadini!!!
Il tempo degli errori è finito… pagheranno tutto” ( mi viene di pensare ad un detto siciliano che dice… “curnutu cu ci criri” ) e poi vorrei sapere con quali soldi… forse con quelli degli stipendi???
Adesso tutto passa alla procura di Termini Imerese… la quale ha aperto l’ennesima inchiesta… per crollo colposo sul cedimento del tratto di strada che precede il viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Agrigento. 
Ora inizieranno ad arrivare tutta una serie di periti per consulenze tecniche e per determinare le cause che hanno prodotto il crollo… quindi sarà trasferito il tutto per il solito dibattimento al Tribunale… con la certa conseguenza di ulteriori aggravi, per costi su consulenze tecniche, legali, processuali, ecc… e così altro che 13 milioni… alla fine questo danno lieviterà di qualche altro milioni… 
Tutti adesso ci verranno a dire che pagheranno il costruttore ed il controllore… ma quando mai… in Italia non paga mai nessuno… gli avvocati ( quelli bravi, con la A maiuscola… ) servono proprio a questo!!!
Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha dichiarato che: c’è chi l’ha costruito male, chi non ha controllato che i lavori fossero fatti a dovere e chi ha dato il via libera alla circolazione… ma vorrei conoscere, proprio da egli in qualità di ministro ( nel periodo del suo mandato), quali provvedimenti di controllo ha provveduto a far adottare per evitare che tali disastri potessero accadere???
IL Consorzio “Bolognetta S.c.p.a.” raggruppamento di imprese tra cui la C.M.C. di Ravenna, la Tecnis e Ccc) è impegnata attualmente in Sicilia in diversi lavori tra cui appunto i viadotti Scorciavacche 1 e 2, ed inoltre sono previste gallerie artificiali, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre interventi di manutenzione adeguamento sismico per ulteriori 16 viadotti esistenti…
Non bisogna inoltre dimenticare quanto già da tempo in corso di realizzazione nella SS 640 (Agrigento-Caltanissetta ) ed il nuovo tratto tra Porto Empedocle e lo svincolo di Imera.
Cosa aggiungere…, aver ascoltato la notizia mi ha profondamente scioccato, ma ciò che maggiormente mi ha meravigliato è aver ascoltato la dichiarazione del portavoce dell’ANAS, il quale ha precisato che la strada appena inaugurata, era stata (proprio giorno 30 Dicembre 2014) chiusa preventivamente… 
Una circostanza questa molto bizzarra… mi chiedo quindi, non è che forse qualcuno ne aveva già evidenziato i problemi e per evitare probabili rischi indesiderati (a quanti avrebbero potuto transitare da quel viadotto), si è preferito chiuderne il tratto, occultandone provvisoriamente il problema, per poi provvedere a rimediare successivamente, appena rientrati dalle festività???
Dopotutto questo modo di fare…  non rappresenta proprio una consuetudine del tutto italiana???  

Protocollo di Legalità sul raddoppio della SS 640!!!

Dopo i clamorosi provvedimenti del protocollo per la legalità, istituiti a tutela dei lavori per il raddoppio della Strada Statale 640 Agrigento – Caltanissetta, abbiamo potuto assistere a come alcuni contratti già stipulati, con le Ditte affidatarie e con i loro diretti subappaltatori/fornitori, sono stati annullati, in quanto si è presunto (da una verifica di controllo svolte dalla ns. “intelligence”) che queste società, potessero avere al loro interno, eventuali legami con le cosche mafiose.

Quindi dopo aver in precedenza revocato quei contratti ed avendo lo Stato dimostrato – attraverso il contrasto duro e la politica del bastone – che si potessero raggiungere i prefissati obbiettivi, ecco, dopo aver realizzato quelle misure preventive di controllo e di garanzia, avendo provato ad escludere ogni eventuale possibilità a quella infiltrazione mafiosa, finalmente, si dà il via ai lavori!!!
La circostanza “ambigua” e che sono state sottratte ad alcune imprese quegli appalti già acquisiti e che questi, stranamente ora vengano date ad altre società (previo, ripeto,  asseveramento degli organi di controlli di cui sopra…), per poi ahimè scoprire successivamente, di come quest’ultime, verranno anch’esse indagate per associazione mafiosa!!! 
Ovviamente questa situazione, incanalata nella direzione a suo tempo approntata, ha portato anche al vilipendio di quelle società che oltre ad essere state esposte alla gogna mediatica, hanno subito l’oltraggio personale… 

Come si sa, i lavori relativi al primi lotto sono già in corso.

La consortile Empedocle, di cui fa parte la ditta CMC e le altre imprese impegnate in subappalto,  stanno lavorando, ma non avendo il cronoprogramma davanti, non posso dire se in rispetto dei tempi previsti, anche se questo per il momento interessa poco, la conclusione comunque dei lavori é prevista per l’estate del 2012, staremo a vedere…già comunque come si può leggere nel particolare del giornale allegato che …si parla del 2013. 
Sono già visibili, tra Favara e Racalmuto, due basi dei giganteschi piloni che dovranno sorreggere i viadotti in costruzione. I lavori riguardano il tratto che va da Agrigento ( km 9,8, appena fuori dalla zona archeologica) a Grottarossa (km 44,4, confine con la provincia di Caltanissetta). 
In tutto saranno realizzati venti viadotti, tre gallerie e otto svincoli. A lavori ultimati la strada, che attualmente comprende un’unica carreggiata con una corsia per ogni senso di marcia, diventerà a doppia carreggiata, con due corsie per senso di marcia separate da uno spartitraffico, garantendo in tal modo una maggiore sicurezza. 
L’investimento complessivo è di circa 500 milioni di euro, di cui 435 milioni per i lavori principali e per gli espropri e altre attività necessarie al cantiere. Una parte consistente dell’opera, per un importo di 365 milioni di euro, è stata finanziata utilizzando i Fas mentre la restante quota è a carico dell’Anas.

Nel frattempo uomini tra carabinieri, poliziotti, finanzieri e agenti della Dia hanno controllato le undici ditte presenti ed all’opera lungo la statale 640. Controlli previsti nel quadro del cosiddetto “protocollo di legalità”, stipulato un anno addietro tra la Prefettura, le forze dell’ordine e le ditte che si aggiudicarono l’appalto del raddoppio.
Ovviamente è stato concesso un tempo ragionevole, per poter sistemare quanto oggi sia in sicurezza che sotto l’aspetto amministrativo non andava ( anzi la pubblicità “occulta” svolta dai media in maniera puntuale, evidenzia come tutto sia in perfetta regola ed al massimo dell’efficienza, sempre ovviamente nella massima trasparenza), ed anzi per evitare a tali imprese eventuali sanzioni cui già avrebbero dovuto adempiere… gli si viene concessa una ulteriore proroga, a dispensa di quanto oggi non trovato in regola.
Ma come sappiamo in Italia ci sono sempre ” due pesi e due misure… ” e poi conoscendo il rispettoso silenzio, cui parte dei nostri funzionari pubblici, designati ad autorità di controllo,  sono certo che ancor prima della visita ispettiva, nel riserbo assoluto.
Già, in molti conoscevano l’ora ed il giorno, di quell’improvviso “confidenziale” controllo…

Tar sospende decisione della prefettura sulla Incoter Spa di Catania.

Il presidente della quarta sezione del Tar di Catania, Biagio Campanella, ha sospeso il provvedimento della prefettura etnea che ha negato il rilascio del certificato antimafia alla Incoter, chiesto per la gara d’appalto              dell’ammodernamento della strada statale 640 Agrigento -Caltanissetta.
Per il giudice amministrativo, che ha emesso un decreto d’urgenza,
il sequestro preventivo del 50% delle azioni della Incoter Spa e l’amministrazione unica affidata all’arch. Guglielmo Messina “garantiscono sufficientemente circa il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”. Nel decreto si spiega che è “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato” e si sottolinea come “il mancato rilascio dell’informativa  antimafia comporterebbe per l’impresa ricorrente la risoluzione del contratto d’appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
L’udienza collegiale è fissata per il prossimo 15 settembre.