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Quando i fondi europei dell’agricoltura finiscono nelle mani sbagliate.


Da oggi, 16 ottobre 2025, la Commissione europea ha deciso di aumentare gli anticipi della Politica Agricola Comune, consentendo agli agricoltori di ricevere fino al 70% dei pagamenti diretti (prima era il 50% ) e addirittura l’85% per gli interventi legati a superficie e allevamenti, contro il precedente 75%. 

La motivazione ufficiale è chiara: dare respiro a un settore sempre più stretto tra eventi climatici estremi e mercati internazionali instabili.

Ma mentre si parla di sostegno e liquidità, non posso fare a meno di chiedermi cosa succeda davvero dietro le quinte di questi flussi finanziari. 

Già nel periodo 2014-2020, i “Programmi di Sviluppo Rurale” sono stati regolarmente finanziati e il nostro Paese ha ricevuto un contributo pubblico di 2,14 miliardi di euro, eppure, proprio in quegli anni, si sono moltiplicate le inchieste giudiziarie che hanno smascherato frodi sistematiche, spesso orchestrate da vere e proprie organizzazioni criminali. 

La mia impressione, purtroppo confermata da fatti concreti, è che una parte non trascurabile di questi fondi finisca per alimentare circuiti illegali, anziché sostenere chi lavora la terra con onestà.

Oggi, con la nuova programmazione 2021-2027 dotata di un bilancio complessivo di 387 miliardi di euro per tutta l’UE, il sistema non solo non si è fermato, ma si è evoluto: nel 2025 la Commissione ha presentato un pacchetto di semplificazioni per rendere la PAC meno burocratica e più efficace, proprio mentre il Parlamento europeo si opponeva alla proposta di accorpare i fondi agricoli con altri settori, chiedendo invece un bilancio autonomo e un sostegno diretto al reddito degli agricoltori. 

Quindi, tutto sembra muoversi nella direzione giusta – almeno sulla carta – eppure, basti osservare i casi recenti per capire quanto sia fragile questa architettura. A Napoli e Salerno, tra il 2022 e il 2024, sono stati sequestrati oltre 1,1 milioni di euro grazie a indagini che hanno smantellato un’organizzazione criminale specializzata in documenti falsi, dati fittizi e corruzione di funzionari pubblici. 

Mentre nella stessa provincia di Salerno, nel 2025, altri 470.000 euro sono stati sottratti a chi dichiarava superfici agricole inesistenti. A Caronia e Longi, in provincia di Messina, si gonfiavano i costi dei progetti per intascare contributi più alti, mentre in Calabria, già nel 2014, erano stati sottratti 250.000 euro su un totale di 400.000 attraverso falsificazioni sulla titolarità dei terreni.

Il copione si ripete: documenti alterati, complicità di professionisti (commercialisti, agrotecnici, funzionari regionali) pronti a intascare una percentuale in cambio di coperture, e talvolta persino tentativi di depistaggio da parte di ex appartenenti alle forze dell’ordine. 

Di fronte a tutto ciò, è difficile non domandarsi se l’obiettivo dichiarato di questi finanziamenti – sostenere l’agricoltura, la sostenibilità, le comunità rurali – non venga sistematicamente svuotato da meccanismi opachi che favoriscono chi sa muoversi nell’ombra più di chi coltiva il campo ogni giorno. 

Certo, l’Unione non sta a guardare: esiste la Procura europea (EPPO), ci sono nuclei specializzati dei Carabinieri, e si parla di controlli digitali, anche via satellite, per contrastare le frodi. Ma la domanda rimane: finché il sistema consentirà tanta discrezionalità amministrativa e burocratica, non rischieremo di continuare a versare denaro pubblico in un pozzo senza fondo, dove la criminalità organizzata pesca con troppa facilità?

Io continuo a dubitare, ma d’altronde i fatti, purtroppo, danno ragione ai miei dubbi…

Come avevo previsto, ecco i primi "gilet" di protesta del nostro Paese!!!

L’unica differenza con quelli francesi è il colore… dal giallo all’arancione!!!
A protestare sono gli agricoltori della Puglia, in particolare i rappresentanti delle organizzazioni di categoria Cia, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative, Agci, che ieri sono per le strade di Bari in segno di protesta, indossando i “gilet” arancioni’ e dichiarando lo stato di agitazione…
I problemi sono quelli a difesa del settore, tra cui i danni provocati dalle gelate, l’emergenza xylella e la gestione delle misure del programma di sviluppo rurale…
I rappresentanti pugliesi del mondo rurale, hanno scelto per la protesta d’indossare dei gilet simili a quelli gialli utilizzati per le proteste in Francia, come simbolo della lotta a difesa del settore…
Per il momento non si tratta di una vera e propria occupazione, sono lì in attesa di risposte dal Ministero e fintanto che non le riceveranno, resteranno in piazza…
Il motivo d’aver scelto il colore arancione è da ricercarsi con l’uso che solitamente si ha nei casi di allerta meteo e proprio l’agricoltura – non solo quella pugliese – soffre più di altre categorie i cambiamenti climatici, ma soprattutto evidenzia un territorio disastrato che non garantisce, non solo alcuna salvaguardia per i cittadini, ma crea gravi alle infrastrutture pubbliche (strade, linee ferroviarie, elettriche, sistema idrico) a cui sommano ingenti danni a tutte quelle attività economiche e produttive, per un settore quello dell’agricoltura, trainante dell’economia di quella regione…
Certo siamo soltanto all’inizio e per fortuna la contestazione risulta essere contenuta…
Ma come la storia insegna, vi sono delle circostanze “anomale” che si sa come iniziano, ma non si sa mai come finiscono!!!
Speriamo che questa, non sia una di quelle…

La Sicilia incapace di spendere i milioni della Comunità Europa…

Il programma di sviluppo rurale prevedeva di distribuire circa 2 miliardi di euro tra gli anni 2007-2013…
E dire che in molti hanno festeggiato per essere stati capaci di utilizzare il 98% di quelle risorse con una perdita per mancato utilizzo di circa 21 milioni…
Quanto sopra però – come sempre quando si fanno i conti – non corrisponde al vero infatti:
– il Tar ha annullato l’assegnazione di 320 milioni per le colture bio;
– 8.000 aziende aggiudicatarie potrebbero essere costrette a tornare indietro 180 milioni;
– dalla capitale debbono ancora giungere 500 milioni di euro per far chiudere in pareggio il bilancio;
A quanto sopra bisogna ricordare che l’Assemblea regionale siciliana prima della fine dello scorso anno era stata costretta a varare l’esercizio provvisorio di bilancio… tra mille polemiche e i franchi tiratori ne avevano di fatto bocciato il documento economico finanziario…
Inoltre l’assessore alla Economia A. Baccei a seguito di una trattativa con il governo nazionale, ha ottenuto il trasferimento di un miliardo e 400 milioni, di cui 900 milioni previsti nella legge di Stabilità e 500 milioni che dovrebbero essere riconosciuti alla Sicilia per un credito fiscale. 
Il problema è che tutti questi soldi andavano spesi entro il 31 dicembre 2015… e quindi l’Unione Europea taglierà alla Sicilia fondi per ben 21 milioni e 500 mila euro… ( erano 100 i milioni… ma per fortuna si è rimediato negli ultimi giorni dell’anno) semplicemente perché non si è stati in grado di utilizzarli!!! 
Un spreco che di fatto toglie queste grosse disponibilità all’isola, che sarebbero potute servire per finanziare quanti ne avevano fatto richiesta…
Si perdono quindi per incapacità dell’amministrazione, milioni di euro che avrebbero finanziato agriturismi, energie rinnovabili, infrastrutture, ecc… e che purtroppo, non saranno realizzate…
A quanto sopra, vanno aggiunte le frequenti truffe messe in atto dalle associazioni criminali che attraverso l’uso “fittizio” di centinaia e centinaia di ettari di terreno, richiedono e ottengono fondi da Bruxelles…
Sono somme che dovrebbero essere destinate a migliorare quegli stessi fondi o la loro gestione, incrementando la qualità dei prodotti, incentivandone il marketing e soprattutto creando nuova occupazione… 
Ma quanto sopra il più delle volte non si realizza…
Infatti nella pratica molti di quegli incentivi non vengono minimamente utilizzati per quegli scopi, anzi tutt’altro… grazie agli inadeguati controlli (quasi mai regolari e soprattutto non accertati da più ispettori) e soprattutto alla disponibilità di quanti preferiscono partecipare a quella corruzione…
Il meccanismo attuato… è molto più usuale di quanto si credi ed è compito infatti del nucleo anti-frode del reparto dei Carabinieri, scoprire man mano tutti quegli intrecci che vengono ad emergere… 
Collegamenti ben instaurati tra imprenditori e dipendenti dell’Agea, che dimostrano come quei legami si fossero negli anni concretizzati, determinando gli ormai noti provvedimenti… che hanno quale effetto sovente, l’emissione di tutte quelle ordinanze di custodia cautelare, di cui ormai tutti… siamo veramente stanchi!