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Inefficienza efficiente…


In un paese qual è quello nostro, nel quale l’efficienza purtroppo non è mai sinonimo di redditività, perfezione, ma soprattutto di rendimento, tra scandali di assenteisti remunerati e presenti svogliati, ecco, in questo marasma generalizzato, tra uffici nei quali si fa poco e quel poco si cerca di farlo fare agli altri, ritroviamo all’improvviso dei soggetti che, si contrappongono a quanti vengono definiti scansafatiche…

Già…, nella pubblica amministrazione, nel bel mezzo di un deserto… come un’oasi…, ci sono dipendenti modello, che esulano dai soliti contesti generalizzati, divenendo essi stessi, sistema trasversale di una macchina operativa, nella quale “volutamente” inseriti, si dimostrano del tutto “efficienti”… 
Ovviamente non è una macchina che risponde ai bisogni collettivi e neanche tenta di risolvere i problemi della società… ma riesce a spaziare, in quell’ambito “particolare” nel quale viene richiesto il proprio contributo ed in particolare di quella improvvisa celere operatività…    
Non si tratta di individuare una inefficienza presente, ma bensì d’individuare procedure non conformi che attraverso modalità proprie e del tutto arbitrarie, danno luogo ad improvvise efficienze, stabilendo nuovi modus operanti, non lineari che in breve tempo, trasformano procedure irregolari in qualcosa di preciso e per di più chiaro e coerente…
Ed allora ecco che si può divenire, grazie proprio a questi “particolari” soggetti, limpidi o torbidi a seconda delle circostanze…
E’ come quando eravamo a scuola, precisamente alle elementari…
Vi ricordate…, quando la maestra alla lavagna tracciava quella linea di demarcazione e scriveva da un lato i buoni e dall’altro i cattivi… ecco almeno in quell’oscuro sfondo, risaltava bene… in bianco… la posizione di ognuno di noi, veniva sin d’allora definita la collocazione che poi da grandi avremmo avuto…
Ecco, almeno lì… sapevo dove stavo, quasi sempre nel lato dei cosiddetti “cattivi”… già non perché io fossi realmente così… ma chissà, sarà stato per quel mio modo d’essere, nel non voler rispettare quelle regole prestabilite, molte volte errate, per non voler sottostare a strane direttive che cozzavano con le mie idee, il che ovviamente conduceva ad antipatie, oppure a evidenti scontri con le maestre… 
Allora come oggi…, già da piccoli s’intravvede dove ognuno vuole stare, cosa voleva divenire, quanto era disposto a sopportare e soprattutto quanto è deciso nel non farsi soccombere dalle ingiustizie o dalle prevaricazioni…
Purtroppo oggi in molti, hanno deciso di non schierarsi… restano lì appesi a quella linea di demarcazione, ne buoni ne cattivi, già lì… come burattini, appesi a qual filo bianco… rappresentando così perfettamente quel proprio essere, vere e proprie banderuole che sventolano a seconda delle circostanze, da una parte all’altra…, girando a seconda del vento o delle situazioni, una volta di qua ed una volta di là…
Non vi sono parametri di giudizio o di strategia, non ne hanno, per loro, l’unico obbiettivo è rappresentato nel voler ricercare il risultato più rapido,  se pur questo, possa poi risultare…,alla luce dei fatti, inferiore o negativo alle stesse aspettative, in quanto non si è voluti seguire la logica della migliore efficienza e dell’alta redditività, ma si è puntato principalmente a raggiungere quel minimo beneficio indispensabile…
Vero… il risultato a volte è stato raggiunto…, sì, con poche e semplici alchimie… adesso però la difficoltà è quello di poterlo mantenere…
Mi chiedo spesso se… il danno provocato dall’inefficienza degli efficienti… non risulti successivamente più dannoso dello stesso beneficio…

Occupazione e produttività!

In questo nostro paese, dove, si discute molto e si lavora poco, ciò che non si riesce a comprendere che questi meravigliosi “teorici del fare”… sono proprio quelli che nella loro vita, non hanno mai saputo fare nulla…, se non godere di quelle opportune raccomandazioni!!!
Non voler capire che, per dare nuovamente ripresa e sviluppo, bisogna intervenire su alcuni fattori fondamentali e primari, ecco che, quanto finora fatto, diventa così del tutto inutile.
Bisogna iniziare con l’abbassare il costo del lavoro, quindi incrementare la produttività delle imprese, specializzando le attività in quei settori ad alta professionalità e capacità tecnologica, ed infine e non meno importante ridurre il cosiddetto “cuneo fiscale”.

Ora ciò che i nostri politici non capiscono e che non basta legiferare e poi presentarsi in televisione, per far capire che si sta intervenendo, perché quasi sempre gli interventi fatti, vanno monitorati ed il più delle volte modificati in corsa…
Ogni provvedimento infatti, nel momento in cui viene emesso, può o deve subire delle modifiche a seconda delle condizioni politiche ed economiche, che nel contempo, vanno nel mondo modificandosi…
Da noi invece, fatta la legge… si lascia lì, in balia di se stessa, senza valutarne la reale utilità o ancor più sicura la propria inefficacia…

Si potrebbe ridefinire l’indennità di disoccupazione, rimodulando la completa assenza con una presenza costante e produttiva dello stesso personale e cioè lasciandolo in maniera part-time nel posto occupato, riconoscendo per differenza il giusto incentivo statale.
Ecco che in questo modo, oltre che a garantire e ridare dignità personale all’individuo ( che non si ritrova più di fatto ad essere un disoccupato…),  si da la possibilità di continuare a beneficiare di un elemento produttivo, in quanto conosce già le metodologie delle lavorazioni ed inoltre, in questo modo, s’interviene in quel settore del cosiddetto “lavoro nero”, escludendo di fatto, sia la possibilità di foraggiare un settore sommerso ma soprattutto, da la possibilità ad altri disoccupati di poter godere di quell’eventuale opportunità lavorativa!!!

Quindi provare ad incentivare la produttività, premiando quelle imprese che dimostrano di aver realizzato investimenti, assunzioni e/o trasformazione dei contratti a termine a tempo indeterminato, crescita finanziaria, partnership, formazione, ma soprattutto contrasto alle politiche di evasione e del malaffare, ecc…
Premiare da un lato, quelle imprese che si ispirano a principi di legalità e dall’altro, contrastare in maniera decisa e definitiva, quelle che continuano a realizzare i loro profitti attraverso “particolari connivenze” e non mi riferisco a quelle di carattere mafioso ( di cui ben si conoscono nominativi e appartenenze… ), ma di coloro che, inseriti appositamente nell’organigramma politico/amministrativo, svolgono in maniera celata, quanto necessario per privilegiare le imprese amiche ” precedentemente ” segnalate!!!