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Sicilia: Bene… a proposito di classifica, siamo migliorati, quest'anno la nostra regione è seconda per povertà!!!

Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!

Sicilia: Bene… a proposito di classifica, siamo migliorati, quest'anno la nostra regione è seconda per povertà!!!

Sì a differenza del 2016 nel quale la nostra regione deteneva il primato del rischio povertà, quest’anno siamo migliorati: siamo secondi!!!
Già, l’anno scorso eravamo la regione con la più alta percentuale di povertà (il 55% contro il 47% della Puglia) ed oggi, se pur restiamo al primo posto per la più bassa occupazione lavorativa, abbiamo lasciato quell’infelice podio…
Possiamo dire che negli ultimi tre anni, l’incidenza delle povertà è rimasta pressoché stabile, con variazioni tra il 6-8%, una cifra di per se smisurata, se si pensa al numero ufficiale di abitanti nella nostra regione, circa 5.000.000 a cui andrebbero sommate le centinaia di migliaia di immigrati, che ogni giorno stanno giungendo in quest’isola.. 
Ovviamente l’incidenza della povertà assoluta, aumenta se la famiglia è sostenuta da un solo capo famiglia “operaio” (circa il 10%) e diminuisce considerevolmente se lo stesso è dirigente, quadro o impiegato (circa il 2%) oppure se ritirato o licenziato dal lavoro (circa il 3,5%).
I livelli purtroppo (nella nostra regione) di grave deprivazione materiale, sono più che doppi rispetto alla media italiana… infatti più di un quarto degli individui attualmente presenti, si trova in tale condizione…
Va aggiunto inoltre – per come dicevo prima- che la nostra isola, rappresenta la regione con la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, questo grazie alle politiche di governo succedutesi nel tempo e a quel sistema collusivo/mafioso, a cui sono ancora oggi, sono fortemente legate la maggior  parte delle nostre imprese…
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni i Siciliani in condizione di povertà assoluta… ma di questo, nessuno ne parla o quantomeno s’interessa…
Sentite mai dibattere un qualche politico su temi così seri… avete mai ascoltato un solo programma concreto, che preveda una definitiva svolta per questa regione… 
NO!!! Ed è ovvio… 
Nessuno di loro ha competenze specifiche e imprenditoriali a lungo termine, da saper comprendere di cosa ha bisogno questa nostra terra…
Si tratterebbe infatti di riesaminare totalmente il quadro completo di qualificazioni, potenzialità e competenze della nostra regione, per meglio individuare quali valutazioni vanno adottate, alla luce delle trasformazioni sociali, economiche e culturali che di qui a un decennio, si potrebbero manifestare.
Vanno inoltre rivisti, i cambiamenti politici ed economici di tutti quei paesi, prospicienti l’area del mediterraneo… 
C’è infatti la necessità di modificare l’offerta, proponendo a possibili investitori, tutta una serie di vantaggi logistici, strutturali, ma soprattutto burocratici e finanziari… contribuendo con una serie di agevolazioni, che inducano a scegliere il nostro paese, la nostra regione, rispetto ad altri Stati concorrenti, vedasi ad esempio Malta…
Bisogna puntare su una nuova tipologia d’imprenditori, capaci di fare business non attraverso speculazioni finanziarie o aggiudicazioni d’appalti pubblici, necessari il più delle volte a riciclare denaro proveniente da attività illecite… ma bensì, puntando verso nuove idee, sostenendo l’imprenditoria giovanile e promuovendo quei soggetti che dimostrano essere, non solo creativi, ma anche innovativi…
Bisogna sviluppare un sistema specifico, atto a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione d’esperienze pratiche d’imprenditorialità, con un apparato di ausilio (workshop di esperti), che sostenga in quella prima fase, l’avvio dell’attività…
D’altronde “imprenditorialità” significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri…
Se da un lato quindi c’è bisogno di un salto culturale, dall’altro vanno comprese le vere necessità e le potenzialità che la nostra regione offre, tenendo sempre conto in quella sua crescita, del rispetto delle risorse naturali, energetiche e paesaggistiche…
E’ tempo di unire le forze e ciascuno di quei settori deve fare la propria parte…
Mi riferisco al settore privato, a quello pubblico e al terzo settore, perché ciascuno di essi, se pur in maniera distinta (o in qualsivoglia combinazione tra loro) permetta con il proprio operato, lo sviluppo di questa terra, ma soprattutto, permetta ai suoi conterranei, di non essere esclusivamente dei numeri “spenti”, ma finalmente esseri… attivi!!!
Tutti potranno contribuire in maniera positiva a questo sviluppo sociale, permettendo a chiunque di sviluppare imprese start-up e dando concretezza a quell’individuale capacità imprenditoriale…
Così facendo, si potrà garantire quella necessaria ripresa del mercato del lavoro, offrendo a quanti oggi disoccupati, nuove opportunità occupazionali, sia come dipendenti, che come lavoratori autonomi…
Vedete, basterebbe poco per migliorare una volta e per tutte questa nostra terra… l’importante è avere dinnanzi a noi… tutti uno scopo!!!
Lo stesso che non soddisfi esclusivamente i bisogni di ciascuno, ma che permetta una crescita culturale collettiva, garante negli anni avvenire, di creare finalmente uno sviluppo sociale ed economico…
le idee ci sono… per adesso purtroppo accontentiamoci di sapere… d’essere ancora poveri!!!

La Sicilia è 1°…!!! Si in una qualche classifica arriva sempre e comunque…

Dovremmo essere la prima regione… in tutto!!!
Eppure, quando andiamo ad esaminare tutte quelle classifiche varie che vengono di volta in volta pubblicate, ecco che ciascuno di noi, prende atto di appartenere agli ultimi della classe… e soltanto quando si tratta, di qualcosa che preferiremmo non ci appartenesse, ecco che stranamente, in quella particolare classifica… siamo i primi!!!
Ciò che mi sorprende maggiormente è osservare come questa situazione, lasci totalmente indifferenti i miei conterranei… dovremmo essere in piazza a protestare vedendo in quali modi veniamo classificati ed invece… il nulla, un silenzio assordante…
Qui da noi in Sicilia ci dicono che va tutto bene, i nostri imprenditori parlano di ripresa, mentre i politici promettono per un voto in più…  ciò che non potranno mai mantenere. 
Ma se osserviamo i dati ISTAT, questi ci consegnano una Sicilia totalmente diversa, ultimi, senza speranza e ancor peggio, evidenzia quelle sue anime, come gente senza dignità, un popolo che viene rappresentato come terreno favorevole alla coltura del voto di scambio, del ricatto politico, del do ut des, del piccolo favore, della salvaguardia del proprio orticello… 
Della legalità e dei principi morali non interessa nulla… 
D’altronde, quale differenza fa sporcarsi la coscienza o barattarla per qualcosa di miserabile, sapendo di poter vivere, grazie a quei propri comportamenti…  nel lusso???
Pensare che quanto compiuto, stravolga quel senso di giustizia, è una sciocchezza… perché queste sono persone senza alcuna dignità, né onore… nulla, venderebbero le proprie mogli o le figlie, pur di raggiungere il proprio scopo… 
La cosa assurda, è che questi individui, sono gli stessi che vanno quotidianamente disprezzando i nostri politicanti… in quanto secondo loro, approfittano dell’altrui stato di bisogno o di quella personale “debolezza” (o forse sarebbe più giusto dire “stupidità”) di chi dà loro fiducia e li continua a votare in cambio di niente…
Alcuni anni fa, mi trovavo per lavoro all’estero o in nord italia e tutte le volte che si parlava della mia terra… la Sicilia, facevo di tutto per ribaltare quell’odiato giudizio espresso e stavo ore ed ore a spiegare e a convincere, amici e conoscenti, di quanto errato e prevenuto fosse quel giudizio…
Debbo dire che anche il sottoscritto… chissà forse la colpa era da attribuirsi alla lunga lontananza, aveva alterato quel buon senso e soprattutto quanto ben conoscevo della mia terra…   
Ma in quel periodo… davo la colpa – come la maggior parte – di questo fallimento alla criminalità organizzata, alla politica e a quel sistema, collusivo e clientelare, derivante da quella condizione storica inoculata nel corso dei secoli, a modello “gattopardi”. 
Ma sapevo che stavo barando… sapevo di non aver detto la verità, che avevo tralasciato volontariamente la parte più colpevole di quella regione, sì… i sui cittadini!!!
Quando dall’Europa ci confermano che la nostra regione è campione delle frodi, quando ci evidenziano truffe in ogni categoria, dall’agricoltura alla pesca, dagli appalti all’immigrazione, dallo scambio di voti all’inserimento di propri uomini collusi nelle PA, sì… come si fa quando, anche i palazzi di giustizia, presentano al loro interno… uomini e donne colluse con quel sistema “clientelare” e dove imprenditori e commercianti, diventano essi stessi affiliati di quel sistema corruttivo, sostituendosi a quegli stessi criminali, ecco… come si fa voler insistere sempre che la colpa sia di “cosa-nostra” e mai dei suoi cittadini!!!
La sicilia sarà sempre ultima… perché è così che la vogliono i suoi abitanti, ultima nelle classifiche… ultimi tra gli ultimi… e lasciate perdere quel detto che dice: “gli ultimi saranno i primi…” perchè non è a noi… che è riferito!!!

Sentirsi ITALIANI!!!

Credo che queste foto rappresentino perfettamente la condizione attuale di gran parte dei cittadini italiani…
ITALIA un paese al primo posto nel mondo…, come… cosa sto dicendo… vi sembro impazzito…??? 
No!!! tranquilli… intendevo dire che siamo al primo posto per il record mondiale delle tasse!!!!
Abbiamo superato la quota del 53% del Pil e non lo dico io, ma uno studio dell’Ufficio Studi Confcommercio…
Siamo i più tartassati al mondo… ed il bello che quelli che pagano sono sempre gli stessi, senza considerare che nel frattempo, l’evasione, costituisce anch’essa un ulteriore primato ( circa il 18% ) di cui il nostro paese può andare fiero!!!
Una situazione che oltre a diventare a breve ingovernabile, inizia a non poter essere più sostenibile finanziariamente da quei poveri contribuenti che da anni ormai, vedono in questo Stato, soltanto obblighi e mai benefici…
Dopotutto a cosa assistiamo…, sperperi, truffe, benefit, pensioni d’oro, stipendi milionari e come tanti pecoroni… stiamo qui ad aspettare ed ascoltare quelle inutili dichiarazioni dei nostri soliti politici… che non fanno altro che prenderci per il c…
Dai calcoli realizzati, in questi ultimi anni il nostro paese ha perso in termini di Pil reale per ogni cittadino l’11,6%… soltanto la Grecia ha fatto peggio di noi, con un disavanzo del 23,2%. 
Tutti gli altri sono andati in positivo in particolare la Germania per esempio ha visto aumentare il Pil 4,4 punti percentuali…

Si parla da anni di ripresa… ma di quale ripresa non si capisce… è tutta una falsità perché ciò che conta sono sempre i numeri, ma loro quelli non sanno leggerli…
Uno Stato che basa principalmente la propria economia sulla pressione fiscale è uno stato in convalescenza… quasi prossimo alla morte!!!   

Non si possono contare…, centinaia e centinaia di tasse… che conducono ad una crescita che non supera mai – neanche nelle migliori condizioni – lo 0,1-0,3% e qualcuno ha ancora il coraggio di ringraziare per quegli 80 euro in busta paga, che avrebbero dovuto far aumentare – non si capisce in quale modo – la ripresa dei nostri consumi…

La verità è che per sopravvivere ci si è indebitati… e non si tratta come il nostro Presidente del Consiglio va ripetendo… di una mancata fiducia per il nostro paese – quella ormai se la sono giocata i suoi predecessori – qui si prende constatazione di quanto sta avvenendo e cioè del nulla!!!   
Le parole – in tempi elettorali – erano belle, ancor più le promesse – per chi ci ha voluto credere – ma la verità purtroppo è un’altra… costituisce oggi proprio il rischio più alto per la nostra economia e cioè quello di vedere nuovamente innescato un processo d’indebolimento, caratterizzato non soltanto dall’allontanamento degli investitori esteri, ma soprattutto, nell’assistere a speculazioni finanziarie che, realizzate attraverso processi di sfiducia, debilitare presto la nostra economia con azioni al ribasso…

Pensare che, con le solite manovre correttive si possano risolvere i problemi di crescita di questo paese è da folli… perché così facendo non solo non verranno risolti i problemi, ma si crea una pericolosa scintilla, che potrebbe condurre ad aggravare una tensione, che in questi mesi -sta già ovunque- sempre più inasprendosi…

La solitudine di un numero uno


Sono in molti a dire che intorno a noi qualcosa sta cambiando e che si sono fatti passi da gigante nei modi di concepire le istituzioni ed il potere che essi rappresentano…

E’ quindi tutti a dirci che sul fronte delle lotte alla criminalità sono stati raggiunti dei traguardi importanti, poi, a quale prezzo di vite umane queste lotte sono costate, quello… è tutt’altro discorso!
Va be… diciamo senza alcuna retorica che alcuni cambiamenti si sono verificati, ma quanto questi abbiano realmente modificato le coscienze civili è ancora da vedere… perché nella stra-maggioranza dei miei conterranei è ancora insita quella convinzione per la quale, la legittimità di quel potere “occulto” garantisce lavoro, ordine, una cosiddetta “giustizia” espressa senz’altro in tempi più celeri di quella ordinaria…, possiamo considerarla, una vera e propria auto-legittimazione, che garantiva e garantisce quel consenso di voti ed al stesso tempo permetteva a questo “sistema” l’invisibilità…
Osserviamo nelle cronache di questi giorni come le indagini realizzate da parte degli organi inquirenti, conducano sempre a collusioni e trattative ” enigmatiche” dove da una parte ci sta la mafia e dall’altro un nemico “oscuro” che sta anch’esso dall’altra parte della legalità e cioè il cosiddetto anti-stato. 
Uno “stato” dentro lo Stato… che trama segreti e che influenza a seconda dell’evenienza il potere democratico e civile…
Uno “stato” al cui interno si è ricorso con molta frequenza, per sistemare certe situazioni “equivoche”, che avrebbero dovuto non saltare fuori, che non dovevano emergere e se scoperte, andavano immediatamente insabbiate, in particolare se tra questi ci sono i loro uomini…
Perché se da un lato si crede di aver smascherato quelle possibili connivenze, ancora tantissimo va fatto, per combattere la tendenza di molti settori ampi della politica ed imprenditoria nel considerare ancora la mafia come una risorsa, qualcosa da cui ottenere vantaggi, che sostiene economicamente certe candidature e che risulta essere presente nei momenti decisivi…
Altresì, è altrettanto evidente osservare come alla politica non gliene frega niente di certe manifestazione organizzate de quelle associazioni contro le mafie, infatti stranamente, non si vedono mai… segretari di partito o leader politici, ecco che da tale evidenza, si dimostra come nel nostro paese nulla sia cambiato…
Ed è per questo motivo che ormai il sottoscritto ha una idiosincrasia per queste esibizioni di “legalità” espresse da “taluni” personaggi che si presentano in quelle manifestazioni, più per loro esibizione, che per voler realmente ricordare quegli eroi – uomini dello Stato – che insieme ai propri agenti di scorta, hanno perso la vita…
Ma noi, non abbiamo bisogno di questa “propaganda politica”, noi quelle persone veramente eroiche le abbiamo conosciute ed abbiamo avuto modo di vedere come, nello svolgere i loro incarichi, non abbiano mai esibito se stessi agli altri, anzi, hanno sempre cercato di far credere noi tutti, che stavano avendo una vita normale, c’incoraggiavano a pensare che la lotta alla mafia, fosse una cosa possibile ed a disposizione di tutti… altrimenti si correva il rischio di avere una prospettiva errata della lotta, di poter credere di avere di fronte a dei miti, fama, notorietà e applausi, ma di fatto, scoprire che nulla era cambiato e che un passo avanti non era stato fatto!!!.
La verità è che in molti hanno paura, una paura che nasce dalla consapevolezza di perdere ciò che hanno, infatti, se questo “sistema” iniziasse ad essere smantellato, se “l’impalcato degli incarichi“, iniziasse a scricchiolare, ecco che sarebbero in tanti quelli a cadere…  a perdere quelle posizioni prestigiose o quelle funzioni “immeritatamente” ottenute… 
Ecco perché, quando un semplice cittadino inizia a effettuare quelle azioni di contrasto, tali da scardinare quello strutturato e collaudato sistema, ecco che, nel momento in cui vengono toccati i suoi uomini… inizia una strategia dell’abbandono, la persona indicata inizia ad essere lasciata sola…, non perché egli possieda in tasca chissà quale segreto o un papello prodigioso che possa nascondere un cifrario con i nomi di quanti collusi o appartenenti al sistema, ma soltanto perché la forza ed il coraggio delle sue idee, è capace, da sola, d’incrinare e scardinare un potere ormai diffuso a tutti i livelli, nella nostra isola….
Ed allora cosa avviene…, parte un piano di contrattacco che serve, prima ad intimidirlo e successivamente, ad allontanarlo dal proprio ambito professionale…
Sorgono nuove diffidenze, lo si vede quasi fosse un animale strano… uno di quelli da cui non fidarsi, anche perché impossibile da ammaestrare e quindi alla fine, invece di premiare l’impegno dimostrato, s’iniziano a monitorare le sue azioni, si cerca d’intravvedere un eventuale punto debole o si va alla ricerca si quale scheletro conservato nell’armadio…

Un vero “preoccupante” fastidio si manifesta per quel suo modo d’essere e chissà se forse non rappresenta proprio in ciò, quella avversione personale oggi avviata… quasi s’avesse invidia per quel coraggio finora dimostrato…

Ora, nel sentirsi isolato e circondato, capisce che deve trovare nuovi alleati a lui certamente inconsueti… deve superare quella limitata porzione di silenzi di alcuni uomini dello Stato…, va oltre, guarda, ascolta, si rivolge all’esterno, a quelle figure non ancora compromesse, a quelle associazioni composte da cittadini onesti, a quegli uomini politici che non vengono influenzati dagli interessi del partito ma che sanno farsi carico direttamente dei valori istituzionali, perché questi debbano essere messi sempre al di sopra di tutto…
Ma il potere è sempre lì nell’ombra, invisibile, come qualcosa di superiore, impersonale, ma soprattutto in modo latente va tramandando le proprie ostilità… ed è per questo che alla fine… tutti i numero uno… verranno sempre guardati con tanta sfiducia e molto sospetto!!!