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I condomini godono dell'immunità nei confronti del proprio amministratore!!!


Lo ha deciso il giudice di pace Elena Biasutti, che ha assolto un condomino accusato di ingiuria e diffamazione… 
Si trattava di un settantaduenne residente in Prato della Valle…
L’inquilino in assemblea condominiale aveva criticato l’operato dell’amministratore, con frasi e giudizi aspri, su presunti conteggi errati… 
Lo aveva accusato d’essere un “prestigiatore di contabilità” e di “furbizie contabili“!!!
L’amministratore condominiale ovviamente sentitosi diffamato, si è costituito parte civile e pretendeva una risarcimento di cinquemila euro, ma purtroppo per lui… se n’è dovuto andare a mani vuote!!!

Sintetizzando… l’Assemblea condominiale aveva avuto luogo il 9 dicembre 2009 ed in quella occasione il condomino era andato giù pesantemente nei confronti dell’amministratore e di quella sua contabilità… 

Alla fine dell’assemblea, il settantaduenne aveva rincarato la dose con accuse gravi, inviando a mezzo fax le sue disapprovazioni, direttamente all’ufficio dell’amministratore. 
In quei fax il condomino accusava l’amministratore di “collusione” e di presunti fatti “illeciti” effettuati dal precedente amministratore, inoltre, gli contestava di aver compiuto appropriazioni indebite e movimenti contabili senza alcun riscontro documentale…
Nel gennaio 2010 l’amministratore aveva presentato un esposto contro il condomino, che era stato rinviato a giudizio…
L’avv. Malipiero ha difesa del condomino, ha chiesto l’assoluzione del cliente perché il fatto non costituiva reato.
L’avvocato ha portato in aula una sentenza della Corte di Cassazione del 2014; ebbene, i giudici di quella Suprema Corte avevano annullato una sentenza di condanna per fatti simili a quelli contestati al settantaduenne. 
I supremi giudici infatti, avevano affermavano il diritto di critica di un condomino che aveva si offeso l’amministratore ma in maniera motivata (anche se nel caso della sentenza annullata i conteggi erano risultati regolari), non gratuita e senza attacchi alla sfera personale…
Quindi, la Corte di Cassazione ha riconosciuto alla sfera condominiale una valenza particolare in cui i limiti del diritto di critica verso l’amministratore si ampliano rispetto ai valori normali, dando via libera a confronti accesi e aspri, purché non trascendano sul piano personale, nel dileggio, nella gratuità…
Non per ultimo difatti la Corte di Cassazione ha giudicato non meritevole di censura il comportamento di una condomina che ha pubblicato nell’atrio condominiale una dura lettera di critiche nei confronti dell’amministratore, definendolo “latitante e “incompetente“.
Nella fattispecie è stato esercitato un legittimo diritto di critica, pertanto, non ricorrono gli estremi dei reati ingiuria e diffamazione…
Analoga situazione lo ha stabilito la Corte di Cassazione (quinta sezione penale, sentenza n. 41785/2016) pronunciandosi sul ricorso promosso da un condomino, condannato per i reati di ingiuria e diffamazione avvenuti in ambito condominiale nei confronti dell’amministratore…
E’ stato riportato che “non commette diffamazione il condomino che inserisce dei volantini nella buca delle lettere degli altri proprietari accusando l’amministratore di violare la legge fiscale e rappresentandolo come un personaggio col naso lungo e con un cartello al collo con la scritta “Pinocchiopoulos“.
Quanto sopra rientra infatti, nel diritto di critica se non vengono utilizzate espressioni gravemente infamanti e inutilmente umilianti.
Quanto all’uso di un personaggio come “Pinocchio”, invece, è idoneo ad integrare il diritto di satira!!!
Quindi… come vedete, quando volete criticare il Vs. Amministratore, esistono parecchi modelli da seguire,  l’importante comunque è che le analisi di dissenso siano valide…
Io se posso consigliare, indico sempre la strada più affidabile… quella della denuncia presso gli organi giudiziari!!!
Non bisogna avere remore morali, oppure farsi prendere dalla paura o da quel senso di sottomissione… solo ed esclusivamente perché altri, si comportano come pecore o chissà, forse dimostrano con quel loro esimersi, sentimenti celati di collusione o ricattabilità!!!
Tranquilli, la legge è sempre dalla parte degli onesti e quindi… dalla nostra!!!

I condomini godono dell'immunità nei confronti del proprio amministratore!!!


Lo ha deciso il giudice di pace Elena Biasutti, che ha assolto un condomino accusato di ingiuria e diffamazione… 
Si trattava di un settantaduenne residente in Prato della Valle…
L’inquilino in assemblea condominiale aveva criticato l’operato dell’amministratore, con frasi e giudizi aspri, su presunti conteggi errati… 
Lo aveva accusato d’essere un “prestigiatore di contabilità” e di “furbizie contabili“!!!
L’amministratore condominiale ovviamente sentitosi diffamato, si è costituito parte civile e pretendeva una risarcimento di cinquemila euro, ma purtroppo per lui… se n’è dovuto andare a mani vuote!!!

Sintetizzando… l’Assemblea condominiale aveva avuto luogo il 9 dicembre 2009 ed in quella occasione il condomino era andato giù pesantemente nei confronti dell’amministratore e di quella sua contabilità… 

Alla fine dell’assemblea, il settantaduenne aveva rincarato la dose con accuse gravi, inviando a mezzo fax le sue disapprovazioni, direttamente all’ufficio dell’amministratore. 
In quei fax il condomino accusava l’amministratore di “collusione” e di presunti fatti “illeciti” effettuati dal precedente amministratore, inoltre, gli contestava di aver compiuto appropriazioni indebite e movimenti contabili senza alcun riscontro documentale…
Nel gennaio 2010 l’amministratore aveva presentato un esposto contro il condomino, che era stato rinviato a giudizio…
L’avv. Malipiero ha difesa del condomino, ha chiesto l’assoluzione del cliente perché il fatto non costituiva reato.
L’avvocato ha portato in aula una sentenza della Corte di Cassazione del 2014; ebbene, i giudici di quella Suprema Corte avevano annullato una sentenza di condanna per fatti simili a quelli contestati al settantaduenne. 
I supremi giudici infatti, avevano affermavano il diritto di critica di un condomino che aveva si offeso l’amministratore ma in maniera motivata (anche se nel caso della sentenza annullata i conteggi erano risultati regolari), non gratuita e senza attacchi alla sfera personale…
Quindi, la Corte di Cassazione ha riconosciuto alla sfera condominiale una valenza particolare in cui i limiti del diritto di critica verso l’amministratore si ampliano rispetto ai valori normali, dando via libera a confronti accesi e aspri, purché non trascendano sul piano personale, nel dileggio, nella gratuità…
Non per ultimo difatti la Corte di Cassazione ha giudicato non meritevole di censura il comportamento di una condomina che ha pubblicato nell’atrio condominiale una dura lettera di critiche nei confronti dell’amministratore, definendolo “latitante e “incompetente“.
Nella fattispecie è stato esercitato un legittimo diritto di critica, pertanto, non ricorrono gli estremi dei reati ingiuria e diffamazione…
Analoga situazione lo ha stabilito la Corte di Cassazione (quinta sezione penale, sentenza n. 41785/2016) pronunciandosi sul ricorso promosso da un condomino, condannato per i reati di ingiuria e diffamazione avvenuti in ambito condominiale nei confronti dell’amministratore…
E’ stato riportato che “non commette diffamazione il condomino che inserisce dei volantini nella buca delle lettere degli altri proprietari accusando l’amministratore di violare la legge fiscale e rappresentandolo come un personaggio col naso lungo e con un cartello al collo con la scritta “Pinocchiopoulos“.
Quanto sopra rientra infatti, nel diritto di critica se non vengono utilizzate espressioni gravemente infamanti e inutilmente umilianti.
Quanto all’uso di un personaggio come “Pinocchio”, invece, è idoneo ad integrare il diritto di satira!!!
Quindi… come vedete, quando volete criticare il Vs. Amministratore, esistono parecchi modelli da seguire,  l’importante comunque è che le analisi di dissenso siano valide…
Io se posso consigliare, indico sempre la strada più affidabile… quella della denuncia presso gli organi giudiziari!!!
Non bisogna avere remore morali, oppure farsi prendere dalla paura o da quel senso di sottomissione… solo ed esclusivamente perché altri, si comportano come pecore o chissà, forse dimostrano con quel loro esimersi, sentimenti celati di collusione o ricattabilità!!!
Tranquilli, la legge è sempre dalla parte degli onesti e quindi… dalla nostra!!!

La Giustizia non ha bisogno di spiegazioni: iustum est iustum!!!

Non può gridare contro l’ingiustizia… chi non sa che cosa sia la giustizia!!!
Difatti… in base a che cosa condanna l’ingiustizia???
Come fa a comprendere che una cosa è ingiusta, se non si conosce che cosa sia giusto…
E’ se per caso fosse giusto proprio ciò che definiamo ingiusto???
D’altronde non è così??? Si grida ad alta voce… è ingiusto!!!
Lo si grida come se la cosa fosse evidente, ritenendola ingiusta in rapporto ad una certa norma di giustizia sulla quale si è misurato ciò che si riteneva errato e, vedendo che qualcosa non corrisponda alla norma che si era ritenuta retta, ora la condanniamo, come degli esperti che sanno distinguere il giusto… dall’ingiusto!!!
Ed allora vi chiedo: ” come si fa a sapere che una cosa è giusta? Da dove deriva questo concetto di giustizia??? Ha forse una sua fonte oppure deriva da noi stessi quel concetto di giusto… operando su noi stessi quel concetto di giustizia???  
Nessuno può dare a se stesso ciò che non ha… dunque essendo noi uomini ingiusti, non potremmo mai essere giusti se non convertendoci a quella “giustizia” che per sua natura è permanente: se ti allontani da essa, sei ingiusto; se ti avvicini ad essa, sei giusto”…
Se ci si allontana… non viene meno; se sei vicino… non cresce!!!  Dov’è quindi questa giustizia???
C’è un esempio bellissimo che descrive quel senso d’ingiustizia… quel profondo sbigottimento che si prova quando si prova a chiedere aiuto alla giustizia e non si riceve alcun sostegno… anzi tutt’altro e a raccontarcelo è proprio un famoso libro che da bambini abbiamo letto, ma del quale abbiamo dimostrato crescendo… d’esserci dimenticati o certamente ne abbiamo scordato alcuni passi…

Non voglio dirvi subito il titolo, lo comprendere immediatamente: “andò proprio su quella piccola buca, dove aveva sotterrato i suoi zecchini, e nulla…
Allora diventò pensieroso e, dimenticando le regole del Galateo e della buona creanza, tirò fuori una mano di tasca e si dette una lunghissima grattatina di capo…
In quel mentre sentì fischiarsi negli orecchi una gran risata: voltatosi in su, vide sopra un albero un
grosso Pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso.
Perché ridi? gli domandò con voce di bizza…
Rido, perché nello spollinarmi mi sono fatto il solletico sotto le ali…
Il burattino non rispose. Andò alla gora e riempita d’acqua la solita ciabatta, si pose novamente ad
annaffiare la terra, che ricopriva le monete d’oro.
Quand’ecco che un’altra risata, anche più impertinente della prima, si fece sentire nella solitudine
silenziosa di quel campo.
Insomma… gridò Pinocchio, arrabbiandosi, si può sapere, Pappagallo mal educato, di che cosa ridi?
Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.
Parli forse di me?
Sì, parlo di te, povero Pinocchio; di te che sei così dolce di sale da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagiuoli e le zucche. Anch’io l’ho creduto una volta, e oggi ne porto le pene… 
Oggi (ma troppo tardi…) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme onestamente pochi soldi bisogna saperseli guadagnare o col lavoro delle proprie mani o coll’ingegno della propria testa.
Non ti capisco, disse il burattino, che già cominciava a tremare dalla paura.
Pazienza! Mi spiegherò meglio, soggiunse il Pappagallo… 
Sappi dunque che, mentre tu eri in città, la Volpe e il Gatto sono tornati in questo campo: hanno preso le monete d’oro sotterrate, e poi sono fuggiti come il vento. E ora chi li raggiunge, è bravo! 
Pinocchio restò a bocca aperta, e non volendo credere alle parole del Pappagallo, cominciò colle mani e colle unghie a scavare il terreno che aveva annaffiato. E scava, scava, scava, fece una buca così profonda, che ci sarebbe entrato per ritto un pagliaio: ma le monete non c’erano più…
Preso allora dalla disperazione, tornò di corsa in città e andò difilato in tribunale, per denunziare al
giudice i due malandrini, che lo avevano derubato.
Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla: un vecchio scimmione rispettabile per la sua grave età, per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d’oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo d’una flussione d’occhi, che lo tormentava da parecchi anni. 
Pinocchio, alla presenza del giudice, raccontò per filo e per segno l’iniqua frode, di cui era stato vittima; dette il nome, il cognome e i connotati dei malandrini, e finì chiedendo giustizia!!!
Il giudice lo ascoltò con molta benignità; prese vivissima parte al racconto: s’intenerì, si commosse: e quando il burattino non ebbe più nulla da dire, allungò la mano e suonò il campanello.
A quella scampanellata comparvero subito due can mastini vestiti da giandarmi…
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque, e mettetelo subito in prigione.
Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva  protestare: ma i giandarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in
gattabuia…
E lì v’ebbe a rimanere quattro mesi: quattro lunghissimi mesi: e vi sarebbe rimasto anche di più se non si fosse dato un caso fortunatissimo. 
Perché bisogna sapere che il giovane Imperatore che regnava nella città di Acchiappa-citrulli, avendo riportato una bella vittoria contro i suoi nemici, ordinò grandi feste pubbliche, luminarie, fuochi artificiali, corse di barberi e di velocipedi, e in segno di maggiore esultanza, volle che fossero aperte anche le carceri e mandati fuori tutti i malandrini.
Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io… disse Pinocchio al carceriere.
Voi no, rispose il carceriere, perché voi non siete del bel numero…
Domando scusa; replicò Pinocchio… sono un malandrino anch’io…
In questo caso avete mille ragioni, disse il carceriere… e levandosi il berretto rispettosamente e
salutandolo, gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare…
Ecco, sarebbe bastato ricordarsi questa parte del capitolo, per comprendere come crescendo sarebbe potuta essere la nostra vita, a seconda delle scelte che avremmo compiuto…
Se essere dei furbi “barbagianni” pronti a rubare al prossimo o viceversa, delle persone oneste, talvolta ingenui, ma capaci di ricercare la verità… superando ogni sorta d’ingiustizia…
Concludo con una frese di Gesù: Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.
 Vangelo di Luca c. 16, v. 15

Italia… paese dei balocchi…

Come vogliamo definirlo questo nostro Paese… se non come il luogo immaginario descritto da Carlo Collodi nel trentesimo capitolo del romanzo Pinocchio…??? 

Quello era un paese dove non vi erano scuole, niente maestri, nessun libro… un paese dove non si studiava mai…, dove il giovedì non si faceva scuola ed ogni settimana ara composta di sei giovedì e di una domenica!!!
Diciamo che un po’ somiglia al nostro…
E’ vero da noi le scuole non mancano… sono però le stesse da 50 anni, certamente poco sicure, malridotte, difatti, quattro scuole su dieci hanno una manutenzione carente, oltre il 75% presenta lesioni strutturali ed, in un caso su tre, gli interventi strutturali non vengono effettuati, sono difatti circa 250 gli edifici scolastici monitorati in varie regioni che mancano di quelle necessarie manutenzione – molte altre non presenti in questo elenco – sono state riadattate alle nuove normative sulla sicurezza, emergenza, evacuazione…
La cosa assurda è che se scorriamo gli interventi svolti nel ns. paese, vediamo che proprio le regioni come la Sicilia, Campania e Calabria e cioè regioni con il più alto rischio sismico, sono quelle che hanno ricevuto il minor numero di finanziamenti nei piani scuole sicure, mentre quelle del Nord quelle del Nord hanno beneficiato in misura maggiore dei finanziamenti previsti…

Dalle indagini realizzate sono emerse che tra le problematiche più comuni ci sono: distacchi di intonaco, crolli di solai e controsoffitti, pavimenti dissestati, pareti imbrattate, e poi ancora mancano nel 20% delle scuole, scale di sicurezza, porte ignifughe, apertura antipanico…

Inoltre resta particolarmente difficile la situazione per gli studenti disabili, poiché in molti edifici disposti su più piani non dispongono di ascensori ed il più delle volte questi non funzionano e non parliamo delle barriere architettoniche presenti nel 30% delle classi… con aule che presentano banchi poco adatti ad uno studente con la sedia a rotelle…
Già tutto il contrario… si pensa soltanto ad abbellire l’aspetto esteriore  con piante e statue… e ci si dimentica di preoccuparci di risolvere problemi evidenti e ben più gravi… poi ovviamente quando succedono le disgrazie… si va alla ricerca dei colpevoli!!!
Siamo al paradosso o per meglio dire al solito teatrino all’Italiana… già perché se a quanto sopra aggiungiamo la vicenda degli insegnanti… tra coloro che da vent’anni sperano d’inserirsi definitivamente e quanti ancora precari non vedono neanche la luce della speranza…
Un quadro preoccupante che minaccia livelli di povertà o esclusione sociale, con una diminuzione di personale che opera nelle scuole a causa dei pochi alunni iscritti, in particolare in quelle scuole ad indirizzo classico e scientifico…, personale quest’ultimo che rischia di restare fuori non soltanto dalla scuola, ma soprattutto dal mercato del lavoro…
Infine vorrei spendere una parola per quanto sta avvenendo in questi giorni… con la ripresa delle lezioni e con l’acquisto dei nuovi libri…
Ecco a proposito di libri, dover assistere a come le case editrici, tentino di riadattare i libri, modificando i codici a barre all’esterno e lasciando inalterato il contenuto all’interno mi sa di veramente scandaloso…
Non si vuole dare l’opportunità dello scambio o della vendita tra compagni e/o anche tra stessi familiari, per cui una famiglia è costretta a dover acquistare a volte gli stessi libri anche due volte…

Queste case editrici (furbescamente) adoperano tutti gli stratagemmi perché l’usato non abbia ad esistere…, già a volte cambiano soltanto la copertina, altre volte aggiungono la parte relativa agli esercizi con atri quesiti diversi, in alcuni casi sono presenti cd-rom ( che non verranno mai utilizzati dagli alunni ) diversi da quelli proposti negli anni precedenti…l’importante che alla fine i libri acquistati siano sempre quelli nuovi…
Nell’era tecnologica, dove tra i ragazzi chiunque possiede un tablet, le scuole invece di consegnare in digitale i libri sui quali studiare, continua ad offrire libri cartacei che il più delle volte ahimè… non vengono neanche utilizzati…..