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Né Biden e neppure gli alleati potranno fermare la guerra in medio oriente!!!

Sono tutte cazz…. quelle che ci vengono raccontate nei Tg nazionali ed internazionali!!!

Lo sanno bene i Capi di Stato e di governo di tutti i Paesi del mondo che questa guerra si concluderà solo dopo che Israele avrà espulso dalla striscia di Gaza tutti i palestinesi, ma non solo, proverà a includere in maniera permanente quei territori del Libano a sud del fiume Litani!!!

Parliamo di un’area – quest’ultima – che da anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, il gruppo armato degli Hezbollah ha preso come base per inviare missili nel nord di Israele, ma non solo, dal governo di Netanyahu si è affermato che questo gruppo militare abbia trasformato quei villaggi libanesi in vere e propie basi militari, sì… adiacenti alla “Linea blu“ occupata finora dalle forze “UNIFIL” (inviate dall’ONU per il mantenimento della pace in Libano) e da cui quindi poter sferrare i loro attacchi contro le comunità settentrionali di Israele… 

Prevedo sin d’ora quindi come potrà essere tra qualche anno la situazione geografica di quell’area e vedrete, poco o nulla potranno fare paesi come Usa, Germania, Gran Bretagna, Francia e ancor meno noi Italia che contiamo come nazione – se pur ritengo ottimo l’impegno profuso dal nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani – quanto il due di coppe, quando la briscola è a bastoni!!!

Difatti, non si tratta più di riportare a casa quei poveri ostaggi israeliani, essi ormai fanno parte di quel cosiddetto “danno collaterale” che si è deciso di subire per raggiungere il proprio scopo e cioè inglobare in maniera radicale quei territori posti al confine con lo Stato d’Israele, per evitare una volta per tutte, la ripresa di nuove ripercussioni militari.

Vedrete, le popolazioni civili espulse – da quei territori che a breve verranno definitivamente occupati dall’esercito israeliano – saranno costrette a fuggire dalle loro case per cercare rifugio all’estero, sapendo di dover iniziare a vivere in una condizione disagiata e di emergenza!!!

Ovviamente – come sempre accade in questi casi – i sistemi di protezione se pur fragili e incerti proveranno ad assistere i rifugiati, per come abbiamo visto in questi anni, come d’altronde l’impatto con le comunità ospitanti non risulterà per nulla facile e soprattutto i finanziamenti umanitari che giungeranno non potranno tenere il passo con le esigenze di quelle migliaia di profughi.

La verità è che gran parte del mondo intero preferisce “lavarsi la coscienza” (non solo per quanto sta accadendo in quell’area…) inviando a quelle popolazioni disperate, cibo, vestiario, medicinali e quant’altro possa necessitare, l’importante (per tutti…) è non dover affrontare in maniera diretta il problema!!!

Permettetemi di aggiungere che nell’affermare quanto sopra non faccio alcuna distinsione tra Paesie, perché in questa sede prendo di mira anche i paesi arabi “ricchi” che finora hanno preferito esclusivamente sostenere il costo economico richiesto (quello militare dei gruppi come Hamas, Hezbollah, Huthi ed anche dall’Iran…) senza però rischiare di rimanere implicati in un conflitto armato, del quale – come si è visto – si è preferito restare fuori!!!

Come ho scritto all’inizio del post: tutto il resto sono cazz…!!!

Alì Kamenei, fossi al suo posto ci penserei due volte ad attaccare Israele!!!

Per fortuna che c’è il nuovo Presidente iraniano Masoud Pezeshkian a convincere l’ayatollah Ali Khamenei (85 anni) a rinviare l’attacco contro Israele.

Comprendo perfettamente quali motivi spingano l’attuale leader supremo a voler rispondere all’uccisione dello scorso luglio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ma il rischio che si potrebbe correre con un nuovo attacco, è simile a quello che condotto al conflitto in corso nella “Striscia di Gaza”.

Già… aver creduto in una azione folle, in quell’attacco violento programmato dai miliziani di Hamas che -come abbiamo assistito- ha portato ai numerosi sequestri di civili; sì… hanno pensato senza aver previsto anticipatamente quali esiti avrebbe condotto quell’errata operazione militare, la stessa (ne sono fortemente convinto) che era già prevista e segnalata dall’intelligence istaeliana al governo, che infatti ha atteso che si compiesse quell’attacco, affinchè si potesse giungere al progetto previsto e cioè di liberare tutti i territori israeliani dalla presenza araba!!!

Ed ora sto ascoltando in Tv di come l’ayatollah Khamenei ,vorrebbe rispondere contro Israele con una rappresaglia , dimenticando o chissà… non tenendo conto di quanto Israele e soprattutto gli Usa, stanno progettando un conflitto contro quel Paese…

Ed ora egli vorrebbe promuovere questo “auspicato” desiderio dei suoi avversari, convinto che attraverso i suoi missili e droni, potrà dare inizio ad un conflitto anti-sionista che dovrebbe espandersi a macchia d’olio…

Beh, penso che non appena quella rappresaglia inizierà, in sei giorni – già come quanto accaduto nel 1967 – l’Iran si ritroverà con tutte le proprie strutture militari distrutte, con gli impianti nucleari colpiti in maniera decisa (se pur quest’ultimi siano stati posti in questi ultimi anni ancor più sottoterra, proprio per evitare di restare colpiti dai raid missilistici…) e tutto ciò porterà non solo ad una disfatta politico e internazionale, ma anche al rischio di una caduta del regime…

D’altronde questa personale analisi rappresenta quanto di fatto vuole tutto il Medio Oriente e cioè contenere l’egemonia iraniana; non va dimenticato come lo stesso Netanyahu, dopo l’incontro con i rappresentanti di Egitto e Giordania, aveva annunciato che la minaccia strategica iraniana costituisce il principale problema nella regione, portando, per la prima volta dalla fondazione di Israele, ad un’intesa arabo-israeliana.

Quanto sopra inoltre riflette un’altra intesa, quella tra israeliani e americani, dal momento che anche dagli Usa viene espresso come la sconfitta dell’Iran sia la sua priorità assoluta nella regione e difatti, la maggior parte dei paesi arabi ad oggi, non hanno ancora chiarito la propria posizione nel conflitto tra Iran e Israele!!!

Difatti, le possibilità degli arabi variano tra neutralità, alleanza con Israele, e coesistenza con Iran e Israele…

Ora, sebbene ciascuna di queste posizioni danneggino gli interessi dei paesi arabi, sembrerebbe però che i loro governanti non abbiano molta scelta, d’altronde il rischio sarebbe quello di rimanere coinvolti dal conflitto, senza aver la certezza di prevedere quali conseguenze negative si potrebbero ahimè determinare.

Sono quindi questi i motivi che mi spingono a suggerire all’Ayatollah Kamenei ed anche al Presidente Pezeshkian di pensarci bene, già… più e più volte, prima di attaccare Israele, sì… per non doversene pentire!!!

 

A Catania ho fondato lo Stato Palestinese!!! “Se lo dicessi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”!!!

Non posso certo paragonarmi al giornalista Theodor Herzl, che nel Primo Congresso Sionista, tenutosi a Basilea nell’agosto del 1897, appuntò sul proprio diario. “A Basilea ho fondato lo Stato ebraico”, per poi aggiungere con toni profetici: “Se lo dicessi oggi ad alta voce, mi risponderebbero con una risata universale. Forse tra cinque anni, certamente tra cinquanta, tutti se ne renderanno conto”

Già… mezzo secolo dopo lo Stato d’Israele nacque ufficialmente e quel sogno diventò realtà!!!

Ogni giorno sono stupito e pieno di orgoglio nel vedere la visione di Herzl prendere vita davanti ai nostri occhi e sento il dovere e la responsabilità di portare avanti il futuro dello Stato di Israele e del Popolo ebraico”, con queste parole ha commentato quanto sopra l’attuale Capo di Stato israeliano, Presidente Isaac Herzog.

Ed allora ecco che anche il sottoscritto vuole raccontare di una visione in cui ero presente, una conferenza promossa da tutti i paesi Arabi ed accolta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, un incontro decisivo per formalizzare la creazione del nuovo Stato Palestinese!!!

Il sottoscritto in quella visione ha potuto così assistere ad un sogno precedentemente compiuto, nel quale erano presenti due case, una palestinese ed una ebraica, entrambe vicine e mentre i loro figli giocavano insieme, gli adulti progettavano di divenire “luce per le nazioni del mondo”. 

D’altronde, in questi tempi così tenebrosi, nessuno può permettersi di ignorare quella luce, altrimenti il rischio – mi rivolgo a chi oggi crede di essere più forte – è quello di offendere Dio col pericolo di culminare in quel “giorno dell’ira”. 

Vorrei difatti ricordare gli ultimi versetti del profeta Isaia, che descrive gli eventi che precederanno quel giorno: “poiché, ecco il Signore viene con il fuoco, i suoi carri sono come un turbine, per riversare con ardore l’ira, la sua minaccia con fiamme di fuoco. Con il fuoco, infatti il Signore farà giustizia, e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti del Signore. (Isaia 66:15, 16).

E’ tempo quindi di dare una nuova luce spirituale alle azioni compiute, perché solo così si potrà sperare di raggiungere la vita eterna e coloro che dimostreranno di accoglierla col cuore – indipendentemente dalla loro nazionalità, estrazione etnica, professione di fede – troveranno sotto quella luce, la parola di Dio: leggiamola ogni giorno, meditiamoci su e apprezziamone il messaggio, affinché attraverso di essa, si possa realizzare quella tanto desiderata pace.

Non è strano che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?

(Georg Lichtenberg)