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Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra: uno per tutti, tutti per uno!

Già… sembra che ormai, anche le organizzazioni criminali si siano date all’antica lingua latina: Unus pro omnibus, omnes pro uno: Tutti per uno, uno per tutti!

Un motto da romanzo cavalleresco, da eroi senza macchia. E invece no. Oggi è il mantra di chi eroico non ha nulla, ma di strategico ha tutto!

Perché quando cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra decidono di fare squadra, il business non è più una guerra tra clan: è un consorzio: Un sistema “lombardo“, perfettamente oliato, che tra Milano e Varese riscrive le regole del potere criminale.

E così nell’aula bunker di Opera, i nomi che leggeremo non saranno solo siciliani, calabresi o campani, ma saranno ibridi. Mandamenti del Sud che vanno a braccetto con cosche del Nord, tutti imputati per lo stesso reato: associazione mafiosa come “consorzio delle tre mafie“. 

Un anno fa, il Tribunale del Riesame e la Cassazione avevano condotto in carcere 41 indagati, ma la verità è che il processo più grande è già scritto: l’unione fa la forza e soprattutto il profitto.

Sì… una volta, al Nord, si ammazzavano per un porto, un appalto, una chilo di coca, oggi no! Hanno capito che il sangue costa, mentre i soldi stanno nelle mani giunte. E allora via alle “joint-venture“: la droga viaggia sulle stesse rotte, il riciclaggio usa gli stessi professionisti, i territori si spartiscono come azioni di una “S.p.A.”, sì… criminale!

Unus pro omnibus“, ovvero… ogni membro, ogni clan, è un tassello di un mosaico che vale più della somma delle parti. Se la ‘ndrangheta domina i rapporti con la Svizzera, i siciliani gestiscono i contatti con gli emiri, i campani il controllo delle periferie. E tutti si coprono le spalle, perché il nemico non è più l’altro clan, ma lo Stato!

E così, ironia della sorte, mentre la politica fatica a trovare alleanze, le mafie hanno fatto l’accordo di governo perfetto. 

Niente più faide, solo dividendi. E quel motto dei Tre Moschettieri? È la loro arma più moderna: fiducia. 

Perché quando un picciotto sa che può contare su un avvocato calabrese, un prestanome milanese e un corriere napoletano, il mercato è infinito.

E lo Stato viceversa cosa fa? Nulla… resta a guardare, a processare, a sperare che le condanne facciano il loro effetto, ma nel frattempo, loro, quelle mafie ora unite, hanno già cambiato gioco…