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Collusioni e corruzione negli appalti pubblici!!!

Gli appalti pubblici sono dei processi attraverso i quali le amministrazioni pubbliche affidano lavori, forniture o servizi ad aziende private. 

Tuttavia, in questo particolare settore si verificano spesso fenomeni di corruzione e illeciti che minano l’efficacia e la trasparenza del processo di assegnazione degli appalti.

Uno dei reati più comune è la collusione, che si verifica quando le imprese partecipanti alla gara d’appalto si mettono d’accordo per fissare i prezzi o per allocarsi i lavori in anticipo. 

Questo comportamento, ovviamente anti-concorrenziale, impedisce ad altre imprese di partecipare alla gara e di offrire un prezzo migliore.

E’ dire che questi appalti sono regolamentati da leggi e norme che prevedono sanzioni severe per coloro che commettono reati in questo settore, ma quest’ultime, se pur possono riguardare sia le imprese che i funzionari pubblici infedeli, nella maggior parte dei casi però questi non giungono mai ad una condanna certa, quanto mai in tempi celeri.

Certo, le conseguenze per le imprese possono includere l’esclusione dalle future gare d’appalto, il pagamento di multe e la revoca dei contratti già assegnati, ma a superare l’empasse ci vuole poco, anzi nulla, d’altronde chi opera in questo settore sa bene quali stratagemmi dover adottare in questi casi. 

Sì… qualcuno potrebbe obiettare che l’immagine e/o la reputazione dell’impresa e quindi di quei suoi referenti potrebbe venir gravemente danneggiata, quantomeno influenzare negativamente la fiducia dei clienti e/o dei fornitori con cui si era fino a quel momento operato; ma anche questa circostanza posso assicurarvi potrà essere superata, assicurando a ciascuno di essi la volontà di continuare, dimostrando soprattutto di essere nelle medesime condizioni finanziarie precedenti alle inchieste giudiziarie e quindi, di poter rispettare gli impegni da prendere per il prossimo futuro… 

Viceversa per i funzionari pubblici le conseguenze possono essere più gravi, in quanto, oltre alle sanzioni finanziarie, essi possono essere sospesi dai loro incarichi o addirittura condannati a pene detentive (si… questo è quanto prevede la legge, ma  fatemi conoscere il nominativo di qualcuno che sia stato posto all’interno di un qualche penitenziario.). 

Comunque, la corcostanza peggiore tra tutte è che la corruzione e la collusione nei contratti pubblici mina di fatto la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e compromette l’efficacia della pubblica amministrazione!!!

Quindi, per contrastare tutti quei reati – che ogni giorno (sì… perchè la verità è questa…) – si realizzano in quegli appalti pubblici, è fondamentale promuovere principi la trasparenza e blindare l’efficienza di quei processo di assegnazione degli appalti e ciò può avvenire soltanto garantendo la partecipazione di un numero sufficiente di imprese qualificate e non per come finora si è fatto, attraverso quel subdolo sistema di migliorie, che nel corso dei lavori e grazie a direzioni disattente non vengono neppure compiute o certamente non per come si era in principio dichiarato!!!

E’ necessaria quindi una maggiore collaborazione tra le istituzioni pubbliche, le forze dell’ordine e la magistratura, per individuare, perseguire e punire tutti coloro che commettono reati negli appalti pubblici, perché solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile garantire trasparenza, efficienza e  legalità in questo settore così cruciale per lo sviluppo economico e sociale del paese.

Sicurezza in cantiere: Vediamo questo prossimo "sistema a punti"…

A leggere quel provvedimento sembrerebbe che questo sistema della patente a punti per i cantieri possa rappresentare qualcosa di meritoscratico, sì… per incentivare le imprese che dimostrano in maniera seria di concretizzare quelle misure di prevenzione per migliorare la sicurezza durante le fasi di lavoro.

L’hanno chiamata “patente a crediti“ e dovrebbe avere un punteggio iniziale di 30 crediti, con una dotazione minima per operare, pari o superiore a 15 crediti.

Questo limite funge di fatto da indicatore per comprendere l’idoneità di quell’impresa che opera nel settore edilizio e come avtrete comrpeso, tale punteggio viene preso in considerazione dalle Committenze, siano esse pubbliche o private, nel momento in cui si trovano a dover assegnare un appalto o anche semplici incarichi.

Quindi, il punteggio acquisito diventa un criterio di valutazione che si somma ai tradizionali parametri di selezione, come l’offerta economica e la competenza tecnica.

L’idea – in questo post mi limito semplicemente ad esporre l’argomento, mi riservo nei prossimi giorni di evidenziare l’ingannevole e fallace metodologia che si nasconde dietro questa soluzione  – è quella di favorire le imprese più professionali,  quelle in particolare che finora hanno adottato standard di sicurezza elevati… 

Ah… 😂😂😂😂😂 già mi vien da ridere, comunque contuniamo…

Secondo l’ideatori di questa patente a punti, si dovrebbe contribuire ad elevare il livello generale di sicurezza in particolare in quel settore più a rischio e cioà quello edile!!!

Ed allora, come riportato nella bozza del decreto, la patente sarà rilasciata in formato digitale presso la competente sede territoriale dell’Ispettorato, previo naturalmente il soddisfacimento dei requisiti richiesti da parte del responsabile legale dell’impresa o del’imprenditore autonomo (si son dimenticati di tutte quelle “Teste di legno” che poi sono la maggior parte deghli attuali nostri amministratori…).

Certo, verranno verificate le iscrizione presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato ed i vari adempimento degli obblighi formativi da parte del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori dell’impresa, come stabilito dall’articolo 37 e gli adempimenti degli obblighi formativi da parte dei lavoratori autonomi(cioè… non è vcambiato nulla… anzi, resta tutto inalterato, con i reali problemi di cui nessuno, a leggere dai media, vuole affrontare)!!!

A seguire… (a questa è la mia preferita, sì… bellissima) il possesso regolare del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) in corso di validità (vabbe… diciamo quindi che già un buon 50% dell’imrpese può iniziare a chiudere…) ed anciora il possesso del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) – (per esperienza posso dire che la maggior parte delle imrpse non lo non possiede ed anche quando ne hanno uno – solitamente un copia e incolla di qualche altro – quel documento non evidenzia la data certa e ancor peggio, non è stato negli anni aggiornato…);

Ma per il governo sono questi i criteri fondamentali a garantire la conformità alle normative vigenti e ad assicurare un ambiente di lavoro sicuro e regolare per le imprese e per i lavoratori, dipendenti e  autonomi.

Ora viene la parte interessante… preannunciò che già qualche amico mi ha chiamato su metodologie “ambigue” in corso di studio per fuorviare quelle limitazioni… sto parlando dell’esonero per le imprese certificate SOA, le quali essendo in possesso dell’attestato di qualificazione, ovvero della qualificazione che autorizza un’impresa del settore delle costruzioni a concorre alle gare d’appalto pubbliche, non sono tenute al possesso della patente a punti per la sicurezza sul lavoro.

Su quest’ultimo punto vorrei ricordare come l’ultima impresa di cui abbiamo contato le vittime era certificata, tanto d’aver eseguito nel corso degli anni intervemnti considerevoli quali complessi residenziali, edifici commerciali, installazioni industriali, strutture socio-sanitarie ed anche plessi scolastici…

Quindi, di quale particolare qualificazione stiamo parlano, i soggetti esecutori di quei lavori pubblici il più delle volte non sono neppure quelli riportati nei documenti e quindi di quali requisiti di conformità stiamo parlando… 

Comunque… ritornando alla patente, quando un’impresa riceve – per non aver rispettato le normative vigenti in tema di salute e sicurezza – delle sanzioni, ecco che il punteggio della sua patente diminuisce proporzionalmente alla gravità delle infrazioni commesse. 

Se poi viene riconosciuta la responsabilità per un incidente mortale si perdono 20 crediti (sì soltanto…), mentre l’infortunio causa un’inabilità permanente al lavoro, allora si perdono 15 crediti e se la conseguenza determina un fermo di oltre quaranta giorni, ecco che allora scattano altri 10 crediti…

Prepariamoci quindi, a breve non ci saranno più morti, chissà… molti spariranno nel nulla, operai e impiegati saranno ricercati nel programma “Chi l’ha visto“, già… come la maggior parte di quei cinesi, che ogni giorno muoioni, difatti… dove vengono seppelliti??? A saperlo… certo se chiederete in girovi risponderanno che la maggior parte di loro è stata tumulata nella propria terra d’origine, ma sarà d’avvero così???

Ed infine l’Ispettorato del lavoro che nei casi di morti bianche o inabilità permanenti potrà  sospendere, in via cautelativa, la patente fino a un massimo di 12 mesi!!!

Ah… come accade per la patendi guida, anche qui i crediti decurtati potranno essere reintegrati a seguito della frequenza di corsi che consentono di riacquistare cinque crediti alla volta. 

La patente inoltre verrà incrementata di un credito per ciascun anno successivo al secondo, sino a un massimo di dieci crediti, qualora l’impresa o il lavoratore autonomo non siano stati destinatari di provvedimenti sanzionatori.

Ovviamente in caso di perdita totale dei punti, le conseguenze saranno per l’azienda disastrose, la perdita di tutti i punti potrebbe comportare la chiusura immediata del cantiere escludendo l’impresa a partecipare a future gare d’appalto oppure di ottenere finanziamenti pubblici per un periodo di due anni…

Vi saranno infine altre misure da adottarsi nei cantieri e nei luoghi di lavori per quanto concerne la sicurezza, dobbiamo attendere l’approvazione del testo finale… 

Ho come la sensazione che finirà come sempre in questo Paese a “tarallucci e vino” e vedrete fatta la legge, trovato l’inganno e tra qualche anno saremmo quì a parlare di un nuovo filone, già quello mai conclusosi delle inchieste giudiziarie!!!

Leggendo tutte quelle restrizioni viene da pensare che forse è meglio assumere un soggetto a modello “Totò”: quantomeno egli proteggerà la vostra impresa da future disgrazie!!!

Ma se alla legalità e trasparenza si contrappongono poi appalti al massimo ribasso…

Concordo con quanto affermato dalla Segretaria regionale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, durante un convegno organizzato per ricordare il sindacalista Mico Geraci, ucciso dalla mafia 25 anni fa… 

Già: “La legalità nel lavoro è fatta di contratti applicati e lavoro pulito e rispettato, oggi nei cantieri purtroppo molto spesso si procede con appalti a massimo ribasso, questo non fa altro che ferire il lavoratore e non portare trasparenza nel territorio”!!!

D’altronde abbiamo visto come imprese – solo sulla carta – sono state in grado in questi anni di aggiudicarsi degli appalti, per poi dimostrare d’esser incapaci di portare al termine i lavori o di non effettuarli a regola d’arte, causa proprio dei ribassi d’asta fuori da ogni logica di mercato.

Problematiche che vengono di fatto riversate sulla manodopera o nelle qualità delle forniture, il più delle volte scadenti, cui si giungono una serie di furbate che non sto qui a riportare, ma che dovrebbero spingere le Istituzioni pubbliche a dei controlli più accorti o quantomeno più accurati rispetto a quanto solitamente avviene nella realtà, mi riferisco ad esempio al rispetto delle lavorazioni previste nei capitolati d’appalto .

Bisogna quindi – una volta e per tutte – decidersi se continuare a tirare sul prezzo nelle opere pubbliche, pensando quindi che il ribasso a base d’asta sia falso e che le imprese ci si aggrappano pur di ottenere l’appalto oppure se si vuole procedere in maniera corretta, cioè, coinvolgendo le associazioni di categoria ed i professionisti “seri”, quelli addetti della progettazione, puntando ad ottenere il meglio per l’opera da realizzarsi, sostenendo di fatto la qualità e disdegnando qualsivoglia forma d’illegalità e di risparmio, il più delle volte realizzato con meccanismi elusivi, che conducono solitamente ad avere bassa qualità sia del personale che dei materiali!!! 

Offerta economicamente più vantaggiosa – seconda (e ultima…) parte!!!

Quindi, dopo aver analizzato nel post di ieri, pro e contro di quella tipologia di gara, quest’oggi desideravo analizzare insieme a voi, una gara d’appalto – sopra soglia comunitaria – per lavori in affidamento Catg. Og7, il cui importo a base d’asta di oltre 18 Ml di euro, è stato aggiudicato ad un’impresa per circa 13 milioni…  

Ecco quindi “l’offerta economicamente più vantaggiosa”, certo 5 milioni di euro di risparmio rappresentano una bella cifra, quasi il 30% dell’appalto, ma anche al più limitato tecnico di questo nostro Paese, viene spontaneo chiedersi: ma come farà quell’impresa a portare a compimento quell’appalto e soprattutto, quali procedure adotterà affinché possa risparmiare su tutte quelle voci riportate in elenco nel computo metrico???

Ma d’altronde spiegatemi come può accadere che in talune gare d’appalto, l’offerta presentata dalle imprese risulta essere “anomala” sul fronte del ribasso – causa giustificazioni dei prezzi presentati – ma incredibilmente (già… sarebbe da chiedersi a cosa sia dovuto quel ribaltamento di giudizio da parte della commissione esaminatrice, un’idea l’avrei… ma è meglio che la tenga per me), quasi per magia, si convincono che quanto a suo tempo espresso fosse di fatto errato o quantomeno, attraverso un successivo incontro con l’impresa, si è potuto stabilire che quei prezzi riportati, possano essere giustificabili…

Ed allora viene spontaneo pensare che forse, dietro questa tipologia d’appalto, qualcosa non funzioni o per meglio dire, affinché l’impresa possa giungere al completamento dell’opera, dovrà certamente adottare tutta una serie di stratagemmi, molti dei quali sicuramente non saranno perfettamente funzionali con quanto previsto…

Ed ancora (questa è la circostanza assurda…), ci si chiede perché la maggior parte delle imprese aggiudicatrici, invece di realizzare a regola d’arte quanto previsto attraverso l’uso di proprio personale specializzato, mezzi d’opera e attrezzature altamente funzionali, affidano a imprese minori (in subappalto) parte di quelle lavorazioni a prezzi certamente più bassi per non dire “stracciati” i quali, quest’ultimi, facendo uso di meccanismi fraudolenti e/o illegali (che non sto qui ad elencare…) portano – in un qualche modo – al completamento di quelle opere previste…

A quest’ultimi, vanno sommate le forniture previste, le quali, sulla carta, risultano essere sì… regolari – sotto il profilo quantitativo e qualitativo – con quelle specifiche caratteristiche riportate nel capitolato d’appalto, ma quanto poi nei fatti avviene, ecco… questo è tutto da dimostrare.

Peraltro, non v’è bisogno di ricordare come esista una lunga cronaca a riguardo, sia sulle difformità che sui vizi delle opere eseguite, ma come ben sappiamo,  la “scoperta dei vizi” non sempre coincide con quello in cui il committente (e quindi la D.l.) si accorge dell’anomalia, ma quello in cui si consolida la certezza del difetto, solitamente però ciò avviene quando interviene la nostra Procura nazionale, già… di solito a seguito di una tragedia!!!  

D’altronde va detto come sono proprio taluni responsabili dei lavori, ma anche quei loro addetti sul campo, ad aver permesso che quanto sopra potesse in questi anni accadere e non vi è ANAC o Codice di anticorruzione e trasparenza che tenga per fermare quanto costantemente avviene!!!

Il problema purtroppo è che alla fine sono proprio quegli incolpevoli cittadini a pagarne le conseguenza!!!  

   

Black Friday: Acquista oggi… e muori quando vuoi!!!

Giornata di “Black Friday”… ed allora partono gli sconti, fino a raggiungere il 70% del prezzo di listino…
Ed allora, perché non pensare di scontare anche i funerali???
Ecco quindi che una impresa di pompe funebri ha pensato, quanto mai avremmo potuto prevedere… 
Sì… ha pubblicizzato lo sconto sull’eventuale funerale!!!
Siamo a Cologno Monzese, in provincia di Milano, è la società propone un pacchetto “Black Friday” che sconta del 20% l’importo del costo sulla loro migliore “offerta”, che passa da €.2.499 a €. 1.999 euro…
La stessa società prevede lo sconto anche nel caso in cui si scelga la “cremazione” e non vi è alcun scadenza per poter usufruire del servizio, che rimarrà – per come hanno garantito – a vita… o meglio dovrei dire, fino alla morte!!!
Come dicono loro… “è meglio portarsi avanti“, anche perché si sa, con il tempo i prezzi salgono e a breve, 2.000 euro potrebbero non bastare più, per il proprio funerale…
Ecco quindi pubblicizzato lo slogan della promozione: “Acquista oggi il tuo funerale scontato e muori quando vuoi».
Certo, considerato quanti cittadini entusiasti, sin da ieri si sono messi in fila dietro le porte di quei loro negozi preferiti, solitamente d’abbigliamento, informatica, telefonia o viaggi turistici, sarebbe viceversa curioso conoscere, tutti coloro che hanno voluto approfittare di quell’offerta, d’altronde perché non comportarsi come in quei negozi presi d’assalto… 
Già, a pensarci bene ci sono molte similitudini, è come scegliersi un vestito…
Si opta per la qualità del materiale del sarcofago, si decide quale imbottitura dovrà avere il materassino che dovrà contenere la salma, si valuta quale colore dovrà avere la seta per la trapunta ed ancora, quali decorazioni dovranno essere ricamate in oro su quel cofano funebre, ed ancora, si potrà prevedere un sistema sonoro (completo di batteria ventennale…) che diffonderà al suo interno tutte le musiche in mp3, che vi hanno accompagnato durante la vostra vita ed infine, volete mettere l’ultimo smartphone collegato con un piccolo monitor interno, mentre all’esterno si potrà essere connessi attraverso un sistema wi-fi, alimentato da un pannello solare???
Come avrete compreso, l’Outlet è aperto, e allora perché non pensare di fare un acquisto in più???

Lettera da una "cittadina consapevole"…

La mia cara amica Romj, mi ha inviato questo sondaggio politico per le prossime regionali in Sicilia…
Desidero condividerlo con voi, anche se… su alcuni punti, non mi trova pienamente concorde. 
Ma ciò che apprezzo di questa sua nota… è quella speranza di cambiamento, quella fiducia infinita ritrovata nei confronti dei suoi conterranei, quel sentimento sconfinato per la bellezza di questa terra, patrimonio unico, sia paesaggistico che culturale ed artistico…
Una ricchezza però alla quale il sottoscritto non crede e che mi ha condotto in questi anni ad allontanarmi sempre più da quegli ipocriti moralisti, in particolare da quanti parlano a gran voce, ma poi nei fatti, si dimostrano essere corruttibili, ricattabili, codardi e soprattutto “omertosi“!!! 
Ecco quindi la nota:
Ho imparato ad interpretare la politica e ritengo quanto di seguito riportato abbastanza attendibile… 
Preferenze:
MUSUMECI 42%
FAVA  25%
M5S    25%
PD         8%
VOTANTI PREVISTI 51%
Su questi numeri vorrei fare quattro chiacchiere con voi…
– Fava che incarna la sinistra estrema, incassa subito questa alta percentuale in quanto la vera gente di sinistra ha certamente bocciato il PD che di sinistra non ha più nulla…
– M5S si attesta a questa bassa percentuale rispetto alle precedenti e a mio avviso è destinata ad abbassarsi in quanto la gente è stufa di questi dilettanti allo sbaraglio che in 5 anni anni alla Regione Sicilia nulla hanno fatto, per poi non parlare di aver costatato che nelle città dove governano è un disastro (anche in Sicilia) poi in EU hanno fallito la oro politica che li ha visti votare pro immigrazione, pro importazione di prodotti esteri senza difesa del made in Italy. 
– MUSUMECI regge la corsa da vincitore, ma Piepoli non ha tenuto conto della discesa in campo di Sgarbi che gli eroderà almeno l’8% facendo la propria campagna elettorale…
Manca però un dato… la discesa in campo della Destra Sociale!!!
Quella che sta in mezzo alla gente…
Quella che è contro Ius soli, contro le adozioni delle coppie di fatto, quella che è contro il gender…
Quella che è a difesa della nostra religione cristiana, quella che difende il diritto al lavoro e la famiglia… 
Quella che aiuta i pensionati e gli indigenti perché i servizi sociali sono inesistenti e li aiuta anche materialmente con raccolta di cibi ed indumenti. 
Quella che sta con le forze dell’ordine e non con i delinquenti… 
Quella che rivuole i valori e non è serva del consumismo… 
Questa, rappresentata dal 50% del popolo che non vota, che ha schifato la politica poiché non rappresenta la gente comune e non da ascolto ai bisogni sociali!!! 
LA SICILIA ha una grande occasione in queste elezioni Regionali: dare prova di maturità e finalmente votare per essere rappresentati…
Nessuno di quelli elencati sopra citati nel sondaggio può soddisfare e colmare questo divario che c’è tra chi “comanda” e chi “subisce” le sconsiderate scelte politiche sul LAVORO  –  FAMIGLIA – DIRITTI – DOVERI – SANITA’ – SCUOLA – INFRASTRUTTURE  – IDENTITA’ CULTURALE – PATRIMONIO ARTISTICO – EQUA TASSAZIONE.   
Piepoli a breve dovrà rifare quel suo sondaggio… e se come penso, questa offerta politica si concretizzerà, vedremo alzare la percentuale dei votanti, ad oggi orfani, perché non rappresentati da nessuno dei soggetti in gara…. assistendo così ad un crollo delle percentuali ad oggi attribuite. 
I siciliani non sono stupidi sapranno scegliere e stavolta -per interessi personali- capiranno che devono difendere se stessi e il loro voto sarà determinante per riavviare un cammino normale della nostra vita… 
Romj Crocitti Bellante
Cittadina consapevole 
P.s.: per quella Sua determinazione e per la forza interiore con la quale interpreta ciò che dovrebbe essere la “vera” politica siciliana, mi sono permesso in questo mio blog di promuoverla a leader… pubblicando con affetto, la foto di cui sopra…

Multiproprietà…??? No grazie!!!

Questa estate, sono stato in un villaggio turistico…

Mi capita spesso, durante queste permanenze, di partecipare alle classiche lotterie, che mettono in palio le stesse strutture, per vincere dei premi e a volte, anche dei soggiorni gratuiti… un weekend, una settimana, ecc…
Quest’anno a me è capitato di vincere una multiproprietà, per una settimana… per tutta la vita… si avete capito bene… ovviamente in un periodo nel quale il villaggio è poco utilizzato ( maggio o settembre ), ma comunque mi bastava confermare il rogito notarile, per diventarne proprietario…
Ovviamente ho rifiutato, sia perché la proposta ricevuta non m’interessava, ma soprattutto perché dietro queste proposte “fantastiche”, penso sempre che si nasconda una fregatura…

Voglio pensare positivo… e quindi credere per un momento, nel mio caso specifico, che la proposta fosse, diciamo regolare… ed allora, mi sono chiesto, quale vantaggio si ha nel propormela??? 

Innanzitutto, si offre un periodo che è del tutto inutilizzato, con l’acquisto (tramite rogito notarile circa €. 1.200) dell’immobile, s’inizia a contribuire ai pagamenti delle spese ordinarie condominiali, circa €. 500-1000 (a seconda dei complessi nei quali si è acquistato) e successivamente, anche a quelle straordinarie… 
Ci si lega con l’acquisto (per tutta la vita) ad una proprietà che poi non sarà per nulla facile vendere o ancor peggio affittare… visto il periodo scelto…
Allora, qualcuno potrebbe pensare, di scambiare la propria unità, con quella di un’altra abitazione… si perché il più delle volte, queste strutture, appartengono a quel sistema d’interscambi vacanze con cui è possibile ( questo è quanto ci promettono ) girare il mondo…

Bellissimo come principio… io offro il periodo concessomi della mia abitazione, tu in cambio mi dai quello relativo al tuo periodo… Parigi, New York, Malè, Sidney, Rio de Janeiro…. e via discorrendo… basta solo essere associati…

Se poi si aggiunge, che in questo periodo, la crisi economica, conduce a dover risparmiare nei costi per le vacanze, ecco che queste proposte, diventano abbaglianti…, a confronto dei costi che, una famiglia di 4 persone, per un soggiorno di 15 giorni, in formula all inclusive, deve sopportare, in particolare se trattasi di una località distante e con tante stelline…
Vedrete, ci si avvicina quasi al costo di una settimana in multiproprietà… o a qualche offerta “usata” presente sul mercato…
Ma ormai quella della multiproprietà è uno “specchietto per allodole”  
Già, se da un lato la multiproprietà offre “sulla carta” ai suoi associati, i residenze di tutto il mondo… quando si tratterà di soddisfare la richiesta di scambio… ecco che allora iniziano i problemi,… e le scuse… ( in quelle, gli operatori a disposizione, sono strategici…)

A volte dicono che i periodi richiesti non sono liberi, altre volte adducono a giustificazione che il vs. periodo non è richiesto (se pur trattasi di un periodo “interessante” per quella stagione), altre volte, sono essi stessi che, sapendo del vostro mancato utilizzo, si offrono di trovare una soluzione alternativa, quale l’astuto interesse ad affittare per conto vostro l’abitazione, in cambio voi riceverete il compenso…
Vedrete che, promettendovi d’interessarsi… (a vostra insaputa), provvederanno sì ad affittarlo, ma intascheranno per loro (attraverso i propri impiegati), quelle somme destinate a voi…, senza che di tutto ciò, voi saprete nulla… (dopotutto siete così distanti… il più delle volte, queste multiproprietà si trova in un’altra nazione…).

Poi, vi è anche lo stratagemma, da parte di queste società, di cedere le migliori settimane nei periodi richiesti ai tour operator, con contratti cosiddetti “vuoto per pieno”, dove questi gruppi, organizzano dai loro paesi dei tour, riempendo la maggior parte di questi alloggi… il resto… è appunto ciò che si tenta di vendere…
Inoltre, è evidente che l’interesse di queste società di compravendita immobiliare, non sarà mai quello di proporre la vostra abitazione, ad un cliente interessato all’acquisto, ma di proporre sempre le loro, quelle ancora disponibili…
Alla fine, voi siete caduti nell’inganno… avete acquistato e continuerete a pagare, non solo quanto rappresentato come dicevo sopra, dal pagamento condominiale, ma anche da possibili tasse e da quel rinnovo della tessera club… (centinaia di euro), che comunque ogni anno, sia che ci andiate o che rinunciate…, dovrete sempre pagare!!!  
In alcuni casi, ho letto che durante l’acquisto, ci viene proposto (per poterci maggiormente convincere…) un contratto di prova, che dopo circa due/tre anni potrà essere ceduto…
Ecco, vedrete che, alla scadenza, quando dichiarerete di non voler più continuare con la proposta, loro vi diranno, che purtroppo, dovrete ancora rispettare quel contratto, in quanto prevedeva che, per essere svicolati bisognava prima ricollocarlo…, vedrete, il tempo passerà… ma nessuno acquisterà mai la vostra proprietà e voi, continuerete a pagare!!!

Per fortuna che, contro questa truffe milionarie, negli Stati Uniti, sono iniziate (contro queste grosse multinazionali) le prime azioni legali… a differenza nostra invece, dove continuano indisturbate…

Qualcuno aggiunge che il problema è legato alla società con cui ci si è voluti legare…, ma sul web, quelli che si lamentano, sono molto di più, di quanti ne esaltano le loro qualità…
Io, ho degli amici, che hanno appena acquistato delle multiproprietà (con tre società diverse… tra cui una di queste è svizzera… di solito queste dovrebbero essere le più serie… ) vedremo cosa mi diranno e mi riprometto, nel caso in cui, uno dei tre, dovesse esaltarne le qualità dei servizi, di consigliare voi, un’eventuale acquisto… per adesso credo che sia meglio… stare in guardia!!!

Nulla di nuovo sul fronte Italiano…

Sono rimasto volontariamente in silenzio in questo periodo, poiché desideravo staccare come si dice ” la spina ” e vedere se trascorso quasi un mese, avrei assistito a qualcosa di diverso e di nuovo!!!

Nulla, già nulla di nuovo sul fronte Italiano…
Infatti, mentre nel mondo a noi vicino, c’è un tumultuoso fermento di popoli che si ritrovano uniti  sotto le grida di libertà, uguaglianza, legalità…
Qui da noi invece, tutto prosegue in maniera narcotica… è come se l’aria fosse stata invasa da qualche sostanza che contenga chissà qualche sedativo…
E’ la condizione che preferiscono, già quella soporifera!!!

Ci raccontano le solite storielle, che l’Italia sta reagendo, che non bisogna essere pessimisti, che la produzione sta riprendendo e la disoccupazione sta scendendo, che l’Europa ci ha elemosinato quei finanziamenti necessari per farci sopravvivere e poi accendendo la Tv cosa vedo…, ancora Brunetta che con quelle dichiarazioni si eleva a ” Salvatore della Patria “, la Santanchè che si erge a nuova paladina del Cavaliere, il Prof. Monti che manifesta i sintomi della vecchiaia e comincia a dare i primi segni di nervosismo ed il suo fido partner Casini, che tenta  di ricucire i rapporti e gli accordi, come se avesse chissà quale ampio potere da barattare, detenendo oggi un  ridicolo 3,5% a livello nazionale, posseduto grazie a quei voti ricevuti da color che hanno traghettato… dimenticando di aver beneficiato e convissuto, in quei partiti che si spacciavano proprio essere i due maggiori autonomisti siciliani.

La sinistra copiando quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio,  Letta, con il suo “Governo del fare…”, ecco che si presenta con il nuovo programma ” Fare il Pd “!!!

Ora se uno pensa di rifare il Pd, non dovrebbe però rivedere ed ascoltare ancora gente come la Bindi, Finocchiaro, Bersani, Franceschini e D’Alema e per ultimo aggiungerei anche Epifani…, ovviamente tutti contro tutti ma soprattutto contro Renzi!!!
Ovviamente le elezioni sono già in preparazione e le vicende giudiziarie del Cav. stanno condizionando fortemente la prossima campagna elettorale, tutti cercano di trovare una collocazione ed anche Renzi prima di decidere quale scelta condividere si muove leggero sulle punte… ed infine Beppe Grillo che con il suo movimento 5Stelle, sta cercando di capire quale strategia adottare per non ricadere negli errori finora commessi…

Tutti quindi in attesa ed anche i cittadini sono in attesa…

Si, perché sono in molti già ad essersi messi in fila come sempre, dietro le solite porte di quelle cosiddette segreterie politiche, per poter ossequiare, onorare e chissà anche venerare, quel loro da sempre “amico” politico, che da una vita si è adoperato con passione a risolvere i loro problemi, dove ha cercato di fare sempre i loro interessi personali e quando non vi è riuscito purtroppo non è non è dipeso dalle proprie volontà… ma da quelle altrui.
Ma poi, bisogna premiare l’impegno perché ciò che fa… è fatto sempre senza interesse!!!

Infatti, cosa sarà mai se chiederà Voi di barattare quel semplice voto, quando alla fine con quell’appoggio ci si consacra alla causa e soprattutto ci s’impegna per una una futura e concreta amicizia???

Sì, in questo mese non mi sono perso niente!!!

7,3152 il numero magico…

In Sicilia, la stramaggioranza degli appalti sotto la soglia comunitaria di 5.150.000 sono assegnati per sorteggio! Il meccanismo è un po’ complicato ma è ben spiegato in un articolo apparso di recente sul quotidiano economico on line “La voce” di cui allego la descrizione:
In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio, poichè le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola con il seguente numero 7,3152, ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.- 7,3151% è infatti la percentuale di ribasso, precisa al quarto decimale, praticata nell’offerta dalle oltre 200 ditte partecipanti in media ad ogni gara e, come se non bastasse, il sorteggio cui si giunge a seguito dell’identico ribasso è, citando le parole de “La voce”: “con l’eccezione degli uffici regionali per l’espletamento gare d’appalto, i cosiddetti Urega, spesso effettuato senza che gli imprenditori interessati siano informati ufficialmente sulle sue modalità: tempo, luogo, procedure”.

Questa modalità, prevista dalla legge è contraddittoria con l’efficienza economica (concorrenza, competitività) propria dell’appalto.
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La necessità di ricorrere al sorteggio dell’impresa aggiudicataria deriva da una vistosa anomalia: la presenza nelle gare d’appalto di “offerte identiche”. Non basta.
Lo stesso sorteggio – con l’eccezione degli uffici regionali per l’espletamento gare d’appalto, i cosiddetti Urega – viene spesso effettuato senza che gli imprenditori interessati siano informati ufficialmente sulle sue modalità: tempo, luogo, procedure. Per ultimo, la media dei ribassi nelle gare siciliane è del 7 per cento, mentre è pari al 15-18 per cento in altre regioni.
Come si producono queste anomalie e quali responsabilità emergono? Partiamo dall’ultima domanda.
Se a una gara d’appalto si presentano, come oggi accade, dalle duecento alle trecento imprese, tutte con un’offerta al ribasso uguale, perfino nelle quattro cifre dopo la virgola, viene subito da pensare a un accordo collusivo tra gli stessi imprenditori. Motivo per cui sono pendenti numerose inchieste presso le procure della Repubblica siciliane con l’ipotesi di tentativo di turbativa d’asta. (2) Gli imprenditori, invece, respingono l’accusa. Intanto, dicono, sarebbe arduo mettere d’accordo svariate imprese, non tutte siciliane. E, poi, visto che il presunto cartello obbliga al sorteggio, sarebbe davvero strano che un imprenditore rischiasse un’accusa di turbativa d’asta senza neppure un’aspettativa consistente di potersela aggiudicare.

Eppure, gli imprenditori presentano, insistiamo, la stessa offerta. Questo, spiegano gli esperti, nasce dal meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria in applicazione delle legge siciliana sugli appalti, da ultimo modificata dalla legge regionale n. 20/07. Meccanismo che vorrebbe prevenire gli effetti negativi attribuiti, talvolta con eccessiva disinvoltura, al massimo ribasso. Il metodo è complicato da spiegare, ma non impossibile da comprendere, anche per un profano. I ribassi dei vari partecipanti vengono elencati per ordine decrescente, dal minore al maggiore. E secondo quanto stabilito dalla legge regionale 20 agosto 2007 si procede a un iniziale “taglio delle ali” pari al 50 per cento di tutte le offerte annesse. Per individuare la quantità di offerte di maggiore e minore ribasso da “tagliare” si procede a sorteggiare un numero compreso tra 11 e 40. Tale numero indica la percentuale di offerte di minor ribasso da tagliare. Il numero estratto è poi sottratto a 50 e il risultato indica la percentuale di offerte di maggior ribasso da escludere con il taglio delle ali. Successivamente, si mediano tutte le offerte rimaste in gioco e si calcola lo scarto medio aritmetico. Questo va sommato alla media delle offerte se il numero precedentemente estratto è compreso tra 11 e 24, va sottratto se compreso tra 26 e 40, non entra in gioco se il numero estratto è pari a 25. La gara, a questo punto, viene aggiudicata all’offerta pari al risultato delle suddette operazioni oppure, in mancanza, a chi più vi si avvicina per difetto. A quanto sembra questo metodo sofisticato, modificato nella sua ultima formulazione rispetto a precedenti esperienze, ha causato un effetto forcella.
 Nella sostanza, dopo qualche applicazione, si è riscontrato che le offerte, calcolate sui ribassi premiati nelle gare precedenti, finivano col determinare un effetto di restringimento e il ribasso di aggiudicazione pian piano convergeva verso un unico valore, oggi appunto pari a -7,3152 per cento. È inutile, a questo punto, offrire qualcosa in più o in meno rispetto a questo secondo numero magico perché si resterebbe vittima del “taglio delle ali”. E conviene, comunque, partecipare alla gara perché sono minimi i costi di calcolo e, comunque, si può sempre sperare nell’effetto lotteria che faccia vincere una gara d’appalto così da mantenere in ogni caso il fatturato che consente all’impresa edile di conservare il “patentino” per continuare a partecipare alle gare d’appalto pubbliche, la cosiddettaattestazione Soa. Ecco dimostrata, dunque, la ragione plausibile delle numerose partecipazioni con offerte tutte uguali. (3)
VERIFICA SULLE MODALITÀ DEL SORTEGGIO
C’è una stranezza, infine, da sottolineare, e riguarda il “modus operandi” frequente nei sorteggi: la mancata pubblicità. La lotta contro le infiltrazioni mafiose negli appalti imporrebbe sul punto un’immediata verifica e il ricorso a rigorose determinazioni nel caso in cui la verifica attestasse quanto oggi denunziano gli imprenditori. Una denunzia, occorre dire, in punta di lingua, forse sin troppo silenziosa e rispettosa.
Attenzione. Parliamo di appalti, il settore nel quale è massimo il rischio di un’integrazione tra economia legale ed economia mafiosa. A che servono, viene da interrogarsi, i tanti protocolli di legalità che tutelano le gare d’appalto, se poi gli appalti stessi vengono assegnati con le anomalie descritte?
Questo non vuol dire che una scuola, dal presunto valore di 100, costerà in Sicilia 93 e in Lombardia, mettiamo, 85. Occorrerebbe, invece, considerare anche la mancata “cantierabilità” dei progetti esecutivi continuamente denunciata dagli imprenditori. Ancor di più, bisognerebbe confrontare i prezziari regionali attraverso i quali si stima la cosiddetta base d’asta. Invero, in Sicilia è sovente la cattiva prassi di mandare in gara progetti redatti molti anni prima e facenti riferimento a prezzari vetusti che non permettono alle imprese di formulare un’offerta seria e congrua. Fenomeni di “cattiva amministrazione” che, grazie ai ricorsi al Tar da parte di alcune associazioni di categoria si spera vadano a scemare.
Articolo 353 codice penale.
Trova conferma così una tesi sconcertante emersa in una delle pochissime ricerche sul tema (Ance Catania, “Andamento dei ribassi di aggiudicazione in Sicilia”, studio condotto a luglio 2009). In Sicilia, almeno analizzando la rilevazione dei ribassi di aggiudicazione e correlandoli ai contenuti delle varie leggi sugli appalti succedutesi dal 1993 ad oggi, la percentuale di ribasso (offerta) che propone l’impresa dipende dalla norma vigente e non dalle caratteristiche del progetto. Ancor di più l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici sia nella relazione al disegno di legge (poi divenuto Lr 20/07), che successivamente in risposta delle numerosissime segnalazioni inoltrate dagli enti appaltanti sul fenomeno dei ribassi uguali, ha evidenziato che “le offerte non scaturiscono da un’analisi dei costi e dell’utile d’impresa, ma semplicemente da una stima del valore medio di aggiudicazione basata sui risultati di precedenti gare che si è attestato intorno al 7/8 per cento”.
Pensate che in questo stesso Paese esiste una norma che, a prescindere dall’importo del lavoro, fornitura o del servizio, impone al committente pubblico di farsi rilasciare dall’INPS o dall’INAIL il cosiddetto DURC (Dichiarazione Unica di Regolarità Contributiva). Si tratta in pratica di compilare una richiesta informatica, sulla base di dati forniti dall’azienda, cui fa seguito una risposta che dice se il contraendo è in regola con il pagamento dei contributi.

In sé la cosa non è affatto sbagliata, se la consultazione e la risposta avvenissero on line in tempo reale. Purtroppo la risposta arriva per lettera raccomandata entro 30 giorni dalla richiesta. Immaginate i costi in termini di tempo e danaro per affidamenti di forniture di poche centinaia di euro, in linea strettamente teorica anche poche decine!

E’ assurdo che in Sicilia vengono affidano gare per oltre 5 milioni di euro ( i vecchi 10 miliardi di lire ) solo e soltanto con un sorteggio… Basta vincerne 3 l’anno per essere tra le migliori imprese, ma soprattutto senza averne i requisiti e forse neanche le capacità.

7,3152 il numero magico…

In Sicilia, la stramaggioranza degli appalti sotto la soglia comunitaria di 5.150.000 sono assegnati per sorteggio! Il meccanismo è un po’ complicato ma è ben spiegato in un articolo apparso di recente sul quotidiano economico on line “La voce” di cui allego la descrizione:
In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio, poichè le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola con il seguente numero 7,3152, ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.- 7,3151% è infatti la percentuale di ribasso, precisa al quarto decimale, praticata nell’offerta dalle oltre 200 ditte partecipanti in media ad ogni gara e, come se non bastasse, il sorteggio cui si giunge a seguito dell’identico ribasso è, citando le parole de “La voce”: “con l’eccezione degli uffici regionali per l’espletamento gare d’appalto, i cosiddetti Urega, spesso effettuato senza che gli imprenditori interessati siano informati ufficialmente sulle sue modalità: tempo, luogo, procedure”.

Questa modalità, prevista dalla legge è contraddittoria con l’efficienza economica (concorrenza, competitività) propria dell’appalto.
OFFERTE IDENTICHE E TAGLIO DELLE ALI

   

La necessità di ricorrere al sorteggio dell’impresa aggiudicataria deriva da una vistosa anomalia: la presenza nelle gare d’appalto di “offerte identiche”. Non basta.
Lo stesso sorteggio – con l’eccezione degli uffici regionali per l’espletamento gare d’appalto, i cosiddetti Urega – viene spesso effettuato senza che gli imprenditori interessati siano informati ufficialmente sulle sue modalità: tempo, luogo, procedure. Per ultimo, la media dei ribassi nelle gare siciliane è del 7 per cento, mentre è pari al 15-18 per cento in altre regioni.
Come si producono queste anomalie e quali responsabilità emergono? Partiamo dall’ultima domanda.
Se a una gara d’appalto si presentano, come oggi accade, dalle duecento alle trecento imprese, tutte con un’offerta al ribasso uguale, perfino nelle quattro cifre dopo la virgola, viene subito da pensare a un accordo collusivo tra gli stessi imprenditori. Motivo per cui sono pendenti numerose inchieste presso le procure della Repubblica siciliane con l’ipotesi di tentativo di turbativa d’asta. (2) Gli imprenditori, invece, respingono l’accusa. Intanto, dicono, sarebbe arduo mettere d’accordo svariate imprese, non tutte siciliane. E, poi, visto che il presunto cartello obbliga al sorteggio, sarebbe davvero strano che un imprenditore rischiasse un’accusa di turbativa d’asta senza neppure un’aspettativa consistente di potersela aggiudicare.

Eppure, gli imprenditori presentano, insistiamo, la stessa offerta. Questo, spiegano gli esperti, nasce dal meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria in applicazione delle legge siciliana sugli appalti, da ultimo modificata dalla legge regionale n. 20/07. Meccanismo che vorrebbe prevenire gli effetti negativi attribuiti, talvolta con eccessiva disinvoltura, al massimo ribasso. Il metodo è complicato da spiegare, ma non impossibile da comprendere, anche per un profano. I ribassi dei vari partecipanti vengono elencati per ordine decrescente, dal minore al maggiore. E secondo quanto stabilito dalla legge regionale 20 agosto 2007 si procede a un iniziale “taglio delle ali” pari al 50 per cento di tutte le offerte annesse. Per individuare la quantità di offerte di maggiore e minore ribasso da “tagliare” si procede a sorteggiare un numero compreso tra 11 e 40. Tale numero indica la percentuale di offerte di minor ribasso da tagliare. Il numero estratto è poi sottratto a 50 e il risultato indica la percentuale di offerte di maggior ribasso da escludere con il taglio delle ali. Successivamente, si mediano tutte le offerte rimaste in gioco e si calcola lo scarto medio aritmetico. Questo va sommato alla media delle offerte se il numero precedentemente estratto è compreso tra 11 e 24, va sottratto se compreso tra 26 e 40, non entra in gioco se il numero estratto è pari a 25. La gara, a questo punto, viene aggiudicata all’offerta pari al risultato delle suddette operazioni oppure, in mancanza, a chi più vi si avvicina per difetto. A quanto sembra questo metodo sofisticato, modificato nella sua ultima formulazione rispetto a precedenti esperienze, ha causato un effetto forcella.
 Nella sostanza, dopo qualche applicazione, si è riscontrato che le offerte, calcolate sui ribassi premiati nelle gare precedenti, finivano col determinare un effetto di restringimento e il ribasso di aggiudicazione pian piano convergeva verso un unico valore, oggi appunto pari a -7,3152 per cento. È inutile, a questo punto, offrire qualcosa in più o in meno rispetto a questo secondo numero magico perché si resterebbe vittima del “taglio delle ali”. E conviene, comunque, partecipare alla gara perché sono minimi i costi di calcolo e, comunque, si può sempre sperare nell’effetto lotteria che faccia vincere una gara d’appalto così da mantenere in ogni caso il fatturato che consente all’impresa edile di conservare il “patentino” per continuare a partecipare alle gare d’appalto pubbliche, la cosiddettaattestazione Soa. Ecco dimostrata, dunque, la ragione plausibile delle numerose partecipazioni con offerte tutte uguali. (3)
VERIFICA SULLE MODALITÀ DEL SORTEGGIO
C’è una stranezza, infine, da sottolineare, e riguarda il “modus operandi” frequente nei sorteggi: la mancata pubblicità. La lotta contro le infiltrazioni mafiose negli appalti imporrebbe sul punto un’immediata verifica e il ricorso a rigorose determinazioni nel caso in cui la verifica attestasse quanto oggi denunziano gli imprenditori. Una denunzia, occorre dire, in punta di lingua, forse sin troppo silenziosa e rispettosa.
Attenzione. Parliamo di appalti, il settore nel quale è massimo il rischio di un’integrazione tra economia legale ed economia mafiosa. A che servono, viene da interrogarsi, i tanti protocolli di legalità che tutelano le gare d’appalto, se poi gli appalti stessi vengono assegnati con le anomalie descritte?
Questo non vuol dire che una scuola, dal presunto valore di 100, costerà in Sicilia 93 e in Lombardia, mettiamo, 85. Occorrerebbe, invece, considerare anche la mancata “cantierabilità” dei progetti esecutivi continuamente denunciata dagli imprenditori. Ancor di più, bisognerebbe confrontare i prezziari regionali attraverso i quali si stima la cosiddetta base d’asta. Invero, in Sicilia è sovente la cattiva prassi di mandare in gara progetti redatti molti anni prima e facenti riferimento a prezzari vetusti che non permettono alle imprese di formulare un’offerta seria e congrua. Fenomeni di “cattiva amministrazione” che, grazie ai ricorsi al Tar da parte di alcune associazioni di categoria si spera vadano a scemare.
Articolo 353 codice penale.
Trova conferma così una tesi sconcertante emersa in una delle pochissime ricerche sul tema (Ance Catania, “Andamento dei ribassi di aggiudicazione in Sicilia”, studio condotto a luglio 2009). In Sicilia, almeno analizzando la rilevazione dei ribassi di aggiudicazione e correlandoli ai contenuti delle varie leggi sugli appalti succedutesi dal 1993 ad oggi, la percentuale di ribasso (offerta) che propone l’impresa dipende dalla norma vigente e non dalle caratteristiche del progetto. Ancor di più l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici sia nella relazione al disegno di legge (poi divenuto Lr 20/07), che successivamente in risposta delle numerosissime segnalazioni inoltrate dagli enti appaltanti sul fenomeno dei ribassi uguali, ha evidenziato che “le offerte non scaturiscono da un’analisi dei costi e dell’utile d’impresa, ma semplicemente da una stima del valore medio di aggiudicazione basata sui risultati di precedenti gare che si è attestato intorno al 7/8 per cento”.
Pensate che in questo stesso Paese esiste una norma che, a prescindere dall’importo del lavoro, fornitura o del servizio, impone al committente pubblico di farsi rilasciare dall’INPS o dall’INAIL il cosiddetto DURC (Dichiarazione Unica di Regolarità Contributiva). Si tratta in pratica di compilare una richiesta informatica, sulla base di dati forniti dall’azienda, cui fa seguito una risposta che dice se il contraendo è in regola con il pagamento dei contributi.

In sé la cosa non è affatto sbagliata, se la consultazione e la risposta avvenissero on line in tempo reale. Purtroppo la risposta arriva per lettera raccomandata entro 30 giorni dalla richiesta. Immaginate i costi in termini di tempo e danaro per affidamenti di forniture di poche centinaia di euro, in linea strettamente teorica anche poche decine!

E’ assurdo che in Sicilia vengono affidano gare per oltre 5 milioni di euro ( i vecchi 10 miliardi di lire ) solo e soltanto con un sorteggio… Basta vincerne 3 l’anno per essere tra le migliori imprese, ma soprattutto senza averne i requisiti e forse neanche le capacità.