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Israele prepara un'azione contro l'Iran!!!

Un’importante fonte della difesa israeliana ha dichiarato che esiste una concreta possibilità di un’azione militare contro il programma nucleare iraniano.

Le attuali condizioni, ha detto, rappresentano di fatto un’opportunità per colpire e disattivare gli impianti nucleari dell’Iran. 

Il Jerusalem Post ha aggiunto che a differenza del 2009, oggi c’è consenso tra le istituzioni israeliane sulla necessità di un’azione contro l’Iran.

Il ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz l’11 novembre ha affermato che le condizioni per un attacco non sono mai state così favorevoli, un’opportunità per eliminare la minaccia nucleare iraniana e ottenere risultati non solo tramite la sicurezza ma anche la diplomazia.

Il 26 ottobre, Israele ha ordinato attacchi mirati a siti di produzione missilistica e di difesa aerea in Iran, e nel frattempo, Israele sta anche cercando sostegno globale per reintrodurre le sanzioni tramite il “meccanismo di snapback” dell’accordo nucleare del 2015, con l’obiettivo di limitare il programma nucleare iraniano.

Alcuni critici però avvertono che, pur se danneggiato, l’Iran potrebbe ricostruire le sue strutture, aumentando il rischio di un’ulteriore escalation…

Come previsto: Israele attacca l'Iran!!!

È finito il tempo in cui l’Iran ha fatto da regista senza scendere direttamente in quel “set” in cui sono ambientate le attuali azioni di guerra e restando così ad osservare gli altri, affinché svolgessero per essa le parte degli attori protagonisti…

E mentre loro sono rimasti in stallo ecco che Israele – come apertamente dichiarato – ha iniziato quella recrudescenza colpendo in Iran le strutture di produzione missilistica, circostanza quest’ultima che tutti attendevano, sia la comunità internazionale che la Repubblica islamica…

Quindi l’attacco non è da ritenersi una sorpresa, si tratta ora di vedere se l’Iran risponderà o meno a questo affronto e soprattutto quali suoi alleati scenderanno a difendere le sue ragioni, mi riferisco in particolare alla Cina (suo primo importatore di petrolio…) e la Russia (che potrebbe avere un interesse a distogliere l’attenzione dal conflitto in corso con l’Ucraina, dirigendo le attenzioni mondiali sul conflitto in medio oriente).

E quindi ci si chiede: cosa farà l’Iran? Risponderà all’attacco di Israele? Proverà ad alimentare un escalation del conflitto mettendo così a rischio i suoi impianti di produzione nucleare e riportare indietro di trent’anni i suoi programmi bellici? 

L’Iran è stato informato da Israele che se risponderà all’attacco ricevuto verrà colpito da un’ondata d’attacchi sul suo territorio e se la circostanza riportata in queste ore da molti media e cioè che l’attacco compiuto dalle forze israeliane è stato condotto senza alcuna intercettazione da terra, portando alla distruzione di basi militari, sistemi di difesa aerea e missilistica (forse solo due militari israeliani sono rimasti uccisi nell’azione aerea), beh… ritengo sia opportuno rivedere talune ambizioni velleitarie che potrebbero di fatto dimostrarsi inferiori alle reali capacità fin quì evidenziate.  

Ovviamente dal mondo intero si chiede di fermare l’escalation, in particolare gli USA per nome del suo portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Sean Savett, ha esortato l’Iran a smettere d’attaccare Israele per interrompere il ciclo di violenza: “Esortiamo l’Iran a cessare i suoi attacchi contro Israele in modo che questo ciclo di combattimenti possa concludersi senza ulteriore escalation”.

Ritengo che vi sia un solo modo per terminare questo conflitto ed è quello di creare un nuovo Stato indipendente Palestinese ed un territorio smilitarizzato a nord d’Israele nel Libano meridionale, controllato e protetto dalle sole forze internazionali dell’UNIFIL che non permetta in quell’area ad alcun gruppo armato di accrescere e minacciiare Israele, ed in questo proprio l’Iran potrebbe rappresentare “l’ago della bilancia“, affinché tutti possano finalmente convivere in pace.

Certo… quanto sopra rappresenta una situazione più facile a dirsi che a mettersi in pratica, ma se non si comincia, non si andrà da nessuna parte.

Vedremo in questi mesi cosa accadrà e speriamo in bene…