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Come previsto: Israele attacca l'Iran!!!

È finito il tempo in cui l’Iran ha fatto da regista senza scendere direttamente in quel “set” in cui sono ambientate le attuali azioni di guerra e restando così ad osservare gli altri, affinché svolgessero per essa le parte degli attori protagonisti…

E mentre loro sono rimasti in stallo ecco che Israele – come apertamente dichiarato – ha iniziato quella recrudescenza colpendo in Iran le strutture di produzione missilistica, circostanza quest’ultima che tutti attendevano, sia la comunità internazionale che la Repubblica islamica…

Quindi l’attacco non è da ritenersi una sorpresa, si tratta ora di vedere se l’Iran risponderà o meno a questo affronto e soprattutto quali suoi alleati scenderanno a difendere le sue ragioni, mi riferisco in particolare alla Cina (suo primo importatore di petrolio…) e la Russia (che potrebbe avere un interesse a distogliere l’attenzione dal conflitto in corso con l’Ucraina, dirigendo le attenzioni mondiali sul conflitto in medio oriente).

E quindi ci si chiede: cosa farà l’Iran? Risponderà all’attacco di Israele? Proverà ad alimentare un escalation del conflitto mettendo così a rischio i suoi impianti di produzione nucleare e riportare indietro di trent’anni i suoi programmi bellici? 

L’Iran è stato informato da Israele che se risponderà all’attacco ricevuto verrà colpito da un’ondata d’attacchi sul suo territorio e se la circostanza riportata in queste ore da molti media e cioè che l’attacco compiuto dalle forze israeliane è stato condotto senza alcuna intercettazione da terra, portando alla distruzione di basi militari, sistemi di difesa aerea e missilistica (forse solo due militari israeliani sono rimasti uccisi nell’azione aerea), beh… ritengo sia opportuno rivedere talune ambizioni velleitarie che potrebbero di fatto dimostrarsi inferiori alle reali capacità fin quì evidenziate.  

Ovviamente dal mondo intero si chiede di fermare l’escalation, in particolare gli USA per nome del suo portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Sean Savett, ha esortato l’Iran a smettere d’attaccare Israele per interrompere il ciclo di violenza: “Esortiamo l’Iran a cessare i suoi attacchi contro Israele in modo che questo ciclo di combattimenti possa concludersi senza ulteriore escalation”.

Ritengo che vi sia un solo modo per terminare questo conflitto ed è quello di creare un nuovo Stato indipendente Palestinese ed un territorio smilitarizzato a nord d’Israele nel Libano meridionale, controllato e protetto dalle sole forze internazionali dell’UNIFIL che non permetta in quell’area ad alcun gruppo armato di accrescere e minacciiare Israele, ed in questo proprio l’Iran potrebbe rappresentare “l’ago della bilancia“, affinché tutti possano finalmente convivere in pace.

Certo… quanto sopra rappresenta una situazione più facile a dirsi che a mettersi in pratica, ma se non si comincia, non si andrà da nessuna parte.

Vedremo in questi mesi cosa accadrà e speriamo in bene…

Sarkozy e il Burqa!!!

Si tratta della legge approvata in Francia qualche mese fa dal presidente Nicolas Sarkozy, legge che prevede il divieto assoluto per le donne di religione islamica di indossare il velo integrale,comunemente denominato burqa (quel telo che oscura il corpo della donna ma anche il suo volto, lasciandone intravedere, talvolta, soltanto gli occhi).
La Francia diventa così il primo Stato europeo a censurare il burqa, una misura allo studio anche in Belgio… e forse in Italia.
La legge è stato approvata dalla maggioranza dei senatori (246 a favore, 1 contrario). L’adozione definitiva dovrà però essere convalidata dalla corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi nelle prossime settimane. Vivere la Repubblica a volto scoperto è una questione di dignità e di eguaglianza, ha detto il ministro della Giustizia, Michele A.Marie.
A inizio estate, critiche erano state espresse da Amnesty International, mentre il consiglio del culto musulmano (Cfcm) faceva sapere che il progetto «rischia di stigmatizzare l’Islam». Per mesi, la diplomazia di Parigi ha effettuato un pressing sui Paesi musulmani per scongiurare boicottaggi e proteste, evitando l’errore del 2004, quando la legge per il divieto del velo nelle scuole scatenò dure campagne anti-francesi. Secondo diversi esperti, è tuttavia probabile che reazioni ostili giungeranno da Paesi come l’Iran, l’Algeria o il Pakistan. Chi viola la legge incorrerà in una multa di 150 euro e/o in un corso di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo 6 mesi dalla promulgazione. Chi obbliga una donna a coprirsi integralmente rischia invece un anno di carcere e una multa da 30.000 euro. Pene raddoppiate se la donna è minore.
Quella francese è prima comunità musulmana d’Europa e circa 2.000 donne indossano il burqa…
In Italia, la questione del burqa torna ad animare il dibattito della politica italiana. Ma questa volta, invece di separare, riesce nell’impresa di riavvicinare il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esponenti del Pdl e la Lega Nord che annuncia la presentazione per venerdì prossimo di un provvedimento identico a quello francese.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, è il primo ad auspicare che la stessa norma si applichi «anche nel nostro Paese in tempi rapidi». Ma Gianfranco Fini lo sorpassa. «Quel che ha deciso il Parlamento francese credo sia non solo giusto ma opportuno e doveroso», è la benedizione della terza carica dello Stato che si dichiara favorevole «in ragione del valore costituzionale sulla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge».
Una situazione che il Carroccio raccoglie al volo, annunciando per venerdì 17 settembre un ddl esattamente identico alla legge francese. Segno che l’azione di mediazione del Carroccio nei rapporti tra il presidente della Camera e il premier inizia a ottenere risultati forse inaspettati dagli stessi protagonisti. Non a caso, da allora, gli episodi di tensione sono diminuiti fino all’inedita intesà sul burqa.
Fini indica nella nostra Costituzione, nella scuola e nelle istituzioni che devono amministrare diritti e doveri l’antidoto per evitare illusioni e fenomeni di rigetto o mancata assimilazione degli immigrati. L’ex ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini sottolinea che in Italia il burqa non è gradito, mentre Giovanna Melandri conferma che esiste già una legge sulla pubblica sicurezza, ed infine la senatrice Vittoria Franco si dichiara contraria in quanto con questo provvedimento si rischia di segregare le donne in casa, rendendole ancora più schiave e sottomesse al proprio uomo.Comunque bisogna cominciare a fare capire, soprattutto a coloro che sono ospiti in un altro Paese, che bisogna prima di chiedere qualunque diritto, rispettare le regole di quel Paese ( soprattutto quelle che non ci trovano d’accordo…), affinchè le regole civili di convivenza possano essere sempre condivise e soprattutto rispettate…

In caso contrario si può sempre ritornare al proprio paese e continuare con le usanze ed i comportamenti che si vogliono condividere!!!

Sarkozy e il Burqa!!!

Si tratta della legge approvata in Francia qualche mese fa dal presidente Nicolas Sarkozy, legge che prevede il divieto assoluto per le donne di religione islamica di indossare il velo integrale,comunemente denominato burqa (quel telo che oscura il corpo della donna ma anche il suo volto, lasciandone intravedere, talvolta, soltanto gli occhi).
La Francia diventa così il primo Stato europeo a censurare il burqa, una misura allo studio anche in Belgio… e forse in Italia.
La legge è stato approvata dalla maggioranza dei senatori (246 a favore, 1 contrario). L’adozione definitiva dovrà però essere convalidata dalla corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi nelle prossime settimane. Vivere la Repubblica a volto scoperto è una questione di dignità e di eguaglianza, ha detto il ministro della Giustizia, Michele A.Marie.
A inizio estate, critiche erano state espresse da Amnesty International, mentre il consiglio del culto musulmano (Cfcm) faceva sapere che il progetto «rischia di stigmatizzare l’Islam». Per mesi, la diplomazia di Parigi ha effettuato un pressing sui Paesi musulmani per scongiurare boicottaggi e proteste, evitando l’errore del 2004, quando la legge per il divieto del velo nelle scuole scatenò dure campagne anti-francesi. Secondo diversi esperti, è tuttavia probabile che reazioni ostili giungeranno da Paesi come l’Iran, l’Algeria o il Pakistan. Chi viola la legge incorrerà in una multa di 150 euro e/o in un corso di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo 6 mesi dalla promulgazione. Chi obbliga una donna a coprirsi integralmente rischia invece un anno di carcere e una multa da 30.000 euro. Pene raddoppiate se la donna è minore.
Quella francese è prima comunità musulmana d’Europa e circa 2.000 donne indossano il burqa…
In Italia, la questione del burqa torna ad animare il dibattito della politica italiana. Ma questa volta, invece di separare, riesce nell’impresa di riavvicinare il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esponenti del Pdl e la Lega Nord che annuncia la presentazione per venerdì prossimo di un provvedimento identico a quello francese.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, è il primo ad auspicare che la stessa norma si applichi «anche nel nostro Paese in tempi rapidi». Ma Gianfranco Fini lo sorpassa. «Quel che ha deciso il Parlamento francese credo sia non solo giusto ma opportuno e doveroso», è la benedizione della terza carica dello Stato che si dichiara favorevole «in ragione del valore costituzionale sulla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge».
Una situazione che il Carroccio raccoglie al volo, annunciando per venerdì 17 settembre un ddl esattamente identico alla legge francese. Segno che l’azione di mediazione del Carroccio nei rapporti tra il presidente della Camera e il premier inizia a ottenere risultati forse inaspettati dagli stessi protagonisti. Non a caso, da allora, gli episodi di tensione sono diminuiti fino all’inedita intesà sul burqa.
Fini indica nella nostra Costituzione, nella scuola e nelle istituzioni che devono amministrare diritti e doveri l’antidoto per evitare illusioni e fenomeni di rigetto o mancata assimilazione degli immigrati. L’ex ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini sottolinea che in Italia il burqa non è gradito, mentre Giovanna Melandri conferma che esiste già una legge sulla pubblica sicurezza, ed infine la senatrice Vittoria Franco si dichiara contraria in quanto con questo provvedimento si rischia di segregare le donne in casa, rendendole ancora più schiave e sottomesse al proprio uomo.Comunque bisogna cominciare a fare capire, soprattutto a coloro che sono ospiti in un altro Paese, che bisogna prima di chiedere qualunque diritto, rispettare le regole di quel Paese ( soprattutto quelle che non ci trovano d’accordo…), affinchè le regole civili di convivenza possano essere sempre condivise e soprattutto rispettate…

In caso contrario si può sempre ritornare al proprio paese e continuare con le usanze ed i comportamenti che si vogliono condividere!!!