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Il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello è indagato dalla procura di Potenza per associazione a delinquere!!!

Con qualche giorno di ritardo… (a volte ho l’impressione di essere precursore dei tempi) è giunta la notizia che il numero due di Confindustria (ed ex capo degli imprenditori siciliani) Ivan Lo Bello è stato indagato dai pm di Potenza di associazione a delinquere!!! 
La vicenda è quello dello stoccaggio del greggio…
L’accusa è collegata a Gianluca Gemelli (l’ormai noto compagno dell’ex ministra Federica Guidi) e al Presidente della Camera di Commercio di Siracusa (chissà perché ma non ne sono minimamente sorpreso…).

Il fidanzato dell’ex  ministro Guidi al telefono chiamava (nelle intercettazioni) il Presidente Lo Bello “Ivanuccio“… ho chiesto in agenzia per l’acquisto di quel terreno che mi dicevi tu…

Tra i denunciati vi è anche Paolo Quinto (capo della segreteria della senatrice Anna Finocchiaro) che però non risulta indagato!!!
Sembra, secondo l’accusa che i soggetti di cui sopra, si sarebbero interessati per compiere una lunga lista di abusi nei riguardi della pubblica amministrazione: abuso di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente…
In particolare vi era l’assegnazione e l’aggiudicazione della concessione demaniale di un pontile presso il porto di Augusta… e dove inoltre, si puntava a realizzare un deposito costiero di prodotti petroliferi…. 
E’ attraverso una intercettazione che esce il nome di Lo Bello: ieri ho chiamato Ivan, perché ti ricordi che mi aveva detto quel terreno vicino alle banchine per fare serbatoi, ho trovato…
Inoltre il “gruppo” mirava alla realizzazione di impianti energetici in tutto il paese, nello specifico… al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota e ad altri progetti da far confluire in un accordo di programma tra il Mise e singole regioni…

Il resto lo trovate sul web… come per esempio:

http://livesicilia.it/2016/04/17/le-indagini-su-ivan-lo-bello-ha-perorato-la-nomina-di-cozzo_739389/ 
State certi che l’inchiesta non è minimamente conclusa, anzi a giorni presenterà nuovi ulteriori retroscena…

Certo, se ripenso alla sua presidenza… caratterizzata da slogan poderosi (per una terra in cui cedere al racket dell’estorsione è la regola…) che riportavano: “Chi paga il pizzo verrà espulso”, adesso, prendendo atto da quanto emerso… ho la conferma di ciò che vado da anni ripetendo… e cioè, che non esiste alcuna “rivoluzione culturale” e di come, la maggior parte di quei noti “paladini della legalità”, si stia sempre più dimostrando inadatta al compito a cui erano stati destinati, venendo meno di fatto, a quel ruolo che sicuramente andrebbe dato a chi ha saputo dimostrare nel corso della propria vita d’essere stato fuori da schemi preordinati… che attestano essere sempre più… fenomeni corruttivi e collusivi!!!

Rovinato per aver fatto il proprio dovere!!!


Questa mattina mentre mi recavo a lavoro ho ascoltato su Radio Capital una intervista inquietante (erano le 7.40) e precisamente al tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello… da sei anni “silurato” a custode del Museo di Potenza… con la motivazione di aver disonorato la propria divisa!!!
https://www.dropbox.com/s/94j0d3lnmg319lt/Radio%20Capital.mp4?dl=0

Ecco questo accade nel nostro paese… l’abbiamo visto con il capitano di fregata Gregorio De Falco della capitaneria di Porto di Livorno (è il capitano che intimò con tono perentorio al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino di risalire a bordo della nave) oppure con il colonnello Sergio De Caprio (meglio noto con il nome di capitano Ultimo) sollevato dal comando del Noe (per le indagini nell’ambito dell’inchiesta di Napoli sulla Cpl Concordi dove emergevano i nomi di Renzi, Napolitano e D’Alema…) ed oggi per ultimo con il tenente Di Bello per aver denunciato nel 2010 alla magistratura (già… a proposito di magistratura… vedasi quanto ho scritto proprio ieri) la presenza di forti concentrazioni di metalli pesanti, tutti derivati da idrocarburi dagli stabilimenti ENI.

Riporta il Tenente: tutto inizia quando mi accorgo che la ghiaia dell’invaso del Pertusillo si tinge di un colore opaco… l’acqua da trasparente diventa marrone e affiora qualche pesciolino morto…

L’invaso serve a distribuire l’acqua in gran parte della regione Puglia ed inoltre viene utilizzata per l’irrigamento dei campi agricoli…
Decido così di procedere a miei spese con le analisi chimiche… evitando di far fare i prelievi all’Arpab (l’Azienda regionale che tutela la salute, perché non ho fiducia nel suo operato) la quale ha da sempre dichiarato che tutto è in ordine ed all’interno dei parametri previsti dalla legge…
Ma io so che non è così…
L’Eni pompa petrolio nelle proprie tasche e lascia ai lucani i suoi veleni!!!
Mi rivolgo quindi ad un centro terzo imparziale il quale analizzati i prelievi… confermano i miei sospetti e cioè che vi è traccia robusta di bario ed una enorme concentrazione di metalli pesanti, tutti derivati da idrocarburi. 
Essendo in gioco la salute dei miei concittadini decido di denunciare quanto emerso… ma scelgo di non consegnare i miei documenti in mano alla “corrotta” burocrazia perché sono certo (MA E’ COSI… IL SOTTOSCRITTO NE SA QUALCOSA…) che verrebbero insabbiati oppure casualmente persi, celati o anche rubati…
Perciò affido le analisi a Maurizio Bolognetti, segretario dei radicali lucani, affinché divulghi in modo celere quanto emerso…
Decido inoltre di denunciare i fatti alla “MAGISTRATURA” accludendo sia le analisi che avevo realizzato con quelle precedenti e ufficiali dell’Arpab molto più ottimistiche e tranquillizzanti ma comunque anch’esse costrette a rilevare delle anomalie…
Stranamente… (certo oggi visto quanto sta accadendo con l’ex Ministro dello sviluppo economico -Federica Guidi e Co.- ci si accorge come di strano c’era poco per non dire niente… ed anche il premier Renzi nel suo social riporta: NON ACCUSO I MAGISTRATI MA LI SOLLECITO A CORRERE!!!) alla magistratura si rivolge anche l’assessore regionale all’Ambiente che mi denuncia per “procurato allarme”
Inoltre lo stesso allora Presidente della Regione, attuale sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, dichiara pubblicamente che serve il pugno duro… e così sarà…
I “giudici” ( sempre loro…) fanno perquisire l’abitazione di Bolognetti alla ricerca delle analisi, che divengono “corpo di reato”
Io vengo denunciato per violazione del segreto d’ufficio, sospeso immediatamente dall’incarico e dallo stipendio (il prefetto inoltre mi revocherà per “disonore” la qualifica di agente di pubblica sicurezza) nel contempo l’invaso del Pertusillo si colora improvvisamente di rosso, con una moria di pesci incredibile…
Al termine dei due mesi di sospensione vengo “obbligato” a consumare le ferie!!!
Parte il procedimento disciplinare, mi contestano la lesione dell’immagine dell’ente pubblico e mi pongono davanti a un’alternativa: andare a fare l’addetto alla sicurezza del museo o attendere a casa la conclusione del processo!!!
E’ di per se… un decreto di umiliazione pubblica… ma non mi conoscono e difatti non sanno cosa farò…
Infatti se da un lato accetto l’imposizione di andare al museo ad osservare il nulla…  nel frattempo (nel mio tempo libero) continuo a fare quello che facevo prima e cioè: costituisco un’Associazione insieme a una geologa, una biologa e a un ingegnere ambientale e procedo nelle verifiche volontarie; Mi dirigo con il canotto sotto il costone che ospita il pozzo naturale dove l’Eni inietta le acque di scarto delle estrazioni petrolifere… sono in linea d’aria circa cento metri di dislivello… insieme ai colleghi facciamo le analisi dei sedimenti, la radiografia di quel che giunge sul letto dell’invaso ed ovviamente troviamo l’impossibile: 
Idrocarburi pari a 559 milligrammi per chilo!!!
Alluminio pari a 14500 milligrammi per chilo!!!
Manganese, piombo, nichel, cadmio a livelli impressionanti!!!

E’ ormai evidente che il pozzo dove l’Eni inietta i rifiuti non è impermeabile… anzi il contrario… a volerla dire tutta è un colabrodo!

La striscia di contaminazione giunge fino a Pisticci (novanta chilometri a est) e tracce di radioattività molto superiori al normale e molto pericolose sono rintracciate nei pozzi rurali da dove i contadini traggono l’acqua per i campi, per dissetare gli animali quando non proprio loro stessi. 
La risposta delle istituzioni è la sentenza con la quale vengo condannato a due mesi e venti giorni di reclusione, che in appello sono aumentati a tre mesi tondi. 
Decido di candidarmi alle regionali, scelgo il Movimento Cinquestelle… sono il più votato nella consultazione della base, ma Grillo mi depenna perché sono stato condannato, ho infangato la divisa, sporcato l’immagine della Basilicata… 
La Cassazione annulla la sentenza (anche se con rinvio, quindi mi attende un nuovo processo)…
Il procuratore generale mi stringe la mano davanti a tutti. 
La magistratura lucana soltanto ora si accorge del disastro ambientale e sigilla il Costa Molina!!! Nessuno che però interroga chi di dovere: chi avrebbe dovuto controllare e non ha visto o ha fatto finta di non vedere, chi sapeva e ha taciuto!!!
Questo è il nostro paese… questo è quanto ci meritiamo e ciò che fa più male è avere la conferma che (pur sapendo che la verità prima o poi verrà a galla) per tutti quei reati non ci sarà mai nessuno che pagherà seriamente!!!
O meglio… qualcuno ha pagato e profumatamente, qualcuno ha intascato e qualcun altro ha sicuramente suddiviso… 
Ecco forse è proprio in quegli anelli di questa lunga catena, che bisogna ricercare chi… non può permettersi di rinnegare il piatto del quale finora aveva goduto!!!