
Le parole di Pier Silvio Berlusconi hanno riaperto un dibattito che sembrava sopito, ma che in realtà covava sotto la cenere di Forza Italia.
Ed allora, mentre presentava i nuovi palinsesti Mediaset, ha parlato con la stessa passione che suo padre, il Cavaliere, riversava nei comizi, mescolando critiche costruttive e ambiguità strategiche…
“ Bravissimi Tajani, Gasparri, Dalla Chiesa, ma servono leader e volti nuovi”, ha detto, lasciando intendere che “Forza Italia”, senza un ricambio generazionale, rischia di restare intrappolata nel passato.
Ed ecco quindi che a queste parole mi è subito tornato in mente ciò che Oriana Fallaci scriveva nel suo libro “La rabbia e l’orgoglio”: “ Un vero leader deve saper guardare oltre se stesso”, quasi anticipando quello che oggi Pier Silvio sembra voler fare, seppur con prudenza.
Ad esempio, la sua freddezza sullo “ ius scholae” ha scatenato reazioni a catena. “ Non è una priorità”, ha dichiarato, mettendo in difficoltà Tajani e facendo esultare Salvini, che ha subito archiviato la questione come “ partita chiusa”.
Eppure, Pier Silvio non ha rinnegato del tutto il principio, anzi, ha sottolineato che “ i diritti vanno difesi sempre”, dimostrando una visione più pragmatica che ideologica. D’altronde è proprio questo che manca da sempre alla nostra politica: “ la capacità di distinguere tra urgenze e battaglie di principio”, già… come suggeriva Fallaci quando denunciava l’incapacità della classe dirigente di affrontare le sfide reali.
Ma è stato il suo accenno a un possibile ingresso in politica che ha catturato la mia attenzione. “ Ho 56 anni, mio padre ne aveva 58 quando scese in campo”, ha detto, con un sorriso che sembrava già preparare il terreno a un futuro annuncio…
Tajani, da abile diplomatico, ha subito colto l’occasione: “ Sarebbe un fatto positivo”, ma io, ascoltando quelle parole — mi dispiace dirlo — non ho avvertito minimamente quel profondo senso civico che un cittadino comune dovrebbe manifestare per il proprio Paese, già nulla di quanto la Fallaci scriveva sul coraggio di prendere posizione o su quel “ dovere civile” che spinge alcuni a uscire dall’ombra quando il momento lo richiede.
Pier Silvio, ovviamente, resta cauto: “ Oggi non ho intenzioni concrete”, ha precisato, quasi a voler temperare le aspettative, eppure, quel suo elogio alla Meloni — “ ha messo su il miglior governo d’Europa” — suona come un’apertura, un modo per posizionarsi senza bruciarsi.
Già… potremmo paragonarlo a quello stesso gioco che faceva suo padre, tra provocazioni calcolate e ritorni di fiamma studiati. Ed è lo stesso gioco che la Fallaci sezionava con chirurgica ironia, sì… mentre osservava le dinamiche malate del potere nel nostro paese, ingabbiato nella sua ipocrisia e ipnotizzato dal carosello di “ cicale e sciacalli” — definizione perfetta, spietatamente calzante.
Penso ad esempio a tutti coloro che, nella parte dello sciacallo, hanno saputo trasformare stragi e tragedie in scalini per il potere, seguiti da quella combriccola delle cicale — puzzolente sottobosco di lacchè servili, ruffiani d’accatto, vigliacchi con la bava alla bocca e voltagabbana pronti a vendersi — che ha fatto loro da complici in quell’orgia di servilismo e opportunismo!
D’altronde, come scriveva la Fallaci: “ In Italia non mancano mai le cicale, che strepitano senza costrutto, e gli sciacalli, pronti a divorare le carcasse del potere!”.
Certo, forse oggi come allora, c’è bisogno di qualcuno che sappia scuotere il sistema! Nello scrivere questo post mi è venuto da ridere, sì… perché ho pensato per un momento che il sottoscritto avesse — come il cavaliere — l’età perfetta per scendere in politica, ben sapendo che non potrei mai farlo: risulterei scomodo e, soprattutto, non ricattabile!
E questo, per chi si nutre di politica ( anzi, no, precisiamo: per chi ci sguazza da generazioni…) e di quel marciume sistemico che profuma di potere, la mia presenza sarebbe di fatto inaccettabile. Perché l’ipocrisia ha le sue gerarchie: c’è chi sopravvive nell’ombra dei compromessi, chi si ingrassa con gli intrighi, chi l’etica la usa come tovaglia per pulirsi la bocca.
E in un mondo così, persino un briciolo di pulito… sarebbe di per se una provocazione.
Ed infine consentitemi di riprendere quella riflessione sul rapporto con la gente: “ La passione per le persone normali mi travolge”, parole nelle quali vi è racchiusa 0l’essenza di una leadership che, se mai dovesse concretizzarsi, non potrà essere un semplice riflesso del passato.
Perché, come scriveva Fallaci, “ la politica è anche compromesso, è trattativa”, ma senza quella passione autentica, resta solo un gioco di potere.
E chissà… se forse non è proprio per questo che Pier Silvio stia aspettando il momento giusto per dire la sua, sì… senza alcuna fretta, ma senza neppure rinunciare alla sfida.
Originally published at http://nicola-costanzo.blogspot.com.





















































































