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We build or not we build: this is the question…

Webuild, gigante delle costruzioni nato dalla fusione tra Impregilo e Salini, gioiello dell’economia italiana…

Metropolitane, green buildings, reti ferroviarie, arterie autostradali, ma anche dighe e impianti idroelettrici, grandi infrastrutture complesse in nome della mobilità sostenibile della riduzione dell’impatto ambientale delle aree più urbanizzate del pianeta. 

Nata solo due anni Webuild rappresenta un classico esempio di “partenariato pubblico-privato” in forma aziendale. 

Già… un caso raro caso tra società a partecipazione pubblica di gruppo con maggioranza delle quote di proprietà privata per progetti in oltre 50 Paesi, con 70mila dipendenti al suo attivo ed un fatturato pari a 6,4 miliardi di euro nel 2020…

Ovviamente Webuild per le sue attività si avvale spesso delle garanzie all’export di Sace: le due società sono legate anche per un’importante questione legata al valzer delle nomine: rappresentano l’ultima ridotta di resistenza a livelli apicali di figure legate a Massimo D’Alema ai vertici delle società vicine o controllate dallo Stato, dunque un target importante per future procedure di nomine, anche se il partito dalemiano ai tempi ai vertici dello Stato è oggi stato ridotto a causa degli esponenti usciti dal canale di contatto costruito dall’ex premier con quel mondo oltre Atlantico, assumendo di fatto la guida del board di consulenti di Ernst&Young Italia (Ey).

Già… “Ey”, una società di consulenza britannica, ben inserita nel contesto finanziario ed imprenditoriale statunitense di cui proprio Donato Iacovone, capo di Ernst & Young Italia, è diventato nel 2020 diventato il presidente del gruppo infrastrutturale Webuild, mentre a novembre 2019 Rodolfo Errore, già partner di Ey, è finito in Sace con il ruolo di presidente. 

Un giro di nomine che nei prossim mesi apriranno il ritorno di Sace al Mef e coinvolgeranno sicuramente anche Webuild…

Certo, avranno la meglio la continuità operativa e l’adesione dimostrata dai contratti alla nuova normalità europeista e ancor più atlantista del Presidente del Consiglio Draghi, su cui i dalemiani puntano molto in quanto prevendono nella volontà del governo in carica, la distribuire a cascata, di posizioni e nomine a loro favorevoli…

Ovviamente tutto può accadere, anche il fatto che ciò che oggi possa sembrare eterno o immodificabile, non possa improvvisamente dimostrarsi friabile o mutevole; mi riferisco in particolare a quanto vado leggendo sul web in inchieste giudiziarie, dalle quali emergano fatti gravi che evidenziano come solitamente dietro a condizioni idilliache, si celino fragenti ambigui i quali vengono solitamente bloccati attraverso veri e propri scudi di protezione, quest’ultimi infatti sono stati abilmente costruiti – attraverso assunzioni pilotate o la gestione di una parte di quei subappalti – in modo che taluni referenti, posti all’interno di quegli enti istituzionali, chiudano un occhio sui controlli a cui dovrebbero di fatto, obbligatoriamente dedicarsi… 
Non so dirvi i motivi che mi condicono a certe sensazioni, ma quando osservo imprese così importanti entro in agitazione e in me si manifestano forti preoccupazioni!!!

Chissà… sarà forse perchè ripenso a quanto accaduto a suo tempo a quei nostri quattro “Cavalieri del lavoro“: già… come dimenticare i “F.lli Costanzo, Rendo, Graci e Finocchiaro” e le loro rispettve società, finite da un giorno all’altro a gambe levate, comportando  la fine improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro, non solo di propri dipendenti, ma anche di tutto l’indotto che operava attraverso di esse …

D’altronde a conferma di quanto riportato alcuni giorni fa in un mio post, ecco di poche ore la chiusura settimanale della Borsa che ha visto per l’appunto il titolo di Webuild in calo di ben il 4% (1,614 euro)!!!

Cosa aggiungere, speriamo in bene…  

Sempre e "solo"… Fiumefreddo!!!

Ho piacere di riportare quanto condiviso sulla pagina ufficiale di Facebook, da parte dell’Avv. Antonio Fiumefreddo, Amministratore Unico della Società “Riscossione Sicilia”.

A differenza di coloro che parlano soltanto, almeno qui c’è qualcuno, che dimostra di battersi per questa sua (e nostra…) terra, in particolare, sull’ingiustizia che si stava compiendo ai nostri danni, sia sotto il profilo medico-sanitario, che su quello economico, derivante dalla proposta di detassazione delle piattaforme petrolifere, eccovi il testo:
Sulle piattaforme petrolifere abbiamo vinto… 
Il Governo ha ritirato la detassazione. Ma è stata una battaglia in solitudine. 
Unica a rispondermi il ministro Anna Finocchiaro, che ringrazio. 
Ecco la lettera che avevo inviato a Gentiloni:
Alla cortese attenzione del
Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Dr. Paolo GENTILONIPalazzo Chigi
ROMA

Presidente Gentiloni,

mi rivolgo a Lei direttamente per protestare formalmente contro la decisione del Governo di detassare le piattaforme petrolifere, addirittura con effetto retroattivo.
La decisione del Governo da lei presieduto è recata nel provvedimento denominato “Misure urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi in favore delle zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo” approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 aprile. 
Il testo contiene appunto una norma “finalizzata alla detassazione, con effetto retroattivo, degli effetti ICI, IMU e TASI delle piattaforme di estrazione idrocarburi ubicate nel mare territoriale“.
Ebbene, gentile Presidente del Consiglio, debbo sottolinearLe che se le conseguenze finanziarie sui territori saranno nefaste ancor più devastanti saranno le conseguenze che un tale provvedimento produrrà sul piano della giustizia sociale.
Come spiegare, infatti, ai cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, dovendosi sostentare con una pensione minima sociale di 600 euro, che quella pensione non potrà essere aumentata ovvero le tasse sul suo capite ridotte mentre si aboliscono ai petrolieri?
Come spiegare ai cittadini che intraprendono la piccola impresa o ai commercianti che gestiscono come padri di famiglia le aziende che le loro tasse non potranno essere ridotte e che dovranno fare ancora sacrifici mentre invece ai petrolieri le tasse vengono eliminate con un condono tombale, peraltro aborrito da quell’Europa di cui facciamo parte?
Come spiegare ai disabili e alle fasce deboli che dovranno rinunciare a servizi essenziali di assistenza perché mancano i fondi, se poi ai petrolieri si cancellano le tasse?
Creda Presidente, che il vulnus che un tale iniquo provvedimento arrecherebbe è persino più pericoloso per l’attacco che porta allo status proprio della cittadinanza, nel senso che rischia di smarrirsi il senso e persino il concetto stesso dell’eguaglianza di fronte alla Legge se ai più poveri si chiede di versare lacrime e ai più ricchi si riempiono le tasche di regali insperati.
Si produce così una disaffezione verso le Istituzioni che deriva proprio dal non sentirle proprie, e si offre la sensazione forte che essere cittadini non corrisponda più ad essere Sovrani nello Stato se poi pochi potenti ottengono ciò che vogliono sottraendolo ai più.
Mi permetta, ancora, di farLe osservare un’altra sconcertante conseguenza di questo deplorevole provvedimento, e qui Le parlo da siciliano che  vive circondato dalle trivellazioni in mare.
Sia chiaro che non intendo cavalcare facili populismi ma pragmaticamente prendere atto di un dato impressionate, e pienamente documentato, ricordando alla Sua sensibilità che le piattaforme nel mare di Melilli e di Priolo hanno provocato il più alto tasso di leucemie in Italia, e che non meno allarmanti sono le malformazioni neonatali e le malattie oncologiche direttamente addebitabili alla presenza di insediamenti industriali per la estrazione e la lavorazione degli idrocarburi  a Gela piuttosto che a Milazzo, dove peraltro insistono aree riconosciute come da bonificare, a voler tacere delle conseguenze, anche di tipo alimentare oltre che economico, sull’habitat marino.
Ed allora, non sarebbe stato, ed anzi non sarebbe, doveroso, pretendere dai beneficiari di quegli insediamenti un risarcimento da spendere sui territori martoriati?
Chi ha sporcato il nostro mare ed inquinato la nostra terra, avvelenando i nostri figli, non può essere chiamato persino ad una contribuzione maggiore da destinare alla bonifica della terra e del mare di cui siamo stati privati?
Non possono i proventi di quelle tasse che il Governo vuole abolire investirsi anche in centri  di eccellenza della sanità che studino come prevenire nella popolazione le conseguenze tragiche per la salute o che siano luoghi in cui si possa curare il danno inferto?
Per ultimo, mi rivolgo a Lei nella mia qualità di amministratore unico di Riscossione Sicilia per denunciarle quanta ingiustizia ancora produrrà questo sciagurato provvedimento, se diverrà legge, ed infatti, inviando per la prima volta l’anno scorso gli ufficiali esattoriali presso le piattaforme, per pretendere il pagamento delle tasse dovute, i nostri ufficiali si sentirono rispondere che nessuno gliele aveva mai chieste.
Risposta greve ed arrogante certo, ma mi domando: che fine faranno costoro che hanno negli anni evaso le imposte? Resteranno impuniti, è la risposta che dovrò dare ai miei concittadini?
No Presidente, non è giusto trattare così i cittadini, quei cittadini che si sono messi in fila, nella crisi economica più grave della storia italiana, per rottamare le cartelle e che ben avrebbero gradito d’esser trattati come quei petrolieri con la cancellazione del debito, mentre invece dovranno grondare sudore per pagare le rate a saldo.
Non credo che il Paese possa peraltro permettersi di rinunciare a tanto denaro da regalare alle multinazionali del petrolio, ma di sicuro la Sicilia non può permettersi di farne a meno.
Le chiedo, pertanto, di volere ritirare il provvedimento in questione per la manifesta sua incostituzionalità e per l’offesa che arreca ai cittadini italiani.
In mancanza, Le preannuncio che intraprenderò, nella mia qualità, tutte le battaglie legalmente, giuridicamente e costituzionalmente percorribili per bloccare un provvedimento assurdo e violento.
Palermo, aprile 2017
Cordialmente
Avv. Antonio Fiumefreddo
amministratore unico

Il "quartierino" magico…

Ho acquistato on line l’edizione catanese del mensile “S”… s’intitola: potere, petrolio, antimafia… e un fiume di milioni di euro!!!
Ritengo che oggi, questo nostro mensile, rappresenti uno dei pochi ancora “libero da compromessi” nel panorama nazionale, da tempo ormai… sottoposti a censura!!!
Un numero speciale quello dedicato all’inchiesta della Procura di Potenza… per uno degli uomini più in evidenza in quella promozione nella lotta alla mafia…
Un “paladino della legalità”…, Ivan Lo Bello che ora insieme a Gianluca Gemelli, è stato posto sotto inchiesta…
C’è una guerra in corsa… le solita spartizioni di “poltrone”, da quelle camere di commercio passando alle autorità portuali, per giungere alle intercettazioni in cui si discute di note figure catanesi (non indagati), come il Sindaco Bianco (signore di Catania) e la Senatrice Finocchiaro (Annuccia). 
La copertina del mensile definisce, Gianluca Gemelli e Ivan Lo Bello, i “Gemelli d’oro”… e svela in quelle righe dei verbali, i motivi di questa inchiesta… 
Da quanto riportato… non si può che restare sbigottiti, senza parole, con (aggiungerei) un unico avvertimento: non bisogna leggerlo tutto d’un fiato… 
Già, ritengo difatti che è in ciò che non viene riportato e si tiene segreto,  che si “giudica” la capacità del giornalismo d’inchiesta, che lascia appunto noi, la capacità di leggere tra quelle righe quanto “celato” o che per motivi giudiziari non può essere riportato… poiché apre verso nuovi e più complessi scenari!!!
Si vede chiaramente il tocco del Direttore responsabile, Antonio Condorelli, perché si sa come dietro una notizia pubblicata non c’è mai il fatto puro e semplice, ma c’è sempre una scelta, che determina cosa poter pubblicare e cosa non pubblicare!!!
Sappiamo bene difatti, quanto la scelte delle notizie determini la priorità di pubblicazione, ma mentre c’è chi valuta senza eccezione (come il mensile “S”) la veridicità della notizia, individuando ogni specifico particolare e preoccupandosi di verificarne costantemente le fonti, di contro (altri concorrenziali…), pur di far lievitare il numero dei propri visitatori (o di acquirenti), pubblicano le proprie notizie, esclusivamente per condizionare l’opinione pubblica… la quale come ben sappiamo, è sempre pronta a cedere agli organi di stampa, pur di assistere in prima fila a quella desiderata gogna pubblica, nuovi nominativi da porre (senza alcun giusto processo) direttamente al patibolo!!!
Nelle pagine dedicate allo speciale del “quartierino” si riporta quanto segue:
Il giorno prima della riconferma di Cozzo, il “gruppo” inizia a dubitare della possibile riuscita del piano. A mettere i bastoni tra le ruote, sostengono gli uomini di quel “cerchio magico” (quartierino), potrebbe essere Enzo Bianco, sindaco di Catania. Nelle conversazioni tra Gemelli e Cozzo, si sospetta che Lo Bello possa tentare di fare il “doppio gioco, offrendo un assist a Bianco”. I timori sono poi confermati dai contatti che l’ex compagno della Guidi ha avuto con l’ex sottosegretario Foti, il quale sostiene di aver mandato avanti Cafeo, capo di gabinetto del sindaco si Siracusa Garozzo, direttamente a Roma per verificare quelle supposizione, ma la sua “impressione è che a pilotare il tutto ci fossero le ‘istituzioni’ e in particolare il ‘signore di Catania’”.
“Indaco, che è l’uomo di Bianco, che bada è incandidabile e Delrio, il nuovo che avanza l’ha rimesso come Commissario, cioè che non potrebbe farlo, perché è pensionato, perché è in conflitto di interessi”, aggiunge Cozzo nella conversazione con la ‘Gazzella’, cioè Gianluca Gemelli.
Cosimo Indaco, socio della Angelo Perez & C, è stato nominato dal Mit come commissario straordinario dell’autorità di Catania, nel corso delle intercettazioni, il duo Cozzo-Gemelli discute sulla nomina che a loro dire provoca dei conflitti d’interesse, perché “nella stessa persona confluivano le figura del ‘controllore’ e del ‘controllato’”.
E cosa dire di “Confindustria”, sì… di quel “silenzio degli innocenti“; da quel presidente (Antonello Montante) indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa che non si dimette, ed ora del suo vice presidente Lo Bello, anch’egli indagato… certamente non si sta facendo una bella figura!!!  
Dopotutto stiamo parlando di un Ente che dovrebbe garantire la sopravvivenza del nostro tessuto economico ed essere esempio di trasparenza e di lotta alla corruzione…  
Lo stesso Montante il 25 febbraio di due anni fa, in un incontro con la Giunta comunale di Catania, seduto accanto al sindaco Enzo Bianco, aveva dichiarato che la burocrazia era peggio della mafia!!!
Mafia, mafia, mafia… ne parlano tutti come se la conoscessero… 
Mi sorge un dubbio: non è che forse questa loro dettagliata capacità, così particolareggiata nei fatti e nelle circostanze, sia dovuta ad una loro eventuale affiliazione!!! 
È sempre più ormai necessario un discernimento, tra chi dimostra concretamente con i fatti di volerla combattere questa mafia e chi invece con questa associazione, dimostra (sempre con i fatti) di avere dei legami diretti e collusi!!!
Come dicevo alcuni giorni fa (parlando di Catania), non ci resta che buttarci a mare!!!