Le risorse ci sono, dobbiamo superare le lungaggini burocratiche!!!
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Le risorse ci sono, dobbiamo superare le lungaggini burocratiche!!!
Inoltre il Presidente dopo esser interventuto sui principali temi che hanno attraversato l’isola durante l’estate, vedasi l’emergenza idrica, i rifiuti e gli incendi, ha tenuto a precisare che “chiusa la vicenda dei nuovi assessori, con calma affronteremo anche l’argomento della vicepresidenza della Regione, che è un ruolo più politico che operativo“…
Ho letto che Barbagallo, professore ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali all’università di Catania, prende il posto di Luca Sammartino e avrà la delega di assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea. Savarino, avvocato e deputato regionale, già presidente della Commissione parlamentare “Ambiente” dell’Ars, subentra a Elena Pagana e si occuperà di Territorio e ambiente.
Dopo quanto ho scritto in questi anni sulle problematiche evidenziate dalla “C.T.S.” non posso che essere lieto di scoprire che ci sia stato un cambiamento con la nuova nomina data all’Assessore Savarino per il “Territorio e Ambiente“.
Parliamo di un settore fondamentale per l’economia dell’isola in quanto oltre a riunire in se un vasto bacino d’imprese e di conseguenza d’occupati, esso però ahimè suscita l’interesse anche di quegli ambienti fortemente legati alla criminalità organizzata e ciò costituisce un grave problema da doversi affrontare in maniera seria e non certo per come è stato fatto finora, in maniera certamente impercettibile!!!
Diventa quindi di fondamentale importanza effettuare in maniera accurata tutti quei necessari controlli per verificare se quelle imprese possano realmente essere iscritte nella “White List”, ma non solo, esse debbono realmente possedere quei necessari requisiti di legalità, non solo sulla carta, perché sappiamo bene come basti poco per preparare la documentazione richiesta in modo accurato, affinchè si possano bypassare quei cosiddetti “controlli”, circostanze tra l’altro quest’ultime confermate successivamente, sì… dalle verifiche ispettive compiute dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri!!!.
Auspico quindi che l’Assessore Savarino inizi a dare evidenza di quei processi di trasparenza per ridurre tutte l’emergenze e le criticità di cui sicuramente sarà stata informata (eventualmente può contattarmi e sarò lieto di farle un resoconto).
Infatti, nell’osservare l’immagine allegata si può comprendere come tutto il territorio sia coperto da una qualche attività che richiede una autorizzazioni ambientale da parte della Commissione specialistica a cui competono tutte quelle attività istruttorie, pareri tecnico-consultivi e tecnico-giuridici in tema di provvedimenti ambientali, autorizzazioni comprenderete necessarie per il rispetto dell’ambiente e soprattutto della legalità.
Assesore, confidando quindi nel lavoro accurato e competente del suo staff non posso che sperare che ciò diventi (quando la documentazione presentata risulta essere completa e conforme alla normativa vigente) – ancor più celere, sì… in modo da poter fornire una risposta tempestiva a tutti quei fiduciosi imprenditori e di conseguenza debbo aggiungere a quei loro tecnici professiosti che tanto si adoperano affinchè le richieste presentate trovino da parte di quel Comitato parere favorevole, per inziare, continuare o riprendere le attività dei loro clienti.
Assessore Savarino, buon lavoro.
Novità sull'incontro richiesto alla CTS??? Ho incontrato il Presidente Alfio Grassi e mi ha anticipato che…
Il presidente Grassi mi confermava che purtroppo nessuno da parte del CTS avesse risposto (perdonatemi la riflessione personale, ma ritengo che quanto accada in questa nostra regione rappresenti qualcosa di paradossale; d’altronde vorrei comprendere quale motivazione conduca una parte – tra l’altro istituzionale – a rifiutare un incontro ufficialmente richiesto), ma soprattutto che le problematiche a suo tempo dal gruppo evidenziate – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/cts-inviata-al-presidente-g-armao-una.html fossero rimaste del tutto immutate.
Durante il colloquio mi anticipava comunque di un articolo che, da lì a poco, sarebbe stato pubblicato nella testata giornalistica “Live Sicilia“; difatti, nel primo pomeriggio, ho ritrovato sul sito web il post che per l’appunto affrontava i temi riguardo la semplificazione della nuova disciplina delle procedure di autorizzazione e gestionali delle cave, lo snellimento burocratico, ed ancore l’entità dei canoni e la chiarezza sugli oneri e sugli adempimenti di ripristino ambientale affinché non si cumulino, entrambi, in capo alle imprese.
L’articolo a nome del Presidente delle sezioni marmi di Sicindustria Trapani, Giovanni Castiglione, riportava quanto segue: “Sono queste le priorità che le aziende del settore lapideo siciliano mettono sul tavolo in vista dell’approdo in Aula del disegno di legge n. 239/A sul riordino della normativa dei materiali da cave e materiali lapidei. Sicindustria, il Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna e il Consicav, Consorzio siciliano cavatori, auspicano infatti “che si riesca ad arrivare all’approvazione di un testo che sia in linea con quello spirito innovativo indispensabile per dare una risposta adeguata alle esigenze di un comparto costretto a fare i conti con una normativa ferma da oltre 40 anni”.
Trovate l’articolo completo su: https://livesicilia.it/cave-e-marmi-la-richiesta-rispondere-alle-imprese-del-settore/
Riprendendo con il Dott. Grassi, chiedevo ad egli quali fossero le reali motivazione che, a mio avviso, avessero ancora vincolato le tre categorie di cavatori dal procedere formalmente – viste le motivazioni a suo tempo formulate nella richiesta d’incontro che mi permetto di ricordare, evidenziavano “disfunzioni della Commissione Tecnica Specialistica del “Servizio 1 VIAVAS dell’Arta Sicilia” in violazione dei principi regolamentari e normativi – attraverso gli organi competenti.
A questa precisa domanda il Presidente Grassi, scusandosi, mi dichiarava che per motivi di riservatezza non poteva anticiparmi nulla; tuttavia, dal suo sguardo, ho avuto come la sensazione che qualcosa a breve si stia per avviare…
Ma chissà, forse mi sto sbagliando???
CTS: non trovo sul web alcuna notizia relativa alla richiesta di audizione trasmessa a Novembre da parte delle associazioni di categoria!!! Scusate, ma come può essere che dopo tre mesi non si sappia nulla???
Certo, come ripeto spesso, bisogna saper passare dalla parole ai fatti e su questo punto penso che il sottoscritto abbia poco da recriminarsi, visto l’esiguo spazio ormai rimasto su dove porre gli esposti fin qui presentati in questi lunghi anni, molti dei quali debbo dire hanno avuto quella giusta attenzione ed altri viceversa ahimè sono rimasti inevasi e celati all’opinione pubblica (chissà… forse debbo pensare per ragioni di pura convenienza, visti i nomi autorevoli segnalati), ma che potranno come diceva Primo Levi esser riportati alla luce in qualunque momento: “La memoria è uno strumento molto strano, uno strumento che può restituire, come il mare, dei brandelli, dei rottami, magari a distanza di anni”.
D’altronde si sa quanto si scrive si riporta in vita la memoria, non altro quindi che la peculiare coerenza di ciascuno di noi e che rappresenta la nostra stessa ragion di vivere, quell’incontaminato sentimento messo in pratica attraverso le azioni, poiché senza di esse non siamo nulla!!!
Purtroppo la memoria ci presenta non sempre ciò che scegliamo, ma ciò che altri vorrebbero farci dimenticare e stranamente, è proprio quel pensiero a imprimersi sempre più vivamente dentro noi, tanto che diventa difficile dimenticarlo!!!
Ed allora tra questi miei pensieri mi sono ricordato di una formale richiesta di audizione inviata al Presidente del CTS, Dott. Avv. G. Armao, da parte del Presidente del “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” Dott. Alfio Grassi per nome/conto delle associazioni di categoria tra cui quella da egli rappresentata “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” e “CONSICAV” insieme a “CNA Sicilia” – vedasi link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/11/cts-inviata-al-presidente-g-armao-una.html
Come ho scritto nel mio titolo d’apertura, andando a ricercare eventuali notizie sul web di quell’incontro non ho trovato nulla, eppure, dalla comunicazione inviata dal Dott. Grassi si faceva riferimento a “disfunzioni della Commissione Tecnica Specialistica del “Servizio 1 VIAVAS dell’ARTA SICILIA” in violazione dei principi regolamentari e normativi a cui spetterebbe l’obbligo di attenersi”.
Ritenevo quindi, osservando quanto fosse stato riportato nella missiva, che la minima reazione compiuta da parte di quell’Ufficio sarebbe stato di contattare immediatamente quelle Associazioni di categoria per comprendere in maniera dettagliata a quali anomalie essi facessero riferimento e soprattutto conoscere i nomi di quei possibili funzionari che avessero determinato quelle “disfunzioni“, ma da quanto ho potuto costatare e visto l’attuale silenzio generato, ho compreso che forse nessuno sia interessato a scoprirlo!!!
Proverò quindi nei prossimi giorni a contattare nuovamente il Dott. Grassi per conoscere se vi siano stati nuovi sviluppi di cui attualmente non sono a conoscenza e mi riprometto tra l’altro in quell’occasione di consigliare il Presidente del Consorzio – nel caso in cui quelle circostanze dovessero attenersi a fatti gravi – di denunciare quanto emerso presso le autorità competenti e nel contempo di rendere pubblici e quindi visibili quelle informazioni in Suo possesso (non chiedo ovviamente – anche se la circostanza non mi dispiacerebbe – di farlo attraverso questo mio “umile” Blog) in uno dei tanti siti noti del web.
Cari lettori, a presto quindi…
CTS??? Inviata al Presidente G. Armao una formale richiesta di audizione.
di cava e pregiudicando, in taluni casi, perfino la stessa continuità aziendale.
Quanto sopra, è determinato dagli
inaccettabili ritardi del fine istruttoria nei procedimenti ambientali e non di meno, dal
discutibile metodo di valutazione adottato per alcuni progetti di cava.
procedure ambientali dei progetti di cava che sta comportando serie problematiche organizzative logistiche per l’avvio dei cantieri di opere pubbliche connesse all’attuazione del PNRR, per i
quali si stanno riscontrando delle oggettiva difficoltà, nello specifico per l’approvvigionamento delle materie prime
estrattive, cui sarà possibile sopperire soltanto attraverso un efficiente funzionamento della CTS,
nonché mediante un celere e puntuale rilascio di tutte le autorizzazioni di rinnovo e/o apertura di cave.
CTS??? Il Presidente Alfio Grassi mi ha preannunciato alcune novità…
Conclusosi il procedimento, ho approfittato per chiedere ad Egli se vi fossero delle novità con il “CTS” (Comitato Tecnico Specialistico) ed in quella circostanza, il Dott. Grassi, mi ha comunicato che era in attesa di ricevere alcune risposte e quindi, dopo esserci scambiati i reciproci contatti, mi ha avvisato che sarei stato da Egli contattato, appena fossero emersi degli sviluppi significativi.
E difatti proprio stamani ho ricevuto una Sua telefonata con la quale m’informava che si stava per procedere con la richiesta di un’audizione da parte delle associazioni di categoria tra cui quella da Egli rappresentata, per l’appunto il “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna”, in rappresentanza dei loro associati, esercenti di cava che operano nel territorio regionale.
Sono venuto a conoscenza quindi che…
CONTINUA
"CTS" – a domanda risponde: Dott. Alfio Grassi, Presidente del Consorzio Petra Lavica dell'Etna.
Dott. Grassi buonasera,
a quasi due anni dalla missiva in cui lei gentilmente rispondeva alle mie domande – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/12/dott-alfio-grassi-deliberazione-della.html – ho potuto leggere successivamente su alcune testate web, degli attacchi sferrati dal Presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, contro la CTS (Commissione Tecnica Specialistica VIA-VAS), a cui si sono aggiunte alcune associazioni di categoria, tra cui proprio il “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna”, da Lei presieduto.
Quantunque da allora, a parte i provvedimenti determinati dal Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ho avvertito la sensazione che su quella vicenda fosse calato il sipario e che quanto a suo tempo emerso, fosse volutamente finito nell’oblio.
Ecco quindi perché a distanza di anni Le scrivo nuovamente, affinché possa chiarirmi alcuni dubbi che, secondo il sottoscritto, in questi mesi sono risultati lacunosi.
Innanzitutto vorrei chiederLe, se al cambio dei funzionari del “CTS” (che ho letto dal web), siano stati attuati degli aggiornamenti e in caso affermativo, se può spiegarli in maniera dettagliata.
Ho letto inoltre un articolo pubblicato su “Livesicilia.it” che ha fatto molta risonanza: https://livesicilia.it/cts-guerra-di-cifre-ecco-le-bugie-di-angelini/
Alla luce quindi di quelle sue dichiarazioni, nelle quali si era scagliato contro l’ex presidente Angelini, vi sono state delle modifiche dal punto di vista procedurale?
Tra l’altro, nel leggere, ho avuto come la sensazione che Lei avesse colto qualcosa di ambiguo in quel operato, l’impressione ricevuta e che fossero state compiute delle procedure quantomeno anomale. Se non le reca disturbo, può confermarmi se questa personale percezione fosse corretta e in tal caso, potrebbe – senza entrare nei dettagli – rappresentare un caso? Ad esempio, ha riscontrato delle anomalie nell’ordine cronologico delle istruttorie o sono emerse delle eccezioni?
Ed ancora, cosa pensa dell’operato in termini tecnici del CTS? Ritiene che si possano migliorare – a garanzia di efficacia e soprattutto di trasparenza – le metodologie utilizzate per le istruttorie presentate?
Come consiglierebbe di operare affinché si possa accelerare l’iter di quelle pratiche e soprattutto ai fini di legalità, cosa si potrebbe attuare per rafforzare le procedure di controllo, proteggendo così facendo non solo il sistema, ma soprattutto l’operato dei funzionari del CTS da possibili accertamenti giudiziari, solo per aver compiuto il proprio dovere?
Dott. Grassi, ringraziando anticipatamente per la sempre cortese collaborazione, porgo cordiali
RISPOSTA:
Sig. Costanzo buongiorno,
rispondo innanzitutto alla sua domanda sul cambio dei funzionari del “CTS” e se siano stati attuati degli aggiornamenti: In realtà, solo da alcune settimane si è assistito agli effetti della riforma della CTS, con la nomina a nuovo presidente dell’Avv. Gaetano Armao, anch’Egli ai tempi critico nei confronti del sociologo, Prof. Aurelio Angelini.
Anzi, devo ammettere che Armao fu una delle poche voci critiche del governo Musumeci contro la CTS di Angelini – https://www.ilmoderatore.it/gaetano-armao-nuova-leadership-per-i-grandi-progetti-in-sicilia/ – nonostante molte associazioni di categoria si lamentassero per l’incomprensibile condotta iper-burocratica e discutibile dell’allora CTS.
Il mio intervento era finalizzato a smentire, numeri alla mano, il prosperoso bilancio che Angelini, al termine del suo incarico, ha cercato di far passare per buono sulle attività di istruttoria della sua CTS.
A seguito di uno approfondito studio analitico condotto dal Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna sulle pratiche ambientali istruite dalla CTS di Angelini, è emerso un quadro raccapricciante: Un altissimo numero di istanze venivano rimandate ad una successiva istruttoria (assoggettabilità a VIA), con la conseguenza che un’autorizzazione finale si otteneva dopo 3-4 anni. E c’è di più: spesso le motivazioni di questi rimandi erano illogiche e discutibili e si rasentava perfino l’assurdo.
Consideri, inoltre, che sulle pratiche che hanno raggiunto la conclusione dell’istruttoria, sono state impartite più di 15.000 prescrizioni ambientale! Sa cosa significa? che queste istanze devono essere sottoposte nuovamente al vaglio della CTS per la cosiddetta verifica di ottemperanza, ovvero devono ricevere un ulteriore nulla osta finale per poter procedere finalmente alla realizzazione del progetto.
E’ come il gioco dell’oca: quando ti sembra di essere arrivato al traguardo, ritorni al punto di partenza. Un investitore che entra in questo girono infernale, prima o dopo butta la spugna.
Alla Sua domanda “se avessi colto qualcosa di ambiguo in quel operato”, sono i pareri emessi dalla CTS di Angelini che confermano che qualcosa non andava. Abbiamo studiato tutti i pareri emessi relativi ai progetti di cava e sono venuti fuori asimmetrie e contraddizioni fin troppo palesi.
Mi chiede inoltre se “abbiamo riscontrato delle anomalie nell’ordine cronologico delle istruttorie o siano emerse delle eccezioni”: Vi sono scavalchi dell’ordine cronologico veramente imbarazzanti. Pratiche presentate in tempi successivi ad altre che sono state esitate in anticipo. Abbiamo casi in cui nello stesso periodo sono stati presentati da diversi proponenti dei progetti di cava; qualcuno è stato fortunato, ottenendo in tempi stretti il parere favorevole, altri aspettano ancora la conclusione dell’istruttoria. Ci sarebbe da chiedersi: come è potuto accadere tutto questo in maniera indisturbata?
Ed ancora – “cosa penso dell’operato in termini tecnici del CTS e se ritengo che si possano migliorare a garanzia di efficacia e soprattutto di trasparenza le metodologie utilizzate per le istruttorie presentate?”: La CTS di Angelini ha rifiutato qualsiasi confronto con il mondo imprenditoriale e dei professionisti. Quando manca il confronto e la dialettica tra le parti i risultati sono sempre nefasti.
L’assessore Pagana ha invece apportato delle importanti modifiche gestionali: le associazioni di categoria potranno porsi come osservatori della CTS e durante le istruttorie dei progetti i soggetti proponenti saranno direttamente coinvolti, col reciproco rispetto dei ruoli.
Sono punti fondamentali per riavvicinare l’utente con la pubblica amministrazione, pur sempre nel rispetto della legalità e dei propri ruoli. Il confronto significa crescita e aiuterà certamente a risolvere criticità procedurali che a volte portano allo stallo infinito delle istruttorie.
Ed infine, alla domanda: “Come consiglierebbe di operare affinché si possa accelerare l’iter di quelle pratiche e soprattutto, ai fini di legalità, cosa si potrebbe attuare per rafforzare le procedure di controllo, proteggendo così facendo non solo il sistema, ma soprattutto l’operato dei funzionari del CTS da possibili accertamenti giudiziari, solo per aver compiuto esclusivamente il proprio dovere”, rispondo:
Caro Costanzo, ritengo che la trasparenza, la professionalità e la dialettica siano i tre elementi indispensabili per poter garantire il buon andamento della pubblica amministrazione. Innanzitutto, voglio spezzare una lancia per quei dipendenti regionali che operano in uffici pesantemente sotto-organico, riuscendo eroicamente a svolgere il proprio dovere con abnegazione e sacrificio. Detto questo, sarebbe, però, ridicolo non ammettere che vi sono delle gravi criticità in molti settori della pubblica amministrazione che, di fatto, stanno portando ad una paralisi degli investimenti e dello sviluppo economico della Sicilia. Entrando nel merito della CTS, credo che sarebbe opportuno, innanzitutto, rendere pubblico l’elenco delle istanze, evidenziando l’ordine cronologico delle istruttorie. La performance dei nuclei istruttori dovrebbe essere di dominio pubblico, così come i nominativi degli istruttori di ogni singola istanza. Un proponente che paga migliaia di euro di oneri di istruttoria, credo che abbia il diritto di avere informazioni in tempo reale sullo stato dell’istruttoria della propria istanza, di conoscere i nominativi degli istruttori, di ricevere risposte entro i termini di Legge.
I dati statistici dell’operato CTS, sia in termini di numero di pratiche esitate che di durata dei vari procedimenti istruttori dovrebbero essere pubblicati online. Stiamo parlando di un servizio pubblico che viene finanziato dai soldi dei contribuenti e degli stessi proponenti delle istanze, quindi non credo che si tratti di una pretesa capziosa quando si chiede all’Amministrazione di essere trasparente.
Lo sa che durante la presidenza di Angelini, decine e decine di legittime richieste sullo stato dell’istruttoria delle pratiche non hanno mai ricevuto riscontro? Lo trovo vergognoso questo atteggiamento reticente di un organo pubblico.
Sa inoltre che nel sito SIVVI-ARTA dell’Assessorato, qualche anno fa, sempre sotto la presidenza di Angelini, è stato rimosso il link ove era possibile consultare i dati statistici sulle istanze presentante ed esitate? Un bello esempio di trasparenza stile-cinese.
Mi auguro che l’Avv. Armao riesca ad accogliere le legittime richieste del mondo imprenditoriale che invocano semplicemente il rispetto delle regole e delle Leggi. Un’istanza deve essere istruita entro i termini di Legge, in maniera professionale e trasparente, con un atteggiamento collaborativo e non ambiguo. Dalla CTS passa lo sviluppo della Sicilia, quindi chi ha l’onore di far parte di questo organo tecnico deve assumere un atteggiamento di grande professionalità e responsabilità.
In poche parole, potrei sintetizzare così: quella Commissione ha bisogno di tecnici che considerino il loro compito un umile servizio e non un potere. Tecnici che valutino il trascorrere del tempo come una calamità e non un’opportunità. Voglio una Commissione che lavori per accelerare le procedure invece di provare il sadico piacere di infliggere a ogni istanza decine di prescrizioni, spesso discutibili. Così si frena la spesa per gli investimenti e si condanna l’economia siciliana alla stagnazione.
Nel ricevere la sopraddetta risposta ho rivolto al Dott. Grassi (in data 07 c.m.) un’ulteriore domanda: mi sembra di aver già sentito qualcosa del genere, sbaglio?
La risposta ricevuta è stata:
Non sbaglia: sono dichiarazioni rilasciate dall’allora Presidente Musumeci quando nominò nel 2019 la nuova CTS presieduta dal Prof. Angelini.
Quali novità dal "CTS"? Aiutatemi, perché le ricerche del sottoscritto non hanno finora portano a nulla…
Sicuramente avrò cercato in maniera errata o chissà forse sulla barra di Google non vi è nulla di nuovo, ma come dicevo sopra, avendo letto di un clima di entusiasmo e di una grande voglia di mettersi all’opera da parte dei suoi nuovi componenti, credevo di poter scoprire e quindi riuscire a comprendere, quali soluzioni fossero state ora adottate su quelle criticità di cui avevo letto, ma soprattutto m’interessava comprendere quali deliberazioni erano state avviate da parte del nuovo comitato, per quelle procedure sottese al rilascio di pareri e autorizzazioni in tema ambientale.
Ma ahimè niente, ripeto… sarà certamente colpa del sottoscritto incapace di trovare nel web le giuste pagine di quei quotidiani online che spiegassero quantomeno le nuove procedure di snellimento messe in atto, i procedimenti amministrativi, le regole di trasparenza, in particolare quali direttive sono ora applicate per ciò che concerne le comunicazioni tra i vari dipartimenti regionali interessati e la stessa Commissione, ma non solo, anche nei confronti di quelle associazioni di categorie e/o di liberi professioni iscritti agli ordini professionali, affinché ciascuno di essi potesse mettere in atto quelle regole di semplificazione, miglioramento e soprattutto legalità, da utilizzarsi nelle varie istanze, pareri e richieste varie, col fine unico di agevolare l’iter procedurale…
Ma come riportato sopra, non ho trovato nulla…
Chiedo quindi a chiunque voglia scrivermi di farlo, affinché il sottoscritto, ma soprattutto i tanti lettori che in più di una circostanza mi hanno pregato di sollecitare dei chiarimenti su un settore ricordo, quello dell’ambiente che come ben sappiamo, determina nella nostra regione un’importante realtà, non solo sotto il profilo economico/finanziario, ma soprattutto occupazionale.
Ho pensato quindi in queste ore di non restare con le mani in mano, ma di chiedere qualche informazione specifica ad alcune associazione di categoria, con l’auspicio quantomeno che esse, possano aiutarmi a far comprendere meglio cosa effettivamente (e aggiungerei concretamente…) stia accadendo all’interno di quella specifica Commissione.
Finalmente sul "CTS" qualcosa si muove: Presidente Schifani se posso permettermi, vorrei darLe un consiglio…
Permettetemi di aggiungere “finalmente“, dal momento che in questi anni abbiamo letto da più voci autorevoli – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2023/01/il-dott-alfio-grassi-e-quella-guerra-di.html – di come quella commissione tecnica specialistica, abbia paralizzato iniziative d’investimento industriale e ambientale di nostri operatori economici siciliani…
Lo Stesso presidente Schifani ha infatti dichiarato, partecipando al convegno “Costa Sud, turismo ecosostenibile” organizzato dal Centro studi Ernesto Basile.: “Gli industriali andavano via dalla Sicilia”!!!
“Adesso nomineremo un Presidente che sia un esperto, che non sia stato impegnato in politica e che sia lontano da posizioni pseudo-ambientaliste – ha proseguito Schifani – vigileremo lo sviluppo sostenibile, l’aspetto ambientale, ma anche quello sociale. Il comitato dovrà rilasciare pareri in tempi celeri”.
Lo stesso Presidente Schfani ha affermato: “è importante che si lavori con spirito costruttivo e non demagogico e demolitivo e la Commissione tecnica specialistica, che negli anni passati aveva paralizzato varie iniziative imprenditoriali e investimenti non fornendo i pareri necessari deve essere guidata da una figura di esperienza fuori dalla politica e che guardi a una regione che deve crescere e accogliere gli investimenti per migliorare la qualità della vita dei siciliani, ad aumentare il nostro Pil e l’occupazione. Perché va bene lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, ma dobbiamo occuparci degli aspetti sociali ed economici della nostra Sicilia. Riformare, semplificare e sburocratizzare sono parole chiave su cui si sta muovendo e si muoverà questo governo”!!!
Presidente Schifani, come ho scritto nel mio titolo di apertura, il sottoscritto vorrebbe darLe un consiglio: nulla a che dire sul nome che verrà scelto per l’incarico a Presidente del CTS, ma non avendo mai creduto nelle capacità di un solo uomo a modello “Salvatore della Patria“, mi permetto di suggerire una semplice procedura, che garantirebbe a tutti noi e di conseguenza anche al suo governo, maggiore trasparenza, professionalità e soprattutto “legalità”!!!
Ed allora nel decidere di affidare quel ruolo così importante, Lei dovrebbe nello stesso istante, creare un pool – quantomeno di cinque soggetti – che si controllino a vicenda e che autorizzino le decisioni intraprese non solo da quel Presidente, ma anche da quello stesso “comitato”, affinché ogni provvedimento che verrà approvato, sarà stato in maniera rigorosa rispettato!!!
Perché soltanto così potremmo non ritrovarci tra qualche anno a dover leggere dai media di nuove inchieste giudiziarie compiute dalle usuali Procure nazionali, di cui mi consenta da buon siciliano – con estremo disgusto – mi sono stancato!!!
Il Dott. Alfio Grassi e quella "guerra di cifre e di sostanza"!!!
Ciò non toglie comunque che di tanto in tanto, passi il mio tempo a leggere quanto accaduto nella mia terra, scoprendo – come in questo caso – che certe notizie, abbiano già ricevuto quel necessario approfondimento, lo stesso che avrebbe dovuto dare ad alcuni apparati istituzionali quel necessario impulso per delle indagini più approfondite, ma visto il silenzio che ha circondato in quegli anni la vicenda, sicuramente in molti hanno preferito soprassedere, chissà forse per le solite ragioni che non sto qui a ripetere…
In quella lettera infatti vi erano rappresentate le difficoltà ad operare in quella regione: era il grido di chi chiedeva aiuto vedendo come il proprio operato venisse costantemente intralciato, una richiesta formale da parte di chi non trovava ascolto in quanto la politica – quella degli anni passati – avesse deliberatamente deciso di ignorare quelle istanze (o ha fatto finta di non comprenderne la gravità…) per un comparto che rappresenta da sempre –quantomeno per quella regione – uno dei più importanti, sia per le forniture prodotte che per la schiera di lavoratori e professionisti coinvolti, numeri che superano le centinaia di migliaia d’addetti!!!
2° – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-parte-seconda.html
3° – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-terza-parte.html
4° – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-iv-parte-applicazione.html
5° – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-v-parte-ll-criterio-del.html
6° – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-vi-parte-tempi-delle.html
Conclusione finale – http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/cave-e-miniere-conclusione-finale.html
Non mi resta quindi che auspicare che questo nuovo governo Schifani, faccia finalmente intravedere quella necessaria differenza con i precedenti, perché soltanto così si potrà finalmente voltare pagina!!!
Dott. Alfio Grassi: Deliberazione della Giunta Regionale della Regione Sicilia n. 448
Ed è quindi per la sopraddetta ragione che mi permetto di inviare Lei quanto ufficialmente trasmesso, affinchè da quella missiva si possano comprendere tutte le problematiche fin qui emerse con il CTS ed i suoi diretti esponenti:
Il sottoscritto Dott. Geol. Alfio Grassi, iscritto all’O.R.G.S. al n. 2352, libero professionista, nonché rappresentante legale del “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” – associazione di imprese afferente la filiera della pietra lavica – con la presente esprime il più profondo disappunto per quanto riportato nella deliberazione n. 448 (del 05/11/21) della Giunta Regionale della Regione Sicilia in merito alle responsabilità additate ai progettisti degli studi ambientali sul mancato rispetto dei tempi procedimentali di istruttoria delle istanze presentate al Servizio 1 VIA-VAS dell’A.R.T.A. Sicilia, di competenza della Commissione Tecnica Specialistica.
Tali affermazioni, a parere del sottoscritto, appaiono palesemente calunniose nei confronti dei professionisti che operano da anni nel settore della progettazione tecnica-ambientale, che non si sono mai risparmiati al costruttivo confronto con la pubblica amministrazione e ai quali è stata da sempre riconosciuta la professionalità acquisita e maturata nel corso degli anni.
L’attuale CTS, insediatasi nel luglio 2019 e presieduta dal Pedagogo Prof. Aurelio Angelini, si sta distinguendo per i metodi di condotta e valutazione a dir poco discutibili.
Dalla consultazione dei decreti assessoriali e dirigenziali relativi alle pratiche istruite durante la vigenza dell’attuale CTS, risulta palese che l’ordine cronologico di istruzione delle istanze non segue quello di presentazione delle medesime, suscitando forte perplessità sul metodo poco trasparente adottato dalla CTS per l’assegnazione delle pratiche ai vari gruppi istruttori.
Altrettanto poco trasparente appare il metodo analitico adottato dalla CTS per la valutazione degli studi ambientali dei soggetti proponenti privati e pubblici, contraddistinto da una differenziazione di giudizio che in certi casi appare del tutto irrazionale, visto che per analoghi progetti e medesimi contesti ambientali vengono edotte valutazioni diametralmente opposte, comportando un forte pregiudizio al concetto delle “pari opportunità d’impresa”.
Inoltre, dai dati relativi ai procedimenti conclusi, analizzati direttamente dal sottoscritto, si riscontra che il rendimento della CTS è notevolmente inferiore a quanto prospettato in sede di insediamento; l’obiettivo di esitare 90 pratiche al mese, come dichiarato dall’Assessore Cordaro e dal Presidente Musumeci, è stato palesemente disatteso, visto che in realtà le procedure effettivamente concluse sono mediamente 15 al mese.
Da tempo, molte associazioni di categoria hanno già manifestato le sopra-esposte criticità all’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della regione Sicilia, senza però ottenere alcuna risposta concreta sulla problematica emersa.
A parere del sottoscritto, è ormai palese che gli attacchi perdi delegittimazione portati avanti dall’organo CTS nei confronti dei professionisti siano del tutto inaccettabili e finanche calunniosi, volti solo a mascherare il fallimento di una Commissione che rischia di provocare la paralisi delle attività produttive imprenditoriali della Sicilia.
Per quanto sopra, si chiede alla S.V. di intraprendere ogni azione di tutela e difesa del prestigio professionale legato al nostro Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, oggi gravemente leso da un organo tecnico dell’amministrazione regionale preposto alle autorizzazioni ambientali.
Il sottoscritto, infine, si rende disponibile a fornire qualsiasi documentazione a supporto delle recriminazioni evidenziate nella presente.
Sig. Costanzo, auspico di aver chiarito ogni sua richiesta e resto a disposizione per qualsivoglia ulteriore evidenza.
Cordiali saluti
Alfio Grassi
I politici??? Sono interessati soltanto al consenso!!!
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi (ospite del convegno ‘Il valore dell’Impresa, l’Impresa di valore) non ha risparmiato critiche alla politica: “Pensano soltanto alle bandierine. La vicenda della manovra economica lo dimostra perché non si pensa al bene del Paese e alla sua crescita ma al consenso effimero elettorale”.
Il primo attacco è per i rappresentanti della politica locale che dopo aver compiuto il loro intervento, come abitualmente fanno, se ne sono andati via…
Il presidente si rifersice all’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano e al sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ( entrambi sembra attesi al porto di Trapani per l’inaugurazione del nuovo terminal passeggeri.): Anche questa mattina purtroppo, come spesso accade, vediamo i politici intervenire ai nostri convegni ma non fermarsi mai fino alle loro conclusioni… avranno certamente degli impegni inderogabili, ma in questo modo viene a mancare il confronto e l’ascolto sulle necessità ed i bisogni del mondo del lavoro”.
Difatti, ad ascoltare sul palco è rimasto soltanto il parlamentare Steni Di Piazza, segretario della commissione Finanze del Senato..
E infine un affondo indiretto al presidente della regione, nei confronti del Cts e del suo presidente: “A Musumeci avrei voluto dire che bisogna avere il coraggio di cambiare strada sulla Commissione specialistica che rilascia le autorizzazioni ambientali, perché così non si può andare avanti”!!!
Casualmente, proprio alcuni giorni fa, avevo richiesto una valutazione al rappresentante legale di un’associazione di imprese (afferente la filiera della pietra lavica), sul metodo analitico adottato dalla CTS per la valutazione degli studi ambientali dei soggetti proponenti, privati e pubblici, da parte della Commissione Tecnica Specialistica…
Tra qualche giorno, la risposta in una sua lettera aperta…
Cave e miniere (conclusione finale): Presidente Musumeci, pensaci tu…
Dal confronto avutosi con i rappresentanti della CTS e i tecnici delle associazioni sembra essere emersa tra le parti, una contrapposizione di tesi, difatti la CTS ha affermato che spesso il livello qualitativo dei progetti è scadente e ciò comporta l’emissione di pareri con numerose criticità ambientali che, nel caso di procedure di verifica di impatto ambientale, si traducono in rimandi a VIA…
Viceversa, per i tecnici delle associazioni di categoria le criticità sono frutto di una superficiale disanima dei progetti e, in qualche caso, della scarsa conoscenza delle normative afferenti al settore minerario e ambientale, trincerandosi dietro gli aspetti di salvaguardia ambientale.
Ho provato nei miei precedenti post di condurre un’analisi dettagliata e “super partes” sui singoli pareri espressi, al fine di evidenziare le criticità ambientali rilevate che hanno da entrambi le parti, pregiudicato il buon esito delle procedure, e spero che questo metodo di analisi sia stato da tutti accettato di buon grado…
Posso altresì affermare di aver notato nelle parole espresse durante quegli incontri, la manifestata volontà di apportare dei correttivi sui parametri valutativi adottati finora, auspicando l’implementazione di una check list da condividere, dall’Amministrazione all’Associazioni di categoria del settore cave.
Infatti, dai dati estrapolati dai decreti assessoriali e dirigenziali della Regione Sicilia e della Regione Toscana, pubblicati nei rispettivi siti internet regionali, emerge che nel periodo agosto 2019, periodo aprile 2021 – l’autorità ambientale siciliana ha decretato n. 118 istanze contro le 153 della Regione Toscana (al netto delle pratiche archiviate) e che per la Regione Sicilia ben 62 istanze sono state assoggettate a VIA, mentre in Toscana solo 7 istanze sono state assoggettate a VIA.
In termini percentuali, la Regione Sicilia assoggetta a VIA il 52,54% di tutte le istanze “art. 19” presentate, mentre in Toscana si registra, invece, una percentuale molto più bassa, pari al 4,58%.
E’ stato evidenziato inoltre, che nei procedimenti amministrativi “art. 19” della regione Toscana è spesso presente un’interlocuzione tra l’amministrazione e il proponente; infatti, per il 60% dei procedimenti istruttori si registra una richiesta di integrazione da parte della pubblica amministrazione, a seguito della quale viene offerta al proponente l’opportunità di colmare le eventuali lacune tecniche-documentali progettuali, col risultato che quasi tutte le istanze si concludono con esito favorevole, al contrario, invece, di quello che avviene con la CTS siciliana che per le procedure “art. 19” ritiene inapplicabile la richiesta di integrazione, sebbene in pochi casi è stato notato che la stessa CTS ha, invece, derogato tale assunto.
Ed anche sulla durata dei procedimenti bisogna aggiungere qualcosa: “nell’art. 19” si rileva un forte gap tra le dure regioni: in Sicilia la durata media della procedura è di 20,17 mesi, mentre in Toscana si giunge mediamente alla conclusione della procedura in soli 5,79 mesi.
Quanto sopra esposto suscita ovviamente molta preoccupazione non solo per le scriventi associazioni di categoria del comparto lapideo, ma credo per tutti i “siciliani“, in quanto le aspettative di ripresa economica legate al piano di investimenti europeo “recovery plan” richiedono un’amministrazione pubblica efficiente e improntata alla semplificazione burocratica, pur sempre nel rispetto delle tematiche ambientali, per le quali anche il settore lapideo-estrattivo siciliano vuole contribuire ad implementare un nuovo modello di crescita economica ecosotenibile, al contrario, invece, stiamo assistendo ad un’ulteriore escalation delle pastoie burocratiche che, nell’ambito delle procedure ambientali, sta determinando un forte rallentamento dei procedimenti autorizzativi e, di conseguenza, uno stato di sofferenza generale per gli imprenditori che operano in Sicilia.
Cosa dire, non posso che rivolgermi al mio caro amico e Presidente di Regione, Nello Musumeci, perché soltanto egli può riuscire a rsolvere – in maniera celere e soprattutto trasparente – questo difficole problema che da troppo tempo viene portato avanti e che viceversa, se affrontato con buona armonia di tutti, può diventare proprio per questa nostra regione, veicolo di traino e soprattutto di sviluppo economica…
Presidente quindi nel far diventare bellissima questa nostra terra, ti chiedo gentilmente: pensaci tu…
Cave e miniere ( VI Parte ): tempi delle istruttorie
La conseguenza è che gli esercenti di cava in attesa di rinnovo dell’autorizzazione sono costretti a sospendere l’attività estrattiva per alcuni anni, col serio rischio di perdere le commesse di fornitura già acquisite e, quindi, di chiudere la propria attività.
Sull’argomento è stato ha replicato che la non trattazione di tutti i fattori ambientali, nei progetti, comporta un assoggettamento diretto a VIA delle istanze di procedura di verifica ambientale, precisando che la CTS non è pagata sul numero di pratiche, e che il rimando a VIA comporta un aggravio del carico di lavoro per la stessa CTS.
Su quest’ultima affermazione i tecnici delle associazioni di categoria hanno fatto osservare che la CTS è, invece, giustamente, retribuita per ogni parere reso e che il rimando a VIA di un’istanza comporta una nuova procedura di VIA e quindi l’emissione di ulteriori pareri retribuiti secondo le modalità indicate nel D.A. n. 311/GAB del 31/12/20 “determinazione dei compensi per i componenti della CTS a decorrere dall’anno 2021”.
La risposta ricevuta dai tecnici delle associazioni di categorie è stata alquanto sorprendente; a suo avviso, la CTS è dotata di gruppi più veloci rispetto ad altri, motivo per cui qualche pratica riesce ad avere il parere in tempi molto più rapidi rispetto a tante altre, ammettendo che non vi è un rigido rispetto dell’ordine cronologico.
Le Associazioni di categoria hanno potuto constatare, previa consultazione dei pareri pubblicati sul sito regionale dell’ARTA, che mediamente per le procedure ex art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. il parere della CTS arriva non prima di 15 mesi.
Tuttavia va segnalato qualche raro emblematico caso di procedimento ex art. 19 che ha ricevuto parere favorevole, non rimandato a VIA, in meno di 5 mesi, sebbene l’istanza sia pervenuta successivamente a tante altre rimaste ancora inevase!!
A parere dei tecnici delle associazioni di categoria, sarebbe opportuno che l’assegnazione delle pratiche avvenisse nel rigoroso rispetto dell’ordine di entrata delle istanze e che i gruppi valutativi fossero composti in maniera omogenea, in modo tale da evitare distonie nei tempi e nelle modalità di espletamento delle pratiche.
Infine, in occasione del secondo e terzo incontro i Componenti della CTS hanno accolto la proposta di redigere una check list di riferimento per i proponenti dei progetti di cava, al fine di uniformare il contenuto e la completezza degli studi ambientali dei progetti.
La check list redatta dalla CTS, pervenuta poi alle associazioni di categoria, per mezzo email, è stata oggetto di discussione nel terzo incontro svoltasi in data 16/04/21.
Sulla natura di questo documento la CTS ha manifestato qualche perplessità anche con riferimento al campo di applicazione della stessa check list, precisando che questa non può avere una funzione di indirizzo ai fini della “completezza della documentazione”, ma deve essere utilizzata solo per definire gli elementi necessari che permettano una valutazione ambientale appropriata sui contenuti dell’istanza, al fine di evitare errori e incomprensioni, rimarcando più volte che la check list non può essere predisposta dalla CTS, ma è un documento che deve essere ufficializzato dall’Amministrazione.
Tale decisione è stata molto apprezzata dalle rappresentanti delle Associazioni di categoria e ci si augura che, nel più breve tempo possibile, la CTS possa essere operativa in pieno organico, nonostante le perplessità manifestate dalla CTS secondo la quale “non è automatico il raddoppio della produttività con il raddoppio dei componenti”!!!
CONTINUA…
Cave e miniere (V° Parte): ll Criterio del Cumulo di impatti.
Anche sul concetto di cumulo di impatti, è stato fatto notare alla CTS che, dall’esame dei pareri presi a campione, il criterio di valutazione adottato non è uniforme.
La valutazione dell’estensione dell’area, nel cui perimetro rileva il cumulo di impatti dovuto alla presenza di attività di diversa origine ed entità, viene definita, di volta in volta, in maniera discrezionale dal valutatore.
Questo determina una discriminante fondamentale per l’esito delle procedure ambientali e in alcuni casi, gravi ripercussioni per gli esercenti di cava che in fase di rinnovo dell’autorizzazione vedono le proprie istanze rimandate a VIA.
Sono stati, infatti, segnalati alcuni pareri in cui il concetto di cumulo d’impatto è stato estremizzato in senso sfavorevole ai fini dell’esito delle procedure ambientali, come nel caso di un progetto di ampliamento di cava ricadente nel piano cave a cui viene rilevata la criticità del cumulo di impatti con il progetto di recupero ambientale di un’adiacente cava dismessa (anch’esso già sottoposta in passato a giudizio di compatibilità ambientale) o in altri casi, in cui il raggio critico di interferenza del cumulo di impatto variava, a secondo del valutatore, da 1 km a 3 km e, in qualche caso, addirittura fino a 10 km.
Anche in quest’ultimo caso, la normativa vigente D.M. 30/03/2015, fornisce un supporto per dirimere la questione del cumulo di impatti appartenenti alla stessa categoria progettuale.
La norma delimita il campo di applicazione del cumulo d’impatti e come chiaramente riportato nell’allegato I, stabilisce che sono esclusi dall’applicazione del criterio “cumulo con altri progetti” i progetti la cui realizzazione sia prevista da un piano o programma già sottoposto alla procedura di VAS ed approvato, come nel caso del Piano Cave vigente.
Ma anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS si sono mostrati poco interessati alle argomentazioni esposte dai Tecnici delle Associazioni, tra l’altro è stato formalmente contestato l’utilizzo compiuto dai tecnici dei pareri già emanati dalla CTS e pubblicati sul sito dell’ARTA, e sono stati fermamente ribaditi gli importanti e imprescindibili compiti della CTS a tutela dell’ambiente e della stessa Regione Sicilia.
CONTINUA…
Cave e miniere ( IV° parte ): applicazione Linee Guida Arpat 2010
Durante gli incontri è stata affrontata anche la questione dell’applicazione delle linee guida ARPAT 2010 che hanno come oggetto la stima delle quantità delle emissioni polverose nelle cave.
La CTS, come sovente riscontrato nei pareri emessi, annovera tra le criticità “l’omesso trattamento delle polveri in conformità alle linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti”.
Su tale argomento i Tecnici delle associazioni di categoria hanno chiesto chiarimenti alla CTS sul perché si debba fare riferimento alle suddette linee guida per le emissioni in atmosfera, visto anche che si tratta di indicazioni tecniche dirette alle attività della regione Toscana peraltro fatte proprie solamente dalla ex provincia di Firenze.
La CTS – che sembra essere la fautrice di questo orientamento – ha replicato che solo in qualche caso è stata ravvisata la suddetta criticità e che, comunque, i progettisti possono avvalersi di altri modelli di calcolo per la valutazione delle emissioni.
La risposta data dalla CTS tuttavia non entra nel merito della questione e non chiarisce perché il mancato riferimento progettuale alle Linee guida ARPAT debba costituire una criticità…
E’ stato fatto notare alla CTS che in qualche caso, pur essendo lo stabilimento produttivo dotato di A.U.A. (Autorizzazione Unica Ambientale) comprensiva del titolo abilitativo per le emissioni in atmosfera, è stata pur sempre rilevata la criticità sulla mancata presentazione delle valutazioni di cui alle Linee Guida Arpat; nonostante nel progetto di cava viene citato chiaramente l’adempimento normativo della Ditta in materia di emissioni.
Da quanto sopra si potrebbe dedurre che la CTS esegua l’analisi dei progetti di cava in maniera arbitraria oppure che procede secondo propri schemi valutativi che non consentono di ritenere adeguati i contenuti tecnici che invece sono chiaramente rappresentati negli studi presentati.
Per questi motivi nel corso degli incontri alcuni rappresentante di Sicindustria, al fine di individuare un percorso condiviso utile ad appianare le divergenze sin qui rilevate, ha proposto al C.T.S. di rendere noto un documento in forma di Check-list che nel riprendere quanto dibattuto, definisca chiaramente quali sono i termini ed i contenuti che la C.T.S. ritiene indispensabili per un celere espletamento dell’attività di verifica dei Progetti presentati all’A.R.T.A. specie con riferimento alle verifiche di assoggettabilità di cui all’art.19 D.lgs 152/2006 e ss. mm.ii., nell’ambito delle quali la CTS non ritiene di attivare canali di interlocuzioni e di integrazioni…
Cave e miniere (III° parte): il recupero ambientale
Altro tema sul quale ho visto si è ampiamente dibattuto è stato quello della predisposizione del Progetto di recupero ambientale delle cave, aspetto regolamentato esclusivamente dalla normativa regionale (L.R. 127/80 e ss.mm.ii.)
Le Associazioni di categoria hanno fatto presente che il dettaglio progettuale delle opere di recupero ambientale dettato dalla normativa vigente si limita ad uno studio di fattibilità o di massima, mentre spetta al Comune, successivamente, redigere il progetto esecutivo e all’Amministrazione Regionale attuarlo.
Il Dott. Campo, in occasione del secondo incontro del 02/03/21, ha illustrato in una serie di slides (vedasi video al minuto 4’ 29”) le fasi tecniche e procedurali delle opere di recupero ambientale, così come previsto dalle normative vigenti, evidenziando che molto spesso la CTS erroneamente individua come soggetto attuatore delle opere di recupero ambientale l’esercente di cava e non la pubblica amministrazione, come prevede la Legge Regionale 127/80 e ss.mm.ii., inserendo nei pareri delle prescrizioni che sono del tutto inattuabili, oltre che insostenibili dal punto di vista economico.
E’ stato difatti rappresentato dai Tecnici delle associazioni di categoria, che spesso la CTS inquadra come criticità ambientali alcuni aspetti squisitamente tecnico-minerari, di esclusiva competenza dei Distretti Minerari .
Si è riscontrato come nonostante con la CTS, nei precedenti incontri, le competenze degli ambiti di natura mineraria fossero state affrontate e in apparenza condivise, solo dopo poche settimane la stessa CTS ha emanato pareri che non hanno tenuto conto di quanto precedentemente discusso, pertanto si è ritenuto necessario richiedere la partecipazione al Tavolo tecnico anche dei rappresentanti dell’Assessorato Energia da cui dipendono per l’appunto i Distretti Minerari.
Nell’incontro del 16/04/2021, alla presenza di un Ing. (perdonatemi ma non ne ricordo il nome…) del Distretto Minerario di Catania, è stato confermato che il Distretto Minerario valuta e approva un progetto nel rispetto delle norme minerarie e delle norme di sicurezza sicurezza vigenti e che quindi, ove necessario, sarebbe auspicabile che la CTS, prima di un’eventuale contestazione, si confrontasse con il Dipartimento Energia sugli aspetti di carattere tecnico, tra cui anche quelli legati alla sicurezza di un progetto di cava…
Su questi argomenti è intervenuto proprio l’Ing. confermava quanto dettato dalla normativa, ma tuttavia, ancora una volta, i Componenti della CTS non hanno convenuto quanto esposto, ribadendo che le valutazioni della CTS si rifanno alla norma ambientale, che è di grado superiore e trasversale a tutti gli aspetti tecnici-progettuali…
Passiamo ad affrontare ora le Applicazioni previste dalla Linee Guida Arpat 2010.
CONTINUA…
Cave e miniere (II° parte): i rifiuti estrattivi
Riprendendo il post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/settore-cave-e-miniere-la-storia.html analizziamo ora il tema dei rifiuti estrattivi.
La CTS ritiene, come appurato in alcuni pareri, che gli scarti di cava debbano essere considerati rifiuti, compresi i limi di lavaggio, pertanto nei progetti in cui non è presente il piano gestione dei rifiuti (ai sensi D.Lgs 117/08), si rileva una criticità pregiudizievole che determina l’assoggettamento del progetto a VIA.
I tecnici delle associazioni di categoria con apposita documentazione tecnica e normativa hanno invece rimarcato che nell’ambito dei progetti di cava viene trattato anche l’aspetto relativo all’utilizzo degli scarti di cava, compresi i limi di lavaggio.
E’ stato dimostrato (vedasi intervento del Presidente del Consorzio Pietra lavica dell’Etna, Dott. A. Grassi reg. 2 -1h 24’ 00″) che nelle consuete pratiche estrattive non si perviene alla produzione di rifiuti estrattivi, tranne nei rari casi in cui il produttore abbia l’intenzione di disfarsene rientrando, conseguentemente nell’ambito del D.Lgs 117/08.
Sono stati richiamati, anche se in forma anonima, dei pareri in cui è stata rilevata la criticità della mancanza del piano di gestione rifiuti, nonostante nei progetti l’argomento fosse stato trattato in maniera chiara, anche in questo caso i componenti la CTS presenti al Tavolo non hanno ritenuto di condividere quanto esposto dai tecnici e sono rimasti fermi nelle loro posizioni.
Sempre in merito agli scarti di cava è stata contestata alla CTS l’applicazione all’attività estrattiva e mineraria del D.P.R. 120/17 che, diversamente, regola la materia relativa alle “terre e rocce da scavo” provenienti dalle realizzazioni di opere edili-stradali.
E’ stato fatto notare come in alcuni pareri è stata perfino rilevata come “criticità documentale” la mancata trasmissione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo nell’ambito delle attività estrattive, nonostante la giurisprudenza in materia esclude categoricamente di applicare il D.P.R. 120/17 per i materiali derivanti dall’attività estrattiva.
Anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS non sono stati neanche scalfiti dalle argomentazioni puntuali esposte dai Tecnici delle Associazioni; solo nell’ultimo incontro del 16/04/2021, al quale è stato invitato a partecipare un rappresentante dell’Assessorato Energia, il Distretto Minerario di Catania ha ribadito con chiarezza che gli scarti di cava, non devono essere considerati rifiuti in quanto costituiscono preziosa risorsa (reg. 3 – 57’ 30’’).
Sempre sul tema rifiuti estrattivi è stato fatto notare che in qualche progetto di cava la medesima criticità sul piano gestione rifiuti non è stata considerata e/o valutata, nonostante il progetto fosse sprovvisto di tale piano, confermando le perplessità delle Associazioni che imputano alla CTS di adottare parametri valutativi non omogenei.
CONTINUA…
Cave e miniere ( I° parte): analisi e criticità
Innanzitutto occorre richiamare quanto accaduto prima che l’emergenza sanitaria “Covid-19” limitasse tutto il settore…
Con questo presupposto furono svolte – su convocazione dell’ARTA ed alla presenza del Dirigente e dei funzionari competenti – tre riunioni tecniche in videoconferenza registrata, con la partecipazione dei tecnici delle Associazioni di categoria Sicindustria, Consicav (Consorzio Siciliano Cavatori), Consorzio Pietra Lavica dell’Etna e la Commissione Tecnica Specialistica (CTS), nei giorni 17/02/21, 03/03/21 e 16/04/21.
Dall’analisi statistica dei pareri resi dalla CTS e pubblicati nel sito dell’ARTA Sicilia era emerso che il 60% delle istanze formulate ai sensi dell’art. 19 Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. (verifica di assoggettabilità), erano state rimandate a V.I.A. con un aggravio di procedura e soprattutto con l’allungamento dei tempi di ottenimento delle autorizzazioni che nel complesso raggiungevano i tre-quattro anni, con una intollerabile attesa per poter avviare o proseguire le attività lavorativa.
La risposta della Commissione è stata tranciante in quanto il Presidente della CTS, ha contestato il metodo di indagine portato al Tavolo dai tecnici, rifiutandosi di scendere nell’esame di casi concreti pena l’abbandono del Tavolo tecnico da parte dei Componenti la CTS.
Questa procedura è quella a cui ricorrono le Imprese proponenti per l’analisi ambientale preliminare del progetto e, come puntualizzato più volte nelle riunioni, spesso ha un esito sfavorevole, ovvero il progetto viene assoggettato a VIA, sulla base delle “criticità” che i valutatori riscontrano.
Durante i dibattiti tecnici, in merito alle incongruenze rilevate dai progettisti sulle criticità rilevate dalla CTS nelle procedure assoggettate a VIA, è emersa la mancanza di apertura o ancor meglio di disponibilità ad un confronto tecnico aperto in particolare su quegli specifici pareri, anzi l’impressione è che sia stata espressa una netta contrarietà a trattare le specifiche determinazioni della CTS, minacciando per come si riportava sopra in taluni casi l’abbandono del tavolo (reg. 1 – reg. 3 – 20’20”, reg. 3 – 1h 27’ 15”).



































