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Come funzionano le truffe legate al trading online e che possibilità si ha di recuperare il proprio credito???
Concludo questa serie di post sul trading online, riportando le tecniche utilizzate solitamente da quei possibili truffatori da cui dovere stare lontani:
Superbonus, l'appello in lacrime: "Siamo rovinati, lo Stato ci aiuti".
Avevo avvisato sui rischi del “Superbonus” ed ora ahimè, ne se vedono le conseguenze!!!
Ho letto un articolo sul web della redazione “Il Fatto Quotidiano”, un appello in lacrime di Paola che riporta: “Siamo rovinati, abbiamo perso tutto. Stato, mettiti una mano sul cuore e aiutaci”!!!
Le testimonianze inviate alla redazioneweb@ilfattoquotidiano.it da chi tra famiglie, imprese e professionisti, è rimasto incastrato nel meccanismo della maxi detrazione fiscale per la riqualificazione energetica: “Siamo economicamente e psicologicamente distrutti e non so per quanto ancora saremo in grado di affrontare tutto”. I pensionati: “Affronteremo la vecchiaia senza soldi”.
Le garazie bancarie, cosa sono e quando servono…
Nel caso di una lettera di credito, garanzia bancaria è un’organizzazione indipendente dall’obbligo della banca contratto per pagare contro fornire i documenti, ma l’essenza della garanzia è quello di garantire l’adempimento degli obblighi, cioè la garanzia di pagamento ha un ruolo nel caso di mancato adempimento degli obblighi contrattuali.
A volte per la dichiarazione è allegata una copia delle fatture non pagate e / o documenti di trasporto che confermano spedizione della merce all’acquirente. L’autenticità della dichiarazione del venditore deve essere confermata dalla banca, in cui ha servito.
Associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita, truffa, ecc…
L’ipotesi di accusa da parte dei Pm, è che le due cooperative editrici delle testate (la Società Toscana Edizioni srl e la Sette Mari scarl), sarebbero servite esclusivamente ad accaparrare fondi pubblici per l’editoria, non essendo per nulla in regola con i requisiti richiesti… Enjoy: quando la professionalità merita di essere elogiata!!!
Volevo condividere con voi, quanto ho inviato in data 18.07.2016 alla compagnia ENJOY:
Non avendo quindi alcuna intenzione di vedermi addebitato per un utilizzo mai compiuto, un addebito di €. 24,50 di noleggio, sia perché non avevo usato l’auto per 1h e 38min, ma soprattutto perché quanto accaduto era dipeso principalmente da un problema tecnico…Ho provveduto quindi a trasmettere via email comunicazione scritta, con la speranza di aver chiarito quanto mi era occorso, restando in attesa di un loro cortese riscontro…
Alcuni giorni fa… ho ricevuto la risposta:
al termine delle nostre verifiche relative al noleggio n° 12090132 del XX/XX/2016 alle XX:15, stiamo procedendo a:
riaccreditarti l’importo di 22,25€;
L’accredito sarà eseguito direttamente sulla tua carta di pagamento e sarà disponibile sul tuo conto secondo le modalità previste dal gestore della tua carta di pagamento.
Ci vediamo in giro!
Il team Enjoy”.
Ecco, in un paese in cui le cose non vanno per niente bene e dove siamo in molti (tra cui il sottoscritto) a tentare di cambiare questo stato di cose… sono felice di poter esprimere un giudizio positivo sulla compagnia di cui sopra, contribuendo a dare quel giusto risalto ad una iniziativa interessante, avviata da pochi mesi, anche nella nostra città…
Grazie Enjoy…
Sette domande alle istituzioni "competenti"…
Venerdì 10 ottobre 2014, ho letto un articolo pubblicato su Live Sicilia Catania, a nome dell’associazione Addio Pizzo, nel quale, venivano rivolte sette domande alle Istituzioni???
Il brano, faceva riferimento ad una società la IN.CO.TER. S.P.A. ( la stessa che pochi mesi fa, si è scoperto – vedasi l’art. pubblicato dal quotidiano La Repubblica in data 27.05 u.s. a firma di Natale Bruno – essere stata truffata per circa €. 5/600.000,00 e alla quale ancora oggi – pur essendo stata emessa una condanna – nessun euro le è stato restituito…), un’impresa sottoposta da più di tre anni a confisca e sulla quale, venivano richieste informazioni su possibili crediti ancora vantati dalla stessa – per lavori e forniture svolti verso terzi – per centinaia di migliaia di euro…
Agli importi di cui sopra, andrebbero inoltre conteggiati, tutte quelle somme che sono ancora sospese a causa di procedimenti legali e che rappresenterebbero, nei casi in cui queste venissero definitivamente corrisposte, una consistente parte, tale da permettere la stessa di rientrare dal piano di liquidazione…
E’ veramente assurdo, assistere a come la giustizia nel nostro paese, permetta a certe imprese (creditrici di milioni di euro) di fallire e ad altre, loro debitrici, di continuare ad operare indisturbate…
Mi chiedo, ma in quale democrazia viviamo…, quella nella quale chi ruba, frode, truffa, va avanti… e chi invece sotto la “tutela” dello stato, muore, annega… e con essa, affogano anche i propri onesti dipendenti???
A cosa è servito (a questi dipendenti) aver dimostrato in questi anni, non soltanto quelle proprie capacità personali e professionali (verrebbe volgarmente da dire in catanese…” cia ponnu s….i”) ma soprattutto, aver mostrato quella alta considerazione per una società, che, tra alti e bassi, ha saputo assicurare il posto di lavoro, permettendo inoltre, ad alcuni di essi, di esprimere in modo autonomo, quelle proposte operative, che, con il tempo… si sono rilevate non solo fondamentali per il proseguo dell’attività aziendale… ma hanno permesso di giungere nel frattempo, alla individuazione d’illeciti, che nel corso di questi cinque anni… ( dal sequestro all’attuale confisca… ) sono stati commessi…
L’aver inoltre permesso (in questi anni di confisca) a coloro che detenevano incarichi di responsabilità, di manifestare in maniera autonoma le proprie idee – ovviamente sotto il diretto controllo dell’attuale Amministratore – ha permesso ad egli (e di conseguenza alla società che rappresenta), di ricevere anticipatamente quegli accorgimenti e quelle correzioni da adottarsi, che, con il tempo, hanno dimostrato rilevarsi utili, per indirizzare l’amministrazione verso quelle corrette decisioni…
In questi anni ho potuto ascoltare molti dipendenti d’imprese confiscate lamentarsi, sono gli stessi che chiedono maggiori garanzie alle istituzioni e nel rivolgersi a quelle associazioni di categoria o di legalità, richiedono, il più delle volte, interventi volti a garantire il proprio posto di lavoro…
Ma quanti tra questi dipendenti, hanno mai avuto in precedenza il coraggio di proporsi ai loro datori di lavoro, di suggerire, consigliare, oppure, quando è giunto il provvedimento giudiziario, quanti tra loro si sono offerti di combattere per la loro società, si sono barricati, battuti ad oltranza, difendendo innanzitutto propri diritti: nessuno!!!
E’ quanti tra essi, successivamente, intervenuto cioè il provvedimento giudiziario, hanno cercato di collaborare con l’amministrazione giudiziaria, si sono presentati a denunciare qualche circostanza di cui erano a conoscenza…, sempre nessuno…, già, ancora nessuno tra loro si è fatto avanti…
Però, tutti pretendono, ma nessuno muove mai un dito… aspettano che siano sempre gli altri a farlo… vorrebbero garantiti solo ed esclusivamente i propri diritti, ma dei doveri nessuno ne parla!!!
La verità è che sono pochissime in Sicilia quelle società – che possiedono dei titolari, che permettano al proprio interno, ad alcuni dipendenti “non familiari”, di poter esprimersi liberamente o soprattutto di manifestare concretamente le proprie idee…
Il più delle volte, questa cosiddetta autonomia, viene “soffocata” in virtù di quel timore reverenziale… o da quell’essere prettamente vili… circostanza plausibile… dal momento che da sempre quest’azione accompagna l’essere umano nel corso della propria esistenza…
Su quanto appena detto, debbo però dare un merito a questa società (ed anche ai suoi ex titolari), che hanno negli anni, saputo premiare alcune proprie risorse umane, quelle che nel tempo, hanno saputo dimostrare, di possedere una necessaria indipendenza morale, che non necessitava dei soliti atteggiamenti “servizievoli” per primeggiare…
Le stesse qualità che successivamente, sono state messe a disposizione – almeno quando richieste – dall’amministrazione giudiziaria subentrata, che ha potuto così godere, di quegli stessi individui, che si erano mostrati d’essere totalmente autonomi, autorevoli e indipendenti, in più di una circostanza…
Riprendendo da dove avevo iniziato… abbiamo avuto modo, dopo quasi un anno, di poter costatare come alla fine… aver chiesto… non sia servito a nulla!!!
Io sono infatti dell’idea, che bisogna pretendere delle risposte dalle istituzioni, quando per queste, si sia fatto innanzitutto il proprio dovere!!!
Perché,. soltanto in queste determinate circostanze, le istituzioni, sono (uso un termine forte…) “costrette” a rispondere…; forse non a quei soggetti che per primi ne avevano fatto richiesta, ma certamente a coloro che per gerarchia, ne sono direttamente superiori…; dopotutto, per consuetudine…, è sempre meglio che certe informazioni, non vengano portate a conoscenza dell’opinione pubblica…, non si sa mai cosa può accadere…
Vorrei concludere dicendo… a buon intenditor poche parole…, ma a me piace utilizzare un’altro proverbio, uno in latino che dice: Verba volant, scripta manent!
Arrestato Amministratore Giudiziario!!!

Sono anni che vado dichiarando delle difficoltà a cui le imprese sottoposte a confisca debbono sottostare…
Difatti la consuetudine ha permesso che la maggioranza dei patrimoni confiscati, siano attualmente nelle mani di queste soggetti che, in modo del tutto arbitrario, li gestiscono spesso con discutibile efficienza e soprattutto senza alcun rispetto delle disposizioni di legge.
In particolare queste mie considerazioni, poggiano su fattori determinanti e cioè:
– il primo, quello dei pagamenti: eseguiti questi, senza alcun rispetto di quelle regole elementari chiamate “priorità”, nelle quali pur valendo sempre la regola della cosiddetta “par condicio creditorum”… e cioè che in base a questo principio, i creditori hanno tutti il diritto di essere soddisfatti in egual misura rispetto al patrimonio del debitore, questo però, finché non sussistano diritti di prelazione che dividono i creditori in differenti categorie, alle quali corrispondono ovviamente differenti trattamenti e cioè se si appartiene alla categorie dei privilegiati ( lo Stato, le istituzioni per debiti tributari ed il personale dipendente) oppure dei cosiddetti chirografari, che non godono del diritto di prelazione ( e dunque… saranno soddisfatti successivamente i creditori privilegiati).
– il secondo, quella della rotazione nelle amministrazioni giudiziarie, prevista dalla legge (così come la destinazione dei beni) che dovrebbe avvenire entro 90 giorni o al massimo 180, mentre invece – esistono reali casi in cui società con patrimoni milionari, sono da 15 anni nelle mani dello stesso professionista che per altro, possedeva un doppio incarico, giungendo a prendere cosi negli anni parcelle d’oro ( circa 7 milioni di euro) sia come amministratore giudiziario e sia (150 mila euro) come presidente del consiglio di amministrazione… controllore e controllato nella stessa persona…
– il terzo, la gestione in contemporanea di società – appartenenti questo allo stesso gruppo – che ora vengono ad avere il medesimo amministratore, che ovviamente nell’operare, si ritroverà a seconda della situazione ad essere, una volta creditore ed un’altra volta debitore e viceversa, operando così a “sensazione“, scelte strategiche di solito errate o certamente non convenienti per l’una rispetto all’altra…
– il quarto, la poca dimestichezza con il settore tecnico da affrontare – per non voler aggiungere, la poca capacità professionale e personale che questi amministratori giudiziari hanno, garanzia loro data soltanto sulla carta, in quanto iscritti all’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, ma per il resto, poco conoscono di quel campo con cui adesso debbono andare ad insediarsi, vedasi imprese alimentari, di costruzione, gestione ambientale, impianti industriali, ecc…, e dove – circostanza questa che secondo il sottoscritto dovrebbe essere sempre adottata – questi amministratori, pur avendo la possibilità di chiedere al giudice delegato il consenso a farsi coadiuvare da tecnici o da altri soggetti qualificati, questi amministratori… preferiscono operare in modo del tutto arbitrario, facendo di solito cazz…, ed in questo, non pensiate che ci sia soltanto l’inadeguatezza professionale… perché al suo interno si nasconde il vero motivo, rappresentato da una personalità debole che per propria convenienza, preferisce in ogni circostanza evitare… quei possibili scontri o eventuali denunce di responsabilità!!!
Quanto sopra è appena emerso, dall’ultima indagine condotta dalla Procura Calabrese, dove è stato scoperto ( ma parliamo sempre dell’acqua calda… ) che la condotta di un amministratore giudiziario infedele, consentiva alla ‘ndrangheta di continuare a controllare le stesse imprese sequestrate alcuni anni prima ad alcune cosche…
Il boss arrestato, grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, continuava a gestire in maniera diretta le proprie aziende sequestrate, impartendo ordini e fornendo indicazioni che permettevano così alle società collegate di progredire nel malaffare…
Ora in galera sono finiti in tanti, non soltanto coloro che erano affiliati alla cosca, ma anche insospettabili professionisti, commercialisti ed avvocati, accusati tutti di far parte dell’organizzazione o di averla favorita. Tra questi Rosario Spinella, professionista reggino che il Tribunale aveva designato quale amministratore giudiziario delle aziende sequestrate preventivamente quando era scattata l’operazione…
Spinella è accusato di aver amministrato le aziende, praticamente facendo partecipare il clan a tutte scelte strategiche delle società.
Il manager poi attraverso la sovra-fatturazione delle prestazioni avrebbe costituito un fondo nero al quale i boss potevano attingere, soldi che poi finivano direttamente nelle mani della “famiglia”…
Oltre al commercialista nella lista delle persone finite in manette anche gli avvocati Giulia Dieni e Giuseppe Putortì, legali storici del boss, ora accusati di aver fatto da staffette e portaordini del boss, approfittando della possibilità di avere con lui colloqui in carcere.
Gli inquirenti hanno rilevato che i familiari del boss, era sempre presenti nei cantieri ed aveva la disponibilità di uomini e mezzi che gestivano a loro piacimento, eludendo di fatto, le disposizioni impartite del Tribunale.
Ci sono uomini che credono tanto nella “famiglia” che ne hanno due…
Assenza di credito…
E’ evidente notare come le Banche, dopo gli scandali finanziari ed immobiliari, hanno provveduto a chiudere i propri rubinetti a tutti, sia questi essere privati che imprese…La diffidenza è palese e la mancanza sugli investimenti, non permette l’uscita da questa crisi…
Tralasciando comunque i problemi che tra Banche Centrali e Nazionali esistono e tra quest’ultime e quelle private, ciò di cui si accorge e che nemmeno tra loro vi è fiducia…
Pensavo quindi, visto che negli ultimi 15 anni, le Banche hanno prestato soldi a chiunque li chiedesse… ed abbiamo visto come è andata a finire…, ora mi chiedevo, ma che fine hanno fatto allora tutti quei soldi…, dove sono andati a finire??? Semplice, sono sempre lì, bloccati… nei loro forzieri.
Non si tratta quindi di non avere liquidità da poter affidare alle imprese, ma viceversa non c’è alcuna programmazione da parte delle Banche, in ciò che da sempre rappresenta la loro politica di gestione e cioè prestare denaro in cambio di un tasso d’interesse…
Le Banche come sempre, tentano di voler guadagnare, senza mai però voler rischiare; una posizione questa che non può essere più tollerabile, ed i governi nazionali, dovrebbero cominciare a pensare di creare un nuovo sistema al credito, alternativo a quello bancario, che permetta alle nostre imprese, di poter fare fronte a quelle difficoltà create da questa crisi economica mondiale… e che permetterebbe di ridare nuovamente slancio alle politiche di mercato…
Bisogna ridimensionare il ruolo del sistema bancario, imponendo ad esso regole precise, per continuare ad operare nel nostro paese, ed in caso contrario, se a tali regole non decidessero di adeguarsi…, escluderli, revocando tutte le autorizzazioni necessarie, per poter svolgere nel nostro paese, quanto finora realizzato, continuando a godere di quei privilegi, che hanno permesso loro ed in particolare ai loro banchieri, di accrescere quel loro sostanzioso patrimonio…
In questo debbo dire, che dovremmo prendere esempio dalle Banche Islamiche, al loro modo di gestire il credito, alla mancanza di quei tassi d’interesse a modello usura, alla possibilità del credito senza richieste eccessive su garanzie ed impegni personali, che non debbano poi condurre gli imprenditori, a dover svendere le proprie imprese, perché non riescono più a far fronte ai debiti accumulati con le stesse banche…; queste ultime debbono iniziare a svolgere in maniera coerente, ciò che esse da sempre hanno rappresentano con la loro funzione e cioè quella di svolgere una corretta ed equa intermediazione del denaro…
Ora, che le nostre banche e lo stiamo vedendo con le vicende di questi ultimi giorni, si siano messi a giocare in borsa con titoli, derivati ed investimenti tossici, utilizzando i risparmi dei poveri cittadini e nel momento in cui, si sono accorti che quegli investimenti, avevano concepito risultati fallimentari, hanno modificato l’orientamento dato, verso la necessaria urgenza di doversi ricapitalizzare, per poter allontanare da essi, un probabile fallimento…
Bisogna quindi ripartire dall’inizio, cioè da quando le Banche provvedevano a finanziare il credito, mentre gli imprenditori si dedicavano a creare con proprie capacità sviluppo, per nuove opportunità di mercati e crescita d’occupazione…
Questa ovviamente, può rappresentare soltanto una possibilità tra le tante per uscire oggi da questa crisi, ma garantirebbe se attuata, non soltanto un vantaggio personale ad entrambi, ma una ripresa economica, di cui potrebbe beneficiare tutto il sistema internazionale…


















