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Sicurezza nei cantieri: controlli più energici!!!

Dopo quanto accaduto in questi mesi e soprattutto dopo aver contato le vittime di quei luoghi di lavoro, ecco che i cantieri edili sono entrati nel mirino dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, questi infatti stanno verificando non soltanto le condizione di lavoro del personale presente ma anche le fasi lavorative.

Ciò che principalmente interessa è scoprire la presenza di operai a nero e/o privi di permesso di soggiorno ed ancora, il rispetto della regolarità contributiva (DURC), i contratti di categoria applicati ai dipendenti, ma soprattutto l’adeguata messa in sicurezza…

Difatti nel controllare quelle società affidatarie si stanno verificando anche i contratti di appalto e di subappalto, molti dei quali hanno già fatto scattare parecchie denunce, ma non solo, anche la sospensione dell’attività, in particolare le ispezioni hanno evidenziato come alcune imprese non avessero proceduto con la  formazione e l’addestramento dei propri dipendenti, peraltro mancavano le figure previste per quanto concerne gli addetti alla sicurezza, tra cui quelli al pronto soccorso, antincendio ed emergenza, oltre che RSPP e Preposti.

Inoltre, è stata accertata la mancanza della documentazione prevista in ambito 81/08 e s.m.i., vedasi l’inesistenza del POS e del PIMUS (piano di montaggio e uso smontaggio delle impalcature), mentre ad altre tipologie di imprese mancava il DVR o quantomeno lo stesso era presente ma non attinente con l’impresa stessa, essendo di fatto copia del documento di impresa similare e comunque, nella maggior parte dei casi, questi stessi non erano aggiornati. 

Alcune imprese sono finite nei guai per la mancata sorveglianza sanitaria, in particolare per quanto concerne gli autisti di autocarri, a cui non era stato effettuato il controllo del sangue per accertare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti, sono state altresì evidenziate tutta una serie di violazioni, in particolare la mancata consegna al personale di DPI (personale) ed anche DPC (collettivo).

Addirittura taluni cantieri ispezionati presentavano gravi rischi nella predisposizione strutturale degli impalcati e/o di strutture prefabbricate; per questi motivi le imprese sono state segnalate agli uffici tecnici e in taluni casi è stato disposto il provvedimento di sospensione dell’attività. 

Sì… possiamo dire che dopo anni di mancanti controlli (e di tante mazzette fatte opporunamente girare…), ecco che finalmente qualcosa sta iniziando a muoversi; certo siamo ancora in alto mare e d’altronde basti osservare i cantieri in giro per la città per comprendere come ciascuno di essi presenti quantomeno dall’esterno problematiche più o meno gravi, alcune sicuramente rimediabili, ma certamente allo stato di fatto non conformi con quanto previsto dalle normativa vigente. 

Comunque, speriamo quantomeno che questi controlli non vengano improvvisamente sospesi e finisca tutto – per come finora accaduto –  a “tarallucci e vino”!!! 

Lotta al lavoro nero…

Meglio tardi che mai, il Governo inizia ad attuare nei confronti di quei datori di lavoro che utilizzano personale in nero, applicando quanto era già previsto nella direttiva 2009/CE/52…
Il Testo Unico al comma 12 bis all’art 22 prevede già aumenti di pena a seconda del numero impiegato, se extracomunitari e quindi sprovvisti di  permesso di soggiorno e via discorrendo… 
Certamente con la crisi in corso ed una disoccupazione galoppante, la possibilità di trovare soggetti disposti ad accettare condizioni difformi da quanto previsto nei C.C.N.L. è purtroppo quanto accade spesso…
E’ cosa dire di altrettanti datori di lavoro, che non adempiono a quanto previsto dalla normativa (D.Lgvo. 81/08 e s.m.i.) in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, ed anche, nel rispetto delle qualifiche, sugli orari di lavoro o nel concedere correttamente gli straordinari effettuati e/o le indennità previste…
Ed ancora, l’applicazione di metodi e ordini, nei processi lavorativi, eseguiti con atteggiamenti particolarmente irriverenti, irrispettosi, che hanno la tendenza di provocare e di sottomettere il lavoratore… 
Si parla tanto di cambiamenti delle regole, di contrasto alla illegalità, d’ispezioni severe e di frequenti accertamenti con sanzioni precise, da parte degli organi di controllo…
Le garanzie che i lavoratori chiedono non esistono, sono fatte principalmente perché i datori di lavoro, possono infrangerle, dopotutto se osserviamo le pene ci accorgiamo che sono irrisorie ed è per questo che in tanti, preferiscono rischiare, per poi, nel caso in cui dovessero essere scoperti, pagare la sanzione amministrativa e tutto torna come prima…
Inoltre, non bisogna pensare che questi atteggiamenti abietti, sono svolti soltanto da quei soggetti, che purtroppo hanno dei limiti culturali, perché sono in tanti invece, che mascherati da un “doppio petto” o da un qualche “incarico” prestigioso, utilizzano questa copertura, per effettuare con analoghe modalità, quei principi di raggiro a scapito principalmente dei propri lavoratori…
Ecco che alla prima occasione, bisognerebbe colpirle duramente, queste “cosiddette” imprese, addebitando loro, oltre che sanzioni amministrative anche quelle penali, non soltanto per i titolari delle imprese, ma anche per quanti tra committenti, D.L., ecc…, avrebbero dovuto vigilare durante lo svolgimento dei lavori…
Diceva Giolitti: il Governo ha due doveri, quello di mantenere l’ordine pubblico a qualunque costo ed in qualunque occasione, e quello di garantire nel modo più assoluto ai propri cittadini la libertà del lavoro…

Da mesi senza stipendio e allora tutti nudi!

Ormai quello dello stipendio è diventato una farsa…!!!
Già perché coloro che sono designati a verificare debbono, controllare le reali capacità produttive ed economiche delle società, mantenere e garantire gli eventuali posti di lavoro e per finire, monitorare concretamente che il pagamento degli emolumenti avvenga puntuale…
Ora, ad iniziare dai Sindacati e proseguendo con le Associazioni di categorie, gli Ispettori del lavoro, le Stazioni appaltanti ed i Committenti/Clienti pubblici e/o privati, ecco che questi ultimi in particolare dovrebbero richiedere e verificare le dichiarazioni liberatorie dei dipendenti e non fermarsi soltanto alla controllo del DURC, che garantisce soltanto il pagamento contributivo e che di solito viene ” mantenuto in vita” , per poter far espletare i pagamenti degli incassi…
Si, in definitiva, possiamo ben dire che lo Stato in questo è completamente assente e con questo sistema di regole mai imposte, gioca al disinteresse generale…
Qualcuno, ha pensato di farsi sentire inscenando una nuova protesta come i dipendenti di una compagnia aerea spagnola Air Comet, dove le hostess, senza stipendio da parecchi mesi,  hanno deciso di posare nude per un calendario in modo tale da attenzione la loro grave situazione… 
Lo stesso oggi hanno fatto le guardie giurate della Central Security Group, saliti sul tetto dell’azienda con sede a Calenzano (Firenze) dove vestiti soltanto con boxer, hanno iniziato a protestare… la cosa bella è che oltre ad essere senza stipendi la prefettura gli ha ritirato i porto d’armi e le licenze…
Così in tutto il loro splendore… si sono legati  ad una antenna dichiarando che senza avere certezze di recuperare il posto di lavoro non scenderanno…
Anche a Monza c’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco per convincere un operaio a scendere dalla gru di cantiere sul quale era salito in segno di protesta perché senza stipendio da mesi e dove assistito dai colleghi sotto nel piazzale, si è rischiato a causa delle tensioni uno scontro con le forze dell’ordine..
Sembra assurdo ma le persone sono sull’orlo dell’esaurimento sia fisico che economico, c’è gente che continua a lavorare sostenendo i costi per raggiungere il proprio posto di lavoro, il pranzo ecc…, praticamente finanziando l’impresa con il proprio lavoro, quasi fosse un socio non di capitale ma lavoratore, una forma di cooperativa dove però non si hanno gli stessi diritti/doveri e soprattutto gli stessi incentivi e benefici… lavorare e basta!!! 
Il bello è che il diritto alla retribuzione del lavoro è disciplinato dall’art. 36 della Costituzione e dell’art. 2099 del Codice Civile, che con tali articoli si impone al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio, imposti per legge o dai CCNL a livello nazionale o locale e rispettare tali scadenze è importante anche ai fini del conteggio delle ore di lavoro mensili, peccato che di quanto sopra a nessuno frega qualcosa…
C’è un motivo perché ciò debba avvenire in maniera precisa e puntuale e cioè perché il ritardo dello stipendio può portare a ribaltare il ritardo nel pagamento dei creditori, come le rate del mutuo della banca, le fornitura varie per le utenze, ecc… ed è per tale ragione, che rientra nel  diritto del lavoratore, quello di vedersi corrisposto anche il pagamento degli interessi maturati intorno al 3-4%…
Ma la cosa più importante e che pochi sanno è che il lavoratore che riceve lo stipendio in ritardo, può richiedere anche il risarcimento dei danni morali, derivanti da una situazione di disagio ed incertezza causate dal comportamento doloso del datore di lavoro, ed ancora un’altra facoltà concessa al lavoratore che dipende da un appaltatore inadempiente all’obbligo del pagamento della retribuzione, è quella di rivalersi sul committente dell’opera. (art. 29 legge 30 capo II Appalto).
Le leggi per cautelarsi ci sono tutte, ma purtroppo a causa della grave crisi in corso, della mancanza generale di lavoro e di società che assumono, di un sistema basato sulla presentazione e sul clientelismo, sulla affezione che nel corso degli anni si è venuta ad instaurare con i propri datori di lavoro e con i colleghi…,  e quindi per tutta questa serie di motivi e soprattutto per quell’essere coerenti con se stessi che porta lottare e salvaguardare la società che fino a quel momento, ha sempre confermato stima e gratitudine, garantendo nei momenti buoni sempre quanto dovuto…
Ecco che allora si cerca fino all’ultimo di combattere pur tra mille difficoltà, tentando anche di superare quei  momenti di tensione, che in queste circostanze si sommano e che a volte portano ad incrinare i rapporti personali…
Comunque non bisogna mai dimenticarsi che il diritto al pagamento della retribuzione, cade in prescrizione dopo 5 anni iniziando a decorrere dalla data di cessazione del rapporto…, ma aspettare cinque anni credo superi ogni umana possibilità di speranza…

Da mesi senza stipendio e allora tutti nudi!

Ormai quello dello stipendio è diventato una farsa…!!!
Già perché coloro che sono designati a verificare debbono, controllare le reali capacità produttive ed economiche delle società, mantenere e garantire gli eventuali posti di lavoro e per finire, monitorare concretamente che il pagamento degli emolumenti avvenga puntuale…
Ora, ad iniziare dai Sindacati e proseguendo con le Associazioni di categorie, gli Ispettori del lavoro, le Stazioni appaltanti ed i Committenti/Clienti pubblici e/o privati, ecco che questi ultimi in particolare dovrebbero richiedere e verificare le dichiarazioni liberatorie dei dipendenti e non fermarsi soltanto alla controllo del DURC, che garantisce soltanto il pagamento contributivo e che di solito viene “ mantenuto in vita” , per poter far espletare i pagamenti degli incassi…
Si, in definitiva, possiamo ben dire che lo Stato in questo è completamente assente e con questo sistema di regole mai imposte, gioca al disinteresse generale…
Qualcuno, ha pensato di farsi sentire inscenando una nuova protesta come i dipendenti di una compagnia aerea spagnola Air Comet, dove le hostess, senza stipendio da parecchi mesi,  hanno deciso di posare nude per un calendario in modo tale da attenzione la loro grave situazione… 
Lo stesso oggi hanno fatto le guardie giurate della Central Security Group, saliti sul tetto dell’azienda con sede a Calenzano (Firenze) dove vestiti soltanto con boxer, hanno iniziato a protestare… la cosa bella è che oltre ad essere senza stipendi la prefettura gli ha ritirato i porto d’armi e le licenze…
Così in tutto il loro splendore… si sono legati  ad una antenna dichiarando che senza avere certezze di recuperare il posto di lavoro non scenderanno…
Anche a Monza c’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco per convincere un operaio a scendere dalla gru di cantiere sul quale era salito in segno di protesta perché senza stipendio da mesi e dove assistito dai colleghi sotto nel piazzale, si è rischiato a causa delle tensioni uno scontro con le forze dell’ordine..
Sembra assurdo ma le persone sono sull’orlo dell’esaurimento sia fisico che economico, c’è gente che continua a lavorare sostenendo i costi per raggiungere il proprio posto di lavoro, il pranzo ecc…, praticamente finanziando l’impresa con il proprio lavoro, quasi fosse un socio non di capitale ma lavoratore, una forma di cooperativa dove però non si hanno gli stessi diritti/doveri e soprattutto gli stessi incentivi e benefici… lavorare e basta!!! 
Il bello è che il diritto alla retribuzione del lavoro è disciplinato dall’art. 36 della Costituzione e dell’art. 2099 del Codice Civile, che con tali articoli si impone al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio, imposti per legge o dai CCNL a livello nazionale o locale e rispettare tali scadenze è importante anche ai fini del conteggio delle ore di lavoro mensili, peccato che di quanto sopra a nessuno frega qualcosa…
C’è un motivo perché ciò debba avvenire in maniera precisa e puntuale e cioè perché il ritardo dello stipendio può portare a ribaltare il ritardo nel pagamento dei creditori, come le rate del mutuo della banca, le fornitura varie per le utenze, ecc… ed è per tale ragione, che rientra nel  diritto del lavoratore, quello di vedersi corrisposto anche il pagamento degli interessi maturati intorno al 3-4%…
Ma la cosa più importante e che pochi sanno è che il lavoratore che riceve lo stipendio in ritardo, può richiedere anche il risarcimento dei danni morali, derivanti da una situazione di disagio ed incertezza causate dal comportamento doloso del datore di lavoro, ed ancora un’altra facoltà concessa al lavoratore che dipende da un appaltatore inadempiente all’obbligo del pagamento della retribuzione, è quella di rivalersi sul committente dell’opera. (art. 29 legge 30 capo II Appalto).
Le leggi per cautelarsi ci sono tutte, ma purtroppo a causa della grave crisi in corso, della mancanza generale di lavoro e di società che assumono, di un sistema basato sulla presentazione e sul clientelismo, sulla affezione che nel corso degli anni si è venuta ad instaurare con i propri datori di lavoro e con i colleghi…,  e quindi per tutta questa serie di motivi e soprattutto per quell’essere coerenti con se stessi che porta lottare e salvaguardare la società che fino a quel momento, ha sempre confermato stima e gratitudine, garantendo nei momenti buoni sempre quanto dovuto…
Ecco che allora si cerca fino all’ultimo di combattere pur tra mille difficoltà, tentando anche di superare quei  momenti di tensione, che in queste circostanze si sommano e che a volte portano ad incrinare i rapporti personali…
Comunque non bisogna mai dimenticarsi che il diritto al pagamento della retribuzione, cade in prescrizione dopo 5 anni iniziando a decorrere dalla data di cessazione del rapporto…, ma aspettare cinque anni credo superi ogni umana possibilità di speranza…