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Basta vittime sul lavoro!!!

Continuano (per fortuna) i controlli nei cantieri in tutta Italia da parte dei militari, supportati dai colleghi locali del Nucleo Ispettorato del Lavoro.

D’altronde, se si considera che da inizio anno, il numero dei lavoratori morti (a cui andrebbero sommati quelli di oggi…) ha già raggiunto quota 145, si può comprendere come ancora molto ci sia da fare sotto il profilo della sicurezza.

Ho letto proprio ieri di un cantiere nell’isola dove i carabinieri hanno accertato delle irregolarità, in particolare nella mancata predisposizione dei rischi di cadute, nel cantiere infatti mancavano i parapetti in adiacenza agli scavi, ma non solo, erano presenti rischi elettrici e il mancato rispetto della segnaletica e della viabilità di cantiere… 

Ecco i motivi che hanno condotto i carabinieri a sospendere temporaneamente l’attività, denunciando all’autorità giudiziaria il titolare a carico del quale sono state contestate sanzioni per oltre 20.000 euro. 

D’altronde il tempo delle negligenze e delle collusioni è messo ormai alle strette, ma non si può certo affermare che siamo giunti alla fine di quel sistema corruttivo/illegale, perché quest’ultimo, seppur certamente in questi giorni più limitato, continuerà nuovamente a fare danni, sono troppi purtroppo i funzionari infedeli coinvolti, gli stessi che non possono far a meno di quelle scadenzate bustarelle, ed è a causa di quanto tragicamente accaduto in questi mesi e soprattutto per merito della cassa di risonanza compiuta dai media in genere, che si è riusciti a sospendere (quantomeno temporaneamente…) quelle diffuse collusioni!!!

Perchè la verità è che i controlli devono essere realizzati quotidianamente, in particolare proprio in quel settore edile che per l’appunto evidenzia non soltanto quella mancata prevenzione, formazione, informazione e addestramento, ma soprattutto la presenza di gravi violazioni in fatto di diritti dei lavoratori e soprattutto della loro incolumità.

Peraltro, vorrei ricordare come nel solo 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati quasi 1500 e di questi la maggior parte sui luoghi di lavoro, mentre gli altri sono stati dichiarati come decessi sulle strade per giungere in cantiere e/o in itinere…

Si tenga ulteriormente conto che in quasi 15 anni il nostro Paese ha perso oltre 21.000 lavoratori, morti sul lavoro e naturalmente a questo conteggio mancano (o diciamo che sono sfuggiti…) tutte quelle altre vittime fatte passare per incidenti domestici e/o stradali… 

Perchè a differenza di quanto solitamente è stato dichiarato da parte di tutti i governi nazionali e soprattutto da quei suoi referenti istituzionali, in questo Paese si è pensato soltanto a promuovere la sicurezza in maniera sterile, il tutto a scapito di riforme importanti per realizzare in maniera concreta e soprattutto efficace quella necessaria messa in sicurezza che, proprio i numeri delle vittime, evidenziano esser mancata!!!

Vorrei altresì ricordare come quasi il 30% di quelle vittime, non aveva alcuna assicurazione o quantomeno non era in possesso di un’assicurazione dell’Inail e quindi, se sommate questa percentuale ai numeri di cui sopra, comprenderete quanto grave sia stata questa problematica; ma d’altronde l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), diffonde esclusivamente soltanto i dati di propria pertinenza e quindi i numeri riferiti ai propri morti e d’altro canto, come dargli torto…

Il problema va ricercato alla fonte e fintanto che le imprese vedranno la sicurezza come un costo e taluni fuzionari come una opportunità di guiadagno, ecco che diventa quasi impossibile riuscire a fare sicurezza, anche perché la maggior parte di coloro incaricati (quantomeno sulla carta…) di farla rispettare, sono poi gli stessi miei colleghi che si genufleggono dinnanzi a quei loro “infidi” datori di lavoro!!!

Sicurezza nei luoghi di lavoro: Presidente Mattarella, chissà… se soltanto mi avesse contattato, forse oggi non saremmo qui a parlare di "patente a crediti"!!!

Stasera, per come avevo anticipato nel post pubblicato ieri, avrei dovuto iniziare a parlarvi della novità del governo sulla “patente a crediti” e di come il sottoscritto la ritenga del tutto inutile per affrontare il reale problema della sicurezza nei cantieri edili.

Purtroppo, essendo fuori sede, non ho avuto modo di completare quanto avevo iniziato a preparare, ma nel contempo mi sono ricordato di una lettera aperta scritta alcuni anni fa al nostro Presidente Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi…
La missiva tra l’altro si concludeva con questa frase: Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno gli ultimi e difatti sono certo sin d’ora di poter preannunciare che tra qualche anno, il sottoscritto, si ritroverà ahimè… a parlarne nuovamente in questo suo blog!!!

Il titolo di quella lettera aperta era il seguente: Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/morti-sul-lavoro-una-vergogna-per-lo.html

Leggendola comprenderete il perché da sempre in questo nostro Paese la sicurezza non ha mai funzionato!!! Già… perché nessuno è disposto ad ascoltare… 

Cantieri: ecco i motivi per cui la "patente a crediti" non risolverà minimamente il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro!!!

Le vittime di Firenze hanno provocato un grido di allarme all’attuale Governo, d’altronde quest’ultima tragedia ha evidenziato per l’ennesima volta, come il sistema finora utilizzato e le normative vigenti 81/09 e s.m.i. non funzionassero a dovere…

Sono d’accordo con il segretario della Cgil Landini che ha dichiarato:  «Chiediamo che si apra una trattativa seria, di annunci, di chiacchiere ne ho già sentite anche troppe»!!! 

E così urgentemente il Consiglio dei ministri ha varato delle nuove norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in particolare nei cantieri edili e tra gli argomenti posti in esame è stato proposto un inasprimento delle sanzioni per coloro che non rispettano le regole in materia di sicurezza sul lavoro e un totale riesame degli aspetti penali.

Ecco quindi che nella bozza del decreto legge Pnrr è comparsa la cosiddetta “patente a crediti” per la sicurezza nei cantieri, una misura che entrerà in vigore dal primo ottobre 2024 e si propone di instaurare degli standard di sicurezza più elevati sia per le imprese che per i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili.

L’obiettivo fondamentale è quello di promuovere una cultura della sicurezza diffusa e rigorosa all’interno del settore edilizio, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di incidenti sul lavoro.

Ecco quindi che con l’introduzione della patente, il Governo ambisce a migliorare le condizioni di lavoro nel comparto edilizio, garantendo la protezione degli operatori e del pubblico in generale. 

In vista di nuove disposizioni normative è opportuno quindi assicurare una gestione responsabile dei luoghi di lavoro e dei cantieri per non incorrere in pesanti sanzioni. 

Quindi, che cos’è questa “patente a crediti” per i cantieri???

Come funziona?

A chi verrà rilasciata?

Verranno esonerate le imprese già certificate SOA?

Nei casi di inadempienze accertate cosa accadrà?

Quali decurtazioni e sanzioni verranno applicate?

Ed infine nel caso di incidenti quali provvedimenti verranno intrappresi? 

In questi giorni farò in modo di rispondere ai quesiti sopra riportati, ma soprattutto motiverò il perché quest’ultimo “fantastico” lampo di genio, da parte delle nostre “incompetenti” figure istituzionali, evidenzi pienamente quella loro mancata preparazione su quanto avviene all’interno di quei luoghi di lavoro, un ambito lavorativo totalmente diverso da qualuque altro, che presenta tutta una serie di rischi difficili non solo dal prevenire, ma soprattutto da controllare!!!

Ed è solo grazie all’esperienza “pluriennale” posta in campo dei suoi responsabili, formatori e addetti alla gestione della sicurezza sul lavoro, che finora si è riusciti in questi lunghi anni, nella maggior parte dei casi, ad evitare il peggio…  

A domani quindi…

E' sempre così: dopo che si contano le vittime, ecco che in questo paese si ricordano della Sicurezza sui luoghi di lavoro!!!

Il nostro è un paese composto principalmente da “ipocriti” che non fanno mai nulla di concreto, in particolare nel mettere in pratica gli incarichi per cui mensilmente vengono retribuiti, ma poi, quando accadono incidenti gravi come quello occorso ieri con il crollo di una struttura alle porte di Firenze per la realizzazione di un supermercato, ecco che improvvisamente tutti scendono in piazza!!!

Ascoltavo stamani il Tg1 che diceva come fossero in atto ora i controlli sul personale presente, sui contratti in essere di quei lavoratori, diretti o assunti dai subappaltatori, di tutte quelle procedure che la normativa di riferimento in materia di sicurezza sul lavoro (costituita dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. legge), prevede, ma delle cui adempienze ci si ricorda solo quando si contano i morti!!!

Poi per il resto, la maggior parte di quei responsabili se ne fotte e mi riferisco a molti miei colleghi in qualità di Direttori dei lavori, CSE ed anche RSPP, cui si aggiungono purtroppo gli Ispettori del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale che come sappiamo rivestano funzione di ufficiali di polizia giudiziaria…

Ma stranamente, solo dopo che accadono gli incidenti, ecco che ci si preoccupa delle figure preposte alla sicurezza, mi riferisco ai preposti, agli addetti alle emergenze, ai responsabili delle imprese individuali e/o subappaltatrici, al rispetto dei contratti di lavoro, alla formazione prevista, ai piani di evacuazione e agli interventi di primo soccorso, etc…

La verità è che non c’è alcun controllo o quantomeno nella maggior parte dei luoghi di lavoro quanto dovrebbe essere “regola” diventa qualcosa di arbitrario e non mi riferisco al piccolo cantiere portato avanti da quel pseudo “imprenditore” che, se non avessero l’appoggio della criminalità organizzata, non saprebbero neppure disegnare uno zero con un bicchiere, ma non sono soltanto queste le “imprese” (tra l’altro da noi in Sicilia rappresentano la maggioranza…), perché vi sono anche alcuni “General Contractor” presenti nell’isola che non sono da meno,  mi riferisco a società che vengono costantemente esaltate a livello mediatico!!!

Il sottoscritto ad esempio, proprio alcuni anni fa, dopo aver inviato formale comunicazione, si è recato – a proprie spese – in nord Italia, presso la sede legale in una di queste importanti “Holding”, per evidenziare quanto stesse accadendo in quel loro cantiere e mettendo soprattutto a conoscenza su fatti gravi, in particolare proprio sulla sicurezza!!!

Al mio primo incontro – sì… perché successivamente ne sono seguiti altri – credevano che mi fossi recato lì, chissà… forse per come fanno tutti in questo nostro Paese di merd… già, per ottenere qualche beneficio personale oppure per incrementare quella propria posizione professionale; quando viceversa hanno compreso che il sottoscritto non era soggetto con cui mediare ed avendo altresì intuito che mi occupo da oltre trent’an8ni di sicurezza e da quasi 15 di legalità, ecco, avendo esaminato tutte le criticità indicate, tra l’altro permettetemi di evidenziare come in una di quelle riunioni, nel presentare le prove su quanto stesse accadendo, il solito raccomandato del cazz…, mi faceva notare che non mi era permesso effettuare foto in quei luoghi di lavoro e portava a giustificazione (di quella sua totale ignoranza) la cosiddetta “legge sulla privacy”; Beh… a quel punto ho confermato ad egli che se non fossero state prese da parte della Società, provvedimenti entro e non oltre 15 giorni, tutti i documenti in mio possesso, comprese le foto ed i video  realizzati, sarebbero state trasmessi alle autorità competenti e poi casomai sarei stato denunciato per il mancato rispetto della privacy!!! 

A questo punto, visti gli animi un po’ accesi, uno dei “capi” seduto a quel tavolo – la riunione tra l’altro veniva ripresa da una webcam – compresa la situazione e dopo essersi scusato per quel suo sottoposto, mi confermava che avrebbero sin da subito effettuato le opportune verifiche e nel caso in cui avessi avuto ragione, si sarebbero presi con immediatezza tutti i necessari provvedimenti!!!

Ovviamente comprenderete che non posso fare il nome della società, non per una questione personale, d’altronde dopo quella esperienza il sottoscritto si è dimesso, ma posso garantirvi che tutte le figure allora a capo di quel cantiere da me segnalate sono stati allontanate, come anche alcuni responsabili, ma non solo, a talune imprese affidatarie e/o subappaltatrici sono stati rescissi i contratti in essere. 

Quindi da quanto sopra si comprende che ciascuno deve fare la propria parte, altrimenti si è tutti responsabili di quelle morti che ormai ogni giorno si contano nei  luoghi di lavoro; infatti.. secondo l’Inail, sono quasi tre i morti al giorno nel contesto lavorativo!!!

Eppure di queste morti non se ne parla mai a cui tra l’altro andrebbero sommati tutti quegli incidenti che ogni giorno – pur avvenendo nei luoghi di lavoro come ad esempio nei cantieri – vengono dichiarati all’interno dei Pronto Soccorso da quegli stessi lavoratori (ahimè sottomessi ai loro illegali “datori di lavoro”) come incidenti, sì ma procurati durante l’esecuzione d’interventi presso le proprie residenze.  

Mi dispiace dirlo, ma il problema reale della sicurezza nei luoghi di lavoro ha un nome ben definito e si chiama: collusioni e mazzette!!! Perchè tutto il resta come cantava Califano: è noia!!!

Un plauso alla società "Dusty" e ai suoi dipendenti!!!

Sono certamente molte le società che meritano di ricevere un plauso, ma ve ne sono alcune che più di altre vanno segnalate per quanto vanno svolgendo per la comunità…

Già, perché a differenza di molte – quelle che tendono essenzialmente a realizzare profitti e che nulla fanno per apportare qualcosa di positivo per questa nostra terra – ve ne sono altre, che stando in prima linea, sono lì a risolvere i nostri problemi sociali, ed è grazie a quei loro dipendenti (quest’ultimi va detto si prestano ad affrontare il loro incarico senza mai risparmiarsi), che uno dei più gravi problemi – a cui ben 140 comuni tra le province di Catania, Siracusa e Messina sono state coinvolte – è stato per fortuna ( o per meglio dire grazie alla “Dusty”…) in questi giorni affrontato…

Mi riferisco all’emergenza ambientale/sanitaria causata dal mancato recupero dei rifiuti da doversi conferire presso la discarica autorizzata e che – a causa dell’esaurimento dell’impianto – non si sono potuti dislocare e si parla di ben 600 tonnellate…

Ebbene, la società “Dusty” (e come scrivevo sopra i suoi dipendenti…), hanno provveduto a ripulire non solo la nostra città etnea, ma tutti quei comuni invasi ovunque da quella spazzatura, gettata tra l’altro per le strade in maniera indecente…  

Ecco perché ritengo corretto ringraziare ciascuno di quei lavoratori, perché attraverso il loro operato (per non osare la parola “sacrificio”), hanno permesso a ciascuno di noi di continuare a vivere la nostre città in maniera sicuramente decorosa… 

Certo, ancora molto si deve fare, in particolare nel convincere molte di quelle famiglie a passare alla cosiddetta differenziata “porta a porta“!!!

D’altronde come ripeto spesso, se il livello sociale di un paese si vede da questi comportamenti è tempo che s’inizi a pensare di cambiare, altrimenti siamo ahimè lontani dal poterci proclamare di livello superiore…

Comunque a conclusione di questo post, non posso che esprimere un sentito ringraziamento: sì… grazie Dusty!

Quel "mondo di mezzo" delle cave d'estrazione in Sicilia: "Ahhh… se solo si scavasse più a fondo"!!!


L’altra sera, nel guardare i report del mio blog, ho notato che tra i miei 20 post più letti degli ultimi mesi, cinque rappresentano il mondo delle cave (abusive e non) e dell’estrazione della pietra lavica… 

Mi sono detto: ” Ma guarda un po’ quale interesse hanno i lettori a leggersi argomenti cosi specifici e dettagliati”.
D’altronde parliamo di una materia che non interessa molti…
La platea dei visitatori nel web solitamente preferisce argomenti meno peculiari e certamente più generici…
Però… questo fatto mi ha incuriosito ed allora stasera ho deciso di riproporre in maniera più soft quel “mondo di mezzo”, costituto solitamente da chi gestisce lecitamente o illegalmente le cave nella nostra regione e chi dovrebbe controllarle…
Una volta un mio caro amico – proprietario di alcune cave – mi disse: se vuoi fare immediatamente soldi… devi acquistare una cava!!!
Il sottoscritto, non comprese immediatamente quelle parole e quindi chiese maggiori delucidazioni sul quel mondo dell’estrazione ed egli allora mi disse: “vedi, una cava con aggregato un impianto di frantumazione – anche “mobile” – permette d’incassare subito denaro, per di più in contante, perché tutti hanno bisogno del materiale frantumato, chi per realizzare riempimenti, e chi ad esempio per realizzare in opera del Cls e quindi ha necessità di pietrisco o sabbia (meglio conosciuta con il nome di azolo), per proseguire ancora con la pietra frantumata, i massi, ecc…
La pietra lavica è un materiale con cui si fa di tutto… 
Ovviamente c’è un livello più alto, diciamo più raffinato, con cui si fanno – se pur nella loro semplicità – vere e proprie opere d’arti…
Ma è soprattutto la “gestione” che secondo il sottoscritto determina i maggiori vantaggi… perché parliamo di un’attività difficile da controllare e la cui produzione quantificata, se pur opportunamente registrata (mi riferisco ovviamente a quelle società legalizzate… perché per tutte le altre, quelle abusive, quel mondo dell’estrazione “è tutto oro che cola”…) può dar luogo ad una contabilità parallela, sicuramente ardua da scoprire, non solo per quei funzionari responsabili degli Enti addetti ai controlli, bensì anche per le forze dell’ordine, in particolare per quelle che tra esse, si occupano di reati finanziari che riguardano l’economia e la materia tributaria, ed intervengono solo quando sono presenti reati di truffa o evasione fiscale…
Se poi a quella maestria imprenditoriale ci sommate le complicità di coloro che avrebbero dovuto verificare, ecco che quel mondo delle cave, garantisce non solo a quegli imprenditori di accrescere economicamente in modo esponenziale, ma permette a tutta una serie di soggetti intorno, di beneficiare di ulteriori introiti, regalie che se dimostrate, confermerebbero in maniera chiara quell’eventuale rapporto collusivo…
Certo, quanto sopra non è semplice da dimostrare, anche perché nessuno parla… 
D’altro canto perché farlo, avendo ciascuno di contro interessanti vantaggi a proseguire per come finora fatto!!!
Quindi per scoprire qualcosa, bisogna attendere e sperare… sì che quel flusso all’improvviso s’interrompa, affinché quella cosiddetta “armonia professionale” possa sfaldarsi e dare il via a tutta una serie di provvedimenti amministrativi e no solo, che causeranno tutta una serie di lungaggini, al fine esclusivo di giungere ad una sospensione di quella attività di cava… 
Semplice no… d’altronde ditemi: chi possiede tra le parti, il coltello dalla parte del manico???  
Ho l’impressione che fintanto un’inchiesta non palesi che quanto dal sottoscritto ipotizzato trovi conferma, difficilmente qualcosa di quel mondo, potrà mai cambiare… 
Già, dovremmo accontentarci di scoprire – di tanto in tanto – il nome di qualche “prestanome” che forse sfruttava abusivamente una cava all’interno del Parco dell’Etna, ma per il resto nulla…
Sì… in un certo modo dispiace sapere che nel contempo, tutti gli altri, resteranno come sempre impuniti!!!  

Catania: "Pronto Soccorso" in procinto di chiudere!!!

In questi mesi, più volte purtroppo, mi sono dovuto recare per problemi familiari, nei “pronto soccorso di alcuni nostri presidi ospedalieri nel centro di Catania: mi riferisco al “Garibaldi” di Piazza S. Maria di Gesù e al “Vittorio Emanuele” di Via Plebiscito…

Attendere in quei posti, in particolare in momenti concitati… è veramente problematico, soprattutto per quanti sono lì in qualità di addetti alle emergenze…
Non li invidio… dai dottori, agli infermieri, da quegli ausiliari alla vigilanza, per finire con gli operatori dedicati alle pulizie…
Sono tutti li… a disposizione degli altri, tra continue emergenze che soltanto chi le vive… può comprenderle.

Anche perché bisogna aggiungere che da noi, già in questa nostra città, l’inciviltà ha il sopravvento sulla buone norme di comportamento ed educazione… e quindi è consueto trovare – il cretino di turno – che cerca di far sopravanzare il familiare e/o amico, rispetto all’ordine di arrivo o al codice colorato assegnato a seconda della gravità…

Inoltre, c’è chi, non rispetta i divieti posti dinnanzi agli ingressi e approfittando… entra da qualche uscita secondaria, insieme ad altri 25 suoi parenti… per porsi all’interno di quel pronto soccorso… per dimostrare a quanti lo accompagnano, che egli… come si dice a catanisi… “è spacchiusu”!!!
Nella lista dei cafoni ovviamente… non possono mancare i peggiori…
Già, tutti coloro che spacciandosi per “mafiosi” (la mafia ovviamente per questi soggetti… ne disconosce la paternità), atteggiandosi a “malandrini” con quei loro modi di fare… si rendono a loro modo “minacciosi” e sperano così facendo, d’ottenere quanto da loro richiesto!!!
Su nuddu miscati cu nenti” e difatti quei loro propositi, non producono alcun effetto… anzi no… qualcosa la realizzano… quella di “rompere i coglioni” ai presenti, sia a quanti stanno lavorando, che a quelli in attesa, di poter essere visitati!!!
Ogni tanto in televisione, mi capita d’osservare per alcuni minuti una serie chiamata “grey’s anatomy”…
Ora, se paragonate quel presidio ospedaliero di Seattle il “Grace Hospital” (una delle città più popolose dello Stato di Washington negli USA, con un’area metropolitana di ben 3.500.000 di persone…) a questi nostri presidi di Catania… verrebbe da sorridere, ma se poi riflettiamo sui disagi a cui il nostro personale è costretto ad operare, ecco che allora, quanto svolto in america, fa soltanto ridere!!!
Perché i nostri paramedici… compiono ogni giorno non un lavoro… perché nulla di quanto svolgono può essere rappresentato nella parola “professione”…
Qui da noi… si tratta di mettere tutta la propria passione e abnegazione, in un qualcosa a cui da sempre avevano creduto…
Ovviamente quanto sopra non tiene conto di chi è ormai salito su quelle cattedre ed ha dimenticato quel giuramento d’Ippocrate… e da tempo, si dedica principalmente a sfruttare quella propria posizione, per concretizzare e promuovere la propria immagine pubblica e di contro, nel privato, per realizzare interessi economici, quasi sempre realizzati a nero (alla faccia dell’evasione…)!!!

Ma si sa che prima o poi… tutti hanno bisogno dei medici, ed allora – come si dice – meglio farseli amici che nemici…

Ovviamente non si può fare di “tutta un’erba un fascio”, ci sono tra loro, anche persone perbene… come per esempio, quanti operano all’interno dei pronto soccorsi…
Ho sentito comunque che c’è in corso una riforma ospedaliera, e che questa, preveda la smobilitazione di questi centri d’emergenza e la chiusura definitiva di queste strutture…
Inoltre, a quanto sopra lo letto che ascoltato che sono a rischio anche altre divisioni d’eccellenza, per trasformarle tutte in servizi… 
Parliamo di Oncologia, Pediatria e Rianimazione vanno chiusi… mentre gli sprechi o gli stipendi d’oro restano eguali anzi a differenza di quanto ci raccontano… aumentano sempre!!!

Tanto ai “catanesi” va bene così… cosa importa loro se la Sanità non funziona… o se quegli impiegati verranno trasferiti o licenziati per esubero di personale…
Loro – i catanesi – sono così… fintanto che il problema non li tocca personalmente, nessuno che si lamenta, nessuno che partecipa alla protesta, nessuno che scende in piazza a sostegno di quei cortei… dopotutto a loro cosa interessa, non operano in quel settore e come si dice: “sono esclusivamente problemi loro”!!!
Riprendendo sui tagli al Policlinico “Vittorio Emanuele”, ho letto un commento dell’ex senatore G. Firrarello: “Per il Policlinico sono riuscito a scoprire di meno – prosegue – perché tutte le carte sono stranamente tenute segrete. Vi dico però che perderà 240 posti letto e 18 primari. Fortuna peggiore avranno gli ospedali della provincia di Catania; a Bronte rimarranno 8 posti di Medicina e 10 di Chirurgia, cioè nulla. Perderà anche il Punto nascita e di conseguenza la Pediatria. Temo anche per il Pronto soccorso. Anche Acireale perderà l’Urologia. Vedrete in provincia sarà inutile provare a curarsi, bisognerà andare a Catania dove non si troverà posto perché l’ospedale Vittorio Emanuele è stato chiuso, il San Marco non apre ancora e l’ospedale di Biancavilla non ha ancora messo in funzione i nuovi reparti. Insomma, uno sconquasso. Le uniche aree che si salvano sono Ragusa, Trapani e Gela e io vorrei capire perché…“.

Certo, leggere che le carte sono segretate… fa intuire come dietro quei tagli e quelle politiche strutturali, si celano purtroppo le classiche metodologie clientelari, che conducono a scegliere, una struttura… rispetto ad un’altra, il tutto a scapito dei siciliani e del loro diritto di potersi curare dove preferiscono, in particolare vicino a casa propria…
Ma tanto, cosa conta il parere dei cittadini…
Loro, non devono decidere nulla, ma esclusivamente sottomettersi a questo sistema predeterminato… che fa in modo che le cose non cambino mai e quando ciò non è possibile, è perché si tenta d’avere… maggiori vantaggi personali!!!

ESEC: Ente Scuola Edile di Catania

E’ insolito trovare nel mio Blog qualcosa di cui io scriva favorevolmente ed è ancor più inusuale che utilizzi un mio post per segnalare qualcosa che correttamente nella nostra città funzioni…
Ciò è dovuto principalmente a due fattori: innanzitutto, perché è veramente difficile poter individuare quelle eccellenze che si contraddistinguono nel ns. territorio e secondo perché onestamente scrivendone, non si vuole apparire agli occhi dei propri amici lettori… come si dice da noi… un po’ paraculo!!!
L’atteggiamento di cui sopra però, contrasta completamente con il vero motivo che porta il volermi esporre a valutazioni, obbiettive e positive, poiché non nascondono al suo interno – come potrebbe sembrare a parer di qualcuno abituato, a celate adulazioni, che comunque non mi appartengono – e che, per essere manifestate, hanno bisogno di un particolare “modus operandi”, che prende il nome di opportunismo e cioè di colui che possa agire per un proprio tornaconto…
Ma qui, viene a mancare il cosiddetto movente individuato esattamente nella misura in cui, un’individuo potrebbe ottenere un possibile beneficio, profitto o vantaggio, ma che nel caso specifico… è proprio ciò che manca, mentre di fatto, restano immutati – per come riportavo sopra – i reali motivi per i quali desideravo parlarne.
Fatte quindi le dovute precisazioni, desideravo porre l’attenzione su un comparto, quello delle costruzioni, che rappresenta lo stesso nel quale opero dal lontano 1990 e che da 1996 ho anche rappresentato in qualità di R.S.P.P. ( Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione ).
Ed è proprio su questo elemento di criticità, in tema di salute e sicurezza, che si riflette la problematica della garanzia di quei livelli minimi di prevenzione e protezione a tutela dei lavoratori, malgrado la considerevole legislazione e il livello di innovazione tecnologica. che però si è visto, da solo non basta a contribuire alla riduzione del fenomeno infortunistico, che riveste un ruolo fondamentale di centralità, rappresentando lo strumento essenziale di tutela per imprenditori e lavoratori. 
In particolare, proprio le recenti novità normative in tema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, hanno affidato ai Comitati Paritetici un ruolo strategico attorno al quale si è incentrata la propria missione e cioè quella di poter mettere in atto le politiche per svolgere al meglio i compiti affidati dal legislatore in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, tra cui: l’Informazione, la Formazione, l’Addestramento, la Consulenza, l’Assistenza ed il Sostegno alle imprese. 
Permettere quindi ai propri dipendenti – sia che essi sono lavoratori o dirigenti – di frequentare i corsi di formazione offerti dall’ESEC ( vorrei precisare “Gratuiti” a tutte le Imprese – ovviamente in regola con i pagamenti della Cassa Edile ), permette ai propri collaboratori, addetti nel settore delle costruzioni, una crescita individuale, al fine di acquisire e perfezionare oltre che le proprie capacità professionali, anche migliorare il proprio rendimento produttivo con l’individuazione durante il loro compito, di eventuali rischi, passaggio fondamentale nel processo di crescita e tutela, della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Obbligo questo che non deve essere visto soltanto come qualcosa da cui sfuggire o da demandare in capo al solo “sventurato” Datore di lavoro, ma che deve divenire, obbiettivo prioritario nel sistema della prevenzione, dove le collaborazioni di tutti devono essere privilegiate rispetto alle azioni individuali e dove la bilateralità rappresenta la cerniera fondamentale nelle problematiche della gestione della sicurezza nei cantieri.  . 
Le Imprese hanno l’obbligo – non solo legislativo – di utilizzare questo Ente di Formazione, ma principalmente “morale” di mettere in pratica il livello di preparazione e conoscenza nel campo della sicurezza dei propri dipendenti, con particolare attenzione a quanti assegnati – al Controllo ( vedasi Dirigenti e/o Preposti ) – alle Emergenze ( Primo Soccorso, Antincendio, Evacuazione ) – alla Sicurezza ( R.S.P.P. – R.L.S. ) – per proseguire verso quelle abilitazioni necessarie sia per il montaggio di apprestamenti ( ponteggi, trabattelli, ecc… ) che per l’utilizzo di mezzi d’opera ( escavatori, gru, ecc.. ), ottenendo così quella necessaria conoscenza, sul reale livello dei propri collaboratori..  
L’ESEC nello svolgere le proprie lezioni con docenti preparati ( ne evidenzio solo alcuni, Ing.ri: Vinci, Maci, Manoli e mi scuso per quanti non sono in elenco… ), oltre che disporre dei propri laboratori, si avvale di un’ampio campo scuola, dove ogni lavoratore può mettere in pratica le indicazioni ricevute dai docenti e verificare così il livello di apprendimento raggiunto, dai propri iscritti, con l’obbiettivo costante di una continua crescita professionale ed un progressivo perfezionamento delle risorse umane nel settore delle costruzioni.
Le proposte e le iniziative proposte dal Direttore ( Giacomo Giuliano ) con l’ausilio dei collaboratori di segreteria e tecnici ( D’Antona – Di Stefano – Giangreco ) tengono conto sia delle continue modifiche e/o aggiornamenti legislativi o quando si presentino modifiche al processo produttivo significative ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori – in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione, perché il principale obiettivo non è rappresentato nell’aver espletato quelle documentazioni cartacee necessarie ( evitando così possibili sanzioni amministrative), ma divenire strumento di promozione della “Cultura della Sicurezza” sia in tema di Prevenzione Infortuni, che di Igiene e Ambienti di lavoro.
Inoltre, l’attività dell’Ente Scuola di Catania, non è solo rappresentata dalle iniziative di informazione sulla sicurezza rivolte ai Datori di Lavoro, Lavoratori, Preposti, Dirigenti e Figure della sicurezza, ma anche nelle attività di assistenza in cantiere mediante sopralluoghi tecnici, effettuati su iniziativa propria, richiesti dalle imprese o programmati e coordinati con altri Enti, Istituti e Organismi operanti nel territorio.
In particolare, perseguendo il miglioramento della gestione dei cantieri, essa promuove l’informazione e la formazione dei lavoratori, raccoglie, interpreta e divulga informazioni utili al settore, partecipa ad iniziative di ricerca, informazione e formazione in collaborazione con gli organismi di assistenza e di vigilanza, è parte attiva nei confronti di tutte le iniziative concernenti la sicurezza sui luoghi di lavoro a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo ed infine partecipa al Tavolo Provinciale di Coordinamento, collaborando attivamente con Enti, Istituti e Organismi previsti dalle norme in materia di salute e sicurezza.
Come riportava Nelson Mandela: l’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo! 

Sicurezza sul lavoro: Catania, capitale delle morti bianche!!!

“ Catania, capitale delle morti bianche ”, titolano in questo giorni tutti i giornali…

Mi viene da “ piangere ” al pensiero che in tutti questi anni, ne sono passati quasi 17, da quel lontano 94’, quando venne pubblicato il famoso Dlgs.  626 e s.m.i ( di cui le ultime modifiche, inserite nel 2007 dal Dlgs.  257 ), e da allora ( periodo in cui veniva finalmente e seriamente affrontato il problema della sicurezza ) ad oggi, i risultati sono rimasti sotto il profilo delle vittime eguali!!!
Il decreto legislativo 626/94 rappresentava la normativa di riferimento per aziende e impiegati prescrivendo misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro, in tutti i settori di attività, sia privati che pubblici.

Furono designate delle nuove figure, quali il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione ( interno o esterno all’azienda), bisognava procedere alla nomina del medico competente, vennero designati i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio e di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato ed ancora si prevedeva la designazione dei lavoratori incaricati del pronto soccorso e dell’assistenza medica di emergenza…
Iniziò a redigersi il Documento di valutazione rischi, ed ancora, in tutte le aziende dovrà essere eletto o designato ( direttamente dai lavoratori al loro interno), il rappresentante per la sicurezza (sino a 15 dipendenti), mentre nel caso in cui l’azienda abbia più di 15 dipendenti, il rappresentante per la sicurezza è designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda.

Il datore di lavoro dovrà assicurarsi che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni, ed ancora che le attrezzature di lavoro messe a disposizione del dipendente, debbano soddisfare le disposizioni legislative e regolamentari in materia di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori stessi ad esse applicabili, ed infine vengono introdotte e pubblicate norme specifiche per quanto riguarda anche l’uso di attrezzature munite di videoterminali…

Ora gli anni sono passati, le leggi migliorate, modificate, corrette, ecc…, siamo giunti infatti oggi al Dlgv. 81/08 e s.m.i. ( il cosiddetto Testo Unico… ), ma la sostanza purtroppo non cambia…!!!

Si, gli incidenti soprattutto quelli mortali nei cantieri, non diminuiscono, e soprattutto non diminuiscono a Catania, e controllando meglio le ultime percentuali fornite dall’Inail, ci accorgiamo che siamo fortemente  peggiorati…
Ora tutti coloro che avrebbero dovuto verificare che ciò non avvenisse, sono lì pronti a discutere, realizzano seminari, vengono invitati tutti coloro che svolgono e si occupano di sicurezza  e così Direttori, Coordinatori, Presidenti di associazioni, Psicologi, Medici, Ordinari di università, Sindacalisti, ecc, sono lì pronti a dibattere… 
Ma di che cosa, vorrei dire??? Esistono pochissime regole e basterebbe soltanto farle osservare, è state certi che gli incidenti, soprattutto quelli mortali finirebbero…

 La prima regola è che “ la sicurezza non è un Business ” e non deve essere visto da coloro che vi gravitano attorno, come un pozzo a perdere, perché ormai questo è diventato!!!
Infatti, troviamo migliaia di piccole imprese artigiane, a cui vengono richiesti tanti di quei documenti per essere in regola con le normative, che inesperti, spaventati e preoccupati, preferiscono affidarsi al primo di turno, che avendo svolto ed ottenuto attraverso un semplice corso, il requisito di  Responsabile del servizio Protezione e prevenzione ( a che bella parola… ) o Coordinatore della sicurezza, comincia a preparare tanti di quei documenti, molti dei quali inutili, senza aver accertato l’eventuale ubicazione del cantiere oggetto dei lavori, senza la conoscenza delle capacità tecniche e dei mezzi d’opera dell’impresa, l’aver predisposto tutta una serie di dispositivi di protezione individuali e collettivi, di utensili elettrici o di opere provvisionali, cui l’impresa per abbattere i costi, farà a meno, utilizzando quanto ancora in proprio possesso, nel deposito del proprio magazzino, ormai non più in regola…, ed ecco quindi, che vengono presentati dei bei faldoni ( è giusto fare vedere quanto si è lavorato… ), seguiti correttamente da un conto “salato”… ( se poi una parte di questo conto può non essere registrato e saldato in contanti… è ancora meglio…)!!!

Accertata la mancanza di regole certe e attraverso la breccia, generata dalla confusione,  che tutti questi provvedimenti hanno portano, alcuni soggetti cogliendone questo passaggio si sono infiltrati, per poterne ottenere vantaggi, ed allora tutti a realizzare corsi di formazione ( tanto chi più ne ha più ne metta, per ottenere quel bell’attestato da mettere a vista dietro la propria scrivania, così fa più scena…, poi che non si è frequentato il corso o l’aver visto un cantiere soltanto in televisione, quello ha poca importanza…).
Bisogna purtroppo ancora aggiungere, che a volte vedere certi cosiddetti “docenti” (mi viene da ridere a chiamarli così ed anche raccomandati… ovviamente), sono messi lì a modo loro a spiegare, quasi sempre leggendo le schede preparate in precedenza, proiettate su quello sfondo bianco, attraverso quel sofisticato accessorio, portatosi da casa e facendo così passare, in maniera noiosa, quelle ore a se stesso e a coloro che sono costretti a sentirlo…
Ovviamente, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio e c’è anche chi s’impegna, studia, si aggiorna ed è in questo settore molto preparato oltre che farlo certamente con passione, questi comunque sono pochi e si trovano, soltanto presso gli enti statali e/o paritetici…

Il problema sta nella testa, è fondamentale far capire cos’è la prevenzione; occorre entrare nella psiche e “ martellare ” quotidianamente i  lavoratori, soprattutto quelli che ormai hanno una certa età, questi infatti sono i più reticenti a cambiare le proprie abitudini ( anche perché dita amputate, cicatrici e ossa rotte sono presenti ovunque…) e pensano che l’esperienza fatta negli anni, li renda immuni dal pericolo…
Bisogna far comprendere a quali rischi, la propria mansione può incorrere, non soltanto per lui, ma soprattutto per coloro che gli stanno vicino e quali conseguenze porta il verificarsi di un’infortunio, soprattutto nel caso in cui questo è mortale…
Inoltre, spiegare i danni che l’impresa subisce, dover dimostrare la reale estraneità nell’accaduto, palesare di aver messo tutte le precauzioni perché l’infortunio non avvenisse, ottemperare nella visione di tutti i documenti per sbloccare l’eventuale sospensione dei lavori, procedere con spese legali, chiamare in causa le assicurazioni, pagare transazioni… e via discorrendo…
La cosa bella è che tutti fanno finta di non vedere, basta vedere quasi tutti i nostri cantieri in Città…, gli operai non possiedono divise, il casco è un’eccezione almeno quando serve ( oppure diventa un’imposizione ritrovandoci operai ormai che pranzano con l’elmetto) , guanti, scarpe, cuffie, ecc… sono rari, ed ancora trabattelli e ponteggi formati dagli oggetti più strani ( negli USA sarebbero opere d’arte contemporanea ), e poi non parliamo dei DPI di terzo grado…  

Quindi mi chiedo, ma dove sono coloro che dovrebbero controllare…???, dov’è sono i Sindacati, ( Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ho letto che hanno ribadito la richiesta di una chiara ricognizione delle risorse umane che sono in campo per la lotta alle troppe violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro…), allora perché non cominciare anche con il dire che nella maggioranza delle nostre imprese, il dipendente e/o operaio, non può intervenire ne direttamente, ne attraverso i loro rappresentanti, nelle scelte aziendali della sicurezza, anzi eventuali suggerimenti vengono presi come  influenze negative nella conduzione del proprio e altrui lavoro, ed in contrasto con le decisioni prese direttamente dal proprio Datore di lavoro, ed a cui lui poco si può fare, se non iniziare una lotta impari, dove il mobbing, la farà da padrone, ed al “ povero dipendente/operaio” non resterà altro che rassegnare le proprie dimissioni…

Bisogna incidere nei controlli, con nuovi pubblici ufficiali, a cui è permesso verificare e quindi contribuire a fare espletare tutte quelle azioni atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, poter redigere un verbale di giudizio (non sanzionatorio), e rimandando ad un ulteriore controllo, entro pochi giorni, per verificare se quanto richiesto è stato messo in atto…, documento questo che possa servire quale giudizio di parere sul cantiere esaminato, ed inoltre essendo trasmesso alle autorità competenti, queste provvederanno a realizzare un monitoraggio più particolareggiato ed a prendere nei casi negativi,  i giusti provvedimenti…    
Purtroppo, Catania ha anche un altro triste primato, che è quello rappresentato dal lavoro nero…, ecco colpire quelle imprese che ancora oggi operano attraverso proprio personale o utilizzando personale in nero, tramite il subappalto è una situazione che non può essere più accettata…. queste “ imprese ” debbono essere subito sospese dall’attività, ai propri datori di lavoro, familiari diretti e/o affini che hanno avuto interconnessioni con la società deve essere tolta ogni possibilità, di fare nuovamente impresa…

L’operaio trovato in cantiere durante una verifica da parte di Ispettorati e/o carabinieri, deve dimostrare di essere stato assunto almeno con tre giorni d’anticipo, anche perché un giorno lo si perde per l’assunzione, un’altro per la visita medica e la formazione e la consegna dei DPI  e quindi soltanto il terzo giorno può realmente cominciare ad operare…!!!
Ed ancora bisogna colpire l’operaio che usufruisce dell’eventuale disoccupazione per poi andarsene a lavorare presso qualche impresa, di un amico o di un parente ( a nero…), ecco questi soggetti perderanno il diritto della disoccupazione ed il rimborso di quanto ricevuto con l’aggravio di una ammenda…, mentre all’impresa verrà cagionata una multa con la sospensione definitiva di lavori!!!

Multa e procedimento penale, che prenderà anche la Committente e/o il Proprietario ed anche il Responsabile dei lavori e il Coordinatore della Sicurezza… e qui centra poco la lotta alla legalità, alla Mafia …, perché qui sono soltanto le persone che non fanno il loro dovere e che  in maniera individuale, vanno punite!!!
Il prefetto ha assicurato che metterà attenzione alla questione, attraverso un incontro tematico con la partecipazione di parti sociali, forze dell’ordine, Inps, Inail e Azienda Sanitaria Provinciale.

Speriamo che non rappresenti una delle tante riunioni che alla fine non si concretizzano mai…; perché purtroppo le persone vanno e vengono e quindi  coloro che oggi vengono a trovarsi a dibattere e/o a risolvere questo grave e difficile problema, fra qualche giorno, probabilmente saranno andati in pensione e si dovrà nuovamente ricominciare!!!
Nel frattempo qualche altro morto, avrà elevato il numero di questa nostra vergognosa classifica…

Sicurezza sul lavoro: Catania, capitale delle morti bianche!!!

” Catania, capitale delle morti bianche “, titolano in questo giorni tutti i giornali…

Mi viene da ” piangere ” al pensiero che in tutti questi anni, ne sono passati quasi 17, da quel lontano 94′, quando venne pubblicato il famoso Dlgs.  626 e s.m.i ( di cui le ultime modifiche, inserite nel 2007 dal Dlgs.  257 ), e da allora ( periodo in cui veniva finalmente e seriamente affrontato il problema della sicurezza ) ad oggi, i risultati sono rimasti sotto il profilo delle vittime eguali!!!
Il decreto legislativo 626/94 rappresentava la normativa di riferimento per aziende e impiegati prescrivendo misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro, in tutti i settori di attività, sia privati che pubblici.

Furono designate delle nuove figure, quali il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione ( interno o esterno all’azienda), bisognava procedere alla nomina del medico competente, vennero designati i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio e di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato ed ancora si prevedeva la designazione dei lavoratori incaricati del pronto soccorso e dell’assistenza medica di emergenza…
Iniziò a redigersi il Documento di valutazione rischi, ed ancora, in tutte le aziende dovrà essere eletto o designato ( direttamente dai lavoratori al loro interno), il rappresentante per la sicurezza (sino a 15 dipendenti), mentre nel caso in cui l’azienda abbia più di 15 dipendenti, il rappresentante per la sicurezza è designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda.

Il datore di lavoro dovrà assicurarsi che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni, ed ancora che le attrezzature di lavoro messe a disposizione del dipendente, debbano soddisfare le disposizioni legislative e regolamentari in materia di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori stessi ad esse applicabili, ed infine vengono introdotte e pubblicate norme specifiche per quanto riguarda anche l’uso di attrezzature munite di videoterminali…

Ora gli anni sono passati, le leggi migliorate, modificate, corrette, ecc…, siamo giunti infatti oggi al Dlgv. 81/08 e s.m.i. ( il cosiddetto Testo Unico… ), ma la sostanza purtroppo non cambia…!!!

Si, gli incidenti soprattutto quelli mortali nei cantieri, non diminuiscono, e soprattutto non diminuiscono a Catania, e controllando meglio le ultime percentuali fornite dall’Inail, ci accorgiamo che siamo fortemente  peggiorati…
Ora tutti coloro che avrebbero dovuto verificare che ciò non avvenisse, sono lì pronti a discutere, realizzano seminari, vengono invitati tutti coloro che svolgono e si occupano di sicurezza  e così Direttori, Coordinatori, Presidenti di associazioni, Psicologi, Medici, Ordinari di università, Sindacalisti, ecc, sono lì pronti a dibattere… 
Ma di che cosa, vorrei dire??? Esistono pochissime regole e basterebbe soltanto farle osservare, è state certi che gli incidenti, soprattutto quelli mortali finirebbero…

 La prima regola è che ” la sicurezza non è un Business ” e non deve essere visto da coloro che vi gravitano attorno, come un pozzo a perdere, perché ormai questo è diventato!!!
Infatti, troviamo migliaia di piccole imprese artigiane, a cui vengono richiesti tanti di quei documenti per essere in regola con le normative, che inesperti, spaventati e preoccupati, preferiscono affidarsi al primo di turno, che avendo svolto ed ottenuto attraverso un semplice corso, il requisito di  Responsabile del servizio Protezione e prevenzione ( a che bella parola… ) o Coordinatore della sicurezza, comincia a preparare tanti di quei documenti, molti dei quali inutili, senza aver accertato l’eventuale ubicazione del cantiere oggetto dei lavori, senza la conoscenza delle capacità tecniche e dei mezzi d’opera dell’impresa, l’aver predisposto tutta una serie di dispositivi di protezione individuali e collettivi, di utensili elettrici o di opere provvisionali, cui l’impresa per abbattere i costi, farà a meno, utilizzando quanto ancora in proprio possesso, nel deposito del proprio magazzino, ormai non più in regola…, ed ecco quindi, che vengono presentati dei bei faldoni ( è giusto fare vedere quanto si è lavorato… ), seguiti correttamente da un conto “salato”… ( se poi una parte di questo conto può non essere registrato e saldato in contanti… è ancora meglio…)!!!

Accertata la mancanza di regole certe e attraverso la breccia, generata dalla confusione,  che tutti questi provvedimenti hanno portano, alcuni soggetti cogliendone questo passaggio si sono infiltrati, per poterne ottenere vantaggi, ed allora tutti a realizzare corsi di formazione ( tanto chi più ne ha più ne metta, per ottenere quel bell’attestato da mettere a vista dietro la propria scrivania, così fa più scena…, poi che non si è frequentato il corso o l’aver visto un cantiere soltanto in televisione, quello ha poca importanza…).
Bisogna purtroppo ancora aggiungere, che a volte vedere certi cosiddetti “docenti” (mi viene da ridere a chiamarli così ed anche raccomandati… ovviamente), sono messi lì a modo loro a spiegare, quasi sempre leggendo le schede preparate in precedenza, proiettate su quello sfondo bianco, attraverso quel sofisticato accessorio, portatosi da casa e facendo così passare, in maniera noiosa, quelle ore a se stesso e a coloro che sono costretti a sentirlo…
Ovviamente, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio e c’è anche chi s’impegna, studia, si aggiorna ed è in questo settore molto preparato oltre che farlo certamente con passione, questi comunque sono pochi e si trovano, soltanto presso gli enti statali e/o paritetici…

Il problema sta nella testa, è fondamentale far capire cos’è la prevenzione; occorre entrare nella psiche e ” martellare ” quotidianamente i  lavoratori, soprattutto quelli che ormai hanno una certa età, questi infatti sono i più reticenti a cambiare le proprie abitudini ( anche perché dita amputate, cicatrici e ossa rotte sono presenti ovunque…) e pensano che l’esperienza fatta negli anni, li renda immuni dal pericolo…
Bisogna far comprendere a quali rischi, la propria mansione può incorrere, non soltanto per lui, ma soprattutto per coloro che gli stanno vicino e quali conseguenze porta il verificarsi di un’infortunio, soprattutto nel caso in cui questo è mortale…
Inoltre, spiegare i danni che l’impresa subisce, dover dimostrare la reale estraneità nell’accaduto, palesare di aver messo tutte le precauzioni perché l’infortunio non avvenisse, ottemperare nella visione di tutti i documenti per sbloccare l’eventuale sospensione dei lavori, procedere con spese legali, chiamare in causa le assicurazioni, pagare transazioni… e via discorrendo…
La cosa bella è che tutti fanno finta di non vedere, basta vedere quasi tutti i nostri cantieri in Città…, gli operai non possiedono divise, il casco è un’eccezione almeno quando serve ( oppure diventa un’imposizione ritrovandoci operai ormai che pranzano con l’elmetto) , guanti, scarpe, cuffie, ecc… sono rari, ed ancora trabattelli e ponteggi formati dagli oggetti più strani ( negli USA sarebbero opere d’arte contemporanea ), e poi non parliamo dei DPI di terzo grado…  

Quindi mi chiedo, ma dove sono coloro che dovrebbero controllare…???, dov’è sono i Sindacati, ( Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ho letto che hanno ribadito la richiesta di una chiara ricognizione delle risorse umane che sono in campo per la lotta alle troppe violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro…), allora perché non cominciare anche con il dire che nella maggioranza delle nostre imprese, il dipendente e/o operaio, non può intervenire ne direttamente, ne attraverso i loro rappresentanti, nelle scelte aziendali della sicurezza, anzi eventuali suggerimenti vengono presi come  influenze negative nella conduzione del proprio e altrui lavoro, ed in contrasto con le decisioni prese direttamente dal proprio Datore di lavoro, ed a cui lui poco si può fare, se non iniziare una lotta impari, dove il mobbing, la farà da padrone, ed al ” povero dipendente/operaio” non resterà altro che rassegnare le proprie dimissioni…

Bisogna incidere nei controlli, con nuovi pubblici ufficiali, a cui è permesso verificare e quindi contribuire a fare espletare tutte quelle azioni atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, poter redigere un verbale di giudizio (non sanzionatorio), e rimandando ad un ulteriore controllo, entro pochi giorni, per verificare se quanto richiesto è stato messo in atto…, documento questo che possa servire quale giudizio di parere sul cantiere esaminato, ed inoltre essendo trasmesso alle autorità competenti, queste provvederanno a realizzare un monitoraggio più particolareggiato ed a prendere nei casi negativi,  i giusti provvedimenti…    
Purtroppo, Catania ha anche un altro triste primato, che è quello rappresentato dal lavoro nero…, ecco colpire quelle imprese che ancora oggi operano attraverso proprio personale o utilizzando personale in nero, tramite il subappalto è una situazione che non può essere più accettata…. queste ” imprese ” debbono essere subito sospese dall’attività, ai propri datori di lavoro, familiari diretti e/o affini che hanno avuto interconnessioni con la società deve essere tolta ogni possibilità, di fare nuovamente impresa…

L’operaio trovato in cantiere durante una verifica da parte di Ispettorati e/o carabinieri, deve dimostrare di essere stato assunto almeno con tre giorni d’anticipo, anche perché un giorno lo si perde per l’assunzione, un’altro per la visita medica e la formazione e la consegna dei DPI  e quindi soltanto il terzo giorno può realmente cominciare ad operare…!!!
Ed ancora bisogna colpire l’operaio che usufruisce dell’eventuale disoccupazione per poi andarsene a lavorare presso qualche impresa, di un amico o di un parente ( a nero…), ecco questi soggetti perderanno il diritto della disoccupazione ed il rimborso di quanto ricevuto con l’aggravio di una ammenda…, mentre all’impresa verrà cagionata una multa con la sospensione definitiva di lavori!!!

Multa e procedimento penale, che prenderà anche la Committente e/o il Proprietario ed anche il Responsabile dei lavori e il Coordinatore della Sicurezza… e qui centra poco la lotta alla legalità, alla Mafia …, perché qui sono soltanto le persone che non fanno il loro dovere e che  in maniera individuale, vanno punite!!!
Il prefetto ha assicurato che metterà attenzione alla questione, attraverso un incontro tematico con la partecipazione di parti sociali, forze dell’ordine, Inps, Inail e Azienda Sanitaria Provinciale.

Speriamo che non rappresenti una delle tante riunioni che alla fine non si concretizzano mai…; perché purtroppo le persone vanno e vengono e quindi  coloro che oggi vengono a trovarsi a dibattere e/o a risolvere questo grave e difficile problema, fra qualche giorno, probabilmente saranno andati in pensione e si dovrà nuovamente ricominciare!!!
Nel frattempo qualche altro morto, avrà elevato il numero di questa nostra vergognosa classifica…