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Messina Denaro: le condizioni di salute sono incompatibili con 41bis? Ed allora… scarceriamolo!!!

Secondo il suo legale, le condizioni di Messina Denaro sono gravemente peggiorate e non sono compatibili con il carcere duro”. 

ad affermarlo è l’avvocato del boss Alessandro Cerella sostenendo che “deve essere assistito 24 ore al giorno” e aggiungendo, “presenteremo istanza per il ricovero ospedaliero”.

Penso che viste accertate le condizioni medico gravi, forse sia il momento di rivalutare quella sua posizione, d’altronde lo Stato deve sempre dimostrare di essere diverso, in particolare da tutti quei soggetti che nel corso della loro vita, hanno evidenziato una inflessibile empietà…

Non si tratta di perdonare, in particolare chi non ha intrapreso alcuna strada di collaborazione con la giustizia e quindi dimostra di non avere alcuna intenzione di pentirsi, ma certamente non si può essere aguzzini e infierire su un soggetto che ormai ha poco da vivere!!!

Lo Stato è forte anche per questo, perché riesce in ciò che la mafia non sa fare!!!

Già… perché non bisogna dimenticare il piccolo Giuseppe Di Matteo e di come egli venne assassinato!!!

Certo, abbiamo ascoltato in questi giorni le parole del boss che si considera estraneo a quell’omicidio, negando di aver ordinato il brutale assassinio e scaricando la responsabilità di quel delitto su Giovanni Brusca, ora collaboratore di giustizia e da poco tornato in libertà…

E quindi, se abbiamo liberato Brusca, perché non farlo anche con Messina Denaro???

Cosa nostra??? Non c'è più!!! Il 41 Bis??? Va eliminato!!!

Ecco su quale percorso giudiziario si è indirizzato il nostro Paese!!!

 “È in corso una smobilitazione della legislazione antimafia, si dice che Cosa Nostra non c’è più e che va abolito il 41 bis”, ovviamente non sono io a dirlo o meglio, il sottoscritto lo va ripetendo da un bel po’ di anni, ma comprenderete come il mio giudizio non rappresenti nulla di eclatante, dal momento che non ricopro alcuna posizione istituzionale, ma certamente l’operato compiuto costantemente come semplice cittadino – prima ancora che come delegato di un’associazione antimafia – mi ha portato a comprendere come in questi anni la giustizia, abbia deciso di percorrere una strada volta ad ostacolare o quantomeno a ritardare le attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e corruzione!!!

Quanto sta di fatto accadendo grazie a magistrati compiacenti presso taluni Tribunali, ha permesso di creare meccanismi deviati di complicità, compromessi, boicottaggi, ostruzionismi, rallentamenti, occultamenti, coperture, tutte procedure irregolari per creare disordine e caos, affinché la verità non giunga mai ad esser riconosciuta!!!  

Il sottoscritto in questi lunghi anni ha potuto vivere sulla propria pelle il fastidio dato per aver fatto il proprio dovere!!!

Vi è quasi una repulsione a questo modo di essere e non mi riferisco al giudizio dato da quei cosiddetti affiliati o a quanti dimostrano d’appartenere con le loro azioni, se non totalmente a quella criminalità organizzata, quantomeno a quel sistema deviato politico/massonico/imprenditoriale, no… questi soggetti, in un qualche modo, proprio per quel loro essere senza dignità, in un certo senso li comprendo pure… 

Ciò che viceversa mi da fastidio è vedere gli occhi delle persone “comuni”, di coloro che vorrebbero farti credere d’essere anch’essi  onesti, già di aver qualcosa in comune con alcuni di noi, ben sapendo nel loro intimo, quanto lontani siano dal solo potersi paragonare lontanamente, ad esempio al sottoscritto!!!

Certo mi si dice a volte di essere “pesante“, di non comprendere i limiti, quando secondo loro sia giusto fermarsi, già… come se alla legalità si possa dare un termine, una linea di demarcazione, oltre la quale tutto è possibile, sì… tutto è permesso!!!

Io comprendo questo loro ambiguo comportamento, perché quando un individuo nel corso della propria vita si è svenduto, quando si è compromesso, ecco che dentro di sé, inizia a pensare che anche gli altri sicuramente sono come lui, quasi a voler giustificare quel loro scorretto operato e difatti col passar del tempo, iniziano a credere che non può esserci nessuno capace di non piegarsi o ancor più… a non farsi corrompere, perché ritengono che nel corso della vita, c’è sempre un momento in cui si ha bisogno e quindi non si può fare a meno degli altri, sì… delle loro raccomandazioni, di quei favori strettamente personali, delle mazzette, di tutti quei meccanismi deviati e lerci con cui essi finora hanno convissuto!!! 

Dice correttamente il mio omonimo Nicola: “Il potere non vuole “gente pensante”, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”

Già… il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Gratteri, risponde così alla domanda sul perché negli anni siano sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine a prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. 

Nicola… Nicola, tu sei come me… noi siamo uguali e noi siamo precisamente come ho scritto in un mio post “Ribelli” e questa tipologia di soggetti a modello “cani sciolti”, liberi e indipendenti, non potranno mai far carriera, perché non siamo ricattabili e sfuggiamo a qualsivoglia inquadramento!!!  

“La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto (Procuratore, mi permetta di aggiungere che forse un giorno scopriremo quanto realmente accaduto in quegli anni nel nostro Paese) è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha dichiarato Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo. 

“Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.

Procuratore, se la cultura della legalità passasse da uomini come Lei, me e molti altri, questo nostro Paese sarebbe sicuramente meraviglioso e non esisterebbe più associazioni criminali e la politica ed i suoi interpreti anche istituzionali, sarebbero liberi da qualsivoglia compromesso!!!

Ma purtroppo tra un po’ Lei non ci sarà più a svolgere quel suo incarico, di me forse… resteranno le condanne, le denunce in corso, quelle presentate e quelle rimaste celate dentro i cassetti di un qualche “magistrato” e chissà se forse queste mie parole, espresse da un semplice Blog (ma seguite dai tanti incontri dove ho provato a trasmettere nel mio piccolo quel messaggio sulla “legalità” a molti ragazzi), ecco… chissà se forse un giorno, quanto si è insieme seminato, Lei col suo incarico ed io con la mia passione, porterà finalmente a quel rinnovato cambiamento cui da sempre credo, perché rappresenta uno dei principi fondamentali della mia vita, lo stesso che mi da ogni giorno quella necessaria forza interiore per continuare e soprattutto per non fermarmi!!!

Nicola, cosa aggiungere: andiamo avanti…

Non aver incaricato immediatamente a capo del "DAP" l'ex Pm Nino Di Matteo (ma essersi fermati soltanto ad una semplice proposta), è una vergogna!!!

Altro che legalità…
Ma veramente dobbiamo pensare che sono bastate delle semplici pressioni di quegli affiliati alle organizzazioni mafiose per frenare un ministro di Giustizia!!!

Ed allora viene spontaneo chiedersi, a quale accordo si è dovuti sottostare???
Già… quale nuovo “papello” è stato firmato questa volta, forse che se quei delinquenti si fossero comportati bene durante questi anni di governo, avrebbero usufruito di permessi o come di fatto accaduto, sarebbero potuti uscire appena possibile, anche taluni noti criminali detenuti con il 41-bis???
Certamente è una vergogna quanto accaduto, soprattutto pensando a quale imbarazzante circostanza sia stato coinvolto un emblema del nostro paese, un uomo che ha messo a rischio la propria vita per combattere la mafia e quindi una persona che avrebbe meritato ben altra considerazione… 
Ecco perché  il guardasigilli ha richiesto le dimissioni immediate del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede!!!
Io stesso l’altra sera mi trovavo dinnanzi alla Tv per seguire la trasmissione di Giletti, dove tra l’altro era stato invitato il Comandante “Ultimo” ed ecco che all’improvviso è giunta a telefonata dell’attuale consigliere del Csm, Dott. Di Matteo, che ha voluto precisare – con modi impareggiabili e con la massima educazione – di come il Ministro lo avesse contattato per offrirgli un incarico e cioè di scegliere se diventare direttore del Dipartimento degli affari penali oppure Capo del Dap…
L’allora Procuratore Di Matteo, pur avendo in quella telefonata richiesto al Ministro 48 ore per pensarci, dopo neppure un giorno, a richiesto un appuntamento, confermando al ministro di scegliere di fare il capo del Dap per ragioni inerenti con il proseguo delle attività d’indagine portate avanti negli anni contro le organizzazioni mafiose… 
A quel punto il ministro però confermava che quell’incarico sarebbe andato ad un altro collega, ma che avrebbe potuto diventare direttore del Dipartimento degli affari penali, incarico che il magistrato ha rifiutato… 
Certo ora la feroce polemica sta scatenando le ire anche di chi non vede l’ex Pm Nino Di Matteo di buon grado…
Ho appena letto un articolo su “ilriformista” che attacca il magistrato: “Di Matteo è il pm di Palermo che credette a Scarantino e mandò a puttane l’inchiesta sull’omicidio di Paolo Borsellino, quello che ha costruito il grande processo sulla trattativa Stato-mafia che poi è stata demolita in moltissimi altri processi. E’ quello che andò alla procura nazionale anti-mafia ma che dopo qualche mese fu mandato via dal procuratore poiché “parlava troppo” rilasciando troppe interviste”!!!
Ora per chi come il sottoscritto che in piena diretta ha potuto ascoltare quelle parole, con Giletti che provava in tutti i modi ad uscire da quel primo piano (chissà forse debbo credere per suggerire a qualche suo collaboratore di contattare immediatamente il ministro per un confronto in diretta Tv, circostanza quest’ultima che poi è realmente accaduta…) e difatti, appena riapparso sullo schermo, sollecitava gli altri suoi ospiti su quelle rivelazioni e sulla forte preoccupazione di quei boss (alla prospettiva che potesse diventare il Di Matteo a capo del Dap) e quindi continuava con l’intervento del ministro che presentava una ricostruzione molto “generica” e poco specifica che coinvolgeva il “popolo italiano“, ma che lasciava il sottoscritto ancora più frastornato, tanto da essersi convinto che qualcuno si si fosse lasciato “condizionare” dalle parole pronunciate in carcere da un qualche boss mafioso…
Già – debbo confidarvi – il dover vedere il Capitano “ultimo” celato da una protezione che gli occultava metà del viso…  mi irritava parecchio… d’altronde il sottoscritto pensa che un’uomo coraggioso come d’altronde egli è stato, non debba nascondere il proprio volto, perché sono altri che debbono coprirselo per quei loro comportamenti indegni: egli è un eroe ed è giusto che come tutti gli eroi vengano presi a modello, in particolare dai bambini di questo paese che debbono sapere a chi dire grazie e chissà forse un giorno ispirarsi…   
Questo camuffarsi… da quasi l’impressione che si possa avere ancora oggi paura di quella organizzazione criminale – che non rappresenta certamente il suo caso – come peraltro quello del Pm Di Matteo, perché siamo tutti a conoscenza di come essi abbiano agito sempre a viso aperto nella lotta alla mafie, come d’altronde testimoniato dalle loro vite…
Certo qualcosa di grave è accaduto… nessuno noi avrebbe mai pensato che quest paese sarebbe giunto a scarcerare dei boss… non uno, non due, non tre… ma ad oggi sono ben 376 tutti trasferiti ai domiciliari, per ragioni di salute…
Non entro nel merito delle dimissioni richieste dai molti politici in particolare da quelli dell’opposizione, non m’interessa d’altra parte si sa… rappresentano inutili chiacchiere portate avanti in questo paese per far comprendere che essi sono presenti…
Diversamente… interessa che si prendano immediatamente provvedimenti, riportando nuovamente all’interno di quelle strutture penitenzierie tutti coloro che debbono ancora scontare la loro pena, con l’auspicio ovviamente di curarli nei migliori dei modi…
Sicuramente non si può pensare di continuare per come finora si è fatto, altrimenti il messaggio che passa è quello che ciascuno di può fare qualunque cosa contro questo Stato, perché d’altro canto sarà esso stesso col passar del tempo e attraverso i suoi uomini, a mitigare l’eventuale condanna ricevuta…
Già… basterà attendere anche un semplice virus influenzare per sperare di poter uscire da quel penitenziario ed festeggiare così la ritrovata libertà…

Ecco come si aggiustano i processi per mafia…

Le dichiarazioni riportate dal pentito Carmelo D’Amico nell’aula della Corte d’Assise di Messina, dove si stava celebrando un processo per omicidio di mafia, sono state alquanto forti… ed hanno dato il via ad una serie di verifiche da parte dei giudici del distretto di Reggio Calabria, che hanno di fatto competenza territoriale, sulle vicende in cui sono coinvolti i giudici messinesi.

Il pentito ha detto: abbiamo corrotto qualche pubblico ministero, qualche procuratore generale e abbiamo “aggiustato” qualche processo molto importante…
“Minchia… cosa dovevano fare di più, hanno fatto tutto…”, certo che se quanto dichiarato fosse realmente vero, non so più a quale santo bisogna votarci… 
Il pentito, alle domande del Pm ha risposto in questo modo: guardi, io ho deciso di collaborare con la giustizia, perché sono stato sempre chiuso al 41 bis, da quando mi hanno arrestato dal 2009; ovviamente stando da solo ho avuto modo di riflettere…ed anche perché il 41 bis è sicuramente un carcere duro… ed è per quei motivi che ho deciso di cambiare vita, anche se avrei avuto la possibilità di uscire prima o poi… dal carcere, perché io, ho esperienza nei processi… perché abbiamo aggiustato o meglio… la nostra organizzazione ha aggiustato diversi processi, abbiamo corrotto qualche giudizio di cui ne ho parlato, abbiamo corrotto qualche pubblico ministero, qualche procuratore generale e abbiamo aggiustato qualche processo molto importante e quindi c’era una alta  possibilità che io potessi uscire dal carcere.”
Il processo a detta del pentito “più importante”, sarebbe stato quello scaturito dal triplice omicidio Geraci-Raimondo-Martino, avvenuto la notte del 4 settembre 1993 alla stazione di Barcellona: le vittime erano tre ragazzi di Milazzo e furono giustiziate perché avevano superato i confini territoriali del loro comune e si erano spinti oltre… sino a Barcellona P.G. per poter commettere i reati…
Il pentito, tra le sue ammissioni  ha toccato anche toccato anche l’Arma dei carabinieri con le sue dichiarazioni: ho avvisato pure Carmelo Bisognano dell’operazione Icaro, l’ho avvisato io che c’era l’operazione in corso, perché avevamo saputo praticamente, tramite carabinieri “corrotti” che noi, avevamo sul libro paga dal ’90, carabinieri corrotti di cui uno apparteneva alla… alla squadra catturando latitanti, un altro era nella Dda… nella Dda che faceva la scorta… e tanti altri, tra carabinieri e poliziotti, che sono sui nostri libri paga e che ne ho parlato purtroppo”.
Infine, il passaggio alla Cassazione:  la nostra associazione – ha detto D’Amico – era molto ramificata a livello politico, a livello istituzionale, era una delle più potenti che c’era in Sicilia, aggiungendo che la cosca barcellonese e anche molto sanguinaria… 
Noi siamo arrivati anche sino alla Cassazione a sistemare un processo molto noto!!!
Abbiamo corrotto un giudice di Cassazione, io stesso sono andato personalmente insieme a Pietro Mazzagatti Nicola, per corrompere questo giudice nativo di Santa Lucia del Mela e che risiede attualmente a Roma; abbiamo come le dicevo queste persone ed era per questi motivi, che le dicevo prima… che ero sicuro di uscire, perché sapevo che avrei goduto dell’appoggio in Cassazione di questo giudice corrotto…”
Certo a sentire queste dichiarazioni si resta sconvolti e dobbiamo trattenere qualsivoglia esternazione personale sperando che si sia trattato dell’ennesimo tentativo di impressionare i media, per dar modo al processo di aumentare quella propria audience…
Se così non fosse… sarebbe meglio applicare quella citazione che diceva: se i processi fossero risolti a pari e dispari almeno la meta’ delle sentenze sarebbero giuste!!!

Le "ciliegine" di Totò Riina…

Sono rimasto senza parole nell’ascoltare, durante la trasmissione su La7 “Servizio Pubblico” ( presentato da Michele Santoro ) le intercettazioni tra Salvatore Riina ed il compagno d’aria…
Ciò che mi ha colpito in particolare, non sono le frasi dette… che considerati gli interlocutori erano prevedibili…
Ma quello che mi ha stupito è che queste intercettazioni siano state effettuate parecchi mesi fa, senza voler aggiungere quelle del 2008, dove per la prima volta si fa riferimento ad un senatore che ” è una mente “.
Mi sono chiesto: ma come fa un soggetto internato con il 41 bis, senza alcuna possibilità di dialogare, isolato da qualsivoglia comunicazione esterna, a esprimere quanto di li a breve sarebbe successo nel campo della nostra politica nazionale…
Come fa a sapere anticipatamente in quali modi si sarebbe potuta esprimere la Magistratura sul Cavaliere???
Perché parlare del Cavaliere: ” se lo merita, se lo merita. Gli direi io… ma perché ti sei andato a prendere lo stalliere? Perché te lo sei messo dentro???”, parole che sembrano essere riferite a Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore condannato per mafia… ” era un bravo picciotto… Mischino, poi si è ammalato ed è morto “…
Sembra inoltre che Riina ( il 6 agosto 2013 ) chieda al suo compagno d’aria sul Cavaliere: cosa scrivono i telegiornali di quel “buffone” di Berlusconi??; il boss pugliese della sacra corona unita rispose che ” a Roma stavano vedendo come fare per salvarlo “. 
Ad un certo punto Riina lancia un’altra delle sue invettive: “Noi su Berlusconi abbiamo un diritto… ed ancora parlando del Cavaliere e dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano ( boss di Brancaccio ) ricorda dei molti contatti economici avuti propria con l’imprenditoria di Milano, aggiungendo: ” avevano Berlusconi… certe volte…”… ovviamente il tutto è seguito da parole incomprensibili e da frasi che chissà…, forse sono state opportunamente cancellate….
Chi gli ha detto di eventuali nuovi accordi o di strategie elettorali politiche???
Cosa dire di Alfano e del suo partito Nuovo Centrodestra???  
Perché parlare soltanto ora, dopo tanti anni, del paese del “Ciliegiaro“??? 
Sembra secondo gli inquirenti che al “Ciliegiaro” corrisponda il paese di Chiusa Sclafani, ovvero il paese del Sen. Renato Schifani… 
Come dicevo sopra, non è la prima volta che Riina faccia riferimento all’ex presidente del Senato: il 10 giugno del 2008, durante un colloquio con i familiari, intercettato dagli investigatori, aveva detto alla figlia Lucia che “Renato Schifani è una mente”, da li a qualche settimana infatti l’ex esponente di Forza Italia era diventato presidente del Senato!!!
Oggi Schifani è sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. 
La Procura ne aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip ha deciso che le indagini debbano andare avanti…
Ed ancora se la prende con Angelino Alfano… lo definisce “disgraziato” quel ministro dell’interno Agrigentino, che si è accanito con quelli del 41 bis… “una canaglia“, perché fa di tutto  per perseguitare i detenuti del carcere duro…, chissà, forse perché spera così che qualcuno si ” penta ” e dichiari quanto a sua conoscenza, in particolare su quella famosa trattativa Stato-mafia, a cui tutti oggi cercano di stare lontani, evitando di restare coinvolti…
Già una trattativa pericolosa, dove le prove misteriosamente spariscono, dove le intercettazioni vengono distrutte e dove i testimoni muoiono misteriosamente…
Se fosse tutto vero sarebbe una grave vergogna per il nostro Stato…
Silenzi da cui però tutti attendono delle risposte!!!
Non le chiediamo soltanto noi, semplici cittadini, ma le chiedono coloro che, nel voler ricercare la verità, hanno sacrificato, per questo Stato… le loro vite.
Cosa aggiungere…
Qualcuno… ha forse deciso di fare emergere queste intercettazioni… queste improvvise notizie che fanno luce su alcuni personaggi, che forse, secondo “qualcuno” debbono definitivamente scomparire dall’attività politica…
Un segnale è chiaro ed inequivocabile: fa fatta pulizia, quella vecchia classe politica va completamente riformata… 
Basta con gli appoggi di un tempo, basta con quegli uomini… 
Ora, volerci fare credere che, un uomo che ha combattuto da solo per trent’anni lo Stato, non sia in grado di capire di essere intercettato anche nelle banali ore d’aria, che non riflette sulla possibilità di essere ascoltato… è da parte di qualche giornalista una presunzione ( per non voler usare un’altro aggettivo…).
Egli sa per certo che le sue dichiarazioni verranno intercettate, che queste rappresentano l’unica modalità per farsi ascoltare da quella reclusione blindata…
Ma soprattutto questo è l’unico modo per inviare le proprie ” ciliegine subliminali “, per far comprendere a chi di dovere ( tra gli ex amici mafiosi e politici ) che non è più disposto, con i propri silenzi… a continuare a proteggere!!!
Perché si sa come finisce con le ciliege: c’è sempre il rischio che una… tiri l’altra !!!