Archivi categoria: differenze

La pace non è solo l’assenza di guerra, ma il rispetto della diversità e la condivisione della solidarietà!!! A differenza dell’uomo, l’IA ha compreso cosa fare…

La pace non è semplicemente l’assenza di conflitto armato, ma anche un concetto più ampio che coinvolge il rispetto della diversità, la giustizia sociale e la condivisione della solidarietà tra le persone e le nazioni. 

Si sa… la pace può essere raggiunta quando le persone lavorano insieme per risolvere i loro conflitti in modo pacifico, rispettando le differenze culturali, religiose e sociali e impegnandosi a costruire un mondo più equo e armonioso. 

Questo è un messaggio importante per promuovere la comprensione e la cooperazione tra le persone di tutto il mondo.

La convivenza pacifica tra due popoli con grandi differenze culturali, religiose, linguistiche, storiche e finanziarie può essere certamente una sfida complessa, ma è possibile raggiungerla attraverso sforzi concertati e strategie a lungo termine. 

Certo, vi sono alcuni approcci che possono aiutare a raggiungere l’obbiettivo, ad esempio il dialogo e la comprensione…

Il primo passo ad esempio per affrontare le differenze è promuovere il dialogo aperto, questo può includere incontri tra leader comunitari, gruppi di discussione interculturali e programmi educativi per sensibilizzare alla diversità.

L’uso inoltre di mediatori neutri può essere utile per affrontare i conflitti tra i due gruppi; la mediazione difatti, aiuta a trovare soluzioni pacifiche e negoziate ai problemi.

Un sistema giuridico inoltre protegge i diritti umani e garantisce l’uguaglianza ed è fondamentale per garantire la convivenza pacifica. Difatti, condannare leggi anti-discriminazione e porre meccanismi per affrontare le violazioni dei diritti, può certamente contribuire a costruire un ambiente più giusto…

E’ fondamentale creare programmi educativi e scambi culturali, questi potranno aiutare a ridurre i pregiudizi e a promuovere la comprensione reciproca. Scuole e istituzioni accademiche possono svolgere un ruolo chiave in questo processo.

Ed ancora… la collaborazione economica; essa può essere un incentivo per due popoli a lavorare insieme: progetti economici condivisi, investimenti reciproci e partnership commerciali possono favorire la stabilità e la prosperità.

In questo le organizzazioni internazionali ed i mediatori esterni potranno svolgere un ruolo importante nella facilitazione del dialogo e nella promozione della pace. L’intervento di terze parti può essere necessario in situazioni di conflitto prolungato.

Promuovere una cultura della pace è essenziale, questo implica educare alla non violenza, alla tolleranza e al rispetto delle differenze, sia nelle scuole che nelle comunità.

È importante notare come la convivenza pacifica richieda tempo e impegno da entrambe le parti, non vi sono soluzioni rapide o facili, ma attraverso la comprensione e lo sforzo continuo, è possibile costruire relazioni armoniose tra i popoli anche con differenze significative.

Certo qualcuno potrebbe obiettare: ma se l’odio di uno schieramento prevale, cosa si può fare per ristabilire l’ordine e la convivenza?

Ecco, in questi casi è importante comprendere come la situazione debba richiedere più tempo e maggiore perseveranza; purtroppo, non esiste una soluzione universale per tutti i problemi, ogni situazione è unica e necessita un approccio adattato alla circostanza. 

Giungere ad una convivenza pacifica richiederà un impegno costante, assiduo, da parte non solo di quelle parti coinvolte, ma anche da chi si trova al di fuori del conflitto, poiché solo attraverso il sostegno di tutti e con uno sforzo collettivo, si potrà ristabilire l’ordine eliminando definitivamente quell’odio che da sempre ha saputo alimentare ostilità e intolleranza tra quei due popoli attigui… 

Il lavoro nobilita l’uomo o lo rende simile alla bestia??? Ma poi vorrei sapere cos’è cambiato nel corso dei secoli???

Si dice che il lavoro distingue l’uomo dalle bestie, ma sarà veramente così???

Al sottoscritto sembra che nel corso dei millenni non vi sia stata una grande differenza tra la maggior parte degli esseri umani e quel regno animale, anzi potremmo dire che in taluni periodi storici, quegli amici a quattro zampe hanno potere godere di un benessere impensabile per la maggior parte degli uomini di quel tempo…   

Certo col passar dei secoli le condizioni di quegli uomini sono migliorate, ma se analizziamo nel dettaglio quanto è realmente accaduto, scopriamo in maniera chiara come le gerarchie sociali siano rimaste inalterate e, tra chi lavora e chi non fa nulla, la differenzia è ben visibile nel numero totale di rughe sul viso di ciascuno di essi, in particolare su quanti hanno trascorso la propria vita, tra impegno e sacrificio… 

D’altronde basti osservare come la nostra attuale società non si differenzia molto da quella di un tempo, già… divisa in classi e basata sullo sfruttamento delle masse era allora, ed oggi… la stessa cosa!!!

Certo, la maggior parte di essi allora era schiava e quindi quell’attuale concetto di lavoro non rappresentava in se l’ideazione di libertà, ma ditemi allora: quanti attraverso il lavoro oggi non sono schiavi??? 

Se provate a rappresentare una qualsiasi attività lavorativa manuale cosa vedete, non vedete forse le stesse condizioni sofferte di un tempo di quegli uomini e donne??? 

Certo nel ventesimo secolo le cose sono cambiate, sì… anche se a qualcuno e venuta la felice idea di promuovere un concetto nuovo di lavoro, purtroppo con una famosa frase  “Arbeit macht frei“… “il lavoro rende liberi“, ma sappiamo bene com’è finita… 

Cosa dire… il lavoro è libertà e la libertà produce indipendenza, ma in fondo tutti noi sappiamo bene che non è così, perché alla fine, ci si trova sempre ad operare sotto un padrone, per cui in definitiva, ciò che resta di quella effimera condizione di libertà è soltanto una mera frase di circostanza…

Schiavi si era… e schiavi si è rimasti, anche nel ricercare quel lavoro divenuto ormai una mera illusione.

Già… la vita per molti è una mera illusione, per alcuni una realtà tangibile, mentre per tutti gli altri resta un sogno!!!

La differenza tra Te e Me… Stato – Mafia

Cosè la Mafia?

Un complesso ben organizzato, retto dalla legge dell’omertà e del silenzio, che esercita il controllo del territorio e delle sue attività economiche…
Cos’è lo Stato?

Un Complesso ben organizzato, retto da lobby e  gruppi di pressione che operano in un’area oscura, per favorire interessi, ad aziende, gruppi finanziari e banche…

Come opera la Mafia?

La mafia non solo è attiva in molteplici campi, ma tende ad esercitare funzioni di sovranità, si tratta quindi di mettere in atto alcune condizioni, tra cui la rivendicazione per se del monopolio economico, per poter operare imponendo proprie figure, nelle classi politiche e dirigenti…

Come opera lo Stato?

Le pressioni svolte da quei gruppi appartenenti alla casta, operano dietro le quinte, decidono e contribuiscono al processo decisionale politico, attraverso informazioni ed analisi, che possono in tal modo, rendere le scelte finali più mirate ed adeguate…

Quali accordi stabilisce la Mafia?

L’accordo fra politici e mafiosi in sede locale, in virtù dei quali, i primi si assicurano il consenso elettorale delle popolazioni, mentre i secondi ottengono, in cambio della gestione del territorio, la possibilità di incidere sugli investimenti, appalti e finanze dei comuni e su quelle forze di controllo,  tali da condizionarne l’attività investigativa e consentendo la penetrazione nelle istituzioni legali, contribuendo a legittimare ulteriormente quel potere mafioso…

Cosa viene preferito?

L’implosione del sistema partitico, porta a cercare nuovi referenti politici, apparendo quelli fino ad allora utilizzati non più in grado di assicurare un futuro al proprio paese, la scelta quindi viene fatta su coloro che permetteranno in seguito, la suddivisione delle poltrone, del clientelismo, nell’aggiustamento dei processi e attraverso l’erogazione dei finanziamenti pubblici…

Quali sviluppi per la Mafia?

Gli stessi da sempre…, attraverso il sostegno della politica la mafia viene attirata da nuove fonti di profitto: l’edilizia, i mercati generali, gli appalti…

In questi settori, inizia dapprima nelle vesti di protettrice, finendo poi per gestire in proprio l’iniziativa imprenditoriale, la concorrenza ed i finanziamenti pubblici…

In questo intenso rapporto, non vi è alcun interesse ideologico, ma viene indirizzato il proprio consenso, verso quello schieramento in grado di fornire le maggiori garanzie di conservazione del proprio potere, ampliando la rete dei contatti, soprattutto negli ambienti economici, finanziari e giudiziari. 

Quale futuro?

La mafia ha modificato con il tempo la propria organizzazione, dopo quei momenti di tensione, rappresentati da azioni violenti fatte di stragi, vi è stato un ritorno alla mediazione silenziosa, cercando di rendersi invisibile, stando nel sommerso e attraverso quelle restanti protezioni politiche, giungere a creare e saldare un legame unico, imprescindibile, con l’unico fine di portare vantaggi ad entrambi…
Non si tratta, quindi di una lotta tra Stato e Mafia…, le due cose da sempre operano insieme, l’una ha bisogno dell’altra per sopravvivere… e quindi avendo preso coscienza che con le stragi ed i delitti, s’innescava in automatico una risposta decisa delle istituzioni e veniva quindi meno il consenso della popolazione, ecco che allora modifica il proprio status e riparte…, ricostruendo nuove collaborazioni, riallaccia rapporti con politici ed imprenditori e torna a bloccare quelle collaborazioni di giustizia dei suoi ex affiliati, che tanto hanno negli anni indebolito un collaudato sistema…
Alla fine comunque il problema non è principalmente cosa combattere, ma tentare di indebolire ed avvelenare quella linfa, che da sempre ha portato e porta nutrimento a questa pianta chiamata Mafia, a quel sistema posto a protezione, che le ha permesso di sopravvivere, di germogliare e di proliferare…