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La particella di DIO finalmente tra noi…

Nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs aveva affermato che esiste una particella sconosciuta che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa. 
Oggi dopo quasi 50 di ricerche, al CERN di Ginevra, l’annuncio è ufficiale: la particella, il ” bosone di Higgs” ribattezzata così in memoria del fisico è finalmente stata catturata…, almeno così ci è stato detto…
Il bosone rappresentava l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata da un esperimento e soltanto grazie “Large Hadron Collider”, il super acceleratore più grande del mondo si è riusciti a far scontrare fra loro miliardi di protoni con un’energia di 14 TeV.
L’obbiettivo è quello di riprodurre in questi 27 Km, le condizioni dell’universo una frazione di secondo dopo la sua nascita…
Sulla scoperta non vi è nulla di certo ed i dati ora vengono analizzati per verificare se quanto scoperto corrisponda realmente a quello che i fisici avevano teorizzato…, in questo infatti sono già sorti alcuni dubbi, sembrerebbe che almeno altre due particelle siano compatibili con i dati presentati a Ginevra, e che avrebbero potuto essere state osservate al posto della tanto ricercata ‘particella di Dio’
Questo è quanto è emerso in uno studio comparso su arXiv a prima firma di Ian Low dell’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Egli mette in dubbio la scoperta annunciata solo qualche giorno fa. 
L’articolo americano illustra che quanto annunciato a Ginevra non sia necessariamente il bosone di Higgs ma che possa rappresentare un Higgs “doppio o triplo “, cioè un misto di diverse particelle che hanno forme più o meno insolite e bizzarre da quanto predetto nel Modello Standard. 
Certamente verificare quanto si porta a conoscenza, contribuisce a crescere e soprattutto a giungere a definire in maniera certa quanto si è sperimentato…
E’ giusto che gli scienziati si entusiasmino, come è altrettanto corretto che altri ne possano verificare e riproporre il sistema scientifico, confermandone la veridicità e dichiarando esatta la scoperta… è ciò che  rientra nella normale dialettica scientifica e che serve a stimolare tutti coloro che operano nel settore…
Certo è che se gli americani avessero ragione e scoprissimo che il Cern ha trovato un nuovo tipo di particella, questo rappresenterebbe una scoperta ancora più sensazionale dando inizio a nuovi scenari e altrettanti sfide…
La fisica è importante che proceda anche se a piccoli passi, ed in questi 250 anni di passi piccoli se ne sono fatti tanti, ottenendo però quel salto universale, che oggi è rappresentato dalla nostra civiltà, da una tecnologia mai raggiunta in migliaia di anni… e che certamente porterà l’uomo in un prossimo futuro forse a viaggiare tra le stelle…    

La particella di DIO finalmente tra noi…

Nel 1964, il fisico britannico Peter Higgs aveva affermato che esiste una particella sconosciuta che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa. 
Oggi dopo quasi 50 di ricerche, al CERN di Ginevra, l’annuncio è ufficiale: la particella, il “ bosone di Higgs” ribattezzata così in memoria del fisico è finalmente stata catturata…, almeno così ci è stato detto…
Il bosone rappresentava l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata da un esperimento e soltanto grazie “Large Hadron Collider”, il super acceleratore più grande del mondo si è riusciti a far scontrare fra loro miliardi di protoni con un’energia di 14 TeV.
L’obbiettivo è quello di riprodurre in questi 27 Km, le condizioni dell’universo una frazione di secondo dopo la sua nascita…
Sulla scoperta non vi è nulla di certo ed i dati ora vengono analizzati per verificare se quanto scoperto corrisponda realmente a quello che i fisici avevano teorizzato…, in questo infatti sono già sorti alcuni dubbi, sembrerebbe che almeno altre due particelle siano compatibili con i dati presentati a Ginevra, e che avrebbero potuto essere state osservate al posto della tanto ricercata ‘particella di Dio’
Questo è quanto è emerso in uno studio comparso su arXiv a prima firma di Ian Low dell’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Egli mette in dubbio la scoperta annunciata solo qualche giorno fa. 
L’articolo americano illustra che quanto annunciato a Ginevra non sia necessariamente il bosone di Higgs ma che possa rappresentare un Higgs “doppio o triplo ”, cioè un misto di diverse particelle che hanno forme più o meno insolite e bizzarre da quanto predetto nel Modello Standard. 
Certamente verificare quanto si porta a conoscenza, contribuisce a crescere e soprattutto a giungere a definire in maniera certa quanto si è sperimentato…
E’ giusto che gli scienziati si entusiasmino, come è altrettanto corretto che altri ne possano verificare e riproporre il sistema scientifico, confermandone la veridicità e dichiarando esatta la scoperta… è ciò che  rientra nella normale dialettica scientifica e che serve a stimolare tutti coloro che operano nel settore…
Certo è che se gli americani avessero ragione e scoprissimo che il Cern ha trovato un nuovo tipo di particella, questo rappresenterebbe una scoperta ancora più sensazionale dando inizio a nuovi scenari e altrettanti sfide…
La fisica è importante che proceda anche se a piccoli passi, ed in questi 250 anni di passi piccoli se ne sono fatti tanti, ottenendo però quel salto universale, che oggi è rappresentato dalla nostra civiltà, da una tecnologia mai raggiunta in migliaia di anni… e che certamente porterà l’uomo in un prossimo futuro forse a viaggiare tra le stelle…