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Bancarotta fraudolenta e altri reati di natura fallimentare…

Le Fiamme Gialle su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione all’ennesimo provvedimento di sequestro preventivo di beni, nei confronti di un’azienda amministrata di fatto da due imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta e altri svariati reati di natura fallimentare…
La complessa attività d’indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria nei confronti di una azienda operante nel settore d’impianti idraulici, ha consentito di accertare che i soggetti indagati, nonostante avessero già compiuto plurime condotte distrattive del patrimonio aziendale di due società fallite ad essi riconducibili in danno dei creditori, riuscivano a proseguire la propria attività imprenditoriale, attraverso la costituzione di un’ulteriore azienda, formalmente gestita dalla classica testa di legno ma riconducibile ai familiari, operante non solo nel medesimo settore economico ma anche in quello stesso territorio e con gli stessi clienti delle precedenti società, dichiarate “fallite”!!!
Le Fiamme Gialle quindi, a seguito di accertamenti operati sui molteplici conti correnti nonché sulle disponibilità patrimoniali riconducibili alla società e a quei familiari, hanno individuato e sottoposto a sequestro l’intero patrimonio aziendale (tra cui crediti, beni strumentali e rimanenze di magazzino), a cui si non sommate partecipazioni societarie e ingenti disponibilità finanziarie, che hanno di fatto consentito il pieno e integrale recupero del profitto del reato…
Infine, dalle attività di indagine sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica due soggetti ritenuti responsabili, in concorso, per il reato di bancarotta fraudolenta!!!
Come ripeto spesso, non si finosce mai, forse perchè – viste le “pene” irrisorie applicate dalle normative vigente per quanto concerne i reati amministrativi – quei soggetti, certamente “schifosi delinquenti” d’altronde non vi è altro modo per definirli…), ritengono più produttivo operare in maniera truffaldina che in maniera legale!!! 

I peggiori tra gli uomini??? Gli "infami"!!! "Malvagi traditor"… li definiva Dante nel suo XXXII° capitolo dell'Inferno!!!

Già… sono i peggiori tra tutti gli uomini!!!

Traditori, dal latino “infamis“, indegni della pubblica stima ed ancora, abietti, abominevoli, ignobili, obbrobriosi, scellerati, spregevoli, turpi, vergognosi, di cosa assai brutta, mal fatti cattivi, orrendi, orribili, pessimi, schifosi, sleali, malvagi, disgraziati, farabutti, scellerati, sciagurati per se e per gli altri…
La Treccani ala voce “infami” riporta quanto segue: “Nel gergo della malavita, chi fa delazioni o denunce ai danni del proprio clan ≈ (gerg.) è cosiderato canarino, spia, traditore/i”!!! 
Ed ancora: rendere infame, coprire d’infamia, disonorare, screditare il nome di qualcuno con accuse disonoranti o comunque lesive del suo onore, l’attività di chi diffonde accuse, l’effetto che queste hanno sull’onore della persona coperta d’infamia da calunnie o con gravi rivelazioni, presso i cittadini o nell’opinione pubblica. 
Secondo Dante questi uomini “traditori” sono dannati e difatti il sommo Poeta li pone nella prima zona (Caina) del IX Cerchio dell’Inferno, detta così proprio dal nome di Caino che secondo il racconto biblico uccise il fratello Abele (Gen., IV, 8)!!!
La pena per questi individui è descritta nel Canto XXXII (32 esimo) dell’Inferno e consiste nell’essere imprigionati nel lago ghiacciato di Cocito, dal quale emerge solo la loro testa rivolta all’ingiù. Nella zona Lucifero con le sue ali, sbatte e produce un vento gelido, che congela le acque di quel fiume infernale…
Rileggiamo insieme quel meraviglioso passo: 

“Non fece al corso suo sì grosso velo
di verno la Danoia in Osterlicchi,
né Tanai là sotto ‘l freddo cielo,
com’era quivi; che se Tambernicchi
vi fosse su caduto, o Pietrapana,
non avrìa pur dall’orlo fatto cricchi.
E come a gracidar si sta la rana
col muso fuor dell’acqua, quando sogna
di spigolar sovente la villana,
livide, insin là dove appar vergogna
eran l’ombre dolenti ne la ghiaccia,
mettendo i denti in nota di cicogna.
Ognuna in giù tenea volta la faccia;
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo
tra lor testimonianza si procaccia”.


Ed allora anch’io, come quel sommo Poeta, nel veder sotto i miei piedi quelle anime dannate all’interno del lago che per gelo avea di vetro e non d’acqua sembiante, ecco che mi volsi e andai via, lasciando per sempre quei luoghi e quei corpi, affinchè restassero per sempre in quell’eterno oblio…