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Nella DIA una squadra "infedele” rischia l'azzeramento!!!

Sembra che a differenza di quanto avevo annunciato nel mio precedente post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2024/10/quando-il-boss-e-un-maresciallo-della.html intotolato “Quando il “boss” è un maresciallo della Dia!!!, beh… sembra che le indagini non siano state “insabbiate” ma viceversa l’inchiesta sta evidenziando come la “squadra” addetta a quei “dossieraggi”,  fosse più ampia di quanto si erà dall’inizio ipotizzato…

Difatti si è scoperto che oltre il maresciallo della Guardia di  Finanza  in servizio presso la sezione operativa della Dia pugliese, vi sarebbero altri soggetti che si sono prestati in quelle attività di spionaggio…

Gli illeciti messi in luce dalla DDA di Milano insieme alla Direzione Nazionale Antimafia, stanno evidenziando l’esistenza di una squadra “infedele” ed ovviamente – se quanto emerso dalle indagini dovesse confermarsi – sicuramente tutto quel reparto verrebbe azzerato!!!

Le indagini sono tutt’ora in corso e i militari del Ros di Lecce hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro negli uffici della direzione, in particolare in quelli della postazione del maresciallo (attualmente sospeso per sei mesi) per effetto dell’inchiesta in corso…

Si sta controllando tutto, dai documenti cartacei a quelli elettronici, senza tralasciare nulla e si stanno altresì esaminando anche le intercettazioni ambientali per comprendere quanto diffusa sia stata quella complicità e soprattutto quali soggetti debbano ora essere inseriti nell’inchiesta.

In particolare sono proprio quelli posti ai “piani alti” ad essere stati presi di mira: infatti è stato appurato che, quando il maresciallo in estate aveva appreso di essere oggetto di alcuni controlli amministrativi (con un fascicolo interamente dedicato ad egli), aveva subito lanciato l’allarme e proprio i suoi superiori lo avevano rassicurano, sì attivandosi di contattare quelli che definivano i “piani alti”, giustificando di non voler perdere una fonte professionale e capace come per l’appunto il maresciallo, ma forse quel tentativo mascherava di proteggere quest’ultimo per coprire viceversa tutti quei comportamenti illegali, propri o compiuti da altri!

Hanno manager in tutto il mondo: ho visto come moltiplicano milioni di euro!!!

Se il suo nome potesse essere rivelato, rimarrebbe (sempre che possa sopravvivere a possibili vendette con cui dover convivere) sicuramente nelle cronache degli annali…

Ma “Paolo” non è il familiare di una associazione criminale e non è neppure un loro affiliato, ancor meno lo si può definire “pentito”, no…  egli è un uomo coraggioso, un carabiniere, non di quelli che vediamo abitualmente, no… egli appartiene al Ros, ma soprattutto ha svolto una missione pericolosissima in qualità di “infiltrato“!!!

egli rappresenta il primo soggetto capace furtivamente d’infiltrarsi in quell’ambiente serrato criminale calabrese, al fine di sottrarre non solo informazioni, ma permettendo di far arrestare quanti appartenevano a quell’associazione a delinquere!!!

Difatti, dopo aver operato per due anni all’interno di quella cosca, è riuscito a far smantellare ed arrestare quei suoi affiliati…

Già… perché grazie alle sue informazioni si son potute verificare il i movimenti contabili e il patrimoniale accumulato da quel gruppo di malaffare; in particolare è il denaro proveniente dalle attività illegali ad essere posto sotto attenta verifica, d’altronde comprendere come esso sia stato utilizzato in acquisizioni legali di imprese sane, che per ragioni diverse – forse a causa di sopravvenute difficoltà economiche – sono finite per cedere al sostegno delle mafie o chissà ingenuamente, quei loro amministratori, si sono avvalsi – senza prevederne le conseguenze – di soggetti altamente professionali (quali geometri, avvocati, architetti, commercialisti, ingegneri e dirigenti delle PA), ma ahimè fortemente collusi con quel sistema clientelare/criminale. 

Perché sono questi ultimi a offrire loro una collaborazione “spontanea“, proponendosi, ma soprattutto ammonendo su possibili rischi finanziari che potrebbero condurre la società a fallimenti o liquidazioni oppure, utilizzando tattiche ricattatorie, avvertono per tempo quegli amministratori o i reali proprietari, su notizie ricevute in maniera confidenziali da terzi (quasi sempre false…), sì… da soggetti posti all’interno di organi di polizia o di uffici giudiziari, rivelazioni su provvedimenti cautelari, in corso di esecuzione, dalle Procure nazionali…

Ecco il motivo per cui è risultato fondamentale l’operato di quell’infiltrato, perché grazie ad egli si è riusciti ad aggredire in maniera efficace il patrimonio di quella cosca e le società da loro capeggiate!!!

Certo… comprendo bene come quanto compiuto rappresenti una goccia in mezzo al mare, ma se non si inizia a contrastare in maniera seria, difficilmente si potrà pensare di distruggere quanto viene compiuto ogni giorno dalle mafie presenti nel territorio nazionale, grazie soprattutto all’ausilio di quei suoi “infedeli e celati” collaboratori dai bianchi colletti inamidati!!!

Un arresto "scontato"…

L’arresto di ieri del boss Matteo Messina Denaro era qualcosa che potremmod definire “prevedibile”, quasi fosse qualcosa di annunciato…

Il sottoscriutto ad esempio aveva realizzato proprio alcuni giorni fa un post (che seguiva tra l’altro quanto riportato da altre testate giornalistiche che avevano in questi giorni riportato della possibilità di un arresto eccellente in tempi brevi) ed è soltanto per ragioni tecniche che i miei post, scritti dopo l’11 di questo mese, non sono stati pubblicati, anche se a conferma di quanto sopra, posso portare – a testimonianza delle mie anticipazioni – alcuni miei amici che proprio in queste ore mi hanno telefonato manifestandomi la loro sospresa per questo arresto e dichiarandomi di credere che il sottoscritto abbia poteri di chiaroveggenza, che naturalmente non possiede… 

Difatti, riprendendo quanto riportato nel programma di Giletti, anche lì erano state fatte delle rivelazioni shock: “E se ci fosse una trattativa per un arresto clamoroso?” – vedasi link: https://www.la7.it/intanto/video/matteo-messina-denaro-le-rivelazioni-shock-e-se-ci-fosse-una-trattativa-per-un-arresto-clamoroso-16-01-2023-468118.

Penso che si sia giunti a una nuova trattativa che interessa in particolare l’abolizione dell’ergastolo ostativo; anche il Sig. Baiardo aveva dichiarato ciò nell’intervista con Giletti:  “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo” e sul nuovo governo: “Che arrivi un regalino?…Che magari, presumiamo, che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” e sulla trattativa Stato-mafia: ”Non è mai finita”.

Si tratta peraltro di quanto allora richiesto a mezzo “papello” nella trattativa Stato-mafia che ha condotto alle stragi e di cui ancora nessuno dice di sapere nulla…

D’altronde come non ricordare quanto accaduto in quella residenza del boss di Totò Riina (ora trasformata in caserma), della mancata perquisizione dopo la sua cattura, di tutti quei documenti compromettenti spariti dalla sua cassaforte, quali nomi e cognomi chissà forse anche istituzioni erano legati a filo doppio con la mafia, già… quelle mafie silenti e le loro complicità…

Ora, come non ricordare l’agenda rossa del giudice Borsellino, anch’essa sparita nel nulla, sono troppe le risposte che ancora attendiamo e che non hanno avuto risposta e chissà se mai ne avranno.

Sì… vi è una certa soddisfazione nel sapere che lo Stato (finalmente) ha fatto sentire il proprio peso… ma dover attendere 30 anni, prima di vedere arrestato un latitante mi sembra qualcosa non certo di cui andare fieri, anzi viceversa fa comprendere come ancora oggi vi siano forti poteri che condizionano l’operato degli organi di polizia e della magistratura!!!

L’arresto di ieri va visto sotto una prospettiva più ampia che tiene conto di un cambiamento in corso nella cupola di cosa nostra, di nuove forze emergenti e in particolare mi riferisco a quelle manageriali, ai fondi del PNRR che stanno arrivando nel mezzogiorno in particolare nella Sicilia e che non possono permettere ingerenze di pseudi capo mafia o suoi affiliati, gli stessi che potrebbero a mettere a rischio la sospensione di quegli stessi fondi…

Sono troppe le circostanze che non conosciamo, sì… per adesso apprezziamo quanto compiuto dai Ros perché va detto, questo arresto rappresenta una punto fondamentale importante per il nostro Paese, una pagina buia che viene finalmente chiusa!!!

L’auspicio è quello di vedere l’inchiesta esplodere in tutta la sua gravità, per giungere finalmente a quei nomi sommersi che hanno fatto sì che la storia di questo Paese prendesse la direzione che ben conosciamo: bugie, collusioni e accordi politici con chi, proprio come Messina Denaro, si sarebbe dovuto combattere!!! 

Mi dispiace dover aggiungere a quanti pensano che da oggi (per il nostro Paese) cambierà qualcosa: sì… non avete capito nulla!!! 

"U Succu"… è stato arrestato!!!

Dopo trent’anni di latitanza è stato arrestato (finalmente…) stamani dai carabinieri del Ros, il capo di cosa nostra, Matteo Messina Denaro !!!

La cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido è quanto si è appreso da fonti qualificate.

Sembra da quanto si è appreso che il boss al momento dell’arresto fosse all’interno di una clinica privata di Palermo per sottoporsi ad alcune terapie mediche (questo è quanto ha riportato il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto).

Avevo preannunciato proprio alcuni giorni fa ad alcuni amici che quest’anno l’avrebbero preso e non  è stata una sorpresa scoprire che durante l’arresto, fosse proprio nella sua Palermo; già… erano in tanti a dire che vivesse lontano dalla sua terra, sì… dalla sua Sicilia, ma il sottoscritto viceversa in un post nel 2018 http://nicola-costanzo.blogspot.com/2018/03/alla-ricerca-di-matteo-messina-denaro.html aveva riportato: “qualcuno dichiara addirittura che egli abbia abbandonato il proprio territorio, una circostanza che da sempre ho ritenuto impossibile, poiché costituirebbe un fatto insolito per quella metodologia criminale e soprattutto perché farebbe decadere immediatamente quel capomafia da quel suo trono. Già… non bisogna mai dimenticare, che sono in molti, tra i suoi affiliati, a voler aspirare a quel comando e come ho riportato in un mio precedente post: “Il pastore sta sempre vicino alle sue greggi, si allontana ogni tanto per salire sul monte alla ricerca di un nuovo pascolo, ma lascia i suoi cani a guardia di quelle pecore e in ogni caso, seppur lontano, egli da lassù. le controlla e le osserva, affinché nessuna di esse scappi e soprattutto per evitare che tra quei suoi cani, qualcuno trasgredisca al compito assegnato!!!”.

Si chiude finalmente una pagina e chissà se ora finalmente potranno emergere tutte quelle verità scomode che in questi trent’anni sono state celate e in particolare da chi è stato “coperto” in questa sua lunga latitanza… … 

Certo, sarà difficile che egli tradisca quel sistema con cui ha convissuto per tutta la vita, ma sperare in un piccolo e modesto cambiamento “morale”, non costa nulla…   

La mafia comanda a Catania…

 Ancora arresti, già… gli ennesimi!!!

“Agorà”, è questo il nome che la Dda di Catania ha dato all’inchiesta scaturita dalle indagini dei carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Siracusa, che ha portato all’arresto di 47 persone. 

Il nome è azzeccato, d’altronde va ricordato come il nome “Agorà”, nell’antica Grecia, indicasse la piazza principale della polis, ove  si mantenevano o si creavano importanti relazioni interpersonali e nella quale venivano prese numerose decisioni…

Ci si meraviglia sempre quando accadono circostanze come quella emersa nella giornata di ieri, in particolare si fa finta di non comprendere come quel settore delle imprese sia di difficile definizione, in particolare su ciò che riguarda quel rapporto che viene ad instaurarsi nei casi di estorsione, poiché diventa estremamente difficile comprendere e quindi distinguere chi è vittima e chi viceversa ne è complice!!!

Difatti, molte imprese negli anni si sono mosse in stretta armonia con quelle strutture criminali, diventa quindi problematico affermare se quei rapporti siano stati occasionali o determinati da costrizioni o da legami di amicizia, oppure se essi siano stati motivati – come solitamente accade – da reciproci interessi comuni…

Difatti, ciò che maggiormente si evidenzia nelle attività ove vi è un forte interesse economico – in particolare negli appalti pubblici – è l’uso coercitivo e finanziario di quelle associazioni criminali; in primis con l’uso della violenza (solitamente rimane la prima “risorsa” potenziale), a cui segue – ma non per importanza strategica – la capacità di corruzione, dovute alla notevole disponibilità finanziarie di quell’organizzazione.

D’altronde entrambi dimostrano di avere dei vantaggi: la criminalità per vedersi finanziata la propria organizzazione, interviene con piccoli e grandi favori ed offre soprattutto un canale aperto nei contatti con i politici cui essi sono legati; viceversa l’impresa “amica” gode di quelle azioni di scoraggiamento adottate sulla concorrenza mediante intimidazioni ed ottenendo così gli appalti, i quali solitamente vengono assegnati in quanto agevolati mediante forme di corruzione da parte di quei collusi funzionari pubblici. 

Certo è difficile fare una analisi sociologica di quanto accade, ma comprendere come ormai anche per la magistratura è diventato difficile interpretare quel limite di demarcazione e soprattutto verificare qual è l’esistenza di quelle relazioni sociali (nel caso specifico il rapporto di scambio istauratosi tra l’impresa edile ed il clan mafioso) per indicare così con esattezza, la funzione svolta da ciascuna tipologia di relazione, la quale, non sempre, riesce a far emergere in maniera chiara gli elementi che costituiscono reato, ma che in ogni caso, assumono in se una grande rilevanza dal punto di vista sociologico e soprattutto socio-economico.

Ma d’altronde per meglio comprendere i passaggi di quanto avvenuto negli anni e ancora oggi si ripete in maniera costante, vi rimando ad un bellissimo libro di Claudio Fava, di cui vedete il titolo nelle foto sopra in allegato…

Infelice Sicilia… povera occupazione… una regione sempre più verso la catastrofe!!!

Ci sarà (almeno lo spero…) un momento in cui finiranno tutte queste inchieste o debbo credere che nella mia Sicilia la maggior parte delle imprese sono colluse o in odor di mafia???
Perché se è realmente così… chiudiamole tutte!!!
Facciamo realizzare gli appalti di queste nostre opere milionarie ad imprese estere… si perché anche di quelle cosiddette “nordiche” non ci possiamo fidare!!!
Abbiamo visto come anch’esse abbiano dimostrato in questi anni di essere fortemente legate a quel sistema politico/criminale fatto di amicizie, raccomandazioni e dalle abituali tangenti/bustarelle …
Oggi per l’ennesima volta è intervenuta la sezione Misure Prevenzione del Tribunale di Catania (accogliendo la proposta avanzata dalla DDA di Catania sulla scorta degli esiti delle indagini eseguite dal Ros – Sezione Anticrimine di Catania) disponendo l’amministrazione giudiziaria a 24 società consortili controllate dalle società Tennis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl: queste ultime già sottoposte ad amministrazione giudiziaria dal 12 febbraio…
I nominativi delle 24 società li trovate sul web… ciò che mi preoccupa è ora il problema occupazionale e le opere da realizzare… già, se verranno completate e con quale tempi!!!
Sono ormai decenni che sentiamo parlare in questa regione di realizzare un sistema efficace e coerente, con strumenti capaci di garantire trasparenza ed efficienza al mercato del lavoro e migliore capacità di inserimento professionale per i disoccupati e di quanti sono in cerca di una prima occupazione, con particolare riguardo a donne e giovani…
Già… i nostri giovani, che a causa delle estreme difficoltà nel trovare un’occasione di lavoro e un reddito che li renda autosufficienti, sono costretti, il più delle volte, a lasciare questa propria terra e di conseguenza i propri affetti…
Il nostro premier Renzi nella sua ultima visita ha dichiarato: abbiamo la certezza di poter fare di questa terra un luogo di innovazione non un museo, mantenendo qualità e quantità occupazionale!!!
Sono sempre quelle le parole… le stesse promesse che da sempre ci vengono gettate addosso… come farebbe un padrone con il proprio cane… quello stesso “osso” che ora viene lanciato a noi siciliani, ben sapendo che saranno in molti a tentare di accaparrarselo…  
La solita elemosina… l’ennesimo silenzio, nessuno indignato ( in particolare tra i nostri politici…) che si alzi in piedi e dimostri di essere risentito, già nessun di loro che esasperato gridi : IO NON CI STO!!!
Non funziona niente ma va bene così… e proprio come il muro che ho fotografato alcuni giorni fa e che proprio domani pubblicherò sul mio post…