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"Minchia semu a Palermu"??? No… semu pessi!!!

Che i siciliani abbiano da troppo tempo – come si dice da noi – “a minch… unchiata” è cosa ormai assodata, ma che qualcuno, in particolare un artista, abbia deciso di esporre a Palermo la sua opera “luminaria” è tutto che dire… 
Siamo in Via Alloro e il giovane Fabrizio Cicero, ha voluto manifestare quella che egli stesso definisce non “un’operazione dissacrante ed ingenuamente di rottura, ma bensì un piccolo e modesto inno al sacro. Scrivere una parolaccia in cielo oppure riappropriarsi del senso più antico del sacro attraverso una forma d’arte, tra le più recenti, associata fin dalle origini alle celebrazioni religiose: il lumen simbolo di vita e di tensione verso la dimora celeste.
Su una cosa però sono d’accordo: abbiamo la “minch… rotta” e siamo stanchi di sentire sempre e continuamente le stesse “minchiate”, sì… non ne possiamo più!!!
Ovviamente, riportare quella scritta dialettale è istallare in una luminaria quella parola, se pur per un evento itinerante europeo (Manifesta 12), non è stata gradita da tutti, anzi sono in molti, in particolare gli esponenti politici, che si sono scagliati contro l’artista e chi ha sovvenzionato quell’opera… 
La risposta degli interessati è comunque arrivata subito da parte del : “…la luminaria ‘”Minchia’” è stata pagata interamente con fondi personali e non pubblici… e chiederei cortesemente di lasciare al pubblico e alla critica, il giudizio sulla validità o meno di questa opera d’arte”!!!
Ascoltando la risposta, ho pensato subito e prendendo spunto da quella parola: “Minch… chistu sì ca è parrari”!!!
Comunque un mio caro amico (e fotografo) Giuseppe Scalisi, mi aveva (in tempi non sospetti) preannunciato attraverso una sua foto, dei rischi a cui taluni lavori, potevano ripercuotesi gravemente sulla salute… 
Mai però avrei pensato che tra essi, vi era anche quello di realizzare “luminarie”!!!

"Minchia semu a Palermu"??? No… semu pessi!!!

Che i siciliani abbiano da troppo tempo – come si dice da noi – “a minch… unchiata” è cosa ormai assodata, ma che qualcuno, in particolare un artista, abbia deciso di esporre a Palermo la sua opera “luminaria” è tutto che dire… 
Siamo in Via Alloro e il giovane Fabrizio Cicero, ha voluto manifestare quella che egli stesso definisce non “un’operazione dissacrante ed ingenuamente di rottura, ma bensì un piccolo e modesto inno al sacro. Scrivere una parolaccia in cielo oppure riappropriarsi del senso più antico del sacro attraverso una forma d’arte, tra le più recenti, associata fin dalle origini alle celebrazioni religiose: il lumen simbolo di vita e di tensione verso la dimora celeste.
Su una cosa però sono d’accordo: abbiamo la “minch… rotta” e siamo stanchi di sentire sempre e continuamente le stesse “minchiate”, sì… non ne possiamo più!!!
Ovviamente, riportare quella scritta dialettale è istallare in una luminaria quella parola, se pur per un evento itinerante europeo (Manifesta 12), non è stata gradita da tutti, anzi sono in molti, in particolare gli esponenti politici, che si sono scagliati contro l’artista e chi ha sovvenzionato quell’opera… 
La risposta degli interessati è comunque arrivata subito da parte del : “…la luminaria ‘”Minchia’” è stata pagata interamente con fondi personali e non pubblici… e chiederei cortesemente di lasciare al pubblico e alla critica, il giudizio sulla validità o meno di questa opera d’arte”!!!
Ascoltando la risposta, ho pensato subito e prendendo spunto da quella parola: “Minch… chistu sì ca è parrari”!!!
Comunque un mio caro amico (e fotografo) Giuseppe Scalisi, mi aveva (in tempi non sospetti) preannunciato attraverso una sua foto, dei rischi a cui taluni lavori, potevano ripercuotesi gravemente sulla salute… 
Mai però avrei pensato che tra essi, vi era anche quello di realizzare “luminarie”!!!