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Cosa sta accadendo all'interno di quegli Assessorati della Regione Siciliana: Territorio Ambiente ed Energia???

A leggere le notizie di questi mesi, sembra che quei due dipartimenti (Territorio Ambiente ed Energia) – in particolare alcuni loro referenti – siano quotidianamente nelle prime pagine dei quotidiani e delle testate on line…
Già… tre funzionari in assessorato regionale all’Energia, sono – dopo l’arresto di Arata e Nicastri – indagati per un giro di mazzette!!!
I tre funzionari ora indagati (Salvatore Pampalone dirigente regionale della Commissione Valutazione Impatto Ambientale, il presidente della Commissione Alberto Fonte e Vincenzo Palizzolo, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Territorio) devono rispondere di abuso d’ufficio in quanto avrebbero fornito informazioni sullo stato della pratica presentata da Arata e Nicastri, socio occulto del professore, pendente in assessorato, suggerendo le scorciatoie per evitare le lungaggini del provvedimento burocratico della Valutazione di Impatto Ambientale…
Ai domiciliari è finto pure il dirigente Alberto Tinnirello, che è stato in servizio all’Assessorato regionale all’Energia come del resto sono finiti nel registro degli indagati Giacomo Causarano, dirigente dell’assessorato all’Energia e il funzionario del comune di Calatafimi Angelo Mistretta (entrambi accusati di corruzione per l’esercizio delle funzioni), mentre al presidente della Commissione “VIA” (Valutazione d’impatto Ambientale) dell’assessorato regionale, Alberto Fonte, è stato contestato l’abuso d’ufficio.
Una cosa è certa, la Dia sta effettuando perquisizioni all’interno degli assessorati…
Se poi si aggiunge quanto emerso stamani, dove i Carabinieri del NOE di Catania hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di una cava dismessa in località Piano Guastella di Vittoria utilizzata come discarica abusiva di rifiuti tossici pulverulenti e secondo le prime rilevazioni nella vastissima cava (che ha un’estensione di circa 8.000 mq.) sono stati riversati, ad oggi, non meno di 30.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi di varia natura (s’ipotizza che possano trattarsi di rifiuti che oltre ad avere un elevato grado di pericolosità possono essere anche potenzialmente nocivi e/o tossici per la salute.), comprenderete come la gravità è certamente al massimo livello!!!

E sì… perché leggendo quanto emerso viene da chiedersi, come sia possibile che dopo che i titolari di quell’impresa abbiano ottenuto tre anni or sono, da quell’Assessorato “Territorio Ambiente” della Regione Siciliana, l’autorizzazione ad effettuare il cosiddetto piano di recupero morfologico ambientale (con il quale, a seguito della presentazione di uno specifico progetto, si è autorizzati a “riempire” una cava di materiali non pericolosi e compatibili con le caratteristiche del terreno, attraverso terre e rocce provenienti da altri scavi) – al fine di riportare quell’area al piano originario, senza conseguenze per l’ambiente e per le falde idriche sottostanti – nessuno in questi tre anni (a quanto sembra), sia andato a verificare quel riempimento, in particolare la tipologia del materiale utilizzato!!!
E’ dire che il recupero delle cave dismesse, rappresenta un importante settore in quanto oltre a creare nuova occupazione, salvaguarda allo stesso tempo l’ambiente…
Sono circa 270 i siti dismessi da anni nella nostra regione, sparsi in ogni posto di questa regione: cave abbandonate, stabilimenti, siti minerari di pietra calcarea, pomice, tufo, sabbia, argilla e gesso!!!
Certo queste aree potrebbe essere recuperate, ma evidentemente qualcosa non funziona… in particolare non funziona il controllo con cui dovrebbe avvenire quel recupero!!!
Leggendo quanto sta accadendo, mi sono ricordato di un commento pubblicato alcuni mesi fa su “LiveSiciliaCatania” da un loro lettore, che riportava a proposito di quegli assessorati: “da una parte o dall’altra arriverà presto il game over… Le carte circolano, anzi sono già a destinazione ed è tardi per le coperture agli amici stretti del Dirigente”!!!
Ho l’impressione che quel muro di omertà stia cadendo e con esso vedrete cadranno altre teste “insospettabili”, di cui già sicuramente le nostre autorità giudiziarie sono a conoscenza, ma che per ragioni investigative non sono state finora fatte emergere…
Ma ormai… è solo questione di tempo!!!

Amministratori/Liquidatori posti nelle società…. come "pupi siciliani"!!!


Siamo ben informati, sulle responsabilità che la legge attribuisce agli Amministratori delle società di capitali, non solo con riferimento al diritto civile – nella loro qualità di “gestori” dell’impresa sociale – ma soprattutto a quelle personali all’interno di quegli orientamenti giuridici nel penale…

Nei due rami indicati, in primis mi riferisco alla responsabilità civile, la mancata diligenza degli amministratori delle società, durante il proprio agire, determina la violazione di tutti quegli obblighi di comportamento configurati dalla legge o dallo statuto sociale; si tratta cioè di una responsabilità per danno e gli amministratori saranno – qualora venisse appurata la violazione delle regole e degli obblighi ad essi imposti – tenuti a risarcire con il proprio patrimonio, tutti quei soggetti indicati nel danno, causato dal loro manchevole comportamento.
Diversa è la responsabilità sotto il profilo penale…
Infatti, il nostro ordinamento giuridico prevede che, la responsabilità penale siano sempre personale, intendendo strettamente come tale, la responsabilità della persona fisica che potrà, in qualsiasi momento, essere perseguibile.
Se difatti colui che opera e agisce, nella qualità di Amministratore e/o Liquidatore, pone in essere una condotta colposa o dolosa, impedendo non solo la conservazione del patrimonio attivo della società, ma disperdendo quest’ultimo a scapito degli stessi soci o di quei creditori (in particolare se privilegiati), per esempio non attivandosi con le opportune azioni di recupero dei crediti o alterando i dati dei bilanci ufficiali, ed ancora, manomettendo le voci poste a credito ed operando quindi, una vera e propria dispersioni del patrimonio, ecco che, per tutte queste situazione, potrà essere perseguito penalmente e risponderà in prima persona, con il proprio patrimonio e se riconducibile ad esso, anche con quello familiare… 
Inoltre, se viene dimostrata la frode fiscale o fenomeni di evasione fiscale, danno all’erario e quant’altro, ecco che l’Amministratore di diritto (o di comodo per come lo si voglia intendere) risponderà personalmente di quel potere direttivo e gestionale…
E’ stata esclusa negli anni dalla giurisprudenza, la giustificazione con la quale, alcuni soggetti tra essi, dichiaravano di non esercitare un effettivo potere, ma rappresentavano nella sostanza, la classica “testa di legno”, dove era presente un “amministratore di fatto” occulto ed invocando per se, una posizione “farlocca” (cioè di non concreta attività gestionale)…
Speravano così facendo, di essere ritenuti indenni da responsabilità (in concorso con chi ha di fatto operato) conseguenti a quegli atti di mala-gestione compiuti da terzi o comunque da egli non impediti…
La Suprema Corte di Cassazione, ha riconosciuto nell’ipotesi di “bancarotta fraudolenta” la responsabilità non solo penale per l’Amministratore/Liquidatore “prestanome”, ma anche per quei soggetti, che nei fatti, hanno avuto una funzione di “dominus” della società…
Analoga situazione, nel caso in cui l’Amministratore decidesse di “portare i libri societari al Tribunale” per sciogliere o liquidare la società ad egli affidata: anche in questo caso, se dimostrata la condotta omissiva dello stesso, per non aver compiuto e/o adottato comportamenti che avrebbero potuto impedire il verificarsi dello stato d’insolvenza, anche nei casi in cui, gli ultimi bilanci posti agli atti, dimostrassero sostanzialmente, una situazione patrimoniale della Società fortemente negativa, dimenticando o depennando tutte quelle poste in essere e in attivo, da cui sarebbero potute emergere, plusvalenze idonee, a soddisfare e a rimettere la società nelle condizioni di normale esercizio…
Alla luce quindi di quanto sopra, è possibile da parte di chiunque, non solo verificare a seguito della trasparenza amministrativa gli atti ufficiali, ma bensì dimostrare se nel corso di quella amministrazione sono stati commessi reati…
Si delinea in modo sempre più chiaro il rischio per questi soggetti (e per quanti partecipano a quella combutta…), di essere chiamati a rispondere, sia sotto il profilo civile, ma soprattutto in quello penale.
La scappatoia di questi ultimi anni, di molti cosiddetti imprenditori di società (in particolare se operanti nella nostra regione) è stata alquanto semplice: intestare la stessa ad un prestanome (di propria fiducia…), sarà poi solo quest’ultimo a dover rispondere penalmente dei reati tributari e degli illeciti civili, fiscali e amministrativi, perpetrati… 
Ovviamente queste “teste di legno” verranno utilizzate anche in quei procedimenti amministrativi, quali per esempio, l’evasione fiscale (con emissione e/o ricevimento di fatture false -per fortuna che tale reato ed altri rientrano nel D.lgs. 74/2000) oppure attraverso il riciclaggio di denaro sporco
Vi starete chiedendo… ma perché un soggetto incensurato dovrebbe farsi coinvolgere da tutto ciò, perché rischiare la propria libertà? Perché fare questo???
Il tutto per un numero preceduto dal simbolo €.!!! 
Dice spesso un mio caro amico: perché in tanti (tra cui molti siciliani) non hanno più onore… e pur di avere un po’ di cibo servito su una ciotola, sono pronto a sacrificare anche quel che resta della propria dignità!!!
Impara ad essere chi sei davvero e impara a rinunciare con dignità… a tutto ciò che non sei!!!