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Un grazie di cuore allo Stato e alla ARS: boom di benessere in Sicilia!!!

Vi è una totale incapacità a comprendere i reali problemi di questa terra e si cerca sempre di addossare questa propria inadeguatezza, attribuendoli ad aspetti terribili, alla crisi in corso e ad altre ben futili motivazioni…

Ecco quindi le colpe date ai… mercati finanziari, alla moneta unica, alle guerre in corso, all’immigrazione, ai vincoli imposti dalla CE, alle regole speculatrici delle banche, al terrorismo, alla lotta alla criminalità organizzata e via discorrendo…
Ci si illude sempre che grazie a questi pretesti ed in virtù di non so quale miracolo, all’improvviso si ci ritrovi fuori dalla crisi… 

Gli italiani da sempre sperano che ci sia qualcuno che li tira fuori dai guai… un tempo vi era chi credeva in Mussolini, poi in Andreotti, Craxi, il Cavaliere, quindi Prodi… Monti… ecc…ecc… 

E’ una particolarità del tutta italiana, quella che porta sempre a voler sperare… vittime di quella forma di dipendenza nella quale siamo da sempre ingabbiati e che fa in modo che nulla possa cambiare…
Qualcuno ci ha provato a cambiarlo questo stato di cose… l’Ing. Mattei, il Presidente Aldo Moro, i Giudici Falcone e Borsellino ed abbiamo visto come tragicamente si sia conclusa quella loro esperienza…

Lasciate ogni speranza, o voi che entrate“, difatti… sperare di entrare in questo sistema per modificarlo è soltanto una pura follia!!!  

Riprendendo i numeri (e non le propagande o frottole per come dir si vuole, che ogni ogni giorno ci vengono raccontate…) dei primi tre mesi dell’anno, si scopre come in Sicilia, siano scomparse dal tessuto produttivo circa 20.000 aziende (per l’esattezza sono 23.294…) contro nuove aperture per circa 3.800… 
Ovviamente l’analisi non tiene conto di tutte quelle che oggi sono in stato fallimentare/liquidazione o che sono sottoposte a sequestro/confisca e che –vista l’ormai acclarata incapacità operativa fin qui dimostrata– rappresentano quel ulteriore numero di società, che a breve andranno ad accrescere il numero di quelle ormai estinte!!!
Lo studio è stato realizzato da Confimprese, ed elabora le aperture e le cessazioni nel primo trimestre di quest’anno, ho letto inoltre che i dati sono stati presentati in un convegno (nel nostro capoluogo) dal titolo: sviluppo e azione – Strategie per il progresso della Sicilia…

Una premessa bellissima… che rapportata ai dati presentati… e come dire al “Palermo Calcio” che si è appena salvato dalla retrocessione (da catanese sono veramente felice per i miei amici palermitani e per tutti i Siciliani che amano lo sport…) che l’anno prossimo la squadra vincerà lo scudetto!!!

Comprendere innanzitutto quali motivi hanno causato la chiusura in questi anni di migliaia e migliaia di società, dovrebbe essere il primo obbiettivo; tentare quindi di mutare quelle produzioni superate in nuove o più ricercate (per destinazioni di mercato) potrebbe rappresentare il secondo punto determinante…
Riutilizzare le aree industriali, artigianali, commerciali in qualcosa di rinnovato, puntando verso nuovi prodotti d’avanguardia o appartenenti al marchio “made in Sicily”, ancora tanto ricercati nel mondo…
Puntare verso una maggiore riqualificazione dei nostri prodotti agroalimentari tipici siciliani, rappresentanti della migliore qualità e tradizione della nostra terra…
Bisogna ridare credito agli imprenditori onesti o ai tanti aspiranti che vogliono iniziare una nuova attività…
Lo Stato deve farsi promotore e garante presso le banche, affinché eroghino in maniera celere quanto necessario a quei soggetti che intendono iniziare in maniera seria una alternativa professionale, senza dover però rischiare di ritrovarsi un cappio al collo per tutta la loro vita, a causa di quelle tante firme poste nei moduli per le varie richieste di finanziamenti…
Dopotutto se gira poco denaro non si pagano nemmeno le scadenze… difatti in Sicilia nel 2015 i protesti ammontano a 67 milioni di euro e tra titoli, assegni, cambiali, ecc… si corre sempre di più il rischio di aver alimentato in questi anni, quel mondo parallelo dell’usura…
Certo, se poi assistiamo a come i maggiori referenti di quelle importanti realtà produttive (Camera di commercio, Confindustria, Ance, ecc…) siano stati da parte delle procure posti a procedimenti giudiziari, capiamo perfettamente quanto sia difficile uscire da questa situazione…

Le soluzioni per risolvere questa crisi ci sono… ma per applicarle servono persone capaci… e questo purtroppo rappresenta ancora oggi… il nostro più grande problema… se si vuole procedere con la  volontà di cambiare pagina…
Eliminare radicalmente quel modo subdolo di procedere, fatto di collusioni, protezioni, favoritismi, clientelismi, scambi di favori, richieste personali… di cui noi tutti siamo ben a conoscenza, anche se il più delle volte, facciamo finta di non saperle queste cose… o meglio ne prendiamo atto come se queste capitano soltanto agli altri… dimenticando quelle che giornalmente andiamo compiendo!!!   

Se per un istante (chi oggi ha il potere di farlo…) si sedesse seriamente a lavorare insieme ai propri colleghi… (invece di pensare esclusivamente a salvaguardare la poltrona nella quale si è seduti…) ecco che (forse) pian piano, qualche proposta inizierebbe a concretizzarsi…
In ogni caso… ci si potrebbe altresì affidare a consulenti professionali esterni (mi riferisco a consulenti “capaci” e non a quei consueti “rapaci” e abituali “amici degli amici” che hanno come fine quello di perseguire propri vantaggi personali e finanziari…), che possono modificare l’indirizzo fin qui negativo !!!
Il premier Renzi ha parlato di 12 miliardi di euro per la Sicilia…
Speriamo che almeno questa volta, non sia soltanto la mafia a ringraziare!!!

Il "leghista" Salvini tra crisi dell'Agricoltura e Muos… mentre i nostri deputati "siciliani" dormono!!!

Giovedì 10 Marzo, recandomi in ufficio ho visto la mia città piena di bandiere gialle… erano state poste nelle barriere stradali in segno di protesta dagli agricoltori di Coldiretti, che proprio quella mattinata si erano dati appuntamento a Catania per manifestare contro le politiche comunitarie attuate e per difendere l’agricoltura “Made in Italy” che rischia ormai di perdere i prodotti simbolo da sempre di questa terra, come olio, arance,  pomodori, grano ed il latte con i suoi derivati…
Diciamo che forse, vista la situazione generale… le bandiere “bianche” sarebbero state più appropriate, dopotutto non bisogna dimenticare come a tutte quelle politiche in atto da parte di Bruxelles  andrebbero sommate sia le frodi di falsificazione dei nostri prodotti, che spacciano la maggior parte dei nostri prodotti tipici per loro… che soprattutto quei meccanismi truffaldini legati alle agro-mafie, che attraverso richieste di contributi e finanziamenti vari, hanno fatto si che ora l’Europa non si fidi più delle nostre richieste, anche quelle legittime…

Ed allora non riesco a capire il perché invece di unire le forze, come sempre da noi in Sicilia, ci si divide…

Già… bastava attendere un giorno e cioè l’indomani, per far si che le manifestazioni di Coldiretti e quella proposta dal Segretario della Lega Salvini, diventassero una soltanto… con un numero maggiore di partecipanti e dove si sarebbero potuti aggiungere anche quelle forze politiche o d’associazioni di categoria, partecipando direttamente tutti insieme… manifestando così con la loro presenza i gravi problemi nel nostro territorio dei nostri agricoltori…
Ma come dico sempre… da noi è una competizione propagandistica… non si fanno mai le cose sul serio… ma soltanto per farsi pubblicità… principalmente pre-elettorale…
Quando quelle poche volte sono presenti è perché debbono dimostrare che essi c’erano… erano lì a lottare insieme ai coltivatori…
Salgono su quel palchetto improvvisato per dire le loro frasi di rito e nel contempo che agitano la mano destra a modello “Braveheart” guardano con l’occhio di sfuggita l’orologio affinché possano celermente allontanarsi da tutto quel trambusto… 
Ed allora non mi meraviglio che a scendere in campo sia proprio la Lega… (già quella lega che ai tempi di Bossi io personalmente in molti miei post ho criticato aspramente) in particolare il suo leader, che oggi vede in questa isola divisa, la possibilità di raccogliere una grossa fetta di quel consensi… Infatti, non sapendo più a chi rivolgersi… anche i nostri agricoltori hanno lanciato una richiesta d’aiuto a Matteo Salvini: ti prego almeno tu… dacci una mano!!! 
Ed è con queste parole che il Segretario si presenta: vengo a denunciare il massacro dell’agricoltura italiana, da Nord a Sud, ad opera del Partito democratico di Renzi, ma con il silenzio dei sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori e invece fanno il gioco del governo… inoltre, per quanto riguarda la Sicilia, Renzi e Crocetta stanno distruggendo agricoltura e pesca, ci sono pezzi d’Italia e della Sicilia dove lo Stato non esiste o, se esiste, è complice della mafia!!!
Come si dice: noi siamo quello che mangiamo, ma sinceramente non capisco cosa abbia potuto mangiare Crocetta da piccolo per essere così… non vedo l’ora di mandarlo a casa, è una calamità naturale per la Sicilia!!!
Qualcuno ora vorrebbe venirci raccontarci che questo signore si sta sbagliando, ma a me sembra -proprio attraversando quel territorio- che lo sfacelo è ovunque… e che la politica ed i suoi interlocutori, hanno fallito in ogni senso.
Non è l’olio della Tunisia, le arance dall’Egitto o i pomodori del Marocco a preoccuparmi, sono le vicende giudiziarie che dimostrano come dietro questa settore, si celano i consueti metodi del malaffare, dove non vi è alcun interesse a migliorarne lo sviluppo, ma soprattutto, dove non vengono attuati quei necessari progressi tecnologici, affinché si raggiungano in breve termine, i benefici di produzione e qualità sperati…

La parola agricoltura, floricoltura, allevamento e pesca, vengono visti esclusivamente per realizzare business… e non importa se al suo interno ruotano personaggi ambigui… oppure dipendenti ed extracomunitari senza alcun contratto di lavoro o ancor peggio si prendono contributi di disoccupazione inesistenti o finanziamenti europei per miglioramenti mai realizzati e dove chi dovrebbe controllare, non verifica nulla…    

E cosa dire delle Banche… quel sistema usuraio che permette a quei poveri agricoltori di utilizzare sistemi di pagamento postdatati e quando poi questi -per validi motivi- non riescono ad onorare quei titoli emessi… ecco che come sanguisuga, iniziano a bloccarne di fatto l’attività fino a requisirne le proprietà immobiliari di una vita date loro in garanzia… senza cercare di trovare una eventuale collaborazione attraverso possibili rientri finanziari prolungati…
I produttori ovviamente chiedono aiuto a Salvini… ma prima di chiedere aiuto bisogna mobilizzarsi concretamente… farsi personalmente portavoce di quelle richieste, dimostrare attraverso dati certi lo stato di crisi di questo settore, proponendo di rivedere quei contenziosi con le Banche o con le Agenzie di riscossione e chiedendo in primiss di tutelare quei nostri prodotti dall’ingresso incondizionato e fuori controllo di quelli esteri…
E’ finito il tempo dei proclami inconcludenti… basta con quelle banalità o con divisioni partitocratiche che hanno quale fine l’aggiudicazione di una poltrona…
E’ bene che il nostro Presidente e i deputati dell’ARS, il Governo nazionale… e in particolare il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, diano definitivamente quei segnali chiari concreti di soluzione ai problemi di questa nostra terra… sempre più arida da quanti l’hanno con le loro azioni… “infettata”!!!

Chinatown a Catania???

Catania si veste ogni giorno di più del “Made in China”.
Girando per la città, troviamo ovunque sempre più attività commerciali cinesi, dal centro fino alla periferia,   
Già è strano… mentre i nostri negozi italiani chiudono, loro ne aprono mensilmente di nuovi…
Da cosa possa dipendere questo fenomeno o chiedersi a chi dare colpe è un concetto limitato, se pur diffuso… e appartiene a quelle abituali chiacchiere di strada, che non trovano mai alcun fondamento certo…
Di contro, bisognerebbe chiedersi se dietro quelle semplici considerazioni, non si celino interessi ben più consistenti, rispetto a quanto si voglia a noi far credere…
Infatti, a differenze di altre città del mondo, dove l’integrazione ha dato modo a questa comunità di esprimere quella loro cultura orientale, qui da noi… c’è il nulla…
Si… qualche ristorante sparso qua e là… ma niente di più, la loro comunità resta di fatto…nell’ombra e non si sa nulla di essi, come, non se ne conosce il numero esatto e la loro reale identità…
A differenza quindi di quelle note capitali, dove i profumi d’incenso, le composizioni architettoniche con pagode colorate e piene di luci, rappresentanti di uno stile riconosciuto da tutti, in particolare dai turisti che ne sono attratti… qui da noi vi è soltanto l’oscurità…
Già, perché a differenza nostra, in quelle città non si trovano solo negozi commerciali, ma vi sono aree estese nelle quali è possibile trovare di tutto: ristoranti pieni di prelibatezze gastronomiche, teatri e musica con balli tradizionali, prodotti tipici, ceramiche decorate, essenze e profumi, tessuti e abiti folcloristici, imitazioni di armi orientali, centri specializzati in medicina alternativa (ago puntura) e farmacie di naturopatia, centri estetisti (da non confondersi con i nostri equivoci “centri massaggi”), scuole di madrelingua, tutti rappresentanti di una profonda cultura millenaria…
Da noi viceversa, non sono qui per investire… ma per vendere esclusivamente i loro prodotti commerciali e gli utili realizzati, rientrano immediatamente in patria…  
Quindi mentre il nostro splendido “Made in Italy” viene perso… di contro quello cinese va annualmente facendo utili miliardari!!!
Dopotutto, come fargli concorrenza quando anche i nostri imprenditori, hanno preferito delocalizzare la loro produzione, avendo utilizzato la loro manodopera e materie prime, riservandosi esclusivamente quel loro marchio (non si sa ancora per quanto…) per la commercializzazione…
Ora quindi che le matrici e i modelli sono nelle loro mani, che la manodopera e le materie prime… anche, che la qualità (un tempo punto di forza del nostro paese) è stata, in questi ultimi anni, da loro eguagliata, diventa difficile se non impossibile contrastare il mercato mondiale, avendo anch’essi iniziato a produrre con propri marchi, copie analoghe dei nostri prodotti…
Ormai – per quanto ne dicano ancora quegli isolati imprenditori del “made in Italy”– non ci si accorge più delle differenze, ma soprattutto i loro prodotti (criticati per la scadente qualità dei materiali e delle rifiniture…), sono ormai giunti ad essere stati imitati alla perfezione… potrei aggiungere “identici” se non migliori agli stessi originali, con un prezzo però di vendita, inferiore anche del 70%.
Ora i nostri imprenditori –quei pochi che non hanno ancora chiuso i battenti– schiacciati da questa concorrenza cinese, dichiarano che la differenza dipende dalla contribuzione irregolare e soprattutto dal mancato pagamento delle imposte, che secondo quest’ultimi non viene effettuata da quelle attività…
Non si tratterebbe quindi di ricercare motivazioni dipendenti dalla diversificazione della domanda, dai prezzi più bassi, dall’utilizzo di materiali scadenti di qualità nei loro prodotti e dello sfruttamento della manodopera nel loro paese d’origine… qui si tratta d’analizzare l’aspetto fiscale e contributivo… l’applicazione di quelle normative previste, verificando attraverso controlli, se la manodopera presente in quelle attività è regolarmente registrata e se quegli imprenditori cinesi, pagano regolarmente le tasse in Italia? 

Ho letto infatti da uno studio della Gdf, che questi commercianti all’inizio della loro attività, si comportano in modo irreprensibile sia nei confronti degli Enti previdenziali che del fisco… Ma appena viene superato l’anno d’attività, questi, adottano analoghe metodologie del tutto “italiane” e cioè, cambiano la propria ragione sociale, abbandonando la precedente gestione e lasciando ad essa, tutti quei mancati pagamenti d’imposte che poi si dimostreranno evasi. ma difficili da recuperare… in quanto nel frattempo sono sparite sia le società, che i loro rappresentanti legali…

Fatta la legge… trovato l’inganno!!!
Per concludere vorrei aggiungere una riflessione: nella nostra isola, in particolare nella nostra città è evidente a tutti che dietro questo business milionario, ci sia la nota criminalità organizzata (per nulla seconda a quella cinese…) e che quest’ultima, non sta certamente lì a guardare; infatti, se non direttamente partecipe, avendone accordato il permesso d’operare…  fruirà quotidianamente di una parte dei benefici prodotti da quelle loro attività!!!

Ex… " Made in Italy "

Ne avevo parlato alcuni mesi fa, elencando tutte quelle imprese che pian piano, stavano cedendo i propri marchi, alle lusinghe di solide società straniere…
Non si contano più, un’elenco infinito a cui in questi giorni si è aggiunta anche la “INDESIT” da sempre di proprietà della famiglia Merloni ed oggi passata alla WHIRLPOOL…
Infatti, il gruppo americano ha rilevato il 60% attraverso un investimento milionario in euro ( sono circa 750… ) ed un successivo premio del 5% sui valori di Borsa degli ultimi sei mesi…
Abbiamo già assistito a come Versace, Krizia, Perugina, Poltrona Frau, Riso Scotti, Sasso, Buitoni, Telecom, Loro Piana, Carapelli, Eridania, Fiorucci, Parmalat, Bertolli, Galbani, Peroni, Moretti, Plasmon, Dreher, sono passate in mano a gruppi stranieri, dimostrando la totale incapacità del gruppo dirigente di questo ns. Paese, che attraverso politiche folli ed anti-economiche hanno distrutto un settore, quello delle eccellenze, relegandoci così a non essere più competitivi ed a diventare gli ultimi a livello industriale…
Uno Stato che non ha saputo realizzare quelle necessarie riforme, ma che ha basato tutta la propria politica sull’assistenzialismo, sulle raccomandazioni, sui favoritismi, sui contributi e ammortizzatori sociali, sulle collaborazioni svolte da parte dei sindacati, sul mancato investimento nella ricerca e nella meritocrazia, ma sui soliti individui inutili, famigliari e parenti, di quanti messi li a governare…che non hanno permesso la crescita, ma che sono stati i responsabili di quella catastrofe in corso e di cui ancora in tanti non stanno realizzando…
Sappiamo già come vanno questi accordi, prima sembrano indolori, si parla tanto d’investimenti, di salvaguardia dei posti di lavoro, di prospettive e di business, di futuro, ma poi, in pochissimo tempo, s’inizia a parlare di mancata produzione, di maggiori costi, di esose tasse e così s’inizia a discutere di trasferimento dell’azienda verso l’estero, lasciando tutti i dipendenti – come molte volte dal sottoscritto preannunciato – direttamente a casa!!
Dopotutto si tratta di investimenti e di vantaggi economici, unico valore preso come riferimento fondamentale da parte dei soliti azionisti…
Cosa dire, salutando e ricordando tutte quelle ex società del made in Italy, andiamo ( per così dire ) avanti, sapendo sin d’ora che il futuro che ci aspetta, sarà sempre più governato da potenti holding straniere, che a seconda delle circostanze, decideranno le sorti di questo nostro sempre più povero paese…,dopotutto la finanza non è altro che l’arte di far passare i soldi di mano in mano, finché alla fine…quest’ultimi, non spariscono del tutto!!!