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CATANIA: dopo 27 anni e tra un silenzio generale, chiude un'impresa e sei famiglie vengono lasciate a casa!!!

Posso dire di conoscere questo rifornimento da sempre, già… sin da quando per la prima volta ha aperto i battenti nella via Passo Gravina ed in questi giorni (dopo essere venuto a Catania a trascorrere qualche giorno di ferie, prima di ripartire nuovamente per il nord Italia), ho scoperto – recandomi per far far rifornimento – che quella struttura fosse chiusa!!! 

Debbo dire che in quell’occasione non avevo compreso le motivazioni e neppure che la chiusura di quella attività fosse definitiva, sì… ho pensato che la catena posta dinnanzi all’ingresso, fosse dovuta ad un programmato periodo feriale, ma successivamente, mia figlia Alessia, mi ha fatto notare che che quel rifornimento, fosse chiuso già da tempo…     

E difatti, dopo pochi giorni, passando dinnanzi a quel rifornimento, mi ha inviato le foto in allegato, nelle quali sono espresse le reali motivazioni di quella chiusura a dir poco incredibile!!!

Certo… a leggere le motivazioni di quella chiusura si resta basiti, d’altronde si comprendono bene da quelle parole i ricatti ai quali il gestore è stato ahimè accompagnato, già direttamente alla porta… e questa volta non centra la criminalità organizzata, perché le ragioni di quella chiusura vanno ricercate altrove e precisamente nella gestione dei carburanti, sulla concorrenza generata in questi anni da tutti quei rifornimenti – la cui provenienza dei carburanti è stata più volte sottoposta ad inchieste giornalistiche, vedasi per ultima quella della trasmissione Report – che operano a prezzi più bassi, ma il cui prodotto resta – secondo alcune associazioni a difesa dei consumatori – di indubbia o scarsa qualità…

Difatti, proprio il mese scorso, durante alcuni controlli da parte della Gdf presso dei distributori di carburante, è stato trovato gasolio miscelato con varie sostanze – vedasi link: https://newsicilia.it/trapani/cronaca/controlli-nei-distributori-di-carburante-trovato-gasolio-miscelato-con-varie-sostanze/879147/

L’hanno definito il boom delle “pompe bianche”: distributori siciliani senza alcun logo, marchio e/o insegne, rifornimenti dove gli automobilisti sperano di approfittare di quei cosiddetti “prezzi stracciati” per risparmiare su un pieno… 

E’ sono questi i reali motivi che hanno portato in questi anni nell’isola molti distributori a chiudere i propri battenti (tra cui quello di cui parlo sopra); difatti quest’ultimi sono passati da circa 2400 a poco meno di 1500 (vedasi i dati del ministero per lo Sviluppo Economico) e sembra che dietro quell’insegna, bianca o “griffata”, vi siano sempre più spesso una decina di imprese che stanno prendendo il posto delle compagnie petrolifere…

Cosa aggiungere, speriamo che qualcuno faccia qualcosa, mi riferisco in particolare alle Istituzioni che da tempo avrebbero dovuto iniziare ad operare quelle opportune verifiche sul campo!!!

D’altronde basta poco per comprendere cosa stia realmente accadendo dietro questo improvviso business; infatti, se da un lato è importante per i cittadini controllare sempre il prezzo dei carburanti, è altrettanto necessario verificare sempre che la qualità del prodotto e del servizio offerto sia elevato, oltre alla fiducia dell’operatore che rappresenta garanzia di legalità: già… perché non bisogna dimenticare che a volte, dietro uno sconto fittizio e un prezzo offerto generosamente più basso rispetto a quello di mercato, si possono nascondere truffe e chissà forse anche un traffico illegale di carburanti…    

Perché nel frattempo che qualcuno dorme o non compie il proprio dovere o ancor peggio fa finta di non vedere per interessi personali, viceversa altre famiglie, molte direi…  restano di fatto disoccupate!!! 

Arrestati dalla Gdf il presidente e l’amministratore delegato della Blutec: la società che controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese!!!

L’ennesimo scandalo… un’ulteriore truffa da sommarsi a tutte quelle che ogni giorno andiamo subendo!!!
Ed allora come dicevo, tanto per non modificare quella consuetudine, vengono arrestati dalla Guardia di finanza, il presidente e l’amministratore delegato della società Blutec, la stessa che controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, nella quale lavorano all’incirca 700 operai e che ora rischiano di andare a casa…
Secondo la Procura di Termini Imerese (PA), l’accusa è di “malversazione ai danni dello Stato”, in quanto i due soggetti sono sono accusati di aver usato circa 16 milioni di euro di fondi pubblici destinati allo stabilimento di Termini Imerese, per altri investimenti della Blutec…
Ed allora mentre da noi spariscono i fondi, i dipendenti fanno la fame… infatti, 570 erano stati posti in cassa integrazione, mentre i restanti 130 sono stati impegnati in progetti di formazione…
Un’area quella di Termini Imerese che rappresenta uno scempio per la bellezza di quest’isola, un tratto di costa del nostro territorio che dire “meraviglioso” è poco… eppure la politica di allora, preferito destinate quell’area alla costruzione di questo stabilimento…
Siamo negli anni 60’… un periodo in cui la politica della nostra terra era gestita dalla mafia o meglio da quei suoi referenti della Dc…
Ed allora ecco che si decise di far partire nel 1967 la “Sicilfiat“, una società a partecipazione pubblica, di cui la FIAT deteneva il pacchetto di maggioranza con il 60% delle azioni, mentre alla Regione Siciliana il restante 40%… tramite la Sofis prima e poi tramite l’ESPI (Ente siciliano per la promozione industriale). 
Lo stabilimento fu completato nel 1970 grazie ad un consistente contributo della Regione erogato al gruppo Fiat per ottenerne la localizzazione nel territorio – oltre lo scempio anche la beffa economica – (già… viene da pensare che siamo proprio un popolo di somari…), il tutto per barattare quello stabilimento con un po’ di occupazione…
D’altronde parliamo di una struttura che occupava inizialmente 350 addetti… se la politica avesse sfruttato diversamente quel territorio, destinandolo al settore turistico, quelle stesse unità avrebbero trovato egualmente lavoro, a cui vanno aggiunti quei fattori d’inquinamento ambientale, che oltre ad aver lasciato forti ripercussioni a quei suoi dipendenti, lascia oggi una situazione disastrosa, impossibile da recuperare!!!   
Nel frattempo – siamo 1977 – la Fiat acquisì la totalità delle azioni, chissà a quale prezzo irrisorio o forse con la promessa che la forza lavoro sarebbe stata gestita da quel “gruppo di potere”, a cui interessava principalmente controllare quei suoi lavoratori – divenuti nel frattempo (siamo negli anni 80′) all’incirca 3.200 con altri 1.200 nell’indotto – circa 5.000 soggetti a cui sommare familiari, parenti e conoscenti vari… tantissimi voti con cui poter foraggiare, quei loro amici della “politica”!!!
Uno schifo allora… altrettanto oggi, dove s’evidenzia ancora una volta che a soffrire sono sempre le nostre società, quelle “siciliane“, mentre le altre, sì… quelle a livello nazionale, appartenenti a quegli stessi gruppi imprenditoriali, stranamente… vanno a gonfie vele e nessuno di quei loro dipendenti rischia oggi il posto di lavoro…
Alcuni giorni fa avevo parlato di “SIRTI” e ancora prima di “CMC” ed ora tocca a “Blutec” (del gruppo FIAT), ma tranquilli, vedrete… non saranno le uniche, perché continuando con queste politiche inefficaci e certamente sterili, molte altre (dire “molte” è oggi un eufemismo…) le seguiranno… 
D’altronde di cosa stiamo parlando, basti osservare quelle nostre “residuate” realtà industriali, lontane “anni luce” dagli standard tecnologici richiesti, ma soprattutto dai processi produttivi richiesti, che a sentir dire da quei loro addetti, sono fatiscenti o non più d’interessanti per i mercati  internazionali… 
Se poi si aggiunge che le nostre industrie mancano di qualsivoglia rilancio industriale e che a fronte dei finanziamenti ricevuti, statali e/o europei, si è preferito investirli in altri settori che nulla centravano con la nostra regione (d’altro canto chi doveva controllare – come ripeto costantemente – partecipava al banchetto…), ma come si è visto, sono finiti altrove… ecco, sarei curioso di sapere oggi da quei nostri “rappresentanti” istituzionali e non…, in quali modi pensano di modificare questo trend negativo, visto che ormai ciò che resta di quelle zone industriali, sono soltanto le macerie di quello che un tempo furono le grandi aree destinate all’industrializzazione del mezzogiorno… 
  

Licenziamenti "SIRTI S.P.A.": Qualcosa non va… e mi riferisco a qualcosa di grave!!!

Ho ascoltato alle 14.00 il Tg di Telecolor (che mi permetto di riproporre parzialmente), in particolare la notizia riportata sui licenziamenti dei lavoratori della “SIRTI S.P.A.”, un’azienda specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di grandi reti di telecomunicazione, i cui campi d’impiego vanno dalle reti di telecomunicazione, al settore trasporti su rotaia, quindi il settore energia, le reti televisive, ed anche le telecomunicazioni militari…
Ed ancora, a livello cittadino la “SIRTI”  ha sviluppato soluzioni interessanti per le città, attraverso una distribuzione più efficace dell’energia, oltre che a servire sistemi di networking, integration, e gestione/manutenzione in ambito ICT e facility management. 
Per lo svolgimento delle proprie attività inoltre il marchio “SIRTI”, come in molti possono vedere proprio in questi giorni nella nostra città etnea e non solo,  ha preferito suddividere quelle proprie competenze con altre società sicuramente dello stesso gruppo (d’altronde il nome iniziale riportato è eguale…), ma che sono destinate a seguire alcune tipologie di servizi, ad esempio “ENERGIA”, occupandosi di Elettrodotti at, Stazioni elettriche at, Apparecchiature e quadri elettrici di media tensione o “FERROVIARIE” se hanno a che fare con Sistemi di alimentazione, Impianti di alimentazione, Sistemi di segnalamento e automazione del traffico ferroviario, Impianti telefonici e radiocomunicazioni ferroviari, Sistemi di informazione ed ausiliari…
Certamente parliamo di una grande realtà, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale… 
Basti pensare che negli anni ’70 Sirti operava all’estero, dall’Europa all’America Latina, dal Medio Oriente all’Africa ed oggi – ho letto – è presente in molti paesi come Romania, Argentina, Libia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Scandinavia…
D’altronde, con una esperienza ed una competenza fin qui acquisita, è naturale che questa società risulti tra le prime nel suo campo, con proposte di progettazione di rete e realizzazione delle opere civili e tecnologiche, in grado di rispondere con celerità alle necessità dei Clienti… 
Allora viene spontaneo chiedersi: “Come fa una Società così importante a entrare in crisi”??? 
Ed ancora: Avendo questo enorme parco clienti e soprattutto commesse in Italia e nel mondo così importanti – viene da chiedersi – perché a pagarne le conseguenze sono sempre i dipendenti di questa nostra isola… mentre viceversa in tutte le altre regioni d’Italia, questi problemi non esistono???
Per cui: pur ammettendo che la Società oggi possa avere dei problemi (che naturalmente il sottoscritto non conosce…), una società professionale quale certamente “SIRTI” (per come ho rappresentato sopra), non dovrebbe provare a cautelare quei suoi dipendenti “specializzati”, tra l’altro con un alto profilo “Know How”, chiedendo a loro eventualmente il sacrificio (anche provvisorio) di trasferirsi verso altre realtà nazionali e non, certamente più produttive e nelle quali sono attualmente sottodimensionati???
Ho ascoltato quanto riportato da alcuni responsabili sindacali, in particolare la dichiarazione del  Segr.Prov. UILM, Sig. Giuseppe Caramanna…
La sua frase (ma anche quanto dichiarato dai colleghi Sig.ra Rosi Scollo – Comp. Segretaria Fiom CGIL e Sig. Bruno Marano – Rsu UILM CT ) mi ha profondamente colpito!!!
In particolare la mia attenzione si è soffermata non tanto sui problemi relativi ai lavoratori che certamente sono prioritari rispetto a qualunque altra circostanza, ma bensì quando in quella Sua dichiarazione parla di “subappalto ad altre imprese”, una condizione quella riportata dal Segr. Provinciale che – se fosse vera – rappresenta una situazione “gravissima“!!!
Sono certo che se in questo momento qualche Dirigente di quella società  (o di quelle sue eventuali subordinate) così importanti, stia leggendo questo mio post, comprenderà cosa vi sia dietro questo mio messaggio (certamente poco “subliminale”… già, come dice il detto: Chi vuol capire capisca, chi invece finge di non capire per il proprio interesse…), qualcosa di concreto, che per il momento, mi riservo di pubblicare… 
Peraltro ho letto che sono stati annunciati circa 900 esuberi su un totale di 4200 addetti, un quarto della forza lavoro, con tagli massicci previsti in quasi tutti i reparti e su tutto il territorio nazionale. 
Ho l’impressione che SIRTI “…”, con qualunque nome (o sotto-nome) si presenti, stia giocando molto male le sue carte… e credo che a breve in quella società i primi ad essere licenziati… non saranno gli operai, bensì alcuni suoi dirigenti!!! 
Sono certo che nei prossimi giorni seguiranno nuovi sviluppi… e non mi riferisco al mio personale blog, ma a testate giornalistiche ben più importanti!!!
Concludo… sentendomi – in questa circostanza così grave – vicino ai dipendenti Sirti e soprattutto ai loro familiari, anche perché nessuno mai vorrebbe vivere situazioni come queste, ma purtroppo (e non so dirvi quanto casualmente…)  sembra proprio che in questa nostra terra, siano diventate una consuetudine!!!   

Sky24 e i "furbetti del cartellino"!!!

Questa mattina – erano le 11,40 – ascoltavo una trasmissione su SKY24 dove venivano presentate tutte le strategie adottate da quei cosiddetti “assenteisti”…

Cartoni in testa, maschere, cappucci, cappelli… tutti metodi affinché non si venga individuati e soprattutto non si rischi di venir licenziati…
Sì… la riforma Madia è stata realizzata, ma affinché quei processi in corso, vengano attuati in maniera corretta, c’è bisogno di un efficace cambiamento nel rapporto tra la PA ed i cittadini e le imprese…
Peraltro, se si vuole che questa riforma produca risultati efficaci, bisognerà non solo controllare quelle presenze, ma investire sulle persone e sulle loro motivazioni, in particolare si dovrà valorizzare quei dipendenti pubblici, premiare la meritocrazia (e non i soliti raccomandati), sbloccare il turn over con l’assunzione di nuovi profili, provvedendo altresì  a formarli e ad aggiornarli nelle competenze. 
Pensare di licenziare questi furbetti si è dimostrato un fallimento, sia perché la maggior parte di quei dipendenti sono sostenuti dai sindacati, sia perché molti di essi si sono ribellati, ma anche perché in questa vicenda, la Corte Costituzionale gli è andata dietro…
La colpa più grave comunque è quella compiuta dai dirigenti, i quali solitamente coprono quei loro subalterni, non solo perché loro per primi, dimostrano d’essere scorretti (vedasi coloro che durante l’orario di lavoro, andavano in palestra a fare fitness…), ma anche perché i delegati aziendali non prendono mai posizione, denunciando quanto avviene all’interno di quel loro ufficio…    
D’altronde chi dovrebbe segnalare quanto accade durante l’orario di lavoro???
Per denunciare bisogna essere stati integerrimi… e già questo costituisce il primo problema, poiché denunciando si rischia d’essere a sua volta querelati, ed allora il più delle volte, forse perché ricattabili, si rinuncia a segnalare quanto scoperto…
C’è da aggiungere inoltre che non è solo la presenza che andrebbe controllata in quegli uffici, ma anche la produttività, perché la maggior parte di quei dipendenti, trascorre il proprio tempo sui social,  a giocare via web e qualcuno si diverte nelle chat erotiche…
Basterebbe d’altronde monitorare la cronologia di quei loro computer, che si scoprirebbero i siti nei quali si sono recati quei dipendenti ed il tempo trascorso durante la giornata!!!
Ma come dicevo sopra, nessuno controlla… ah dimenticavo certo c’è la il diritto alla “privacy”, ma qui non sono a casa propria, loro in quegli uffici svolgono un incarico, pagato – visto i risultati prodotti – profumatamente… 
D’altro canto se pensate che in quegli uffici, l’età media è tra le più alte, ma soprattutto si è visto come ormai il senso civico e le regole sono considerate compassate, anche a causa della mancanza di motivazioni, che spingono la maggior parte di quei dipendenti a non fare di più… ma anzi ad assentarsi con giustificazioni fasulle…
E si… perché gli attuali contratti prevedono già, oltre ai giorni di malattia, i permessi per le visite specialistiche,  e quindi la volontà d’assentarsi è connessa esclusivamente non con una reale esigenza, bensì, con il desiderio di farsi i caz… propri!!!
Una vergogna… sì da un lato questi individui che sprecano il proprio posto di lavoro, dall’altro viceversa, milioni di connazionali che farebbero “carte false” per avere quel posto fisso…
Cosa aggiungere, i controlli previsti a suo tempo dall’INPS non hanno avuto alcuna concretezza, visto che peraltro non si riesce ad intervenire in maniera dettagliata, valutando quale certificato va controllato e quale no e d’altronde, il garante della privacy, ha limitato quei controlli, come anche una eventuale decurtazione salariale – per come avviene nei privati – è considerata illegittima e non realizzerebbe gli effetti desiderati…
Certo per come avrete potuto comprendere la vicenda presenta un bel casino e sperare che si riesca a trovare una celere soluzione è alquanto difficile, se non impossibile…
Nel frattempo c’è chi continuerà a timbrare il cartellino per poi andarsene a passeggiare e chi ancor peggio – come ho potuto costatare alcuni giorni fa, insieme ad una amica, presso un ufficio delle…. – continuerà a frequentare quel Bar di fronte, entrando e uscendo da quel luogo di servizio, senza mai timbrare quel badge posto all’ingresso!!!
Per fortuna che in mezzo a questa indolenza generale c’è chi, come la mia amica, uscendo da quel luogo, ha provveduto a trasmettere a mezzo “whatsapp” la segnalazione direttamente al nostro Ministro Salvini!!!
Sono certo che a breve qualcuno in quell’ufficio, si prenderà un bel “cazziatone”!!!
Sì… una goccia in mezzo al mare, ma meglio di niente…

Quei dipendenti… sono come le "formiche"!!!

In tema di malaffare, esistono di solito due categorie di approfittatori, distinte dall’approccio psicologico: c’è il dipendente che per anni prepara il cosiddetto “colpo” della vita (la grossa truffa) e poi scompare; esiste di contro l’impiegato “formichina”, quello che scopre all’improvviso un punto debole nel sistema e inizia così a sfruttarlo… senza mai strafare, una sorta di parassita che prova a incamerare piccole somme con puntuale regolarità, sperando così di passare inosservato….
Ecco, quanto sopra è precisamente ciò che alcuni dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Milano, hanno compiuto… 
Secondo l’azienda trasporti, attraverso proprie procedure interne d’analisi, hanno determinato che le prime truffa sono iniziate nell’estate scorsa. 
Funzionava all’incirca così: l’1% per cento dei biglietti Atm, ( come s’intuisce una quota piuttosto bassa), viene venduta in sei punti delle fermate Atm (Duomo, Cadorna, Centrale, Loreto, Garibaldi e Romolo). 
La procedura, prevede che gli addetti di quegli sportelli stampino i biglietti immediatamente, cioè nel momento in cui il cliente li chiede. 
In questo modo, ogni singolo biglietto viene emesso e (automaticamente) contabilizzato, già nel momento in cui esce dalla stampante. 
A fine turno, l’addetto compila il rendiconto di ciò che ha venduto e l’intero sistema si chiude. 
Ma cosa succede se la stampante si inceppa o ha un piccolo guasto???
Qui stava la truffa… già, in caso di malfunzionamento, la stampante emette uno o più biglietti, che vengono considerati “scarti”, perché magari in quel momento, la stampante ha perso il collegamento con la rete centrale e non li ha contabilizzati correttamente…
I dipendenti “furbetti” avrebbero fondato quindi quella loro truffa, proprio su questo passaggio!!!
L’Azienda difatti, sospetta di quegli abituali inceppamenti, e verifica che sono sempre gli stessi dieci dipendenti ad aver causato con regolarità quei piccoli inceppamenti alle stampanti, creando così una vera e propria provvista di biglietti autentici, ovviamente non registrati dal sistema centrale. 
Sono per l’appunto i biglietti che poi verranno rivenduti in proprio ed ovviamente in nero ai clienti che ne facevano richiesta… presso i Point dell’Amt ed il pagamento, cosi facendo, finiva direttamente nelle tasche degli impiegati!!!
Quei biglietti solitamente scartati, rappresentavano all’inizio della truffa un importo irrisorio, all’incirca 200-300 al mese, ma verso Ottobre l’importo è salito sopra le 1.700 euro… accendendo così la spia dell’Azienda dei trasporti…  
Considerato che ciascun impiegato, lascia una traccia quando ha usato la stampante, è stato semplice individuare i guasti dell’ultimo semestre e il personale addetto quel giorno… scoprendo così che un solo impiegato aveva emesso titoli di viaggio non registrati per ben 1.868, per una valore totale di oltre 23 mila euro, che ovviamente erano stati acquistati e utilizzati da passeggeri ignari…
Altri, colleghi, hanno incassato chi €. 13.000 euro, chi €. 11.000 e via discorrendo…
Certo, un danno economico per l’azienda irrisorio considerato che si tratta di circa 6.500 titoli non incassati, all’incirca l’1% se messi in relazione col milione e passa di biglietti venduti dagli Atm in un anno, ma sempre di circa 60-70 mila euro trattasi e soprattutto, evidenzia un fattore dilagante di malcostume e malaffare!!!
Ora i dipendenti sono stati sospesi ed è iniziata la procedura che potrebbe portare al licenziamento… 
Certo che se si pensa che ormai rubare è diventata la regola di questo nostra paese, ad iniziare da quelle sue “Cicali” governanti, per proseguire con tutte quelle “formiche” operaie, che rappresentano perfettamente molti di quei cittadini corrotti di questo paese… vi chiedo… perché dovremmo oggi meravigliarci di questa notizia???.

Bisogna impedire i licenziamenti!!!

Votiamoli, già preparatevi a votarli… e nel contempo, mentre vi state accingendo a fare la fila presso quelle loro segreterie… loro cosa fanno, come al solito nulla… anzi no qualcosa fanno, vi fanno perdere il vostro posto di lavoro!!!
Difatti, se da un lato ci troviamo un governo di sinistra che propaganda un’economia in fase di ripresa, dall’altro vi sono giornalmente persone, che vanno ad integrare quel serbatoio dei disoccupati…
I sindacati… (sì… non meravigliatevi, ma esistono ancora…) non fanno altro che discutere di ordinarietà, senza mettere in pratica qualcosa, che possa modificare questa attuale situazione…
D’altronde, come detto sopra, il loro unico interesse è percepire quelle proprie indennità, certamente vantaggiose e proficue, ricevendo alla fine, per quel loro mandato… fantastiche pensioni d’oro, avendo nel frattempo utilizzato negli anni, quella propria posizione, per richiedere favori personali per i propri familiari e parenti…
Ed ecco quindi, che nessuno di loro… protesta, scende in piazza o contrasta le azioni “perverse” messe in campo dal governo, ad iniziarsi da quella follia del “Job act”!!!
Ecco quindi che lo scontro si traduce tra due contendenti, uno che possiede il coltello dalla parte del manico (società multimilionarie quasi tutte di proprietà estera, ad esempio Almaviva, Tim, Alitalia, Sky Italia,  G-se, ecc…), e l’altro, i lavoratori, sempre più a rischio… del proprio posto di lavoro!!!
La scelta è tra il taglio dei salari, la possibilità di licenziare liberamente, gli orari eccesdivi rispetto a quanto previsto dai CCNL, che sono un vero e proprio sfruttamento del personale, oppure, decidere semplicemente… d’andare a casa!!! 
Alcune società hanno già disdettato gli accordi aziendale, d’altronde, trovano appoggio, con la linea politica dei nostri governanti, che è quella di far guadagnare ancor più i nuovi “padroni” stranieri, tanto alla fine, una fetta di quella torta, resterà anche nelle loro tasche…

Già, dove sono Cgil, Cisl e Uil??? Com’è che quando servono non ci sono mai… e i loro uomini e donne, sempre alla ricerca di nuovi tesseramenti, perché stranamente non scendono in piazza??? 

Perché non chiamano a rapporto tutti i loro iscritti, paralizzando se necessario questo sistema economico che ci sta portando al tracollo finanziario???
Questa gente non combatte… o meglio, non ha mai combattuto, certamente non negli ultimi quarant’anni, sì… hanno preferito restare in silenzio, si sono sottomessi al sistema e alcuni di loro “dirigenti”, sono stati di fatto… complici!!!  
La verità è che bisognerebbe impedire i licenziamenti, bloccare quanto si sta programmando alle spalle non solo dei lavoratori, ma di tutti i cittadini… ed é una vergogna, vedere come ciascuno di noi, non muova neppure un dito per sostenere quanti oggi in difficoltà, solo perché, non si è colpiti personalmente o perché finora, non è stato intaccato il proprio “orticello”!!!
L’italia… non è una Repubblica democratica fondata sul lavoro… d’altronde come potrebbe esserlo, quando la sovranità non appartiene al popolo, ma alle multinazionali straniere che esercitano con le proprie azioni, forme e violazioni che superano in ogni circostanza, i limiti previsti dalla nostra Costituzione.
Ma del resto… a chi dovrebbe interessare tutto ciò, come dicevo sopra, a nessuno!!!

Gabanelli: seguitemi, vi porterò in un posto dove se ne vedono delle belle…

Sappiamo che il programma Report ha concluso le puntate… mentre la sua conduttrice, la giornalista Milena Gabanelli non si ferma un’istante…
Non potendo esprimere quanto accaduto in Televisione… si affidata al sito internet del Corriere della Sera…
Sembra che il problema nasca dall’inchiesta realizzata sui supermercati a marchio Coop, in particolare quelli della Coop Adriatica. 
La Gabanelli racconta di un produttore di pere di Cesena, il Sig. Peron, il quale da circa 20 anni rifornisce attraverso la sua società, i supermercati della Coop Italia…
Accade però che dal 2008 la Celox (società dell’imprenditore) inizi a ricevere dalla Coop Adriatica una serie di richieste con la motivazione di ribassare i prezzi, in particolare la I° lettera riportava quanto segue: “La presente per proporvi l’applicazione di uno sconto del 10% sulle consegne del 7, 8, 9 novembre. 
Salvo vostra comunicazione contraria, riterremo accettate le condizioni proposte“… punto e a capo!!!
Quindi, negli anni successivi, sono giunte altre lettere, sempre con richieste esose di ribassi, fino a quasi il 20-30%.
Ovviamente la società considerata improponibile la richiesta, ha chiesto di limitare la percentuale richiesta di sconto, poiché la situazione stava diventando insostenibile”. 
C’è da aggiungere che, essendo la società specializzata in quest’unico prodotto, ed avendo nella Coop il suo migliore cliente (il solo fatturato ad essa, era rappresentato dal 70% de totale) era di fatto, interconnessa a quell’unica fornitura… 
Quando finalmente tutto sembrava essersi sistemato, ecco che, a conclusione del periodo sotto contratto, giunge la comunicazione arbitraria da parte della Coop, con la revoca del contratto… obbligando inoltre la stessa Celox, a non poter fornire ad altri supermercati i suoi prodotti – visto quanto era stato fatto firmare in precedenza e cioè, che non si potessero replicare le medesime condizioni, presso società diverse e concorrenti di Coop!!! 
La Celox si rivolge quindi all’Antitrust e contesta a Coop Italia e Centrale Adriatica l’abuso di posizione dominante e la violazione dell’art 62, ovvero il divieto di imporre condizioni gravose, extracontrattuali e retroattive… infatti nel solo quinquennio antecedente il 2014, gli sconti applicati non previsti, sono ammontati al oltre 600.000 euro!!!  
Vi starete chiedendo come è finita???
Come sempre nel nostro paese…
L’Autorità predisposta chiude l’istruttoria a fine 2014 e dove viene riportato che gli sconti erano: ingiustificati, gravosi, non costituivano quelle modalità previste in analoghi contratti di forniture, in quanto questo non teneva conto di reciproche esigenze, ma puntavano esclusivamente a beneficiare solo ed esclusivamente una parte… la COOP!!!
Inoltre era evidente che gli sconti imposti da Coop Italia al proprio fornitore, costituivano una costrizione in quanto il produttore erano sottomesso ad accettare quelle condizioni, nel timore di compromettere quel consolidato rapporto di anni di collaborazione e soprattutto con il rischio conseguente ( che poi di fatto è ciò che è avvenuto… ) di perdere quel contratto essenziale per il prosieguo dell’attività… 
Comunque alla fine… la Coop ha perso ed è stata obbligata ad una “onerosa” multa…
Quanto??? Ah… volete sapere a quanto ammontava la multa a carico della Coop? 
Mhhh… 49.000 euro! 
Riporto la frase della giornalista Gabanelli che riassume perfettamente il senso di quella sanzione: ridicola!!!  
Inoltre, a quel pagamento irrisorio è seguita come ovvia conseguenza, la disfatta del produttore…
I contratti non sono stati più rinnovati causando una perdita del fatturato per milioni di euro ed inoltre a causa di quel contratto “blindato”, non potendo fornire altre società concorrenti, ha dovuto purtroppo… chiudere i battenti!!!
Decine e decine di dipendenti, che operavano da più di 25 anni in quella società… sono stati -a causa di quanto sopra – licenziati!!!
Nel frattempo la giornalista (una delle poche che con coraggio e professionalità fa emergere tutte le porcate di questo paese… e certamente da inserire tra i migliori autori di programmi d’impegno) è stata messa all’angolo… speriamo che non sia il fuoco amico della RAI3 a colpirla, per come avvenne alcuni anni fa, con un suo analogo collega e direttore, il grande giornalista Sandro Curzi!!!  
Concludo… utilizzando la frase riportata nella loro stessa pubblicità: LA COOP SEI TU!!!

Anche per i dipendenti pubblici vale l'art. 18 e cioè… potranno essere licenziati!!!

Il lavoro mi piace, mi affascina… potrei starmene seduto per ore a guardarlo!!!
Prendendo questo motto a modello… parecchi dipendenti pubblici in questi decenni, hanno fatto si, che le loro giornate, trascorressero senza alcuna fatica, permettendogli di giungere anche alla pensione!!!
Usciti loro, sono entrati ovviamente i loro figli… ancor più inutili dei padri… e li scopriamo oggi a passeggiare per le vie della città, avendo chiesto ai colleghi presenti, di firmare al posto loro i propri badge…
Siamo stanchi di sopportare personaggi che si assentano ripetutamente dal lavoro o che, ancor peggio, entrati nelle loro stanze d’ufficio, si occupano di attività personali, che nulla centrino con quanto prevede il loro incarico…
Sono i soliti (ignoti) che durante l’orario di lavoro, stanno a discutere per ore al bar, c’è chi va a fare la spesa, chi svolge un secondo lavoro in nero, veri e propri assenteisti cronici, che lasciano quasi sempre quegli uffici pubblici vuoti… e con le pratiche sulla loro scrivania che vanno a sovrapporsi!!!
Nel 2012, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4693, aveva già rigettato il ricorso proposto da alcuni dipendenti di un’azienda, per aver (in più di un’occasione), controfirmato la loro presenza sul posto di lavoro, mentre erano di fatto assenti… ma in quella circostanza, i dipendenti operavano nel privato…
Ora, finalmente, l’art. 18, come riformato dalla legge Fornero e più di recente dal Jobs Act, ha deciso che la norma, vada applicata anche ai lavoratori della P.A.

A stabilirlo finalmente, è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24157/2015, estendendo in ritardo, anche a quella categoria del pubblico impiego, la riforma dell’art. 18!!!
Dopotutto non se ne poteva più di vedere gente che prendeva ingiustamente lo stipendio, che dicono di soffrire continuamente per una salute cagionevole, che li obbliga a rimanere assenti dal lavoro, per mesi…
Era corretta e soprattutto necessaria, una presa di posizione  che riportasse finalmente in equilibrio, in quella disparità di trattamento, tra chi opera nel privato e chi nel pubblico…
Alla base della decisione, spiegano i giudici, c’è l’art. 51 del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.lgs. n. 165/2001) che prevede che lo statuto dei lavoratori, con le sue s.m.i., si applichi anche alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti…. e che quindi l’art. 18, vada esteso anche al pubblico impiego!!!
Le implicazioni di tale decisione, com’è evidente, sono notevoli. 
La riforma più importante prevede che l’art. 18, esteso ora al pubblico impiego, vada a collegarsi con le ultime modifiche apportate dal recente Jobs Act…
Per cui, anche i dipendenti pubblici, potranno essere licenziati senza obbligo di reintegra (ad esclusione dei casi previsti per licenziamenti discriminatori e/o disciplinari)…
Qualora però si verifichi un licenziamento per ragioni economiche, si prevede che il reintegro possa avvenire soltanto se il fatto su cui è stata fondata la decisione risulti palesemente infondato, stabilendo in tal caso un risarcimento al massimo di 12 mensilità.
Ovviamente l’articolo 18 va esclusivamente applicato al pubblico impiego “contrattualizzato”, vale a dire per tutti i dipendenti statali e locali, ad eccezione fatta per magistrati,  professori e militari.

80 euro per un voto ed ora… sei licenziato!!!


Art. 18… tutto rinviato…
Mesi e mesi a discutere su una norma dello Statuto dei lavoratori ed alla fine si è deciso che nel provvedimento non si farà alcun cenno alla tutela dei licenziamenti senza giusta causa….
Sembra che la normativa riguarderà soltanto i neo-assunti e non prevederà più il reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamento senza giusta causa per motivi economici…
Resterà soltanto un’indennizzo economico a seconda dell’anzianità di servizio.
Resterà il reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare particolarmente gravi, verrebbe così a diminuire l’eventuale possibilità di rivolgersi ai giudici di pace, per motivi riguardanti il reintegro del posto di lavoro…

Ora il presidente Renzi dopo aver acquistato la fiducia di molti cittadini… attraverso il baratto ” dare/avere” degli 80 euro, avendo compreso che la propria popolarità è in fase discendente… proprio di coloro che l’avevano votato… ed avendo incrinato con i propri sostenitori i rapporti con la proposta di modifica dell’art. 18…
Ed allora si cambia pagina… s’interviene sul testo iniziale, aumentando incentivi per chi assume, in particolare attraverso sgravi contributivi, a favore di quei contratti a tempo indeterminato, a progetto, ecc… 

Si punta a diminuire quei contratti a tempo determinato… che hanno prodotto in Italia un dualismo tra coloro che erano garantiti e di quanti hanno vissuto con la spada del licenziamento sulle loro teste… con quei contratti precari che non hanno permesso alcuna stabilità, riducendo nei giovani la speranza di creare un futuro, una famiglia, una crescita…

Bisogna snellire le procedure amministrative, regolarizzare gli ingressi con procedure che permettano in modo chiaro, le graduatorie, senza raccomandazioni di sorta e soprattutto abolendo quell’ingresso preferenziale realizzato negli enti pubblici…
Ed infine, provvedere a licenziare quanti si macchiano di grave colpe, quali quelle di non presentarsi a lavoro e fare firmare il badge personale da parte di un loro collega ( che partecipando a questa truffa vergognosa non fa altro che divenire complici con i propri colleghi assenteisti…) che per le motivazioni appena dette, dovrà anch’esso fare la stessa fine…
L’Italia ha bisogno di gente onesta per andare avanti… e… se vuole andare avanti, il resto sono solo chiacchiere!!!
L’onestà dovrebbe essere la via migliore, ma è importante ricordare che, a rigor di logica, per eliminazione… la disonestà è la seconda scelta.

Povertà in Sicilia…

Mentre i nostri politici litigano per accaparrarsi qualche voto in più, dando nel frattempo il meglio di loro in promesse, che già si sa non potranno mantenere… ( ma a loro tanto non costano nulla farle, sono gratuite e non debbono essere garantite, come le stesse mancate garanzia che danno a questa nostra Regione, che continua sempre più a sprofondare nella miseria…

Proprio di qualche giorno fa, l’affermazione del presidente di Confcommercio Palermo, Roberto Helg, sullo stato di povertà in Sicilia ed in particolare dove nel capoluogo siciliano nel 2013 le persone totalmente povere raggiungeranno il 10% della popolazione!!! 
Ed ancora, i consumi sono fermi alle percentuali di 15 anni fa, diminuendo mediamente del 3% ogni anno e dove secondo uno studio condotto da Unioncamere Sicilia, nei primi tre mesi del 2012 in Sicilia, hanno chiuso ben 10.865 imprese…

Disoccupazione, cassa integrazione, mobilità, licenziamento, richieste di indennità, queste sono le uniche parole che ovunque si sentono dire, dove le imprese che falliscono sono a centinaia ed a queste vanno ad aggiungersi quelle sotto amministrazione controllata e/o confiscate, che anch’esse ormai, hanno preso la strada, della discesa rapida… 

Molti, parlando per strada, mi dicono che è colpa delle votazioni, che fra un po’ le cose si sistemano, che questa crisi a breve passerà e che si troverà finalmente una soluzione… e debbo dire che a questa speranza mi ci aggrappo anch’io…
Ma come si dice… chi di speranza vive… disperato muore!!!

Leggevo inoltre che nel 2012, le cessazioni tra le imprese artigiane sono state 6.195…, ma ciò che risulta più grave è il numero di disoccupati, che è aumentato di 30 mila unità, cioè coloro che lavorano ammontano a circa 1.400.000 mentre più del 50% rappresentato da ragazzi è a casa…, ed allora ecco giustificato il motivo, perché tutti si affidano ai favori del politico di turno, come se tra i disoccupati, questi non abbiano già di loro, una lista lunga, rappresentata da familiari, parenti, amici e conoscenti…
E per tutti coloro che ancora insistono ad inseguire quel politico considerato loro amico…, niente di niente, continueranno ad attendere inutilmente il loro turno, che non giungerà mai!!!
L’assurdità è che in questo dramma generale, ho sentito esprimere il giudizio dove ” questa situazione fa passare il messaggio che sotto la Mafia si stava meglio…”, cosa dire queste frasi mi fanno rivoltare e soprattutto vergognare di essere Siciliano!!!
Ormai non se ne può più, sarebbe bello se per un momento ci fermassimo tutti, in maniera pacifica  a protestare, questo sistema che ormai ci ha abbandonato e dove non si vede alcuna programmazione per il futuro…, si sentono soltanto chiacchiere e soltanto chiacchiere, questo hanno saputo fare, coloro che finora ci hanno amministrato…

Mentre uscivo stasera dall’ufficio in Corso Sicilia, guardavo alcuni clochard, che accovacciati in quei cartoni per terra e ricoperti da coperte, avevano trasformato un passaggio in una dimora, dove passare questa fredda notte…; ciò che pochi sanno è che fra i motivi che spingono queste persone a vivere in tali condizioni ci sono in particolare, la crisi finanziaria, l’accumulo di debiti ma soprattutto la mancanza di salari che consentano una vita decente…, sembrerebbe assurdo ma è quanto tra breve, potrebbe accadere ad ognuno di noi!!!
Insomma, credo che veramente sia giunto il momento di decidere da quale parte stare… e non mi riferisco ad un orientamento politico… me ne guarderei bene, ma a quell’unico bisogno intrinseco dell’uomo, di decidere sempre in maniera onesta, per potersi vedere costruire quelle condizioni, che gli permetteranno di restarci.
Ormai siamo giunti al bivio… e tocca a noi scegliere dove voler andare!!!

Licenziamenti, licenziamenti, licenziamenti…

Ogni mattina, faccio colazione sotto casa e dedico una parte di quei minuti, a leggere le notizie pubblicate nei giornali lì presenti…
Quello che maggiormente mi colpisce è vedere quotidianamente le procedure di licenziamenti collettivi, che passano, giorno per giorno, sotto i miei occhi.
L’indifferenza generale delle nostre istituzioni, dei nostri amministratori, politici, sindacati e di tutti coloro che, non vengono colpiti da tali provvedimenti, mi fa più male, del provvedimento stesso…
Il 25 Aprile 55 impiegati ricevono la lettera di licenziamento e due supermercati la COOP di Viale Michelangelo e Via dei Cantieri…chiuseranno… e poi dicono in pubblicità “ la COOP siete voi…”, ovviamente quanto sopra a favore dell’IPERCOOP, distante pochi metri..
Il 1° Maggio, scatterà il licenziamento per 43 impiegati del supermercato Cityper-Sma di Via Ingham…
LIVORSI, gran bella azienda nel settore elettronico e casalingo, ( anche gli impiegati sono molto cortesi e professionali ),  purtroppo dovranno accedere alla cassa integrazione…
OVIESSE… scatta anche per i propri dipendenti la procedura di mobilità per 12 impiegati…
MG AUTO concessionaria di Volkswagen, Porche e Volvo, sembra che chiuderà e saranno 42 i dipendenti a perdere il proprio lavoro…
L’Hotel Sole, chiude per ristrutturazione, ovviamente per lavori indispensabili ma che lasciano a casa 40 dipendenti…
GS CARREFOUR, il gruppo dopo essere andato via da Catania ( Centro Commerciale Etnapolis ), avvia la mobilità per 70 dipendenti dei supermercati GS, passando dalle 647 unità a 578…
ACQUA MARCIA, saranno 240 i dipendenti interessati a rotazione della cassa integrazione…, tutti provenienti dagli Hotel di Villa Igiea, Hotel delle Palme ed Excelsior…
Ovviamente la lista potrebbe proseguire ed ho preso soltanto le notizie relative a questa settimana. Ogni giorno infatti il numero di coloro che perde il lavoro aumenta, siamo arrivati a livello nazionale quasi al 10% ed invece di pensare in maniera positiva ad una rapida soluzione, si continua in dibattiti inutili ed a nessuna significativa e rapida soluzione…
Giornalmente, le persone che si presentano per poter lavorare, che mi lasciano i loro curriculum, che sperano di poter iniziare a lavorare e di circa 15 unità al giorno…, tutti sposati, con figli, con affitti da pagare e spese mensili da dover sostenere…
Ognuno di essi, in maniera dignitosa, trasmette la propria disperazione, le proprie preoccupazioni per una situazione indigente, sperando e pregando in un possibile e immediato aiuto, a cui soltanto e purtroppo a pochi, si può dare rimedio… soprattutto grazie, alla opportunità e disponibilità concessami dai titolari dell’Impresa a cui appartengo, che permette a quanti si presentano, di poter risolvere almeno in maniera celere, quanto essi chiedono…
Ma per molti non è così e restono nell’oblio di quell’immenso mare chiamato disoccupazione…
Chissà, quanto tempo ancora occorre…, per poter prendere coscienza a quanti ancora inseguono l’illusione di un posto di lavoro, di iniziare a ribellarsi a questo inutile sistema, di cacciare una volta e forse per sempre questi nostri inutili politici, dediti soltanto ai propri interessi personali…
    

Licenziamenti, licenziamenti, licenziamenti…

Ogni mattina, faccio colazione sotto casa e dedico una parte di quei minuti, a leggere le notizie pubblicate nei giornali lì presenti…
Quello che maggiormente mi colpisce è vedere quotidianamente le procedure di licenziamenti collettivi, che passano, giorno per giorno, sotto i miei occhi.
L’indifferenza generale delle nostre istituzioni, dei nostri amministratori, politici, sindacati e di tutti coloro che, non vengono colpiti da tali provvedimenti, mi fa più male, del provvedimento stesso…
Il 25 Aprile 55 impiegati ricevono la lettera di licenziamento e due supermercati la COOP di Viale Michelangelo e Via dei Cantieri…chiuseranno… e poi dicono in pubblicità ” la COOP siete voi…”, ovviamente quanto sopra a favore dell’IPERCOOP, distante pochi metri..
Il 1° Maggio, scatterà il licenziamento per 43 impiegati del supermercato Cityper-Sma di Via Ingham…
LIVORSI, gran bella azienda nel settore elettronico e casalingo, ( anche gli impiegati sono molto cortesi e professionali ),  purtroppo dovranno accedere alla cassa integrazione…
OVIESSE… scatta anche per i propri dipendenti la procedura di mobilità per 12 impiegati…
MG AUTO concessionaria di Volkswagen, Porche e Volvo, sembra che chiuderà e saranno 42 i dipendenti a perdere il proprio lavoro…
L’Hotel Sole, chiude per ristrutturazione, ovviamente per lavori indispensabili ma che lasciano a casa 40 dipendenti…
GS CARREFOUR, il gruppo dopo essere andato via da Catania ( Centro Commerciale Etnapolis ), avvia la mobilità per 70 dipendenti dei supermercati GS, passando dalle 647 unità a 578…
ACQUA MARCIA, saranno 240 i dipendenti interessati a rotazione della cassa integrazione…, tutti provenienti dagli Hotel di Villa Igiea, Hotel delle Palme ed Excelsior…
Ovviamente la lista potrebbe proseguire ed ho preso soltanto le notizie relative a questa settimana. Ogni giorno infatti il numero di coloro che perde il lavoro aumenta, siamo arrivati a livello nazionale quasi al 10% ed invece di pensare in maniera positiva ad una rapida soluzione, si continua in dibattiti inutili ed a nessuna significativa e rapida soluzione…
Giornalmente, le persone che si presentano per poter lavorare, che mi lasciano i loro curriculum, che sperano di poter iniziare a lavorare e di circa 15 unità al giorno…, tutti sposati, con figli, con affitti da pagare e spese mensili da dover sostenere…
Ognuno di essi, in maniera dignitosa, trasmette la propria disperazione, le proprie preoccupazioni per una situazione indigente, sperando e pregando in un possibile e immediato aiuto, a cui soltanto e purtroppo a pochi, si può dare rimedio… soprattutto grazie, alla opportunità e disponibilità concessami dai titolari dell’Impresa a cui appartengo, che permette a quanti si presentano, di poter risolvere almeno in maniera celere, quanto essi chiedono…
Ma per molti non è così e restono nell’oblio di quell’immenso mare chiamato disoccupazione…
Chissà, quanto tempo ancora occorre…, per poter prendere coscienza a quanti ancora inseguono l’illusione di un posto di lavoro, di iniziare a ribellarsi a questo inutile sistema, di cacciare una volta e forse per sempre questi nostri inutili politici, dediti soltanto ai propri interessi personali…
    

OMSA… tutti a casa…

Amiche e amici, vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in una delle nostre industrie italiane, società quest’ultima, nella cittadina di Faenza, e più o meno nell’indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA, sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni.
Abbiamo già parlato della stessa politica condotta da parte del colosso FIAT e quindi oggi il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente i costi della manodopera, dell’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.

Considerare, questa decisione solo e soltanto dal punto di vista dei lavoratori ci porta a schierarci con loro e con la salvaguardia del posto di lavoro… ma bisogna anche tenere conto che oggi il nostro Stato, non aiuta coloro che vogliono svolgere la professione d’imprenditore…

La politica fiscale in italia, rappresenta per chiunque voglia cominciare una propria iniziativa, un socio occulto a cui dare il 60% degli utili ancor prima di cominciare a guadagnarli… ed inoltre se si sbaglia nei redditi…ecco che da ns. socio diventa il peggior nemico…; ovvio quindi che con prodotti orientali sempre più competitivi, con manodopere più basse, svolta da quei paesi nei quali il reddito mensile procapite è intorno ai 300 euro mensili è ovvio quindi che anche la nostra imprenditoria guardi verso altri orizzonti la realizzazione dei propri prodotti…   
Ora ritornando ad OMSA, certamente questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte
donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari.
E’ allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili l’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro boicottando i marchi – Philippe Matignon – Sisi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè¨ – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, se non altro per non alimentare l’indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dare loro, quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.

OMSA… tutti a casa…

Amiche e amici, vi porto via un po’ di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in una delle nostre industrie italiane, società quest’ultima, nella cittadina di Faenza, e più o meno nell’indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA, sta per essere chiuso, non per mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di delocalizzazione all’estero della produzione per maggiori guadagni.
Abbiamo già parlato della stessa politica condotta da parte del colosso FIAT e quindi oggi il proprietario dell’OMSA, il signor Nerino Grassi, ha deciso di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente i costi della manodopera, dell’energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.

Considerare, questa decisione solo e soltanto dal punto di vista dei lavoratori ci porta a schierarci con loro e con la salvaguardia del posto di lavoro… ma bisogna anche tenere conto che oggi il nostro Stato, non aiuta coloro che vogliono svolgere la professione d’imprenditore…

La politica fiscale in italia, rappresenta per chiunque voglia cominciare una propria iniziativa, un socio occulto a cui dare il 60% degli utili ancor prima di cominciare a guadagnarli… ed inoltre se si sbaglia nei redditi…ecco che da ns. socio diventa il peggior nemico…; ovvio quindi che con prodotti orientali sempre più competitivi, con manodopere più basse, svolta da quei paesi nei quali il reddito mensile procapite è intorno ai 300 euro mensili è ovvio quindi che anche la nostra imprenditoria guardi verso altri orizzonti la realizzazione dei propri prodotti…   
Ora ritornando ad OMSA, certamente questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte
donne e non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c’è più niente da fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell’azienda, al freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il trasferimento dei macchinari.
E’ allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere i lavoratori dall’essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare in mezzo a una strada non appena si profili l’eventualità di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con loro boicottando i marchi – Philippe Matignon – Sisi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè¨ – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, se non altro per non alimentare l’indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l’aiuto e il supporto che vorrete dare loro, quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti.