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A Catania cresce l’ombra delle aziende in “odor di mafia”: l'estorsione regna, la denuncia manca!!!

Il fenomeno delle aziende controllate dalla mafia è una realtà sempre più preoccupante nella nostra Sicilia, e in particolare a Catania. Un territorio dove il crimine organizzato non si limita più alle attività illecite tradizionali, ma penetra sempre più profondamente nel tessuto economico legale.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi dell’associazione artigiani e piccole imprese, il volume d’affari annuo delle mafie italiane si attesta attorno ai 40 miliardi di euro. Una cifra impressionante che collocherebbe l’industria del crimine al quarto posto in una ipotetica classifica nazionale, subito dopo colossi come Eni (93,7 miliardi), Enel (92,9 miliardi) e il Gestore dei servizi energetici (55,1 miliardi). Eppure, tale stima è ritenuta sottostimata, poiché non include i proventi derivanti dall’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.

Le attività criminali tradizionali, come il narcotraffico, il traffico di armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, l’usura e la prostituzione, continuano a generare profitti ingenti. A queste si aggiungono le infiltrazioni negli appalti pubblici e la gestione opaca delle aziende. 

In Sicilia, oltre 13.000 attività sono considerate a rischio di infiltrazione mafiosa. La situazione è allarmante: secondo recenti analisi, ben il 99% delle imprese locali risulterebbe in qualche modo controllato o condizionato dalle organizzazioni criminali. Chi non si adegua a questo sistema raramente riesce a operare, soprattutto nel settore pubblico o nei grandi appalti, spesso gestiti da “General contractor” legati a società del Nord Italia, ma comunque sotto l’egida mafiosa.

Controlli inefficaci e il fallimento della legalità formale.

Il sistema di controlli, incluso quello delle Prefetture (White list) si rivela inefficace. Basta analizzare le liste delle imprese coinvolte per scoprire come molte di queste, o i loro reali proprietari, abbiano alle spalle procedimenti penali o condanne. Nonostante ciò, queste aziende continuano a operare indisturbate, protette da una rete di connivenze e inefficienze. Si sottoscrivono Protocolli di legalità, si firmano accordi, ma tutto questo rimane sulla carta.

Nel frattempo, sotto gli occhi di tutti, prosperano sistemi fraudolenti resi possibili dalla complicità di funzionari pubblici disonesti. Questi, in cambio di mazzette, chiudono un occhio o facilitano pratiche illecite, garantendo così la perpetuazione del sistema mafioso.

Lavoro nero e violazione delle norme: l’altra faccia del problema.

Un altro aspetto cruciale è il dilagare del lavoro nero e delle pratiche irregolari. Nei cantieri e nelle aziende mancano spesso le minime condizioni di sicurezza, e i processi di qualità e rispetto per l’ambiente vengono sistematicamente ignorati. Tutto questo avviene con la tacita accettazione di una società ormai assuefatta alla corruzione e alla complicità diffusa.

La corruzione: il vero cancro della Sicilia.

Viviamo in una terra contaminata dalla corruzione sistemica, dove molti preferiscono chiudere entrambi gli occhi pur di ottenere un tornaconto personale: una raccomandazione, un posto di lavoro per un familiare, un favore da parte del politico di turno. 

In questo contesto, i valori della legalità e della dignità vengono calpestati, e chi cerca di denunciare o far emergere le verità scomode – come il sottoscritto – si ritrova ahimè isolato, criticato e persino intimidito (senza però ottenere alcun risultato concreto…).

La battaglia per la legalità deve continuare!!!

La situazione è complessa, ma non possiamo rassegnarci. La lotta contro l’illegalità passa anche attraverso la denuncia, la sensibilizzazione e la costruzione di una coscienza collettiva che non tolleri più compromessi. Solo con un impegno condiviso e coraggioso potremo sperare di cambiare davvero le cose.

Catania, come tutta la Sicilia, merita di essere liberata da questa piaga, ma sta a noi cittadini, ognuno nel proprio ruolo, fare la differenza e non cedere mai alla paura e ancor meno all’indifferenza generale.

Lettera aperta: perchè a Catania i controlli vengono svolti sempre nelle officine regolari e mai in quelle abusive???

Sig. Costanzo buonasera, 
la contatto in quanto sono un suo lettore, anche se solitamente non commento mai i suoi post.

Mi piace quando scrive perché si vede che non possiede “peli sulla lingua” ed esterna quello che pensa senza alcuna remora, mi riferisco allo scrupolo morale che impedisce la maggior parte di noi e quindi dei miei conterranei di fare qualcosa di buono, come ad esempio denunciare le cose che non vanno.

Premetto che il sottoscritto per oltre quarant’anni ha svolto la mansione di meccanico, prima sotto principale e poi da titolare quando mi è stata lasciata l’officina. 

Da circa 15 anni ho avuto la fortuna di avere nella mia officina i miei due figli che mi hanno aiutato a portarla avanti, purtroppo però alcuni anni fa sono rimasto vedovo e lo scorso anno per ragioni di salute ho dovuto lasciare tutto a loro, senza poter più dare una mano. 

Comprenderà come tutto il mio mondo sia improvvisamente crollato e allora non avendo altro da fare, trascorro parte delle mie giornate seduto in quell’officina, anche perché questa mi da la possibilità di vedere ogni giorno moltissimi clienti, i loro figli e soprattutto i tanti amici.

Sa, io di amici a Catania ne ho tantissimi, perché mi sono sempre fatto volere bene, non ho disturbato mai nessuno e quando ho potuto ho dato una mano a chi mi chiedeva aiuto, anche economico, perché sono stato abituato sin da ragazzo dai miei genitori a dividere il pranzo con qualche amico che viveva in condizioni disagiate e posso dire che quel gesto non mi ha mai pesato. 

Come dicevo conosco tutti e tutti conoscono me, appartengo da una vita a quel quartiere tanto che ormai la maggior parte di loro mi chiama “ZU ……” che in catanese sta ad indicare la parola “Zio”.

Non le dico quante volte avrò riparato le loro auto senza una lira, oggi diremmo senza un euro, con la promessa che a fine mese, appena avrebbero preso il salario, sarebbero venuti a saldarmi il debito e posso dire che chi più, chi meno, nel corso degli anni ha mantenuto fede alla promessa.

Le scrivo questa sera perché l’altro ieri è capitato un fatto strano.

Come le dicevo conosco tutti nel quartere, ma non solo, negli anni mi sono fatto voler bene forse perché mi sono sempre interessato di ciò che mi riguardava, senza giudicare l’operato degli altri, anche quanto sapevo che molti di loro stavano danneggiavano il mio lavoro con quelle loro officine abusive; lo stesso potrei dire per molti miei colleghi che si occupano come me di auto, ma con attività diverse, come carrozzerie o vendita di ricambi d’auto; anche loro purtroppo sono fortemente danneggiati da tutte quelle attività illegali che sappiamo bene utilizzano (solitamente) parti provenienti da furti, commessi il più delle volte, grazie all’uso di carri attrezzi (altrettanto “abusivi”). 

Ed allora, dopo una vita in cui ho cercato sempre di essere rispettoso della legge (debbo dire che qualcosa di irregolare è stata fatta anche da me, certamente poco o nulla rispetto a quanto rubato da altri), ecco che proprio alcuni giorni fa, sono venuti nella mia officina, anzi dei miei figli, per fare dei controlli amministrativi e poi anche sui “carusi”, i giovani che lavorano lì regolarmente ingaggiati.

Ho saputo dai miei figli che hanno preso una piccola multa per una irregolarità sulla sicurezza, non so dirle di cosa si tratta, ma mi chiedevo, perché sono venuti quì da noi mentre dagli altri, distanti solo poche centinania di metri non ci sono andati? Hanno forse paura che qualcuno in quei posti abusivi possa dare loro qualche sbranga di ferro in testa? Debbo pensare che hanno evitato di fare a loro i controlli perchè sanno che quei soggetti sono pericolosi, mentre noi per loro siamo soltanto dei fessi? 

Ecco perché le scrivo, perché vedo queste cose (e tante altre) che accadono in questa mia città e nessuno fa niente, perché stanno tutti zitti e come me subiscono queste “infamie” da quei soggetti che forse debbo pensare, sono stati mandati per compiacere qualcun’altro. 

Non dico che non sia giusto fare i controlli, ma questi debbono essere fatti per tutti in manuera eguale, così si vedono sia le officine regolari e quelle irrgolari da chiudersi immediatamente! 

Spero che questa mia lettera venga pubblicata cosi finalmente qualcuno la possa leggere e comincierà finalmente a fare il proprio dovere.    

Grazie Sig. Costanzo

LETTERA FIRMATA
Ps.: alcune parti della missiva sono state leggermente modificate per una migliore lettura, mentre altre viceversa sono state appositamente elise dal sottoscritto, affinchè non si possa riconoscere il mittente..

Occupazione: emergono i numeri… del lavoro irregolare!!!

E’ vero…

Bisogna dare meriti alla riforma di questo governo sul mondo lavoro…
Infatti, gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni, ha permesso di modificare quel trend negativo e sta invertendo i numeri in positivo, di quanti oggi stanno trovando una occupazione …
Ma quanto stiamo assistendo è come si dice “tutto oro colato” o forse si nascondono al suo interno, quei valori, da sempre falsati… e che ora finalmente, trovano quella giusta collocazione??? 
Cosa intendo dire???
L’INPS nel dare in tutti questi anni (correttamente) i numeri di quanti fossero collocati… prendeva come riferimento, coloro che erano in possesso di un contratto di lavoro (a tempo indeterminato, determinato, a progetto…), mentre di contro, la realtà (come tutti sanno e fanno finta di non sapere…), era che, in molti, pur lavorando (anche e non solo 8 ore al giorno), risultavano di fatto… disoccupati, precari, apprendisti, ecc… tutti meccanismi fuorvianti, che nella sostanza, avevano l’obbiettivo per alcuni lavoratori di utilizzare quegli interventi di sostegno (Cig) per fare ulteriore cassa e di contro per l’appaltatori/industriali (il bello è che questi… hanno il coraggio di farsi chiamare “imprenditori”) di evitare non solo i pagamenti fiscali e previdenziali, ma d’incidere anche sulla paghe giornaliere, che non solo non vengono rispettata (o equiparate) a quella previste nei contratti nazionali, ma risultano essere defalcata anche di quelle maggiorazioni dovute ad assegni familiari, straordinari e quant’altro…

Ed è il motivo per cui ancora oggi, molti di questi nostri “rapaci imprenditori“, continuano ad avere nel proprio organico personale a nero… giovandosi, a causa di questa crisi in atto, di quella specializzata manodopera a un prezzo basso, dovuto all’alta concorrenza generata da tale decadimento…

Inoltre, si è potuto sfruttare questi lavoratori, concentrando al massimo le loro capacità, senza dover rispettare, quanto previsto dagli adempimenti sulla sicurezza, gli orari di lavoro ed in particolare, da eventuali liquidazioni sopraggiunte per fine lavori o per problemi emersi durante la gestione degli appalti in corso…
Infatti, il più delle volte… a questi lavoratori, non viene riconosciuto nulla, anzi, non di rado… debbono passare mesi, prima che il lavoratore possa ricevere quanto ancora lui spettante!!!
Ieri sera, ascoltando i Tg nazionali, ho sentito dire che sono 319 mila i contratti a tempo indeterminato in più (nei primo otto mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo nel 2014) e che la differenza tra i nuovi contratti a tempo indeterminato e quelli cessati, sono in positivo di circa 90.000 unità…
A quanto sopra, bisogna aggiungere, tutte quelle trasformazioni (contratti a termine) a tempo indeterminato, per un totale complessivo di contratti fissi in più –soltanto nei primi 8 mesi– di ben 425.000 unità…
Certamente un dato incoraggiante, ma che non dimostra concretamente quella svolta produttiva conclamata per il nostro paese… o meglio, non sono questi i valori con cui confrontarsi rispetto alla crescita economica del paese, che dimostra ancora oggi, di viaggiare su parametri irrisori, di poco più del 0,5% rispetto alla media europea e con una sfiducia degli investitori (non solo per il nostro paese, ma anche nei riguardi, delle altre nazioni europee ed asiatiche) che lascia un indice di borsa… sempre più in rosso!!!

Quindi, in definitiva, ciò che finora si è realizzato… è l’aver esclusivamente regolarizzato un buon 75% di quei contratti irregolari, posizioni lavorative che non avevano parvenza ufficiale, ma che di fatto, costituivano un traino per quella economia sommersa ed illegale…

Indubbiamente (in questi vent’anni) vi sono state forti responsabilità…. da ricercarsi in quanti, hanno propriamente permesso che ciò accadesse…
Mi riferisco al numero esiguo dei controlli sul territorio, alle ridotte capacità operative degli stessi ispettori (il più delle volte debbono muoversi con le proprie autovetture o anticipare di tasca propria le spese… per poi dover attendere eventuali rimborsi da parte dei propri enti che il più delle volte non arrivano…), ai sindacati, già quegli uomini che operano quotidianamente con il mondo del lavoro e che hanno la possibilità concreta di ricevere quelle confidenze da parte dei loro iscritti, i quali evidenziano verbalmente alcuni comportamenti irregolare dei propri datori di lavoro, ed infine… le Stazioni appaltanti o quei committenti privati il più delle volte grosse società “general contractor”, che nell’affidare i lavori, dovrebbero, non solo prima dell’inizio dei lavori, ma durante l’esecuzione, verificare in maniera precisa e puntuale, tutti quegli adempimenti previsti dalle normative vigenti… 
Ed allora… prima di fare proclami o di mettersi al petto “coccarde” immeritate, bisogna saper leggere le cause che hanno determinano quei propagandistici eventi…

Le motivazioni sono da ricercarsi altrove.
Infatti, alcuni “furbetti” imprenditori, proprio per usufruire di quegli incentivi ora concessi dall’art. 12 della legge di stabilità “Sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato” (hanno provveduto all’inizio dell’anno a licenziare “ufficialmente” alcuni loro dipendenti) ed ora… attesi i tempi tecnici necessari (sei mesi), si sta procedendo alle riassunzioni…
A questi, si sommeranno anche quanti, erano stati messi a suo tempo in lista d’attesa e che ora (provvisoriamente o almeno per i prossimi tre anni), troveranno una fissa collocazione e nel contempo permetteranno a questi imprenditori, di usufruire degli sgravi fiscali previsti (speriamo di non doverci ritrovare -2018/2019- a dover contare il numero dei licenziamenti –dal sottoscritto ora previsti–  ma di cui si dirà… essere del tutto inaspettati).

Comunque (tanto per ricordarlo), la situazione non è tra le più incoraggianti, infatti, nella classifica degli stipendi europei (dati Ocse) l’Italia si trova al nono posto, con una retribuzione media annua lorda di circa 28.000 euro ma soprattutto con un divario delle retribuzioni -tra operai/impiegati e dirigenti/ quadri- ancora troppo ampio, ma c’è ahimè una cosa… che da ancor più fastidio di questa grave crisi occupazionale… è vedere giornalmente, come una parte di questo nostro “sudore” ( regolare o irregolare che sia) occorra… ancora a mantenere tutti quei signori… seduti lì, su quelle vergognose poltrone!!!

Inefficienza efficiente…


In un paese qual è quello nostro, nel quale l’efficienza purtroppo non è mai sinonimo di redditività, perfezione, ma soprattutto di rendimento, tra scandali di assenteisti remunerati e presenti svogliati, ecco, in questo marasma generalizzato, tra uffici nei quali si fa poco e quel poco si cerca di farlo fare agli altri, ritroviamo all’improvviso dei soggetti che, si contrappongono a quanti vengono definiti scansafatiche…

Già…, nella pubblica amministrazione, nel bel mezzo di un deserto… come un’oasi…, ci sono dipendenti modello, che esulano dai soliti contesti generalizzati, divenendo essi stessi, sistema trasversale di una macchina operativa, nella quale “volutamente” inseriti, si dimostrano del tutto “efficienti”… 
Ovviamente non è una macchina che risponde ai bisogni collettivi e neanche tenta di risolvere i problemi della società… ma riesce a spaziare, in quell’ambito “particolare” nel quale viene richiesto il proprio contributo ed in particolare di quella improvvisa celere operatività…    
Non si tratta di individuare una inefficienza presente, ma bensì d’individuare procedure non conformi che attraverso modalità proprie e del tutto arbitrarie, danno luogo ad improvvise efficienze, stabilendo nuovi modus operanti, non lineari che in breve tempo, trasformano procedure irregolari in qualcosa di preciso e per di più chiaro e coerente…
Ed allora ecco che si può divenire, grazie proprio a questi “particolari” soggetti, limpidi o torbidi a seconda delle circostanze…
E’ come quando eravamo a scuola, precisamente alle elementari…
Vi ricordate…, quando la maestra alla lavagna tracciava quella linea di demarcazione e scriveva da un lato i buoni e dall’altro i cattivi… ecco almeno in quell’oscuro sfondo, risaltava bene… in bianco… la posizione di ognuno di noi, veniva sin d’allora definita la collocazione che poi da grandi avremmo avuto…
Ecco, almeno lì… sapevo dove stavo, quasi sempre nel lato dei cosiddetti “cattivi”… già non perché io fossi realmente così… ma chissà, sarà stato per quel mio modo d’essere, nel non voler rispettare quelle regole prestabilite, molte volte errate, per non voler sottostare a strane direttive che cozzavano con le mie idee, il che ovviamente conduceva ad antipatie, oppure a evidenti scontri con le maestre… 
Allora come oggi…, già da piccoli s’intravvede dove ognuno vuole stare, cosa voleva divenire, quanto era disposto a sopportare e soprattutto quanto è deciso nel non farsi soccombere dalle ingiustizie o dalle prevaricazioni…
Purtroppo oggi in molti, hanno deciso di non schierarsi… restano lì appesi a quella linea di demarcazione, ne buoni ne cattivi, già lì… come burattini, appesi a qual filo bianco… rappresentando così perfettamente quel proprio essere, vere e proprie banderuole che sventolano a seconda delle circostanze, da una parte all’altra…, girando a seconda del vento o delle situazioni, una volta di qua ed una volta di là…
Non vi sono parametri di giudizio o di strategia, non ne hanno, per loro, l’unico obbiettivo è rappresentato nel voler ricercare il risultato più rapido,  se pur questo, possa poi risultare…,alla luce dei fatti, inferiore o negativo alle stesse aspettative, in quanto non si è voluti seguire la logica della migliore efficienza e dell’alta redditività, ma si è puntato principalmente a raggiungere quel minimo beneficio indispensabile…
Vero… il risultato a volte è stato raggiunto…, sì, con poche e semplici alchimie… adesso però la difficoltà è quello di poterlo mantenere…
Mi chiedo spesso se… il danno provocato dall’inefficienza degli efficienti… non risulti successivamente più dannoso dello stesso beneficio…