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Edilizia siciliana in croce!!!

Il tempo dell’edilizia in Sicilia è finito!
Non ci sono più imprese o meglio quelle restanti che operano ancora nel mercato… saranno con il “cuore in gola”!
Già, non sanno se dover continuare…(per come stanno facendo) o uscirsene in tempo… avendo intuito di poter far parte di quel gruppo d’imprese che a breve potrebbe essere inserito in nuove inchiesta da parte della Procura… 
Certo tra gli imprenditori vi è un po’ di timore… non si capisce dove vogliano puntare gli organi inquirenti con queste iniziative e soprattutto chi si vuole realmente colpire…  
Al sottoscritto in questi giorni, qualche dubbio è venuto…
Mi chiedevo… se le imprese apprezzabili che operavano nella nostra terra sono state quasi tutte sequestrate, confiscate o poste in fallimento, quelle restanti che attualmente stanno operando (e che in questi mesi si stanno aggiudicando i vari appalti) sono altrettanto “trasparenti” o fanno anch’esse parti (forse) di quel meccanismo perverso nelle quali –imprese in apparenza distinte tra loro– (avendo dopotutto denominazioni diverse) sono di fatto legate tra esse, in quanto riunite in raggruppamenti che si sa essere governati da soggetti legati al malaffare…

Quindi, quante di queste imprese oggi possono ritenersi fiduciose da qualsivoglia controlli in quanto estranee e non legate a quel sistema corruttivo…

Quante cioè tra esse non sono delle imprese mascherate??? 
Certo è strano scoprire come all’improvviso, parecchie di queste imprese di piccole dimensioni stiano all’improvviso crescendo in maniera esponenziale, sia finanziariamente che attraverso aggiudicazioni d’appalti milionari…
Inoltre, voler sperare che i recenti provvedimenti giuridici intrapresi dai Tribunali, possano far riprendere in maniera celere il settore delle costruzioni è sperare in qualcosa d’impossibile, anche perché ormai la crisi del settore edile, ha coinvolto tutto un comparto che finora aveva retto alla crisi, avendo potuto indirizzare le proprie capacità verso quel mercato parallelo privato, dove le ristrutturazioni ed i lavori condominiali l’hanno fatta da padrone… ma ora che anche quest’ultimi hanno ridotto le proprie richieste per quelle imprese, l’ovvia conseguenza è la definitiva chiusura!!!
In questi giorni i segretari nazionali di Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl, hanno presentato un documento congiunto con le associazioni degli imprenditori per affrontare questa crisi, ma quanto si riuscirà in concreto a fare è tutto che dire…  
Penso che ormai è stata superata quella linea di demarcazione oltre la quale il ritorno di ripresa è diventato difficile anche perché il settore edile è ormai in profonda crisi da troppi anni…
Nel contempo, mentre le imprese si riducono in maniera considerevole ed il personale registrato ufficialmente si è ridotto del 50%, il lavoro nero dilaga, dando modo alla criminalità organizzata di poterne beneficiare…
Non parliamo della sicurezza e dei maggiori costi che stanno incidendo sulla comunità… tutte situazioni che nei casi d’infortuni vengono celate da false denunce, dichiarate dagli stessi addetti, come se occorse all’interno delle proprie mura domestiche…
Un problema quello del lavoro nero che dovrebbe colpire tutte quelle imprese che ne fanno uso, provvedendo ad epurarle definitivamente dal sistema imprenditoriale… perché solo così e cioè espellendo queste scorrette società si potrà finalmente avere imprese sane e serie, che rispettano quanto previsto nei contratti collettivi, previdenziali e assicurativi…
Perché fintanto che coloro che sono addetti ai controlli, continueranno a chiudere non uno ma tutti e due gli occhi, ecco che questo mondo imprenditoriale non vedrà alcuna ripresa o certamente non nei tempi celeri che giornalmente i nostri governanti ci vanno prospettando…

IN.CO.TER SPA – TECNIS SPA: DUE PESI E DUE MISURE

Tutti gli uomini sono uguali dinanzi alla legge, ma alcuni uomini sono più uguali di altri…
Qualche giorno fa ho letto dell’ammissione al decreto legislativo 159/2011 per la società TECNIS S.P.A. che consente alla stessa, di mettersi al riparo da possibili richieste di crediti vantati da terzi; una sorta di tutela a protezione che resterà in vigore per tutto il mandato del commissario Dott. Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione.
Una “meravigliosa” notizia, che permette alla società di poter continuare a operare in quegli appalti già aggiudicati e in corso di definizione!
Inoltre, la stessa Tecnis Spa, potrà ora rivolgersi a tutte quelle Stazioni appaltanti da cui ancora oggi, vanta crediti riguardanti Stati d’Avanzamento lavori (SAL) già realizzati e finora mai corrisposti.
Questa procedura permetterà così alla società Tecnis Spa, di avere quella necessaria liquidità per affrontare tutti i pagamenti correnti e quelli scaduti, tra cui in particolare gli stipendi dei dipendenti…
E ancora, grazie alla revoca dell’interdittiva antimafia appena giunta, si potranno firmare i contratti già aggiudicati e che a causa proprio del provvedimento si stavano per perdere…
E’ stato riportato inoltre che: “vista la nota del 25 febbraio 2016, con la quale l’amministratore giudiziario della  Tecnis, della Artemis e della Cogip Holding ha chiesto la revoca dei provvedimenti interdittiva antimafia adottati nei confronti delle citate imprese, considerato l’avvenuto sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Catania che alla luce di quanto previsto dal comma 5, dell’art. 95 del decreto legislativo n. 159/2011, il prefetto, anche sulla documentata richiesta dell’interessato, aggiorna l’esito dell’informazione al venir meno delle circostanze rilevanti ai fini dell’accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa“.
Ancora un altro “meraviglioso” annuncio!!!
Ed infine, la Prefettura dopo aver interpellato l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso parere favorevole sulla revoca dichiarando: “dato atto che con nota del 2 marzo 2016 1’Autorità Nazionale Anticorruzione, opportunamente interessata da questa Prefettura, ha comunicato di condividere la valutazione circa l’opportunità di procedere all’aggiornamento dell’informazione antimafia ai sensi dell’art. 91, comma 5 del D. Lgs. 159/2011, tenuto conto dell’’assenza di preclusioni ai fini della normativa antimafia a carico dell’Amministratore giudiziario e del fatto che la sua attività è sottoposta al controllo del Tribunale… ” venir meno degli elementi di controindicazione ai fini antimafia“.

In conclusione cioè il prefetto ha revocato l’interdittiva antimafia “informando che nei confronti di Tecnis non sussistono, allo stato, le cause di decadenza, sospensione o di divieto di cui all’art. 67 del D. Lgs n.159/2011 né elementi utili a dimostrare la sussistenza d’infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa”; revoca che riguarda anche le società Artemis e Cogip Holding”.

Tale revoca permetterà così alla società Tecnis di rientrare nella White-List e di poter definire gli appalti che si erano già aggiudicati e soprattutto potrà partecipare ad altri bandi.
Terza e ultima “meravigliosa” comunicazione!!!
Quindi rileggendo queste notizie “MERAVIGLIOSE” mi sono chiesto se quanto fin qui dalle istituzioni determinato, sia il giusto indirizzo a quelle eque procedure di giudizio e d’uniformità sotto il profilo legislativo, sia per quanto concerne l’uguaglianza di trattamento e soprattutto per garantire quella condizione legittima e fondamentale, che deve far sì di garantire la libera concorrenza…
Ora, comprendo il disagio emotivo per una vicenda che crea grosse ripercussioni nell’economia di una provincia già in forte crisi, come d’altronde intuisco la difficoltà a prendere provvedimenti che causerebbero non solo la perdita di appalti aggiudicati, ma soprattutto, il licenziamento di migliaia di dipendenti, che nulla hanno a che fare, con le vicende giudiziarie…
Per cui, ben vengano soluzioni di “argine” come quella finora concretizzata, ciò che però mi lascia perplesso è valutare come siano stati usati, due pesi e due misure, per vicende che potrei definirle eguali, anzi identiche, ma a cui purtroppo sono stati usati parametri d’intervento direi opposti…
Infatti, mentre per la Tecnis Spa si è pensato di salvaguardare gli appalti e i dipendenti e dove si evince come lo Stato si stia impegnando con tutte le forze istituzionali (attraverso l’operato del commissario) di portare avanti quelle commesse in corso e quelle ancora da definire (contribuendo così a far rientrare celermente questa impresa nell’ambito della legalità), di contro, alla società IN.CO.TER S.P.A. (ex Fratelli Basilotta S.P.A.) questa eguale considerazione non è stata applicata… anzi tutt’altro…
Infatti, in quei periodi sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti che l’hanno, di fatto, “spogliata” di tutti gli appalti “milionari”… che di conseguenza, sono state affidate ad altre imprese, le stesse che poi negli anni abbiamo scoperto essere – grazie alle inchieste delle varie procure – legate a quel noto mondo criminale, che si credeva (erroneamente) – proprio attraverso i provvedimenti giudiziari decisi contro la In.Co.Ter Spa – di contrastare…
Difatti, se pur oggi ritengo ragionevole e doveroso limitare i danni che causerebbero la perdita di quegli appalti e l’eventuale speculazione da parte di terzi (in particolare per limitare pressioni di pseudo fornitori), purtroppo, con i provvedimenti adottati da parte dello Stato nei confronti della società IN.CO.TER, a “scottarsi” – in quel calderone d’olio bollente – sono stati principalmente quelle centinaia di dipendenti che operavano all’interno del “Gruppo Basilotta“ e tutti coloro (centinaia) – che in veste di collaboratori orbitavano intorno a quell’indotto, quali subappaltatori, fornitori, impiantisti, consulenti e professionisti (amministrativi, legali, tecnici, ecc…), officine, concessionarie, ecc…
Soggetti, che hanno avuto quale unica colpa quella di aver operato per una società su cui è intervenuto un provvedimento giudiziario e di cui ancora oggi, alcuni di loro, devono ricevere le loro spettanze; mi duole aggiungere che tra essi, ci sono alcuni che stanno combattendo per la propria vita a causa di gravi problemi di salute e quel denaro servirebbe loro, principalmente per pagarsi le cure mediche attualmente in atto…
Ora sembrerà assurdo, ma dover pensare che la differenza delle procedure adottate, siano totalmente opposte a quelle a suo tempo realizzate, mi fa pensare che forse qualcosa a suo tempo non abbia funzionato… o che forse, avendo compreso gli errori commessi nel passato, si stia oggi cambiando metodologia, utilizzando una procedura diversa…
Non bisogna infatti, dimenticare, che come la “IN.CO.TER SPA” c’è ne sono altrettante nelle medesime condizioni, ed è un vero peccato che a differenza di quanto finalmente adesso si sta applicando in “salvaguardia” per la Tecnis, non sia stato eseguito in precedenza anche per tutte quelle società, anch’esse allora titolari di contratti con commesse per milioni di euro e con crediti certi ed esigibili verso terzi, per altrettante centinaia d migliaia di euro…
Non so comprendere se si sia trattato di scelte inadeguate, procedure burocratiche o se forse… condizionate (tutto sommato, a dover pensare che quegli appalti facevano gola un po’ a tutti, non credo di fare peccato…), ma certamente qualcosa non ha funzionato e come se non bastasse, vanno inoltre sommate le inadeguatezze di coloro che in quegli anni, sono stati nominati per la gestione, tutela e conservazione: società “interdette”, che pian piano… sono andate definitivamente scomparendo!
Tanto per riassumere giorno 04 giugno 2010  è stato sequestrato il 50% delle quote della IN.CO.TER S.P.A. in applicazione di una misura preventiva antimafia.
Di lì a pochi mesi, il Presidente della quarta sezione del Tar Catania, Biagio Campanella, aveva sospeso il provvedimento della prefettura etnea… che aveva negato il rilascio del certificato antimafia alla società In.Co.Ter. S.p.a., chiesto per la gara d’appalto aggiudicata per l’ammodernamento della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta.
Secondo il giudice (che aveva emesso un decreto d’urgenza): il sequestro preventivo del 50% delle azioni In.Co.Ter e l’amministrazione unica affidata all’Arch. Guglielmo Messina “garantivano sufficientemente circa il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”.
Nel decreto si spiegava come fosse “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato» e si poneva l’accento che «il mancato rilascio dell’informativa antimafia avrebbe comportato per l’impresa ricorrente la risoluzione del contratto d’appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
La cosa che da sempre mi è sembrata alquanto strana –per non dire assurda– è che, durante questo periodo, sia giunto inizialmente il provvedimento interdittiva (bloccando, di fatto, l’azienda che si era nel frattempo premurata a organizzarsi con l’acquisto di macchinari, attrezzature, campi base, trasferimento dei propri dipendenti, assunzione di nuovo personale e quant’altro per iniziare gli appalti…) e solo successivamente è giunto il provvedimento di sequestro da parte del Tribunale di Catania, circostanza quest’ultima totalmente opposta a quella adesso realizzata per la Tecnis Spa.
Si tenga inoltre conto che in quel periodo l’IN.CO.TER S.P.A. stava completando:
– Centro Commerciale Porte di Catania 
– Centro Commerciale Sicilia Village Outlett – Agira
– Lavori stradali per la fornitura e posa di conglomerati bituminosi
– Lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP.  31 e 15 e nella SR 25 – Provincia di Ragusa  
Mentre erano in fase di contrattualizzazione e di definizione i seguenti appalti:
– C.M.C. –  SS 640 Agrigento – Caltanissetta
– INTERPORTO di Catania in ATI
– Parco Eolico in Provincia di Messina
– SIS S.C.P.A. – Raddoppio Ferroviario in Palermo
– IRAQ – Lavoro autostradale Umm Qasr-Al Zubair
– CO.ME.R. S.P.A. – Fornitura di conglomerati bituminosi e nolo di attrezzature;
– Comune di San Giovanni La Punta – Opere di Urbanizzazione Primaria nell’Area P.I.P.
– Provincia di Caltanissetta – Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della S.P.10.
– Comune di Solarino – Lavori per la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale
Purtroppo però, molti di quei contratti (e direi “stranamente” i più rilevanti…) sono andati perduti…
Altresì, quanto fosse doveroso garantire in, continuità aziendale e la tutela dei lavoratori (ndr: nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato…), ha dimostrato come l’intervento richiesto sia risultato vano, in quanto ha estromesso di fatto la società da quegli appalti (gli stessi che successivamente sono stati affidati ad altre Società… che il tempo ha dimostrato essere state “inquisite”) e soprattutto, non ha garantito al personale precedentemente licenziato di poter rientrare, ha escluso di fatto la possibilità a procedere a nuove assunzioni e quale epilogo finale, ha dato il via ai licenziamenti di quanti erano ancora in forza…

Malgrado ciò, voglio sperare che quanto a suo tempo compiuto –a danno dei dipendenti dell’IN.COTER e di tutto il “Gruppo”– sia da attribuirsi a procedimenti sommari o compiuti in modo precipitoso, escludendo da parte mia sin d’ora l’ipotesi, che quanto “malauguratamente” svolto, non sia stata una conseguenza implicita di quella prassi, consuetudine tanto diffusa di questa nostra regione…

Ed è per questa ragione che mi trovo (dopo quanto finora sopportato) ancora qui… perché ritengo (come diceva il Giudice Falcone) che occorre sempre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità!

Muore l'edilizia in Sicilia

Sono 52.000 i disoccupati del comparto edilizia in Sicilia… e di scorgere una qualche ripresa non se ne vede neppure l’ombra…

Già anche la speranza di un nuovo governo regionale, non sta ancora producendo i suoi frutti, benché gli interventi finora fatti dal Presidente Crocetta, sulla riduzione degli sprechi e sul programma per una corretta gestione, sono certamente ammirevoli…, ma purtroppo su quanto di concreto si possa fare per i settori produttivi, ecco che ancora siamo in una fase di stallo…
L’edilizia sta toccando un’altro record negativo, da quel periodo buio che seguì tangentopoli, a quelli successivi intorno alla fine degli anni 90’…

Ed ora ci si ritrova nella stessa situazione e in questi due anni la discesa è stata rapida e inarrestabile…

I disoccupati, sono senza alcun sostegno al reddito, le Cig e le disoccupazioni, sono state ormai prosciugate…
Coloro che erano demandati a dare in maniera incisiva, quel forte segnale politico, come le associazioni di categoria, Ance, Collegio dei Costruttori Edili, Ordini professionali, Associazioni di Proprietà, Federazioni Sindacali, ecc…, hanno inciso in maniera superficiale e distaccata, su tutte le decisioni programmatiche fatte dagli ultimi governi: vedasi l’assenza di efficaci politiche di sviluppo, l’aggravarsi di una restrizione creditizia da parte delle Banche, il ritardo pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche causato dal patto di stabilità.
Ed ancora, procedimenti amministrativi da parte dell’Agenzia delle entrate atti al recupero dei debiti fiscali ed ancora, tutte quelle misure preventive e interdittive, che hanno condotto o stanno conducendo le imprese edili sequestrate e/o confiscate alla liquidazione…
Ed ancora, concessioni di mutui inesistenti e crollo del settore immobiliare…
Un comparto edilizio stroncato anche nel suo indotto: l”impresa edile costituisce infatti un grande volano per l’economia, poiché attraverso essa si sviluppa un indotto di estesa importanza.
Infatti, le costruzioni in genere, creano sviluppo in altri settori quali: la produzione di inerti, cemento ed acciai, la produzione di impiantistica sia essa elettrica che idro-termo-sanitaria, la realizzazione di pavimenti e piastrelle, di infissi interni ed esterni, di coperture, di prodotti in legno, prodotti di tinteggiature e verniciatura, finendo anche con gli accessori, i mobili, strutture in metallo, vetri, sicurezza, ecc…  
Quanto sopra per negligenza, ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro, con tutte le ovvie conseguenze…

Ad iniziare dalla diminuzione del gettito fiscale e tributario, da un’ulteriore incremento ulteriore della disoccupazione, dal fallimento purtroppo di importanti realtà produttive,  per finire con quanto di tragico purtroppo stiamo dolorosamente assistendo…
Una situazione allarmante e pericolosa, dove i benefici degli ammortizzatori sociali potrebbero non bastare e che potrebbe sfociare non soltanto nei suicidi disperati di questi giorni, ma ancor peggio in una mobilitazione di massa…
Non si può più perdere tempo in chiacchiere… Bisogna iniziare a dare risposte certe e chiare, sulla ripresa  dei lavori, sbloccare quei cantieri da impedimenti burocratici, svegliare un Governo soporifero Regionale e iniziare a sperare anche in quello Nazionale, che ad oggi è stato assolutamente indifferente sul tema dell’edilizia!!!
Le promesse ormai non ci interessano più…, i voti vi sono stati dati, ve li siete egualmente spartiti, ora per  per favore, prima che sia troppo tardi… datevi una mossa!!!