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Dott. Alfio Grassi: Deliberazione della Giunta Regionale della Regione Sicilia n. 448

Sig. Costanzo buonasera,
rispondo con piacere alla mail ricevuta, d’altra parte la sua nota anticipa quanto il sottoscritto aveva, pochi giorni fa, trasmesso al Presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia, Dott. Geol. Corrao Mauro.

Ed è quindi per la sopraddetta ragione che mi permetto di inviare Lei quanto ufficialmente trasmesso, affinchè da quella missiva si possano comprendere tutte le problematiche fin qui emerse con il CTS ed i suoi diretti esponenti:

Il sottoscritto Dott. Geol. Alfio Grassi, iscritto all’O.R.G.S. al n. 2352, libero professionista, nonché rappresentante legale del “Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna” – associazione di imprese afferente la filiera della pietra lavica – con la presente esprime il più profondo disappunto per quanto riportato nella deliberazione n. 448 (del 05/11/21) della Giunta Regionale della Regione Sicilia in merito alle responsabilità additate ai progettisti degli studi ambientali sul mancato rispetto dei tempi procedimentali di istruttoria delle istanze presentate al Servizio 1 VIA-VAS dell’A.R.T.A. Sicilia, di competenza della Commissione Tecnica Specialistica. 

Più precisamente, si fa riferimento alla scarsa qualità progettuale del soggetto proponente pubblico e privato come causa ostativa alla fluidità dei procedimenti istruttori che, a dire degli esperti della CTS (Commissione Tecnica Specialistica), rappresenta una delle maggiori criticità per il buon funzionamento dell’organo di valutazione delle procedure ambientali, ai sensi del Decreto Legislativo 152/06 e ss.mm.ii. 

Tali affermazioni, a parere del sottoscritto, appaiono palesemente calunniose nei confronti dei professionisti che operano da anni nel settore della progettazione tecnica-ambientale, che non si sono mai risparmiati al costruttivo confronto con la pubblica amministrazione e ai quali è stata da sempre riconosciuta la professionalità acquisita e maturata nel corso degli anni. 

L’attuale CTS, insediatasi nel luglio 2019 e presieduta dal Pedagogo Prof. Aurelio Angelini, si sta distinguendo per i metodi di condotta e valutazione a dir poco discutibili. 

Dalla consultazione dei decreti assessoriali e dirigenziali relativi alle pratiche istruite durante la vigenza dell’attuale CTS, risulta palese che l’ordine cronologico di istruzione delle istanze non segue quello di presentazione delle medesime, suscitando forte perplessità sul metodo poco trasparente adottato dalla CTS per l’assegnazione delle pratiche ai vari gruppi istruttori. 

Inoltre, i tempi di istruttoria di molte istanze si è dilatato in maniera esorbitante rispetto a quanto si registrava con la precedente Commissione, creando un grave nocumento alle imprese che restano in attesa di anni per ricevere il nulla osta ambientale ai fini dell’attuazione del proprio investimento.

Altrettanto poco trasparente appare il metodo analitico adottato dalla CTS per la valutazione degli studi ambientali dei soggetti proponenti privati e pubblici, contraddistinto da una differenziazione di giudizio che in certi casi appare del tutto irrazionale, visto che per analoghi progetti e medesimi contesti ambientali vengono edotte valutazioni diametralmente opposte, comportando un forte pregiudizio al concetto delle “pari opportunità d’impresa”. 

Inoltre, dai dati relativi ai procedimenti conclusi, analizzati direttamente dal sottoscritto, si  riscontra che il rendimento della CTS è notevolmente inferiore a quanto prospettato in sede di insediamento; l’obiettivo di esitare 90 pratiche al mese, come dichiarato dall’Assessore Cordaro e dal Presidente Musumeci, è stato palesemente disatteso, visto che in realtà le procedure effettivamente concluse sono mediamente 15 al mese. 

Da tempo, molte associazioni di categoria hanno già manifestato le sopra-esposte criticità all’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della regione Sicilia, senza però ottenere alcuna risposta concreta sulla problematica emersa.

Anzi, in occasione di alcuni incontri avvenuti tra i tecnici delle associazioni di categoria (compreso il sottoscritto) del settore lapideo-estrattivo e i rappresentanti della CTS, è emerso il rifiuto da parte del presidente Aurelio Angelini a riconoscere le anomalie documentalmente evidenziate e riscontrate in alcuni procedimenti ambientali di progetti di cava, per le quali il noto Prof. Angelini ha additato, anche in quella occasione, la responsabilità ai professionisti-progettisti.

A parere del sottoscritto, è ormai palese che gli attacchi perdi delegittimazione portati avanti dall’organo CTS nei confronti dei professionisti siano del tutto inaccettabili e finanche calunniosi, volti solo a mascherare il fallimento di una Commissione che rischia di provocare la paralisi delle attività produttive imprenditoriali della Sicilia. 

Per quanto sopra, si chiede alla S.V. di intraprendere ogni azione di tutela e difesa del prestigio professionale legato al nostro Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, oggi gravemente leso da un organo tecnico dell’amministrazione regionale preposto alle autorizzazioni ambientali.

Il sottoscritto, infine, si rende disponibile a fornire qualsiasi documentazione a supporto delle recriminazioni evidenziate nella presente.

Sig. Costanzo, auspico di aver chiarito ogni sua richiesta e resto a disposizione per qualsivoglia ulteriore evidenza. 

Cordiali saluti
Alfio Grassi

Ma siamo certi che qualcuno controlla quei traffici illeciti compiuti con la gestione delle cave e dei rifiuti???

Preg.mo Distretto Minerario…

Si vorrei iniziare così questa mia missiva ad un Ente importante, perché esso tra le sue funzioni (per chi non lo sapesse), svolge tutta una serie di attività, quali ad esempio, la vigilanza e il controllo sull’applicazione delle leggi minerarie e l’applicazione di tutte quelle norme riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori, di questo settore di competenza…
Tra i suoi compiti vi sono difatti:
– ispezioni ordinarie e verifiche di impianti elettrici nelle cave, nelle attività extra-minerarie, nei permessi di ricerca e nelle concessioni minerarie;
– accertamenti di cave abusive;
– rilascio nulla osta esplosivi nelle cave, nelle attività extra-minerarie, nelle concessioni minerarie.
Inoltre l’Ente svolge anche adempimenti connessi ai compiti del Servizio, quali:
– istruttorie delle istanze per il rilascio di permessi di ricerca e concessioni di sostanze minerali di 1° categoria;
– controllo pagamento del canone annuo e superficiario, sui permessi di ricerca e concessioni minerarie;
– istruttoria istanze per il rilascio di autorizzazione per l’esercizio di attività di cava. 
Da quanto sopra si comprende come questo settore, occupi un’interessante comparto nell’economia della nostra regione, sia per il sostanzioso giro economico che realizza, ma anche per il comparto occupazionale che concretizza, in virtù dell’indotto che le sue lavorazioni realizzano, ed infine, per quanto concerne i rifiuti, si occupa in termini di salute e salvaguardia dell’ambiente per i cittadini…
Ora… – sarà che ultimamente riesco ad anticipare quanto solitamente a breve potrebbe avverarsi sotto l’aspetto giudiziario – ma certamente, in questo particolare caso, mi è più facile prevedere una qualche inchiesta, a causa della materia messa in campo, che come ben sappiamo è nel mirino di quella associazione criminale, dedita ad accrescere la propria attenzione nei confronti di quei settori come  l’estrazione e i rifiuti, in particolare di quelli speciali e pericolosi.
Ho l’impressione (ma basti osservare la scarsa attenzione con il quale i media e il web danno notizie su questi argomenti) che vi sia una sorta di reticenza, e di conseguenza l’opinione pubblica, assegna a questo fenomeno (di grande portata, ma perfettamente ben celato), poca importanza…
D’altronde, fateci caso… i rifiuti fanno notizia solo quando li troviamo disseminati per le strade, quando si ha difficoltà a smaltirli, quando i siti predisposti alla loro trattamento sono al collasso, oppure quando quegli aggregati sono parte integrante di un calcestruzzo depotenziato, ed è il motivo per cui difficilmente, questi vengono fatti emergere, quando la notizia riguarda traffici illeciti o discariche abusive…
Un silenzio tombale… e vi assicuro che serve a poco, anzi direi a nulla, denunciare fatti gravi come quelli a volte individuati e portati a conoscenza delle autorità giudiziarie, poiché – per motivi che al sottoscritto sembrano assurdi – si preferisce solitamente insabbiare quelle attività compiute in maniera illegale…
D’altronde se i dati indicano che in Italia, vengono smaltiti in maniera non corretta o del tutto illecita più di 100 milioni di tonnellate di rifiuti, si può comprendere l’importanza di quel giro d’affari che questo business produce, causando di fatto un danno all’erario quantificato in un migliaio di milioni di euro.
E’ evidente che di fronte a tali cifre, sono in molti a chiudere un occhio e forse anche due… e non c’è quindi da meravigliarsi se quelle associazioni di stampo mafioso, abbiano saputo negli anni infiltrare i propri imprenditori in questo settore, affinché potessero svolgere quanto necessario in un tessuto particolare difficile da controllare, grazie soprattutto alla disponibilità concessa loro, proprio da una parte di quei soggetti istituzionalmente preposti ai controlli di quelle coltivazioni di cave e della loro estrazione o della tutela del ciclo dei rifiuti , realizzando così gravi distorsioni non solo al mercato, ma anche alla libera concorrenza…
Nei miei prossimi post, faro in modo di descrivere in maniera pratica, il “modus operandi” che alcuni imprenditori di questo settore adottano abitualmente…
Resterete sorpresi dalla semplicità delle procedure e di come quotidianamente si riescono a compiere quei traffici illeciti, attraverso le crepe normative lasciate aperte loro, da questo sistema legislativo debole!!!
Non pensiate inoltre che quanto sopra avvenga nel più totale buio della notte…
No all’opposto… il tutto vine compiuto come si dice: “Alla luce del giorno“!!!