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"E a mia chi mi veni?": parla il Procuratore Gratteri.

Il procuratore di Catanzaro: “Tante persone credono di più nella giustizia e sanno che le loro denunce non saranno archiviate”!!!

Tutti si meravigliano perché abbiamo finito la procura di Catanzaro in quattro anni e mezzo perché attorno al tavolo erano sedute persone che avevano lo stesso interesse: le cose in Calabria non si fanno quando in un tavolo c’è qualcuno che pensa “e a mia chi mi veni?”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite del premio ViBook23 “Comunicare la legalità”. 

Durante l’incontro, moderato dall’avvocato Domenico Surace alla presenza del procuratore capo di Vibo Camillo Falvo, Gratteri ha presentato il suo ultimo libro “Fuori dai confini” scritto assieme ad Antonio Nicaso.

La ‘ndrangheta – prosegue – non è in grado di fare riciclaggio sofisticato. Il grande boss rinomato è in grado di rilevare un’attività e gestirla, ma oltre non va. La ‘ndrangheta fa riciclaggio attraverso il mondo delle professioni. Bisogna essere persone perbene, altrimenti le cose buone non si realizzano. 

Il riciclaggio sofisticato lo fanno commercialisti, avvocati, funzionari di banca e manager al servizio di chi gli porta i soldi: l’interesse della ‘ndrangheta è che si possa giustificare quella ricchezza. Se si pensa alla mafia violenta si resta indietro agli anni ’70, il lavoro che stiamo facendo negli ultimi decenni ci dice che le mafie sono più avanti di quanto noi siamo riusciti a dimostrare!!! 

“Abbiamo cercato di fare tanta sinergia con i procuratori Falvo e Curcio – spiega – da questo lato siamo molto forti perché lavoriamo online. C’è un continuo contatto con notizie e dati. Ci sono stati risultati significativi e molti altri ne arriveranno, tante persone credono di più nella giustizia e sanno che le loro denunce non saranno archiviate”.

Lettera al Procuratore Gratteri…

Ho letto stamani un post su  https://www.lacnews24.it/attualit/lettera-13enne-a-nicola-gratteri_167115/ che riporta la lettera commovente di un ragazzo di soli 13 anni consegnata al magistrato e procuratore Nicola Gratteri… 

Ritengo che nel corso della vita sono tante le espressioni di stima che si possono ricevere, alcune ufficiali come segno di gratitudine per il lavoro svolto, altre come semplici apprezzamenti di riconoscenza, come una stretta di mano…

Poi vi sono circostanze come quella di seguito riportata che fa comprendere come il proprio lavoro non sia solo il frutto di una espressione di contrasto alla criminalità organizzata, bensì rappresenti qualcosa di più, è sentimento puro di speranza per migliaia e migliaia di giovani, un’aspettazione fiduciosa della realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera e difatti quel messaggio è accuratamente riportato in questa lettera di Davide, che ho il piacere di condividere, auspicando come in molti, tra i ragazzi, leggendo questa missiva possano ritrovarsi un giorno in quelle sue belle parole:   

«Caro procuratore spero non ti offenderai se ti darò del Tu, mia mamma mi ha intimato di darti del Lei, ma io vorrei parlarti come si parla ad un amico, ad un familiare, ad un parente». 

Inizia così la lettera che Davide, un ragazzo 13enne, ha voluto scrivere per poi consegnare consegnare direttamente al procuratore Nicola Gratteri, a margine della presentazione del libro “Fuori dai confini” avvenuta ieri sera a Girifalco.

«Il “Lei” aumenta le distanze, ma io non sono distante da te, sono un ragazzino di tredici anni, figlio della tua stessa terra, quella che tu, con tanta fatica, stai tentando di ripulire per consegnare a me e alle future generazioni un mondo migliore. So che da tanti anni non fai un bagno al mare – scrive Davide -, che anche per prendere un caffè devi fare mille giri, prendere tanti accorgimenti per proteggere i tuoi uomini e te stesso da chi del crimine ha fatto la sua scelta. Ho imparato che ad un posto di blocco devo essere cordiale con uomini e donne che stanno solo facendo il loro dovere e da grande vorrei fare il carabiniere oppure il poliziotto per poter fare anch’io la mia parte».

«La sera prima di dormire parlo con la mamma, penso al mio papà salito in cielo troppo presto, prego Dio per lui e gli chiedo di proteggere i tuoi passi. Di allontanare da te ogni pericolo e di consentirti ancora per lungo tempo di godere della nostra terra. Grazie per il futuro che stai disegnando per noi. Ti voglio bene, Davide».

Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro!!!