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La cenere dell'Etna un fastidio? No… se utilizzata in modo corretto, può trasformarsi in business!!!

Infatti, sono anni che la cenere vulcanica viene utilizzata come componente di malte e calcestruzzi, conferendo maggiore resistenza e durabilità alle strutture. 

Viene altresì impiegata per la realizzazione di pannelli isolanti e abrasivi, ma anche nella realizzazione di prodotti laterizi tradizionali, sottofondi stradali, opere geotecniche, fino a soluzioni in cui viene utilizzata come materiale adsorbente…

La cenere inoltre può essere un concime utile per diverse specie di piante, in particolare per quelle che richiedono un terreno leggermente alcalino; tra queste ricordiamo alcune verdure come pomodori, melanzane e broccoli, ma anche frutti come ciliegie e uva.

Ricca di potassio, fosforo e magnesio, la cenere è un ottimo concime organico per l’orto e per le siepi ed è particolarmente indicata per dare nutrimento al terreno come concime di fondo oltre ad essere un ottimo alleato per tenere lontane le lumache…

In questi ultimi anni la cenere vulcanica è stata utilizzata in molti prodotti di erboristeria ed anche di cosmetica…

Infatti sono stati creati prodotti arricchiti con la cenere dell’Etna ad esempio ricordo un tipo di sapone con una forte azione esfoliante oppure delle creme per aiutare il corpo a liberarlo dalle tossine, dalle cellule morte e via discorrendo…

Un altro progetto interessante di cui ho letto proprio in questi giorni, ancora in fase di sviluppo, https://www.lasicilia.it/cronaca/la-cenere-delletna-puo-essere-un-filtro-naturale-per-depurare-le-acque-reflue-lo-studio-di-due-ricercatrici-di-catania-2251221/amp/ consiste nell’utilizzare la cenere dell’Etna per produrre impianti di fitodepurazione delle acque reflue, adoperandola come substrato. 

E’ l’ipotesi su cui stanno lavorando Alessia Marzo e Delia Ventura, coordinate dal prof. Giuseppe Cirelli del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, insieme con i docenti Germana Barone e Paolo Mazzoleni e con il ricercatore Claudio Finocchiaro del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche ed ambientali dell’Università di Catania, nell’ambito del progetto Agrithec, finanziato dall’Unione Europea Next-Generation EU (Pnrr – Missione 4 componente 2, Investimento 1.4).

“Normalmente usiamo un substrato lavico – spiega il Prof. Cirelli – che reperiamo dalle cave presenti nel territorio etneo. Insieme ai colleghi Paolo Mazzoleni e Germana Barone, del dipartimento di Geologia, vorremmo usare la cenere come substrato per degli impianti maggiormente sostenibili. Al momento siamo in una fase di caratterizzazione sulla base dei dati ottenuti, dopodiché creeremo un picco di impianti pilota per valutare l’efficienza depurativa dei substrati”.

L’utilizzo della cenere come substrato, ci illustra il docente, garantisce tre vantaggi: “Innanzitutto sfrutteremmo delle ceneri che al momento creano problemi di smaltimento. Inoltre, eviteremmo di prelevare questi materiali dalle cave aggredendo il territorio. E poi c’è un beneficio aggiunto: le ceneri vulcaniche hanno elevate capacità di assorbimento degli inquinanti, quindi potrebbe essere un’idea innovativa e sostenibile per la realizzazione degli impianti“.

L’Etna dà e riceve. Da secoli minaccia flagelli, ma poi dona cenere e fertilità per i raccolti e riceve in cambio attenzione, sudditanza, ammirazione da parte dei siciliani. (Fabrizio Caramagna)

Truffa a Palermo coi fondi europei…

L’ennesima truffa… 
Si doveva realizzare un impianto fotovoltaico nell’Università di Palermo, precisamente al dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche, chimiche e farmaceutiche, ma quei pannelli solari – finanziati dalla Regione con 1.800.000 euro, attraverso fondi comunitari e statali, producevano un’energia solare e termica irrisoria, già circa 4 kilowatt contro i 100 previsti…
Siamo alle solite e come sempre la nostra regione quando si tratta di truffe è ai primi posti!!! 
La circostanza assurda è che non ci troviamo in mezzo a delinquenti professionisti, bensì all’interno di una struttura educativa, modello d’istruzione e di vita…
Bell’insegnamenti sono stati dati a quei suoi discenti: rubare è meglio che lavorare!!!
Tanto hanno intascato difatti gli amministratori di cinque società, che avevano emesso false fatture per operazioni inesistenti, a cui sono seguite perizie, contratti di locazione e pagamenti di bollette per il consumo di energia elettrica… il tutto anch’esso falso!!!
A scoprire il raggiro i finanzieri del nucleo di polizia Economico–Finanziaria di Palermo con l’operazione “Sole nero“, coordinati dal dipartimento di Pubblica amministrazione della procura. 
I finanzieri hanno inoltre eseguito un’ordinanza di sequestro, firmata dal gip, per oltre 700 mila euro tra somme di denaro, beni mobili e immobili nei confronti di tre società e altrettanti amministratori…
Le accuse sono di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea, falso ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti in relazione alla realizzazione di un progetto sperimentale per la produzione di energia solare e termica denominato FAE (Fotovoltaico ad Alta Efficienza).
Forse sarebbe meglio che i nostri assessorati regionali, in particolare quello delle Attività produttive, verificassero con maggiore attenzione a chi concedere quei finanziamenti, un controllo quello dei beneficiari delle erogazioni che se fosse stato fatto con maggiore cura, forse non avrebbe condotto a questa ennesima truffa… escludendo ovviamente l’ipotesi che qualcuno l’abbia di fatto favorita!!!
Dispiace dover assistere ogni qualvolta a queste circostanze, che poi se ci fate caso… sono sempre le stesse!!!
Già, potremmo utilizzare per tutte queste analoghe situazioni una regola matematica, chiamata proprietà commutativa che diceva: “cambiando l’ordine dei “mal-fattori” della moltiplicazione, il prodotto non cambia!!!  

Fotovoltaico quante contraddizioni…

Carissimi amici, questi sono attualmente i dati reali del fotovoltaico in Italia.
Li evidenziamo per controbattere la campagna mediatica degli ultimi mesi condotta contro le fonti rinnovabili, e il fotovoltaico in particolare, con lo scopo di screditare l’affidabilità tecnica e le potenzialità economiche delle fonti rinnovabili e per giustificare così il ritorno all’energia nucleare. Le reti televisive, omettono tutto quello che concerne la tecnologia solare, infatti dalle rimostranze degli addetti al fotovoltaico colpiti dal blocco improvviso del 3° Conto Energia che comporta il fermo delle attività di circa 150.000 posti di lavoro, le reti sopra menzionate non hanno mai accennato, mentre molte volte siamo costretti a sorbirci servizi per ditte di qualche “vattela pesca” attività che licenzia una cinquantina di persone, o per qualche esasperato che sale sulle gru. All’interno della Direttiva Europea 2009/28/CE, emanata per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sono stati inseriti dal Ministro Romani dei commi che ne hanno snaturato il contenuto, andando di fatto a colpire gli investimenti del settore fotovoltaico ed eolico.
Contro questo intervento legislativo si sono mobilitate moltissime organizzazioni di categoria e ambientaliste: Aper, Assosolare, Gifi, Asso Energie Future, Legambiente, WWF, Greenpeace, Kyoto Club, Rete Imprese Italia (associazione che comprende Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti), CGIL, Cisl, Uil e molte altre hanno preso posizione chiedendo al Governo di rivedere la sua decisione.A sostenere l’intervento del Governo è la lobby del nucleare, con ENEL in testa, che ha preferito gettare discredito sulle rinnovabili diffondendo una serie di informazioni non corrette e tendenziose invece di avviare un serio confronto sulle fonti energetiche.
Ci sembra quindi opportuno fare chiarezza
OCCUPAZIONE DI TERRENO AGRICOLO
Nel decreto in questione viene inserito il limite di 1 MW per gli impianti su terreno agricolo: proposta favorevolmente accolta dalle associazioni. E’ bene però precisare che il territorio fino ad oggi occupato dal fotovoltaico è poco.
Prendiamo come esempio la Provincia di Padova, che si estende su una superficie di 214.259 ettari. I dati presenti sul sito http://atlasole.gse.it/ mostrano che sono presenti circa 40 MW di impianti di taglia singola superiore a 50 kW; mentre gli impianti inferiori a questa taglia è pressoché certo siano installati su edifici. Anche ipotizzando che questi 40 MW (cosa altamente improbabile) siano tutti ubicati al suolo, se ne deduce un consumo di meno di 100 ettari: ovvero lo 0.04% della superficie disponibile. Secondo Legambiente in Italia si urbanizzano 50.000 ettari ogni anno per la costruzione di nuovi edifici, strade e aree residenziali. Si capisce quindi come la critica legata all’uso del suolo venga strumentalmente utilizzata solo per attaccare il fotovoltaico quando invece dovrebbe essere prioritariamente incentrata sulle grandi speculazioni edilizie che si sono verificate negli ultimi anni. Vieppiù che gli impianti fotovoltaici possono essere facilmente rimossi ripristinando l’ambiente, e il materiale impiegato (moduli, cavi, strutture,…) può essere completamente riciclato.
MAGGIORI ONERI NELLE BOLLETTE
APER è andata a fare un calcolo preciso degli impatti in bolletta delle sovvenzioni alle rinnovabili.
Considerando una bolletta media di 425 €/anno si può vedere come 31 € siano destinati alle voci A3, A2 e MCT. Dietro queste sigle si nascondono varie spese che nulla hanno a che vedere con le fonti rinnovabili:
– 5,2 € sono destinati allo smantellamento delle centrali nucleari. Considerato che le 3 centrali italiane sono state “spente” nel lontano 1987, si può facilmente intuire quale sia l’enorme spreco di denaro anno dopo anno per la messa in sicurezza e la gestione (impossibile) del problema scorie;
– 2,8 € vengono regalati alla grandi imprese energivore, come cementifici e acciaierie, per fornire loro energia a basso prezzo. L’Unione Europea ha già multato varie volte il nostro Paese perché questa è una pratica di concorrenza sleale;
– 8,4 € vengono destinati alle cosiddette “assimilabili” ovvero all’energia prodotta bruciando i rifiuti (inceneritori) e gli scarti dei processi di raffinazione del petrolio. In 9 anni sono stati spesi 33 Miliardi di € per sovvenzionare questa energia, altamente inquinante e fonte di gravissime patologie.
– Rimangono quindi meno di 15 € all’anno, pari a 1.25 €/mese, di fondi realmente spesi per le rinnovabili e solo parte di questi fondi vanno al fotovoltaico.
Poniamoci questa domanda: Siamo disposti ad investire un caffè al mese per avere energia pulita, distribuita ovunque, scalabile e senza nessun impatto sull’ambiente e sull’uomo?
E’ bene ricordare che i costi esterni legati all’uso delle fonti fossili sono enormi: come detto, il problema delle scorie nucleari è tuttora irrisolto e vengono spesi circa 200 Milioni di euro all’anno solo per “andare avanti” in attesa di una soluzione, mentre d’altro canto i danni ambientali delle centrali termoelettriche a carbone sono enormi e si scaricano sul sistema sanitario nazionale.
In Italia non ci sono numeri precisi ma, secondo uno studio dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, sono stimabili spese di circa 12 Miliardi di euro all’anno per la cura di patologie legate agli inquinanti emessi da centrali termoelettriche.
Se nei prossimi mesi la bolletta sarà più pesante non sarà certo per colpa del fotovoltaico ma dell’andamento del prezzo del petrolio al quale il prezzo dell’energia è strettamente legato: di contro se avessimo avuto una maggiore potenza installata da fonti rinnovabili, tale dipendenza sarebbe molto ridotta. Si dimentica poi di ricordare che il settore fotovoltaico produce gettito per le casse dello Stato e allo stesso tempo la distribuzione di incentivi ad impianti medi e piccoli significa tenere la ricchezza sul territorio.
ESEMPI DI DISINFORMAZIONE
– Dal Sole24ore del 1 Marzo 2011 pagina 22: il ministro Romani sostiene che gli italiani “in bolletta hanno pagato 20 Miliardi di incentivi tra il 2009 e il 2010”. Falso: i dati del 2010 non sono ancora noti mentre quelli del 2009 sono pari a 2.1 Miliari di euro (fonte: Autorità per l’Energia).
– Dal Corriere della Sera del 3 Marzo 2011 pagina 35: il giornalista Sergio Rizzo riporta che sarebbero state richieste autorizzazioni per 130 GW. Un numero fuori da ogni logica se si considera che, come rilevabile in data odierna dalla home page del sito http://www.gse.it siamo giunti a 3.7 GW, ovvero solo il 2% di quanto riportato dall’autore. L’autore presenta poi il dato della Puglia, dicendo che ben 358 ettari sono stati occupati dal fotovoltaico. Purtroppo non basta dare un numero “grande”: l’astronomica cifra equivale infatti allo 0.02% della superficie complessiva.
Nel contempo si dimentica che in Puglia è attiva, a Cerano, la centrale a carbone più inquinante d’Europa: “grazie” a questa centrale un salentino su 3 è a rischio cancro.
Nell’altra parte dell’articolo l’autore continua a riportare dati non contestualizzati: prima cita il caso di un impianto non completo in Puglia e poi di un sequestro in Sicilia. Fermo restando che è giusto punire gli speculatori e chi non rispetta le procedure, vale la pena ricordare che sul primo caso l’ing. Trezza del GSE si è espresso dicendo che era l’unico palese caso di violazione riscontrato in centinaia e centinaia di controlli, mentre quanto al sequestro si tratta di un impianto che come detto dall’autore non è “ mai entrato in funzione” e, pertanto, in base al criterio del Conto Energia, non riceverà nemmeno un euro di incentivi.
– Dal Sole24ore del 4 Marzo 2011 pagina 5: il titolo dell’articolo fa intuire che si siano fermate le speculazioni grazie alla legge del Governo. Niente di più falso. Il decreto all’art. 23 comma 9-ter reintroduce una potenza massima annuale come nella primissima versione del Conto Energia del 2005. Questo sistema fu modificato proprio per evitare che speculatori senza scrupoli, con in mano solo un pezzo di carta, potessero lucrare sulle autorizzazioni a scapito dei veri investitori.
– Dichiarazione dell’AD di ENEL, Fulvio Conti il 5 Marzo: secondo Conti il decreto spinge “allo sviluppo dell’efficienza della tecnologia che progredisce”. Si fatica a capire come si possa fare “sviluppo” o “efficienza” senza un quadro legislativo chiaro. Conti poi dice che ENEL sta costruendo a Catania una fabbrica da 750 Milioni di Euro per produrre moduli fotovoltaici: farebbe bene a ricordare che circa il 40% di tale cifra arriva da una sovvenzione statale e regionale a fondo perduto.
– Dal Sole24ore del 6 Marzo 2011: il Ministro Romani sostiene che “questo decreto stabilizza il mercato dando un quadro chiaro sugli incentivi”. E’ quasi ridicolo dover commentare questa frase: non esistono incentivi certi dopo il 31 Maggio 2011 e il mercato è in subbuglio totale.
Condividete questi concetti con amici, parenti e conoscenti. I dati parlano chiaro e in questo momento abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra causa.

Fotovoltaico quante contraddizioni…

Carissimi amici, questi sono attualmente i dati reali del fotovoltaico in Italia.
Li evidenziamo per controbattere la campagna mediatica degli ultimi mesi condotta contro le fonti rinnovabili, e il fotovoltaico in particolare, con lo scopo di screditare l’affidabilità tecnica e le potenzialità economiche delle fonti rinnovabili e per giustificare così il ritorno all’energia nucleare. Le reti televisive, omettono tutto quello che concerne la tecnologia solare, infatti dalle rimostranze degli addetti al fotovoltaico colpiti dal blocco improvviso del 3° Conto Energia che comporta il fermo delle attività di circa 150.000 posti di lavoro, le reti sopra menzionate non hanno mai accennato, mentre molte volte siamo costretti a sorbirci servizi per ditte di qualche “vattela pesca” attività che licenzia una cinquantina di persone, o per qualche esasperato che sale sulle gru. All’interno della Direttiva Europea 2009/28/CE, emanata per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sono stati inseriti dal Ministro Romani dei commi che ne hanno snaturato il contenuto, andando di fatto a colpire gli investimenti del settore fotovoltaico ed eolico.
Contro questo intervento legislativo si sono mobilitate moltissime organizzazioni di categoria e ambientaliste: Aper, Assosolare, Gifi, Asso Energie Future, Legambiente, WWF, Greenpeace, Kyoto Club, Rete Imprese Italia (associazione che comprende Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti), CGIL, Cisl, Uil e molte altre hanno preso posizione chiedendo al Governo di rivedere la sua decisione.A sostenere l’intervento del Governo è la lobby del nucleare, con ENEL in testa, che ha preferito gettare discredito sulle rinnovabili diffondendo una serie di informazioni non corrette e tendenziose invece di avviare un serio confronto sulle fonti energetiche.
Ci sembra quindi opportuno fare chiarezza
OCCUPAZIONE DI TERRENO AGRICOLO
Nel decreto in questione viene inserito il limite di 1 MW per gli impianti su terreno agricolo: proposta favorevolmente accolta dalle associazioni. E’ bene però precisare che il territorio fino ad oggi occupato dal fotovoltaico è poco.
Prendiamo come esempio la Provincia di Padova, che si estende su una superficie di 214.259 ettari. I dati presenti sul sito http://atlasole.gse.it/ mostrano che sono presenti circa 40 MW di impianti di taglia singola superiore a 50 kW; mentre gli impianti inferiori a questa taglia è pressoché certo siano installati su edifici. Anche ipotizzando che questi 40 MW (cosa altamente improbabile) siano tutti ubicati al suolo, se ne deduce un consumo di meno di 100 ettari: ovvero lo 0.04% della superficie disponibile. Secondo Legambiente in Italia si urbanizzano 50.000 ettari ogni anno per la costruzione di nuovi edifici, strade e aree residenziali. Si capisce quindi come la critica legata all’uso del suolo venga strumentalmente utilizzata solo per attaccare il fotovoltaico quando invece dovrebbe essere prioritariamente incentrata sulle grandi speculazioni edilizie che si sono verificate negli ultimi anni. Vieppiù che gli impianti fotovoltaici possono essere facilmente rimossi ripristinando l’ambiente, e il materiale impiegato (moduli, cavi, strutture,…) può essere completamente riciclato.
MAGGIORI ONERI NELLE BOLLETTE
APER è andata a fare un calcolo preciso degli impatti in bolletta delle sovvenzioni alle rinnovabili.
Considerando una bolletta media di 425 €/anno si può vedere come 31 € siano destinati alle voci A3, A2 e MCT. Dietro queste sigle si nascondono varie spese che nulla hanno a che vedere con le fonti rinnovabili:
– 5,2 € sono destinati allo smantellamento delle centrali nucleari. Considerato che le 3 centrali italiane sono state “spente” nel lontano 1987, si può facilmente intuire quale sia l’enorme spreco di denaro anno dopo anno per la messa in sicurezza e la gestione (impossibile) del problema scorie;
– 2,8 € vengono regalati alla grandi imprese energivore, come cementifici e acciaierie, per fornire loro energia a basso prezzo. L’Unione Europea ha già multato varie volte il nostro Paese perché questa è una pratica di concorrenza sleale;
– 8,4 € vengono destinati alle cosiddette “assimilabili” ovvero all’energia prodotta bruciando i rifiuti (inceneritori) e gli scarti dei processi di raffinazione del petrolio. In 9 anni sono stati spesi 33 Miliardi di € per sovvenzionare questa energia, altamente inquinante e fonte di gravissime patologie.
– Rimangono quindi meno di 15 € all’anno, pari a 1.25 €/mese, di fondi realmente spesi per le rinnovabili e solo parte di questi fondi vanno al fotovoltaico.
Poniamoci questa domanda: Siamo disposti ad investire un caffè al mese per avere energia pulita, distribuita ovunque, scalabile e senza nessun impatto sull’ambiente e sull’uomo?
E’ bene ricordare che i costi esterni legati all’uso delle fonti fossili sono enormi: come detto, il problema delle scorie nucleari è tuttora irrisolto e vengono spesi circa 200 Milioni di euro all’anno solo per “andare avanti” in attesa di una soluzione, mentre d’altro canto i danni ambientali delle centrali termoelettriche a carbone sono enormi e si scaricano sul sistema sanitario nazionale.
In Italia non ci sono numeri precisi ma, secondo uno studio dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, sono stimabili spese di circa 12 Miliardi di euro all’anno per la cura di patologie legate agli inquinanti emessi da centrali termoelettriche.
Se nei prossimi mesi la bolletta sarà più pesante non sarà certo per colpa del fotovoltaico ma dell’andamento del prezzo del petrolio al quale il prezzo dell’energia è strettamente legato: di contro se avessimo avuto una maggiore potenza installata da fonti rinnovabili, tale dipendenza sarebbe molto ridotta. Si dimentica poi di ricordare che il settore fotovoltaico produce gettito per le casse dello Stato e allo stesso tempo la distribuzione di incentivi ad impianti medi e piccoli significa tenere la ricchezza sul territorio.
ESEMPI DI DISINFORMAZIONE
– Dal Sole24ore del 1 Marzo 2011 pagina 22: il ministro Romani sostiene che gli italiani “in bolletta hanno pagato 20 Miliardi di incentivi tra il 2009 e il 2010”. Falso: i dati del 2010 non sono ancora noti mentre quelli del 2009 sono pari a 2.1 Miliari di euro (fonte: Autorità per l’Energia).
– Dal Corriere della Sera del 3 Marzo 2011 pagina 35: il giornalista Sergio Rizzo riporta che sarebbero state richieste autorizzazioni per 130 GW. Un numero fuori da ogni logica se si considera che, come rilevabile in data odierna dalla home page del sito www.gse.it siamo giunti a 3.7 GW, ovvero solo il 2% di quanto riportato dall’autore. L’autore presenta poi il dato della Puglia, dicendo che ben 358 ettari sono stati occupati dal fotovoltaico. Purtroppo non basta dare un numero “grande”: l’astronomica cifra equivale infatti allo 0.02% della superficie complessiva.
Nel contempo si dimentica che in Puglia è attiva, a Cerano, la centrale a carbone più inquinante d’Europa: “grazie” a questa centrale un salentino su 3 è a rischio cancro.
Nell’altra parte dell’articolo l’autore continua a riportare dati non contestualizzati: prima cita il caso di un impianto non completo in Puglia e poi di un sequestro in Sicilia. Fermo restando che è giusto punire gli speculatori e chi non rispetta le procedure, vale la pena ricordare che sul primo caso l’ing. Trezza del GSE si è espresso dicendo che era l’unico palese caso di violazione riscontrato in centinaia e centinaia di controlli, mentre quanto al sequestro si tratta di un impianto che come detto dall’autore non è “ mai entrato in funzione” e, pertanto, in base al criterio del Conto Energia, non riceverà nemmeno un euro di incentivi.
– Dal Sole24ore del 4 Marzo 2011 pagina 5: il titolo dell’articolo fa intuire che si siano fermate le speculazioni grazie alla legge del Governo. Niente di più falso. Il decreto all’art. 23 comma 9-ter reintroduce una potenza massima annuale come nella primissima versione del Conto Energia del 2005. Questo sistema fu modificato proprio per evitare che speculatori senza scrupoli, con in mano solo un pezzo di carta, potessero lucrare sulle autorizzazioni a scapito dei veri investitori.
– Dichiarazione dell’AD di ENEL, Fulvio Conti il 5 Marzo: secondo Conti il decreto spinge “allo sviluppo dell’efficienza della tecnologia che progredisce”. Si fatica a capire come si possa fare “sviluppo” o “efficienza” senza un quadro legislativo chiaro. Conti poi dice che ENEL sta costruendo a Catania una fabbrica da 750 Milioni di Euro per produrre moduli fotovoltaici: farebbe bene a ricordare che circa il 40% di tale cifra arriva da una sovvenzione statale e regionale a fondo perduto.
– Dal Sole24ore del 6 Marzo 2011: il Ministro Romani sostiene che “questo decreto stabilizza il mercato dando un quadro chiaro sugli incentivi”. E’ quasi ridicolo dover commentare questa frase: non esistono incentivi certi dopo il 31 Maggio 2011 e il mercato è in subbuglio totale.
Condividete questi concetti con amici, parenti e conoscenti. I dati parlano chiaro e in questo momento abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra causa.