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Il 15 Febbraio rappresenta una delle date più importanti della mia vita.

Perdonatemi, ma oggi ho deciso di sospendere qualsivoglia post su criminalità organizzata, traffici illeciti, inchieste giudiziarie, conflitti mondiali, stragi e massacri di civili inermi, intolleranze religiose, storie di migranti, discriminazioni razziali e via discorrendo…

Sì, oggi voglio dedicare questa giornata per scrivere una nota personale, che esclude tutto e tutti, perché appartiene alla sfera più intima e preziosa della mia vita.

Il 15 febbraio rappresenta una delle date più importanti della mia vita. È il giorno in cui è nata, il giorno in cui ho tenuto tra le braccia per la prima volta la mia bambina. Quel momento ha cambiato tutto e ha condizionato ogni istante. Da allora, la mia vita ha avuto un nuovo senso, una nuova luce.

Sono passati ___ anni da quel giorno (lo so, non bisogna dirli 😂😂😂) eppure ricordo ogni istante come fosse ieri. Il tuo primo respiro, quel tuo sorriso, i tuoi primi passi. Ricordo la tua voce, timida e dolce, quando per la prima volta hai pronunciato il mio nome. E poi, crescendo, tutte quelle domande, una dopo l’altra, alcune semplici, altre profonde, quelle a cui nemmeno un genitore sa rispondere. Ma io ti ascoltavo, sempre, e tu, con quella fiducia che solo una figlia può avere, ti confidavi con me, a volte anche troppo. E io, per farmi forte, mi ripetevo: Nicola ricordati___ tu sei un genitore moderno.

Quanta curiosità, quante monellerie, e quelle tue azioni che facevano ridere tutti e riempivano la casa. Ricordo ancora le notti insonne, il cambiare pannolini, le preoccupazioni che a volte mi hai dato, come quando a Verbania sei sparita dentro un supermercato. Io, immediatamente, sono corso all’ingresso e mi sono posto lì, dinnanzi all’uscita, “sequestrando” tutti i clienti al suo interno, finché non ti ritrovammo; dopodiché, con gli occhi lucidi e il cuore in tumulto, mi sono scusato con ogni persona, cercando di far capire quanto fossi disperato in quel momento. E loro, con uno sguardo comprensivo e una carezza gentile, hanno accolto le mie parole, riconoscendo la profondità della mia preoccupazione e l’amore immenso che mi spingeva a compiere quel gesto.

C’è sempre stato un amore immenso, sin dal primo istante, un amore che non ha mai smesso di crescere, giorno dopo giorno, ma anche di notte: ricordo quando è nata tua sorella e tu, come un’adulta, sei rimasta lì con me. Erano le due di notte, un silenzio ovattato avvolgeva il corridoio, quando l’ostetrica è uscita dalla sala parto e ti ha posato tra le braccia tua sorella. Tu, così piccola, con quei tuoi occhi verdi pieni di stupore, mi guardavi come per chiedermi: “E adesso, papà?”. In quel momento, il tempo si è fermato. Un attimo così intimo, così puro, che lo custodirò per sempre nel mio cuore, come un tesoro che nessuno potrà mai portarmi via.

In tutti questi anni, ho cercato di esserci sempre per te. Di accompagnarti nei momenti felici e di sostenerti in quelli difficili. Ma alla fine, sappiamo entrambi come sono più le soddisfazioni ricevute, sia scolastiche che professionali. E oggi, a migliaia di chilometri da me, stai dimostrando di saper essere forte, indipendente e capace di gestire la tua vita con una maturità che mi riempie di orgoglio. Ogni tuo successo, ogni tua scelta, è la prova di quanto tu sia cresciuta, e io, anche se lontano, ti sento vicina più che mai.

Sai che sarò sempre un punto di riferimento, una spalla su cui appoggiarti, ma anche un complice con cui condividere sogni e progetti. E so inoltre che, insieme a me, ci saranno sempre tua madre e tua sorella. Un legame unico, forte, che va oltre le semplici parole.

Ora, mentre scrivo queste righe, mi rendo conto che non ci sono parole sufficienti per descrivere quello che provo per te. Sei parte di me, la mia gioia, il mio orgoglio, la mia forza. Sei la persona che mi ha insegnato cosa significa amare in modo incondizionato.

Cosa aggiungere? Grazie per essere la donna meravigliosa che sei. Grazie per ogni sorriso, ogni abbraccio, ogni arrabbiatura quando non ti ascolto… e ciascun momento condiviso, anche su WhatsApp.

Manu, grazie per avermi reso un padre felice.

Ti amo più di quanto le parole possano esprimere, più di quanto il tempo possa misurare, e oggi, anche se distanti, in questo giorno speciale, voglio dirti che sei e sarai sempre la mia bambina. Non importa quanti chilometri ci separino, il mio cuore batte vicino al tuo, e il mio amore per te non conosce confini.

Con tutto l’amore del mondo, tuo Papà.

La figlia del boss "degenerata nell'animo"??? No… quella è una donna ferita e soprattutto una figlia da imitare!!!

Ho ascoltato in questi giorni le parole (di delusione…) espresse dall’ex boss di cosa nostra sulla propria figlia: “Le altre cresciute oneste, lei è degenerata nell’intimo”!!!

Ecco, vorrei dire che non condivido minimamente il pensiero di quell’uomo, permettetemi ma non posso definirlo “padre“, perché quello è un concetto estraneo ad egli, certamente non gli si può assegnare, d’altronde permettetemi, ma il termine “padre” da tempo non indica più l’uomo che ha generato la prole e ancor meno può semplificarsi con la parola “pater” che indicava il nome del capofamiglia e che, per quella la radice “pa” (di pascere), pensava a nutrire e proteggere…

Già, forse egli – a causa del lungo periodo di latitanza – non ha potuto appurare come in questi lunghi anni, quella figura del padre padrone sia andata cambiando nel tempo…

Il genitore oggi non è più quel soggetto autoritario che imponeva le proprie regole e faceva si che tutti si sottomettessero ad egli, qui non si è a modello “cosa nostra”, quel cosiddetto capo famiglia o “padre” che dir si voglia, è ancor prima genitore ed è colui che sta vicino ai figli, che si rende sì… “latitante” al mondo intero per dedicarsi pienamente ai bisogni di essi, che li accompagna costantemente nella crescita ed  è capace di dire “no” quando serve, senza doverli compiacere, già… comprando regali o concedendo denaro con il solo fine di acquistare il loro affetto!!!

Perché i figli di quegli oggetti superflui non ne hanno bisogno, loro vogliono soltanto “amore”, desiderano avere accanto una persona che li aiuti sempre, in particolare quanto hanno bisogno, quando si sentono soli, quando desiderano giocare oppure quando serve un genitore che li faccia sorridere o sgridare quando serve!!!

Una figura fondamentalmente presente, che sia lì in ogni istante del loro percorso di crescita e non – per come ha dovuto subire sua figlia –  una presenza affettiva estranea e soprattutto distante… 

Il ruolo educativo di un padre è qualcosa che non si può comprare o affidare ad altri, allontanandosi dai propri figli si sa… si perde la loro stima, ma soprattutto si perde la legittimità ad essere ancora considerati genitori!!!

Oggi ci sono soggetti che pur sapendo di non aver concepito loro i figli della propria compagna, dimostrano con i propri gesti quotidiani, di essere in tutto e per tutto i migliori “padri” che quei figli potessero avere, perché essi ci sono sempre, sono presenti nella vita di quei fanciulli ed attuano quanto necessario, in modo propriamente “paterno”, per aiutarli a crescere.

Definirsi genitori senza esserlo mai stato è troppo facile, mi sembra di rivedere quel programma di Canale5 “C’è posta per te”, diretto da Maria de Filippi, dove ogni tanto intervengono, tra lacrime di coccodrillo, quei cosiddetti “padri“, posti dietro a quella busta, speranzosi che i rispettivi figli possano riaprirla…

Tuttavia, ci si guardi bene dal voler tirare la pietra, tutti possono sbagliare, ma bisogna essere in grado di capire come certe situazioni, per come quelle ad esempio vissute da quel boss (e da suo padre prima di egli), portano ad allontanarsi per sempre da quegli affetti familiari e dai propri figli… 

Il benessere economico e finanziario da solo non rappresenta nulla e soltanto un figlio “degenerato“, che pensi esclusivamente ad un genitore a modello “bancomat”, può far finta di nulla e accettare quella incresciosa condizione…

Ma la figlia del boss, senza dover rinnegare (scelta che condivido pienamente), ha deciso di andare avanti ed è riuscita – appena raggiunta la maggiore età – a fare a meno di quel “padre“, che (non ho dubbi) avrà sicuramente provveduto ad ogni sua necessità, mi riferisco non soltanto al suo sostentamento, ma anche nel dare a Lei la possibilità di frequentare studi universitari, ma in tutto ciò, qualcosa di quell’uomo è certamente venuto a mancare, sì… quell’unico ruolo in cui la figlia l’avrebbe voluto presente e a cui viceversa ha dovuto (da sempre) rinunciare!!!

Ecco perché sua figlia va imitata, perché a differenza di molte sue coetanee, ella ha saputo dimostrare d’aver coraggio e soprattutto di cavarsela da sola, crescendo autonomamente e portando avanti quei valori di “famiglia” che le sono di fatto mancati, quelli per l’appunto che tanto desiderava (come tutte le figlie d’altronde…) e a cui purtroppo ha dovuto fare a meno, condizione che crescendo, non ha voluto ripetere, ne per se e ancor meno per i propri cari e da quanto ho letto, è riuscita a realizzare.

Ecco perché a differenza di quanti ora sui social si sono eletti a critici e giudici, non posso viceversa che augurare a Lei e alla sua nuova famiglia (parlo di quella ristretta…) i miei migliori auguri.