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I controlli nelle attività estrattive…

Il mese scorso ho pubblicato un post intitolato l’attività estrattiva in Sicilia ed il ruolo fondamentale del Direttore tecnico dei lavori: http://nicola-costanzo.blogspot.it/2017/12/lattivita-estrattiva-in-sicilia-ed-il.html e con mia sorpresa, questo post è salito per visualizzazioni, tra quelli più letti nel mio blog…
Ed allora visto l’alto interesse per l’argomento, mi permetto di entrare nuovamente nel merito di quella particolare attività, analizzando questa volta, i controlli previsti dalla legge…
Come molti sanno, l’attività estrattiva rappresenta un tema dai contenuti tecnici oggettivi, ma comunque condizionati da leggi e regolamenti di settore, vigenti nei vari e specifici territori. 
Ciò che oggi m’interessa evidenziare, è l’aspetto della vigilanza mineraria… 
Non volendo entrare nello specifico delle leggi, desidero valutare quali sanzioni sono previste nei casi d’infrazione e cosa si può fare soprattutto per evitarle…
Innanzitutto vi sono quelle di carattere amministrativo, certamente gravose per chi eserciti un’attività estrattiva senza autorizzazione e perciò del tutto svolta in modo abusiva…
Tali irregolarità sono classificate in due gruppi: il primo riguarda i casi di mancato rispetto dei contenuti dell’autorizzazione a riguardo del tipo e/o della quantità dei materiali di cava di cui è consentita la coltivazione, ovvero il mancato rispetto dell’estensione e della profondità massima prevista dal medesimo atto, con riferimento a specifici punti fissi di misurazione; mentre il secondo gruppo riguarda tutti gli altri casi d’inosservanza dei contenuti prescrittivi dell’autorizzazione convenzionata…
Quindi da quanto sopra, possiamo comprendere come la normativa parli chiaro e forse potremmo anche entrare nei meriti di quelle previste sanzioni, dei loro esigui importi e se esse da sole, rappresentano un energico deterrente al non compiere quei reati, ma qui come si sa… si entra nel campo legislativo, che lascio volentieri a chi di competenza…  
D’altronde, ciò che mi interessa sviluppare in questa analisi e se le funzioni di vigilanza vengono svolte correttamente da quell’Ente di controllo, in particolare quando, proprio nel nostro territorio, vi sono condizioni che limitano in maniera decisa quelle stesse ispezioni, a causa di Esercenti che di fatto, non consentono neppure l’accesso a quei funzionari per i previsti controlli, oppure quest’ultimi evitano di fornire dati, notizie o chiarimenti richiesti da quegli stessi ispettori…
Già, in questa analisi non va dimenticato di come, quegli addetti alla vigilanza, non appartengono alle forze dell’ordine, ma sono semplici dipendenti, che provano con impegno a svolgere il proprio compito con professionalità e non possono certamente esporsi personalmente, ad eventuali circostanze a volte violente…
Già, perché non bisogna mai dimenticare, che dietro quell’attività estrattiva, si muovono notevoli somme di denaro ed una parte di esse, è proprio derivata dalla mancata presentazione di quelle reali misurazioni dei volumi dei materiali estratti, che rappresentano per altro i corretti valori propedeutici al pagamento delle imposte previste, riportate nel cosiddetto tariffario… 
Difatti, la gestione dell’attività estrattiva, deve tenere conto di una serie di regole che vanno dalla materializzazione dei perimetri di scavo, dalla cartellonistica, dalle profondità massime di scavo, dall’obbligo di regimazione delle acque di corrivazione superficiali, dalla garanzia fidejussoria per gli obblighi convenzionali, dalla gestione delle eventuali varianti agli atti progettuali, ecc…, ma soprattutto, deve tenere conto delle misurazioni che  stabiliscono di fatto i lineamenti generali della metodologia del controllo volumetrico, ma anche “geometrico” nel senso delle conformità fra le geometrie di progetto e quelle realizzate in cava…
Tuttavia si sa, sia per l’inevitabile genericità delle indicazioni fornite in fase progettuale, sia per il fatto che si tratta di dati generici previsti in un documento-tipo per l’attuazione dell’attività, ecco che ci si trova di fatto, senza una vera e propria forma d’obbligatorietà dinnanzi alla quali, emergono comportamenti difformi, sia sul piano dell’esercizio dell’attività, che sui pagamenti previsti per quella concessione…
Come si può vedere da quanto sopra, il controllo delle attività estrattive è di per se un argomento complesso, che coinvolge diversi campi d’intervento e di conoscenza, che vanno dalla geologia, alla topografia, l’ingegneria geotecnica e naturalistica, alle scienze agronomiche, naturalistiche e forestali. 
E’ inoltre quest’ultimo è anche un settore d’intervento in cui molto deve essere fatto e ripetuto, per individuare in ogni diversa circostanza, le migliori soluzioni… poiché in questo campo, non si può pensare d’improvvisare, ed è bene che tutti coloro che sono addetti alla concessione di quella attività d’esercizio estrattiva, abbiano perfetta conoscenza del sito nel quale dovrà realizzarsi la cava, della verifica del progetto presentato, di chi dovrà svolgere quell’attività e dei controlli che dovranno essere svolti in maniera precisa e puntuale, fin dalle primissime fasi di pianificazione, passando successivamente a tutte quelle valutazione necessarie, quali impatti ambientali, istruttoria degli atti progettuali, stesura della convenzione e dell’autorizzazione, per poi completarsi nel corso dei lunghi anni in cui si svilupperà l’attività estrattiva ed il contestuale previsto riassetto del sito, una volta esaurita l’attività estrattiva…
Ecco perché il tema della vigilanza e del controllo sulle attività estrattive, seppur tiene conto di alcuni essenziali elementi legislativi, deve essere principalmente garantito da tutti coloro che sono oggi incaricati dal verificare e attuare quelle previste norme, poggiando le loro valutazioni, non su arbitrarie considerazioni personali, ma bensì, su elementi progettuali chiari,  redatti con in mente l’attuazione sul campo del progetto, accompagnata dove prevista, da una ricercata metodologia di controllo codificata, semplice da attuarsi e condivisa anche dai tecnici dell’Esercente, basata quindi sulle migliori tecnologie disponibili oggi quali: G.P.S., Laserscan in acquisizione, modelli matematici digitali in restituzione e calcolo, adeguate ed aggiornate strumentazioni per il controllo ambientale, ecc…
Ecco quindi la ragione fondamentale che deve indurre quegli addetti ai controlli, ad essere frequentemente più presenti in cava, al fine di poter capire per tempo, le situazioni che vanno via via formandosi e per poter svolgere quel compito di prevenzione a possibili danni ambientali che, pur non essendo esplicitamente previsto dalla legislazione vigente, diventa nel contempo, una funzione qualificante anche per l’Ente pubblico. 
Bisogna quindi, che tali operatori addetti ai controlli, siano in grado di guadagnarsi la fiducia, nei termini di un franco rispetto tecnico e professionale, dei responsabili della sicurezza e dei lavori (e talvolta anche dei sorveglianti e delle maestranze) per poter discutere apertamente dei problemi che possono emergere in corso d’opera e trovare così, nuove soluzioni che consentano all’Esercente -per quanto possibile- di non interrompere la coltivazione, realizzando contestualmente eventuali operazioni di messa in sicurezza, di riassetto e di monitoraggio. 
Il controllore non deve essere visto come l’ispettore “spietato“che passa ogni tanto e a cui interessa esclusivamente prescrivere sanzioni di “circostanza”,  perché queste azioni, hanno di per se una scarsa efficacia, anzi di contro, generano un vero e proprio desiderio di rivalsa…
va ricordato comunque che quei funzionari, possono certamente far poco (in ciò non vi è alcun dubbio…), non potendo essi –per ragioni contingenti previste dall’Ente– mettere in campo una vera e propria sorveglianza continua in loco,  meccanismo che come abbiamo visto negli anni, ha realizzato un solo sconfitto: L’AMBIENTE!!!

L'attività estrattiva in Sicilia ed il ruolo fondamentale del Direttore Tecnico dei lavori…


Parlare di cave nella nostra regione, è voler tentare di aprire una crepa su un argomento  considerato da molti  “scomodo” ed è la ragione  per cui difficilmente, se ne sente parlare… 

Difatti, uno dei motivi per non parlarne è proprio perché alcune di queste cave, operano in maniera abusiva e/o risultano per lo più illegali, ma anche perché, gli introiti più consistenti, vengono assicurati dall’infiltrazione ai vari livelli su talune opere pubbliche nell’ambito d’importanti progetti in corso o prossimi dal realizzarsi… 
Un importante business si muove quindi dietro l’estrazione, a causa proprio della materia prima necessaria, per le piccole e le grandi opere pubbliche. 
Certo i controlli ci sono, ma si è visto come in questi trent’anni, in attesa di quel “Piano Cave”, molte di queste, risultavano abusive o quantomeno mancavano di quei minimi requisiti di buona conduzione per l’attività estrattiva che come ben noto, presuppone che la stessa, progredisca in conformità alle normative generali vigenti, al progetto approvato e a quanto previsto sugli adempimenti della sicurezza…
Quante volte infatti, attraversando le strade della nostra regione, abbiamo visto vere e proprie montagne scomparse… divorate da mezzi meccanici e poi abbandonate così, senza che nessuno se ne sia più preoccupato…
D’altronde molte di quelle attività estrattive erano per lo più illegali in mano alla criminalità organizzata… ed è evidente che i controlli, sono stati compiuti in maniera certamente superficiale… per evitare forse possibili ritorsioni personali!!!
Una illegalità che è durata per anni e che ha fruttato non solo tanto denaro, ma soprattutto potere a quei gruppi affiliati… che grazie ad imprenditori collusi e a tecnici e/o funzionari compiacenti, si è giunti a questo disastro ambientale, visibile a noi tutti… 
Si, ogni tanto leggiamo di omissioni e abuso di atti d’ufficio, di sequestro di cave, di danni all’ambiente, ma di quei milioni di metri cubi estratti, di quella terra e roccia andata dispersa nell’ambiente, per realizzare quelle opere strutturali, ecco, ora che al loro posto ci sono soltanto voragini… come si pensa di ripristinare quelle aree???   
Ovviamente non entro nel merito dei progetti, delle planimetrie, molte delle quali opportunamente ritoccate per essere consegnate al momento della richiesta del rinnovo delle licenze… 
Analoga situazione andrebbe fatta per le autorizzazioni, per l’uso dell’esplosivo, per il ripristino di quei luoghi e quant’altro… ma come si è visto, molto è stato concordato e forse mascherato… 
Se si osservano le foto scattate e conservate dall’Istituto Geografico Militare in questi cinquant’anni, si potranno vedere le mutazione del nostro paesaggio, dove ettari di bosco e intere colline sono andate perdute e dove al posto, non resta nulla di quel territorio naturale bellissimo, ma vi è soltanto… un paesaggio lunare. 
L’allarme è risaputo, basta rileggersi quanto riporta la relazione sullo stato della sicurezza del Ministero dell’Interno e dei profitti che le associazioni criminali hanno nel partecipare agli appalti pubblici…
E’ dire che esistono delle direttive e soprattutto delle precise raccomandazioni per i titolari delle attività estrattive, e soprattutto per il Direttore dei lavori di cava!!!  
Già, un ruolo importante, nella gestione della cava, dalla cui solerzia dipende certamente la corretta gestione della stessa. 
Non per nulla il legislatore, per confermare l’importanza che ha questo ruolo, ha previsto (Art. 13 della L.R.S. 127/80) che, l’Ing. Capo del Distretto Minerario, esprimesse parere di merito, con l’evidente ratio di filtrare i soggetti non ritenuti appropriati… 
Se quanto sopra viene correttamente oggi applicato… non sta a me dirlo, certamente l’impressione è che spesso questa figura sia sottovalutata dagli stessi esercenti, i quali tendono ad avere un Direttore dei lavori preferibilmente “ricattabile“, attribuendo ad egli, un mero ruolo formale, che conduce spesso quel soggetto a convalidare condotte negligenti, compiute per l’appunto da altri individui  all’interno di quella cava…
Infatti, si e potuto constatare di come, la presenza di una figura del Direttore dei lavori appropriata e soprattutto libera “moralmente e professionalmente”, dia  modo ai funzionari di quell’Ente -durante i controlli previsti- di trovare una condizione eccellente ed in ordine con le norme e con i progetti a suo tempo approvati….
Di contro, quando il Direttore Tecnico dimostra di essere negligente, insicuro o ancor peggio timoroso, ecco, in questi casi, è stato dimostrato che le attività estrattive presentano gravi problemi: difatti, nel primo caso, le ricadute negative, gravano inevitabilmente sull’esercente, costretto ad un’ulteriore lavoro di vigilanza e dando così scarsa importanza al ruolo stesso del Direttore tecnico dei lavori; mentre nel secondo caso, quando cioè il Direttore di cava e colluso con l’imprenditore, ecco che i problemi di danno, non saranno soltanto ambientali, ma anche fiscali e tributari… 
Diventa quindi fondamentale, la verifica da parte dei funzionari del Distretto, attraverso visite frequenti e possibilmente non programmate, compiute in modo inatteso, affinché si possa prendere atto della situazione sul momento… verificando tutti quegli adempimenti previsti e i documenti custoditi in cava… 
Ecco, se quanto sopra verrà fatto in maniera corretta, se tutti quei soggetti descritti sopra, controllati e controllori, adempieranno a quei loro ruoli, allora sicuramente tutto andrà alla perfezione… 
Altrimenti, osservando quanto sta avvenendo in altre realtà produttive della nostra regione, non mi meraviglierei di leggere tra qualche giorno, i nomi evidenziati di qualcuno di quegli addetti -di questo specifico settore- riportati come ormai consuetudine, su tutte quelle note testate d’inchiesta giornalistiche, a causa di nuovi provvedimenti giudiziari, compiuti dalle nostre “puntuali” Procure Nazionali…

L'attività estrattiva in Sicilia ed il ruolo fondamentale del Direttore Tecnico dei lavori…


Parlare di cave nella nostra regione, è voler tentare di aprire una crepa su un argomento  considerato da molti  “scomodo” ed è la ragione  per cui difficilmente, se ne sente parlare… 

Difatti, uno dei motivi per non parlarne è proprio perché alcune di queste cave, operano in maniera abusiva e/o risultano per lo più illegali, ma anche perché, gli introiti più consistenti, vengono assicurati dall’infiltrazione ai vari livelli su talune opere pubbliche nell’ambito d’importanti progetti in corso o prossimi dal realizzarsi… 
Un importante business si muove quindi dietro l’estrazione, a causa proprio della materia prima necessaria, per le piccole e le grandi opere pubbliche. 
Certo i controlli ci sono, ma si è visto come in questi trent’anni, in attesa di quel “Piano Cave”, molte di queste, risultavano abusive o quantomeno mancavano di quei minimi requisiti di buona conduzione per l’attività estrattiva che come ben noto, presuppone che la stessa, progredisca in conformità alle normative generali vigenti, al progetto approvato e a quanto previsto sugli adempimenti della sicurezza…
Quante volte infatti, attraversando le strade della nostra regione, abbiamo visto vere e proprie montagne scomparse… divorate da mezzi meccanici e poi abbandonate così, senza che nessuno se ne sia più preoccupato…
D’altronde molte di quelle attività estrattive erano per lo più illegali in mano alla criminalità organizzata… ed è evidente che i controlli, sono stati compiuti in maniera certamente superficiale… per evitare forse possibili ritorsioni personali!!!
Una illegalità che è durata per anni e che ha fruttato non solo tanto denaro, ma soprattutto potere a quei gruppi affiliati… che grazie ad imprenditori collusi e a tecnici e/o funzionari compiacenti, si è giunti a questo disastro ambientale, visibile a noi tutti… 
Si, ogni tanto leggiamo di omissioni e abuso di atti d’ufficio, di sequestro di cave, di danni all’ambiente, ma di quei milioni di metri cubi estratti, di quella terra e roccia andata dispersa nell’ambiente, per realizzare quelle opere strutturali, ecco, ora che al loro posto ci sono soltanto voragini… come si pensa di ripristinare quelle aree???   
Ovviamente non entro nel merito dei progetti, delle planimetrie, molte delle quali opportunamente ritoccate per essere consegnate al momento della richiesta del rinnovo delle licenze… 
Analoga situazione andrebbe fatta per le autorizzazioni, per l’uso dell’esplosivo, per il ripristino di quei luoghi e quant’altro… ma come si è visto, molto è stato concordato e forse mascherato… 
Se si osservano le foto scattate e conservate dall’Istituto Geografico Militare in questi cinquant’anni, si potranno vedere le mutazione del nostro paesaggio, dove ettari di bosco e intere colline sono andate perdute e dove al posto, non resta nulla di quel territorio naturale bellissimo, ma vi è soltanto… un paesaggio lunare. 
L’allarme è risaputo, basta rileggersi quanto riporta la relazione sullo stato della sicurezza del Ministero dell’Interno e dei profitti che le associazioni criminali hanno nel partecipare agli appalti pubblici…
E’ dire che esistono delle direttive e soprattutto delle precise raccomandazioni per i titolari delle attività estrattive, e soprattutto per il Direttore dei lavori di cava!!!  
Già, un ruolo importante, nella gestione della cava, dalla cui solerzia dipende certamente la corretta gestione della stessa. 
Non per nulla il legislatore, per confermare l’importanza che ha questo ruolo, ha previsto (Art. 13 della L.R.S. 127/80) che, l’Ing. Capo del Distretto Minerario, esprimesse parere di merito, con l’evidente ratio di filtrare i soggetti non ritenuti appropriati… 
Se quanto sopra viene correttamente oggi applicato… non sta a me dirlo, certamente l’impressione è che spesso questa figura sia sottovalutata dagli stessi esercenti, i quali tendono ad avere un Direttore dei lavori preferibilmente “ricattabile“, attribuendo ad egli, un mero ruolo formale, che conduce spesso quel soggetto a convalidare condotte negligenti, compiute per l’appunto da altri individui  all’interno di quella cava…
Infatti, si e potuto constatare di come, la presenza di una figura del Direttore dei lavori appropriata e soprattutto libera “moralmente e professionalmente”, dia  modo ai funzionari di quell’Ente -durante i controlli previsti- di trovare una condizione eccellente ed in ordine con le norme e con i progetti a suo tempo approvati….
Di contro, quando il Direttore Tecnico dimostra di essere negligente, insicuro o ancor peggio timoroso, ecco, in questi casi, è stato dimostrato che le attività estrattive presentano gravi problemi: difatti, nel primo caso, le ricadute negative, gravano inevitabilmente sull’esercente, costretto ad un’ulteriore lavoro di vigilanza e dando così scarsa importanza al ruolo stesso del Direttore tecnico dei lavori; mentre nel secondo caso, quando cioè il Direttore di cava e colluso con l’imprenditore, ecco che i problemi di danno, non saranno soltanto ambientali, ma anche fiscali e tributari… 
Diventa quindi fondamentale, la verifica da parte dei funzionari del Distretto, attraverso visite frequenti e possibilmente non programmate, compiute in modo inatteso, affinché si possa prendere atto della situazione sul momento… verificando tutti quegli adempimenti previsti e i documenti custoditi in cava… 
Ecco, se quanto sopra verrà fatto in maniera corretta, se tutti quei soggetti descritti sopra, controllati e controllori, adempieranno a quei loro ruoli, allora sicuramente tutto andrà alla perfezione… 
Altrimenti, osservando quanto sta avvenendo in altre realtà produttive della nostra regione, non mi meraviglierei di leggere tra qualche giorno, i nomi evidenziati di qualcuno di quegli addetti -di questo specifico settore- riportati come ormai consuetudine, su tutte quelle note testate d’inchiesta giornalistiche, a causa di nuovi provvedimenti giudiziari, compiuti dalle nostre “puntuali” Procure Nazionali…