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Lavori ben fatti: ora manca solo qualche piccolo foro…


Va riconosciuto: finalmente quel tratto di strada, a lungo invaso da arbusti che si allungavano fin dentro le carreggiate, è stato messo in sicurezza.

L’intervento di scerbamento, insieme alla pulizia e alla manutenzione della segnaletica e dell’illuminazione, era atteso da tempo, e va dato atto all’amministrazione comunale di averlo portato a compimento con cura.

Tuttavia, resta un nodo irrisolto, non tanto nei lavori in sé, quanto nella loro comunicazione. Il calendario ufficiale indicava la conclusione dei cantieri entro mercoledì 29 ottobre, senza alcun accenno a possibili proroghe.

Non ho trovato, né sul sito istituzionale né sui canali informativi locali, alcuna notizia che segnalasse il proseguimento dei lavori anche nella giornata del 30. Così, l’altro ieri, mi sono ritrovato a imboccare l’Asse Attrezzato convinto che fosse tutto regolare, per poi dover deviare all’improvviso verso Librino, costretto a un giro tortuoso lungo la strada nazionale fino all’imbocco dell’autostrada.

Per fortuna, l’indomani — il 31 ottobre — il raccordo era stato riaperto. Ma, come accade da anni (e non so più quante volte ne ho scritto su questo blog), all’ingresso dell’Asse Attrezzato da Corso Indipendenza si è di nuovo formato quel fiume d’acqua che tutti conosciamo.

Basta guardare la foto pubblicata in alto per rendersene conto: l’acqua si accumula su entrambe le corsie, sia per chi proviene dalla città sia per chi arriva dall’autostrada A19, creando pericoli non solo per le auto, ma soprattutto per chi percorre quel tratto in moto o in scooter.

Si tratta di un problema elementare, risolvibile in mezza giornata. Stiamo parlando di un viadotto: basterebbe praticare piccoli fori laterali con una carotatrice, in modo da permettere all’acqua piovana di defluire oltre i parapetti che oggi la intrappolano. Se necessario, si potrebbero aggiungere semplici grondaie nella parte inferiore del ponte per convogliare il deflusso senza danneggiare le aree sottostanti. Non stiamo parlando di un’opera faraonica, né costosa: è manutenzione ordinaria, quella che dovrebbe essere prevista di routine.

Ecco perché mi rivolgo ora all’amministrazione con una richiesta precisa: dopo aver eseguito in modo impeccabile i lavori di cui sopra, si proceda anche con questo piccolo, ma cruciale intervento.

Lo chiedo non solo come cittadino, ma come chi attraversa quotidianamente quel tratto per recarsi al lavoro. E vi chiedo altresì di perdonare questa ulteriore nota: da qualche giorno ho installato una “dash cam” sul cruscotto della mia auto.

Se la situazione non dovesse cambiare, non mi resterà, ahimè, che documentare, giorno dopo giorno, ciò che accade ogni volta che cade anche solo una pioggia leggera.

Preferirei di gran lunga dedicare questo spazio alle bellezze della mia città: alle luci del mare e del vulcano, ai suoi silenzi, alla sua cucina, alle sue storie ormai dimenticate.

Ma finché la negligenza trasformerà un viadotto in un guado, temo che il mio blog dovrà diventare, mio malgrado, un archivio di ciò che non funziona.

Spero quindi che qualcuno, dopo aver letto queste righe, decida di accontentarmi. Non per spirito polemico, ma per senso di cura – verso la mia città, che è anche la loro, verso chi la abita, e soprattutto verso il tempo di ciascuno di noi.

Cosa aggiungere, se non… grazie.

La Sicilia frana…

Povera regione, non esiste più una zona, che può ritenersi sicura… un territorio distrutto che va ovunque franando!!!

Strade interrotte, viadotti crollati, piazze che sprofondano, fiumi di fango e detriti che scendono, neanche fossimo attraversati dal Rio delle amazzoni…
Ed invece è proprio così… bastano poche ore di pioggia e tutto si ripete con il solito rituale e dimostra come, la prevenzione e la messa in sicurezza sia del tutto inesistente!!!
Se consideriamo che mercoledì 21 c.m. con un ciclone preavvisato anche in alcuni canali satellitari stranieri, la nostra protezione civile non ha nemmeno emanato l’allerta meteo, con scuole che sono rimaste aperte… ed hanno obbligato i ragazzi a presentarsi… e i genitori costretti a prenderli anticipatamente, rimasti bloccati in mezzo a quell’alluvione…  
Poi, ovviamente a danno compiuti, escono fuori i nostri grandi esperti professioni, messi tutti lì in fila… a guardare i danni ed a commentare “cazzate” nei vari Tg regionali!!!
La verità è che questi, dovrebbero innanzitutto preoccuparsi di controllare, non dovrebbero approvare piani regolatori senza vincolarli ai rischi incombenti sul territorio, mettere in sicurezza le zone più a rischio idrogeologico, verificare quelle concessioni edilizie, date il più delle volte con molta superficialità, bloccare eventuali tentativi sul nascere di costruzioni abusive, preoccuparsi che le manutenzioni vengano realizzate, ed infine, chiedersi quali soprattutto cause stanno determinando tali smottamenti…
Una Sicilia dissestata, da ripristinare… iniziando affidando quegli appalti necessari per i primi interventi e successivamente valutare quali opere debbano essere con urgenza attenzionate, utilizzando criteri di logicità (non per dover fare cassa… e scoprire successivamente, con quali modalità questi fondi sono stati suddivisi…), verificare geologicamente il sottosuolo, applicare quelle necessarie operazioni idrauliche o nuovi sistemi di drenaggio, provvedere all’apertura di tratti viari per eventuali piani di evacuazione, monitorare durante tutto l’anno il territorio, utilizzando quei sistemi informatici, per poter rilevare in modo capillare, quanto sta avvenendo e preparandosi così a possibili catastrofi…
Bisogna rivedere il territorio partendo da zero…, eliminare quelle costruzioni che oggi stanno creando problemi sulla sicurezza, sia per la loro ubicazione, che per le modalità adottate durante la loro realizzazione…
Quindi, bisogna intervenire immediatamente negli alvei dei torrenti, nei canali di scolo, nei collegamenti ferroviari bloccati a causa degli allagamenti nei binari, nelle viabilità interrotte dalle esondazioni che hanno creato, gravi problemi agli automobilisti, rimasti bloccati senza via di fuga!!!
Sono anni che se ne parla… e nulla è cambiato, si sono spesi centinaia e centinaia di migliaia di euro, per redigere consulenze, evidenziare criticità e carenze, progetti di messa in sicurezza ed alla fine ciò che emerge è una regione martoriata, da un continuo dissesto idrogeologico…
Una storia che si ripete, che costringe i cittadini, non solo al dover assistere ad anni di lavoro buttati o al dover gettare via quei propri beni strumentali ed affettivi (anni di storie familiari…), ma soprattutto, dover contare il prezzo anche in vite umane!!!
Siamo sott’acqua…  e la scarsa considerazione dimostrata dal solito balletto di quegli incapaci “irresponsabili”, bravi soltanto ad allontanare da se… quelle proprie responsabilità e competenze, dimostra come nulla sia cambiato e purtroppo nulla cambierà fintanto questi rimarranno seduti lì su quelle sedie… fino alla prossima emergenza!!!
I cittadini sono lì… abbandonati, senza alcun piano d’emergenza ed evacuazione… inermi… attendendo inconsapevoli i prossimi rischi ambientali a cui sono già di fatto… predestinati!!!
Certo, considerato che dal dopoguerra ad oggi, nulla o poco si è fatto per salvaguardare questo nostro territorio… adesso che facciamo i conti con quanto si è seminato… ci si accorge purtroppo, di stare raccogliendo i frutti di quella totale incuria!!!