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Oltre il Direttore generale sono indagati altri 18 soggetti…

Continuando quanto riportato l’altro ieri sull’arresto per corruzione del dg di Sogei oltre 18 indagati, ecco che l’inchiesta si allarga e si parla di un “articolato sistema corruttivo con diversi protagonisti e con ramificazioni sia all’interno del ministero della Difesa, sia in Sogei e sia, infine, al ministero dell’Interno“!!!

Difatti, è il quadro che emerge dagli atti dell’indagine della Procura di Roma, in cui si contesta anche il reato di turbativa d’asta che ha portato all’arresto in flagranza di reato del direttore generale della società in house del Mef, fermato nella serata di lunedì dagli uomini della Guardia di Finanza mentre intascava una mazzetta da 15 mila euro!!!

Denaro, chiuso in una busta che il manager aveva appena ricevuto da un imprenditore, anch’egli arrestato…

Nel registro degli indagati sono iscritte complessivamente 18 persone, mentre sono 14 sono le società coinvolte…

Una maxi indagine del pool di pm che si occupano dei reati nella pubblica amministrazione che chiama in causa anche il “referente in Italia di Elon Musk”, in particolare l’appalto sul sistema satellitare Starlink creato dal tycoon statunitense, quest’ultimo difatti sarebbe accusato di avere avuto notizie riservate sull’operazione. 

Persino un documento riservato della Farnesina consegnatogli da un militare della Marina, indagato ora per corruzione, “avente ad oggetto – scrivono i pm- la valutazione del progetto finalizzato all’impiego con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall’azienda americana Space X”.

In cambio l’ufficiale aveva strappato la promessa della stipula di alcuni contratti e al riguardo la Farnesina ha  precisato che non si tratterebbe di un documento “riservato” secondo la classificazione di legge della documentazione “riservata” e “segreta”., ma dovrebbe trattarsi di un documento interno, un elenco di necessità espresse dal ministero (il numero delle ambasciate e consolati) da collegare al sistema se eventualmente fosse andata avanti la procedura. 

I magistrati hanno disposto una serie di perquisizioni nel procedimento che punta a scandagliare diverse “procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei Spa., dal ministero dell’Interno -Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa”.

Tra le società interessate dalle perquisizioni, svolte dai nuclei Polizia economico finanziaria e Valutario, figurano anche Digital Value Spa e Olidata Spa. Ad uno dei Dirigenti, che si trova agli arresti domiciliari ed è stato interrogato dai pm, viene contestato il reato di corruzione perché con “più azioni del medesimo disegno criminoso – è detto nel capo di imputazione – indebitamente riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro” da un imprenditore.

In particolare “a fronte di una serie di contratti stipulati con Sogei” per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro, il manager “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione – con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023”.

Incontri “monitorati” anche attraverso intercettazioni. Dai colloqui carpiti dagli investigatori delle utenze in uso all’imprenditore arrestato lunedì sono “emersi i contatti e gli incontri avuti con l’ufficiale della Marina accusato di avere dato documenti riservati, successivamente identificato come un Capitano di fregata della Marina Militare…

Già “dai primi incontri emergeva che il militare, al fine di svolgere il proprio ruolo nell’ambito di una fornitura, ha avanzato richieste di compensi nonché – è detto in una informativa citata nel decreto di perquisizione- l’assunzione di una persona da parte di una delle imprese gestite dall’imprenditore”. 

“Nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del Governo del sistema satellitare (Starlink ndr) realizzato e fornito da un noto gruppo statunitense – cristallizzano i finanzieri – approfitta dello svolgimento di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del Gruppo statunitense” a cui rende noto delle notizie “riservate in ordine a decisione assunte nel corso di riunioni ministeriali”.

Sembra di essere in una Spy story di Tom Clancy, già… con tutti questi intrecci di governo e militari, si potrebbe realizare un bel thriller o anche chissà, una nuova serie televisiva, peccato però che quanto sta accadendo a poco d’irreale, bensi fa parte della sicurezza del nostro Paese!!! 

Quell'amico di "cosa nostra"…

Pian piano emergono nuove notizie… 

Ho letto in questi giorni un articolo nel quale l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, alcuni mesi prima che gli fosse consegnato un avviso di garanzia per concorso esterno da parte della Procura di Palermo, era stato considerato in un rapporto negli USA: “amico di cosa nostra”!!!

Il documento riservato è del 19 giugno del 1992 ed era stato inviato dal Dipartimento di Stato americano ai diplomatici dei Paesi della Nato, alla Casa Bianca, alla CIA ed anche alla “FBI”…

In quel documento si analizzava come l’assassinio di Falcone, avesse di fatto allontanato definitivamente la possibilità al premier della Dc di diventare Presidente della Repubblica, proprio per via dei rapporti che il capo del governo intratteneva con alcune figure sospettate di essere in odore di mafia e ciò porto quindi come conseguenza all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla Presidenza della Repubblica al posto suo.

Il rapporto è citato anche in un libro di Andrea Spiri “The end, 1992-1994. La fine della prima Repubblica negli archivi segreti americani”, ma d’altronde l’omicidio di Salvo Lima aveva ben evidenziato quali collegamenti vi fossero tra cosa nostra e gli uomini di  governo.

Da quanto sopra si possono intuire quali motivi abbiano condotto a quell’assassinio, è risulta evidente come il piano fosse stato perfettamente elaborato, in particolare grazie alle garanzie ricevute da parte di taluni soggetti che avrebbero assicurato che l’uccisione di quel uomo così vicino ad Andreotti, non avrebbe comportato disordini o problemi a quell’organizzazione criminale, ma viceversa, grazie proprio a quell’azione, si poteva prospettare un rivoluzionario cambiamento di uomini e partiti in quel palazzo di governo…

Il nuovo movimento politico, avrebbero concesso a quell’associazione importanti rassicurazione di crescita nel territorio e viceversa quest’ultima avrebbe garantito una diretta protezione…

Già… stava per insediarsi un nuova forza politica che godendo della presente reazione della società civile e dimostrando di voler abbattere quella politica nazionale dimostratasi corrotta e che stava per sgretolarsi, iniziava da quella situazione a trarne giovamento per la scalata al governo nazionale e per limitare qualsivoglia operazione di controllo da parte delle forse dell’ordine, che difatti negli anni successivi si sono dimostrate alquanto blande!!!

Viceversa, il nuovo connubio istauratosi andò sempre più fortificandosi e grazie a nuove leggi e soprattutto ai voti che negli anni andarono sempre più incrementandosi, spostandosi da quell’ex partito democristiano a questa nuova realtà.

Ha detto bene ieri in un post il Presidente Claudio Fava: “noi abbiamo bisogno di verità, se non ci interroghiamo sulla nostra storia e sulle verità che mancano rimarremo sempre un paese dimezzato, una democrazia sospesa”.