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Sicurezza sul lavoro nelle cave: "otto anni per la prima sentenza…"!!!

Ho letto ieri un articolo di un incidente sul lavoro, che ha portato alla morte un dipendente all’interno di una cava…
La tragedia è del 2011 e soltanto ora, dopo oltre otto anni, è stata emessa la sentenza!!!
L’imputato (il sorvegliante di cava), per come ho letto è stato assolto dal giudice perché il fatto non costituisce reato!!! 
Per tutti gli altri capi di imputazione il giudice ha assolto con la formula perché “il fatto non sussiste“.
Vi starete chiedendo perché riprendo questo articolo… semplice, perché ciò che mi ha incuriosito è quella frase riportata ne post che dice: “Nel corso del dibattimento la difesa ha offerto una serie di documentazioni che accertavano i rispetto delle norme in vigore in tema di sicurezza da parte dell’azienda che operava nella cava di frantumazione, teatro dell’incidente”.
Vorrei precisare che non è mia intenzione mettere in discussione eventuali documentazioni presentate, dalle quali è emerso le corrette procedure messe in atto in termini di prevenzione e protezione…
Ma quando quell’iter fin lì utilizzato, non è riuscito a salvaguardare la vita del suo lavoratore, ritengo che qualcosa in quel criterio di valutazione è sicuramente venuto a mancare…
Anche perché in quella vicenda, non si sta ipotizzando un suicidio… perché soltanto così si spiegherebbe il fallimento di quei processi di formazione e informazione, a cui il lavoratore sarà stato certamente preparato, sia grazie al R.S.P.P. aziendale presente o attraverso un ente preposto, ufficialmente accreditato…
E quindi quel decesso non può che essere ricondotto a qualcosa che non ha purtroppo funzionato… pur avendo quella struttura imprenditoriale posto tutte quelle necessarie garanzie a salvaguardia dei propri dipendenti…            
Ma certamente – visto quanto accaduto – si poteva fare di più!!!
Ed è il motivo per cui non comprendo quell’articolo… 
Già… debbo dire che – conoscendo perfettamente le modalità messe in opera in quel ambiente delle cave – cercando a tutti i costi un possibile colpevole, nel caso specifico il sorvegliante di cava, mi sembra alquanto riduttivo o dimostra esclusivamente come si sia a tutti i costi, provato a trovare un responsabile, che pagasse per tutti…
Qui c’è poco da contestare… non esistono omissioni o condotte negligenti, parlare di imperizia o d’imprudenza è come non voler considerare esperto o professionalmente valido quel dipendente specializzato, manovratore di quegli immensi… mezzi d’opera.
La verità è tutt’altra e va ricercata nella difficoltà di quelle aziende che operano in quelle cave di frantumazione, ambienti che sappiamo essere altamente pericolosi e nei quali, anche la più banale disattenzione, può condurre ahimè a tragici incidenti…
Ecco perché non basta semplicemente predisporre quei documenti obbligatori, già… non è sufficiente dare ai propri dipendenti quella necessaria formazione, come serve a poco mettere in campo quelle procedure di segnalazione, viabilità o protezione dei percorsi all’interno di quell’area di coltivazione, in particolare se in prossimità delle scarpate o di quei fronti di cava… se poi alla fine basta poco per uccidere un uomo…
E’ tempo quindi che tutte le forze istituzionali predisposte a quei controlli, mettano in campo le necessarie sinergie, escludendo in questa mia attuale analisi, quelle azioni giudiziarie poste in essere in quest’ultimo periodo dalle forze dell’ordine, ma bensì… riferendomi a quella serie di interventi mirati per assistere – attraverso l’utilizzo di professionisti della sicurezza con esperienza ventennale – quelle società appartenenti al mondo lavico, che rappresentano da sole, un indotto fondamentale per l’economia di questa regione…

Quale strada per cercare un lavoro..? Nessuna la solita raccomandazione!!!

Come sempre le strade sono tante e soprattutto in questi tempi di crisi, per reclutare personale le imprese, si affidano non certo ai canali informali ma tra quello delle conoscenze…
Lo scorso anno infatti le aziende che hanno fatto ricorso a società di servizi del lavoro sono state circa il 50% per arrivare ad un 20% nel Meridione…
Le segnalazioni dirette svolte da conoscenti è di oltre sei su dieci nel 2011,  mentre nel 2010 arrivava alla soglia del cinquanta per cento, percentuale che come detto sopra arrivava a sfiorare addirittura il 70-75% per nel mezzogiorno. 
I famosi curriculum, per accedere al mondo del lavoro, sono rappresentati dal 25% restante, infatti poco più di due imprese su dieci, per assumere, vanno a guardare i curriculum…
Ancor meno e limitato l’uso di altre forme, quali annunci e/o richieste con su stampa e/o centri per l’impiego. Quindi in definitiva, ricordatevi che la scelta dei datori di lavoro, ricade quasi sempre su persone che già conoscono o di cui ricevono una segnalazione…
Non dobbiamo certamente credere che queste rappresentano mere raccomandazioni, in quanto molte di queste sono costituite da rapporti professionali, dove la segnalazione hanno soltanto un carattere di semplice presentazione e dove invece la professionalità dell’individuo, rappresentata anche e soprattutto da precedenti esperienze lavorative, ne fanno poi la vera differenza…
Però, incuriosisce il fatto che in un’epoca dove le tecnologie messe a disposizione, dovrebbero cominciare a sentirsi, si resta legati a rapporti di fiducia, molto personali e poco professionali, quasi che si punti più a voler condizionare il neo assunto, attraverso ed anche, colui colei che in prima persona si era esposta nella segnalazione… ecco perché oggi, neanche i parenti si mostrano favorevoli a segnalazioni di alcun tipo… se non proprio strettamente necessari, quali un figlio o un nipote… 
Le famose società di banche dati, a cui inviare i nostri curriculum, operano anch’essi in egual maniera, dove non esiste una qualsivoglia graduatori ne d’ingresso che altresì di merito ma soprattutto dove i propri impiegati, privilegiano e segnalano, quasi sempre ( se onesti… ) parenti e amici, mentre ( se disonesti…) vendono le informazioni al miglior offerente…
Quindi queste società di lavoro interinale, soltanto nel 2,5% dei casi portano i giovani al lavoro e se lo fanno e soltanto per lavori di scarsa considerazione e a tempo determinato per brevi periodi…
Qualcosa per fortuna cambia se si passa alle Holding soprattutto se internazionali, dove la dimensione d’impresa essendo il quadro cambia: dopo i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati ed a basarsi sui curriculum e quindi ecco che, più le aziende sono grandi e più la conoscenza diretta o tramite conoscenti del candidato perde importanza…
Ora ovviamente, in questo clima economico di crisi e incertezza, le imprese si muovono con molta cautela nella selezione di nuovi candidati e quindi riprende in grande considerazione la conoscenza diretta del soggetto, a scapito ovviamente della professionalità acquisita in ambito lavorativo…
Non bisogna comunque perdere la speranza… alla fine le proprie capacità vengono sempre premiate, come le incapacità altrui, che questione di tempo, usciranno certamente fuori, ed è questo che poi alla fine, farà sempre ed ovunque la giusta differenza… 

Quale strada per cercare un lavoro..? Nessuna la solita raccomandazione!!!

Come sempre le strade sono tante e soprattutto in questi tempi di crisi, per reclutare personale le imprese, si affidano non certo ai canali informali ma tra quello delle conoscenze…
Lo scorso anno infatti le aziende che hanno fatto ricorso a società di servizi del lavoro sono state circa il 50% per arrivare ad un 20% nel Meridione…
Le segnalazioni dirette svolte da conoscenti è di oltre sei su dieci nel 2011,  mentre nel 2010 arrivava alla soglia del cinquanta per cento, percentuale che come detto sopra arrivava a sfiorare addirittura il 70-75% per nel mezzogiorno. 
I famosi curriculum, per accedere al mondo del lavoro, sono rappresentati dal 25% restante, infatti poco più di due imprese su dieci, per assumere, vanno a guardare i curriculum…
Ancor meno e limitato l’uso di altre forme, quali annunci e/o richieste con su stampa e/o centri per l’impiego. Quindi in definitiva, ricordatevi che la scelta dei datori di lavoro, ricade quasi sempre su persone che già conoscono o di cui ricevono una segnalazione…
Non dobbiamo certamente credere che queste rappresentano mere raccomandazioni, in quanto molte di queste sono costituite da rapporti professionali, dove la segnalazione hanno soltanto un carattere di semplice presentazione e dove invece la professionalità dell’individuo, rappresentata anche e soprattutto da precedenti esperienze lavorative, ne fanno poi la vera differenza…
Però, incuriosisce il fatto che in un’epoca dove le tecnologie messe a disposizione, dovrebbero cominciare a sentirsi, si resta legati a rapporti di fiducia, molto personali e poco professionali, quasi che si punti più a voler condizionare il neo assunto, attraverso ed anche, colui colei che in prima persona si era esposta nella segnalazione… ecco perché oggi, neanche i parenti si mostrano favorevoli a segnalazioni di alcun tipo… se non proprio strettamente necessari, quali un figlio o un nipote… 
Le famose società di banche dati, a cui inviare i nostri curriculum, operano anch’essi in egual maniera, dove non esiste una qualsivoglia graduatori ne d’ingresso che altresì di merito ma soprattutto dove i propri impiegati, privilegiano e segnalano, quasi sempre ( se onesti… ) parenti e amici, mentre ( se disonesti…) vendono le informazioni al miglior offerente…
Quindi queste società di lavoro interinale, soltanto nel 2,5% dei casi portano i giovani al lavoro e se lo fanno e soltanto per lavori di scarsa considerazione e a tempo determinato per brevi periodi…
Qualcosa per fortuna cambia se si passa alle Holding soprattutto se internazionali, dove la dimensione d’impresa essendo il quadro cambia: dopo i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati ed a basarsi sui curriculum e quindi ecco che, più le aziende sono grandi e più la conoscenza diretta o tramite conoscenti del candidato perde importanza…
Ora ovviamente, in questo clima economico di crisi e incertezza, le imprese si muovono con molta cautela nella selezione di nuovi candidati e quindi riprende in grande considerazione la conoscenza diretta del soggetto, a scapito ovviamente della professionalità acquisita in ambito lavorativo…
Non bisogna comunque perdere la speranza… alla fine le proprie capacità vengono sempre premiate, come le incapacità altrui, che questione di tempo, usciranno certamente fuori, ed è questo che poi alla fine, farà sempre ed ovunque la giusta differenza… 

Cornuto e mazziato…

Ho letto di un articolo credo simpatico ma soprattutto interessante;

Il caso di un salumiere che trova la propria consorte a letto con il proprio dipendente…
Voi direte… è allora, qual è la notizia interessante non sarà certamente ne il primo e ne l’ultimo… in cui si sente parlare di tradimenti all’interno del proprio posto di lavoro e soprattutto con la moglie del proprio capo!!!
Certo questo è vero ma la parte più interessante riguardava, con quale modalità il datore di lavoro “ cornuto “ poteva licenziare il proprio dipendente e qui arriva la parte interessante:

1) innanzitutto è fondamentale che in una parte del negozio, fosse presente un codice disciplinare, che prevede fra i vari obblighi ( certamente non quello di scoparsi le mogli altrui, nel caso specifico quella del proprio datore di lavoro…), ma almeno l’obbligo di comportarsi in maniera conforme, a quelle definite regole di civile convivenza…;

2) quindi si deve contestare per iscritto al proprio dipendente di averlo trovato ( data, ora e luogo ), preferibilmente durante l’orario di lavoro, con la propria moglie;

3) bisogna dare 5 giorni di tempo per potergli permettere di giustificarsi e si deve permettere, al dipendente, di potersi difendere da tali accuse;
4) quindi, può anche licenziarlo, sempre per iscritto, se ritiene che le giustificazioni siano inadatte o non veritiere;
Per cui, se non ha adottato quanto sopra, il Giudice condannerà il salumiere, a pagare una indennità da 2,5 a 6 mensilità di retribuzione!!!
Ed inoltre renderà nullo il licenziamento, ed cosa assurda, dovrà reintegrare il dipendente nel proprio posto di lavoro…
Tenendo conto delle cause civili in Italia, questa situazione potrebbe protrarsi anche fino ad otto anni, ed in tal caso il Salumiere ( beffato doppiamente… ) sarà costretto a pagare 8 anni di stipendi!!!
Il dipendente, comunque potrà anche decidere di non rientrare nel proprio posto di lavoro, accettando in compenso 15 mensilità…
Questo è comunque quanto prevede il famoso art. 18 dello Statuto dei lavoratori…
Certo qualcuno potrebbe pensare che quanto sopra costituisca una ingiustizia…;

beh, io innanzitutto dico che un marito dovrebbe cercare di dare alla propria moglie quanto ella necessiti…, senza che questa vada a cercarsi fuori quanto in casa manca…: ed inoltre, che nel caso in cui la moglie, fosse proprio “ put… “ per sua natura ( e di queste c’è ne sono tantissime in giro… ), prima di pensare a licenziare il proprio dipendente, io vi suggerisco di “ringraziarlo” per avervi concesso la possibilità di buttare finalmente fuori quella “ brava ragazza “ ( uso una terminologia educata ), che volontariamente e/o involontariamente vi eravate scelti per moglie!!!
Ovviamente speriamo sempre nel buon senso dei giudici e comunque, come dice il proverbio, non tutti i mali vengono per nuocere, a volte le circostanze sfavorevoli… possono essere ribaltate a vostro favore!!!

Cornuto e mazziato…

Ho letto di un articolo credo simpatico ma soprattutto interessante;

Il caso di un salumiere che trova la propria consorte a letto con il proprio dipendente…
Voi direte… è allora, qual è la notizia interessante non sarà certamente ne il primo e ne l’ultimo… in cui si sente parlare di tradimenti all’interno del proprio posto di lavoro e soprattutto con la moglie del proprio capo!!!
Certo questo è vero ma la parte più interessante riguardava, con quale modalità il datore di lavoro “ cornuto “ poteva licenziare il proprio dipendente e qui arriva la parte interessante:

1) innanzitutto è fondamentale che in una parte del negozio, fosse presente un codice disciplinare, che prevede fra i vari obblighi ( certamente non quello di scoparsi le mogli altrui, nel caso specifico quella del proprio datore di lavoro…), ma almeno l’obbligo di comportarsi in maniera conforme, a quelle definite regole di civile convivenza…;

2) quindi si deve contestare per iscritto al proprio dipendente di averlo trovato ( data, ora e luogo ), preferibilmente durante l’orario di lavoro, con la propria moglie;

3) bisogna dare 5 giorni di tempo per potergli permettere di giustificarsi e si deve permettere, al dipendente, di potersi difendere da tali accuse;
4) quindi, può anche licenziarlo, sempre per iscritto, se ritiene che le giustificazioni siano inadatte o non veritiere;
Per cui, se non ha adottato quanto sopra, il Giudice condannerà il salumiere, a pagare una indennità da 2,5 a 6 mensilità di retribuzione!!!
Ed inoltre renderà nullo il licenziamento, ed cosa assurda, dovrà reintegrare il dipendente nel proprio posto di lavoro…
Tenendo conto delle cause civili in Italia, questa situazione potrebbe protrarsi anche fino ad otto anni, ed in tal caso il Salumiere ( beffato doppiamente… ) sarà costretto a pagare 8 anni di stipendi!!!
Il dipendente, comunque potrà anche decidere di non rientrare nel proprio posto di lavoro, accettando in compenso 15 mensilità…
Questo è comunque quanto prevede il famoso art. 18 dello Statuto dei lavoratori…
Certo qualcuno potrebbe pensare che quanto sopra costituisca una ingiustizia…;

beh, io innanzitutto dico che un marito dovrebbe cercare di dare alla propria moglie quanto ella necessiti…, senza che questa vada a cercarsi fuori quanto in casa manca…: ed inoltre, che nel caso in cui la moglie, fosse proprio “ put… “ per sua natura ( e di queste c’è ne sono tantissime in giro… ), prima di pensare a licenziare il proprio dipendente, io vi suggerisco di “ringraziarlo” per avervi concesso la possibilità di buttare finalmente fuori quella “ brava ragazza “ ( uso una terminologia educata ), che volontariamente e/o involontariamente vi eravate scelti per moglie!!!
Ovviamente speriamo sempre nel buon senso dei giudici e comunque, come dice il proverbio, non tutti i mali vengono per nuocere, a volte le circostanze sfavorevoli… possono essere ribaltate a vostro favore!!!