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Sicurezza nei luoghi di lavoro: Presidente Mattarella, chissà… se soltanto mi avesse contattato, forse oggi non saremmo qui a parlare di "patente a crediti"!!!

Stasera, per come avevo anticipato nel post pubblicato ieri, avrei dovuto iniziare a parlarvi della novità del governo sulla “patente a crediti” e di come il sottoscritto la ritenga del tutto inutile per affrontare il reale problema della sicurezza nei cantieri edili.

Purtroppo, essendo fuori sede, non ho avuto modo di completare quanto avevo iniziato a preparare, ma nel contempo mi sono ricordato di una lettera aperta scritta alcuni anni fa al nostro Presidente Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi…
La missiva tra l’altro si concludeva con questa frase: Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sui luoghi di lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno gli ultimi e difatti sono certo sin d’ora di poter preannunciare che tra qualche anno, il sottoscritto, si ritroverà ahimè… a parlarne nuovamente in questo suo blog!!!

Il titolo di quella lettera aperta era il seguente: Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!! – link: https://nicola-costanzo.blogspot.com/2022/04/morti-sul-lavoro-una-vergogna-per-lo.html

Leggendola comprenderete il perché da sempre in questo nostro Paese la sicurezza non ha mai funzionato!!! Già… perché nessuno è disposto ad ascoltare… 

Morti sul lavoro: una vergogna per lo Stato che non si impegna in maniera seria a mettere in pratica le procedure corrette!!!

Presidenti Mattarella e Draghi, basta con proclami o belle parole sulla sicurezza, d’altronde permettetemi di dire che Voi, non ne sapete nulla su questo argomento ed allora mi chiedo, perché non affidarsi a chi da sempre opera in quel settore!!! 

Il sottoscritto ad esempio opera da oltre trent’anni in qualità  R.S.P.P. (oltre che come Coordinatore e Formatore…), ed in questo lungo periodo mi pregio di non aver mai avuto un solo incidente nei cantieri da me seguiti e posso assicurarvi che non si è trattata di semplice fortuna!!!

Ora, se pensavate per un istante che quanto sopra sia stato dovuto ad una mera casualità, no… miei cari Presidenti, mi dispiace deludervi, ma ciò è accaduto in quanto il sottoscritto, perdonatemi la frase scurrile – “ci ha scassato la minch… ogni giorno, sia ai lavoratori che ai colleghi preposti alla sicurezza” affinché ciascuno di essi compiesse in ogni istante il proprio dovere, senza mai distrarsi ma soprattutto mettendo in pratica quelle necessarie misure di prevenzione e protezione e salvaguardia di ogni fase lavorativa proteggendo tra l’altro anche l’altrui lavoro… 

Perché il problema fondamentale è quello di mettere in pratica – in maniera semplice ma soprattutto facilmente comprensibile – quanto riportato in quel testo unico del D.L.vo 81/08 e s.m.i., ma serve a poco conoscere le norme se poi queste di fatto non vengono messe in pratica o dovrei aggiungere che chi per primo dovrebbe imporre quelle regole, è proprio lo stesso individuo che se ne fotte!!!

Permettetemi altresì di aggiungere che il sistema per come è strutturato, mi riferisco alla gestione della sicurezza sul lavoro (in sigla SGSL) è di fatto totalmente inconcludente poiché se chi dovrebbe controllare e verificarne l’operativa sul campo è di fatti sottomesso al proprio datore di lavoro, il quale ha solitamente come primo obiettivo quello di mirare esclusivamente alla produttività a scapito della sicurezza, è evidente che il sistema della sicurezza implode su se stesso…

Vi è quindi la necessità di cambiare quelle regole, chi svolge la funzione di controllo deve essere slegato da quel rapporto di sudditanza che lo lega all’impresa stessa; quanto riportato vale anche anche per chi svolge la funzione di Coordinatore: comprenderà bene che se nei lavori privati (ma potrei estendere il concetto anche per quelli pubblici), la figura posta a controllo delle procedure previste e dei controlli, risulta troppo rigida o professionalmente distaccata dal Committente che lo ha chiamato (lo stesso che d’altronde paga le sue fatture), se nel suo operare evidenzia un atteggiamento energico, fermo o risoluto, non permettendo alle imprese o ai lavoratori individuali che si possa violare anche uno solo di quegli adempimenti, ecco che questo professionista, difficilmente verrà premiato e quindi nuovamente chiamato per un altro incarico, no…  al suo posto verrà scelto un collega certamente più disponibile a chiudere un occhio…

La stessa cosa vale peraltro per l’R.S.P.P. o per l’addetto “Preposto” che fintanto dipende dallo stipendio ricevuto da quell’imprenditore (mi riferisco a quello “negligente”, perché ve ne sono tanti altri che dimostrano di tenere alla sicurezza della propria impresa) è evidente che il loro potere decisionale vale nulla!!!
Difatti, riuscire a far la voce grossa, imporsi in quelle scelte fondamentali per la messa in pratica della sicurezza sui luoghi di lavoro, procedere con gli acquisti dei Dpi, passa tutto in secondo piano quando quel rapporto – a causa delle continue richieste per far fronte a quella inadeguata sicurezza – comporterà l’allontanamento di quel responsabile o l’eventuale modifica del rapporto contrattuale…

Ed infine la situazione peggiore, i “Committenti”: sì, proprio loro che manifestano ovunque a grandi titoli di voler adottare all’interno della propria società quanto necessario per portare a zero quei rischi connessi alla sicurezza, trasmettendo tra l’altro quel messaggio anche ai partner affidatari e di conseguenza alle loro imprese subappaltatrici…

Ora, come dicevo sopra, se quanto fatto resta esclusivamente sulla carta, se sono proprio quest’ultimi i primi a limitarsi ad adottare la sicurezza, espletandola solo dal punto di vista cartaceo, senza poi intervenire in maniera concreta o in particolare, quando emergono gravi problematiche in quei loro cantieri (ah dimenticavo… alcune di esse fanno altresì firmare agli imprenditori nei contratti d’appalto, limiti di riservatezza, affinché nulla di ciò che accade all’interno di quei lavori venga riportato all’esterno in particolare ai media; mi chiedo, non è che forse dovrei pensare che l’intenzione reale è quella di non far giungere mai nulla all’esterno o direttamente a quegli organi competenti o ancor più giudiziari???)!!!

Permettetemi di aggiungere come la circostanza peggiore è rappresentata quando questi – pur venendo a conoscenza delle criticità presenti nei loro cantieri – non si adoperano minimamente per attuare quelle necessarie risoluzione, viceversa si chiudono a riccio, chissà forse per salvare l’onorabilità di quella propria struttura o forse per tutelare quei loro referenti impreparati o certamente inadeguati per occupare posizioni così strategiche e particolarmente decisionali??? 

Ma d’altronde anche loro cercano di salvaguardarsi il proprio orticello, già… quel posto di lavoro ricevuto certamente in maniera immeritata e che ha come unico fine, non tanto il rispetto delle norme previste dai CCNL e/o quanto riportato nei Capitolati d’Appalto, no…  il loro interesse non è sulla salvaguardia delle vite umane, essi viceversa puntano a procedere nella direzione della produttività, affinché i tempi previsti di quei loro cronoprogrammi vengano rispettati e rimettendo così ad altri – mi riferisco ai referenti delle affidatarie o agli addetti della sicurezza delle altre imprese sottostanti – tutti i problemi connessi con quelle fasi lavorative programmate.  

Sì… cari Presidenti, continuiamo a parlare di Sicurezza sul lavoro, tanto più di parlarne in questo nostro Paese cosa si fa: intanto oggi a causa vostra, piangiamo altri quattro morti, ma vedrete non saranno neppure gli ultimi!!!

Cordialmente, Nicola Costanzo    

P.s. è siamo giunti a – 5

Incidenti sul lavoro in Sicilia, Catania è la prima provincia.

Che fossimo tra i peggiori in Italia per prevenzione non avevo dubbi, ma che Catania risultasse anche la prima in Sicilia è stata una vera sorpresa…
Ho già affrontato questo tema in molti miei precedenti post ed avendo anche tra le mie professionalità quelle (dal lontano 1994…) di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Coordinatore della Sicurezza, Formatore e quant’altro in qualità di addetto… preferisco non affrontare nuovamente quanto ho già espresso, ma voglio soffermarmi su un punto preciso e cioè sul perché ancora oggi, si verificano con frequenza questi costanti incidenti…
Innanzitutto, quanto siamo sicuri sicuri che tutti i lavoratori oggi presenti nei luoghi di lavoro abbiano realmente sostenuto un corso di formazione o siano in possesso di un semplice foglio di carta rilasciato da qualche ente di formazione, senza aver mai ricevuto quell’adeguata informazione, formazione e addestramento all’uso dei dpi…
Questi ultimi, sono stati realmente a loro consegnati???
Sono in possesso di dispositivi personali e collettivi a norma???
Al sottoscritto per esempio capita attraversando la nostra città, di vedere DPI che non sono più a norma da almeno 10 anni, eppure quest’ultimi vengono adoperati da quegli ignari lavoratori…
Cosa dire delle attrezzature: sono quasi sempre inadatte ai loro compiti e nella maggior parte di esse, mancano di quelle protezioni necessarie… 
Parlare di programmi di manutenzione, verifica e controllo, è qualcosa di anormale e il più delle volte… non avviene mai. 
Una soluzione alternativa, potrebbe essere quella di affidarsi a società di noleggio, che garantiscono prodotti certificati e soprattutto ne assicurano quella adeguata manutenzione programmata…
Ma si sa, la maggior parte dei nostri imprenditori, sono ancora abituati a voler possedere il bene per il quale si sono stati tirati fuori dei denari…
Non se ne comprendono i vantaggi e soprattutto ci si dimentica che queste attrezzature, a secondo dell’uso fatto, vengono in maniera celere danneggiate, anche e soprattutto, per la negligenza dei propri operatori…   
D’altronde, la mancanza formazione da parte di coloro che sono addetti a queste attrezzature, fa si che si demandi all’esperienza dei dipendenti più anziani, quelle procedure operative il più delle volte errate… mettendo così a rischio, non solo la propria incolumità, ma anche quella dei colleghi vicino…
Infine, vi sono i datori di lavoro, i quali per primi, non comprendono i problemi che possono derivare da quei possibili incidenti e preferiscono non applicare tutte quelle metodologie di prevenzione ed il rispetto delle procedure a salvaguardia dei propri dipendenti… 
Da quanto sopra si comprende come l’incidente non presenta solo una caratteristica, ma è data da un’insieme di fattori, che non vengono mai applicati alla perfezione…
Evitare quindi quegli incidenti, significa programmare alla perfezione tutti i possibili rischi e tentare di ridurli al minimo, in quanto eliminarli del tutto è impossibile, a causa delle varianti che possono accadere durante gli incidenti…
Bisogna comprendere oltre ciò, la condizione psico-fisica del lavoratore; capire se vi possono essere dei problemi personali, familiari, stress, che possono andare ad incidere negativamente durante la proprio mansione…
Occorre fare un passo indietro, preferendo alla produttività estrema, l’eccellenza della qualità e il rispetto della persona, non più visto come semplice lavoratore, bensì come un soggetto, che trova passione in ciò che fa…
Creare da parte dei datori di lavoro, quei presupposti che tendono a far gareggiare essi, non fa altro che elevare tutte quelle circostanze di spericolatezza, che con il tempo possono diventare rischiose e ritorcesi contro…
Se si pensa esclusivamente a incitare il personale, mettendo da parte quanto previsto in termini di sicurezza, è come mettere in conto sin dall’inizio, a quali rischi si sta preferendo andare incontro…
Ho letto che sono stati analizzati i numeri degli infortuni registrati nei primi nove mesi di quest’anno e secondo i dati Inail, tra gennaio e settembre del 2016, si sono verificati 18.977 infortuni sul lavoro, di cui circa 600 con mezzi d’opera!!!
Volendo analizzare i dati di sopra con quelli dell’anno scorso suddivisi nelle varie province della nostra regione si ha che gli infortuni sul lavoro hanno registrato in totale 28.349 infortuni sul lavoro; di cui 2.149 ad Agrigento, 1.285 a Caltanissetta, 6.826 a Catania che risulta la provincia con il più alto numero di infortuni, 1.120 a Enna, 3.342 a Messina, 5.774 a Palermo, 2.940 a Ragusa, 2.270 a Siracusa e 2.643 a Trapani.
Troppi… davvero troppi e dire che molti di essi si potevano evitare… 
Certamente dovevano evitarsi tutte quelle morti bianche, che hanno lasciato ai familiari lacrime e disperazione… 
Perdere un genitore o un fratello non è mai cosa semplice da superare, in particolare se ciò deve accadere per un misero salario…
Bisogna fare in modo che lo Stato intervenga in maniera ferma, verificando tutti i nominativi presenti all’interno delle imprese, imponendo corsi di formazione e aggiornamenti obbligatori presso strutture paritarie, verificando inoltre se all’interno di quelle imprese, ci sia stato quel corretto investimento per la salute dei propri lavoratori…
Realizzare inadeguati “Piani di sicurezza” cartacei, che non mettono in pratica nessuno di quegli adempimenti, serve certamente a proteggere l’impresa da eventuali sanzioni amministrative, ma non garantisce minimamente l’incolumità dei lavoratori!!!
La sicurezza deve essere vista come il superamento dei propri limiti, rappresenta un’apertura fondamentale per crescere ed ambire ad appalti sempre più importanti…
Presentare quale biglietto da visita quel proprio plus valore dato dal capitale umano, dai corsi di formazione sostenuti, dall’abbigliamento di lavoro dato ai propri dipendenti, dalle attrezzature acquistate e certificate, dai DPI personali e collettivi, sono tutti requisiti che dimostrano di tenere molto ai propri dipendenti, e dimostra che non si considera quanto realizzato, un’inutile esborso di denaro!!!
Un salto di qualità che fa attraverso piccole gesti… una grande impresa! 
Infatti, provate a guardare in giro, ricercate se esistono quelle specificità dal sottoscritto sopra riportate, osservate tutti coloro che operano nei ponteggi della nostra città, esaminate quei lavoratori a terra che eseguono lavori di ristrutturazione, ed ancora, valutate i mezzi d’opera affidati ai conduttori e manovratori, ecco da quanto sopra, non ci vorrà molto per rendersi conto del perché oggi, nella nostra provincia, ci troviamo al primo posto per incidenti sul lavoro!!!