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Gli effetti dell'attività estrattiva su problemi ambientali…

Credo che uno dei problemi ambientali di cui in questi anni ci si è poco interessati, è la mancata conoscenza su come intervenire preventivamente, per risolvere i problemi legati ai fenomeni idro-geologici del nostro territorio… 

Ho letto che l’Associazione ambientalista in questi giorni ha evidenziato in modo negativo l’indice di qualità morfologica, in particolare ha evidenziato come il cattivo stato di salute dei corsi d’acqua è determinato dagli effetti diretti e indiretti delle attività estrattive…
Quanto sopra – secondo loro – accade principalmente a causa di una mancata e specifica attività di monitoraggio su quelle aree d’intervento e le cui attività con il passar del tempo, risultano essere dannose per tutto l’ambiente circostante…
Eppure, quelle cattive prassi, continuano in maniera indisturbata, d’altronde – come riporto spesso in questo mio blog – chi dovrebbe controllare… è impegnato in tutt’altro e quindi tutto procede finché non si giunge (per come ormai ci ha abituato…) quel Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE), che fa emergere i danni provocati nel tempo… 
Una cosa è certa, l’impatto l’impatto dell’attività estrattiva di alcune cave, sta mettendo a rischio non solo le falde acquifere, ma anche taluni corsi d’acqua di fiumi e torrenti… 
Va ricordato inoltre, come l’apertura di una cava in falda, determina sensibili deformazioni della superficie “piezometrica”, che si manifesta con abbassamenti a monte della cava e in sollevamenti a valle della stessa…
Ne consegue solitamente che l’attuabilità di uno scavo – in particolare se sotto falda – deve essere di volta in volta valutato in relazione alla sua compatibilità ambientale…
Infatti, si sa che gli abbassamenti a monte, possono innescare in presenza di materiali fini, fenomeni di consolidazione con possibili cedimenti in superficie; inoltre il richiamo d’acqua indotto dall’apertura della cava può alterare il bilancio idrico della zona portando ad un impoverimento se non all’estinzione delle aree di risorgiva ed infine gli innalzamenti piezometrici a valle, qualora la soggiacenza della falda sia particolarmente ridotta, possono – come si riportava sopra – creare problemi alle infrastrutture…
Ora, per far in modo che le condizioni ambientali tornino ad essere quelle originarie, c’è bisogno di intensificare tutti gli strumenti di verifica nelle cave, con una presenza più costante del personale addetto ai controlli, procedendo soprattutto con una attività di prevenzione e di tutela, per migliorare la qualità ecologica e ambientale…
Siamo alle solite, ne parliamo sempre ma di cambiamenti se ne vedono pochi, se non quelli fatti emergere dal Gruppo Noe…
Che dire quindi, in attesa di riparlarne, non ci resta che aspettare (sicuramente quanto avverrà nei prossimi giorni…), a seguito della pianificata attività ispettiva, nel settore delle attività estrattive!!!