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Come sempre a pagare è il braccio, mentre la mente se la cava!!!

Da un post di Luca Fazzo…
Se c’erano dei dubbi sulla necessità di mettere mano alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati come chiedeva il referendum respinto venti giorni fa dalla Corte Costituzionale, a fugarli dovrebbe bastare la singolare amara sorte toccata a Gioacchino Genchi, ex funzionario di polizia, ed ex consulente informatico di numerose procure. 

Il povero Genchi viene condannato dalla Corte d’appello di Roma a risarcire tre ex indagati di cui aveva intercettato, esplorato, meticolosamente analizzato le conversazioni, benché fossero parlamentari della Repubblica, e come tali protetti dalla Costituzione. 

Dopo una serie di andirivieni processuali i tre politici intercettati abusivamente si sono visti dare ragione. 

Si tratta di Clemente Mastella, già ministro della Giustizia, dell’europarlamentare Sandro Gozi e dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che erano finiti anche loro nel tritacarne dell’indagine «Why Not» della Procura di Potenza, condotta dal pm Luigi de Magistris, appoggiata in ampia parte sulle consulenze informatiche di Genchi e alla fine afflosciatasi in una assoluzione generale. 

Il reato commesso da Genchi è ormai prescritto, ma restano le conseguenze più pesanti e concrete: i risarcimenti che l’ex poliziotto dovrà pagare di tasca sua. 

Ma il suo mandante, il pm che gli aveva commissionato le consulenze, e che non poteva non conoscerne i metodi, non risponderà di nulla: la richiesta di danni a de Magistris, spiegano i legali degli intercettati, è stata dichiarata inammissibile in base «a una applicazione assai restrittiva della normativa sulla responsabilità civile dei magistrati». 

Esito surreale: paga il braccio, la mente se la cava. 

Il referendum??? Non si farà!!!

Sorveglianza speciale e sequestri: Le misure di prevenzione

Sorveglianza speciale e sequestri Le misure di prevenzione: il lavoro svolto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione è uno dei capisaldi per il contrasto all’illegalità e al proliferarsi dei patrimoni illeciti.

Cosa dire… l’approfondimento della giornalista Laura Di Stefano è encomiabile, in quanto riporta in modo perfetto le dinamiche che intervengono, dal provvedimento di sequestro a quello della Confisca…
Non è mio interesse entrare nelle misure giudiziarie o dare i giusti meriti alle Procure per l’operato svolto…
Ciò che mi interessa valutare è la capacità concreta e obbiettiva che hanno le Istituzioni nel gestire quel patrimonio milionario e costatare come l’aspetto occupazionale rappresenta oggi, una vera e propria mannaia per tanti dipendenti… tra cui anche il sottoscritto!!!
Vedere in quali modi la vicenda Tecnis sta traghettando… preannuncia certamente per la nostra provincia una catastrofe… non solo occupazionale ma anche esecutiva, vedasi quegli appalti in corso –certamente necessari– e che a seguito della misura di prevenzione, non potranno adesso, rispettare i tempi contrattuali previsti, alimentando nuovi malumori nei cittadini, che vedono ora –in quelle mancate opere realizzate– quei benefici e quelle aspettative di cui avrebbero potuto beneficiare…
Abbiamo compreso come, ad ogni misura di prevenzione patrimoniale, segue la nomina (da parte del Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione) di un amministratore giudiziario, che di fatto, sostituisce il precedente legale rappresentante nella gestione della società, sottoposta adesso al provvedimento di sequestro. 
Il problema difatti nasce proprio lì… e cioè nell’affidare questo incarico così importante ad un uomo solo… che dimostra (se non sulla carta…) una limitata capacità di gestione societaria… dove poco o nulla valgono i requisiti di qualificazione universitari o i master conseguiti, perché la gestione di una società, abbisogna non solo d’inquadrare gli aspetti tecnici o amministrativi in modo lineare, ma necessita di scelte decisioni immediate… che il più delle volte se ritardate, producono gravi conseguenze disastrose o implicazioni civili e/o penali di difficile soluzione, che conducono di conseguenza la stessa società (sotto amministrazione controllata) al fallimento!!!
L’operato quindi dell’amministratore giudiziario non deve limitarsi a ricondurre l’azienda nel circuito della legalità… ma intervenire in tutte quelle problematiche di coordinamento che devono in tempi celeri essere affrontate… con il Tribunale, gli Enti, le SA, i fornitori, i consulenti esterni ed i dipendenti, affinché si concretizzi quella necessaria sinergia, che faccia in modo di garantire la continuità aziendale…
Le nomina finora conferite, il più delle volte, non hanno tenuto conto di quelle giuste prerogative meritocratiche, anzi si sono dimostrate nel corso di quegli anni di “guerra” errate… non tanto perché non si è tenuto conto dei criteri di rotazione… ma perché le scelte adottate sono state basate su amichevoli rapporti. meglio inquadrate in quei meccanismi (tanto di voga nel nostro paese) tra raccomandazioni e determinazioni arbitrarie degli stessi giudici delegati…
Prendiamo come esempio la vicenda dei giorni scorsi, dove due Comitati di “No Discarica“, hanno presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Catania nei confronti dei tre commissari prefettizi della Oikos, nominati dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici dell’azienda con l’inchiesta “Terra Mia” e che hanno il compito di gestire la suddetta discarica… o anche, la scelta prefettizia di Catania, che ha affidato ad una coppia di coniugi (associati tra loro), per inviarli come commissari prefettizi: il marito M. Cassarino per gestire gli appalti Oikos-IPI e la discarica Valanghe d’Inverno (con le indennità che abbiamo ascoltato in questi giorni sulle “Le Iene”…) e la moglie R. Castelli per l’appalto de “La Cascina” al Cara di Mineo.
Il Cv depositato serve a poco, per non dire a nulla… in quanto è necessario prima di assegnare un nuovo incarico ad un amministratore, comprendere come egli abbia operato nelle precedenti gestioni e valutare se quanto realizzato rispondesse a quei canoni di giustizia e legalità… e nel caso in cui avesse dimostrato non solo inadeguatezza personale e professionale ma ancor peggio “collusione”, ecco che a quel punto, chi di dovere, dovrà prendere le giuste distanze, allontanandolo definitivamente!!!
Dopotutto come vado ripetendo… se fossero così bravi professionalmente… non avrebbero necessità di uno stipendio Statale… ma continuerebbero liberamente con la loro professione!!!
In ultima analisi, vorrei entrare nei meriti dei numeri…
Ho già scritto in un mio precedente post della moltitudine di società sottoposte in questi  anni a procedimenti di prevenzione e di come, la maggior parte di esse… siano ormai completamente chiuse!!!
Se quindi prendiamo questo parametro “ufficiale” quale metro di riferimento… possiamo ben comprendere come ci sia stata incapacità -da parte di molti di questi amministratori-,  nella gestione di questi beni che –quando e se… sarà definitivamente fatta emergere dimostrerà il proprio insuccesso in tutta la sua gravità…

Ed infine l’aspetto occupazionale, migliaia e migliaia di dipendenti senza lavoro… e quelli che sono ancora inseriti in queste società, non percepiscono il proprio stipendio da mesi…

In questa nota bisogna fare un plauso a Riscossione Sicilia S.p.a., capace – di bloccare totalmente i conti bancari di una impresa confiscata… non permettendo così ad essa di operare e/o di sopravvivere e nel contempo fa sospendere i pagamenti degli stipendi di quei poveri dipendenti…
Il bello è che quest’ultimi “cristi” e sono tanti… si ritrovano nel contempo ad essere chiamati dalla società di riscossione ad ottemperare alle inadempienze … senza però tenere conto, che proprio a causa di quanto dalla stessa realizzato, quei dipendenti –se pur volessero  ottemperare alle richieste pervenute ne sono di fatto… impossibilitati!!!
Che follia… il cane che si morde la coda… e nessuno che ne parla!!!