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CATANIA: Un finanziere e tre vigili urbani, tra i soggetti in custodia cautelare accusati a vario titolo…

Stavo ascoltando stamattina la radio in auto, quando ho sentito di una operazione in corso nella nostra Provincia da parte della della Dda della Procura etnea che attraverso i militari della guardia di finanza di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare  nei confronti di 22 persone accusate a vario titolo, di associazione mafiosa,  corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, estorsioni ed intralcio alla giustizia.

Sembra, secondo le indagini, che tra quei soggetti vi siano tra essi un finanziere e tre uomini della polizia municipale, a cui è stata contestata l’aggravante di avere favorito alcuni clan di quelle abituali associazioni mafiose…

In totale sono 34 le persone indagato e sono state sequestrate quote sociali e patrimoni di ben tre società operanti nel settore dei bar e della ristorazione, per un valore complessivo stimato di circa 5 milioni di euro.

Inoltre nel corso delle indagini, è emersa la condotta corruttiva ed elettorale di un vice brigadiere della guardia di finanza e ad altri esponenti politici locali, ed ancora sono emerse le condotte di altri pubblici ufficiali, tre dei quali appartenenti alla Polizia Municipale di Catania, i quali redigevano false relazioni di servizio per garantire la sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore per garantire l’assegnazione di alloggi popolari da parte dell’IACP. 

Va segnalato come il Comune di Catania abbia in una nota ha dichiarato di aver avviato le procedure per sospendere dal servizio con effetto immediato i vigili urbani. 

Cosa dire, dovrei restare sorpreso da notizie come queste, ma ormai da tempo mi sono convinto che il marcio non vada ricercato esclusivamente in quei cosiddetti ambienti “malavitosi“, ma anche all’interno di quegli apparati pubblici che, per loro stessa natura, dovrebbero rappresentare il primo vero baluardo contro la criminalità organizzata e ai suoi affari illeciti, ma che vede viceversa, come possiamo costatare ahimè da questa ennesima inchiesta giudiziaria, il coinvolgimento proprio di quei suoi uomini “infedeli”, chissà forse definiti con molta leggerezza o dovrei dire erroneamente: “servitori dello Stato”!!!

CATANIA: Gdf verifica gli anni di gestione 2013-2018!!!

Lo scorso anno ricordo di aver letto un articolo realizzato da “contropiano.org” che analizzava in maniera precisa il fallimento dell’amministrazione Etnea: “Il senso di quanto accaduto non risiede solo nella drammatica condizione di alcune migliaia di lavoratori comunali e delle partecipate per il rischio sui pagamenti degli stipendi e nella fruibilità dei servizi da parte della popolazione, ma nella evidente abdicazione del sistema pubblico al mantenimento di strumenti di coesione sociale tra aree territoriali del paese, il cui divario socio-economico è ormai a livelli di guardia.
Il “fallimento” del comune di Catania è la diretta conseguenza dell’applicazione multilivello dei Patti di Stabilità (europeo, nazionale, locale, ndr), il cui effetto, neanche paradossale, è l’instabilità e precarietà esistenziale di parti crescenti del territorio nazionale, soprattutto al Sud. Quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno di secessione reale, sociale ed economica, di parti del territorio nazionale tagliato fuori dai rapporti con il centro produttivo e finanziario del Nord Italia e del nucleo magnetico centrale della Ue, abbandonati quindi alla deriva economica e alla marginalizzazione sociale”.
Ora come sempre avviene “i nodi vengono al pettine” e a piangerne le conseguenze purtroppo non saranno soltanto i cittadini, ma anche le imprese…
Sì… perché con un “buco” di un miliardo e 600 milioni di euro, il Comune di Catania non può che dirigersi verso il fallimento, mentre ai cittadini non resterà che iniziare a soffrire gli aumenti di aliquote sulle già esose tasse… a cui andranno sommati i danni che le imprese subiranno a causa di questo dissesto finanziario, che provocherà a molti di essi – in particolare a coloro che vantano crediti verso lo stesso ente locale – una grave perdita, perché la legge prevede per tali crediti, una svalutazione che oscilla dal 40 al 60%.  
Ovviamente se il buco finanziario c’è… qualcuno l’ha realizzato e quel qualcuno ora è sulla lente d’ingrandimento degli investigatori della Gdf, che proprio stamani si sono recati presso la Segretaria Generale Rossana Manno, da poco insediata, alla quale hanno notificato una delega della Procura di Catania per l’acquisizione di tutti gli atti amministrativi risalenti ad uno specifico periodo, il 2013-2018.
Comprenderete come l’indagine si preannuncia molto “approfondita” tanto che i militari hanno chiesto e ottenuto una stanza presso gli uffici di Ragioneria per svolgere il proprio lavoro.
L’iniziativa (secondo quanto è trapelato), sarebbe da collegare a un’inchiesta avviata dalla Procura di Catania sul dissesto finanziario, per un ‘buco’ da oltre 1,5 miliardi di euro, al momento senza indagati.
Al momento di nomi non ve ne sono… ma sono certo che quando si giungerà alla fine delle indagini – come sempre avviene in queste circostanze – qualche nome uscirà fuori!!!
Ma d’altronde, continuare a pensare come ancora in molti fanno – soggetti che si piegano alle volontà del malaffare e della corruzione – e cioè che la giustizia non giungerà mai alla loro porta… è veramente da sciocchi, perché il tempo dell’illegalità è finito, anche per coloro che finora sono stati (ahimè da questo nostro collaudato sistema clientelare…) ben protetti!!!
Già… forse si dovrebbe dire: troppo protetti!!!